#sbracati
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Ecco la foto della mia famiglia pelosa da interno... Sì perché fuori ce ne sono altri ma è difficile fotografarli tutti insieme! I miei dolcissimi e morbidissimi combinaguai 🥰🥰🥰🥰 In senso orario dal micione nero in alto: Tiresia (il mio amore unico e guercio) - Calipso (bianca suocerina) - Nausicaa (la mia bimbamicia dolcissima) - Dafne (micromicetta tuttofare) 😁😁😁😁😺😸😻😽 #giornatadelgatto #17febbraiofestanazionaledelgatto #cats #mici #famigliapelosa #tiresia #nausicaa #calipso #dafne #picoftheday #fotodifamiglia #sbracati #cariniecoccolosi #instamoment #smileisbetter #happiness #morbidissimi (presso Castelverde) https://www.instagram.com/p/CoxKeKWN3oJ/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Bei Fior
Questo 25 Aprile è ancora più importante: perchè siamo al culmine di una strisciante strategia di revisionismo, dai tratti sbracati e ingenui (per questo spesso di presa) che continua ad ammiccare, a nascondersi, a non affrontare il problema. Lo fa nonostante sia classe dirigente, lo fa con atteggiamenti antistorici, propagandistici. Lo fa manipolando.
E pensò che forse un partigiano sarebbe stato come lui ritto sull’ultima collina, guardando la città e pensando lo stesso di lui e della sua notizia, la sera del giorno della sua morte. Ecco l’importante: che ne restasse sempre uno. Scattò il capo e acuì lo sguardo come a vedere più lontano e più profondo, la brama della città e la repugnanza delle colline l’afferrarono insieme e insieme lo squassarono, ma era come radicato per i piedi alle colline. – I’ll go on to the end. I’ll never give up.
Beppe Fenoglio, Il partigiano Johnny
Questo 25 Aprile è anche importante per un altro anniversario.
50 anni fa una rivoluzione pacifica mise fine ad un regime che credeva fosse meglio vivere non nel presente, ma cento anni nel passato. Un regime che vigeva dal 1926: con il colpo di Stato del generale Carmona, Antonio de Oliveira Salazar è nominato Ministro delle Finanze con pieni poteri nel 1928 e nel 1932 Salazar si trasforma nel dittatore che, attraverso il suo Estado Novo, controllerà per 35 anni ogni aspetto della società portoghese. Nel 1968 una trombosi cerebrale, causata da un incidente domestico, lo allontana per sempre dal potere. Viene quasi subito sostituito da Marcelo Caetano, ma fino al giorno della sua morte nel 1970 rimane convinto di essere ancora il Primo Ministro. Pare che nessuno ebbe mai il coraggio di dirgli la verità. Dopo decenni di oscurantismo, censura, mancate libertà personali, l'ossessivo controllo della PIDE (poi DGS) la polizia politica, istruita dalla Gestapo e dalla CIA, che controlla l'intera popolazione in patria e nelle colonie, dove sin dagli anni '60 ribollono istanze di indipendenza (Angola, Mozambico, Guinea-Bissau). E In Portogallo furono i militari, tramite il Movimento das Forças Armadas, che organizzarono prima un movimento clandestino, poi un effettivo golpe incruento volto a far cadere il Governo Caetano.
La sera del 24 Aprile poco prima di Mezzanotte, il segnale fu lanciato: per la radio di Stato passò una canzone, Grândola vila morena del cantautore e attivista politico José Afonso, da sempre bandita. In poche ore un corteo pacifico di mezzi corazzati entra nel centro di Lisbona. Caetano prima si rifugia nel Palazzo della Guardia Civil, poi si arrende. Il 25 Aprile, sparsa la notizia, la gente si riversa in piazza, e una fioraia, felicissima, inizia a distribuire garofani rossi ai soldati, che li infilano nei loro fucili. È il simbolo della Rinascita: il 1° Maggio 1974 il Portogallo festeggia la Festa dei Lavoratori dopo 46 anni. La Transizione sarà lunga e difficile, ma i Militari mantengono le promesse: indipendenza alle colonie, libere elezioni, un progressivo ammodernamento del Paese.
