#residenze digitali 2022
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L’Orestea di Eschilo è l’unica trilogia tragica di tutto il teatro greco ad esserci pervenuta per intero ed è composta da tre tragedie Agammennone, Le Coefore, Le Eumenidi (in origine seguite dal dramma satiresco Proteo). L’Orestea è una “tragedia dei passaggi”: oltre a segnare il passaggio storico dal matriarcato al patriarcato, segna anche il passaggio dal mondo tradizionale, mitologico ed irrazionale (impersonificato dalle Erinni) al mondo “nuovo”, della ragione, della Democrazia (simboleggiato dall’istituzione del primo Tribunale cittadino della storia, fondato da Atena, dea della ragione). Questa metamorfosi non avviene però attraverso la cancellazione dell’ordine antico da parte di quello moderno, ma il primo mondo arcaico arriva ad inglobare il secondo, attraverso una (difficile) trasformazione: ad esempio le Erinni, personificaizoni femminili della vendetta nella mitologia greca, si trasformano in Eumenidi.
La scelta dei frammenti operata da Teatrino Giullare si concentra non su tutta la tragedia ma sull’uccisione della madre da parte di Oreste tenendo puntata l’attenzione al contesto storico-politico in cui la tragedia si sviluppa e cioè a un momento di pace che succede a una guerra civile terribile: la guerra è finita, Agamennone è tornato a casa da vincitore ma restano tutte le faide famigliari che sono scaturite e profondi segni e ferite. Si contano i morti e i paesaggi che Oreste attraversa nei vari episodi della web serie teatrale sono abitati da maschere che sono tutti i volti di coloro che non sono tornati vivi.
Il processo creativo sviluppato durante questi mesi ha portato alla costruzione di cinque video con cinque storie che vengono dalla trama dell’Orestea. Il lavoro di sintesi sia rispetto alle immagini che al testo drammaturgico segue il filone del ritorno a casa di Oreste, del matricidio e della giustizia rispetto all’atto dell’uccisione. I personaggi, nel rispetto della tragedia, sono molto ambigui, comprendere dove sia la verità è difficile e le voci degli dei che portano il loro punto di vista sulla vicenda sono contraddittori. Come scrisse Pasolini:
“Il significato delle tragedie di Oreste è solo, esclusivamente, politico. Clitennestra, Agamennone, Egisto, Oreste, Apollo, Atena, oltre che essere figure umanamente piene, contraddittorie, ricche, potentemente indefinite (si veda la nobiltà d’animo che persiste nei personaggi normalmente e politicamente “negativi” di Clitennestra e Egisto ) sono soprattutto – nel senso che così stanno soprattutto a cuore all’autore – dei simboli: o degli strumenti per esprimere scenicamente delle idee, dei concetti: insomma, in una parola, per esprimere quella che oggi chiamiamo una ideologia”.
Il lavoro che Teatrino Giullare fa sull’Orestea di Eschilo riletta da Pasolini è sulla verità, sui punti di vista e il mezzo tecnico allora, il 360°, diviene anche metafora di questo viaggio tra le differenti opinioni, i diversi sguardi, le diverse verità che affiorano.
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Un affondo in estrema sintesi sulla trama della tragedia:
La trilogia narra, in tre episodi, un’unica storia che affonda le proprie radici nella mitologia dell’antica Grecia. L’intreccio del dramma, incentrato sul mito degli Atridi, inizia con il ritorno di Agamennone ad Argo, il quale, tornato vincitore da Troia, viene assassinato a tradimento da sua moglie Clitemnestra e al compagno Egisto, e assieme a lui Cassandra, la schiava troiana che aveva portato con sè. La trama prosegue con la vendetta imposta da Apollo (dio della solarità maschia e paladino del diritto paterno) ad Oreste, che si trova costretto ad uccidere sua madre se non vuole disobbedire al dio. Il matricidio, anche se tutelato da Apollo, provocherà su di Oreste la persecuzione delle Erinni, oscure divinità primordiali tutrici del diritto materno. Seguendo il consiglio di Apollo Oreste si rifugia ad Atene dove verrà giudicato ed assolto non ad opera di un tribunale divino, ma attraverso un processo cittadino che avviene nel Tribunale dell’Areopago, istituito apposta per il caso da Atena. Atena, infine, dopo aver creato con l’Areopago la prima istituzione democratica, convertirà le Erinni in Eumenidi, che riconosceranno l’assoluzione di Oreste ed il suo ritorno in patria.
