#salbertrand
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Passeggiando tra piccole borgate e paesini. Ah, e un piacevole incontro con un cervo...molto statico direi 😂 (Eclause e Salbertrand, provincia di Torino)
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Tigre
Cantina Alpina *Eclause - Salbertrand
Fino a marzo 2024
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Una passeggiata d'autunno nel Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand
Con una semplice passeggiata tra i colori caldi dell’autunno ci immergiamo nel Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, un’area naturale protetta della Provincia di Torino che si estende sulla destra della Val di Susa (Alpi Cozie settentrionali), istituita nel 1980 al fine di tutelare la rigogliosa vegetazione locale ed in particolare una foresta di abeti bianchi e rossi che si estende su…
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Luoghi che fanno bene all'anima. #salbertrand #granboscodisalbertrand (presso Gran Bosco, Lago Ghiacciaia) https://www.instagram.com/p/CStfWHENorG82IweYLW19uo9Kd-9JLdmMvar5Q0/?utm_medium=tumblr
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La sgangherata macchina della Torino Lione è già impantanata prima ancora di partire. Tutto bloccato a Salbertrand, fulcro del progetto. Succede così. Politica e media passano l’estate a cantare in coro che “ormai il TAV si fa…”. Poi, tutto di un tratto, i cartoni della scenografia crollano e dietro si scopre solo una montagna di chiacchiere.
TAV: Grosso guaio a Salbertrand
Questa mattina nientepopodimeno che una Top News su La Stampa: articolo e video con dovizia di particolari. L’area dove dovrebbe sorgere la fabbrica dei conci per il tunnel di base è stata sequestrata dalla Guardia di finanza. Ma questa è una storia lunga che noi conosciamo molto bene. Ecco come stanno le cose.
Salbertrand sarebbe il sito scelto dal progetto TAV per la lavorazione del materiale di scavo del Tunnel di Base in Italia. Un’immensa area di oltre 120.000 metri quadrati, con un fronte continuo di capannoni lungo 1 km e alti 25-28 metri, dove arriveranno centinaia di migliaia di camion colmi di detriti da frantumare in nuvole di polvere. Un inferno dantesco che vorrebbero imporre nel bel mezzo della candida Alta Valle dello Sci Olimpico, con tutte le sue nefaste conseguenze sull’economia turistica, oltre che sulla salute, l’ambiente, la qualità della vita e le casse dello Stato.
Peccato che l’area non sia libera. 200.000 metri cubi di “materiali” (non meglio precisati…) occupano l’area. Tra questi una parte contaminata da amianto. Una grana colossale rimasta irrisolta da oltre dieci anni. E che al momento non ha alcuna ipotesi di soluzione. Uno stallo perfetto che rischia di bloccare sine die l’arrivo del cantiere industriale. Quindi potremmo dire no Salbertrand, no party. O meglio no TAV. Addio cronoprogramma della Torino Lione, sul quale il ritardo accumulato è già imbarazzante (basti pensare che i lavori avrebbero dovuto partire 2 anni fa…).
Per non parlare del rischio di esondazione: tutto il cantiere è in zona esondabile (la Dora la invase nel 1957). Infatti, nel progetto, i fabbricati non possono essere completamente chiusi per consentire il transito delle acque… e della polvere!
E inoltre che dire dei soggetti in qualche maniera coinvolti (anche se non indagati) nell’ultimo scandalo? La parte dei terreni appena sequestrata dalla GDF appartiene a Itinera spa (Gruppo Gavio), che ce l’ha in concessione fino al 2024 ed è accusata dai finanzieri di non aver svolto le bonifiche sui materiali pericolosi che dovevano essere terminate anni fa. Questo campione di ambientalismo, cosi scrupoloso nel rispetto delle leggi di salvaguardia del paesaggio, è una delle imprese a cui è già stata affidata… parte del progetto tav, ovvero lo svincolo autostradale di Chiomonte.
Insomma, mentre TELT dice ai valsusini “circolate qui non c’è nulla da vedere” mette la valle nelle mani di costruttori già coinvolti in scandali ambientali.
Al di là di una sfacciataggine che non smette mai di stupirci, questa volta i Signori del TAV si sono fregati da soli. Salbertrand era la migliore delle scelte per inchiodare la Torino Lione e ora rischia di tramutarsi nel peggiore dei loro incubi. Infatti pare che, da alcune settimane, i funzionari di Telt siano molto molto nervosi…
L’imbroglio del TAV continua a perdere pezzi ma purtroppo impegna ancora miliardi di euro. Risorse che oggi sarebbero utili per bonificare e riconvertire siti inquinati, come l’ILVA di Taranto. Il Movimento NO TAV lo dice da sempre.
