#resilienza architettonica
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La Torre Pendente di Portland: Un Simbolo Unico di Storia e Architettura. Isola di Portland
Scopriamo le origini, la struttura e il fascino della torre inclinata nel cuore dell'Isola di Portland.
Scopriamo le origini, la struttura e il fascino della torre inclinata nel cuore dell’Isola di Portland. Introduzione:Nascosta nel suggestivo paesaggio dell’Isola di Portland, in Inghilterra, sorge una torre unica nel suo genere. Conosciuta come la Torre Pendente di Portland, questa struttura affascinante è un esempio di architettura storica che continua a stupire visitatori e appassionati di…
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Un Viaggio nella Storia e nella Cultura di Coimbra
Coimbra, antica capitale del Portogallo, è una città che affascina con il suo richiamo storico e culturale. Il suo legame con l'istruzione e la conoscenza è testimoniato dall'Università di Coimbra, una delle più antiche università d'Europa. Fondata nel 1290, l'università ha formato generazioni di studenti e ha contribuito notevolmente alla cultura e alla scienza portoghese. Questa rinomata istituzione ha reso Coimbra un centro di apprendimento e innovazione, attirando studenti e studiosi da tutto il mondo.
Camminando per le strade di Coimbra, i visitatori possono notare l'influenza dell'università in ogni angolo. Cafè, librerie e spazi pubblici sono animati da discussioni accademiche e da eventi culturali. La città è un luogo dove l'arte e la storia si intrecciano, con monumenti storici e musei che raccontano la ricca eredità di Coimbra. Insomma, Coimbra non è solo una città storica, ma un vero e proprio crocevia di idee e cultura.
Il Monastero di Santa Cruz
Il Monastero di Santa Cruz, situato nel cuore di Coimbra, è una delle gemme storiche più incantevoli del Portogallo. Fondato nel 1131 da monaci cistercensi, questo monastero ha servito non solo come luogo di culto, ma anche come centro culturale e educativo. Oggi, il Monastero di Santa Cruz è riconosciuto come un importante sito patrimoniale e attira visitatori da tutto il mondo. Questo blog post esplorerà la storia, l'architettura e l'importanza del monastero, offrendo uno sguardo più approfondito sulla sua eredità.
Coimbra, una delle città più antiche del Portogallo, è sede di numerosi monumenti storici, ma il Monastero di Santa Cruz si distingue per la sua bellezza architettonica e il suo significato culturale. Iniziamo a scoprire la storia di questo meraviglioso luogo, che ha visto passare secoli di vita spirituale, culturale e intellettuale. Il monastero ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo della città e continua a influenzare le generazioni future. I primi anni e la fondazione
Il Monastero di Santa Cruz fu fondato nel 1131 dai monaci cistercensi, in un periodo critico per la storia portoghese. All'epoca, il Portogallo stava ancora definendo la propria identità nazionale e religiosa. I monaci cistercensi, noti per la loro vita austera e per il lavoro agricolo, contribuirono notevolmente allo sviluppo della regione, introducendo nuove tecniche agricole e pratiche di gestione del suolo. Questa innovazione non solo migliorò l'economia locale, ma creò anche un legame profondo con la comunità circostante.
Fino al XVII secolo, il monastero divenne un centro di formazione per giovani religiosi, e la sua biblioteca raccolse numerosi testi preziosi. Durante il regno di San Ferdinando, il monastero si affermò come un’importante istituzione educativa, contribuendo alla crescita culturale di Coimbra. Questo periodo d'oro ha lasciato un'impronta duratura non solo sul monastero, ma anche sull’intera città. Ristrutturazioni e pacchetti architettonici
Nel corso dei secoli, il Monastero di Santa Cruz subì varie ristrutturazioni e ampliamenti, riflettendo i diversi stili architettonici e le influenze artistiche del momento. La transizione dal romanico al gotico si può osservare attraverso le magnifiche facciate e gli interni meravigliosamente decorati. Oggi, i visitatori possono ammirare le intricate decorazioni, i dettagli scolpiti e le imponenti colonne che caratterizzano il monastero. Un momento significativo nella storia architettonica del monastero si verificò nel XVII secolo, quando venne completata la ristrutturazione barocca. Questa trasformazione portò a interni splendidamente decorati, arricchiti da affreschi e stucchi. I diversi stili architettonici che si intrecciano nel monastero raccontano una storia di evoluzione che riflette non solo le tendenze artistiche del tempo, ma anche la resilienza della comunità religiosa.
