#scaffale III
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lamilanomagazine · 3 years ago
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Roma, ondata di arresti: sono 8 a finire in manette nelle ultime 24 ore
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Roma, sono 8 le persone arrestate nelle ultime 24 ore durante i potenziati servizi di controllo su strada per il contrasto dei reati predatori e dello spaccio di sostanze stupefacenti. Sono stati gli uomini del III Distretto Fidene-Serpentara, diretto da Fabio Germani ad arrestare per furto aggravato K.G. cittadino georgiano di 35 anni. L’uomo, dopo essere entrato all’interno di un negozio di elettronica del centro commerciale Porta di Roma, ha prelevato un PC dallo scaffale cercando di staccare dallo stesso, il cavo di collegamento all’allarme. Quando improvvisamente il sistema di allarme è scattato, l’uomo si è allontanato in tutta fretta e poi, quando ha smesso di suonare, è tornato sui suoi passi ha prelevato il PC, del valore di circa 2 mila euro, occultandolo sotto la propria camicia e si è diretto verso l’uscita. Sul posto immediato l’intervento degli agenti allertati dal personale della vigilanza, che dopo aver accompagnato l’uomo negli uffici di polizia, lo hanno arrestato. Dopo la convalida, l’Autorità Giudiziaria, ha condannato il K.G. alla pena di sei mesi di reclusione e 600 euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali, con pena sospesa. E sempre nella giornata di ieri, gli agenti del Commissariato Prati, diretto da Filiberto Mastrapasqua e gli agenti del commissariato Villa Glori, diretto da Anna Galdieri, hanno arrestato R.E.R.A. cittadino dominicano di 37 anni per furto aggravato. L’uomo a passeggio in via dei Giuochi Istmici, ha notato una bicicletta elettrica del valore commerciale di 1500 euro davanti ad un’officina, quindi, pensando di non essere notato se ne appropriava allontanandosi. L’uomo, inseguito immediatamente dal proprietario dell’officina che telefonava alle Forze dell’Ordine, è stato prontamente bloccato dai poliziotti, giunti celermente sul posto. Gli agenti della Polizia di Stato del commissariato San Lorenzo, diretto da Giuseppe Rubino invece, hanno arrestato U.A.E. cittadino nigeriano di 38 anni che, salito a bordo di un bus, ha iniziato a dare in escandescenza. Intervenuti immediatamente, i poliziotti si sono trovanti davanti l’uomo che ha iniziato a colpirli. Bloccato con non poche difficolta, è stato arrestato. Gli agenti hanno riportato 7 e 2 giorni di prognosi. Sono stati invece gli agenti del commissariato Porta Maggiore, diretto da Irene Di Emidio, ad arrestare un cittadino gambiano di 43 anni nel corso del servizio di prevenzione e repressione dei reati predatori in via Prenestina. S.B., con numerosi alias e precedenti di polizia a suo carico, prima ha tentato di estorcere del denaro ad un cittadino peruviano che era stato derubato del suo cellulare, poi ha rapinato un cittadino bengalese sotto gli occhi della pattuglia che stava perlustrando la zona alla ricerca dell’autore della precedente rapina. Il 43enne è stato arrestato per rapina e tentata estorsione. E’ stato arrestato ieri sera in via dei Baullari N.M., romeno di 37 anni con vari precedenti di polizia che ha aggredito gli agenti della Polizia di Stato del I^ Distretto Trevi Campo Marzio intervenuti sul posto per una segnalazione di persona molesta. L’uomo dovrà rispondere di resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale. Uno dei poliziotti ha riportato 3 giorni di prognosi. A finire in manette per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, in due diverse operazioni, altre 3 persone. Il primo D.J. albanese di 26 anni, con precedenti di polizia, è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato del XII Distretto Monteverde, diretto da Maria Chiaramonte. Il giovane, durante un controllo è stato trovato in possesso di cocaina pari a circa 1.5 grammi e 75 euro in contanti. A casa dello stesso, i poliziotti hanno sequestrato ulteriori 6.7 grammi della medesima sostanza e altri 500 euro nonché materiale per il confezionamento delle dosi ed un bilancino di precisione. Gli altri due invece, identificati per D.S.F. e F.A., entrambi romani e con precedenti specifici, rispettivamente di 36 e 24 anni, sono stati arrestati dagli agenti della Sezione Volanti, diretta da Massimo Improta, durante un controllo in via dell’Archeologia, nota piazza di spaccio. Alla vista dei poliziotti il F.A. che si trovava fermo a bordo di un ciclomotore, ha iniziato ad urlare “zio zio” per avvisare un secondo ragazzo della loro presenza. Bloccati entrambi, sono stati perquisiti. Il D.S.F. ha provato a disfarsi di un pacchetto di sigarette al cui interno sono stati rinvenuti 6 involucri contenenti cocaina. Il F.A., è stato anche denunciato per ricettazione del ciclomotore risultato provento di furto. Read the full article
