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#rito antico
deathshallbenomore · 8 months
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un antico rito apotropaico in mondovisione
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solovedreidue · 9 months
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La monta
C'è tutta una ritualità propiziatoria dietro l'atto della monta, dietro quell'inseminazione che si pone in quella terra di mezzo tra la natura dell'animale e l'esigenza forzata dell'uomo, del padrone, del fattore, del levatore di bestie.
La monta è un atto spontaneo, innato, ben ficcato nelle membra carnose delle bestie.
La monta non ha stagioni, nella sua necessità perpetua, al di fuori dal patinato mondo equino. Tuttalpiù la monta richiede una selezione di vacche fertili non gravide, un'attenta selezione.
Stride la vacchetta, ferma sotto il peso della bestia, in un rito antico, dove ancora la pratica di inseminazione prevede un membro che penetra, una minchia dura bovina.
Rosetta è curiosa e quella scena agita la sua malizia.
Rosetta guarda sempre la monta, cerca i dettagli, cerca l'animale, il cazzo, il dilatarsi della cloaca. Se lo sente addosso quel peso e sa bene cosa aspettare.
Lo sa che deve solo stare a guardare e non voltarsi mentre quello le mette le mani addosso, mentre le solleva il vestito, mentre si accorge della sua indecenza, della sua voglia indotta da quel gesto così sozzo, da quello stridere di vacca e quel grugnire di toro.
Adesso lo sente bene quel peso, adesso la sente la minchia del fattore farsi strada nelle carni e nei pensieri, sente quell'odore di piscio e violenza concupiscente entrarle dentro.
La virtù le era colata dalle gambe così, non molte volte prima, quando aveva capito che l'odore del suo calore era evidente agli uomini, come ai cani.
Finivano sempre al ritmo delle bestie, come animali, lo stesso subire e lo stesso godere. Solo che loro, si baciano.
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abr · 4 months
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Domenica scorsa sono stato alla messa in rito ambrosiano antico a Santa Maria della Consolazione, Milano. Arrivato in anticipo immaginavo di trovare una chiesa semideserta e invece, pur non piccola, era strapiena. Nessuna possibilità di sedersi se non per terra. Una messa incredibilmente giovane, tanti ragazzi, tantissime ragazze (sedute per l’appunto anche per terra), parecchie donne velate. Devozione vibrante. Preghiere in latino, canti in latino, in italiano solo la breve omelia. Frequenti inginocchiamenti, sforzo minimo per chi dispone di inginocchiatoio, medio per chi disponendo di sedia deve inginocchiarsi sul pavimento ma può appoggiarsi allo schienale davanti, notevole per chi come me pone le rotule sulla pietra senza attenuante alcuna. Organo a canne. Comunione alla balaustra (sulla lingua). Chi frequenta una messa così (la consiglio per domani) mai frequenterebbe quel pezzo di modernariato anni 60-70 che è la messa cattoprotestante, stile Cei, con le chitarre e i bonghi. Mai.
grande Camillo Langone, via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2024/06/08/news/mai-la-messa-con-le-chitarre-e-coi-bonghi-6622338/
La Messa sia Messa, non una mezza sagra buonista pol.corr.
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ceina · 3 months
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Il mio omaggio a #Outlander
Ho finito Outlander, non ne avrò più di nuovo fino a Novembre, oltretutto è finito su un cliffhanger devastante, e io in questo momento, in preda a una vera e propria sensazione di astinenza come mi era successa soltanto con qualche libro da giovane, vorrei potermi smemorizzare come un hard disk.
Invidio chiunque di voi là fuori, anime affini, che non l’abbia ancora visto.
Probabilmente non è pane per i denti di tutti - ad esempio per me la scintilla non è mai scattata con Game of Thrones, e nemmeno con quel freddissimo capolavoro di Boardwalk Empire, per citare alcune serie che scaldano il cuore dei più ma non il mio- ma se amerete Outlander come l’ho amato io in questo mese, in cui mi ha tenuta calda la sera prima di dormire, come avevano potuto fare soltanto i libri della mia infanzia, state per godervi una delle storie più appassionanti degli anni duemila.
Claire (pure il nome!), infermiera militare britannica reduce di guerra, abituata agli orrori dell’ultimo conflitto mondiale sui fronti orientali e africani e nelle retrovie del D-Day, nel 1945, mentre tutti festeggiano la vittoria, è già straniera in patria e nel suo stesso mondo interiore.