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Non necessariamente tutti gli uomini maturi sono sbracati, ci sono anche quelli seri.
Ho scritto sbarcati, non SBRACATI, leggi bene almeno.
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Ho letto di una levata di scudi contro Alan Elkann per un articoletto che ha pubblicato su "Repubblica".
Elkann, spero tutti, sappiano chi sia: il padre di Jaki Elkann nipote di Agnelli, editore della stessa Repubblica. Ebbene ha sollevato un polverone, mentre io leggendolo lo trovo un semplicissimo quadretto di vita quotidiana: ha raccontato un viaggio fatto da Napoli a Foggia sul treno, casualmente in compagnia di un gruppo di giovanissimi.
Tutti sono sdegnati - a cominciare da chi lavora presso quel giornale! - perché Elkann ha chiamato lanzichenecchi (sia pure tra virgolette) un manipolo di giovani ragazzi si e no maggiorenni, uguali a tantissimi ragazzi che tutti noi abbiamo incontrato sui treni e siamo stati costretti ad ascoltare e a sopportare per delle ore.
Ci sono varie specie di ragazzi: ricordo una mezza dozzina seduti con me in uno scompartimento mentre andavo da Milano a Parigi: sette ore di discorsi brillanti in italiano forbito, ma erano studenti di un collegio privato. Io potevo essere la loro madre e ne sarei stata pure fiera.
Più di frequente si incontrano ragazzi che, per il fatto di essere in gruppo, si riducono a branchi di animali maschi con sguaiatezze, volgarità, villanie, e sembrano fare a gara per essere chiassosi e coprolalici.
Ricordo un altro tragitto in treno, fortunatamente breve, da Bruges a Zeebrugge sulla Manica: un gruppetto di ragazzi fiamminghi sui quindici anni sbraitava in un modo insopportabile. Io li avrei tollerati perché il viaggio finiva presto, ma la mia amica li rimproverò in tedesco (che assomiglia abbastanza al fiammingo in modo da essere più o meno comprensibile) con il piglio di un feldmaresciallo, e i ragazzi si fecero subito buonissimi.
Insomma secondo me l'articolo di Elkann è un banale articoletto di vita quotidiana, e non mi avrebbe fatto né fresco né caldo: invece ha sollevato uno sdegno generale....
perché egli ha sottolineato la DIFFERENZA tra sé e i ragazzi, lui era in completo di lino sebbene stazzonato mentre loro erano vestiti con magliette e calzoncini corti (ebbene, è scontato che un settantenne e un ventenne non vestano allo stesso modo) e lui aveva con sé un fascio di giornali inglesi (è docente universitario in Pennsylvania, quindi si presume che sappia l'inglese) e, udite udite, un volume di Proust in francese.
Ora, io sto rileggendo Proust in questo periodo (sono al sesto volume) per cui mi sono fatta più attenta.
Egli prosegue nell'elencare la differenza tra sé e i ragazzi, che non hanno né libri né giornali ma passano il tempo in conversazioni idiote e atteggiamenti sbracati (normalissimo, quando sono in gruppo...) Non lo dice in tono di rimprovero, assolutamente! Ne fa solo una descrizione.
Poi, alla fine, se ne va una volta arrivato a destinazione mentre quelli neppure si accorgono di lui.
Ora, un mucchio di gente se la prende con Alan Elkann perché ha palesato "odio di classe".
Eppure, a me sembra che l'odio di classe sia dentro a chi lo vuol vedere in questo articoletto.
Leggere Proust non è affatto snob e non è elitario: io ne sono la prova. Mi porto dappertutto il libro, che leggo nei momenti liberi.
Pure io potrei trovarmi in un vagone di treno con un completo di lino! pure io proverei fastidio ai discorsi dei ragazzi, alle spacconate e vanterie sessuali, e se avessi un libro mi ci immergerei per non ascoltarli.
