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#roy buchanan
bluesucanuse · 4 months
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BLUES: SONGS OF THE DAY
THE ARTIST IS: ROY BUCHANAN
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THE SONG IS: "WHEN A GUITAR PLAYS THE BLUES"
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breezingby · 7 months
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Chicago Smokeshop ~ Roy Buchanan
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Roy Buchanan: “Sometimes it boils down to one note. One note can be as effective as dozens. Somehow – and this may sound farfetched – I have the feeling that all notes are contained in one. "And if it's played with feeling, the reason it has such an effect on everybody is because it does have the other notes somewhere in it. It's the old "bring-the-house-down-with-one-note" thing. I've seen guitar battles won with one note.” “It's a good idea to listen to other instruments, like a saxophone, and duplicate the notes. It's a different feel, a different attack and rhythm. "Drums, I've gotten a lot of licks off of drummers. And bass players, singers – especially scatting – anything that makes you expand.” - Guitar Player
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heidismagblog · 2 months
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upperswampmonkey · 1 year
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Roy Buchanan - After Hours (Rare Howling "Chickin' Pickin' Blues" Instr ...
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mostlythemarsh · 1 year
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Friday Records
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amplifiedwires · 1 year
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Roy Buchanan - The Messiah Will Come Again (1976 ACL)
For yer Sunday - I ain't religious but I'm deeply spiritual abt music.
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odk-2 · 1 year
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Dale Hawkins - Cross-Ties (1958) Dale Hawkins / Dean Mathis / Stanley J. Lewis from: "La-Do-Dada" / "Cross -Ties"
Rock Instrumental | Rockabilly
JukeHostUK (left click = "play") (320kbps)
Personnel: Dale Hawkins: Guitar Roy Buchanan: Guitar Shelton Bissell: Alto Saxophone Jimmy Farmer: Alto Saxophone Dean Mathis: Piano Mark Mathis: Bass D. J. Fontana: Drums
Recorded: @ The KWKH Radio Station Studios in Shreveport, Louisiana USA during June of 1958
Released: on July 16, 1958
Checker Records
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diceriadelluntore · 2 years
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Storia Di Musica #232 - Roy Buchanan, Second Album, 1973
La storia di oggi inizia più o meno come altre che ho raccontato già in questo mese di chitarristi leggendari ma dimenticati: il nostro guitar hero di oggi a 5 anni è già un prodigio, a 15 anni va via di casa per cercare la sua strada di musicista, armato solo della sua Fender Telecaster. Ha il primo colpo di fortuna unendosi a Tulsa a Dale Hawkins (quello Susie Q, poi ripresa dai Creedence Clearwater Revival) e inizia a girovagare per il mondo del rock’n’roll che conta. Ma non si riuscirebbe a capire in fondo cosa sia stato Roy Buchanan solo da queste info, un tizio dal talento straordinario, ma che per vari motivi (sfortuna, mancanza di salute psicofisica nei momenti decisivi e aggiungo pure un caratteraccio da sbruffone) non è il primo nome che viene in mente alla voce: grandi chitarristi della storia del rock. Eppure già quando, e siamo nel 1958, Buchanan è con Hawkins, alla mitica Chess Records, per incidere My Babe, quel chitarrista canadese lascia sempre tutti a bocca aperta. Nel ’61 si trova con Hawkins in tour in Canada, dove conosce il cugino di Dale, Ronnie, che aveva una band di supporto, gli Hawks, che qualche anno più tardi cambieranno il nome in The Band e scriveranno pagine memorabili di storia del rock. Buchanan fa solo in tempo a insegnare qualche trucco al chitarrista di quella band, tale Robbie Robertson, da lui inventati, tra cui lo smanettare col volume di chitarra e amplificatore per creare una specie di wah wah ante litteram, prima delle pedaliere. Ma lui l’occasione per svoltare l’avrebbe anche avuta: nel 1971 un documentario della PBS, la tv pubblica americana, dal titolo Introducing Roy Buchanan lo fa scoprire al grande pubblico, tanto che lo stesso documentario è conosciuto con il bizzarro epiteto di The Best Unknown Guitarist in the World. Lo contatta John Lennon, la Polydor gli fa firmare un sontuoso contratto, e ci sono due leggende memorabili. La prima, anche documentata, vuole che i Rolling Stones gli