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Objet trouvé (I have to thanks the miseducation of some people to create this wonderful open air museum that is Rome) #bycicle #instabike #objettrouvé #urbanexploration #streetphotography #originalphotographer #lensculture #garbage #roma #romafaschifo #amaroma #igersroma #italiapm #mobilephotography #samsunga51 #samsung (presso Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/CUWr1twMg1Y/?utm_medium=tumblr
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It might seem Calcutta but, you know, it’s Rome! #rubbish #failure #capital #hauptstadt #rome #romafaschifo #sanitation #collapse #disdain #italy #calcutta #worsethanindia #virginiaraggi #raggiout #taxesfornothing #igers #igersitalia #igersroma #picoftheday https://www.instagram.com/p/CT0Cc_yqoqM/?utm_medium=tumblr
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𝚊𝚗𝚌𝚎𝚜𝚝𝚘𝚛𝚜' 𝚐𝚘𝚕𝚍 • resta solo la ricchezza ___________________ #roma #rome #romafaschifo #litter #gold #collage #collagesociety #ifyouleave #romacapitale #ama #art #shine #wealth #humanity #psychoart #psychedelicart #streetart #c_expo #artofinstagram #amazingmanipulation #imagination #fantasyart (presso Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/ByshivcI3QR/?igshid=wyb05h4g7dw9
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Incontri romani. Forse bisognerebbe fare qualcosa per il decoro capitolino... o perlomeno per la decenza urbana. #roma #rome #skull #teschio #colosseo #colosseum #romafaschifo #reperti #help (presso Colliseum, Rome, Italy)
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Contro Roma
Da inizio anno a Roma sono andati in fiamme diversi autobus, almeno una decina. Il fatto che ieri sia accaduto in centro, oltretutto nei pressi delle redazioni di alcuni quotidiani romani, ha reso questa notizia, normale per ogni cittadino della capitale, il dramma da prima pagina. Tra autisti eroi, esplosioni che non ci sono state, le migliori penne del paese si sono scatenate su Roma con brillanti articoli di opinione dalla vena comica.
Facciamo un passo indietro. Roma è una città amministrata malissimo. Non da ieri ma da anni. Manca qualsiasi forma di progetto pubblico per la città (del resto non è che l’Italia se la passi meglio eh) e l’ultimo che c’è stato è stato il “Modello Roma” di Veltroni basato su una crescita legata agli introiti immobiliari: quello che nel 2008 ha regalato ai palazzinari l’edificabilità di oltre 2mila ettari di terreno, non esattamente un modello encomiabile insomma. L’amministrazione di Roma sembra inseguire le emergenze: la pioggia, la neve, le buche, i rami che cadono, l’allerta terrorismo, la sicurezza, gli immigrati. Del resto è in default da quasi una decina d’anni, soffre la trasformazione in atto e sta letteralmente implodendo: la premiata ditta Tronca prima e Raggi poi, le stanno dando il colpo di grazia. Se prima eravamo in agonia ora siamo un cadavere che puzza. Ma più di tutte una cosa puzza, terribilmente, il racconto della città e la retorica che ci gira intorno.
Roma è una città senza una vera opposizione sociale. I tentativi di opposizione dal basso finiscono in sgomberi e arresti da un po’ di tempo a questa parte. C’è tutto un popolo di poveracci, lavoratori/trici precari, che vive ai margini della città che ha capito che è meglio nascondersi che provare a prendere parola. Come biasimarli? Accanto a tutto questo Roma viene descritta, da chi dovrebbe fare informazione oppure opinione con la stessa retorica di un blog anti-degrado. Tanto che anche Roma Fa Schifo, blog di riferimento della stampa romana, ormai ha perso quella visibilità che lo portò solo 2 anni fa a incontrare insieme ai candidati sindaci. Il perché è facile, le pagine delle cronache romane ne hanno sussunto la retorica e il linguaggio, basti pensare all’ossessione con cui nelle ultime settimane larepubblicaroma si è concentrata sulle erbe alte a Roma.
Il giorno dopo l’ennesimo incendio di un autobus (il decimo da inizio anno) su Repubblica in prima pagina si legge Mr AntiCasta Sergio Rizzo fare un minestrone politico che parte dall’assenteismo in Atac (che con la disastrosa condizione dei mezzi pubblici non c’entra niente) passando per i Casamonica, la Romanina, arrivando fino alle buche. Buche che oltretutto nonostante il lancio di 2 mesi fa di Virginia Raggi che prometteva di chiudere «50 mila buche in un mese» (sarebbe curioso capire come le han calcolate) sono ancora quasi tutte sulle nostre strade. Ma non se ne parla, l’indignazione oggi si sposta su altro.
