#riccardo zinna
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francolancio · 8 months ago
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Il 22 marzo 2024 sarà presentato, presso la Feltrinelli di Napoli, il volume Il viaggio di Pulcinella sulla luna, uscito per i tipi della Giannini editore e per cui ho curato la grafica.
Il Viaggio di Pulcinella sulla Luna è una suite in sei parti per una o due voci recitanti e pianoforte. E’ una fiaba allegorica musicale di Gian Paolo Vitelli e Riccardo Zinna. La realizzazione del libro ha avuto un percorso lungo e ‘faticato’ come richiedono tutte le opere dense. Gian Paolo ha composto le musiche dell’opera suggestionato da alcune immagini dell'ottocento di Pulcinella, che tenta la fuga sulla luna, ha poi chiesto a Riccardo, attore di prim’ordine, e suo amico soprattutto, di completarla con un testo teatrale. Riccardo che, purtroppo non ho avuto il privilegio di conoscere, stava già combattendo con un male incurabile e di lì a poco sarebbe venuto a mancare. Questo suo scritto rappresenta, di fatto, il suo testamento artistico. E’ una favola contro le guerre e concepita in altri tempi si rivela di bruciante attualità.
Riccardo era anche un pittore di talento ed per questo che all’interno del libro ho scelto di inserire immagini dei suoi dipinti. Come tanti Pulcinella senza maschera, il dettaglio dei volti separa le varie sezione dell’opera. All'inizio di questo lavoro, ho avuto l’opportunità di visitare l’atelier di Riccardo e mi hanno colpito dei vetri che lui aveva oscurato con una tinta blu, un ‘paesaggio lunare’, che non potevo non utilizzare.
Il libro è un progetto complesso che contiene i testi che spiegano la genesi dell'opera, i testi critici, il testo dell’opera in napoletano e le sue ‘traduzioni’ in italiano e in inglese, la partitura musicale, i quadri di Riccardo e un cd per l’ascolto dell’esecuzione al piano di Gian Paolo e la voce recitante di Riccardo.
Gian Paolo è pianista e architetto e la mia collaborazione a questo suo lavoro è un modo per aiutarlo a dirimere questa sua duplice natura. Già in altra occasione avevamo collaborato insieme. Alla mia mostra delle 16 Clarisse al Castello Aragonese di Ischia, Gian Paolo aveva realizzato l’allestimento sonoro che completava l’opera.    
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perfettamentechic · 1 year ago
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20 settembre … ricordiamo …
20 settembre … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2021: Marina Miranda, attrice, comica e umorista brasiliana. Afrobrasiliana del Rio Grande do Sul, esordì nel 1961 con una particina in un film, dopo aver abbandonato l’iniziale intenzione di affermarsi nell’opera lirica. Per un decennio ebbe solo ruoli insignificanti al cinema e nel teatro di rivista. Ma a partire dal 1971 fu valorizzata al meglio, quando cioè ci si accorse del suo grande…
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moviemaniac2020 · 1 year ago
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Chissà perché certi bei film italiani escono, girano poco, non lasciano ricordi e scompaiono dalle memorie cinematografiche. Forse perché sono “troppo italiani” - come il critico Morandini ha definito proprio questa pellicola - per essere apprezzati. Non avevo mai sentito parlare di “Qui non è il Paradiso”, anno di uscita 2000, e tantomeno del suo regista e sceneggiatore Gianluca Maria Tavarelli (nome che mi sono già segnato per recuperare le altre sue opere dirette fra il 1994 e il 2014). E' un nome che anche a molti di voi non dirà nulla, anche se, però, citando i telefilm nazionali su Paolo Borsellino, Maria Montessori, Aldo Moro e "Maltese – Il Romanzo del Commissario", sicuramente qualche lampadina si accende. "Questo non è il Paradiso" è una pellicola completamente inedita per me, che vedo per la prima volta a distanza di 23 anni dalla sua uscita, della quale conosco poco e nulla, anche se nel cast ci sono tutti quegli attori italiani che forse hanno avuto una vita poco “carrierata” per colpa di un cinepanettonismo italico di maniera (laddove se non fai operette demenziali natalizie e robe simili non fai tanta strada) e che qui recitano in ruoli di spessore e tanto di cappello. Hollywood spostati, ma proprio: Fabrizio Gifuni ("Il Capitale Umano", "Esterno Notte"), Antonio Catania ("Mediterraneo", "Camerieri"), e due maschere