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Problemi con il sistema di riscaldamento nelle scuole. Analisi delle conseguenze e soluzioni per un ambiente scolastico ottimale. Zebo Khamdamova (supervisore del lavoro è Zilola Rozikova Tursunboyevna.)
I sistemi di riscaldamento nelle scuole rappresentano un elemento cruciale per garantire un ambiente educativo sicuro e confortevole.
I sistemi di riscaldamento nelle scuole rappresentano un elemento cruciale per garantire un ambiente educativo sicuro e confortevole. Tuttavia, molte scuole, specialmente in Uzbekistan, affrontano problemi persistenti legati a infrastrutture obsolete, manutenzione inadeguata e limiti di budget. Queste problematiche incidono negativamente sulla salute degli studenti, sulle prestazioni accademiche…
#aggiornamenti scolastici.#Alessandria#Alessandria today#ambiente scolastico#benessere scolastico#Chirchik state pedagogical university#clima scolastico#educazione sostenibile#educazione Uzbekistan#equità educativa#finanziamento infrastrutture scolastiche#Google News#HVAC#impatto salute scuole#infrastrutture scolastiche#innovazione scolastica#investimenti HVAC#investimenti scolastici#italianewsmedia.com#manutenzione riscaldamento#miglioramento scuole#modernizzazione infrastrutture#Pier Carlo Lava#prestazioni accademiche#problemi educativi#problemi energia scuole#problemi riscaldamento scuole#qualità aria scuole#riscaldamento energia solare#salute studenti
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Da sempre ho sostenuto che il riscaldamento globale è influenzato da fattori che vanno al di là dell'attività umana. La mia visione si basa sulla convinzione che le cause del cambiamento climatico siano legate all'attività solare anziché alle azioni dell'uomo.
Non esiste una “equazione del clima”, ovvero un metodo scientifico che possa stabilire con precisione l'impatto esatto delle attività umane sul clima. Tuttavia, è indiscutibile che dobbiamo affrontare con severità la questione dell'inquinamento globale per il bene di tutti noi.
Il riscaldamento globale è strettamente legato alla nostra fonte di energia e calore, ovvero il Sole. È l'attività della nostra stella madre che ha un impatto diretto sul clima terrestre. È difficile pensare che l'attività umana possa provocare gli stessi effetti del Sole, dato il ruolo predominante che quest'ultimo gioca nel plasmare il clima del nostro pianeta.
Sono dell'opinione che il nesso di causa-effetto tra attività umana e cambiamento climatico sia meno rilevante, poiché l'attività solare è di gran lunga predominante. Negli anni, infatti, ho sottolineato ripetutamente che l'asserzione che l'attività umana sia responsabile del surriscaldamento globale manca di una solida base scientifica. Attualmente non esiste un calcolo scientifico che possa supportare tale affermazione.
Antonio Zichichi
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EFFETTO SERRA: DUE PIÙ DUE NON FA QUATTRO!
Il pof. Howard Hayden, professore emerito della University of Connecticut, dove ha insegnato per 32 anni e i è occupato “da sempre” anche di sistemi energetici e di clima, campi ove ha ricca pubblicazione scientifica, compresa la newletter mensile The Energy Advocate, stronca il rapporto dell’IPCC, principale organo internazionale sul clima: ��Viola le leggi della fisica e, studiando il clima in modo ingenuo, ha creato una macchina multimiliardaria di cui beneficia. Tutto lascia pensare che la famigerata CO2 non c’entra nulla con l’effetto serra, il riscaldamento globale, e le variazioni climatiche.”. Ma, a proposito della climatologia, afferma di “non essere un climatologo” perché “I climatologi fanno previsioni sul clima futuro io invece applico i principi della fisica elementare per analizzare tali previsioni. La domanda che mi interessa è se le previsioni dell’IPCC violino le leggi della fisica.”.
E le violano, come evidenzia il grafico del bilancio termico che divulga, come quelli nelle due figure allegate, che è una schematizzazione degli scambi energetici globali espressi in Watt/m2. Nel grafico, come ho già evidenziato il 15 maggio, il 7 settembre e il 30 ottobre dello scorso anno, “sono indicate cose come quanta energia solare arriva sull’orbita terrestre, quanta viene riflessa dalla superficie del Pianeta, quanta dallo spazio. All’equilibrio, il calore irradiato nello spazio è uguale al colore al calore assorbito dal Sole, un bilancio necessario, altrimenti il pianeta si raffredderebbe o riscalderebbe indefinitivamente. Il grafico dimostra che gli scienziati che lo hanno costruito comprendono la legge di conservazione dell’energia e come calcolare la quantità di energia emessa dalla superficie terrestre. L’Ipcc ha prodotto cinque grafici del bilancio termico dal 1995 fino all’ultimo, nel sesto rapporto del 2021, noto come AR6, e tutti hanno un difetto comune: mancano di un ‘numero’ importante”. Sapete qual’è? Scommetto che non lo immaginate: “l’effetto serra!”. Già: “Il campo di competenza del IPCC è l’effetto serra, ma il numero mancante nei grafici del bilancio termico e quello dell’effetto serra!”. Chissà: forse pensano, come la maggior parte della popolazione, che l’effetto serra sia un fenomeno, non un numero.
Invece “L’effetto serra è una combinazione di molti e complessi fenomeni. Ma per gli scopi che interessano tutti noi, si riduce al fatto che la superficie del nostro pianeta emette radiazione infrarossa, di cui solo una parte va nello spazio. Fin dal primo rapporto l’IPCC ho notato che la radiazione verso lo spazio è solo il 60% di quella emessa dalla superficie, e sono rimasto ossessionato da quella cifra. Ma ora, nel rapporto AR6 l’IPCC si è accorto che l’effetto serra è la quantità netta di radiazione infrarossa assorbita dall’atmosfera, e si ottiene sottraendo la quantità di infrarossi emessi nello spazio esterno dalla quantità di infrarossi emessi dalla superficie terrestre. Ma la cosa non l’ha compresa fino in fondo tant’è che quel numero manca nella tabella di bilancio termico”. E sapete perché è necessario utilizzare una sottrazione invece che una percentuale? Anche in questo caso la risposta è semplice: “I nostri occhi non possono vedere le radiazioni infrarosse, ma se potessimo farlo vedremmo un bellissimo arcobaleno di colori. Ora, dell’arcobaleno di infrarossi che lasciano l’atmosfera verso lo spazio solo alcuni colori sono indeboliti: quelli che la CO2 e gli altri gas serra assorbono, mentre la radiazione degli altri colori passa indisturbata. Dire che la quantità complessiva di infrarossi e solo il 60% di quella emessa dalla superficie può essere corretto, ma ‘è inutile’. È molto più significativo dire che l’atmosfera ha sottratto selettivamente, parte di alcuni ‘colori’ di quell’arcobaleno.”.
“La sottrazione è una applicazione diretta della legge di conservazione dell’energia: le radiazione infrarosse emesse dalla superficie sono uguali al totale netto assorbito dall’atmosfera più il totale netto emesso nello spazio esterno: la legge di conservazione dell’energia è una legge di addizione e sottrazione. Non di moltiplicazione magica come il 60%. Quando c’è un aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, aumenta la quantità netta di infrarossi assorbiti di un particolare ‘colore’, che è il colore che assorbe la CO2, ma tutte le radiazioni infrarosse di colore diverso continuano ad attraversare l’atmosfera indipendentemente dalla quantità di CO2 presente. L’effetto serra è quel numero, indichiamolo con la lettera G, uguale alla differenza tra radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre (B) meno la parte di essa immessa nello spazio (A), e vale G=B-A=160 W/m2 (di cui 30 W/m2 sono dovuti alla CO2 naturale e il resto al bilancio termodinamico del sistema Pianeta-spazio), e questo numero manca in tutti i grafici del bilancio termico che l’lPCC ha pubblicato. Quando la concentrazione di CO2 sarà raddoppiata (forse nel 2100), esso sarà diventato, secondo l’IPCC, G=164 W/m2, o poco meno”, quindi l’effetto serra sarà aumentato di quasi il 2,5%.”.