Irrequieta e vivacissima, intelligente e piena di bontà, ormai cambiata dal dolore e segretamente colpita da stress post traumatico che si manifesta soprattutto con i forti rumori, Claire non ha più confidenza con il marito Frank, anche lui militare britannico dopo tanta guerra e tanta lontananza.
I due decidono, per cercare di salvare il proprio matrimonio, di passare una “seconda luna di miele” in Scozia, in una vacanza nei pressi del borgo medievale di Inverness, sulle montagne del nord del paese, per tornare a riconoscersi.
Qui Claire, durante una passeggiata solitaria per raccogliere alcuni fiori, viene attratta come da una calamita da un antico cerchio di pietre su un colle, dove la notte precedente lei e suo marito, storico militare, avevano assistito a una danza di un gruppo di persone del luogo che avevano salutato l’alba con un rito druidico.
Claire non lo sa, ma è una “viaggiatrice”: la storia non lo spiega ma qualche rara persona, forse per un retaggio magico e soprannaturale, per qualche lascito genetico extraterrestre o fatto della stessa essenza della Scozia immortale, può entrare in una sorta di risonanza con certi cerchi di pietre che sono veri e propri portali verso il passato.
A Craigh na Dun, nel cerchio di pietre, Claire, ipnotizzata dal loro canto, che solo lei può sentire, si appoggia ad una di esse e improvvisamente viene catapultata indietro di 200 anni, nel bel mezzo delle guerre tra Inghilterra e Scozia per la successione confessionale del trono tra Stuart e Hannover (gli odierni Windsor).
Da questo inizio sorprendente parte un’avventura alla “Angelica” che attraversa quarant’anni di storia europea e americana, vista attraverso gli occhi puri di Claire, eroina indomita e indimenticabile, pronta ad attraversare tempo e spazio per restare fedele al suo cuore e a quella che è, sempre in dubbio se poter cambiare la storia che lei conosce, o lasciare che le cose (e il dolore che ne deriva) facciano il loro corso ineluttabile.
Outlander è una storia indefinibile, non bene inquadrabile e molto originale, nessuno aveva mai pensato di ambientare un’opera sostanzialmente di fantascienza classica (c’è tutto Herbert G.Wells) nell’ambito delle guerre continentali tra settecento e primi dell’Ottocento, rappresentate come in un romanzo storico più che in un romance di costume e in costume.
L’originalità è la pausa di vent’anni tra i due ritorni “al passato” con la protagonista che si laurea in medicina, diventa un abile chirurgo, cresce la figlia e vive sostanzialmente una vita dissociata (lei è *sempre* straniera, “outlander”, “sassenach”, ovunque e in qualsiasi tempo si trovi) nella Boston della Golden age del secondo dopoguerra, poi torna dal suo grande amore, il buio e violento, e insieme tenerissimo Highlander Jamie nel settecento, ma vent’anni dopo, ed entrambi hanno già qualche filo grigio tra i capelli.
Si tratta di una rivisitazione elegantissima del classico romanzo d’appendice, ma di una qualità stellare.
Con momenti anche di stanca (avrei evitato sia la storia del pirata nella quinta stagione sia quella dello stupro di gruppo, c’è qualche scena d’amore sessuale di troppo per i miei gusti, io sono per il vedo non vedo), ma anche momenti di poesia purissima - l’episodio dello schiavo nella piantagione americana salvato da Claire soltanto per poi doverlo poi consegnare, il vecchio crudele abbandonato nella cabina dalla sua moglie bambina; le prime stagioni (meravigliose) che vedono “in diretta” la fine di un mondo ancora quasi medievale come quello delle highlands, in cui si usavano ancora le spade seicentesche di Toledo, per forza di quelli (gli inglesi) che erano a tutti gli effetti degli oppressori, le scene di battaglia nel nuovo mondo e tutto il filone sulla rivoluzione americana, le scene caraibiche degne di Stevenson e i suoi tesori nascosti, le traversate degne di Patrick O’Brian se non di Conrad, il mistero delle pietre e il “rumore” che sentono soltanto “i viaggiatori”, il personaggio struggente di Lord John, capo militare inglese, nobilissimo e puro di cuore, che amerà e rispetterà Jamie per tutta la vita sapendo di non poterlo mai avere, la potenza della medicina del novecento che deve districarsi nel segreto tra le superstizioni del settecento (Claire, medico del novecento, rischierà più volte di finire al rogo come strega)… come sempre non è quello che si prende dall’immaginario collettivo ma è dove lo si porti, come dice Jodorowsky. E in questo Ronald Moore (Battlestar Galactica) e Toni Graphia (Dr.Quinn, Medicine Woman) sono maestri.