tradizionalmente comiche come Ugo Conti e Adriano Pappalardo, impiegati in ruoli così drammatici e cattivi da lasciare lo spettatore a bocca aperta per cotanta bravura tragico-drammatica. Trama. Torino, anni ‘90. Renato fa l'autista alle Poste Italiane, incaricato di trasportare e consegnare ingenti somme di denaro. Separato, è appassionato di Poesia e da tempo sogna di dare una svolta alla propria vita. Comincia quindi a pensare di fuggire con i miliardi di lire che trasporta nel furgone di lavoro. Per fare questo convince il suo amico e collega Walter, all'inizio riluttante. I due, però, non possono fare tutto da soli: vengono così coinvolti anche Enzo, proprietario di un locale, e Michele, anche lui impiegato alle Poste. Dopo un primo tentativo andato male, la seconda volta il colpo riesce. I quattro si riuniscono per dividersi il bottino di otto miliardi. Sul caso indaga il commissario Lucidi, incaricato delle indagini, il quale riesce a portare a galla la verità... Ottima pellicola del sottovalutato e misconosciuto Tavarelli, che pare già si fosse segnalato in precedenza per il brillante "Un amore" (1999). Una storia tutta narrata con un perfetto incastro di flashback e flashforward, che è un notevole saggio di noir contemporaneo. Il ritmo non perde quota neanche per un secondo e incalza la sceneggiatura a ricostruire a posteriori la vicenda di una rapina di due impiegati postali che volevano svoltare vita, sognando di scappare ai Tropici, ma che invece finiscono molto male. Una pellicola girata molto bene e altrettanto molto ben recitata, e realizzata con una professionalità sapiente. La migliore qualità del film resta quella di saper cogliere, cristallizzare e raccontare uno scoraggiante clima culturale e ideale caratteristico dell’Italia degli anni ‘90. Un piccolo cherubino del Cinema Italiano che deve essere assolutamente (ri)conosciuto e (ri)valorizzato, alla faccia delle commercialissime americanate che il mondo occidentale, ahimé, non smette di propinarci come "cinema". Quello vero, quello dai titoli come “Qui non è il Paradiso”, bisogna cercarlo e scovarlo nelle opere d'arti dimenticate del nostro controverso Belpaese. Musiche del compianto maestro Ezio Bosso. QUI NON E' IL PARADISO (Italia, 2000). Regia: Gianluca Maria Tavarelli. Cast: Fabrizio Gifuni, Erika Bernardi, Valerio Binasco, Antonio Catania, Ugo Conti, Adriano Pappalardo, Roberta Lena, Riccardo Montanaro, Riccardo Zinna, Cesare Apolito, Franco Neri.
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pigrecoemme · 5 years ago
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Flavioh all'Ischia Film Festival
Flavioh all’Ischia Film Festival
Dopo la presentazione alla tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, la proiezione ad Astradoc – Viaggio nel cinema del reale, e il premio conferitogli dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma all’ottavo Festival di Spello,  Flavioh – Trubuto a Flavio Bucci sarà proiettato nella sezione competitiva Scenari Campani della diciassettesima edizione dell’Ischia Film Festival.
La…
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giancarlonicoli · 5 years ago
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Addio a Flavio Bucci, dal Ligabue tv a Sorrentino
Un 'irregolare di talento', è morto in povertà a 72 anni
Giorgio Gosetti 18 febbraio 202018:47
Se n'è andato solo come un cane, a Passoscuro, su quel litorale romano che da alcuni anni aveva eletto a ultimo rifugio per una vecchiaia senza un soldo dopo una vita di splendori ed eccessi, esaltazioni e depressioni. Flavio Bucci (SCHEDA ANSA CINEMA), torinese del '47, ma di famiglia un po' molisana e un po' foggiana, ha chiuso la sua esistenza terrena pare per colpa di un infarto. Ma, come amava ripetere, "'c'è una sola cosa che ti uccide, però non lo sai mai prima quale sarà" e forse poco gli importava, dopo una vita spesa senza remore e senza mai occultare i suoi vizi, dalle sigarette all'alcool, dalla cocaina alle donne. "I suoi ultimi anni non sono stati sereni purtroppo - dice il figlio Alessandro, che per un tratto della vita lo ha accompagnato come attore - ed è triste pensare che in troppi lo abbiano abbandonato dopo una carriera così intensa tra il cinema e il teatro. Ma come spesso accade agli artisti aveva una sensibilità più acuta e dolorosa di noi uomini normali e il gran pregio di non rinnegare nulla di sé, neppure gli sbagli".