Il problema, però, non è l’irrilevanza di quella percentuale. Infatti: ”Lo stesso IPCC ci informa che quel valore G=160 consente che la Terra sia più calda di 33 °C. Cioè, senza atmosfera la Terra sarebbe 33 °C più fredda di com’è ora. Perché mai appena 4 W/m2 in più, dovuti alle emissioni antropiche, su 160 W/m2 naturali, dovrebbero determinare un effetto tragico? È qui che casca l’asino!“. Infatti l’IPCC afferma che la temperatura della Terra aumenterebbe di 3,0 °C. Ma se così fosse, nell’equazione G=B-A la quantità di B (cioè la radiazione emessa dalla Terra) aumenterebbe perché aumenta la temperatura, la quantità A (cioè la radiazione immessa nello spazio) diminuirebbe (perché aumenta la CO2), e lo farebbe in modo tale che il nuovo valore di B -A risulterebbe non 164, ma almeno 180. Insomma: secondo l’IPCC, 164=180!”
Ne segue che l’IPCC ha commesso “qualche errore”, poiché “I calcoli non soddisfano la legge di conservazione dell’energia”.
L’IPCC ha cercato di ovviare a questa discrepanza, ma… “sbagliano ancora: si è inventato una sorta di ‘effetto valanga’ in base al quale afferma che più CO2 da combustibili fossili fa aumentare la temperatura la quale, a sua volta, fa aumentare l’emissione di altra CO2 disciolta negli oceani, fa aumentare il vapore acqueo (altro gas serra) in atmosfera e, sciogliendo il permafrost, fa aumentare l’immissione in atmosfera di metano (altro gas serra). Aumenti che, combinati assieme, fanno aumentare più la temperatura che, è a sua volta… etc., etc.”. Questo “effetto valanga” è provocato dall’aumento della temperatura, ma nell’ultimo mezzo milione d’anni la Terra ha subito diverse volte variazioni di temperatura dell’ordine di 10 °C e più senza che alcun effetto valanga si sia mai manifestato.”.
Invece: “Possiamo tranquillamente ipotizzare che la radiazione verso lo spazio rimanga costante senza essere influenzata dalla variazione della concentrazione di CO2. Punto. E che la temperatura della Terra può aumentare se la Terra assorbe più energia solare. E questo può accadere o perché diminuisce l’albedo (potere riflettente di una superficie), o perché aumenta la quantità di luce solare che raggiunge l’orbita. Senonché tutti i modelli dell’IPCC affermano che l’albedo aumenta se aumenta la CO2. Ma, se così fosse, l’unica spiegazione per l’aumento della temperatura sarebbe l’aumento della radiazione che arriva dal Sole all’orbita terrestre. Però l’IPCC si ostina a non voler considerare questa possibilità: studiano il clima in modo ingenuo e hanno creato l’industria multimiliardaria della crisi climatica, della quale traggono benefici”.
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Aumento gas serra e fallimento della lotta al climate change
Così i nuovi giacimenti di oil&gas fanno fallire la lotta al climate change. Rapporto Global Energy Monitor: l’industria del settore aumenta la produzione nonostante l’impegno globale ad abbandonare i combustibili fossili Allontanarsi dai combustibili fossili in modo ordinato ed equo»: è il sofferto accordo raggiunto dalla Conferenza Onu sul clima di Dubai, la Cop28 di fine del 2023. Non è tuttavia quello che accade, anzi. Secondo i dati diffusi il 28 marzo dal Global Energy Monitor, «lo scorso anno i produttori di petrolio e gas hanno scoperto e dato luce verde allo sfruttamento dell’equivalente di tutte le riserve di greggio accertate in Europa» ed entro la fine del decennio i valori saranno «quadruplicati». Nuovi giacimenti Mentre gli investimenti in eolico e solare accelerano, ma faticano a tenere il passo necessario per la transizione verde; mentre in Europa la spinta del Green Deal cede sotto le resistenze delle lobby; la produzione di combustibili fossili avanza, nonostante «il consenso scientifico sul fatto che lo sviluppo di nuovi giacimenti sia incompatibile con l’obiettivo di frenare l’aumento delle temperature globali a 1,5 gradi» a fine secolo, scrive Scott Zimmerman, autore del report di Global Energy Monitor. Secondo i dati del rapporto, almeno venti giacimenti di petrolio e gas hanno raggiunto lo stadio finale di autorizzazione nel 2023, sancendo l’estrazione di otto miliardi di barili di petrolio equivalente (Boe). Entro la fine del decennio, si dovrebbe raggiungere quota 31,2 miliardi di Boe, in 64 nuovi giacimenti. La crisi energetica innescata dall’invasione russa dell’Ucraina ha consegnato nuovi argomenti al settore oil&gas. Cina e India continuano a spingere addirittura sul carbone, la più sporca delle fonti fossili, per soddisfare la loro fame di energia. Iea: basta pozzi
Una piattaforma petrolifera in Messico Già nel 2021, l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha avvisato che non c’è spazio per nuovi giacimenti di petrolio e gas negli scenari di transizione ecologica coerenti con il tetto di 1,5 gradi, oltre il quale gli effetti del cambiamento climatico accelerano e diventano sempre più catastrofici (anche dal punto di vista economico) e sempre meno reversibili. E secondo l’International Institute for Sustainable Development (Iisd), «molteplici modelli climatici ed energetici mostrano che lo sviluppo di nuovi giacimenti di petrolio e gas è incompatibile» con la lotta al riscaldamento globale. Secondo il percorso di azzeramento delle emissioni nette di gas serra, messo a punto dalla Iea (aggiornato a settembre 2023), il consumo di petrolio e gas scende rispettivamente del 23% e del 18% entro il 2030 e di oltre il 75% nel 2050, rispetto ai livelli del 2022. Negli ultimi due anni, sottolinea il Global Energy Monitor, sono invece stati annunciati 50 nuovi progetti oil&gas e per 45 è stata presa la decisione finale sfruttamento. Le aziende coinvolte prevedono che alcuni giacimenti saranno operativi entro un anno o due, ma storicamente, spiega il report, servono in media undici anni per passare dalla scoperta alla produzione. Se questo trend sarà confermato, molti dei progetti annunciati non entreranno in produzione prima del 2030, mettendo una serie ipoteca sull’obiettivo di ridurre la dipendenza del sistema energetico globale dai combustibili fossili, i maggiori responsabili delle emissioni di gas serra. Sud America e Africa sono al centro delle recenti attività di esplorazione, mentre quattro Paesi che fino a poco fa avevano una produzione scarsa o nulla, Cipro, Guyana, Namibia e Zimbabwe, ora rappresentano oltre un terzo dei volumi che i produttori sperano di sfruttare. Gas serra e temperature record Le cinque maggiori compagnie del settore - Shell, BP, Chevron, ExxonMobil e TotalEnergies - hanno accumulato profitti per oltre 261 miliardi di euro in due anni, secondo un rapporto di Global Witness. Intanto, le emissioni di gas serra del settore energetico, anziché scendere, non fanno che aumentare (+1,1% nel 2023 secondo la Iea) e si assottiglia sempre più il carbon budget, vale a dire la quantità di anidride carbonica che si può immettere in atmosfera prima che il global warming infranga il tetto di 1,5 gradi. E se lo scorso anno è passato agli archivi come il più caldo della storia, il 2024 si candida a batterlo: febbraio 2024 è stato il nono mese consecutivo a superare ogni record per temperature medie di periodo, che negli ultimi 12 mesi sono state di oltre 1,5 gradi più alte rispetto all’era pre-industriale, come rileva l’Osservatorio Ue sul clima, Copernicus. Read the full article
#cambiamentoclimatico#carbonbudget#climatechange#conferenzaonu#Copernicus#GlobalEnergyMonitor#GlobalWitness#Oil&gas#riscaldamentoglobale