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dakenshadow · 4 years ago
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Per la serie Anime DVD collection, lo scaffale che ho dedicato al mitico Lupin III #dakenfromvault101animecollection #dakenfromvault101toycollection #dakenfromvault101figurecollection #dakenfromvault101DVDcollection #animecollection #animedvdcollection #lupinIII #monkeypunch #animefigure #fujikomine #anime #manga #collector #animefigure (presso Vomero, Campania, Italy) https://www.instagram.com/p/CHKpX4pHobv/?igshid=1a8orvhb1t7oh
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omg-corriere-annunci · 7 years ago
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capitanmorgancyberzine · 5 years ago
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TYREL di Sebastián Silva
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Tyrel is  the young protagonist name.  The story takes place during a weekend in a house in the woods in the Catskills, outside New York. He and his friend Johnny are invited to a birthday party, it's cold, it's almost winter. When all the guests arrive Tyrel discovers that he is the only black guy among a group of white boys, who will most likely end up getting drunk. Tyrel doesn't want them to notice him, but he begins to feel a deep and growing discomfort despite everyone welcoming him normally and proving to be calm and relaxed. The film has a simple screenplay but it turns out to be very profound and elaborate. Through a slight suspense, unconscious fears that inhabit the human mind emerge, especially in reference to violent and gratuitous acts perpetrated by the white man towards different populations and subjugated by him. The psychological side of the main character is deepened with seriousness and the film is not to be considered of genre. On the contrary, it turns out to be an important work that knows how to make people think in an educational way.
Director: Sebastian Silva
Actors: Jason Mitchell, Christopher Abbott, Michael Cera, Caleb Landry Jones, Philipp Ettinger, Ann Dowd...
Country: U.S.A.
Language: English
Year: 2018
Dutara: '86 min
Tyrel e’ il nome del giovane protagonista di questa vicenda che si svolge durante un week end in una casa nei boschi a Catskills, fuori New York. Lui e l' amico Johnny sono invitati a una festa di compleanno, fa freddo, è quasi inverno. All’arrivo di tutti gli invitati Tyrel scopre di essere l’unico ragazzo di colore tra un gruppo di ragazzi maschi bianchi, che molto probabilmente finiranno per ubriacarsi. Tyrel non vuole darlo a vedere, ma comincia ad avvertire un profondo e crescente disagio nonostante tutti lo accolgano normalmente e dimostrino essere tranquilli e rilassati. Il film ha una sceneggiatura semplice ma si rivela profondo ed elaborato. Attraverso una leggera suspense emergono paure inconsce che risiedono nella psiche umana, specialmente in riferimento ad atti violenti e gratuiti perpetrati dall’uomo bianco verso popolazioni diverse e sottomesse dallo stesso. Il lato psicologico del personaggio principale è approfondito con serietà e il film non è da considerarsi di genere. Risulta anzi essere un' opera importante che sa far riflettere in modo educativo.
Regia: Sebastian Silva
Attori: Jason Mitchell, Christopher Abbott, Michael Cera, Caleb Landry Jones, Philipp Ettinger, Ann Dowd
Paese: U.S.A.
Lingua: Inglese
Anno: 2018
Dutara: ’86 min
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capitanmorgancyberzine · 5 years ago
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RELAXER di Joel Potrykus
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This is 1999. Abbie, is a young unemployed video game enthusiast, with an extraordinary resemblance to the famous silent film genius Buster Keaton, is challenged by his somewhat sadistic brother to complete the infamous level 256 of PAC-MAN. Abbie is a loser and wants to get his brother's respect, so he accepts the challenge even mistakenly believing that there is a prize of 100,000 Dollars if he manages to complete all the levels. Almost always alone without ever getting up from the leather sofa, located in the center of the city's mini-apartment until the game ends, the young protagonist stubborn in his intent is forced to overcome other obstacles of daily and human type such as hunger, thirst, heat, cold, etc. ... Also because the duration of the game takes him through a dilated time of months and seasons.
It is a psyco/fantastic comedy with philosophical traits, ironic like Monty Python's movies but ultimately sad. Skillfully crafted, the film is incredibly brilliant and delirious.
Director: Joel Potrykus
Actors: Joshua Burge, Davis Dastmalchian, Andre Hyland, Adina Howard, Amari Cheatom
Language: English
Country: U.S.A.