Addio a Flavio Bucci
Cresciuto nella Torino del dopoguerra tra gli immigrati del sud e poi contagiato dall'euforia della rinascita italiana, Flavio Bucci aveva abbracciato il palcoscenico alla scuola del Teatro Stabile come un amante focoso e impaziente. Alla sua passione regalava da subito tutto se stesso, sentendosi erede di un teatro classico, lontano dalle bizzarrie dell'avanguardia, ma aperto alla sperimentazione e al fascino dei testi, tra Shakespeare e Gogol ("Le memorie di un pazzo" è stato il suo cavallo di battaglia per oltre 30 anni), Virginia Woolf e Pirandello a cui lo accomunava la visione da lunatico solitario, caparbio e spigoloso. Sedotto dal cinema e dalla bella vita, era sbarcato a Roma all'inizio degli anni '70, forte di un'amicizia con Gian Maria Volonté che prima lo aveva iscritto "quasi a forza" al Partito Comunista e poi gli aveva presentato Elio Petri imponendolo nel cast di "La classe operaia va in Paradiso".
Il sodalizio - burrascoso e felice - con il regista romano lo portò ad imporsi presto, volto anomalo e indimenticabile che avrebbe avuto la sua celebrazione da protagonista nel personaggio di Total in "La proprietà non è più un furto" (1973). Poco dopo, in uno slancio di faticosissimo virtuosismo, prese le fattezze e l'anima del poeta e pittore Ligabue nell'omonimo sceneggiato Rai di Salvatore Nocita. Un trionfo perfino inaspettato che incollò ai teleschermi più di 15 milioni di spettatori e fece di Bucci una stella in palcoscenico. Più tardi avrebbe dato il volto al protagonista di Quer pasticciaccio brutto di via Merulana, diretto da Piero Schivazappa, dal romanzo di Carlo Emilio Gadda. Il cinema invece gli ha ritagliato prevalentemente parti di antagonista e caratterista cui l'attore dava ogni volta un graffio originale di umanità rabbiosa. "Erano gli anni in cui a Hollywood apparivano facce strane, da Dustin Hoffman a Al Pacino - raccontava - e questa linea di mezzo, tra gli scultorei protagonisti della generazione precedente e i colonnelli della risata si adattò bene a gente come me, irregolari di talento".
La lista delle sue apparizioni è lunghissima anche se poche volte la qualità dei lavori corrispondeva al suo prorompente talento. Tra tanti titoli piace ricordare il metodico e nevrotico giocatore di "Il sistema infallibile" diretto da Carlo di Carlo, il pugliese di "L'Agnese va a morire" con Giuliano Montaldo, il pianista cieco di "Suspiria" con Dario Argento, lo Svitol di "Maledetti vi amerò" con Marco Tullio Giordana, il prete blasfemo e brigante de "Il marchese del grillo" con Mario Monicelli, le collaborazioni con Eriprando Visconti e il viscido Evangelisti ne "Il divo" di Paolo Sorrentino. Grazie all'amico Marco Mattolini ha lavorato fino a poco tempo fa, prima con un recital autobiografico al vetriolo e poi con un bel collage di liriche e pensieri da Giacomo Leopardi, grazie a Riccardo Zinna ha avuto un toccante omaggio da vivo alla Festa del Cinema di Roma con il documentario-ritratto "Flavioh". Ha avuto due figli dalla compagna Micaela Pignatelli e un terzo dalla produttrice olandese Loes Kamsteeg. Grazie all'amore del fratello Riccardo molte volte si è salvato da se stesso. Ma, come amava dire, "Non mi pento di niente, ho amato, ho riso, ho vissuto, vi pare poco?" RaiPlay rende omaggio all'attore proponendo in home page lo sceneggiato del 1977 "Ligabue". Fu trasmesso da Rai1 in 3 puntate, dal 22 novembre al 6 dicembre nel 1977 e racconta la storia tormentata e visionaria del pittore "naïf" Antonio Ligabue (1899-1965), che visse, prima di essere scoperto e celebrato, un'esistenza dolorosa segnata da solitudine e disagio psichico. Tra gli interpreti di questo sceneggiato biografico, oltre