Come ho sempre fatto anche sugli autobus.
Invece tutti se la prendono con Elkann, dicendo "e pensare che costui guadagna per scrivere articoli simili !" Ebbene, io sono sicura che se uno di quei ragazzi scrivesse su qualche giornaletto locale, racconterebbe di aver viaggiato con un vecchio imbecille vestito come un matusalemme, senza devices elettronici e senza kindle ma con un vecchio libro e un fascio di giornali come nel secolo scorso!
L'abisso di differenza tra un uomo di settanta anni, cosmopolita e poliglotta nonché elegante e ricco come Elkann e un ventenne "lanzichenecco" tatuato e smartphonato, è qualcosa di simile alla Fossa delle Marianne. Giovanna Sauli.
#ellkan #lanzichenecchi
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Anche voi continuate a buttare soldi, offrendo cene alle ragazze nei ristoranti più quotati della zona o capitano solo a me tipe che alla cieca, tra champagne e Franciacorta, preferiscono sempre il prosecco oppure che quando chiedi se piacciono i vini fermi, la risposta è: "basta che siano fruttati"? Mi viene voglia di ordinare un Santal o uno Zuegg del '92... Poi portano il menù, lo guardano come se fosse un'enciclopedia Treccani (va be', manco sanno cosa sia, ma è un discorso generazionale, ai miei tempi Google o Wikipedia non c'era), dopo mezz'ora di tentativi per cercare di decifrarlo: "troppo complicato, non so cosa prendere, non so se mi piace". Per loro un abbinamento con più di 2 sapori diventa un rebus, vanno in ansia, sanno già che non potrà piacergli e da parte tua sai che dovrai mangiare oltre ai tuoi piatti, i loro, perché ne assaggeranno un micron, sulla punta della forchetta e scambieranno il loro piatto con il vostro, già ripulito di tutto e con gusto, per non fare brutta figura, dicendo: "buono, ma sono già sazia". Consapevole di tutto ciò, provi ad indirizzarla nell'ordinazione di un paio di portate, più leggere possibile, ma non c'è verso, devono ordinare tutte le portate possibili, perché vogliono assaggiare e tu oltre a doverle mangiare tutte, a rischio di farti venire una sincope, dovrai anche pagare per cose che non volevi neanche mangiare.
D'altronde ormai è noto, che le donne si innamorano della situazione, il bel locale, vestiti tutti chic, dove puoi far vedere che ti puoi permettere un certo tenore di vita, loro vogliono andare in certi locali, solo per poter sfoggiare il nuovo vestito e l'ultimo vertiginoso, appuntitissimo tacco; d'altra parte anche certi uomini godono nel poter mostrare la super tiratissima donzella che gli fa compagnia, ma io non sono uno di questi, le mie scelte sono basate sul mio piacere personale, non sullo stupore degli altri.
Detto questo, con la pancia che sta per esplodere e trattenendo i rutti, con il gas delle bollicine del vino che ti risale nelle narici, vai a pagare il conto, quasi sempre riscontrando un bassissimo rapporto qualità/prezzo, forse anche perché non volevi mangiare metà della roba che hai mangiato e bevuto, accompagni le ragazze alla macchina e senti raccontare il loro splendido ricordo: "E quella volta che siamo andate al Burger King e ci siamo sfondate di hamburger, patatine e coca cola? 40 euro gli abbiamo lasciato, ahahahahah, quando lo rifacciamo? Quelle sono cene"; lì allora ti sale il crimine e solo lo sguardo d'intesa col tuo amico ti salva dall'incidente diplomatico, perché la prossima volta sai che andrai con lui ed altri amici, che sanno apprezzare il buon vino e gli abbinamenti audaci dei cibi, che ognuno mangerà e pagherà il suo, per il gusto di provare sapori nuovi e stare in compagnia, ridendo e scherzando, senza quel tono informale da prime donne, ma sbracati, come piace a noi.