Elegantissimo pastiche (polpettone? Polpettone sia), Outlander per me resta una delle cose più belle di sempre, degna dei miei libri di bambina, e del ricordo della mia mamma che per prima me li ha messi in mano.
Anche solo per quanto questa storia straordinaria mi abbia fatto pensare a lei, ne è valsa davvero la pena.
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curiositasmundi · 1 year
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Un personaggio sempre sullo sfondo di vicende misteriose, che appare e scompare, di quelli che non finiscono sulle prime pagine dei giornali, ma il cui nome affiora più volte negli atti giudiziari degli ultimi trent’anni. A volte perché accostato alla mafia siciliana, più di recente alla ‘ndrangheta. L’uomo di cui parliamo ha quasi ottant’anni, è nato in Libia ma vive a Catania.
Si chiama Francesco Rapisarda e nel corso della vita ha stretto relazioni pericolose che – seppure non abbiano mai portato a imputazioni per associazione mafiosa – hanno contribuito ad alimentare sul suo conto ombre e misteri. Alcuni dei quali intrecciati con la massoneria. Ora che è al centro di inchieste dell’antimafia, il modo migliore per conoscerlo è risalire la linea del tempo.
Per ultimo il suo nome è comparso nell’inchiesta della procura di Catanzaro che, a inizio luglio, ha riacceso i riflettori sul villaggio Sayonara di Nicotera (Vibo Valentia), passato alla storia per avere ospitato, nell’estate ’92, uno dei summit in cui le ‘ndrine decisero di aderire alla strategia stragista inaugurata da Cosa nostra con le uccisioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e che, l’anno dopo, avrebbe portato le bombe a Firenze, Roma e Milano.
Per i magistrati, tre decenni dopo quella riunione, il Sayonara era ancora in mano alla ‘ndrangheta. E a dimostrarlo sarebbe proprio la presenza al suo interno di Rapisarda. Sayonara simbolo di un’alleanza duratura tra le organizzazioni mafiose divise dallo Stretto di Messina.
[...]
Per gli inquirenti, Rapisarda sarebbe arrivato al Sayonara forte di alcune referenze mafiose. In particolar modo da parte della famiglia Santapaola-Ercolano, che a Catania rappresenta Cosa nostra.
A sostegno di questa ipotesi, citano i fatti che nel 2016, l’anno prima di prendere la conduzione del lido, avevano portato Rapisarda e il fratello ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta Brotherood. Al centro dell’indagine erano finiti i punti di contatto tra esponenti della famiglia Ercolano e alcuni appartenenti a una loggia massonica di cui proprio Francesco Rapisarda era il sovrano.
Grazie a tali convergenze l’uomo, che è anche rappresentante di un’associazione che rimanda all’organo di governo del Rito Scozzese Antico ed Accettato, sarebbe riuscito a turbare un’asta giudiziaria e rientrare in possesso di un complesso industriale. Vicende per le quali Rapisarda è stato condannato a due anni e otto mesi in appello, dopo essere stato assolto in primo grado.
Per spiegare perché la vicinanza agli Ercolano avrebbe rappresentato un buon biglietto da visita agli occhi di Mancuso, i magistrati ricordano invece l’amicizia che lega il boss di Limbadi ad Aldo Ercolano, nipote del capomafia Nitto Santapaola e condannato all’ergastolo per diversi omicidi, tra cui quello del giornalista Giuseppe Fava.
[...]
l capitolo più misterioso della biografia di Francesco Rapisarda risale, però, a tempi più remoti. Si tratta di una vicenda in cui, in prima battuta, venne tirato in ballo insieme al fratello Carmelo, per poi uscire di scena: il duplice delitto della Megara.
È il 30 ottobre 1990 quando, nella zona industriale di Catania, l’auto su cui viaggiavano Alessandro Rovetta e Francesco Vecchio – amministratore e dirigente della più grande acciaieria di Sicilia – viene crivellata di colpi da un commando che, per gli investigatori dell’epoca, agì con «tecniche quasi militari».
