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#salute umano
divulgatoriseriali · 11 months
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Psicoterapia della Gestalt - "Io, la fame e l'aggressività", l'Eredità di Perls nella psicologia contemporanea
Nel tumultuoso panorama della psicologia, il libro “Io, la fame e l’aggressività” di Frederick Perls emerge come un faro illuminante, proponendo un’analisi audace e pionieristica dei limiti dell’opera di Sigmund Freud. Questo articolo si propone di esplorare l’eredità di Frederick Perls nella psicologia contemporanea, concentrando l’attenzione sulle visioni audaci e pionieristiche che hanno…
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ilpianistasultetto · 7 months
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Sotto a chi tocca e non vi avvilite. Siate portatori di generosità, di gesti cortesi, di sorrisi, di cordialità, chi è di carattere solare è sempre benvenuto. Siate l'estate che domina l'inverno, siate un lampione in ogni strada scura, non siate pallosi e pesanti che poi gli altri vi schifano e vi evitano. La gente ha sempre qualche problema, qualche dolore nascosto, qualche turbamento di salute, non vi mettete anche voi ad appesantire la situazione, siate gentili con tutti che nulla vi toglie e nulla vi aggiunge, che cosa vi costa?
Usate parole di tolleranza e non vi impicciate del sesso degli altri, di chi ama chi, non sono cavoli vostri. Amate ciò che amate e non impedite agli altri di amare ciò che amano, non è l'amore che distrugge il mondo ma l'odio e l'interesse personale a scapito di quello collettivo.
Partecipate con allegria alla vita che il buio nell'anima fa male e compromette ogni rapporto umano e familiare e vi fa diventare brutti, siate la cura e mai la malattia.
@ilpianistasultetto
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acribistica · 2 months
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Non mi piace più o comunque non è più mio costume fare sensazionalismi e pornografia del dolore a partire dai fatti peggiori della mia vita (anche perché fondamentalmente detesto riuscirci) ma ogni tanto sento comunque il bisogno di gridare al mondo che ho delle malattie prefigurandomi che la risposta sia, almeno per una volta e almeno di facciata, benigna e non stigmatizzante. Perciò poco fa, al pari di infinite altre volte, mi dimenavo nel letto in attesa di un sonno che non sarebbe arrivato e che in generale latita fin troppo lasciandomi stremata e immaginavo posarsi su di me una mano amorevole, non giudicante, clemente. Mi sono detta che se vedessi qualcuno stare come me – e non solo per l’insonnia, che comunque è figlia prima delle mie patologie autoimmuni croniche, oltre che delle terapie assunte per mitigarle – non esiterei a vegliare sul suo sonno o, appunto, perfino sulla sua insonnia. E allora per l’ennesima volta non mi sono capacitata di come pressoché nessuno si sobbarchi la malattia altrui nonostante la malattia non sia che il risvolto della salute, parte integrante della vita stessa. Insomma, retorica e melensaggini a parte, mi riesce difficile immaginare che i più non si accorgano che siamo a questo mondo anche per tentare di alleviare la sofferenza altrui. Nessuno ha pretese di riuscita, ma la sola consapevolezza che una mano amica mi accompagni tra le insidie di un organismo umano sregolato diventa già fonte di psicoterapia senza il bisogno di dirsi una parola, di sbraitare o di intavolare discorsoni indigesti sui massimi sistemi. Non capisco che motivi superiori servano per stare al mondo se basterebbe regalare un gesto come questo che rappresenta l’immensità e Dio in persona per un corpo martoriato a oltranza e per l’anima che vi risiede, non meno martoriata del primo anche qualora debba non trasparire.
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susieporta · 4 months
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Rinuncia al ruolo di Salvatore e ritorna ad essere “semplicemente” un uomo. Imprescindibile per te stesso. Unico per te stesso. Integro per te stesso.
Noi non salveremo nessuno. E nessuno salverà noi.
Non abbiamo potere sull’Altro. E l’Altro non può avvalersi di alcun potere su di noi.
La manipolazione si basa sul bisogno ferito e inascoltato di Riconoscimento e di Amore. Sulla ancestrale mancanza delle cure emotive e fisiche di accudimento. Siano esse state fornite in maniera inadeguata o totalmente assente.
Ma ciò non giustifica comportamenti predatori nei confronti degli altri Esseri Umani. Non può avvallare una bieca e miserabile pretesa Risarcitoria.
Tutto ciò che non appartiene a noi, va sempre restituito all’Altro.
E l’Altro deve compiere lo stesso atto altruistico.
Nessuno di noi può arrogarsi il ruolo di "strumento di guarigione".
Nessuno può insediarsi sul piedistallo della Risoluzione. Nessuno può aggiustare.
Non ci si può sostituire al dolore e all’impotenza dell’Altro,. Non siamo qui per ricomporre Umani rotti, ne’ per controllarli. Non siamo genitori surrogati e non siamo detentori di alcuna magia trasformativa.
Scendiamo dal piedistallo, dall’illusione, dalla simbiosi e dalla dipendenza affettiva ed emotiva.
L’Altro non ci appartiene e non ci apparterrà mai.
Se rinunciamo a questo ruolo salvifico improprio e dannoso, possiamo concederci relazioni sane. In caso contrario continueremo a perpetrare e perseverare meccanismi compensativi disfunzionali e tossici.
L’Altro non è un oggetto. E’ una persona. E’ un essere indipendente da noi. Appartiene solo a se stesso. E lo farà per sempre, finché avrà respiro.
E’ libero.
Se pensiamo di guarirci attraverso l’Altro, saremo condannati a ingabbiarlo nel gioco della perversione affettiva, con ricatti subdoli e manipolatori.
Essi porteranno a schemi sofferenti e denigratori.