all'indimenticabile Flavio Bucci nel ruolo di Ligabue, ci sono Pamela Villoresi, Giuseppe Pambieri e Alessandro Haber. RaiPlay ripropone anche "Don Luigi Sturzo", del 1981, una miniserie televisiva in 3 puntate andata in onda su Rai1. Lo sceneggiato racconta la vita di uno dei più importanti protagonisti del cattolicesimo democratico del '900: Don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare, antifascista, esule, ispiratore della Democrazia Cristiana. Interpretato da un convincente Flavio Bucci con la regia di Giovanni Fago. E' disponibile anche "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" del 1983, tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Emilio Gadda, una miniserie in 4 puntate per la regia di Piero Schivazappa. Al centro dello sceneggiato le indagini del commissario Francesco Ingravallo, alle prese con il furto di gioielli della contessa Menegazzi e con l'omicidio della signora Balducci. Il commissario è interpretato da Flavio Bucci. Un altro titolo disponibile su RaiPlay è: "Le due vite di Mattia Pascal" del 1985, versione televisiva integrale della rilettura de "Il fu Mattia Pascal" (1904) di Luigi Pirandello (1867-1936), realizzata da uno dei più importanti registi italiani del secondo '900: Mario Monicelli. "Le due vite di Mattia Pascal" andò in onda su Rai1 in due puntate della durata complessiva di 150 minuti il 9 e 10 settembre del 1990. Tra gli attori del film ci sono Marcello Mastroianni, Flavio Bucci e Laura Morante, mentre le musiche sono di Nicola Piovani e la regia è di Mario Monicelli.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
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sciscianonotizie · 6 years ago
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AstraDoc – Viaggio nel Cinema del Reale FLAVIOH TRIBUTO A FLAVIO BUCCI di Riccardo Zinna e omaggio a Zinna http://dlvr.it/Qwp38K
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italianaradio · 5 years ago
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Ischia Film Festival 2019: scenari campani e internazionali
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/ischia-film-festival-2019-scenari-campani-e-internazionali/
Ischia Film Festival 2019: scenari campani e internazionali
Ischia Film Festival 2019: scenari campani e internazionali
Ischia Film Festival 2019: scenari campani e internazionali
Ischia Film Festival punta per il terzo anno sugli Scenari Campani, sezione dedicata a cineasti, produzioni e location della regione. Scommessa vinta, e il vincitore di quest’anno sarà decretato da una giuria DOC, il team di Casa Surace.
Come sempre sono in gara senza distinzione documentari, corti e lungometraggi, una democrazia della visione che i direttori artistici Michelangelo Messina e Boris Sollazzo hanno fortemente voluto, e che attira un numero ogni anno maggiore di opere. Lo dimostra la qualità della selezione, ogni anno più elevata e ricca di contenuti e suggestioni. Come quella di un regista napoletano, Riccardo Zinna, che fa raccontare la sua straordinaria vita a un attore torinese, Flavio Bucci. Un corto circuito, come spesso accade in una terra dove niente è scontato. Neanche i sogni, come quello di Antonio, il giovane protagonista di Un giorno all’improvviso, che vuole diventare calciatore. O quello di Carmela, che cerca di scappare da una realtà degradata affidando la sua vita a un diario. Megalie invece studia sodo, ma neanche questo basterà per guadagnarsi La gita raccontata da Salvatore Allocca nel suo cortometraggio dal ricchissimo palmares internazionale. Come quello di Pier Lorenzo Pisano, che con il suo Così in terra è stato selezionato nel programma della Cinefondation del Festival di Cannes.