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I nuovi trend della sostenibilità
La sostenibilità è un tema che sta diventando sempre più importante, sia dal punto di vista ambientale che economico. I consumatori sono sempre più attenti ai prodotti e ai servizi sostenibili, e le aziende stanno investendo in tecnologie e processi produttivi sostenibili. Ecco alcuni dei nuovi trend della sostenibilità che stanno emergendo: La circolazione dei materiali: si sta passando da un modello lineare, in cui i materiali vengono estratti, utilizzati e poi smaltiti, a un modello circolare, in cui i materiali vengono utilizzati più volte, riducendo gli sprechi e l'impatto ambientale. L'economia circolare: si tratta di un modello economico che si basa sul principio della circolarità dei materiali. L'obiettivo è ridurre al minimo l'uso di risorse e l'impatto ambientale. L'agricoltura sostenibile: si tratta di un modello di agricoltura che mira a ridurre l'impatto ambientale dell'agricoltura. L'obiettivo è produrre cibo in modo sostenibile, preservando l'ambiente e le risorse naturali. L'energia rinnovabile: si tratta di un'energia che viene prodotta da fonti naturali, come il sole, il vento, l'acqua e la biomassa. L'obiettivo è ridurre la nostra dipendenza dalle fonti di energia non rinnovabili, come il petrolio e il carbone, che hanno un impatto negativo sull'ambiente. La decarbonizzazione: si tratta del processo di riduzione delle emissioni di carbonio. L'obiettivo è ridurre l'impatto del riscaldamento globale. Questi trend sono in continua evoluzione, e stanno avendo un impatto significativo su diversi settori, tra cui: L'industria: le aziende stanno investendo in tecnologie e processi produttivi sostenibili, per ridurre il loro impatto ambientale. I servizi: le aziende stanno offrendo prodotti e servizi sostenibili, per soddisfare le esigenze dei consumatori sempre più attenti alla sostenibilità. Il commercio: i consumatori stanno sempre più scegliendo prodotti e servizi sostenibili, e questo sta spingendo le aziende a offrire un'offerta più sostenibile. I nuovi trend della sostenibilità stanno creando nuove opportunità, ma anche nuove sfide. Le aziende che sapranno adattarsi a questi cambiamenti saranno in grado di prosperare nel prossimo futuro. Ecco alcuni esempi concreti di come questi trend si stanno già concretizzando: Nel settore dell'industria, alcune aziende stanno investendo in tecnologie di produzione ad alta efficienza energetica, come l'automazione e l'intelligenza artificiale. Altre aziende stanno passando a fonti di energia rinnovabili, come l'energia solare e l'energia eolica. Nel settore dei servizi, alcune aziende stanno offrendo prodotti e servizi sostenibili, come prodotti alimentari biologici, energia rinnovabile e trasporti pubblici. Altre aziende stanno investendo in progetti di sostenibilità, come la riforestazione o la protezione dell'ambiente. Nel commercio, le aziende stanno sempre più offrendo prodotti e servizi sostenibili, per soddisfare le esigenze dei consumatori sempre più attenti alla sostenibilità. Ad esempio, molti supermercati stanno offrendo prodotti alimentari biologici e a km zero. I nuovi trend della sostenibilità stanno avendo un impatto significativo sulla nostra società e sul nostro pianeta. È importante essere informati su questi trend, per poterli comprendere e contribuire al loro sviluppo. Read the full article
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Gas naturale liquefatto: una risorsa energetica versatile e in crescita
Il gas naturale liquefatto (GNL) è una forma di gas naturale che è stata raffreddata a una temperatura di -161,5 °C, a cui si riduce di circa 600 volte il suo volume. Questa caratteristica lo rende molto più facile da trasportare e stoccare rispetto al gas naturale allo stato gassoso, che è un gas compresso a circa 200 atmosfere. Il GNL è costituito principalmente da metano, con una piccola percentuale di altri idrocarburi, come etano, propano e butano. È una fonte di energia pulita e versatile, che può essere utilizzata per generare elettricità, alimentare centrali termiche, produrre fertilizzanti e combustibili per autotrazione. Vantaggi del Gas naturale liquefatto Il GNL presenta numerosi vantaggi rispetto ad altre fonti di energia, tra cui: - Efficienza nel trasporto e nello stoccaggio: Il GNL è molto più facile da trasportare e stoccare rispetto al gas naturale allo stato gassoso, riducendo i costi di trasporto e i rischi di incidenti. - Emissioni ridotte: Il GNL produce meno emissioni di gas serra rispetto al carbone e al petrolio, rendendolo una fonte di energia più sostenibile. - Versatile: Il GNL può essere utilizzato per una varietà di applicazioni, tra cui la generazione di elettricità, il riscaldamento domestico e la produzione di fertilizzanti e combustibili per autotrazione. Sviluppi recenti La domanda di GNL è in forte crescita a livello globale, a causa della crescente domanda di energia e della necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento. In particolare, il GNL è diventato una fonte di energia importante per i paesi asiatici, che stanno investendo in nuove infrastrutture per importarlo. In Italia, la domanda di GNL è in aumento, soprattutto per la produzione di energia elettrica. Il paese ha recentemente inaugurato il suo primo rigassificatore, situato a Porto Empedocle in Sicilia. Prospettive future Si prevede che la domanda di GNL continuerà a crescere nei prossimi anni, a causa della crescente domanda di energia e della necessità di ridurre le emissioni di gas serra. Il GNL è destinato a diventare una fonte di energia sempre più importante, in grado di soddisfare la crescente domanda di energia in modo sostenibile. Critiche al GNL Il GNL è stato criticato per il suo impatto ambientale, in particolare per le emissioni di metano. Il metano è un gas serra molto potente, con un potenziale di riscaldamento globale 86 volte superiore a quello della CO2. Tuttavia, è importante notare che le emissioni di metano dal GNL sono in realtà inferiori a quelle del gas naturale allo stato gassoso. Questo perché il GNL viene trasportato e stoccato a temperature molto basse, che riducono le perdite di metano. Inoltre, il GNL può essere utilizzato per produrre energia da fonti rinnovabili, come l'energia solare e eolica. In questo modo, il GNL può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e a promuovere la transizione verso un'economia a basse emissioni. In copertina foto di Andreas Lischka da Pixabay Read the full article
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ESCo: Energy Service Company
Al giorno d’oggi, ridurre l’impatto ambientale e favorire lo sviluppo sostenibile è una priorità globale e, tra le tante soluzioni possibili, hanno un ruolo fondamentale le ESCo, acronimo di Energy Service Company, ovvero aziende specializzate nella fornitura di servizi energetici. Si tratta di una prestazione equiparabile al leasing, in cui il cliente firma un contratto con la ESCo, con il quale paga il risparmio legato alla prestazione energetica alla Energy Service Company per l’utilizzo di impianti di cui non acquisisce direttamente la proprietà. L’obiettivo è quello di incrementare l’efficienza energetica e ridurre i consumi di energia nelle imprese, negli edifici pubblici e privati e nelle strutture industriali.