Del M5S sul blog ne abbiamo già parlato. Il bluff su beni comuni e partito con istanze di sinistra è durato il tempo per crearsi un alibi per votarli. Loro del resto stanno al benecomune come facebook sta alla trasparenza: tutto deve essere messo a profitto, come dimostra la recente presa di posizione delle consigliere 5s sulla Casa internazionale delle donne. Fatto sta che Raggi non ha opposizione in città se non dal basso. Media e politica istituzionale, esclusa la faccenda olimpiadi a Roma, muovono le sue critiche da destra. La città che hanno in mente i 5S non è diversa da quella che hanno in mente i vari partiti. Una città divisa in 2 che tende a escludere chi non ha abbastanza reddito per viverci. E non parliamo del centro ormai, come in altre città d’Europa, regalato al business del turismo, come evidenziato pure di recente da Antonello Sotgia e Rossella Marchini in La conquista del West.
Ad esempio qualsiasi persona di buonsenso di fronte alla comunicazione di Raggi sul «regolamento sulla Città Storica» (le maiuscole sono nel comunicato) dovrebbe far accapponare la pelle: un provvedimento necessario, a tutela di residenti, esercenti e cittadini. Stop a minimarket, friggitorie, negozi-suk (ma loro non sono comunque esercenti? ndz) e merce di cattivo gusto nel centro di Roma. Restituiamo legalità e decoro al cuore di Roma, alle sue attività storiche, alle sue tradizioni e alle sue aree di pregio.
Merce di cattivo gusto sarebbe? Perché no i mini-market, visto che sono indispensabili per i turisti per acquistare merce a un prezzo sostenibile? Ma quali sarebbero le attività storiche? Nel frattempo l’assessore Meloni parlava di rilancio del “Made in Rome” che onestamente farebbe pensare più alla pajata o all’abbacchio allo scottadito che ad altro ma attendiamo delucidazioni.
Nel blog di Grillo, dove la Raggi fa anche comunicazione, spiega che «vogliamo riportare nelle vie centrali l’atmosfera unica dei laboratori artigiani, delle erboristerie, delle botteghe antiquarie […] fiore all’occhiello del Made in Italy. Un cambio di passo epocale che restituisce decoro alle zone più frequentate dai turisti».
Ovviamente nessuno è sbottato a ridere di fronte a una roba del genere. Nessuno ha chiesto, tra chi fa informazione, a chi dovrebbero vendere i propri prodotti un’erboristeria o le librerie antiche (ma in che senso antica? boh), come se negli ultimi 20 anni il centro non si fosse trasformato in un enorme turistificio, con affitti alle stelle che hanno cacciato i pochi artigiani rimasti in zona insieme alla mancanza di residenti a cui riferirsi. Non ci vuole un economista. Tanto quanto non bisogna essere urbanisti per porre domande del genere. Nel regolamento della Raggi ovviamente ci sta anche il divieto di apertura per i compro-oro. Del resto loro devono continuare ad aprire nelle periferie cittadine, insieme a decine di agenzie di scommesse (gli uni accanto alle altre), perché in qualche modo bisogna pur andare in contro alla disperazione delle persone, no? Oltre al fatto che ci sembra giusto dare opportunità alle varie mafie di riciclare soldi. È economia anch’essa.
Fatto sta che la narrazione su Roma è sempre quella del “centro degradato” e mai della periferia abbandonata. Ricordate che dopo gli assalti al Cara di Tor Sapienza l’allora sindaco Marino insieme al gotha del PD si prese il preciso impegno di «riportare la cultura in periferia»? Ecco, in periferia non sono mai arrivati, escluso qualche settimana fa per la campagna elettorale: e manco la cultura ci è arrivata, visto per dire i crescenti tagli a istituzioni come quelle delle biblioteche comunali. Giornalisti, scrittori, intellettuali, coloro che fino a 20-30 anni fa ci raccontavano gli esclusi, hanno smesso di farlo: al limite preferiscono addentrarsi in grottesche rappresentazioni di quella che considerano l’annosa contrapposizione Roma nord vs Roma sud. Del resto non è manco così comodo o semplice arrivare a Torre Maura da Monti. Ci mancherebbe. Ma soprattutto quando quelle poche volte lo fanno, usano la retorica di cui si parlava poc’anzi, quella del «signora mia degrado decoro immigrazione e Atac non funziona perché ci stanno gli scioperi». E infatti leggendo l’ultima operazione editoriale di autori vari Contro Roma, da poco uscito per Laterza, abbiamo la conferma di quel che abbiamo appena sostenuto.