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Galeotta fu la treccia
read it on AO3 at http://bit.ly/2ILmfHY
by EneriMess
Era quell’ozioso orario tra il pomeriggio e la sera, quando il lavoro era concluso ma non era ancora ora di cena. Si erano presi un tè, spizzicato qualche biscotto mandato da Hunk, parlato di questo e quell’altro che succedeva in giro per la galassia, ma ora Lance sentiva la noia salire mentre se ne stavano sbracati sul letto.
Words: 689, Chapters: 1/1, Language: Italiano
Fandoms: Voltron: Legendary Defender
Rating: General Audiences
Warnings: Creator Chose Not To Use Archive Warnings
Categories: M/M
Characters: Keith (Voltron), Lance (Voltron)
Relationships: Keith/Lance (Voltron)
Additional Tags: Post S8, Keith and his braid, Pining Lance (Voltron)
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cari, dopo un veloce sopralluogo ieri sera, ecco cosa dovete sapere.
sono vietate tutti contenitori rigidi specie se in metallo.
non che ve le buttano, ma non potete portarle.
Come potete vedere dalla borsa frigo, il bivacco stile giornata al parco anche non è permesso, perché non sono permessi zaini grandi (cosa sia percepito come grande però mi pare che sia un po' soggettivo, quella borsa frigo è tipo grande come una borsa normale...). zaini piccoli però sì. le coperte da pic-nic, se le volete portare, tenetele fuori e portate snack. ricordatevi solo che difficilmente potremo stare sbracati sul prato una volta che comincia la finale, ma staremo tutti in piedi o pigiati, assicuratevi di poter stare comodi con tutto quel che vi siete portati.
tutte le informazioni del village sono qui, inclusa la mappa. http://www.comune.torino.it/eurovision/ (ne deduco che il maxischermo "grande" siano quelli del palco).
quasi tutti i torelli sono off-limits, TRANNE quello di pietra angolo Corso Vittorio/Corso Massimo. la cosa buona è che facile raggiungerlo sia dal prato "piccolo" (7.000 posti) che da quello grande (10.000 posti). la cosa meno figa è che probabilmente tutti i torinesi sanno della sua esistenza e, i non torinesi, capiranno al volo xD. la coda sarà luuuunga.
si entra solo ed esclusivamente dall'ingresso vicino a via Valperga Caluso.
ci sono i conta persone agli ingressi, non pensate di farla franca (e una volta raggiunti i 17.000 chiudono tutto ed è meglio che abbiate un piano B, tipo, amici con la tv). sembra anche che ci siano anche all'ingresso dei prati, che sono comunque transennati per farvi stare dentro quell'area e basta.
i percorsi disponibili sono transennati.
il Village è solo un po' di stand degli sponsor e chioschi di ristoro tirati su apposta (ho visto che il chiosco fisso proprio sotto il prato piccolo non è transennato, ma proprio per la sua posizione sospetto sarà un filo difficile 1. ottenere da mangiare senza stare in fila un'ora, 2. trovare ancora cibo e bevande dopo un paio d'ore). facilmente evitabile. alcuni danno gadget (l'unico degno di nota secondo me è quello dell'Unione Europea, ma se siete di Torino, vi consiglio di andarci tipo ORA perché so mica se arrivano alla finale. hanno tote-bag, spilla bottone, cappellini e brochure educative sull'EU abbastanza carine).
c'è uno shop del merchandising ufficiale, è quello in stile chalet. si paga solo con carta. i prezzi sono da furto. io ho preso solo una calamita xD
ora, per chi non è di Torino ma vuole venire, ricordatevi che:
siamo sul Po, portate autan a bizzeffe. magari le salviette visto che sono abbastanza rigidi sull'entrata liquidi.
se venite già al pomeriggio, portate almeno il cappello. la regola dei prati è che se molli la postazione la perdi. punto. sotto agli alberi non c'è una grande visuale degli schermi.
e anche un maglioncino leggero perchè, appunto, siamo sul Po ed è solo maggio. la sera tira fresco/umido. no, non è per il concerto, è per quando lasciate il concerto. saremo migliaia di persone pigiate assieme, altro che caldo.