La Vita è sacra. Noi siamo Sacri. I nostri spazi sono Sacri.
Ed entrare in relazione con l’Altro significa rispettarne i confini, chiedere di volta in volta il permesso per entrare, accogliere il suo atto volitivo, riportare la relazione ad uno scambio e non ad un movimento di “depredazione assistita".
L’Altro non è lì per colmare i nostri vuoti, né per disinfettare le nostre Ferite.
E’ lì per condividere Amore.
Non sarà mai nostro. Non sarà mai obbligato a restare. Nè dovrà essere ingannato, ricattato, posto in una condizione di colpa o di vergogna. Non può assurgere a distributore energetico, né a “sostanza d’abuso”.
E’ semplicemente “se stesso”. E merita di preservare il suo talento umano e spirituale, il suo respiro vitale, la sua riserva energetica.
Chiunque depredi volontariamente o inconsciamente il dono dell’Altro senza restituire nulla, compie un atto dissacrante e violento, dimostrando disprezzo per la salute e per l’incolumità di chi lo circonda.
Nessuno è il metadone di nessuno. Nessuno può essere considerato un mezzo di sopravvivenza o di esaltazione dell’Ego. Nessuno è il trofeo di nessuno.
Se la persona manca di autostima o integrità, umilmente dovrà corrispondere al suo viaggio evolutivo nelle sedi deputate, evitando di interferire pesantemente con il suo irruento e insaziabile bisogno di piacere, di esaltazione e di riconoscimento.
Il sistema prevalente, nonché la malattia del millennio, è la depredazione energetica associata al consumismo bulimico, impersonale e asettico delle risorse altrui.
E’ triste che, nonostante all’oggi ci sia ampia possibilità di divulgazione e informazione, ci siano innumerevoli corsi e strumenti esperienziali di evoluzione e cambiamento, ci si ritrovi ancora a “predicare” le basi del processo di maturazione umana.
Significa che siamo ancora totalmente disconnessi da noi stessi. Dalle nostre emozioni. Dalle nostre movimentazioni energetiche.
Non ci conosciamo. Non sappiamo cosa creiamo. Siamo ignari delle conseguenze che addossiamo agli Altri quando tentiamo di relazionarci a loro.
Ci vuole responsabilità. E volontà. Non spocchia e non arroganza. Non vittimismo, né esaltazione.
Noi siamo tutti dotati di risorse illimitate.
Possiamo accedere ad un mondo interiore infinito di doni e strumentazione energetica. Siamo già predisposti per “l’autosufficienza”. Se così non fosse, possiamo ripristinare l’equilibrio perduto, evitando di rivolgerci alle svariate e insane formule compensative e predatorie.
Abbiamo tutto dentro. Tutto ciò che ci serve è già presente. Saperlo utilizzare e farne esperienza è l’unico compito a cui dovremmo porre attenzione, prima di correre dall’Altro a rifocillarci di ciò che ci manca e che non vogliamo riconoscerci dentro.
Comprendere questo è vitale.
E per prenderci carico di noi stessi, dobbiamo prima inchinarci alle nostre fragilità umane. E prendere visione di ciò che ancora pretendiamo dall’Altro in termini di risarcimento o di diritto acquisito.
Nessuno vi deve nulla.
Nessuno è obbligato a dare.
Rimane una libera scelta. Basata sulla disponibilità all’incontro e alla condivisione sincera ed equilibrata.
Perciò basta.
Qui c’è in gioco il Destino dell’Umanità.
Non è più un movimento sostenibile “la tossicità nei rapporti”.
Va scardinata. E denunciata. A noi stessi in primis.
Le regole sono semplici: si chiede il permesso prima di entrare. Ci si pulisce le scarpe. Si riconosce all’Altro il diritto in ogni istante di rifiutare un dono indesiderato e non richiesto.
Sono le basi.
Basi che pare il Mondo abbia totalmente smarrito, svalutato, disincentivato e manipolato secondo il proprio bisogno compulsivo e famelico di gratificazione immediata e incontrollata.
Non funzionerà alcuna relazione se non si rispettano le regole essenziali dell’affettività e della dignità.
Ciascuno di noi ha pieno diritto all’Esistenza e alla Libertà.
Nessuno è migliore di nessuno. Ma tutti possiamo migliorarci giorno dopo giorno nella piena consapevolezza che se siamo tutti soli in questo viaggio, è anche vero che possiamo scambiarci gentilezza, comprensione, vicinanza, senza calpestare alcun fiore dell’aiuola del nostro vicino.
Guardatevi dentro. Con attenzione e umiltà. E risolvete.
Con le scarpe pulite poi bussate. E se all’Altro farà piacere, aprirà porte e finestre.
Lo Spirito nulla può contro le barbarie dell’Essere Umano. Ma l’Essere Umano può rendersi in ogni momento degno di accogliere lo Spirito.
Mirtilla Esmeralda
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canesenzafissadimora · 3 months
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Io credo di appartenere a una tipologia umana di cui si parla poco: gli inagibili.
L'uomo inagibile è come una casa colpita dal terremoto. Non è caduta, ma è pericoloso starci dentro, è, appunto, inagibile.
Il terremoto che rende inagibili gli umani in genere si verifica nell'infanzia. Non è detto che il terremoto è quello che ci raccontiamo noi ricostruendo la nostra da vita da soli o con l'aiuto di un analista. Il terremoto di cui parlo è molto misterioso, è qualcosa di diverso dal trauma.
Gli inagibili sono inquieti di lungo corso, con l'aggiunta di tremori feroci e improvvisi.
Le persone rotte temono di cadere, magari per un nuovo terremoto anche lieve. E il timore ancora più grande è la sensazione di essere irreparabili. Se chiudi una crepa se ne apre un'altra. Se la nascondi se ne aprono tantissime. Non sei più un essere umano ma un allevamento di crepe.