I benefici che una ESCo può offrire
Le ESCo offrono numerosi benefici, a vantaggio sia dei clienti che dell’ambiente:
Implementano soluzioni per ridurre i consumi, consentendo in questo modo di ottenere risparmi significativi sulle bollette, ma anche di rendere più sostenibili le imprese;
Analizzano i consumi e propongono diversi modi per migliorare l’efficienza dei sistemi di illuminazione, riscaldamento e condizionamento dell’aria, aumentando la produttività;
Promuovono l’utilizzo di fonti rinnovabili (energia solare, eolica o idroelettrica), attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici o con la partecipazione a progetti di Comunità Energetiche, e consentono ai clienti di ridurre la loro dipendenza dai combustibili fossili;
Si occupano della gestione e della manutenzione continua degli impianti.
Powersol Benefit come ESCo
Powersol Benefit S.r.l. si presenta come Società di Servizi Energetici e si pone l’obiettivo di abbattere il fabbisogno di energia e di ridurre le emissioni in atmosfera, grazie ai sistemi di efficientamento energetico quali impianti fotovoltaici, impianti ad alto contenuto tecnologico e termostatici e impianti di contabilizzazione del calore. Per il cliente non ci sono rischi tecnici e finanziari, poiché il corrispettivo riconosciuto alla ESCo dipende dai risparmi ottenuti: più il cliente risparmia, più è alto il guadagno della ESCo.
Questa è una soluzione che comprende numerosi servizi:
La progettazione e la gestione di un sistema di gestione dell’energia, di diagnosi energetica e di monitoraggio;
L’assunzione del ruolo di terzo responsabile, Powersol Benefit S.r.l. – Gestione Calore – Servizio Energia – Energia da Fonti Rinnovabili;
La conduzione e manutenzione ordinaria e straordinaria di impianti elettrici e termici, effettuata con personale qualificato avente patentino di abilitazione;
La riqualificazione degli impianti, consistente nell’insieme degli interventi e delle attività necessarie al miglioramento dell’efficienza, del comfort e alla messa a norma degli impianti elettrici e termici, motivato dal risparmio economico e/o dal rispetto normativo.
Conclusioni
In un’epoca in cui l’urgenza di combattere i cambiamenti climatici è sempre più impellente, le ESCo svolgono un ruolo fondamentale nella promozione dell’efficienza energetica e della sostenibilità e rappresentano un elemento chiave nel processo di transizione energetica in corso, supportando gli utenti nella riduzione dei consumi, nel risparmio economico e nella realizzazione di una società a basse emissioni.
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Doccia con pannello solare: una soluzione sostenibile per l'Italia
L'Italia, nota per la sua ricca cultura, i paesaggi pittoreschi e l'architettura storica, è anche rinomata per il suo impegno per la sostenibilità e l'energia rinnovabile. Negli ultimi anni, il Paese ha compiuto passi da gigante nella promozione delle fonti energetiche pulite e una soluzione innovativa che ha guadagnato popolarità è l'installazione di pannelli solari per le docce. Sfruttando l'abbondante luce solare che abbellisce l'Italia, questa alternativa ecologica offre numerosi vantaggi sia per le persone che per l'ambiente.
Una doccia con un sistema di pannelli solari funziona utilizzando la tecnologia fotovoltaica (FV) per convertire la luce solare in elettricità. Questi pannelli sono tipicamente installati sul tetto o sulle pareti di un edificio, rivolti verso il sole per massimizzare l'assorbimento di energia. L'elettricità generata viene poi utilizzata per riscaldare l'acqua per le docce, riducendo la dipendenza da fonti energetiche tradizionali come il gas o l'elettricità.
L'adozione di docce a energia solare in Italia si allinea perfettamente con gli ambiziosi obiettivi di energia rinnovabile del Paese. L'Italia ha perseguito attivamente una transizione energetica sostenibile, con l'obiettivo di generare il 55% della sua elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030. Integrando i pannelli solari nelle attività quotidiane come la doccia, le persone contribuiscono a questo obiettivo nazionale raccogliendo anche benefici personali.
Uno dei principali vantaggi di una doccia a energia solare è il suo notevole impatto ambientale. I metodi tradizionali di riscaldamento dell'acqua contribuiscono alle emissioni di carbonio, all'inquinamento atmosferico e all'esaurimento delle risorse naturali. Tuttavia, le docce solari producono energia pulita e rinnovabile senza rilasciare gas serra nocivi. Riducendo la dipendenza dai combustibili fossili, l'Italia può compiere grandi passi avanti nella mitigazione dei cambiamenti climatici e nel preservare i suoi splendidi paesaggi per le generazioni future.
Oltre ad essere rispettose dell'ambiente, le docce solari offrono anche vantaggi economici. Sebbene l'investimento iniziale possa richiedere alcuni costi iniziali, i risparmi a lungo termine possono essere sostanziali. L'energia solare è gratuita e, una volta installato il sistema, i proprietari di case possono beneficiare di bollette energetiche ridotte poiché sfruttano la potenza del sole per riscaldare l'acqua. I generosi incentivi italiani e le normative favorevoli per gli impianti solari incentivano ulteriormente i proprietari di case ad adottare questa soluzione sostenibile.
Inoltre, le docce solari promuovono l'indipendenza energetica e la resilienza. L'Italia gode di una notevole quantità di sole durante tutto l'anno, in particolare nelle regioni meridionali. Utilizzando i pannelli solari per le docce, le famiglie diventano meno dipendenti dalla rete elettrica nazionale, migliorando la loro autosufficienza e riducendo la vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi dell'energia e alle interruzioni della fornitura.
L'integrazione delle docce a energia solare va oltre le proprietà residenziali. Anche hotel, resort e altre strutture ricettive in Italia hanno abbracciato questa soluzione sostenibile. Offrendo agli ospiti l'opportunità di godere di acqua calda alimentata dal sole, queste strutture dimostrano il loro impegno per la tutela dell'ambiente e attirano viaggiatori attenti all'ambiente che danno la priorità alla sostenibilità.
Per incoraggiare l'adozione diffusa delle docce solari, il governo italiano ha introdotto vari incentivi e programmi di sostegno. Queste iniziative forniscono assistenza finanziaria, agevolazioni fiscali e processi di autorizzazione semplificati, rendendo più facile per le persone e le imprese investire in sistemi di pannelli solari. Inoltre, il governo promuove campagne di sensibilizzazione pubblica per educare i cittadini sui vantaggi delle energie rinnovabili e incoraggiare pratiche sostenibili.
In conclusione, fare la doccia con i pannelli solari in Italia rappresenta un passo significativo verso un futuro più sostenibile. Sfruttando l'abbondante luce solare, gli individui e le aziende possono ridurre la loro impronta di carbonio, diminuire i costi energetici e contribuire agli obiettivi di energia rinnovabile dell'Italia. L'adozione di docce solari non solo avvantaggia l'ambiente, ma rafforza anche l'indipendenza energetica e la resilienza. Mentre l'Italia continua ad essere all'avanguardia nell'adozione di energia rinnovabile, l'integrazione dei pannelli solari nelle attività quotidiane come la doccia funge da brillante esempio per le altre nazioni da seguire.
Per maggiori informazioni:-
doccia con pannello solare
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Una designer israeliana ha creato il tessuto fotovoltaico che cattura e immagazzina l’energia solare e la rende disponibile in forma di elettricità #tessutofotovoltaico #anaigreen #riscaldamentoclimatico #lumiweave #israele #energiasolare #telaviv
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AVEVO CHIESTO GLI ZOMBIE E M’HANNO MANDATO IL COVID, HO DI NUOVO CHIESTO GLI ZOMBIE E ORA MI MANDANO GLI SPETSNATZ
Lo ammetto: c’è una irrefrenabile nonché insopita (e infantile) parte di me che lavora incessantemente in background per prepararsi alla guerra ed elaborare tutte le strategie di sopravvivenza nel malaugurato caso in cui il tizio col colbacco decidesse di spostare i carrarmatini rossi nella Kamcatka in Ucraina.