L'architettura e le meraviglie visive
L'architettura del Monastero di Santa Cruz è un esempio preminente di come diversi stili possono coesistere in armonia. L’ingresso principale, con la sua facciata romanica, accoglie i visitatori con la sua imponenza. Le porte in legno massiccio e i dettagli decorativi incisi sono solo alcune delle caratteristiche che richiamano attenzione. Man mano che si entra, il chiostro offre un rifugio tranquillo, circondato da colonne eleganti e archi che incorniciano giardini ben curati. Inoltre, la chiesa del monastero è un vero gioiello. Il suo altare maggiore, riccamente decorato, è un esempio perfetto dell'arte barocca portoghese. Le opere d'arte all'interno della chiesa evidenziano la devozione dei monaci e il ricco patrimonio religioso di Coimbra. Ogni angolo del monastero racconta una storia, trasmettendo un senso di pace e contemplazione che affascina i visitatori.
Un patrimonio culturale Oltre alla bellezza architettonica, il Monastero di Santa Cruz custodisce una vasta collezione di opere d'arte e manufatti storici. La biblioteca monastica, rinomata per la sua collezione di manoscritti e libri antichi, è un tesoro per studiosi e appassionati di storia. Questa biblioteca rappresenta un pilastro fondamentale della comunità intellettuale di Coimbra, riflettendo l'importanza del sapere e della cultura nel corso dei secoli.
L'importanza del monastero va oltre l'aspetto religioso e culturale; esso racchiude il patrimonio collettivo della città di Coimbra. Ogni anno, il monastero ospita eventi culturali, mostre e concerti, dimostrando come passato e presente possano convivere in armonia. I visitatori non solo possono esplorare la storia del monastero, ma anche partecipare a una serie di attività che promuovono l'arte e la cultura locale.
L'Università di Coimbra: la Cappella di São Miguel e la Biblioteca Joanina
L'Università di Coimbra, fondata nel 1290, è una delle istituzioni accademiche più antiche e prestigiose del mondo. Situata nella storica città di Coimbra, in Portogallo, questa università non è solo un luogo di apprendimento, ma anche una testimonianza vivente della ricca storia culturale del paese. Ogni anno, migliaia di studenti e visitatori si recano a Coimbra per esplorare il suo campus, ricco di eleganti architetture, straordinarie biblioteche e importanti luoghi di culto.
In questo contesto, la Cappella di São Miguel e la Biblioteca Joanina spiccano come due gemme straordinarie. La Cappella di São Miguel, situata all'interno dell'Università, rappresenta una fusione di arte e spiritualità, mentre la Biblioteca Joanina, un autentico scrigno di conoscenza, è uno dei luoghi più iconici della vita accademica del Portogallo.
La Cappella di São Miguel: un faro di spiritualità e arte
La Cappella di São Miguel è una delle aree più significative dell'Università di Coimbra. Costruita nel XVIII secolo, questa cappella è dedicata a San Michele, l'arcangelo noto per la sua protezione e guida. La sua architettura barocca cattura immediatamente l'attenzione dei visitatori. L'interno è riccamente decorato con affreschi e opere d'arte che riflettono l'importanza religiosa e culturale del luogo.
Inizialmente, la cappella serviva come luogo di culto per gli studenti e il personale dell'università. Attraverso i secoli, ha mantenuto la sua funzione religiosa, divenendo anche un importante luogo di celebrazione degli eventi accademici. La sua bellezza architettonica e i dettagli artistici la rendono un punto di riferimento non solo per gli studenti ma anche per i turisti che desiderano approfondire la storia culturale di Coimbra.