io mo' vi lascio questo link di amazon, che no, non mi paga per fare pubblicità ma, saremo tutti costretti a cenare con i chioschi del village, ma l'acqua anche no dai: https://www.amazon.it/dp/B07V5BT3MQ?psc=1&smid=A11IL2PNWYJU7H&ref_=chk_typ_imgToDp
Ma quindi questo meetup improvvisato all'Eurovillage sabato lo vogliamo organizzare? @heresiae e altri torinesi palesatevi... Che ci beviamo 2 birre e ascoltiamo la finale.
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perché non mangiamo insieme..
un pranzo in cui io cucino per te e tu per me
e poi sbracati e nudi
uno accanto all’altra
ubriachi di vino e di noi
assaporiamo con gusto quanto fatto
e puliamo con il pane il piatto sporco di sugo
mentre chiacchieriamo sottovoce, abbracciati
e ridiamo di pancia, tanto
e ci facciamo le carezze
e ci teniamo per gli occhi
e poi ci baciamo
pulendosi l’un l’altra il viso e le mani unte
e poi facciamo l’amore
ancora
questa volta con normalità
tu sotto con le gambe alzate, e io sopra
in una normalità così assoluta e totale da non sembrarci nostra
in cui la perversione, quella vera, la sola e unica che io ho
è l’amore
che si tocca
che si accarezza e si sfiora
che si sorride in bocca e si spinge giù per la gola
che si penetra e si appiccica di sudore
così forte sulla pelle che spinge
da coprirci di brividi anche l’anima
dove non c’è più spazio fra i nostri corpi
se non quando arriva la convulsione della carne
prima di raggiungere il culmine
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la UE ci ha dato di nuovo Donald Tusk come presidente del consiglio europeo: 27 voti di altrettanti ministri degli esteri, contro un NO: quello del suo Paese, la Polonia. Il governo polacco del PiS (Prawo i Sprawiedlywosc, Diritto e Giustizia, il partito il cui leader è Jaroslaw Kaczynski, esponente storico della destra patriottica e cattolica) non voleva Tusk, che era stato capo del governo che ha perso le elezioni in Polonia contro il PiS. Un atto di arroganza e cecità ideologica, che mostra come il sistema oligarchico europeo non sia capace di correggersi, e si getti a corpo morto ad una politica faziosa e di parte (...) a rischio di darsi la zappata fatale sui piedi. (...) L’oligarchia europea ha reagito verso il governo Kaczynski nello stesso modo in cui l’oligarchia americana reagisce verso Trump: “Come un intruso che non merita di governare”; e non merita perché non condivide la loro ideologia, e per di più è stato votato, un metodo di scelta che l’oligarchia disprezza apertamente. Anche in Italia preferisce infatti i non-votati-da-nessuno, da Monti a Gentiloni.
Blondet, opportunamente “depurato”, spiega cosa ci stia dietro la rielezione di quel Tusk: aristocrazie autoreferenti, il canto del cigno delle socialdemocrazie europee, causa prima per naturale reazione dell’affermarsi dei populismi più beceri e sbracati : http://www.rischiocalcolato.it/2017/03/riecco-tusk-perche-loligarchia-ue-non-sa-e-non-puo-correggersi.html
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PAGINA 26
Il cellulare di Arturo suonò. Aveva scelto come suoneria "la ragazza di Ipanema" nella versione di Astrud Gilberto e Stan Getz.
Ritrovarsi a Rio de Janeiro ad ogni chiamata lo distraeva anche dai pensieri più catacombali.
Era stato indeciso se usare come suoneria la versione di Caterina Valente o di Astrud Gilberto e Stan Getz.
Quella della Valente gli ricordava l'infanzia trascorsa a spiare ed invidiare cugine e amici di cugine impegnati nel rendere ballabile il boom economico degli anni 60, addirittura lì al sud che con la tivù e i quarantacinque giri entrava nella colorata modernità degli anni prima del sessantotto.