L’operazione si rifà chiaramente all’omonimo volume del 1975, in cui a prendere parola erano intellettuali come Alberto Moravia e Dario Bellezza, di cui vengono riprese le riflessioni. Il bello è che la rappresentazione di Roma che ne esce è esattamente la stessa, come se non fossero cambiate tanto la società italiana quanto Roma stessa: quella della città in rovina che è inadatta al ruolo di capitale o che, dopo 150 anni, rimane una “capitale incompiuta”. Una «grande bruttezza» determinata da puzza, degrado e rumore contrapposta alla «grande bellezza» (il film sul Roma più citato da chi fa opinione, insieme a Jeeg Robot).
Del resto, scrivere «contro Roma» utilizzando tali paradigmi è un genere letterario più che un’analisi politica o sociale: si può scrivere Contro Roma, ma se qualcuno scrivesse un Contro Napoli con le stesse semplificazioni sarebbe giustamente accusato di pregiudizi e antimeridionalismo.
Invece viene ritenuto pienamente legittimo ingaggiare alcuni (in molti casi quasi autonominati) intellettuali di oggi per scrivere contro Roma: e contro i romani, al solito cinici e cazzari (che magari lo siamo pure eh, ma più o meno di altri chissà). Salvo un paio di eccezioni (Christian Raimo, per dire, che infatti scrive un buon pezzo), parliamo di persone che vivono tra il centro (un centro compreso tra il Ghetto e il Pantheon) e Monteverde, irritati da quella che in nome del politicamente corretto rifiutano di definire esplicitamente «Roma plebea»: una prospettiva deformata e deformante, che quindi non può che fare appello alla retorica antidegrado. Poi negli ultimi anni eccezioni ci sono state, sia chiaro: Walter Siti è uno che le periferie le sa raccontare e infatti fa dire a uno dei suoi personaggi che «so' tanti che vengono a fa ricerche sulle borgate, e io je dico sempre famo a cambio ... si volete capì qualcosa delle borgate, ce venite a sta' du' anni e io me trasferisco a casa vostra». In Contro Roma, invece, non va così.
Abbiamo Nicola Lagioia – che pure in Esquilino. Tre riconognizioni (edizioni dell’Asino) sembrava aver preso atto dei limiti del discorso pubblico, che «a chi è fuori dal sistema non interessa affatto» – che ci parla di una Roma «fogna a cielo aperto» e «Mumbai d’Occidente» (che gli ha fatto Mumbai? Boh, ma è esattamente lo stesso paragone e la stessa retorica usata da Romafaschifo), da cui «qualcuno mi ha visto allontanarmi su una scialuppa mentre la nave affondava». Lagioia descrive poi i romani (ma poi chi sono i romani? Quanti romani da più di una generazione ci sono a Roma?) come orgogliosi del proprio «cinismo» conquistato attraverso i vari secoli: i romani sono cinici, quindi, alla Montesquieu, in virtù del clima che determina il carattere dei popoli. Magari più di cinismo si dovrebbe parlare di resilenza, ma è meglio continuare con le antiche narrazioni che non necessitano di dimostrazioni. Oppure meglio continuare a descrivere la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma come se fosse la stessa decadente e appiccicaticcia di vent’anni fa, senza tener conto del suo nuovo allestimento (2016): tanto a Roma non cambia mai niente, no?
Abbiamo Teresa Ciabatti che ci parla dell’aristocrazia romana (??). C’è Valerio Magrelli che ci dice di quanto siano offesi i cinque sensi di chi vive a Roma (lui vive al Ghetto, deduciamo dalla targa sulla mondezza che cita), nell’ordine da: mancanza di strisce pedonali (vista); dehors che levano spazio ai pedoni (tatto); puzza/gestione Ama (olfatto); la «distruzione cui sono andati incontro negli anni antichi ristoranti, pasticcerie, caffè» (gusto!!!); le molestie acustiche dovute all’uso di altoparlanti in strada per gli artisti di strada (udito).