Un luogo di celebrazione e rituale La Cappella di São Miguel non è solo un luogo di bellezza, ma anche uno spazio vivo di rituali e celebrazioni. Ogni anno, gli studenti dell'Università di Coimbra partecipano a diverse cerimonie religiose all'interno della cappella. Durante l'iniziazione e altre celebrazioni importanti, la cappella diventa un centro di socializzazione e spiritualità, unendo gli studenti in un'esperienza condivisa di fede e tradizione.
Inoltre, la cappella ospita concerti e altri eventi culturali, attirando artisti e musicisti da tutto il Portogallo. Questa vivacità contribuisce a creare un'atmosfera dinamica, in cui la storia e la modernità si intrecciano, rendendo la cappella un luogo di grande significato sia per gli studenti che per i visitatori.
La Biblioteca Joanina: un tesoro di conoscenza
La Biblioteca Joanina, costruita nel XVIII secolo, è uno dei tesori più preziosi dell'Università di Coimbra. Questa biblioteca non è solo un luogo di studio, ma è anche un capolavoro architettonico che affascina i visitatori con il suo design barocco. Il grande atrio, con soffitti decorati e scaffali in legno pregiato, trasmette un senso di grandezza e sacralità. Oltre ad essere una biblioteca, è un'opera d'arte a tutti gli effetti.
Inoltre, la Biblioteca Joanina ospita una vasta collezione di libri antichi e manoscritti rari, molti dei quali risalgono al periodo della fondazione dell'Università. Non sorprende che qui si trovi una delle più importanti raccolte di testi del Portogallo, un patrimonio inestimabile per gli studiosi e gli appassionati di storia.
Un centro di studio e ricerca La Biblioteca Joanina non è solo un luogo dove si conservano libri; è anche un attivo centro di studio e ricerca. Gli studenti e i ricercatori possono accedere a questo spazio per approfondire le loro ricerche, perstudiare libri rari e per interagire con esperti di vari settori. Le numerose iniziative promosse dalla biblioteca, tra cui conferenze, mostre e laboratori, hanno reso questo spazio un punto di riferimento per la cultura e l'istruzione a Coimbra.
In un'epoca in cui la digitalizzazione sta cambiando il modo in cui accediamo alla conoscenza, la Biblioteca Joanina si impegna a mantenere viva la tradizione del libro stampato. La bellezza dei suoi volumi antichi e la loro rara fragranza attirano ogni anno numerosi visitatori, desiderosi di immergersi in un'atmosfera di scoperta e meraviglia. Read the full article
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Modena: partita la realizzazione della nuova scuola a Villanova
Modena: partita la realizzazione della nuova scuola a Villanova. La conclusione dell'intervento, nell'area tra le strade via di Villanova e via Cremaschi, è prevista entro fine 2025. Lavori per 3 milioni 100 mila euro finanziati da Pnrr e Comune. Sono partiti i lavori di realizzazione della nuova scuola dell'infanzia a Villanova, la cui conclusione è prevista entro fine 2025. L'edificio scolastico in costruzione, di ispirazione montessoriana, sarà composto da quattro padiglioni gemelli legati tra loro da un'ampia area comune e ospiterà tre sezioni per complessivi 75 posti. L'intervento, aggiudicato all'impresa Dedalo Costruzioni srl di Modena, ha un valore complessivo di 3 milioni 100 mila euro, finanziato con Fondi Pnrr nell'ambito del programma Next Generation Modena: 2 milioni 400 mila euro per progetti finanziati direttamente dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, 240 mila euro dal Fondo opere indifferibili e 460 mila euro da risorse confluite in avanzo vincolato del Comune. La nuova scuola dell'infanzia viene realizzata in un'area compresa tra le strade via di Villanova e via Cremaschi, in zona centrale e facilmente accessibile ai residenti della frazione anche a piedi e in bicicletta, vicina al nido Trottola, con cui si configurerà come Polo per l'infanzia per dare