Inoltre Caterina era il nome più diffuso in famiglia e Caterina Valente era briosa, brava, poliglotta, italiana ed internazionale e molto amata dalla cugina Rosanna ventenne, vestita di "hula-hoop"ed "optical fashion" proprio lì, in un glorioso paese dell'appennino lucano.
La versione di Stan Getz e A.Gilberto l' aveva scoperta nel suo periodo rock, quello dei Led Zeppelin, degli Atomic Rooster, dei Cream e degli Emerson, Lake and Palmer ma si vergognava dichiarare al mondo dei suoi coetanei, in jeans e capelli lunghi, che quella musica dolce, ritmata, calda e affettuosa e il sassofono che svolazzava su note stralunate erano da brivido amoroso.
Arturo tradì (ancora una volta) Caterina Valente e la sua infanzia per la bossanova dei due artisti che appariva oramai borghese ed illuminata e lontana dalle trasgressioni della "droga, sesso e rock n'roll" più immaginati che realizzati.
Il cellulare emise le note della bossanova e Arturo rispose ad Albert.
La voce sempre un po' esitante dell'amico lo riportò a quel pomeriggio afoso. Albert lo invitava per una birra e per un ritorno all'adolescenza seduti e sbracati a parlare di esseri viventi e dello stupore di essere dei quarantenni in bilico in quella vita che chissà se avevano scelto.
"Chissá?" era l'interrogativo sempre più presente nel suo pensare.
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SAN BENEDETTO – Cristiana Castelli Online: teatro comico in tempi di emergenza. La brava attrice toscana, naturalizzata ascolana sarà online facebook per un intermezzo comico dovuto alla comunità che l’ha accolta. Alle 19 di stasera la Castelli si esibirà in un monologo breve tratto dal suo repertorio comico, perché vuole ‘farci ridere un po’’.
In tempi così duri per tutti l’invito diffuso su whatsapp della brava esponente del teatro professionale del Piceno sembra molto invitante. Da gustare in un attimo di raccoglimento culinario, sul tapis rotulant o semplicemente sbracati sul lettone.
Un’iniezione di positività in un momento in cui ce n’è davvero bisogno.
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Galeotta fu la treccia
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Era quell’ozioso orario tra il pomeriggio e la sera, quando il lavoro era concluso ma non era ancora ora di cena. Si erano presi un tè, spizzicato qualche biscotto mandato da Hunk, parlato di questo e quell’altro che succedeva in giro per la galassia, ma ora Lance sentiva la noia salire mentre se ne stavano sbracati sul letto.
Words: 689, Chapters: 1/1, Language: Italiano
Fandoms: Voltron: Legendary Defender
Rating: General Audiences
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Relationships: Keith/Lance (Voltron)
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Edicola Elbana Show del 15 Novembre 2018
Mario Ferrari vuole guidare in porto la giunta comunale... Mario, permettici, ma questi paragoni con il mare, le crociere, i capitani... o lascia perde, fai un pezzo alla Carletto Mazzone, vieni all'Edicola Elbana Show e sbracati, il nostro sogno è sentirti dire, anche in maniera molto colorita: SIGNORI... M'AVETE ROTTO TUTTI! Ti aspettiamo Mario... fallo!!! Porti, matematica con i fumetti e uno a Capoliveri che fa show a giro... tutto questo nell'Edicola più sbracata del web. Mario, vieni da noi e non ti levare i sassolini, levati proprio i Baobab.
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Giro, girotondo! Casca il mondo...