Ma visto che al grottesco non c’è limite, nel raccontino successivo Antonio Pascale ci racconta quanto lo irritino le continue manifestazioni nel centro di Roma (per fortuna che ormai sia sempre più difficile manifestare, eh!) e il traffico dovuto agli scioperi dei mezzi. Ma visto che lui è uno bravo bravo, è andato a visitare pure la periferia, lungo la Prenestina, dove quelli in motorino che «entravano nel proprio quartiere si toglievano il casco», e pure Tor Sapienza, dove «l’aria è mesta, lo si vede dai vestiti non di marca, dalle scarpe alla buona. […] E ci sono gli immigrati. Tanti, secondo alcuni, oltre ai campi rom. I cittadini se ne lamentano, spesso gli immigrati sono ubriachi e molesti, anche perché non sanno come passare la giornata, si buttano nei giardinetti».
Giuseppe Culicchia identifica il problema di Roma nei «romani che sono diventati quelli dei film di Verdone», accompagnando a ciò l’annoso dibattito sull’uso dell’espressione «sti cazzi». E poi, ci dice Igiaba Scego in un pezzo tra il feticismo e lo splatter, non ci dimentichiamo della puzza sull’autobus affollato (che infatti a Londra e a Parigi, invece, odorano di violetta): non solo di alito e di ascelle, ma persino di sangue mestruale! Perché a Roma le mestruazioni vengono con «scoppi» più improvvisi che altrove, si vede.
Ecco, la scelta di parlare «contro Roma» in questi termini e di far propria la retorica anti-degrado è una scelta politica: parlare della puzza sull’81 (linea tra l’altro in dismissione) o del traffico per lo sciopero dei mezzi ma non della dismissione dei contratti per la manutenzione dei mezzi Atac o degli stipendi non pagati degli autisti Tpl è una scelta politica. È una scelta politica parlare dei dehors in centro e non dei fenomeni di gentrificazione e speculazione come quelli di cui è pioniera l’ex Dogana a San Lorenzo. È una scelta politica quella di parlare di chi abita in periferia e si toglie il casco appena entrato nel quartiere e non del fatto che Roma è una città in cui si contano 7mila persone in povertà estrema, 15mila persone senza fissa dimora, 50mila famiglie in emergenza abitativa (a fronte di 150mila case ufficialmente sfitte), uno sfratto per morosità ogni 279 abitanti (la media nazionale è di uno ogni 419) e 3.215 famiglie sfrattate dalla polizia nel 2016, un tasso di disoccupazione giovanile che supera il 40% e uno di disoccupazione generale che sfiora il 10%. Altro che le «scarpe alla buona» notate da Pascale a Tor Sapienza.
Del resto, dietro la «lotta al degrado» c’è in realtà la «guerra ai poveri». Non alla povertà, proprio ai poveri, quelli dall’aria mesta che sono gli oggetti delle uniche politiche che sembrano funzionare in città: quelle dell’esclusione, delle barriere a Termini (non contro il terrorismo, ma contro chi ci dorme), dello sgombero quotidiano del mercatino delle carabattole dei poveri a Porta Maggiore, delle retate contro i venditori di borse contraffatte. I neo-“intellettuali”, i giornalisti, gli opinionisti rafforzano proprio la retorica che dà corpo a tali politiche di esclusione e “invisibilizzazione” del disagio economico: in effetti parlare del supposto cinismo dei romani recuperando qualche vecchio luogo comune, della puzza e dei dehors richiede meno impegno e meno fatica che dare voce a chi – magari – il degrado, la scarsezza dei mezzi pubblici e il traffico li vive davvero, abitando a 5-10-15-20 km dal centro vetrina di Roma.