L'unico sollievo possibile per chi è inagibile è trovare persone con gli stessi problemi e farsi compagnia.
Tu pensi di essere una sventura particolare e invece ti accorgi che è proprio la condizione umana ad essere inagibile.
E allora ti ritrovi fratello di gente che ti sembrava incolume e vigorosa. Tutta apparenza.
La verità è che da tempo gli esseri umani sono divenuti inagibili o forse lo sono sempre stati.
Siamo bruciati dalla vampa del venire al mondo e passiamo la vita dentro questa vampa fino a diventare cenere.
La salute può venire solo dalla resa al nostro destino.
La farfalla paga il suo prezzo a essere farfalla, la pietra paga il suo prezzo a essere pietra.
Noi siamo vivi perché siamo inagibili.
Se fossimo saldi e senza crepe non saremmo carne viva ma calcestruzzo.
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Franco Arminio
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turuin · 4 months
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Fotodump così, tanto per fare. Sono stanco, questa è la verità. Di una stanchezza per la quale non c'è rimedio. Ho passato un paio d'ore a letto a sonnecchiare, nel tardo pomeriggio, quasi desiderando di averlo fatto per tutta la giornata.
Recentemente, ho acquistato tre giochi, quasi d'impulso.
Dread Delusion, su Steam. Praticamente vaporwave Morrowind. E' un gioco di ruolo retrò, in prima persona, ambientato in un mondo fluttuante conseguentemente a un evento catastrofico che ha reso la terra, sotto, inabitabile. In questo mondo, i popoli si sono ribellati agli dei viventi con cui avevano stretto patti millenari (spesso estremamente cruenti) uccidendoli, e domina un ordine apostatico che da la caccia a coloro che, in segreto, tramano per resuscitare queste divinità occulte.
Skald: Against The Black Priory, su GoG. Un gioco di ruolo estremamente retrò, pesantemente ispirato alla serie di Ultima e ai tempi d'oro del C64 e dell'Amiga500. Grafica retrò, meccaniche aggiornatissime, storia fin qui splendidamente lovecraftiana e ricca di spunti interessanti.
Wizardry: Proving Grounds of The Mad Overlord, sulla Switch. Un remake del primo, primissimo dungeon crawler della storia. Senza Wizardry non sarebbe esistito alcun gdr a turni in oriente o in occidente, Dragon Quest incluso. Un party di avventurieri pre-impostato o creato da zero deve sfidare un labirinto discendente che cambia sempre, pieni di segreti, mostri e trappole - morire spesso, altrettanto spesso essere rimpiazzati o resuscitati.
Perché questa riflessione sui miei acquisti compulsivi? Di me si sa che non resisto ai giochi di stampo retrò: sono sempre stato un fan dell'emulazione software e ho iniziato a videogiocare proprio a metà degli anni '80, per cui questo è esattamente il mio orticello. Ma al netto di ciò, e tornando piuttosto al mio stato di salute fisica e mentale:
Dread Delusion illustra bene il senso di smarrimento in un mondo alieno, le cui regole sono ormai campate per aria, e nel quale persino il rapporto tra umano e divino viene rimesso in discussione; le isole su cui è ambientato, le Oneiric Isles, già fin dal nome rendono omaggio alla sua qualità fluttuante ed evanescente, come un sogno. Dread Delusion, in pratica una illusione spaventosa; la paura, dread, non sconvolgente e orrorifica, ma sottile e insinuante, come camminare in un mondo in cui ogni passo è sospeso sul baratro di un abisso infinito. Una bella metafora per un mondo fatto di incertezze ad ogni svolta d'angolo.
Skald, con il suo mostrare la degenerazione mentale di una intera isola, in un mondo fantasy, ad opera di divinità cosmiche provenienti da ben oltre le più remote galassie, ricorda quel concetto tanto caro al solitario razzista di Providence: l'essere umano non è altro che una minuscola particella di polvere in confronto alla orribile, tremenda e implacabile vastità delle forze all'opera nell'universo. Eppure, queste particelle si agitano, combattono (a suon di willpower) e resistono alla loro sottomissione. Come piccole fiammelle in un buio che ingoia tutto, tranne loro. All the world's darkness can't swallow up a single spark, cantava Nick Cave, dopotutto. Una bella metafora per ricordarsi che quando l'orrore è estremo e sembra insuperabile, bisogna sempre fare un tiro salvezza su forza di volontà.
Wizardry, è un labirinto infinito. Non manca di momenti sciocchi (ed io ne sono più che lieto: vedeste i nomi che ho dato ai membri del party...) ma rimane una bella metafora del capriccio dei potenti nel quale (ancora una volta) rimangono invischiati i poveri avventurieri. Che, spesso soccombendo ma tornando sempre alla carica, mappando una casellina per volta, una stanza per volta, un segreto per volta, scendono di livello in livello. Perché, alla fine, ciò che ci salva non è il lignaggio, non sono le risorse economiche, non è l'amicizia coi potenti; ciò che ci salva è la perseveranza, perché chi ci domina, ricco e fiero, seduto sulla propria montagna di ricchezze ingiustamente accumulate, ha dimenticato cosa possa voler dire annaspare nel buio, torcia in una mano e spada nell'altra. Noi, no. E annaspiamo, si, ma una casella dopo l'altra facciamo ciò che per i nostri oppressori è ormai inaccessibile: ci superiamo, miglioriamo, ci evolviamo. E un giorno arriviamo alla fine del labirinto, e i suoi muri ci crollano intorno: non ci sono più segreti da scoprire, e i giochi sono fatti.