continuità all'esperienza dei bambini, a completamento del polo scolastico che già comprende sempre lì accanto anche la primaria Menotti. Tra le diverse strutture scolastiche è prevista una piazza comune, luogo protetto e di interscambio fra gli studenti e i genitori. Sui fronti nord (via di Villanova) vengono realizzate aree destinate a parcheggio pubblico. Il nuovo edificio andrà a sostituire l'attuale struttura, che si trova sulla strada per Modena, lontana dal centro abitato e senza pista ciclabile. D'ispirazione montessoriana, la nuova scuola è pensata con attenzione all'interazione tra le sezioni e alle aperture verso l'esterno per favorire le attività all'aperto. L'edificio sarà infatti caratterizzato da ambienti flessibili e adattabili alle esigenze didattiche, grandi aperture ad altezza di bambino, spazi all'aperto dove svolgere attività ludiche e didattiche, oltre che da un accesso verso il parco. In tre dei quattro padiglioni troveranno spazio le tre sezioni, comprensive di servizi igienici dedicati e vano di servizio, e nel quarto padiglione una serie di locali utili al funzionamento della scuola, dallo spazio di predisposizione dei pasti e lavaggio stoviglie, agli spogliatoi di addetti ed educatrici, dalla lavanderia al ripostiglio, da una sala riunioni a un bagno accessibile solo dall'esterno. La zona comune è contraddistinta, oltre che da ampie finestrature, da un'altezza volumetrica maggiore rispetto agli altri ambienti, proprio come se fosse una piazza pubblica incorniciata dai padiglioni. Le sezioni sono caratterizzate da ampie finestrature a tutt'altezza, protette da logge che hanno funzione sia di schermatura solare sia di protezione dalle intemperie. All'interno sono previsti ampi varchi modulabili attraverso vere e proprie pareti scorrevoli, in modo da modificare lo spazio a seconda delle esigenze del momento, per svolgere attività didattiche con una, due o tutte e tre le sezioni contemporaneamente. Il giardino viene attrezzato con piccoli rilevati di terreno e zona giochi, oltre a un'ampia gradonata che viene collocata di fronte alla grande sala comune e che potrà essere utilizzata come sedute per il teatro all'aperto. L'impostazione architettonica del progetto è il frutto di un percorso partecipato tra l'Amministrazione comunale e le educatrici, il personale ausiliario e i genitori, sollecitato al tempo anche attraverso un ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Se c’è una cosa tangibile che ha a che fare con la storia architettonica, urbanistica e paesaggistica italiana ed europea, questa è il rapporto artistico tra territorio e popolo. “L’apertura dell’uomo verso l’uomo” non è mai stata solo funzionale ma soprattutto spirituale. Forse la più vera e alta forma di resilienza. L’incredibile sostenibilità che ci circonda. Provare a rendere lo spazio arte, i luoghi riflesso di una vita in comunione. Per quanto impossibile, complicata e piena di contraddizioni. È questa identità cristiana, al di là della cristianità religiosa, che dovremmo problematizzare nei territori contemporanei e sforzarci di percorrere per essere chi siamo. Per avere un ruolo nel mondo.
#luoghicomuni#commonplaces#lugarescomuns#cartolina#postcard#postal#italia#italy#itália#architettura#architecture#arquitectura#paesaggio#landscape#paisagem#urbanistica#urbanismo#urbanism
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#01 | Resilienza e salute | Alessandro Melis
La pandemia attuale ha confermato la relazione tra crisi ambientale e malattie.
La pratica professionale e la formazione dell’architetto dovranno essere rifondate sulla consapevolezza dell’inscindibile legame tra ecologia e salute.
Nei prossimi anni, infatti, lo spill-over di virus come il Covid-19, dovuto a contatti con animali serbatoio, sarà solo uno degli impatti negativi della crisi climatica sulla nostra salute e, probabilmente, non il peggiore.