Quindi amici e amiche che avete deciso di lasciare Roma, la fogna a cielo aperto, fate pure, non saremo noi a fermarvi né a venirvi a cercare in centro città. Come recita un murales nel quartiere di Rebibbia: Qui ci manca tutto, non ci serve niente. Soprattutto quello che avete da offrirci. [Scritto a 4 mani con autrice che vuol rimanere anonima]
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Ho appena scoperto che mio padre, piddino della prima volta, sostenitore del voto verso il male minore, ha votato i 5 stelle e difende a spada tratta la rRaggi. Io apro l’alcol
............... DIOMIO SENTI MANDALO SU ROMAFASCHIFO E POI SE NE PENTE
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“Roma è in piena involuzione economica e civile, sta scomparendo il tessuto produttivo migliore e rimane l’economia di risulta, semi illegale, di rapina, l’economia in ciabatte dei minimarket e degli ambulanti, dei centurioni e dei risciò, l’economia parassitaria della sovvenzione pubblica. Insomma l’orrore. E poi non è vero che i cinque stelle non stanno facendo niente, e non è vero che andranno a sbattere. (...) Sarà la città a sbattere. La politica grillina a Roma è chiara, punta al consenso, e lo mantiene nei gruppi di interesse più organizzati e capaci di mobilitarsi: loro difendono le lobby costituite della città”. Chi? “I bancarellari, alcuni gruppi di tassisti, il sindacalismo peggiore dei trasporti pubblici, dell’Ama. E dovunque stanno agguantando il potere come piovre, hanno occupato militarmente le municipalizzate cacciando anche quelli che stavano provando ad aggiustarle”. (...) L’assessore chiamato dal Veneto, l’imprenditore Massimo Colomban, ha annunciato che a settembre andrà via. “Ma certo. Ha capito che non poteva lavorare”. E infatti in città c’è la pace sociale assoluta con i sindacati, dice Tonelli . “Nessuno protesta, gli scioperi sono diminuiti rispetto al periodo Marino e Tronca. (...) Il M5s, con il presidente della commissione commercio, Andrea Coia, ha approvato un nuovo regolamento sul commercio. “Coia è una figura inquietante”, dice Tonelli. “E ha fatto un regalo alla lobby degli ambulanti, che non a caso porta voti ed è sempre stata corteggiata da certa politica. In passato dalla destra”. I famosi Tredicine. Ma gli ambulanti hanno protestato contro il regolamento scritto da Coia. “Erano proteste finte, erano d’accordo. Si sono accorti che la stavano facendo troppo grossa, che i giornali avevano capito. E allora hanno orchestrato un teatro per allocchi al quale fortunatamente non ha creduto quasi nessuno. In realtà non s’è mai visto a memoria d’uomo un regolamento che favorisce così tanto la parte peggiore dell’economia cittadina, quella dei mutandari in stile suk maghrebino e dei camion bar posteggiati di fronte ai monumenti. Tutto un meccanismo cencioso che strozza ogni ipotesi di crescita, di libero mercato, e di investimenti veri. Ci sono gruppi che non mollano, e che hanno straordinarie capacità di mobilitarsi. Anche in modo violento.(...)”.
Intervista all’autore del blog romafaschifo.com, un protogrillino pentito, via http://www.ilfoglio.it/roma-capoccia/2017/07/22/news/roma-commissariamento-raggi-intervista-romafaschifo-145523/
Sono pienamente d’accordo: il problema 5S NON E’ che so’ ignoranti e incapaci. Invece hanno in testa un preciso piano sudamericano, CHAVEZ-MADURO style: una volta preso il potere, reggersi grazie all’appoggio comperato dei pezzenti più smutandati e reazionari. Anche a Torino, vedi ambulanti e notav.
Btw, il modello economico smutandato dei minimarket e del terziario arretrato è pienamente funzionale alla presenza sempre più massiva di SCHIAVI STRANIERI DA SOTTOPAGARE.
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Bruxelles ha un problema. Lo stesso del Belgio. Lo stesso dell'Europa.
Il treno da Anversa ci ha lasciato alla stazione di Bruxelles Nord. Le pensiline ed il fabbricato dove siamo scesi erano decrepiti e sporchi tanto che la donna ha detto "Ma siamo a Bruxelles? Questa è una capitale?" "Perché non hai mai visto Termini e Tiburtina prima che le 'sistemassero!'" ho pensato. Siamo usciti alla ricerca della metro e davvero sembrava di essere vicino a Termini nel quartiere africano. Così abbiamo domandato a due soldati, poi ne abbiamo notati altri due e ancora e ancora. Dodici militari di pattuglia quelli che abbiamo contato. L'uscita dalla quale siamo usciti era quella 'sbagliata' quella 'giusta' attraversava un altro lato della stazione, moderno e ancora in fase di ristrutturazione che affacciava verso un quartiere di grattacieli ed alberghi. Questo contrasto è emerso fortissimamente lungo il tragitto verso il centro: oltre a numerose pattuglie di militari, ai jersey e ai pali per interrompere il traffico, abbiamo incrociato banche e boutique, alberghi a 4 stelle che si alternavano a negozi in vendita, case sfitte, cantieri dismessi, sexy shop di infima lega oltre a spazzatura e sporcizia (magari quelli di romafaschifo dovrebbero smettere di pontificare sulla superiorità di altre capitali). La sensazione peggiore tuttavia è stata una diffusa tensione e diffidenza, un malcelato nervosismo sociale che si è smorzato solo nel punto in cui il centro è divenuto turistico e affollato, un velo che cela alla vista tutto il resto. Da viaggiatore e da questa breve esperienza la sensazione è che il Belgio sia molto lontano dal risolvere i propri problemi sociali interni i quali suppongo siano minori - e già appaiono fortissimi - di quelli delle periferie francesi. Diventa ridicolo pensare che vada tutto bene quando nel cuore istituzionale d'Europa, intere famiglie dormono in strada, negli spazi degli sportelli bancari, a ridosso di catene alberghiere internazionali sotto l'occhio di militari che pattugliano incessantemente le strade. Ma possiamo continuare a dirci che va tutto bene (no). Buon primo maggio.