Ad oggi non esistono colpevoli e l’indagine per tre volte è finita sul binario morto della richiesta di archiviazione. L’ultima attende il responso del gip, chiamato a valutare l’opposizione dei parenti delle vittime, convinti che non tutto il possibile sia stato fatto.
Sullo sfondo di questa storia c’è posto non solo la criminalità organizzata. Il 5 novembre 1990 una telefonata all’Ansa di Torino annunciò l’esecuzione di Rovetta e Vecchio per conto della Falange Armata, la sigla che ha accompagnato parte dei misteri italiani dagli anni Novanta in poi – dai delitti della Uno Bianca alle stragi – e che sarebbe sorta all’interno della settima divisione del Sismi, il servizio segreto militare. Di fatto, il duplice omicidio della Megara fu la seconda rivendicazione nella storia della Falange.
A mancare finora è stato anche il movente. L’acciaieria da tempo era nella morsa del racket e, con all’orizzonte una ristrutturazione miliardaria, Cosa nostra avrebbe avuto tutto l’interesse a evitare il clamore di un delitto eccellente.
È tra questi punti interrogativi che, a metà anni Novanta, compaiono sulla scena i fratelli Rapisarda: entrambi attivi nell’indotto della Megara, a citarli è il collaboratore di giustizia Giuseppe Ferone. Secondo il quale, Vecchio sarebbe stato ritenuto colpevole della riduzione di commesse a favore di una delle loro ditte e per questo destinatario di un’estorsione da parte degli emissari di un clan locale, a loro volta vicini ai Rapisarda.
[...]
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La notte di San Giovanni è una notte davvero davvero speciale in molte parti del mondo. Questa notte magica tra il 23 e il 24 giugno è ricca di rituali e tradizioni ancestrali.Un rito davvero molto antico, tra sacro e profano, è quello della barca di San Giovanni il cui risultato porta a prevedere come sarà l’anno a venire.
Secondo l’antica tradizione contadina, per vedere la barca di San Giovanni occorrono pochissimi ingredienti, ossia un contenitore di vetro o di plastica, acqua e un albume d’uovo.
Nella notte magica di San Giovanni verranno innalzate le vele del benessere e della realizzazione.Tu dovrai:
* Versare nel contenitore dell’acqua
* Aggiungere l’albume di un uovo
* Portare il contenitore sul balcone, in giardino o in terrazzo e lasciarlo lì una notte intera.
* Internazionalizza con un desiderio del cuore ogni evento e attendi il mattino.La mattina seguente, si può ammirare la barca di San Giovanni e a seconda della posizione delle vele,è possibile prevedere come andrà l’anno. ❤️tizianacerra.com
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susieporta · 2 years
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FIDATI DEL BUIO ORA
Se sei perso.
Se nulla ha più un senso.
Se tutti i tuoi punti di riferimento
sono crollati.
Se la vecchia vita ora si sta sgretolando.
Se la mente è annebbiata, stanca, occupata.
Se l’organismo è esausto
e desidera riposare.
Festeggia.
Fidati.
È un rito di passaggio,
non un errore.
Stai guarendo
in un modo tutto tuo.
Ora contatta la terra.
Inspira. Espira.
Fa’ spazio per gli ospiti:
La tristezza, il dubbio, la paura, la rabbia.
Un antico senso di vuoto -
Vogliono solo essere sentiti.
Vogliono solo attraversarti.
Sei un recipiente, non un sé separato.
Sei un cielo, non il clima di passaggio.
Una vecchia vita se ne sta andando.
Una nuova vita sta nascendo.
Gli altri potrebbero non comprendere.
Ma fidati comunque.
Festeggia.
Contatta la terra.
J. Foster
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enibas22 · 1 year
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IG alfaromeoitaliaofficial  -  13th June 2023
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Saluti da Brescia! Oggi abbiamo assistito al prestigioso rito della punzonatura in Piazza della Vittoria. Concepita per certificare l’idoneità delle vetture in gara, questa usanza conserva ancora molto del suo antico fascino. La #1000Miglia2023 è ufficialmente partita! #1000Miglia #AlfaRomeo @museoalfaromeo @millemigliaofficial @fcaheritage.official
Greetings from Brescia! Today we attended the prestigious sealing ceremony in Piazza della Vittoria. Held to confirm the eligibility of the cars competing in the race, this ritual still retains a lot of its old charm. The #1000Miglia2023 has officially started! #1000Miglia #AlfaRomeo @museoalfaromeo @millemigliaofficial @fcaheritage.official
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ma-pi-ma · 2 years
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Niente dovrebbe essere più semplice di parlare a letto, stendersi insieme è un rito antico, è l’emblema di due persone reciprocamente oneste. Eppure, sempre più tempo si passa in silenzio. Fuori, un’ansietà di vento raggruppa e disperde le nuvole nel cielo. E città oscure si annunciano all’orizzonte. A nessuna di queste cose importa veramente di noi. E niente ci spiega perché a questa siderale distanza dalla solitudine sia invece sempre più difficile, almeno per una volta, trovare parole oneste e gentili o almeno non false, non meschine.