Sono stanco. Spesso indebolito, ancora più spesso molto demotivato. Ma sono un giocatore, fin dalla più tenera età. E, perdonatemi, ma ai miei tempi il ragequit non aveva ragione di essere. Si insisteva fino alla fine, e la fine non c'è finché non è finita.
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falcemartello · 1 year
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UN CORPO PERDUTO e DIMENTICATO.
Ogni giorno viviamo la triade:
1- perdita di contatto con la produzione del cibo
2- perdita di conoscenza del proprio corpo, Io Biologico.
3- esaltazione della immagine corporea.
Il tutto davanti allo specchio magico del cellulare, che ci fa passare dalla realtà ad una vita artificiale.
Ma tutto parte dalla perdita di contatto con la produzione del proprio cibo, che genera la perdita di conoscenza e di consapevolezza di avere un corpo.
Tutta questa improvvisa scena occupata dal cibo “sintetico” (farine di insetti, carne coltivata, alimenti ultra processati carichi di additivi chimici ….) si basa sull’assenza della percezione di avere un corpo umano.
Al centro c’è il cibo, non il corpo.
Siamo solo all’inizio di una vulgata sul cibo artificiale che occuperà anni.
Si vive questa nuova comunicazione come se il cibo naturale non ci bastasse più.
L’attenzione e’ sul cibo “nuovo” non si parla di piacere alimentare, non ci preoccupiamo se genera salute.
Non interessa conoscere quali effetti esercita sul nostro corpo perché non lo conosciamo, non sappiamo come e’ fatto, come funziona, quale biochimica e fisiologia abbiamo dentro di noi. Mangiare e’ uno degli atti primari della vita.
Abbiamo perso il contatto con il cibo, non sappiamo più cosa mangiamo, da dove venga, cosa contiene; un cibo prodotto senza la coltivazione della terra, definito “sintetico.
Un cibo senza storia, senza terra, senza piacere.
Il cibo e’ stato marginalizzato negli orari della giornata.
Si mangia quando capita, di fretta, da soli. Il piacere alimentare ritorna protagonista nelle ricorrenze e in eventi emotivi.
IO BIOLOGICO.
Ciascuno di noi ha il suo “Io Biologico” unico e diverso da tutti gli altri essere umani, perché ciascuno ha il suo DNA. Ha un”suo” corpo.
La perdita del contatto con la produzione del cibo, genera la perdita di contatto con il proprio io biologico, per arrivare alla esaltazione della propria immagine corporea.
Abbiamo un corpo senza materia ed una immagine corporea artificiale.
La malattia del corpo ci riporta alla realtà. La conoscenza del corpo e del cibo genera la consapevolezza del vivere.
La conoscenza genera la libertà di guidare la mano che sceglie il cibo e lo porta dal piatto alla bocca bocca.
Comandare la mano alimentare vuol dire essere padroni della propria vita perché siamo capaci a gestire un bisogno primario: mangiare.
La natura ci ha donato il piacere sensoriale perché mangiare senza la ricompensa del piacere sarebbe stata una fatica inutile.
PRIMA CONOSCI IL TUO CORPO. Poi SCEGLI IL TUO CIBO PIÙ’ ADATTO.
Mangiare e’ pensare. Un abbraccio di vita.
PS: Ripartiamo dal pane fatto in casa. Domani scriverò come farlo.
Pierluigi Rossi prof.
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arcobalengo · 4 months
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Quei soggetti che pretendevano di salvarci dall'apocalisse pandemica e che oggi si affannano per scongiurare l'apocalisse climatica, sono gli stessi che ci stanno trascinando dritti dritti verso l'apocalisse nucleare. Le masse vaccine che temevano la prima apocalisse e che oggi soffrono di ecoansia per la seconda, comunque continuano a condividere fanaticamente le loro farneticanti tesi, nonostante li stiano conducendo verso la Terza Guerra Mondiale.
Sono spaventate a targhe alterne: virus sì, clima sì, trincea con rischio atomica no.
Tutto molto logico.
Se hai a cuore il genere umano e credi che siamo sull'orlo della catastrofe globale, vuoi per il virus, vuoi per la CO2, un conflitto regionale per una lingua di territorio dovrebbe essere l'ultimo dei tuoi problemi.
Se ci sono dubbi su come scongiurare i primi due pericoli, la strada per evitarsi il terzo dovrebbe essere semplice e chiara.
Anche perché, credo, che le atomiche scaldino un po' più delle scorregge delle vacche e il follout radiattivo sia un po' più dannoso per la salute del virus.
A meno che tutta quella farsa, lockdown compresi, non fosse altro che una sorta di addestramento al conflitto con la Russia, con tanto di confinamento dovuto al pericolo per le radiazioni.
Questa sarebbe l'unica logica in quella follia.
Ma non ci voglio neanche pensare.
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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a-dreamer95 · 2 months
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L'arroganza del potere è un tema che, quest'anno più che mai, ha toccato profondamente la mia vita. Mai come ora ho sentito il peso di persone che, ritenendosi potenti, esercitano il loro comando senza scrupoli e senza considerare l'aspetto umano degli altri. Sono stata trattata come una schiava sul posto di lavoro: sottopagata, derisa, esclusa e presa in giro da persone che si considerano superiori, superbe e boriose. Questi individui mi hanno minacciata, pretendendo che facessi ciò che volevano a tutti i costi, e spesso mi è stato detto "non sai con chi stai parlando", a riprova del loro senso di superiorità. Ho visto in loro una piaga della nostra società: il narcisismo patologico, la superbia, la boria e la totale mancanza di empatia.
Ho vissuto in prima persona la cattiveria nascosta dietro volti apparentemente buoni e benvoluti, rendendomi conto, a mie spese, che si trattava solo di una maschera ben costruita. Questo periodo mi ha insegnato l'importanza di non diventare mai una di queste persone e di mantenere l'umiltà come un valore fondamentale nella mia vita.