La riduzione dell’acqua dolce, la liberazione di virus dalle calotte polari, la tropicalizzazione del clima, e l’aumento dell’inquinamento saranno solo alcune delle dirette conseguenze sulla salute dovute ai cambiamenti ambientali,
Gli impatti sopracitati sono infatti tutti mitigabili attraverso la progettazione solo se l’architetto sarà capace di interpretare il proprio ruolo in modo strategico e sistemico come figura di sintesi in grado di trasformare le conoscenze transdisciplinari in visioni.
Il richiamo all'autonomia è un’inaccettabile dichiarazione di non responsabilità, considerando che oltre il 40% delle emissioni dipendono dalle costruzioni.
E’ necessario un radicale ripensamento del tessuto urbano, e del suo rapporto con la troposfera, per trasformare gli insediamenti urbani in sistemi aperti e virtuosi che reagiscono ai cambiamenti climatici e sociali già in atto e in continua trasformazione (resilienza): ciò che oggi sembra un evento eccezionale potrebbe diventare la normalità in futuro.
La sperimentazione, la ricerca saranno dunque cruciali nella pratica architettonica: i principi della fisica (soprattutto la fluidodinamica), biologia, botanica, medicina, devono contribuire al superamento dell’autonomia dell’architettura, fondata su dicotomie obsolete come razionalità-organicità, artificio-natura e vuoto-pieno.
Una radicale riconfigurazione spaziale dell’ambiente costruito è un’occasione di sviluppo/trasformazione positiva dell’attuale metabolismo urbano ad alta intensità energetica, in un metabolismo circolare, attraverso progetti rivoluzionari che comprendano anche il riciclo e la rigenerazione delle risorse.
L’architettura del futuro non definirà più un oggetto, unico e riconoscibile, autonomo, ma sarà parte integrante di un paesaggio ibrido generato da variazioni del continuum urbano, che implicherà anche processi di auto riconfigurazione finalizzati all'adattamento a condizioni ambientali sempre più estreme e a ridurre la pressione sui sistemi ecologici.
Vi sono opportunità illimitate nei cambiamenti futuri per gli architetti, solo se le istituzioni preposte alla tutela della professione saranno in grado di coglierle.
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Alessandro Melis è Professor of Architecture Innovation (University of Portsmouth) e Direttore del Cluster for Sustainable Cities. Alessandro è stato docente alle University of Auckland, University of Applied Arts Vienna, Anhalt University Dessau, e Edinburgh School of Architecture. E’ il curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2020 e ambasciatore dell’Italian Design 2020. La sua ricerca sulla resilienza è corroborata da 130 pubblicazioni, altrettante citazioni, e conferenze presso istituzioni come il MoMA di New York, la Foster Foundation, UNESCO, l’Ambasciata Italiana di Parigi, l’Istituto Italiano di Cultura a Londra, TED, China Academy of Art, e University of Cambridge. Il polo universitario SR1938, l’istituto Stella Maris, Fonte Mazzola e la fiera del Trentino sono tra i progetti più noti di Heliopolis 21, studio fondato da Alessandro nel 1996.
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#RESILIENZA Contrariamente a quanto normalmente si pensa, il percorso vitale di un #albero non è lineare come il nostro (nascita, giovinezza, maturità, vecchiaia, morte). Gli alberi sono organismi potenzialmente immortali che seguono percorsi ciclici. Un albero in declino non occupa necessariamente lo stato precedente alla morte. Come si vede nella foto un albero “resiliente” è capace di ritrovare un nuovo equilibrio vitale, sebbene diverso da quello adottato in precedenza. In sostanza gli alberi sono in grado di modificare la loro struttura architettonica, sviluppando e reagendo agli stress ambientali. www.architetturadeglialberi.it
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Il Monastero di Batalha, Patrimonio dell'Umanità
Il Monastero di Batalha, un immortale simbolo di dedicazione e determinazione, è un esempio straordinario dell'architettura gotica portoghese. Situato nella località di Batalha, Portogallo, questo monastero è stato costruito per commemorare la Battaglia di Aljubarrota, una vittoria fondamentale per il Portogallo che ha rafforzato la sua indipendenza dalla Castiglia. La storia che si cela dietro questa meraviglia architettonica è ricca e affascinante, rendendo il Monastero di Batalha una delle mete più ambite per turisti e appassionati di storia.