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A pic a day 070 #fuorisalone #materassi #credenze #divani sacchi della #spazzatura Questa è la #periferia di #Roma #vimunicipio Questo è ilnpaesaggio che attraverso ogni giorno portando a spasso il cane. Non mi interessano i mipiace vorrei, piuttosto,brichiamare alle loro responsabilità tutte le #istituzioni nel fare il loro lavoro, nel punire i responsabili e nel mostrare maggiote rispetto per chi vive in questi quartieri. Perché alle volte mi vergogno di viverci ed è davvero triste. #inciviltà #streetscapes #humanscape #wasteland #waste #garbage #furniture #streetgrammer #streetphotography #urbanexploration #mobilephotography #samsunga40 #italiaPM #originalphotographer #originalphotographers @roma @virginiaraggim5s @amaromacapitale @romafaschifo (presso Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/CEqn1q8iQt-2D_1EVm0_CkWR5xOCU5fmCGU5W00/?igshid=gygl7xwa9v0z
#fuorisalone#materassi#credenze#divani#spazzatura#periferia#roma#vimunicipio#istituzioni#inciviltà#streetscapes#humanscape#wasteland#waste#garbage#furniture#streetgrammer#streetphotography#urbanexploration#mobilephotography#samsunga40#italiapm#originalphotographer#originalphotographers
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I wonder whether he’s dreaming of Ibra… 😂😂😂 #milanlazio #weareacmilan #forzamilan #igers #zlatan #zlatanibrahimovic #lotito #rafaelleão #faveepecorinodal1900 #lazielazie #collageoftheday #milanosiamonoi🔴⚫️ #romafaschifo https://www.instagram.com/p/CTu0WGMqV2y/?utm_medium=tumblr
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RT @KeinPfusch: @d_granuzzo @gq_gianni @virginiaraggi @romafaschifo Grazie al metodo agile, i complotti oggi sono organizzati a sprint. Tu crei una user story , tipo "sporcate via Indipendenza" e poi il team lo fa. Non importa quale complotto sia. Non essere cosi' waterfall.
RT @KeinPfusch: @d_granuzzo @gq_gianni @virginiaraggi @romafaschifo Grazie al metodo agile, i complotti oggi sono organizzati a sprint. Tu crei una user story , tipo “sporcate via Indipendenza” e poi il team lo fa. Non importa quale complotto sia. Non essere cosi’ waterfall.
@KeinPfusch ha twittato: @d_granuzzo @gq_gianni @virginiaraggi @romafaschifo Grazie al metodo agile, i complotti oggi sono organizzati a sprint. Tu crei una user story , tipo “sporcate via Indipendenza” e poi il team lo fa. Non importa quale complotto sia. Non essere cosi’ waterfall.
Grazie al metodo agile, i complotti oggi sono organizzati a sprint. Tu crei una user story , tipo "sporcate via…
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Rome fountain strippers sought by Italy police
Rome fountain strippers sought by Italy police
Image copyright @RomaFaSchifo/Twitter
Two English-speaking tourists who are being hunted by police for stripping off in a monumental Italian fountain have been called “idiots” by the country’s deputy prime minister.
The men were filmed frolicking in the fountain in Piazza Venezia in Rome, with one pulling down his underwear and posing for photographs.
The footage has sparked outrage and their…
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Police hunt for tourists who stripped off in Rome fountain
Police hunt for tourists who stripped off in Rome fountain
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Image copyright @RomaFaSchifo/Twitter
Two English-speaking tourists who are being hunted by police for stripping off in a monumental Italian fountain have been called “idiots” by the country’s deputy prime minister.
The men were filmed frolicking in the fountain in Piazza Venezia in Rome, with one pulling down his underwear and posing for…
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