Ho resistito per quasi un anno e ne sono uscita a pezzi, sia fisicamente che emotivamente. Ho così capito che nessun contatto, nessuno stipendio vale più della mia salute fisica e mentale. Arrivare all'esasperazione per il lavoro fa solo male... e non ne vale la pena.
Questi atteggiamenti arroganti e sprezzanti hanno un impatto devastante sulla performance lavorativa e sulla qualità di vita delle persone che li subiscono. Essere costantemente umiliati e minacciati crea un ambiente di lavoro tossico, dove la paura e l'ansia diventano compagni quotidiani. Questa atmosfera negativa mina la motivazione e il morale, portando a un calo significativo della produttività.
Le persone sottoposte a questi comportamenti si sentono svalutate e demoralizzate, perdendo gradualmente fiducia nelle proprie capacità. La creatività e l'innovazione ne risentono, poiché chi vive sotto la minaccia del potere non osa esprimere idee nuove o proporre soluzioni innovative per paura di ulteriori ritorsioni. La mancanza di rispetto e di riconoscimento da parte di chi detiene il potere fa sì che i lavoratori si sentano solo ingranaggi di una macchina, piuttosto che individui con un contributo unico e prezioso da offrire. Inoltre, lo stress accumulato in un ambiente di lavoro ostile ha gravi ripercussioni sulla salute fisica e mentale. L'ansia cronica e la depressione sono comuni tra chi subisce abusi di potere. Le persone iniziano a vivere in uno stato di continua preoccupazione, il che si riflette negativamente anche nelle loro relazioni personali e nella vita familiare.
Il clima di sfiducia e paura che si instaura in un ambiente di lavoro dominato dall'arroganza del potere è controproducente non solo per i singoli individui, ma per l'intera organizzazione. La mancanza di coesione e collaborazione tra i colleghi, insieme a un turnover elevato, sono solo alcune delle conseguenze di un tale ambiente.
Per tutte queste ragioni, è fondamentale promuovere un cambiamento culturale nelle aziende e nelle organizzazioni, valorizzando l'umiltà, l'empatia e il rispetto reciproco. Solo creando un ambiente di lavoro sano e rispettoso si possono ottenere risultati eccellenti e garantire il benessere di tutti i collaboratori.
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daniela--anna · 5 months
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Era il 4 maggio 1949
quando la tragedia di Superga spezzò la leggenda del Grande Torino.
L'aereo con a bordo l'intera squadra si schiantò sul colle di Superga non lasciando scampo a nessuno dei suoi 31 passeggeri. Una delle squadre più forti della storia del calcio improvvisamente sparì lasciando sgomenta un'intera nazione.
Simili indimenticabili tragedie, al di là della ricerca di ogni possibile spiegazione, ci toccano a livello umano facendo sorgere in noi importanti domande tipo:
Perché le disgrazie capitano anche alla brava gente?
Siamo predestinati, oppure esiste un karma?
E soprattutto, dove sono i morti?
Cosa accade quando si muore?
Molti non sanno che la risposta a queste domande esistenziali sono alla portata di tutti in un libro antico ma sempre attuale: la Bibbia.
#curiosità
Le antiche origini del calcio.
I cinesi sono stati i primi a divertirsi calciando palloni nelle reti per sport nel III secolo a.C., e il gioco del calcio come lo conosciamo oggi è stato formalizzato in Inghilterra nel XIX secolo. Ma il predecessore della maggior parte dei moderni giochi con il pallone è nato nelle Americhe.
“Il concetto di sport di squadra trova le proprie origini in Mesoamerica”, afferma Mary Miller, docente di storia dell’arte all’Università di Yale che ha studiato numerose testimonianze di questo sport.
In Mesoamerica, la vasta regione storica che si estende dal Messico al Costa Rica, le civiltà fiorirono ben prima che Colombo le “scoprisse”, e molti di questi popoli praticavano uno sport che prevedeva l’uso di una pesante palla fatta di una sostanza ricavata dalla resina degli alberi.
📚 Alcune considerazioni.
Il gioco del calcio da secoli affascina intere generazioni e nazioni, talvolta fino al punto di dettare comportamenti sociali, instillare rivalità,addirittura odio per gli avversari, e/o diventare una vera e propria ludopatia.
Questo perché, anche se il calcio e lo sport hanno i loro lati positivi, per goderne i benefici bisogna mantenere il giusto equilibrio.
Come ci si può riuscire?
Tenendo conto di alcuni fattori che hanno a che fare anche con la salute mentale/fisica.
📚🔍Tutti i links di riferimento alla trattazione, li trovi nel mio Threads.
It was May 4, 1949
when the Superga tragedy broke the legend of Grande Torino.
The plane with the entire team on board crashed on the Superga hill, leaving no escape for any of its 31 passengers.
One of the strongest teams in the history of football suddenly disappeared, leaving an entire nation dismayed.
Such unforgettable tragedies, beyond the search for any possible explanation, affect us on a human level, raising important questions in us such as:
Why do misfortunes happen to good people too?
Are we predestined, or is there karma?
And above all, where are the dead?
What happens when you die?
Many do not know that the answers to these existential questions are within everyone's reach in an ancient but always current book: the Bible.
#curiosity
The ancient origins of football.
The Chinese were the first to enjoy kicking balls into nets for sport in the 3rd century BC, and the game of football as we know it today was formalized in England in the 19th century.
But the predecessor of most modern ball games originated in the Americas.
“The concept of team sport has its origins in Mesoamerica,” says Mary Miller, a professor of art history at Yale University who has studied numerous examples of this sport.
In Mesoamerica, the vast historical region that extends from Mexico to Costa Rica, civilizations flourished well before Columbus "discovered" them, and many of these peoples practiced a sport that involved the use of a heavy ball made of a substance obtained from tree resin.