La storia del Monastero di Batalha
Origini e fondazione La fondazione del Monastero di Batalha risale al 1386, in seguito alla vittoria portoghese nella battaglia che si svolse il 14 agosto dello stesso anno. Il re Giovanni I del Portogallo promise di costruire un monastero in onore della Vergine Maria come atto di gratitudine per l'aiuto divino ricevuto. Così, i lavori iniziarono nel 1388 e proseguirono per più di due secoli. L'architettura del monastero presenta elementi gotici e manuelini, una fusione che riflette il passaggio dei ruoli architettonici in Portogallo durante il Rinascimento.
L'architetto principale, Afonso Domingues, progettò il monastero con attenzione ai dettagli, incorporando elaborate sculture e decorazioni. Inoltre, il monastero fungeva non solo come luogo di culto, ma anche come simbolo della sovranità portoghese. All'interno delle sue mura si trovano sepolture illustri, inclusi membri della famiglia reale, aumentando ulteriormente il suo significato storico.
Un simbolo di resilienza Nel corso dei secoli, il Monastero di Batalha ha affrontato numerose sfide, tra cui il degrado e la mancanza di fondi per la manutenzione. Tuttavia, il suo significato culturale ha motivato sforzi costanti di restauro, contribuendo a preservare la sua bellezza e la sua importanza storica. Nel 1983, il monastero è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, riconoscendo il suo valore eccezionale per la storia e la cultura mondiale. Questo riconoscimento ha portato a un rinnovato interesse per il Monastero di Batalha, attirando visitatori da tutto il mondo. La gente si reca qui per ammirare non solo l'architettura ma anche per assorbire la profonda spiritualità e storia che pervade ogni angolo del monastero.
Architettura e design: un capolavoro incomparabile
Dettagli architettonici L'architettura del Monastero di Batalha è una fusione di diversi stili, prevalentemente gotico e manuelino. Questa sinergia di elementi crea un'atmosfera unica e affascinante. Le intricate decorazioni delle finestre, i pinnacoli slanciati e le colonne eleganti rappresentano la maestria degli artigiani dell'epoca. Particolari come il Chiostro, progettato con archi ogivali e decorazioni floreali, creano un senso di armonia e bellezza che colpisce chiunque visiti il luogo. La Cappella delle Anime, un'altra meraviglia da non perdere, presenta un mix di stili architettonici, con vetrate colorate che riflettono la luce in modi straordinari. Ogni dettaglio racconta una storia, invitando i visitatori a scoprire le influenze culturali che hanno plasmato il Monastero di Batalha nel corso dei secoli.
Significato simbolico Ogni aspetto del design ha un significato simbolico. Le colonne binate, ad esempio, rappresentano l'unione tra il divino e l'umano, mentre le sculture di santi e figure bibliche esprimono la devozione religiosa dei costruttori. Inoltre, il monastero è stato concepito per essere non solo un luogo di preghiera, ma anche un monumento commemorativo. Ogni elemento architettonico è stato realizzato con cura, invitando i visitatori a riflettere sulla storia del Portogallo e sul suo cammino verso l'indipendenza. In questo modo, il Monastero di Batalha non è solo una semplice struttura, ma un capolavoro che racchiude dentro di sé la resistenza e la determinazione del popolo portoghese attraverso i secoli.
Visitare il Monastero
Prepararsi per la Visita Quando si pianifica una visita al Monastero di Batalha, è fondamentale considerare alcuni aspetti pratici. Prima di tutto, si consiglia di controllare gli orari di apertura, poiché possono variare a seconda della stagione. All'interno del monastero, gli ospiti possono usufruire di guide audio e visite guidate, che offrono approfondimenti sulla storia e sull'architettura. Le guide locali forniscono informazioni dettagliate sui vari aspetti del monastero, rendendo l'esperienza ancora più arricchente. È consigliabile indossare scarpe comode, poiché ci sono molte aree da esplorare e passeggiare.