Year: 2018
Duration: '91 min
Siamo nel 1999. Abbie, un giovane disoccupato appassionato di videogiochi, dalla straordinaria assomiglianza al celebre genio del cinema muto Buster Keaton, viene sfidato dal fratello un po’ sadico, a completare l’infame livello 256 di PAC-MAN. Abbie è un perdente e vuole ottenere il rispetto del fratello, quindi accetta la sfida credendo anche erroneamente che vi sia un premio di 100.000 Dollari se riesce a completare tutti i livelli. Quasi sempre solo senza mai alzarsi dal divano in pelle, posizionato al centro del miniappartamento cittadino fino a che non conclude il gioco, il giovane protagonista ostinato nel suo intento si vede costretto a superare anche altri ostacoli di tipo quotidiano e umano come la fame, la sete, il caldo, il freddo, etc… Anche perché la durata del gioco lo porta attraverso un tempo dilatato di mesi e stagioni.
Si tratta di una commedia psico/fantascientifica con tratti filosofeggianti, ironico come i film dei Monty Python ma in definitiva triste. Sapientemente realizzato il film e’ incredibilmente geniale e delirante.
Regia: Joel Potrykus
Attori: Joshua Burge, Davis Dastmalchian, Andre Hyland, Adina Howard, Amari Cheatom
Lingua: Inglese
Paese: U.S.A.
Anno: 2018
Durata:  ’91 min
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capitanmorgancyberzine · 8 years ago
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Ana Lily Amirpour Walks Home Alone in Graz – Diagonale'17
Thus Spake Ana Lily Amirpour: Movies for All and None
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pangeanews · 6 years ago
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I consigli di Rainer Maria Rilke: leggete il diario di Leonora Christina Ulfeldt, la figlia del re che passò dalle stelle alla cella, dalla corte al porcile, certa che “il carcere conduce al cielo”
Tra le preziose incastonature che arricchiscono il Malte di Rilke, ovvero quei consigli di lettura da seguire come briciole, per sbattere contro i dettagli che contano dell’opera di uno dei più grandi del ’900, ritroviamo l’accenno alle memorie – rimaste sepolte per circa centosettant’anni – di una nobile danese del ’600, Leonora Christina Ulfeldt che, nel Jammers Minde, ci racconta gli anni della sua reclusione nella prigione del castello di Copenaghen, chiamata la Torre Blu – da cui il titolo della traduzione italiana Memorie dalla Torre Blu (Adelphi, 1971). Tra sorci e larve che scorrazzano su un pavimento di escrementi, in un inoperoso andirivieni di preti, carcerieri, prigionieri spaventati dalla libertà, donne di compagnia infanticide e serve ubriache, tutti ammassati e ammalatisi nell’insana aria di prigione, per il buio e la fame, si muove, al centro dell’opera di maggior pregio del ’600 danese, una distorta allotropia del mondo.
La scelta di questo soggetto da parte di Rilke è in linea con il suo essersi perso a più riprese, sia nella vita che nel suo romanzo, nelle trame nordiche e nella sua proverbiale smania aristocratica, che lo portò ad attribuirsi immaginarie nobili origini. I motivi dell’invenzione della sua ascendenza blasonata si ritrovano nel suo desiderio di abbarbicarsi ad una trama fitta e compatta di esistenze indelebili, nella brama di rivendicare una memoria inalterabile e indeformabile, così da tenere un panno sugli occhi della morte e palesare un retaggio solido, fino a scolpire il tentativo sulla lapide e mostrarlo a tutti con uno stemma.
Ed è l’attaccamento a questa concezione di memoria, come qualcosa che supera il limiti del ricordo individuale e diventa masso erratico degno di riverenza, che induce Rilke ad ammiccare, sebbene di sfuggita, al personaggio di Leonora Cristina. Essa è la figlia di Cristiano IV, la «incomparabile» Eleonore sul suo cavallo bianco, raffigurata nel Malte in un quadro della galleria di Urnekloster prima di cadere in disgrazia, prima dei ventidue anni di carcere e prima della stesura del suo diario.
La vera storia della nobildonna è in realtà nell’antefatto della propria opera, in tutto quello che la donna vive prima di scrivere. Il declino di una famiglia nelle grazie del re Federico III, il brusco avvitamento della loro privilegiata condizione, i folli intrighi del marito demente che lo spinsero a congiurare contro il re, segnarono il destino della donna. Da regina della mondanità di corte Leonora Cristina si conquistò il ruolo di regina dei porci, signora della Torre Blu, ma sempre facendo del pudore una bandiera della sua condizione.
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Il compito di portare il carico delle colpe del marito, negandole fino alla fine, è svolto grazie alla profonda e radicata consapevolezza del suo ruolo di donna, senza mai pronunciare la parola amore, che pur è sottesa. Nei confronti del proprio genere la Ulfeldt portò avanti una vera e propria lotta contro le prevaricazioni, contro l’idea diffusa di donna come essere fragile nello spirito e nel corpo, lavorando ad una raccolta di biografie delle donne più famose della storia della cui stesura ci parla anche nelle Memorie: «Presi nota e tradussi in danese dei passi in cui si parlava di donne di vario rango e nascita, che i diversi autori celebravano come donne intrepide, fedeli, caste, sagge nel governo delle cose, costanti, pazienti e piene di dottrina».