La Campania alla conquista del mondo, come Joe Esposito, protagonista del finto e gustosissimo documentario Il toro del Pallonetto di Luigi Barletta, così come immaginario è il mondo alla rovescia di In Her Shoes, distopia al femminile firmata da Maria Iovine. Sarà un viaggio bellissimo Scenari Campani, partendo da una terra la cui gente è abituata a partire ed essere accolta, e per questo naturalmente portata a dare il benvenuto a chi viene da lontano. Perchè Ogni nave ha bisogno di un porto, come titola Aldo Zappalà nel cortometraggio, in anteprima mondiale, che racconta la vita di quello di Napoli. Un piccolo film realizzato insieme agli studenti del master di cinema e tv dell’Università Suor Orsola Benincasa. E finchè ci sono ragazzi che i porti li vogliono tenere aperti,  nel presente e nella memoria, allora saranno Scenari Campani senza confini.
CONCORSO – Scenari Campani
Cafèsigaret (Italia, 2019) di Agostino Devastato Così in terra (Italia, 2018) di Pier Lorenzo Pisano Il diario di Carmela (Italia, 2018) Vincenzo Caiazzo Dinosauri (Italia, 2018) di Carlo Guitto Flavioh – Tributo a Flavio Bucci (Italia, 2018) di Riccardo Zinna Un giorno all’improvviso (Italia, 2018) di Ciro D’Emilio La gita (Italia, 2018) di Salvatore Allocca In her shoes (Italia, 2019) di Maria Iovine Ogni nave ha bisogno di un porto (Italia, Anteprima mondiale) di Aldo Zappalà O’ p’ nneon (Italia, 2018) di Mauro Di Rosa Quelle brutte cose (Italia, 2018) di Loris Giuseppe Nese Il toro del Pallonetto – La vera storia di Joe Esposito (Italia, 2018) di Luigi Barletta
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Ischia Film Festival 2019: scenari campani e internazionali
Ischia Film Festival punta per il terzo anno sugli Scenari Campani, sezione dedicata a cineasti, produzioni e location della regione. Scommessa vinta, e il vincitore di quest’anno sarà decretato da una giuria DOC, il team di Casa Surace. Come sempre sono in gara senza distinzione documentari, corti e lungometraggi, una democrazia della visione che i […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Chiara Guida
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senzalinea-blog · 6 years ago
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Venerdì 25 GENNAIO - AstraDoc Viaggio nel Cinema del Reale THE EYES OF ORSON WELLES
Venerdì 25 GENNAIO – AstraDoc Viaggio nel Cinema del Reale THE EYES OF ORSON WELLES
“AstraDoc – Viaggio nel Cinema del Reale”, rassegna organizzata da Arci Movie, Parallelo 41 Produzioni, Coinor e Università “Federico II”,  dopo il successo della prima serata in cui si è ricordato Riccardo Zinna con il suo film “Flavioh” su Flavio Bucci, comincia il percorso cinematografico della X edizione con un primo evento dedicato ad uno dei più importanti autori della storia del cinema,…
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sinapsinews · 6 years ago
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Viaggio nel Cinema del Reale FLAVIOH TRIBUTO A FLAVIO BUCCI di Riccardo Zinna e omaggio a Zinna
Venerdì 18 GENNAIO 2019 ore 20.30
Cinema Astra – via Mezzocannone, 109 – Napoli
Primo appuntamento della 10° edizione di
AstraDoc – Viaggio nel Cinema del Reale
FLAVIOH
TRIBUTO A FLAVIO BUCCI
di Riccardo Zinna 
[themoneytizer id=”14943-1″]
Interverranno
Sandra Pellino, moglie di Riccardo Zinna, il produttore Marco Caldoro, il montatore Giacomo Fabbrocino e Elisabetta Olmi, produttrice e figlia…
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anneentertainment · 6 years ago
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Morto l’attore napoletano Riccardo Zinna, era apparso in Benvenuti al sud e ne I Soprano - https://youtu.be/UgEakU1BsHQ
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myshowzip · 10 years ago
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Io non ho paura
Io non ho paura
Io non ho paura: While playing outside one day, nine-year-old Michele discovers Filippo, who is chained to the ground at the bottom of a hole. Michele witnesses town baddie Felice nearby and suspects something bad is happening. Michele is unsure whom he should tell about his discovery, eventually spilling the beans to his closest friend. Michele’s parents learn of his discovery and warn him to…
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perfettamentechic · 2 years ago
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20 settembre … ricordiamo …
20 settembre … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2020: Gerardo Vera, attore, regista e costumista spagnolo. (n. 1947) 2019: Jan Merlin, nome d’arte di Jan Wasylewski, attore statunitense. (n. 1925) 2018: Riccardo Zinna, attore, regista teatrale e compositore italiano. (n. 1958) 2017: Shakila, Badshah Begum, è stata un’attrice indiana. Nel corso dei suoi quattordici anni di carriera, è apparsa in più di 50 film con attori e registi famosi.…
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pigrecoemme · 6 years ago
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Sentimenti contrastanti, tra loro in lotta, albergano in noi in questi giorni: Flavioh, il film documentario che ha visto Riccardo Zinna impegnato negli ultimi tre anni è nel prestigioso cartellone della 13° Festa del Cinema di Roma, ma Riccardo, che ci ha lasciati tutti un po’ più soli lo scorso 20 settembre, non potrà assistere alla proiezione e vivere insieme al pubblico questo densissimo e poetico lavoro, impreziosito dalle musiche da lui stesso firmate e reso unico dal suo sguardo diretto e sincero sulle cose della vita e dell’arte.