Le attrazioni nei dintorni Oltre al Monastero di Batalha stesso, ci sono molte altre attrazioni nei dintorni che meritano una visita. La città di Batalha offre un'atmosfera affascinante, con strade pittoresche e caffè accoglienti dove i visitatori possono gustare la cucina portoghese. Inoltre, la nearby Ferrovia da Luz e il suo piccolo museo forniscono ulteriori spunti culturali. Se il tempo lo permette, i visitatori possono anche esplorare altre località storiche nelle vicinanze, come Alcobaça e Óbidos. Queste città offrono un ulteriore sguardo sulla ricca storia del Portogallo e fanno da ottimo complemento alla visita al Monastero di Batalha. https://youtu.be/8V5eze_52bs Read the full article
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Oristano: Approvato il progetto definitivo per la riqualificazione del centro storico.
Approvato il progetto definitivo per la riqualificazione del centro storico. La Giunta Sanna, su proposta dell’Assessore ai Lavori pubblici Simone Prevete, ha approvato il progetto definitivo da un milione 524 mila euro per i lavori di riqualificazione del centro storico. Il Sindaco Massimiliano Sanna: “Con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza interveniamo sulla riqualificazione urbanistica, la viabilità e le aree del centro storico che ancora non sono stati oggetto di intervento. Gli interventi, al via solo dopo la riapertura di piazza Manno, riguardano via Vittorio Emanuele II, via Ciutadella de Menorca, via Carmine e via Francesco Crispi. Si completa dunque l’ampio programma di interventi realizzati dal Comune nel centro storico e che oggi interessa anche la Piazza Manno e via Episcopio, in modo tale ridare importanza e decoro a spazi che fanno parte della memoria storica della città”. L'Assessore ai Lavori pubblici Simone Prevete precisa :“I lavori partiranno solo dopo che saranno conclusi quelli di piazza Manno per non creare ulteriori disagi. La soluzione progettuale approvata vuole uniformarsi, dal punto di vista architettonico e dei materiali utilizzati, a quello già esistente, interrompendo il processo di frammentazione architettonica che caratterizza le pavimentazioni presenti nel centro storico. Partendo dal Piano particolareggiato del centro storico e integrando le informazioni sugli aspetti culturali, sociali e funzionali degli assi oggetto di intervento, si è definita una proposta che oltre a risolvere criticità che vanno oltre la semplice restituzione del decoro urbano, interviene su aspetti quali la rimozione delle barriere architettoniche, l’eliminazione delle aree di promiscuità tra pedoni e veicoli e la ridefinizione di alcune sedi stradali con il fine di renderle maggiormente rispondenti alle rispettive funzioni”. Per Via Vittorio Emanuele II, che nel Piano particolareggiato del centro storico è definito “asse identitario” in quanto parte del percorso della Sartiglia, è prevista la ridefinizione della sede stradale attraverso il mantenimento della larghezza attuale per gran parte dello sviluppo della carreggiata e in un tratto L’allargamento del sedime del marciapiede. “La nuova configurazione permetterà lo svolgimento della Sartiglia in condizioni di maggiore sicurezza grazie” precisa l’Assessore Prevete. Saranno realizzate una nuova pavimentazione stradale e marciapiedi. La nuova pavimentazione in basalto è uniforme con quella della via Duomo creando un unico asse identitario. I nuovi marciapiedi saranno realizzati in granito e riprenderanno le stesse caratteristiche di via Duomo. Per Via Ciutadella De Menorca è prevista una nuova pavimentazione stradale e una definizione dello spazio pedonale. La nuova pavimentazione sarà composta da lastre di basalto delle dimensioni mentre le aree pedonali saranno definite dall’installazione di dissuasori in ghisa smontabili in base alle esigenze. Per Via Carmine – Vicolo Arcais – Vicolo Lamarmora la ridefinizione della sede stradale prevede