Non c’è bisogno che mi parliate di morte, sofferenza e fame... v’ho detto che è quella parte irrefrenabile, insopita e soprattutto infantile di me che parla, o meglio, che pensa, la stessa che qualche giorno fa consolava una tamblera terrorizzata dal terremoto a pochi chilometri da casa nostra consigliandole dove tenere gli scarponi per la fuga notturna e cosa mettere dentro allo bug-out bag 72h.
Il grosso problema è che questa volta siete sareste tutti fottuti.
Il tipo di scenario che si sta profilando all’orizzonte (e che probabilmente si risolverà, (di)spero, in una eterna gara di righelli accostati ai piselli per gareggiare a chi ce l’ha più grosso) non è tra quelli di tipo ‘outbreak’ per cui dovete resistere un tot di giorni e poi ritorna la normalità ma di tipo ‘wear&tear’, dove la normalità a cui siete abituati peggiora in modo più o meno veloce ma implacabilmente.
Diciamo, intanto, che questa volta il cavo oceanico con dentro l’internet è dalla parte giusta del conflitto
quindi se nessun informatico s’è fatto venire un’ischemia e mi sta rebloggando indignato per smentirmi, in caso di invasione dell’Ucraina da parte della Russia e successiva risposta da Usa&Co, credo che potrete continuare a usare IG per farvi i selfie in mimetica.
Il grosso problema è che le nostre mucche non scorreggiano abbastanza.
Dietro all’annoso e iperpoliticizzato problema del nucleare italiano ci sta una questione di indipendenza energetica che sullo scacchiere geopolitico mondiale ci rende completamente sudditi per la produzione di energia elettrica, dove tutto si riduce al fatto che non abbiamo sufficienti fonti interne di combustibile (principalmente gas) per propellere le centrali termoelettriche
(agevolo una foto didattica per quelli che, come me, pensavano che l’elettricità venisse evocata da un pentacolo magico).
Tutti i metodi alternativi alle classiche centrali termoelettriche - centrali nucleari da una parte ed eolico, solare e idroelettrico dall’altra - sono insufficienti a coprire il fabbisogno (6% da gas ‘italiano’ estratto e da biomassa, 7% da eolico, 8% da solare, 15% da idroelettrico e... 0% dal nucleare) e quindi dobbiamo acquistare altrove il restante 64% di propellente.
Certo, se avessimo centrali nucleari nostre il problema non si porrebbe (o meglio, si sposterebbe sull’acquisto del materiale fissile e sulle spese di smaltimento... per non parlare del fatto che geograficamente e culturalmente non siamo il popolo più adatto ad averne) ma tanto per queste che per le centrali ‘green’ di energia eolica, fotovoltaica e idroelettrica, ci vuole TEMPO per progettazione e costruzione (decine di anni) e le scelte politiche che sono state fatte in passato ci hanno fatti arrivare a non averne più a disposizione.
E spero siate consapevoli che avere i pannelli fotovoltaici sul tetto vi rende energicamente indipendenti ma manco per il cazzo.
Tornando alle nostre fantasie di sopravvivenza, sembra che se anche il capo supremo del KGB decidesse di chiudere il tanto citato da ogni TG ‘rubinetto del gas’ verso l’Europa, in ogni caso ci sarebbero canali suppletivi che andrebbero a integrare il fabbisogno interno (li pagheremo con carpaccio di culo ma vabbe’) e io dico per fortuna, visto che un ipotetico Bug Out Bag 72h non potrebbe contenere il necessario per scaldarvi e cucinare nel lungo periodo.
Fortuna voglia che stiamo uscendo dall’inverno ma la maggior parte di voi vive in ambiente metropolitano o comunque urbano, dove non è concepibile scaldare la casa e cucinare col fuoco né tantomeno avere scorte di legna per farlo.
Considerate che sebbene quest’anno io abbia tenuto acceso il riscaldamento a gas (al minimo, per questioni di risparmio) per riscaldare il piano terra di casa mia (100 mq) fino ad oggi ho consumato 15 QUINTALI DI LEGNA (su 30 della mia scorta). Non sono molti per chi conosce questo tipo di riscaldamento e sicuramente se avessi avuto una stufa e non un camino (dove la dispersione del calore è maggiore) ne avrei consumata senza dubbio meno MA SONO UNA QUANTITÀ DI LEGNA CHE IN TERMINI DI SPAZIO O DI APPROVVIGIONAMENTO QUASI NESSUNO DI VOI SI POTREBBE PERMETTERE.
Inoltre ho un bosco di proprietà che potrebbe fornirmene 50 volte tanto. E due cisterne con 2000 litri di acqua potabile e un pozzo con 20.000 litri di capienza (ricordate che l’acqua vi arriva in casa grazie alla pressione in caduta da quelle torri a fungo - dette piezometriche - ma lì in cime ci arriva per mezzo di pompe alimentate da energia elettrica)
E il cibo?
Certo, ho una bella scorta di razioni speciali, conserve casalinghe e scatolette ma tutto è stato pensato per gli zombie, non per un progressivo deterioramento dei canali di approvvigionamento nel lungo periodo... e anche se io sono più ‘dotato’ di spazio e possibilità della maggioranza di voi, l’autosussistenza alimentare grazie a capre, galline e orto è un tipo di utopia survivalista che i nostri nonni e bisnonni ben sanno quanto costa e con cosa la si paga.
Quindi attenzione quando sentirete la terra tremare e l’aria incendiarsi, perché dopo il silenzio e gli avvoltoi senza pietà, arriverò io a fottervi la Manzotin.
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Mercoledì, annunciando il REPowerEU, (la Commissione Europea) ha dato mostra della solita futile verbosità: previsione di uno stoccaggio minimo (di gas), da imporsi agli Stati membri, ma con comodo (“entro aprile una proposta legislativa”); “un nuovo quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato atteso per data da destinarsi; “ulteriori orientamenti, che confermano la possibilità di regolamentare i prezzi in circostanze eccezionali”, ma che la Commissione si riserva di valutare uno ad uno (cioè di tetto ai prezzi del gas non se ne parla proprio); un generico impegno a valutare “vantaggi e svantaggi dei meccanismi alternativi di tariffazione”. La ciccia si limiterebbe a “due pilastri … diversificare gli approvvigionamenti di gas … ridurre più rapidamente l’uso dei combustibili fossili”, il che consentirebbe – secondo loro – di “ridurre di due terzi la domanda dell’Ue di gas russo entro la fine dell’anno”, cioè dal 45 per cento attuale al 15 per cento. Poi uno va a vedere le tabelle allegate e ci trova scritto che dei 100 miliardi di metri cubi di gas fossile che la Ue è sicura di poter non importare dalla Russia a partire da fine del 2022: 50 vengono da acquisto di gas liquido LNG, 14 dall’“abbassare di 1°C il termostato per il riscaldamento degli edifici”, 20 da nuovi impianti eolici e solari … a partire da fine del 2022. Il mitico pagliaccio olandese detto Timmermans c’ha pure lo slogan “passare alle fonti rinnovabili alla velocità della luce”. Sipario. Sicché non c’è nemmeno la ciccia: REPowerEU è un nulla, un niente, un villaggio Potëmkin, un monumento al facite ammuina. E non manca la doppia beffa finale. Per l’Ucraina: “la Ue è pronta a dare sostegno per assicurare energia affidabile e sostenibile” … biogas sotto i bombardamenti. Per Draghi: si lavorerà “sulla base dell’ampio lavoro già svolto sui piani nazionali per la ripresa e la resilienza” … usa lo Ngeu che c’è già, se sei capace.
https://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/draghi-a-bruxelles-per-fare-lamericano-coi-soldi-tedeschi-ma-dovra-spicciarsi-a-trovare-unalternativa/
Non vogliamo più gas dai russi nel prossimo inverno, cioè dobbiamo rimpiazzare la metà del nostro fabbisogno; ci dice l’Europa che un quarto del nostro fabbisogno totale, metà di quello mancante, arriverà via LNG: si ma e i rigassificatori dove stanno?