Philip Larkin, Parlare a letto, da Le nozze di Pentecoste e altre poesie, Einaudi, 1969
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aliceisinchains · 2 years
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Ti fai leccare i piedi?
ah è un antico rito di buon auspicio, fatto con le persone del cuore e con cura porta abbondanza e riverenza
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rpallavicini · 2 years
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Chiese
Bonifacio Castellane su Twitter L’ultimo avamposto della Tradizione in Occidente è la Messa in rito antico. Parteciparvi è spiritualmente necessario per chiunque sia conscio di cosa sia il nutrimento spirituale. Indipendentemente dalla sua religione, dalle sue idee, dalle sue opinioni. Al che su Tumblr il buon Abr aggiunge: Anche se al proposito consiglio la partecipazione almeno una volta…
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sardies · 2 months
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A Villanova Monteleone tre giorni di festa per “Chenamos in carrela”
Villanova Monteleone. Tre giornate di festa per suggellare il valore dell’ospitalità rievocando un antico rito sociale da condividere con chiunque abbia piacere di scoprire le tradizioni, il buon cibo e le tipicità. Il 7, 8 e 9 agosto la comunità di Villanova Monteleone apre le sue porte ai visitatori per l’evento clou della 16ª edizione di “Chenamos in carrela”, che troverà il suo apice in una…
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Il card. Sandoval scrive al Papa in difesa del Rito antico
Il porporato messicano si rivolge al Pontefice in merito alle voci su un divieto definitivo di celebrare la liturgia tradizionale: «Non può essere un male ciò che la Chiesa celebra da secoli». Continue reading Il card. Sandoval scrive al Papa in difesa del Rito antico
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quartopiano · 3 months
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danieleneandermancini · 3 months
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VINO BIANCO IN URNA DI VETRO RINVENUTO IN TOMBA ROMANA A CARMONA, ANDALUSIA
VINO BIANCO IN URNA DI VETRO RINVENUTO IN TOMBA ROMANA A CARMONA, ANDALUSIA Un vino bianco di oltre 2.000 anni, di origine andalusa, è il vino più antico mai scoperto. Hispana, Senicio e gli altri quattro occupanti (due uomini e due donne, i cui nomi sono sconosciuti) di una tomba romana a Carmona, scoperta nel 2019, probabilmente non avrebbero mai immaginato che quello che per loro era un rito funerario sarebbe diventato un'importante...
Un vino bianco di oltre 2.000 anni, di origine andalusa, è il vino più antico mai scoperto. Hispana, Senicio e gli altri quattro occupanti (due uomini e due donne, i cui nomi sono sconosciuti) di una tomba romana a Carmona, scoperta nel 2019, probabilmente non avrebbero mai immaginato che quello che per loro era un rito funerario sarebbe diventato un’importante scoperta archeologica 2000 anni…
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FIDATI DEL BUIO ORA
Se sei perso.
Se nulla ha più un senso.
Se tutti i tuoi punti di riferimento
sono crollati.
Se la vecchia vita ora si sta sgretolando.
Se la mente è annebbiata, stanca, occupata.
Se l’organismo è esausto
e desidera riposare.
Festeggia.
Fidati.
È un rito di passaggio,
non un errore.
Stai guarendo
in un modo tutto tuo.
Ora contatta la terra.
Inspira.
Espira.
Fa spazio per gli ospiti:
La tristezza, il dubbio, la paura, la rabbia.
Un antico senso di vuoto -
Vogliono solo essere sentiti.
Vogliono solo attraversarti.
Sei un recipiente, non un sé separato.
Sei un cielo, non il clima di passaggio.
Una vecchia vita se ne sta andando.
Una nuova vita sta nascendo.
Gli altri potrebbero non comprendere.
Ma fidati comunque.
Festeggia.
Contatta la terra.
Jeff Foster
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