il parcheggio in alcuni punti e la formazione di un passaggio pedonale adiacente al Carmine. La nuova pavimentazione stradale sarà realizzata in sanpietrini di basalto mentre gli spazi destinati al traffico pedonale saranno realizzati in conci di basalto e saranno posizionati alla stessa quota della carreggiata, per non creare interferenze con gli accessi esistenti. L’intervento si completa con la riqualificazione completa del Vicolo Arcais e della parte del Vicolo Lamarmora che si affaccia su piazza Martini dove è prevista la realizzazione di una nuova pavimentazione in tozzetti di basalto. In via Crispi è prevista la ridefinizione della sede stradale portando il sedime della careggiata a una larghezza costante di 3 metri. La nuova pavimentazione stradale sarà in sanpietrini di basalto mentre gli spazi per il traffico pedonale saranno realizzati in conci di basalto e saranno posizionati alla stessa quota della carreggiata, per non creare interferenze con gli accessi che si affacciano sulla via. È previsto un intervento di rifacimento di alcune reti tecnologiche: potenziamento e sistemazione della rete fognaria e di smaltimento delle acque bianche, predisposizione dei cavidotti interrati per l’eliminazione delle reti aeree ENEL e Telecom, rifacimento integrale degli allacci fognari non a norma, un nuovo sistema di smaltimento delle acque bianche.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Ogni volta che ascolto una intervista di Carlo Ratti penso a quanto mi dia fastidio il suo pragmatismo culturalmente esotico in questo paese. Anche il suo humor non mi fa ridere perché lo trovo un po’ grossolano. Nella sua intervista su Open, per esempio, ho trovato completamente priva di comicità questa espressione sarcastica: “Magari il capitano d’industria vorrà ancora la sua stanza con la poltrona di pelle umana, ma vanno immaginati nuovi formati”. Tuttavia, malgrado queste premesse, credo che Ratti vada letto più laicamente e Luigi Prestinenza Puglisi abbia ragione quando sostiene che anche se non ci dovesse piacere, il tentativo di Ratti di intendere tutto come architettura può essere una strada per uscire dalla crisi (di idee più che di fatturato, essendo quest’ultima strutturale) in cui siamo piombati (inizio a credere a causa del concetto di resilienza usato anche per cucinare una carbonara in studio e dell’uso della locuzione ‘driver progettuali’ che mi ha provocato la psoriasi). Qualche hanno fa, dopo il duello Peluffo vs Ratti tenutosi a Roma in Interno 14, scrissi una critica postdatata che vi linko https://www.presstletter.com/2017/06/de-architectura-dal-bancone-alla-banca-daniel-screpanti/ nella quale sostenevo questa fertilità dell’approccio alla Ratti per non perdere l’occasione di riprogrammare l’architettura (soprattutto quella che non ci piace nelle cosiddette urbanizzazioni architetto-free). Ora, il dubbio al quale occorre dare una risposta è questo: se tutto è architettura, anche il nulla può esserlo. Il covid ha dimostrato che sul nulla, in architettura, c’è tanta, tantissima letteratura. Se mi chiedessero quale potrebbe essere il tema più facile per una ricerca di dottorato in composizione architettonica, direi certamente: il nulla in architettura e la sua perfetta comunicazione.
#luoghicomuni#commonplaces#lugarescomuns#italia#italy#itália#cartolina#postcard#postal#architettura#architecture#arquitectura#paesaggio#landscape#paisagem#urbanistica#urbanism#urbanismo
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Credo che l’assenza di una qualche considerazione urbanistica e architettonica nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza gridi vendetta rispetto a chi dovrebbe rappresentare la nostra cultura professionale presso la politica. Nel documento è citata una sola volta la pianificazione territoriale e, pensate un po’, l’aggettivo attribuitole è inadeguata
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