Andrà a finire che quel 25+5% = 30% del gas mancante lo recupereranno imponendo meno TRE gradi di riscaldamento (peccato che il 75% dei consumi di gas sia industriale, ma questo non conta per Draghi che di economia reale nulla sa). Sempre ammesso che ci sia quel 20% IN PIU’ di eolico e solare, hahahah.
Quanto ai fondi europei da utilizzare alla bisogna: oramai è andata, il governo ha stilato una lista della spesa obsoleta oltre che ridicola, tutta Salerno-Reggio Calabria e transizioni energetiche, peraltro non agibili per le burocrazie ovviamente mai modificate, invece di cercar sicurezza di FONTI e alternative negli approvvigionamenti.
Patetici ministeriali, ridicoli impreparati quanto quelli che facevano le ispezioni della Banca d’Italia in MPS o BP Vicenza. (l’esempio non è casuale, a proposito di KOMPETENZEH).
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🌎🌍🌏 Memo Ambiente 🌎🌍🌏
Ci ho messo un po' quindi mi sembra giusto pubblicare, per quanto siano consigli facilmente reperibili e io ci abbia aggiunto poco di mio. Per la questione "non abbiamo noi il potere in mano, non possiamo farci niente", io rispondo "agite su cosa potete, credete nella possibilità di migliorare". Non approvo questa dilagante mancanza di spirito di iniziativa. Nessuno chiede di immolarsi per la causa o di studiare la nostra società a livello globale per trovare a tutti i costi il modo definitivo per risolvere la situazione. Si tratta di trovare quegli accorgimenti nella vita quotidiana adatti a perlomeno contenere i danni. Perché riguardo il cambiamento climatico il problema di questo pianeta siamo noi, tutti i giorni, non solo ogni tanto.
Al supermercato- 1) Usare buste riutilizzabili e lavabili. 2) Quando possibile, preferire un formato più grande per un prodotto alimentare, perché spreca meno materiale di imballaggio rispetto a una confezione più piccola. Il giusto formato è quello che entra fisicamente in casa(in frigorifero, in freezer, in dispensa..) e che viene consumato al ritmo ideale per non far perdere l'alimento. 3) Sapere più o meno quanti e quali macro- e micronutrienti acquistare, come anche essere in grado di equiparare gli alimenti, permette di ottimizzare spesa e alimentazione già dal carrello del supermercato. 4) Controllare casa e scrivere una lista della spesa è sempre buona cosa per distinguere le necessità dai desideri. 5) Premetto che sono vegetariano. Da vegetariano vi dico che non dovete smettere di mangiare carne, soprattutto se non sapete cosa state facendo. Ma: comprare meno carne. Viene caldamente consigliato seguire un'alimentazione varia, che andrebbe già seguita a priori per la salute.
Altri acquisti- 1) Non comprare indumenti e calzature se non ne è previsto un utilizzo regolare. Il discorso può essere esteso a tutti gli oggetti. 2) Limitare le edizioni fisiche dal settore dell'intrattenimento, vista la crescente possibilità di reperire in digitale(punto dolente per il sottoscritto). 3) Comprare ricariche di detergenti e detersivi se in possesso di dispenser funzionanti.
Tecnologia- 1) Spegnere luci e dispositivi elettronici quando inutili, ricordare di staccarli dalla presa di corrente se possibile. 2) Non accendere impianti di riscaldamento/raffreddamento se non necessario o se evitabile, usarli nella maniera corretta(banalmente tenerne uno acceso con le finestre aperte non ha senso). 3) Non usare la macchina quando ha senso farne a meno; ricordarsi di tenerla in buono stato e di fare un corretto uso delle marce. 4) Non prendere l'aereo se possibile. 5) Preferire batterie ricaricabili a batterie monouso. 6) Tenere in modo ordinato e pulito le memorie dei vostri dispositivi, gli spazi di archiviazione, le caselle di posta elettronica.
Raccolta differenziata: 1) Conoscere la raccolta differenziata del proprio comune e metterla in atto anche quando fa fatica. 2) Raccogliere gli oli esausti e conferirli nel modo giusto. 3) I medicinali scaduti hanno una propria via di smaltimento. 4) Batterie e dispositivi elettronici devono essere conferiti in modo consono. Per legge comprando un nuovo dispositivo elettronico i rivenditori devono garantire il ritiro dei RAEE, in rapporto 1 a 1. Comprando un televisore nuovo, potete richiedere il ritiro di quello vecchio.
Dosaggio- 1) Saper dosare l'acqua ai rubinetti e ottimizzarne l'uso. Ad esempio, non aprire l'acqua al massimo per sciacquare una posata. Lavando i piatti, lo sporco incrostato se bagnato e lasciato inumidire viene via più facilmente. 2) Fare installare in bagno sciacquoni proporzionati. 3) Usare la cottura passiva. 4) Sfruttare l'accensione del forno il più possibile creando una coda di cottura se serve, in modo da non perdere energia senza motivo. 5) Usare in modo proporzionato detersivi e detergenti.
Riciclaggio e regole anti consumismo sfrenato- 1) In generale portare a fine vita i propri oggetti, smaltendoli poi nel modo corretto. 2) Usare un oggetto inutilizzato per soddisfare un bisogno che in teoria non dovrebbe soddisfare. 3) Comprare nuovi dispositivi solo avendo dei buoni motivi per farlo, mettendosi nell'ottica di fare veri e propri investimenti a lungo termine, preferendo dispositivi certificati con una buona efficienza energetica.
Acqua- 1) Valutare l'idea di bere l'acqua dei rubinetti casalinghi o di andare a prenderla ai fontanelli pubblici.
Strutturali- 1) Adoperarsi per migliorare l'efficienza energetica delle abitazioni. 2) Usare le energie rinnovabili, per esempio sfruttando l'energia solare dove possibile e conveniente.
Alle urne e opinione pubblica- 1) Non votare chi crede che il cambiamento climatico non esista, a prescindere. 2) Parlare di ambiente, dimostrare nei fatti di tenerci. Il modo più semplice per convincere chi non capisce è mostrare direttamente. 3) Puntare sempre sulla ricerca.
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Buone notizie dalla Germania! Ormai i responsabili delle industrie sono alla disperazione; prezzi dell'energia alle stelle causa mancanza di generazione rinnovabile e massicce importazioni dai Paesi di confine. Paesi di confine che, causa carenze determinate dalla potenza assorbita proprio dalla Germania, vedono la loro energia elettrica schizzare alle stelle. Un cane che si morde decisamente la coda e senza vie di uscita, mentre sembrano ancora adesso profetiche le espressioni di Rafael Mariano Grossi, leader della IAEA: "La Germania non potrà fare a meno del nucleare, diversamente conoscerà lo spopolamento industriale". Intanto la società tedesca, il popolo, è in rivolta per i costi insostenibili dell'energia elettrica. Energiewende? Wendefumo...
Dal 2 all'8 novembre e dal 10 dicembre al 13 dicembre, l'approvvigionamento elettrico della Germania da energie rinnovabili è crollato a causa di una tipica situazione climatica invernale con una pausa del vento e un irraggiamento solare minimo che ha portato a carenze di approvvigionamento, elevate importazioni di elettricità e prezzi dell'elettricità alle stelle.