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Tav, via agli espropri a Salbertrand: “110mila metri di capannoni e 600 tir al giorno”. Il sindaco contrario: “Si svende salute con scusa del lavoro” “Per anni in questa terra si è venduto il lavoro in cambio della salute, ma adesso basta”. Roberto Pourpour è il sindaco di Salbertrand, un comune di 600 abitanti in Alta Valsusa. È stato eletto pochi mesi fa grazie alle sue posizioni contrarie al nuovo cantiere industriale per la valorizzazione dello smarino della Torino-Lione, che dovrebbe sorgere nel suo comune su un’area di 110mila metri quadri. Secondo i dati ufficiali, qui dovrebbero arrivare 3,6 milioni di metri cubi di smarino. “Si tratta del materiale prodotto dallo scavo della galleria di Chiomonte – spiega l’ingegnere Roberto Vela, membro dell’Osservatorio Tecnico sulla Torino Lione del Comune di Torino e dell’Unione Montana Valle Susa – che in parte sarà riutilizzato per costruire calcestruzzi e i conci (l’ossatura delle future gallerie della Torino Lione)”. Un cantiere che dovrebbe durare tra i dieci e i dodici anni e che nei momenti di punta vedrà il passaggio di “600/700 tir al giorno”. Numeri che hanno scatenato la protesta degli abitanti che proprio nelle scorse settimane hanno iniziato a ricevere le lettere di esproprio da parte di Telt. “Quando l’ho ricevuta ho provato un senso di prevaricazione – racconta Massimiliano Ticli, consigliere comunale e proprietario di un campeggio – qua si rischia di creare un ecomostro che danneggerà la parte dell’Alta Valle che vive prevalentemente sul turismo”. All’impatto sull’economia locale basata sul turismo si aggiunge la preoccupazione dell’impatto sull’ambiente della grande opera: “Se si sommano tutti i viaggi necessari a trasportare il materiale nel periodo del cantiere si arriva ad una stima di 22 e milioni e mezzo di chilometri da percorre su gomma – spiega l’ingegnere Vela – le emissioni di anidride carbonica saranno altissime e il bilancio energetico sarà negativo per almeno trent’anni”. Ma c’è un ultimo dato che preoccupa il sindaco: “Il cantiere è progettato su un’area esondabile dove in passato non erano state date autorizzazioni per costruire”. In questo caso i progettisti hanno ottenuto l’autorizzazione dalle autorità competenti: “Ma dato i fiumi fanno quello che vogliono e si riprendono il territorio che era loro – conclude l’ingegnere Vela – bisogna sperare che durante la durata del cantiere non avvenga nessun evento calamitoso” di Simone Bauducco
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Pulizie Salbertrand
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Pulizie Salbertrand
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Rifugio Alpino Daniele Arlaud www.rifugioarlaud.it Rifugio Alpino Daniele Arlaud, Salbertrand, Torino. Il rifugio dispone di 16 posti letto, camerata e camera matrimoniale, 35 posti tavola e ampio dehor estivo, attività estive, attività invernali, corsi di fotografia, corsi di pittura ad olio, serate musicali, seminari, stages di yoga, serate enogastronomiche con piatti tipici, offerta mezza pensione, offerta pensione completa
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Alcuni scorci della borgata Eclause e di Salbertrand prov. Torino fotografati con macchina fotografica.
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Una passeggiata d'autunno nel Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand
Una passeggiata d’autunno nel Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand
Con una semplice passeggiata tra i colori caldi dell’autunno ci immergiamo nel Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, un’area naturale protetta della Provincia di Torino che si estende sulla destra della Val di Susa (Alpi Cozie settentrionali), istituita nel 1980 al fine di tutelare la rigogliosa vegetazione locale ed in particolare una foresta di abeti bianchi e rossi che si estende su…
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http://www.notav.info/post/tav-neanche-sono-partiti-i-cantieri-gia-cominciano-gli-extra-costi/
Avevamo già parlato nei giorni scorsi dell’ultimo scandalo amianto a Salbertrand, un fatto noto da decenni e angelicamente scoperto anche da La Stampa in tempi recenti. Il problema, ennesimo bastone tra le ruote della sgangherata macchina della nuova Torino-Lione, è che il terreno dove dovrebbe sorgere la fabbrica dei conci per il tunnel di base è già pieno di amianto, frutto di un precedente scavo e interrato alla bene e meglio (per di più in una zona a costante rischio inondazioni). L’area non è mai stata bonificata nonostante le ingiunzioni della magistratura e le promesse del proprietario dei detriti e concessionario dei terreni, uno dei tanti paladini della Crescita e del Progresso che si sono attaccati a quel carro della cuccagna chiamato nuova Torino-Lione, la Itinera spa. L’area è stata ormai posta sotto sequestro dalla Guardia di finanza configurando uno scandalo ambientale di una gravità inaudita nonché una figura di palta di proporzioni monumentali per i signori del TAV e i belanti giornalisti al loro seguito.
Ma con questi impuniti, lo sappiamo bene, al danno si aggiunge sempre la proverbiale beffa. Il sito di Salbertrand costituisce un nodo fondamentale per la realizzazione del progetto TAV e dopo le attenzioni giornalistiche dei giorni scorsi negli uffici di TELT, dove si vocifera di una crisi di nervi tra i dirigenti, si è presa la risoluzione di correre ai ripari. “La bomba va disinnescata” fanno sapere dal quartiere generale sitav. La soluzione individuata ha dell’incredibile: sarà TELT ad accollarsi i costi della maxi-bonifica dei terreni. Tradotto, prosaicamente, in soldoni, significa che saranno i pubblici denari che andranno a coprire un privato abuso ambientale, coscientemente portato avanti per anni da un’azienda che solo l’anno scorso ha fatturato 632 milioni di euro, a sua volta partecipata del gruppo Gavio, uno dei consorzi di costruttori più grandi d’Europa, il cui giro di affari è di diversi miliardi di euro l’anno tutto a beneficio dei suoi azionisti e che, ciliegina sulla torta, ha già intascato fior fior di commesse… per la realizzazione di alcuni lavoratori preparatori del cantiere del TAV.
Insomma, i cantieri non sono neanche partiti che già cominciano non solo i ritardi ma anche gli extra-costi. Ci chiediamo, ma dove sono ora i Chiamparino, i Fassino, i Salvini e tutto il resto della banda di cialtroni del sì al tav che spergiuravano che non si sarebbe pagato un euro in più di quanto preventivato?
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