Ci ha lavorato strenuamente fino all’ultimo, Riccardo, nel tentativo, riuscitissimo, di plasmare il film secondo la sua visione, con attenzione meticolosa ai suoni, ai colori e al racconto e alla fine è riuscito a renderci eredi di un altro gioiello che si aggiunge ai suoi quadri, alle sue musiche, alle sue interpretazioni al cinema e in teatro e che ci rivela qualche altro aspetto dell’uomo e dell’artista che è stato.
Sicuramente Flavioh, centrato com’è intorno alla figura di Flavio Bucci – personaggio enorme, fuori dagli schemi e dal “sistema” – è una riflessione anche autobiografica sul senso stesso dell’essere artista. Una riflessione nata dalla lunga e attenta osservazione dell’uomo di cui racconta, sfociata in un esemplare momento di “cinema del reale”. Le oltre duecento ore di girato, che in fase di montaggio sono state il punto di partenza, fissavano tutte momenti spontanei e non “messe in scena”, persino nelle più tradizionali “interviste” che puntellano il documentario. Certamente durante le riprese il Riccardo Zinna regista ha sapientemente provocato, quando lo ha ritenuto necessario, i suoi “attori”, ma non ha mai costretto la realtà a conformarsi alla sua visione, cercando con essa una dialettica costruttiva, talvolta dolorosa, tal altra rigenerante.
Dicevamo del montaggio, ossia la fase che mi ha visto coinvolto in prima persona e che è durata oltre un anno. È nozione condivisa che film del genere prendano forma proprio durante questa fase della lavorazione. Il montaggio di Flavioh è stato particolarmente difficile, ma per un problema opposto a quello più comune. Non era la mancanza di materiale ad affliggerci in moviola (Riccardo era sempre presente), ma la necessità di dover rinunciare, per racchiudere il tutto in una durata “accettabile”, a tanti momenti “veri” e unici che sullo schermo e in quel film sembravano immaginati dalla fantasia di una mente brillante. Le riprese, insomma, erano state davvero immaginazione concreta al lavoro: creazione di immagini che, sembra strano dirlo a proposito di un documentario, sembravano sognate prima ancora che accadute.
Il film così com’è ora, e come sarà proposto al pubblico del MAXXI il 20 ottobre alle 17:30, ha il duplice valore di testimonianza storica su Flavio Bucci e di esempio di cinema del reale ostinato e integerrimo, povero di mezzi, ma ricco di entusiasmo, poesia e coerenza.