A volte, è stato necessario importare oltre 20.000 MW (20 GWe, pari a 20 reattori nucleari di medio-elevata potenza), più di un quarto del fabbisogno elettrico della Germania. I prezzi dell'elettricità sono aumentati di dieci volte (93,6 €ct/kWh).
https://t32b8e15b.emailsys1a.net/c/200/7972759/1101/0/11169274/5390/530680/08d47d514b.html
Le aziende che non avevano contratti a lungo termine hanno dovuto cessare la produzione. Wolfgang Große Entrup, amministratore delegato dell'Associazione tedesca dell'industria chimica (VCI): "È una situazione disperata. Le nostre aziende e il nostro paese non possono permettersi una produzione in condizioni di solo bel tempo. Abbiamo urgente bisogno di centrali elettriche che possano intervenire ed operare in sicurezza".
l motivo: il governo di coalizione a guida socialista/verde e i precedenti governi Merkel avevano dismesso 19 centrali nucleari (il 30% della domanda di elettricità della Germania) e 15 centrali a carbone sono state disconnesse dalla rete solo il 1° aprile 2023. Sono 4,35 miliardi di euro di denaro dei contribuenti in premi di disattivazione sono stati distribuiti a RWE e LEAG (Germania dell'Est): il danno e la beffa!
Nel gennaio 2025, la centrale elettrica Weisweiler di RWE andrà offline. Questo, tra tutti i mesi, avverrà a gennaio, quando il consumo di elettricità in Germania è al massimo e la Francia potrebbe avere poco da fornire.
Questo perché la Francia è il paese più sensibile al calore in Europa e anche piccole fluttuazioni di temperatura possono avere un impatto sul consumo di elettricità a causa dell'uso diffuso di sistemi di riscaldamento elettrico. Anche e solo 1°Celsius in meno e il consumo in Francia aumenta di 2400 megawatt (2,4 GWe).
Ma la politica energetica, sbagliata, della Germania, che prevede di spegnere l'energia elettrica di sicurezza (il back-up a carbone e le centrali turbogas "di scorta"), sta ora causando difficoltà economiche a tutti.
La Norvegia meridionale, la Svezia meridionale, l'Austria e i Paesi Bassi hanno registrato prezzi dell'elettricità altrettanto alti come quelli della Germania durante la stasi della generazione delle fonti rinnovabili.
Anche la Danimarca, il cui approvvigionamento di energia elettrica si basa sull'energia eolica (56%), ha esacerbato il malessere importando elettricità dalla Scandinavia.
Il ministro dell'Energia norvegese nel governo di centro-sinistra, Terja Aasland, vuole tagliare il cavo elettrico verso la Danimarca e rinegoziare i contratti elettrici con la Germania. Sta quindi rispondendo alle richieste del Partito del Progresso, di destra, che lo chiede da molto tempo e probabilmente vincerà le prossime elezioni. Secondo il Partito del Progresso, "l'infezione dei prezzi" dal sud deve essere fermata e il prima possibile.
Il ministro svedese dell'Energia Ebba Busch è stato ancora più chiaro: "È difficile per un'economia industriale fare affidamento sulla benevolenza degli dei del tempo per la sua prosperità".
E direttamente alla politica verde di Habeck: "Nessuna volontà politica è abbastanza forte da scavalcare le leggi della fisica, nemmeno quella del signor Habeck".
https://t32b8e15b.emailsys1a.net/c/200/7972759/1101/0/11169274/5390/530709/a3eea7ba77.html
Spesso si dimentica anche che le turbine eoliche consumano elettricità quando sono ferme o spente per motivi atmosferici. Questo perché tutti le componenti tecniche (pompe dell'olio, ventole di raffreddamento, sistemi di controllo e di riscaldamento del lubrificante, ecc.) devono rimanere in funzione anche quando le turbine non generano energia. Vestas specifica un consumo di energia elettrica di 55.000 kWh (o 55 MWh) all'anno per una turbina da 4,2 MW a veicolo fermo.
https://t32b8e15b.emailsys1a.net/c/200/7972759/1101/0/11169274/5390/530749/be86328178.html
Durante i periodi di produzione, la turbina si rifornisce di energia elettrica dalla sua stessa generazione, ma le turbine sono praticamente inattive 120 giorni all'anno.
Se ipotizziamo un autoconsumo medio di 40.000 kWh (o 40 MWh) all'anno per tutte le turbine tedesche, arriviamo a 1,2 TWh, la generazione di una centrale elettrica a gas di medie dimensioni.
Per esemplificare le conseguenze della mancanza di funzionamento e generazione delle turbine eoliche, si dovrebbe mantenere operativa una centrale elettrica di circa 400 MWe, o la stessa potenza dovrebbe essere importata per giorni e giorni, per evitare che le turbine eoliche si guastino causa freddo/caldo ambientale!
https://klimanachrichten.de/2024/12/20/fritz-vahrenholt-findet-die-gescheiterte-energiepolitik-nach-den-wahlen-ihre-fortsetzung/
Fernando Arnò.
#truffa energetica#truffa climatica#truffa rinnovabili#Verdacci#Verdi di merda#Coglioni teutonici#W Nuke
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Città italiane virtuose verso la transizione energetica
Crescita record dell'energia solare in Italia: Brescia, Roma e Padova sul podio, seguono Torino e Milano. Gli impianti solari in Italia sono 100 mila in più rispetto allo scorso anno, sul podio Brescia (+3.856 impianti), Roma (+3.179) e Padova (+3.111). «Grazie all'incremento dell’energia solare gli obiettivi climatici mondiali sono ancora raggiungibili» sottolinea l’ingegnere Moreno Scarchini, ceo di EnergRed, E.S.Co. che ha ridisegnato la “Geografia delle fonti energetiche rinnovabili”. «Nel 2050, l’86% dell’energia generata in Europa proverrà da energia solare, eolica onshore, eolica offshore o idroelettrica» sottolinea Moreno Scarchini, ceo di EnergRed (www.energred.com), E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane, che —basandosi su dati dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), su dati Bloomberg NEF, sul report “The Future of European Renewable Energy” promosso da Panasonic e su proiezioni basate su fonti proprie— ha ridisegnato la “Geografia delle fonti energetiche rinnovabili”. Al secondo posto in graduatoria troviamo l’Australia con l’80% e sul podio anche l’India con il 57%. Mentre la Cina si attesta al 49% e gli Stati Uniti al 36%. Ma, se fino ad oggi sono stati i Paesi nordici a guidare la transizione energetica, nei prossimi anni sarà l’Europa meridionale a guidare la crescita, con i maggiori investimenti sia in impianti di produzione che in infrastrutture. «Più in particolare in Italia si investirà soprattutto sulla produzione di energia solare, che registrerà un incremento del 120% entro il 2030» sottolinea il ceo di EnergRed. Già ad oggi nel nostro Paese la crescita c’è e si vede: nel primo trimestre del 2023 gli impianti solari in Italia sono 100 mila in più rispetto allo scorso anno, per un totale di 1,3 milioni di impianti. Numeri che confermano un trend che in Italia è costante. Sul podio della crescita (in valori assoluti) troviamo le province di Brescia con 3.856 nuovi impianti, Roma (+3.179) e Padova (+3.111). Ma nella top-5 ci sono anche Torino (+2.907) e Milano (+2.903). Al netto del maggior numero di installazioni realizzate nei primi 3 mesi dell’anno, la provincia d’Italia che conta più impianti solari è invece quella di Roma (50.887 impianti), sul podio insieme a Brescia (45.979) e Treviso (41.303). Seguono poi Padova (41.168), Vicenza (35.364), Torino (34.718), Venezia (31.619), Bergamo (30.834), Milano (30.371) e Verona (29.817). «Abbiamo appena vissuto —tra giugno ed agosto 2023— il trimestre più caldo del Pianeta, con ben 2 mesi su 3 che hanno conquistato il primato dei più caldi di sempre; ma portare le emissioni di gas serra del settore energetico mondiale ad un valore prossimo allo zero, limitando il riscaldamento globale a 1,5 gradi, rimane un obiettivo possibile grazie appunto alla crescita record delle principali tecnologie energetiche pulite» dicono gli esperti di EnergRed. Basandosi sulle diverse fonti prese in considerazione, la piattaforma EnergRed.com ha riaggiornato la previsione di spesa mondiale in nuove attività di generazione di energia da qui al 2050: 14 mila miliardi di dollari, dei quali l’80% impiegato verso fonti rinnovabili. «Prevediamo che il solare e l’eolico possano attirare investimenti per circa 5 mila miliardi di dollari ciascuno, mentre un altro miliardo di dollari verrà speso per le batterie» conclude Moreno Scarchini. Read the full article