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Ultimo appuntamento con gli appunti di viaggio intorno al progetto Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini: saranno bozzetti scenici, brevi interviste, riflessioni e suggestioni che arriveranno dal dialogo costante che si svolge tra i partner del progetto, le tutor e gli artisti e le artiste. Prossimo appuntamento l’apertura della settimana delle residenze digitali dall’8 al 13 novembre!
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Mancano meno di due mesi alla prossima Settimana delle Residenze Digitali e Teatrino Giullare è nel pieno del processo creativo e di composizione visiva. In questi giorni, in occasione della XV edizione delle Giornate Teatrali di Colle Ameno, rassegna organizzata dagli stessi artisti e dedicata alla ricerca e all'innovazione teatrale, hanno presentato una prova aperta di Drone Tragico mostrando al loro pubblico una puntata pilota. Il lavoro è pensato per una visione immersiva che possa funzionare da potenziamento dell'immaginazione e il digitale ha permesso agli artisti di operare attraverso delle sintesi per ampliare i significati del testo drammaturgico. Non si tratta quindi di un riassunto ma di frammenti, di condensazioni che grazie alla videocamera a 360 gradi e al lavoro di digitalizzazione diventano ricchi di punti di vista, di dettagli, di molteplici letture anche dovute alla somma tra immagini evocative e un testo complesso e universale. La maggior parte del lavoro è stato girato in esterno, nei paesaggi che hanno incontrato durante i viaggi di lavoro e quelli che sono vicini ai loro spazi quotidiani di vita. Come raccontano Giulia ed Enrico “la ricerca dei luoghi avviene perlustrando zone che ci circondano e che abbiamo attraversato dalla provincia di Bologna, al nord della Germania, la Sicilia, il Lazio e di recente New York dove eravamo per un' installazione. Durante questo periodo abbiamo soggiornato in case diverse ed è il tema della casa che ha unito la nostra ricerca visiva insieme a quello del percorso. L'Orestea è il viaggio di Oreste, il suo ritorno a casa dopo un periodo di esilio e poi la fuga dalla casa e il vagabondare ospite in diverse dimore. I nostri viaggi visivi terminano con degli arrivi in case diverse a volte reali a volte miniature. Una parte del lavoro infatti lo abbiamo eseguito in interni, in stanze o case abbandonate ed anche utilizzando case in miniatura”. La parte sonora, infine, prende il via dalla selezione drammaturgica del testo e si realizza con un registrato vocale applicato al montaggio durante il lavoro di postproduzione: l’ambiente sonoro è costituito così da suoni, rumori, battiti e in alcune occasioni musiche.
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Quarto appuntamento con gli appunti di viaggio intorno al progetto Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini: saranno bozzetti scenici, brevi interviste, riflessioni e suggestioni che arriveranno dal dialogo costante che si svolge tra i partner del progetto, le tutor e gli artisti e le artiste. Arrivederci a ottobre!
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In queste lunghe e calde giornate estive sta procedendo la ricerca creativa di Teatrino Giullare intorno al progetto digitale Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini. Giulia Dall’Ongaro ed Enrico Deotti mi raccontano come il lavoro che stanno portando avanti sia, dal punto di vista drammaturgico, diverso rispetto a come operano quando riadattano un testo per la scena fisica. Qui, infatti, la loro attenzione non è rivolta all'integrità del testo con i suoi significati e alle visioni che ne conseguono ma piuttosto a dei frammenti che sono quei nuclei drammaturgici che “sembrano interessanti sia per il tema che per la poeticità del testo”. Questi vengono poi associati a delle azioni che non sono esclusivamente descrittive ma evocative. Il tema principale è il viaggio di Oreste in quanto, come evidenziano gli artisti, “Orestea contiene questo significato, è un viaggio, una peripezia, un viaggio di ritorno a casa e di casa in casa (quello che Oreste compie durante il suo esilio e anche successivamente verso il tempio di Atena). Tutto ciò che ruota attorno alla casa, ai legami familiari diventa per noi motivo di esplorazione così come tutti i frammenti di testo che riguardano la guerra e il destino dell'uomo; abbiamo collegato questi nodi drammaturgici di morte-famiglia-casa”. I temi che stanno attraversando questa ricerca si stanno espandendo dal progetto selezionato per il bando Residenze Digitali alle altre progettualità che la compagnia sta portando avanti in questi mesi. La casa, infatti, è il nucleo tematico che verrà esplorato anche durante le prossime Giornate Teatrali di Colle Ameno, un cantiere di teatro contemporaneo dedicato alla drammaturgia e all’innovazione teatrale che ogni anno Giulia ed Enrico organizzano nelle sale del settecentesco Borgo di Colle Ameno: nel mese di settembre si svolgeranno così laboratori rivolti alla formazione attoriale e appuntamenti di approfondimento che indagheranno l'idea di casa in varie forme; in questa occasione, come in ogni edizione, verrà presentata una performance che quest’anno sarà tratta da La Tana di Kafka. Questa esplorazione, come mi raccontano inoltre gli artisti, “si intreccia anche al lavoro di arte contemporanea che stiamo elaborando: un'installazione intitolata Tales che presenteremo a New York nella seconda metà di agosto e che resterà in un parco circa sei mesi all'interno del programma di arte contemporanea negli spazi pubblici della città di New York. L'opera è dedicata ai raccontatori di storie, consiste in una serie di maschere che emergono/nascono da un nido, una nascita della tragedia, in affinità al lavoro su drone tragico che utilizza le maschere proprio come simboli teatrali e drammatici”. L’opera Tales sarà dedicata alla memoria di Giuliano Scabia.