propongano di prendere il posto di Brian Jones, prima di scegliere poi Mick Taylor: Buchanan passerà alla storia anche per l’uomo che disse di no al più grande gruppo rock della storia; la seconda, che sa più di sentito dire, vuole che sua maestà Eric Clapton lo avesse contattato per suonare con Derek & The Dominoes, ricevendo un nuovo no. Sono anni comunque di soddisfazioni discografiche, con dischi d’oro e un nuovo contratto con la Atlantic, per una produzione discografica che per tutto il decennio ’70 è di alto livello. Ma la sua vita sregolata passa all’incasso: l’alcolismo e la dipendenza dalla cocaina, sette figli da mantenere avuti da 3 donne diverse lo allontanano dalla musica. Nel 1985, dopo anni di oblio, una piccola etichetta specializzata nel blues, la Alligator, gli propone di suonare e incidere per loro. Buchanan si sente quasi in debito con loro e dopo essersi ripulito, registra tra il 1985 e il 1988 tre meravigliosi dischi di blues in libertà assoluta: When A Guitar Plays The Blues, Dancing On The Edge e Hot Wires. Tre esempi di classe e virtuosismo, con la sua capacità innata di innestare il blues con il funky, il flamenco, ritmi latini, messi in fila con la sua amata e fidata Telecaster e con una più morbida Les Paul che proprio in quegli anni inizia ad alternare alla sua amata solid body Fender. Ma l’album che ho scelto dalla sua discografia è probabilmente il suo disco più conosciuto, il più facile anche da reperire: Second Album del 1973, gli anni dei dischi Polydor. Roy Buchanan lavora di nuovo con il produttore Pete Sigel. Tanta attenzione per il blues così amato, con ben cinque originali. Buchanan prende i riflettori con la sua voce frastagliata in un paio di brani, per me la sua esibizione vocale migliore è in Thank You Lord. Ma per altre cose passerà un po’ alla storia, tipo il suo remake di After Hours di Avery Parrish (considerato dai chitarristi un classico di tutti i tempi per tecnica, passione, dedizione e creatività),  il bellissimo strumentale Filthy Teddy, la sbalorditivo Five String Blues, Treat Her Right (con Chuck Tilley alla voce solista) e I Won't Tell You No Lies, con un emozionante omaggio ad un suo mito in Tribute To Elmore James. Come tutta la sua storia, persino l’uscita di scena ha dei tratti sbalorditivi: il 14 agosto del 1988 una lite familiare degenera, Roy si mette alla guida ubriaco e viene arrestato. Lo sceriffo lo lascia in cella per una notte, a smaltire la sbornia, ma qualcosa va storto. Al mattino Buchanan viene trovato morto, si è impiccato con la sua camicia. Sulla sua morte ci furono anche delle versioni diverse, con una tesi di alcuni suoi amici che supposero, visto il corpo gravemente ferito, una relativa messa in scena della polizia; non si ne seppe più nulla, fatto sta che si conclude nel modo più strano la parabola di uno che poteva davvero diventare una leggenda clamorosa, una sorta di Jimi Hendrix bianco secondo molti addetti ai lavori, ma che non ha mai voluto esserlo davvero, dato che per tutta la vita sostenne sempre che: Se non ho mai avuto successo è perché non ho voluto. Per avere successo bisogna volerlo, mentre io volevo solo suonare la chitarra.
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bluesucanuse · 4 months
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BLUES: SONGS OF THE DAY
THE ARTIST IS: ROY BUCHANAN (FEATURING DELBERT MCCLINTON)
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THE SONG IS: "CAN'T JUDGE A BOOK BY THE COVER"
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spilladabalia · 2 years
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Roy Buchanan - The Messiah Will Come Again
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favemusiclessons · 1 year
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Unlock a Killer Roy Buchanan Blues Guitar Lick
In this lesson I'll show you a Roy Buchanan Guitar Lick that you can immediately add to your 12 bar blues soloing!
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ilblogdellestorie · 1 year
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Roy Buchanan (When a Guitar plays the blues) - 1985
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peter-tschirky · 2 years
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Roy Buchanan - Keep What You Got
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aboutoriginality · 2 years
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Roy Buchanan - Hey Joe (Live From Austin TX)
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myearspleasure · 2 months
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JEUDI 02 MAI 2024
ROY BUCHANAN - LIVE
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