📚 Some considerations.
The game of football has fascinated entire generations and nations for centuries, sometimes to the point of dictating social behavior, instilling rivalry, even hatred for opponents, and/or becoming a real gambling addiction.
This is because, even if football and sport have their positive sides, to enjoy their benefits you need to maintain the right balance.
How can this be achieved?
Taking into account some factors that also have to do with mental/physical health.
📚🔍All the reference links to the discussion can be found in my Threads.
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klimt7 · 9 months
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BILANCI DI FINE ANNO
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Natalità e contraddizioni della Polli-tica
Il primo problema è che ci trattano da idioti. Da polli da allevamento. Da deficienti.
Ci ignorano nei nostri bisogni fondamentali
Poi arrivano ad insultare la nostra stessa responsabilità, la nostra intelligenza e coscienza, evidenziando come non facciamo più figli.
Ma cari politici, avete mai capito nulla di persone e di esseri umani?
Ce lo chiediamo seriamente.
Facciamo un passo indietro.
Chiedetevi di cosa ha bisogno un essere umano del 21esimo secolo, per poter vivere ?
No. Non basta uno stipendio dignitoso.
È indispensabile una merce rara e preziosa che ormai pare estinta
Si chiama FIDUCIA NEL FUTURO.
Si chiama prospettiva di FUTURO.
Significa la percezione che ognuno di noi possa costruire il proprio futuro e inseguire i propri sogni, dentro un ambiente che ti protegge e che si prende cura dei tuoi bisogni essenziali: la sicurezza, i servizi sociali, la cura dell'ambiente in cui vivi, il tuo stesso diritto alla salute.
E infine si chiama Rete sociale dei servizi alle persone. Si chiama Protezione delle Persone.
Cari Politici, siete sicuri di comprendere tutto questo?
Perchè ciò che fate, sembra invece la PROVA PROVATA che di questi bisogni, voi, vi prendete gioco continuamente: ogni santo giorno.
Il vostro operato pare dimostrare come Voi invece, sappiate alimentare solo e soltanto la PAURA.
Invece che prodigarvi per creare contesti sociali inclusivi e accoglienti, Voi vi battete ogni giorno per alimentare il terrore verso il prossimo.
Ci volete inculcare che l'Altro è solo un NEMICO, UN CONCORRENTE CHE CI RUBA IL LAVORO O LA CASA, O LA DONNA.
E l'unica SICUREZZA che ci volete proporre, è quella che secondo voi si ottiene dietro gli allarmi antifurto, o dietro un fucile da tenere in casa, o una pistola con cui viaggiare.
Lo capite che non è questo il mondo che vogliamo?
Lo capite che voi volete costruire un paese dove ogni persona sia " homo homini lupus" e noi invece desideriamo appartenere ad una comunità, ad una comunione di interessi e valori.
Lo capite che con la PAURA non esiste alcuna prospettiva? Lo capite che con la PAURA, CHE VOI STESSI ALIMENTATE, (per spuntare qualche migliaio di voti in più), Voi distruggete qualsiasi futuro per l'intera comunità nazionale?
Perchè per una nazione rattrappita e schiacciata dalla paura, non c'è più nessun futuro.
Cari Politici voi sostenete che visto che le risorse della nazione sono limitate occorre fare scelte.
E cosi scegliete di chiudere i Consultori. Di chiudere gli ospedali, i Pronto Soccorso, scegliete di tagliare i posti letto e interi reparti. E poi attaccate i Sindacati perchè lottano per i diritti collettivi dei lavoratori.
Definanziate i Centri Antiviolenza dove qualsiasi ragazza potrebbe trovare aiuto, solidarietà, sostegno economico.
Voi ipotizzate un Ponte sulla zona più sismica d'Europa mentre avete già deciso di non sostituire i medici settantenni che aspirano ad andare in pensione. Boicottate in ogni maniera il diritto all'assistenza sanitaria universalistica e gratuita che era il gioiello più prezioso delle società europee, contrapposto al cinico sistema americano delle Assicurazioni sanitarie private, dove solo chi ha soldi può ricevere cure.
E voi oggi cosa fate? Vi disinteressate della spesa sanitaria pubblica e le togliete fondi per incrementare la speculazione delle Cliniche private che prosperano sulla pelle dei malati.
E che dire delle malattie e disturbi psicologici? Le persone dopo la Pandemia sono più spesso soggette ad attacchi di panico e ad un senso di precarietà generalizzata, mentre gli adolescenti con disturbi d'ansia sono in crescita vertiginosa e voi che fate? Decidete di non rimpiazzare gli Psicologi che lavorano nei Centri di Igiene Mentale. Svuotate di risorse le strutture che già arrancano e poi si sgretolano.
I Consultori che dagli anni 70 offrono servizi di consulenza e assistenza alle ragazze e alle donne che decidono di intraprendere o interrompere una gravidanza, voi li vedete come pericolose centrali di pensiero sovversivo ( contro Dio, Patria, Famiglia) e non vedete come i corpi intermedi della società (Sindacati, Consultori, Servizi sociali, associazioni no-profit o di Volontariato) erogano degli autentici servizi pubblici.
E che dire degli asili nido che da decenni non vedono mai la luce?
Ci chiedete di aumentare la natalità italiana ma quando comincerete a creare un habitat adatto ad accogliere l'arrivo di un bambino?
Chi può oggi progettare un figlio sapendo che nulla viene fatto per creare un paese unito e solidale? Che anzi ogni occasione è buona per creare ulteriori divisioni (fra regione e regione, fra provincia e provincia, fra lavoratori e lavoratori)
Come è possibile, programmare un futuro accogliente verso una nuova creatura, se lo Stato stesso, scende in campo per aumentare le disuguaglianze sociali e accantonare la lotta alla Evasione Fiscale pur di difendere i privilegi di pochissime categorie?