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Terzo appuntamento con gli appunti di viaggio intorno al progetto Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini: saranno bozzetti scenici, brevi interviste, riflessioni e suggestioni che arriveranno dal dialogo costante che si svolge tra i partner del progetto, le tutor e gli artisti e le artiste. Arrivederci a settembre!
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Con Drone Tragico. Volo sul’Orestea da Eschilo a Pasolini la compagnia Teatrino Giullare porta avanti la sperimentazione del dispositivo seriale come modalità di diffusione dei contenuti, come già aveva fatto durante la prima fase della pandemia da Covid-19. Nella primavera del 2020, infatti, sperimentando sulla drammaturgia in senso mediale, e quindi adattando il testo alla piattaforma scelta (Gemini, Brilli, Giuliani 2020), in quel caso Instagram, traducevano le tecniche del teatro d’oggetti e di figura in animazioni stop-motion. Diario dei giorni felici è il titolo della serie di quattordici micro-narrazioni video che vede i due protagonisti dei Giorni Felici di Samuel Beckett fisicamente bloccati in un eterno presente che risuona e accompagna la stasi che si viveva in quel preciso momento di lockdown: ciascun video infatti è legato ad una citazione del celebre testo di Beckett, “fulminanti evocazioni dell’inaudito stato di isolamento e stasi”. Ora, rintracciano nella rilettura della tragedia la stessa modalità di sperimentazione sulla drammaturgia in senso mediale, operando una strutturazione a episodi che vedrà anche l’utilizzo della telecamera a 360°. Sarà il viaggio di Oreste a strutturare il racconto degli episodi e la successione delle scene selezionate. Oreste è pedinato dagli dei in volo, che come scrive Eschilo si muovono come uccelli.
Apollo a Oreste: Esse (ndr le Erinni) cercano te, nell’immenso mondo, T’inseguono in tutti i luoghi dove vai, anche oltre il mare, anche nella città circondate dall’acqua
….
Ombra di Clitemnestra: Guarda, guarda bene, in ogni luogo, non lasciarlo scappare, il matricida.. *
La visione parte da questa presenza che incombe sulla testa di Oreste, lo insegue nel suo viaggio di ritorno verso casa. Oreste guida lo sguardo e porta lo spettatore, durante il suo viaggio, nei vari luoghi dove accadono le scene. L’occhio belva della telecamera lo insegue dall’alto, poi scende ed entra nei luoghi che il personaggio attraversa. È doppia la presenza perché Oreste va, ma non è lui che vede, sono gli dei che pedinando il suo viaggio portano l’occhio dello spettatore a vedere le scene. Le riprese sono a 360° e il passaggio dal volo del drone al luogo dove accade l’azione è segnato dalla possibilità di interazione del pubblico: è a questo punto infatti che chi guarda può scegliere se seguire il personaggio agente, il personaggio parlante o quello osservante.
*da Pier Paolo Pasolini, Orestiade
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Secondo appuntamento con gli appunti di viaggio intorno al progetto Drone tragico. Volo sull’Orestea da Eschilo a Pasolini: saranno bozzetti scenici, brevi interviste, riflessioni e suggestioni che arriveranno dal dialogo costante che si svolge tra i partner del progetto, le tutor e gli artisti e le artiste. Arrivederci ad agosto!