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Flavio Bucci
Flavio Bucci
Flavio Bucci
Flavio Bucci
Flavio Bucci
Flavio Bucci con Marco Caldoro, produttore, con Zinna, di Flavioh
Riccardo Zinna
Riccardo Zinna e Flavio Bucci
Sul Set
La scheda del film
“FLAVIOH – TRIBUTO A FLAVIO BUCCI”
scritto e diretto da RICCARDO ZINNA prodotto da MARCO CALDORO, RICCARDO ZINNA fotografia: RICCARDO ZINNA, MARIA DE LOS ANGELES PARRINELLO montaggio: GIACOMO FABBROCINO colorist: FRANCESCO STRUFFI post produzione audio: CARLO LICENZIATO fonico di presa diretta: LORENZO CORVI, GIOVANNI STIMAGLIO musiche originali: RICCARDO ZINNA con la collaborazione di SCUOLA di CINEMA PIGRECOEMME, CARGO FILM, MOLIART in associazione con INDYCA realizzato con il sostegno di NUOVO IMAIE, REGIONE MOLISE – Assessorato alla Cultura, BANCA POPOLARE delle PROVINCE MOLISANE, DOMENICO CIRUZZI, FABIO MARIA FERRARI, PIEMONTE DOC FILM FUND Fondo Regionale per il documentario. nazionalità: ITALIANA anno di produzione: 2018 durata: 80’ Ufficio stampa e materiali: Kinoweb
Proiezione alla 13° Festa del Cinema di Roma: sabato 20 ottobre 2018, ore 17:30, al MAXXI (via Guido Reni 4a, Roma).
“Flavioh”, di Riccardo Zinna, alla 13a Festa del Cinema di Roma Sentimenti contrastanti, tra loro in lotta, albergano in noi in questi giorni: Flavioh, il film documentario che ha visto…
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giancarlonicoli · 6 years ago
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18 ott 2018 17:52 1. “NON HO PIU’ SOLDI, HO SPESO TUTTO IN VODKA, COCAINA E DONNE" ("MANCO TANTO, CHE ME LA DAVANO GRATIS") – BOMBASTICA INTERVISTA A FLAVIO BUCCI, IL 'DON BASTIANO' DEL 'MARCHESE DEL GRILLO': “ALBERTO SORDI MI STAVA PROPRIO SUI COGLIONI”. ECCO PERCHE’ 2. "JOHN TRAVOLTA? GLI DISSERO: 'LUI È LA TUA VOCE ITALIANA'. E IO: MA SARÀ LUI CHE È LA MIA FACCIA AMERICANA” – E POI NANNI MORETTI “NOIOSISSIMO”, UGO TOGNAZZI “L’UNICO CHE SAPEVA VIVERE DAVVERO” - L’ALCOL MI HA DISTRUTTO? AVETE MAI PROVATO A UBRIACARVI? E’ BELLISSIMO. NON MI PENTO DI NIENTE, HO AMATO, HO RISO, HO VISSUTO, VI PARE POCO?” - VIDEO 
Giovanna Cavalli per www.corriere.it
«La vita è una ed è tua, puoi farci quello che vuoi. Non mi sento colpevole verso nessuno, non ho rimpianti oppure se preferisce posso anche dirle che ne ho, tanto non potrei cambiare niente. La verità è che tutti ti pretendono a loro immagine e somiglianza, però io sono come sono. Non mi voglio assolvere da solo e non voglio nemmeno andare in Paradiso, che poi sai che noia lassù», sghignazza tonante e tossisce Flavio Bucci, 71 anni, grigio e scarruffato, tuta blu, ciabatte e un bastone con la testa di cane che gli sostiene il passo malfermo del femore e dell’anima, fratturati e mai guariti, mentre accende e spegne e riaccende sigarette nel posacenere di plastica colmo di cicche, accanto all’espresso del bar nella bottiglietta del succo di frutta. «Mi fanno male? Bah, c’è una sola cosa che ti uccide, però non lo sai mai prima, quale sarà».
Litorale di Fiumicino
Stendino, moschini, un tavolo, ma il mare non si vede da questo terrazzino alla periferia di Passoscuro, litorale di Fiumicino, nella casa famiglia dove l’eterno Ligabue con gli occhi spiritati vive e sopravvive, lui che casa non ne ha più e famiglie ne avrebbe - due ex mogli, Micaela e Loes, tre figli, Alessandro, Lorenzo e Ruben, mamma Rosa che a 93 ancora si raccomanda «fiulin, comportati bene» - ma uno dopo l’altro sono dovuti scappare perché «non è stato facile starmi vicino, alcuni hanno resistito e altri meno, si vede che era il mio destino», e l’unico che tiene duro è il fratello minore Riccardo, esile e timido, che l’ha tirato a riva dopo il naufragio tra alcol, sonniferi, solitudine e depressione e lo accudisce, pure lui però tenendosi a distanza di sicurezza, come da un cavo elettrico scoperto. «Anni fa tu attore ti sentivi parte di un mondo, sentivi di contare qualcosa», ricorda Bucci in una sequenza di Flavioh (con la o allungata del romanesco) - Tributo a Flavio Bucci, il film documentario di Riccardo Zinna (scomparso un mese fa) e Marco Caldoro, che sabato 20 verrà presentato alla Festa del Cinema di Roma, due anni di viaggio in camper e nella memoria di«un uomo spigoloso e caparbio».