E che dire della Ricerca che oggi è costretta a sostenersi solo con contributi privati?
Lo capite che ciò che manca oggi in Italia è proprio la progettualità sul Futuro?
Se ogni Governo riduce la propria progettualità al periodo di tempo che va da oggi alla prossima tornata elettorale, come potete pensare che una qualsiasi coppia possa progettare una nuova vita ?
Se la popolazione italiana si sta riducendo è solo per un motivo: NESSUNO SI STA OCCUPANDO DI COSTRUIRE UN FUTURO MIGLIORE DEL PRESENTE.
E la Politica è la maggiore responsabile di questa sfiducia. Perchè invece di creare nuove condizioni favorevoli all'espansione e al miglioramento delle condizioni di vita delle persone, brucia qualsiasi idea di felicità e benessere.
Chi è allora quell'incosciente che getterebbe il proprio figlio in un ambiente tossico, ostile, divisivo come quello che ogni giorno vi preoccupate di alimentare?
Chiedetevelo, prima di sparare la prossima cazzata sulla DENATALITÀ ITALIANA.
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veritanascoste · 9 months
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🚨🚨🚨🚨🚨🚨🚨🚨🚨🚨🚨🚨
*Dal 24 Gennaio '24* in tutta l'Unione Europea potranno essere venduti e comprati prodotti alimentari destinati al consumo umano a base *di insetti, larve, vermi in pasta, essiccati e in polvere*.
Un motivo in più per leggere attentamente le etichette.
Alimenti e preparati avranno come dicitura:
*ACHETA DOMESTICUS*
*TENEBRIO MOLITOR*
*LOCUSTA MIGRATORIA*
*ALPHITOBIUS DIAPERINUS*.
La farina di insetti si potrebbe trovare nei seguenti prodotti:
pane
biscotti
crackers
grissini
salse
minestre in polvere
pasta
pizza
miscele pronte per prodotti da forno
latte in polvere
prodotti trasformati a base di patate
snack
barrette
Informiamoci prima di comprare prodotti che potrebbero nuocere alla nostra salute.
Se ti fa piacere, condividi l'informazione
🦎🐛🪳🦗
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ilpianistasultetto · 2 years
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Non vi avvilite, siate portatori di generosità, di gesti cortesi, di sorrisi, di cordialità. Siate l'estate che domina l'inverno, siate un lampione in ogni strada scura, non siate pallosi e pesanti, che poi gli altri vi evitano. La gente ha sempre qualche problema, qualche dolore nascosto, qualche turbamento di salute, non vi mettete anche voi ad appesantire la situazione, siate gentili che nulla vi toglie, che cosa vi costa? Usate parole di tolleranza con tutti, non v'impicciate del sesso degli altri, di chi ama chi, non sono cazzi vostri, amate ciò che amate e non impedite agli altri di amare ciò che amano, non è l'amore che distrugge il mondo, ma l'odio e l'interesse personale a scapito di quello collettivo, insomma, partecipate con allegria alla vita che il buio nell'anima fa male e compromette ogni rapporto umano e familiare e vi fa diventare brutti, siate la cura e mai la malattia. @ilpianistasultetto
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acribistica · 2 months
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Come di consueto lascio casa di nonna con un bel bottino di complimenti e cadeaux da parte dei più svariati dedicatari (nonna stessa, in primis) e se c’è qualcosa, forse una delle poche cose che recrimino con forza a me stessa in questi quasi-trent’anni di vita, è quella di non frequentare e non aver frequentato abbastanza quella casa, che pur hai suoi problemi perché ha dato i natali a mio padre, e chi mi conosce o legge di tanto in tanto sa quanto mio padre sia stato una figura molto negativa nella mia vita fino a nemmeno due anni fa. Diciamo però che, salute a puttane a parte, proprio negli ultimi due anni avrei potuto intensificare questa frequentazione, finalmente libera da tutti i condizionamenti precedenti collegati a mio padre stesso. Ma diciamo anche che la vita è stata inqualificabilmente bastarda e che posso perdonarmelo nella misura in cui le visite extra non avrebbero superato la decina in totale (che invero non si può chiamare “niente”). D’ora in poi, quindi, punto a vederla il più possibile, e non solo perché è mia nonna e perché mi tratta pienamente da essere umano a differenza del resto della famiglia (che pur sarebbe un ottimo motivo trainante), ma perché lei, proprio come persona, porta il testimone di tempi, modi d’essere e costumi familiari peculiari e ricercati che non saranno mai più vivi tanto quanto lo sono in lei, a dispetto dei suoi novantacinque. Mi hanno detto che le somiglio moltissimo (e che sono bellissima, ma quasi non mi tange) e mi sono meravigliata perché era la prima volta. Ne vado fiera, comunque sia.
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susieporta · 23 hours
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Il Mago.
"La violenza del non volersi bene"
Questo Autunno ci sorprende. Per la sua crudezza. Per il suo essere in perenne contatto con la Vita, con la Carne, con le Ossa.
Ci porta a vivere l'esperienza dell'Incarnazione nella sua piena nudità.
Proprio quel Corpo che noi affossiamo, che non riconosciamo, che riempiamo di immondizia mentale e alimentare, a cui neghiamo Amore e Riposo.
E quel Corpo oggi si fa sentire. Chiede di essere ascoltato nei suoi bisogni più profondi, nelle sue manifestazioni dolorose, chiede di prestare attenzione al dettaglio, alla sua preziosa composizione organica, al suo battito.
Noi siamo Natura.
E se rinunciamo ad esserlo, distruggiamo la nostra Essenza.