…casca la terra: tutti giù per terra! Io volevo solo un complice, un compagno di malefatte… qualcuno con cui ridere fino alle lacrime per una battuta stupida… qualcuno con cui litigare, litigare di brutto, litigare sul serio, perché “ho visto come le guardavi il culo, allora dillo che non ti piaccio più!”, e l'attimo dopo fare l'amore come non lo avevamo mai fatto prima… qualcuno con cui bere litri e litri di caffè e la domenica passare tutto il giorno a letto… qualcuno con cui andare al mare di notte… qualcuno da svegliare prima dell'alba perché “sbrigati! sta per sorgere il sole! andiamo a fare qualche foto!” e allora tu ti saresti incazzato e mi avresti dato della matta psicopatica ma poi mi avresti accontentato… qualcuno da svegliare in piena notte perché “ti voglio troppo!” e stavolta non ti saresti arrabbiato per niente… qualcuno con cui dividere l'ultima birra, sbracati sul divano, a guardare film d'autore, ingurgitando quantità vergognose di popcorn… qualcuno con cui ingozzarsi di patatine e ketchup… qualcuno con una luce sufficiente a illuminare anche me in quei giorni che io mi eclisso… qualcuno con cui dividere una vita, la mia…
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Body Guard sono davvero tutti uguali? Per noi no.
In tanti si chiedono chi sono quelle persone che affiancano, marcandoli stretti, i personaggi dello spettacolo e dello sport nelle loro uscite ufficiali e non, prestando attenzione a quanto accade tutt’intorno e talvolta allontanando fan troppo invadenti o fotografi eccessivamente sfrontati. Sono i body Guard ma precisiamo subito: ci sono Body Guard e Body Guard.
Ci sono quelli altamente professionali come spesso ci è capitato di constatare con le tante star internazionali che abbiamo incrociato sul nostro percorso, in stile simile a quelli ammirati nel film con Whitney Houston e Kevin Kostner (The Body Guard), qualcuno corrispondente a quelle figure, a dire il vero, affianca anche i nostri personaggi nostrani (pochi). Ci sono altri invece improvvisati, di non piacevole aspetto nel look, sempre corrucciati e scuri in volto che suppongono che lo sguardo truce, pensare di essere dei navy seals mancati e lavorare per qualcuno di importante, possa fare sentire in diritto di appartenere a pieno titolo alla categoria professionale.
I Body Guard quelli veri, sono distinti nel portamento e nell’abbigliamento, mai sbracati, di approccio educato ma fermo nelle posizioni da assumere nei confronti del cliente da tutelare e sono quelli che noi paparazzi più apprezziamo. Difficilmente si permettono approcci denigratori verso la nostra categoria in contesti di normalità lavorativa, in quanto il rispetto reciproco e l’accettazione dei ruoli è ben presente nella loro mente e schema di lavoro. Sono dotati di intelligenza e necessaria sensibilità per valutare le situazioni che possono palesarsi, rendendoli flessibili alle circostanze e difficilmente perdono il controllo e hanno sempre un confronto misurato. Evitano di introdursi nelle fotografie o peggio fare da scudo nei confronti delle fotografie che scattiamo perchè capiscono che il loro cliente vive anche di quello cioè della popolarità che i giornali mantengono nell’ambito dello show biz, alimentando il circolo professionale per tutto l’indotto che può generare. Sono quasi sempre persone dal curriculum certo, realmente verificabile. Per fare un esempio nell’ultima apparizione di Lady Gaga a Milano, i Body Guard al seguito erano ex appartenenti ai corpi speciali americani che una volta spogliata la divisa si sono dedicati in modo profittevole in campo civile alla protezione e tutela delle persone.
Ci sono poi la seconda realtà di “Body Guard” che noi mettiamo qui tra virgolette, il cui vero compito il più delle volte è semplicemente guidare un’auto, occuparsi di cani e di bambini e sbrigare talune faccende di routine delle famiglie per cui lavorano presso negozi e farmacie o altro. Molto spesso non si accorgono minimamente di quello che gli accade intorno ed hanno un atteggiamento vagamente superiore verso il prossimo, sopratutto verso noi fotografi di cui sinceramente non si capisce minimamente il senso. Forse l’idea di guidare una bella automobile o frequentare troppe persone celebri ed alto locate fa perdere loro il contatto con la realtà. Vi è quindi una distinzione netta nella professione dei Body Guard e non va confusa. Noi non li confondiamo mai, riusciamo a capirli sin dal primo approccio. Basta guardarli.
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