Cinema Maffei
Dai pomeriggi di bambino al Cinema Teatro Maffei di Torino «dove c’era la rivista, le ballerine, la musica, il pacchetto completo dell’esistenza» ai vent’anni e al treno per Roma, a casa dell’amico Gian Maria Volontè «che abitava in vicolo del Moro e appena arrivato mi trascinò dentro un portoncino per farmi iscrivere al Pci, la tessera devo averla ancora da qualche parte» e poi subito sul set di La classe operaia va in Paradiso (1971) di Elio Petri «che chiamavo Capoccione, perché aveva grandi idee ma anche un grande testone, e se sbagliavi ti menava, quante botte che ho preso, Volonté no, che era un bestione» e due anni dopo in La proprietà non è più un furto accanto a Ugo Tognazzi «l’unico che sapeva vivere davvero».
Nel 1977 presta lo sguardo stralunato al pittore Ligabue, sceneggiato Rai che lo consacra: «Una fatica psicofisica immane, tre ore di trucco, pieno di lattice sulla faccia e due calotte sulla testa che mi gratto ancora oggi». Con Alberto Sordi, sul set del Marchese del Grillo di Monicelli (1981) dov’era don Bastiano non scattò simpatia:«No, no, mi stava proprio sui co...ni. Ogni giorno, mentre pranzavo nel camper, bussava il suo assistente. “Chiede Alberto se t’avanza qualcosa per i cani”. “Niente, digli che mi so’ mangiato pure le ossa”. Per allenarsi fa pure il doppiatore, è lui Tony Manero nella Febbre del Sabato Sera. «Mi presentano a Travolta: Vedi John, lui è la tua voce italiana. E io: ma sarà lui che è la mia faccia americana».
Ecce Bombo
Con Michele Placido e Stefano Satta Flores produce Ecce Bombo di Nanni Moretti: «Primo piano su di lui. Dopo 45 ciak mi chiede: ma tu come la faresti questa inquadratura? (lo imita, è uguale). Uh, ma fa un po’ come ti pare. Tipo noiosissimo».
Guadagna parecchio «in teatro anche due milioni di lire al giorno e per fortuna ho speso tutto in donne, manco tanto, che me la davano gratis, vodka e cocaina. Scarpe e cravatte che non mettevo mai. Mi sparavo cinque grammi di coca al giorno, solo di polvere avrò bruciato 7 miliardi. L’alcol mi ha distrutto? Mah, ha mai provato a ubriacarsi? E’ bellissimo. Lasci perdere discorsi di morale, che non ho. E poi cos’è che fa bene? Lavorare dalla mattina alla sera per arricchire qualcuno? Non sono stato un buon padre, lo so. Ma la vita è una somma di errori, di gioie e di piaceri, non mi pento di niente, ho amato, ho riso, ho vissuto, vi pare poco?».
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sciscianonotizie · 6 years ago
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Napoli, FLAVIOH: tributo a Flavio Bucci di Riccardo Zinna http://dlvr.it/QwkcHg
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perfettamentechic · 3 years ago
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20 settembre … ricordiamo …
20 settembre … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic #felicementechic #lynda
2020: Gerardo Vera, attore, regista e costumista spagnolo. Vinse un premio Goya come miglior costumista nel 1986 per il film L’amore stregone. Nel 1990 esordì nella regia cinematografica. Fu direttore del Centro Dramático Nacional dal 2004 al 2011. Vera è morto, vittima del coronavirus. (n. 1947) 2019: Jan Merlin, nome d’arte di Jan Wasylewski, attore statunitense. (n. 1925) 2018: Riccardo Zinna,…
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