La tenacia nel sopportare la propria condizione, si tramuta in approccio sovversivo alla reclusione, diviene un graduale appropriarsi del marcio ambiente, in cui, così come fuori, si svolgono, più rabbiosi e animaleschi, gli stessi intrighi della corte. Il nobile candore maschera il tentativo di circuire i suoi avversari, che porta Leonora Christina ad accaparrarsi concessioni e privilegi anche all’interno del carcere stesso; tra queste concessioni proprio quella di poter scrivere le proprie memorie, come una lunga favola raccontata per i figli e per il re stesso, a testimonianza della propria (presunta) innocenza. L’interiorizzazione di questo mondo conduce – non solo Leonora Christina – ad un insolito e malato attaccamento verso l’opposto dell’idea di libertà, come dimostra la vicenda di Christian, il prigioniero ribaldo e miscredente che, una volta divenuto libero «lo trovarono morto in mezzo ad un campo. Tutto lasciava intendere che si era ammazzato, perché gli trovarono una lunga carabina tra le gambe, con la canna rivolta al petto e in mano aveva un lungo bastone che gli era servito per premere il grilletto». La stessa Leonora Christina, ritrovatasi sola dopo la scarcerazione, opta per la reclusione nell’antico convento di Maribo, in cui passerà i suoi ultimi tredici anni di vita; una riprova del fatto che ella non potesse più fare a meno di quelle strette mura che erano ormai parte integrante della sua persona. A tal proposito ricordiamo le parole scritte ai figli dopo undici anni di prigionia: «patire il carcere senza colpa non umilia, ma esalta l’onore di una persona».
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Nella stasi della galera, l’unico “personaggio” mobile sembra essere la provvidenza; Dio resta l’unico ponte con l’esterno. La fede, duramente messa alla prova ma mai incrinata, contribuisce non solo a concedere speranza ma a esautorare la Ulfeldt da ogni brama di vendetta. È il Signore che agisce per lei, come un regolatore di conti, e la donna vuole dare atto di questa vicinanza dell’altissimo sia a noi che ai suoi figli con un macabro elenco numerato di tutti coloro che, coinvolti nella condanna, sua e del marito, sono morti in circostanze tragiche e pietose, secondo una strana legge del contrappasso. Chi l’aveva con le mani frugata nell’intimo prima di condurla in cella adesso era maneggiata invano dai cerusichi per tagliarle e bruciarle le pustole della malattia che la condusse comunque a morte. Chi l’aveva segnata con sguardi di cattiveria era stato strappato alla vita mentre si trovava in una latrina e trovato esanime dalla servitù. Chi si compiacque della sua sorte, e aveva vissuto facendosi scherno di Dio, lasciava questo mondo bestemmiando sul letto di morte in preda alla follia.
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Recuperare la storia di Leonora Christina Ulfeldt, così come ci suggeriva di fare Rilke, è conservare uno scorcio di epica moderna, è avere sullo scaffale di casa il vero racconto di un’anima a noi lontana che è stata capace di elevarsi lì dove, di solito, avrebbe vinto chi puntava verso il basso. «Insomma, il carcere conduce al cielo».
Maurizio Allegretta
L'articolo I consigli di Rainer Maria Rilke: leggete il diario di Leonora Christina Ulfeldt, la figlia del re che passò dalle stelle alla cella, dalla corte al porcile, certa che “il carcere conduce al cielo” proviene da Pangea.
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capitanmorgancyberzine · 6 years ago
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AUS DEM NICHTS (In the Fade) di Faith Akim
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Ultima opera di Faith Akim viene selezionato per competere alla Palma D’Oro del festival del cinema di Cannes. A Cannes Diane Kruger, interprete del film vince il premio come miglior attrice. Il film narra la drammatica vicenda di una donna tedesca, Katia che ha deciso di vivere la propria vita il suo uomo di origini straniere. Purtroppo in un giorno apparentemente felice e tranquillo come tanti  altri, accade un incidente e la donna si vedrà costretta ad affrontare ingiustizie che la trascineranno in una lunga prova di forza, prova che solo una donna dal carattere forte può sostenere e che porteranno a un triste epilogo. Il risultato è un film realistico e contemporaneo che affronta temi d'intolleranza, nazionalismo e violenza gratuita.
È un opera che va vista proprio perché svela tematiche tremendamente e tristemente ancora attuali ricordandoci la banalità del male.
Regia: Faith Akim Interpreti: Diane Kruger, Denis Moschitto, Numan Acar, Johannes Kirsch, Samia Chancrin Paese: Germania, Francia Anno:  2017 Durata: 106’
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