#CO2#decabonizzazione#energiaeolica#energiasolare#EnergRed#fontienergetiche#fontirinnovabili#Gasserra#impiantisolari#riscaldamentoglobale
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Storia e segreti dell’ora legale invernale
Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre ci sarà il passaggio dall'orario estivo (ora legale) a quello invernale (ora solare) infatti alle 3:00 di notte si dovranno spostare le lancette dell'orologio di un'ora indietro. Il nuovo orario consentirà di guadagnare un'ora di luce al mattino, ma le giornate si accorceranno di un'ora alla sera e il buio arriverà prima, poi le ore di luce continueranno a diminuire gradualmente fino al prossimo solstizio d'inverno, il 22 dicembre, quando da lì fino al 21 giugno 2024 cominceranno ad allungarsi di nuovo. Se il 1 settembre è iniziato l'autunno meteorologico, sabato 23 settembre ha segnato l'inizio dell'equinozio autunnale e la fine dell'estate nell'emisfero settentrionale (boreale) e nell'emisfero meridionale (australe), al contrario, è iniziata la primavera. Sono due i cambi dell’ora annuali e dal passaggio all'ora solare invernale per tornare a quella legale usata nei mesi estivi si dovrà aspettare fino alla fine del prossimo marzo, dove il cambio d'ora avverrà tra il 30 e il 31 marzo 2024, quando nella notte tra sabato e domenica le lancette dovranno essere spostate un'ora in avanti ed entrerà ancora una volta in vigore l'ora legale. Il concetto di cambiamento del tempo nacque quando Benjamin Franklin nel 1784 in una lettera al Journal de Paris, suggerì che i parigini avrebbero potuto risparmiare le candele alzandosi prima per godersi la luce del giorno. Ma fu durante la Prima Guerra Mondiale che il cambio dell’ora venne adottato ufficialmente da diversi paesi, tra cui Germania e Regno Unito, nel tentativo di risparmiare carbone e la Francia, ed anche l'Italia, seguì questa tendenza nel 1916 e in Italia fino al 1920. Dopo varie interruzioni e reintroduzioni nel corso dei decenni, la crisi petrolifera del 1973 riportò il tema e la Francia, come altre nazioni, decise di sistematizzare il cambio dell'ora per ridurre i consumi energetici. Infatti adattando l'ora ufficiale in modo che corrisponda alla luce naturale durante i periodi di attività umana si può ridurre la necessità di illuminazione artificiale la sera (ora legale) e la mattina (ora invernale) e ciò non solo consente di risparmiare energia ma riduce anche le emissioni di CO2 legate alla produzione di elettricità. La scelta dell'ultimo fine settimana di ottobre per il passaggio all'ora solare, e dell'ultimo fine settimana di marzo per il passaggio all'ora legale, ha lo scopo di massimizzare la durata del soleggiamento nei periodi più attivi della giornata. Quindi l’idea è di sfruttare al massimo la luce naturale, nella prima serata per la primavera e l’estate, e nella tarda mattinata per l’autunno e l’inverno. Inizialmente, l’argomento principale a favore del cambiamento dell’ora era la riduzione del consumo energetico, dato che l'idea era quella di limitare l'uso di fonti di illuminazione e riscaldamento nelle ore di punta. Tuttavia, con l’evoluzione dello stile di vita e l’emergere di nuove tecnologie, il consumo di energia si è evoluto infatti, mentre l’illuminazione domestica consuma meno grazie alle lampadine a Led più efficienti dal punto di vista energetico, l’aumento delle apparecchiature elettroniche e l’uso intensivo di elettrodomestici hanno aumentato la domanda di energia. Altri studi hanno suggerito che i benefici energetici derivanti dal cambiamento dell’ora sono oggi minimi, o addirittura insignificanti, rispetto ad altre misure di efficienza che si potrebbero implementare e si ritengono che i disagi legati al cambiamento dell’ora, ad esempio in termini di salute, potrebbero superare i benefici energetici ottenuti. Read the full article
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La povertà energetica: una sfida che richiede soluzioni urgenti
La povertà energetica è una realtà globale che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Si riferisce alla situazione in cui le persone si trovano ad affrontare una mancanza costante o una limitata accessibilità all'energia necessaria per soddisfare i loro bisogni di base, come il riscaldamento delle case, la refrigerazione degli alimenti, l'illuminazione e l'uso di elettrodomestici essenziali. Questo problema complesso e spesso sottovalutato richiede una risposta urgente da parte delle autorità governative, delle organizzazioni non governative e della comunità globale. Quali sono le cause della Povertà Energetica? La povertà energetica può derivare da diverse cause, tra cui la bassa redditi delle famiglie, l'alto costo dell'energia, la mancanza di investimenti nelle infrastrutture energetiche e la scarsa efficienza energetica delle abitazioni. Le famiglie a basso reddito sono particolarmente vulnerabili a questo problema, poiché devono destinare una parte sproporzionata del loro reddito per coprire i costi energetici essenziali. Questo può portare a scelte difficili tra riscaldare la casa o acquistare cibo e medicine. Effetti sulla Salute e il Benessere La povertà energetica ha gravi implicazioni per la salute e il benessere delle persone. Le condizioni di vita in case fredde e umide possono portare a problemi di salute come l'ipotermia, le infezioni respiratorie e il deterioramento della salute mentale. Inoltre, l'incapacità di mantenere gli alimenti freschi a causa della mancanza di refrigerazione può portare a una dieta malsana e all'insicurezza alimentare. Impatto Ambientale La povertà energetica non ha solo conseguenze umane, ma anche ambientali. Le famiglie con bassi redditi spesso non possono permettersi di investire in soluzioni energetiche sostenibili, come pannelli solari o isolamento termico. Di conseguenza, possono essere costrette a utilizzare fonti di energia inquinanti, come il carbone o il legno non trattato, contribuendo così all'inquinamento atmosferico e ai cambiamenti climatici. Quali sono le soluzioni possibili? Per affrontare la povertà energetica, è necessario adottare un approccio multifattoriale. Di seguito sono alcune delle soluzioni possibili: - Aumento dell'Efficienza Energetica: Investire nell'isolamento termico e nell'efficienza energetica delle abitazioni può ridurre significativamente i costi energetici a lungo termine per le famiglie a basso reddito. - Programmi di Assistenza Energetica: I governi possono implementare programmi di assistenza energetica per aiutare le famiglie a basso reddito a coprire i costi energetici essenziali. Questi programmi possono includere sconti sulla bolletta energetica o sovvenzioni per l'acquisto di elettrodomestici efficienti dal punto di vista energetico. - Promozione delle Energie Rinnovabili: L'adozione di fonti di energia rinnovabile, come il solare e l'eolico, può ridurre la dipendenza da fonti inquinanti e fornire energia più economica e accessibile. - Educazione e Consapevolezza: Promuovere l'educazione e la consapevolezza sull'importanza dell'efficienza energetica e delle fonti di energia sostenibili può incoraggiare un cambiamento di comportamento nelle famiglie e nelle comunità. - Collaborazione Globale: La lotta alla povertà energetica è una sfida globale che richiede la cooperazione tra paesi, organizzazioni internazionali e ONG per condividere risorse, conoscenze e soluzioni. In copertina foto di Bruno /Germany da Pixabay Read the full article
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