In Natura tutto vibra all'unisono, in un perenne stato di necessità e di anelito all'Armonia.
Noi non siamo in Armonia.
E quando lo siamo, essa si presenta come uno "Stato temporaneo" legato prevalentemente alla dissociazione corporea, non al radicamento Corpo-Mente.
Poi accade che un giorno ci stupiamo della Malattia. E la interpretiamo come una condanna, come una "sfortuna", come un qualcosa di accidentale, come un insegnamento punitivo.
Ma non abbiamo idea che essa sia il frutto del nostro perpetuo "maltrattamento" e rifiuto dell'Incarnazione.
Lo Spirito che alberga dentro al nostro Cuore ci sta chiedendo "onestà di intento".
E Responsabilità.
Se i nostri pensieri sono malati, se il cibo che assumiamo è troppo e raffinato, se ci iniettiamo farmaci e ingoiamo pasticche, se siamo perennemente arrabbiati e stanchi, delusi e tristi, se non respiriamo aria pulita, se non curiamo la muscolatura e non ci vogliamo bene nel profondo, ci ammaliamo.
Siamo adulti. Siamo noi i nostri "genitori interiorizzati". Detentori della piena Responsabilità sulla nostra Salute fisica e psichica.
E nel benessere globale dell'Essere umano, il sentirsi "nutriti" dall'Amore per se stessi è fondamentale.
Se perseveriamo nell'ignorare le nostre necessità perché fuggiamo da noi stessi e dai nostri nodi dolorosi, prima o poi la Struttura interiore crolla.
Il Corpo è prezioso. E' il Tempio dello Spirito.
Più è pulito, elastico e forte, più riposa e si nutre con misura e qualità alimentare, più saremo lucidi e presenti, vigorosi e sani.
Non stupitevi della Malattia. Essa non nasce dal nulla. E non si presenta "casualmente" per rompere le uova nel paniere.
E' frutto di "anni di maltrattamento" interiore, di posti sbagliati, di relazioni tossiche, di abitudini malsane.
Imparate a conoscere il vostro Corpo fisico e psichico. Lavorateci tutti i giorni. Liberatelo dagli "elementi inquinanti" e scegliete il meglio per lui.
Vi ripagherà con gratitudine e pieno benessere.
Smettete di "violentarvi" con il Disamore. E prendete in mano le "scelte giuste" per voi. Quelle allineate alla vostra Struttura, quelle che vi fanno sentire bene, quelle che cambieranno la vostra prospettiva di Vita.
E se non lo fate per un miliardo di giustificazioni che vi raccontate da anni, ricordatevi che le frequenze dell'Autunno vi sbatteranno in faccia la realtà.
Perché più si sale, e più Amore serve per vibrare all'unisono con l'Energia Universale.
Perciò ripartite dall'Amore. Per voi stessi e per ciò che vi circonda.
E se non c'è più Amore in nessun luogo, dentro e fuori di voi, spostatevi da dove siete. Sarà un primo passo per cambiare la visuale di osservazione.
Buona settimana... impegnativa ma straordinariamente illuminante.
Mirtilla Esmeralda
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fuoridalcloro · 1 year
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“Chi si occupa, non si preoccupa. È sempre importante sapere quando termina una tappa della vita. Se insisti a rinchiuderti in essa più del necessario perdi la gioia e il senso del resto. Occorre saper voltar pagina, occorre saper chiudere certe cose, occorre saper concludere certi capitoli. Non possiamo stare nel presente avendo nostalgia del passato. Occorre scioglierlo, occorre liberarsene. Non possiamo restare bambini in eterno, né adolescenti tardivi, né impiegati di imprese inesistenti, né tenere legami con chi non desidera avere vincoli con noi. I fatti passano e bisogna lasciarli andare. Lasciar andare, sciogliere, liberarsi. Bisogna lasciare andare, voltare pagina, vivere solo ciò che abbiamo nel presente. Il passato passò. Non attendere che te lo restituiscano, non attendere che te lo riconoscano, non attendere che taluni si rendano conto di ciò che eri. Liberati dal risentimento. L’avere un "televisore personale", nel quale rivivere le stesse scene ha come sola conseguenza di danneggiarti mentalmente, di avvelenarti l’animo, di amareggiarti. La vita è protesa in avanti, non indietro. Se vivi l’esistenza lasciando "porte aperte" non potrai mai liberartene né vivere l’oggi con soddisfazione. Se alcuni “fatti” puoi affrontarli ora, fallo, se no lasciali andare, chiudi il cerchio. Dì a te stesso che non ritornano. Però non con orgoglio, né superbia, ma per non rimanere intrappolato in quel luogo, in quel cuore, in quella casa. Non sei lo stesso che eri due giorni fa, tre mesi fa, un anno fa. Pertanto non c’è nulla verso cui tornare. Chiudi la porta, volta la pagina, chiudi il cerchio. Non sarai più il medesimo, né identico sarà il luogo a cui ritornerai, perché nella vita nulla resta immobile, nulla è statico. È salute mentale, è amore verso se stesso, liberarsi di ciò che non appartiene più alla propria vita. Nulla è vitale per vivere, perché quando tu venisti al mondo, giungesti senza adesivi. Pertanto, se abbiamo l’abitudine di vivere attaccato ad esso, è frutto di un lavoro personale imparare a vivere senza di esso, senza l’adesivo umano o fisico che oggi ti duole lasciar cadere. È un processo apprendere e distaccarsi e si può umanamente ottenere, poiché nulla e nessuno ci è indispensabile. Sono solo abitudini, attaccamenti, bisogni. Chiudi, ripulisci, liberati, scuoti via, sciogliti. Questa è la vita!”
Paulo Coelho - Chiudi la porta, volta la pagina, chiudi il cerchio
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