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Residenze Digitali 2022
Sono stati pubblicati ieri i nomi dei 6 vincitori della terza edizione del bando Residenze Digitali. I lavori sono stati selezionati dai rappresentanti dei 9 partner organizzatori e dalle 3 tutor, le studiose 𝗟𝗮𝘂𝗿𝗮 𝗚𝗲𝗺𝗶𝗻𝗶, 𝗔𝗻𝗻𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗲𝘃𝗲𝗿𝗱𝗶, 𝗙𝗲𝗱𝗲𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗣𝗮𝘁𝘁𝗶.
Cristina G. Hadley - 𝐿𝑎 𝑚𝑜𝑛𝑡𝑎𝑔𝑛𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑎𝑝𝑜𝑛𝑒
Kamilia Kard 𝐷𝑎𝑛𝑐𝑒 𝐷𝑎𝑛𝑐𝑒 𝐷𝑎𝑛𝑐𝑒
Ultravioletto 𝐻𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑤𝑜𝑟𝑙𝑑!
Both Industries 𝑆𝑡𝑖𝑙𝑙 𝑊𝑎𝑙𝑘𝑖𝑛𝑔
gruppo nanou 𝑇ℎ𝑒𝑦 (𝑖𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑒 - 𝑚𝑜𝑣𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜)
Teatrino Giullare 𝐷𝑟𝑜𝑛𝑒 𝑚𝑎𝑔𝑖𝑐𝑜. 𝑉𝑜𝑙𝑜 𝑠𝑢𝑙𝑙'𝑂𝑟��𝑠𝑡𝑒𝑎 𝑑𝑎 𝐸𝑠𝑐ℎ𝑖𝑙𝑜 𝑎 𝑃𝑎𝑠𝑜𝑙𝑖𝑛𝑖
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Da oggi a domenica si terrà 𝐋𝐚 𝐒𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚𝐧𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐑𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐧𝐳𝐞 𝐃𝐢𝐠𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢, una settimana dedicata alle restituzioni dei 6 progetti selezionati attraverso la terza edizione della call delle Residenze Digitali. Sei progettualità artistiche sperimentali, che trovano nello spazio digitale il loro habitat ideale:
📍𝐋𝐚 𝐦𝐨𝐧𝐭𝐚𝐠𝐧𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐚𝐩𝐨𝐧𝐞 di Christina G. Hadley
📍𝐓𝐨𝐱𝐢𝐜 𝐆𝐚𝐫𝐝𝐞𝐧 - 𝐃𝐚𝐧𝐜𝐞 𝐃𝐚𝐧𝐜𝐞 𝐃𝐚𝐧𝐜𝐞 di Kamilia Kard
📍𝐇𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐖𝐨𝐫𝐥𝐝! di Ultravioletto
📍𝐒𝐭𝐢𝐥𝐥 𝐖𝐚𝐥𝐤𝐢𝐧𝐠 di BOTH Industries
📍𝐓𝐡𝐞𝐦 [𝐈𝐦𝐦𝐚𝐠𝐢𝐧𝐞 – 𝐌𝐨𝐯𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨] di gruppo nanou
📍𝐃𝐫𝐨𝐧𝐞 𝐭𝐫𝐚𝐠𝐢𝐜𝐨. 𝐕𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐮𝐥𝐥’𝐎𝐫𝐞𝐬𝐭𝐞𝐚 𝐝𝐚 𝐄𝐬𝐜𝐡𝐢𝐥𝐨 𝐚 𝐏𝐚𝐬𝐨𝐥𝐢𝐧𝐢 di Teatrino Giullare
Il biglietto per ogni singolo progetto costa € 3
Al link il programma completo: https://www.residenzedigitali.it/calendario-restituzioni-2022/?fbclid=IwAR2LCYp3vYC6-raAaC_5TQhnV_7eN1tGznE5fl-nDAjutlUdtHpNPN4WOkY
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Il teatro abitato. Per una moltiplicazione degli sguardi e delle voci
E’ stata una residenza intesa e partecipata quella vissuta dalla compagnia teatroINfolle al lavoro sul loro primo progetto creativo. Appena arrivati a Mondaino hanno incontrato gli spettatori e le spettatrici che fanno parte del gruppo Il pane quotidiano. La moltiplicazione degli sguardi. Dopo la visione di alcuni momenti di lavoro della compagnia impegnata nel montaggio di alcune scene di OUTIS. Viaggio per mare, il dialogo si è aperto intorno ai temi del progetto, ai racconti e alla scrittura drammaturgica, alle macchine che animano le scene e alla grande assente: l’acqua. Il mare non c’è, viene suggerito, dai suoni e dai riflessi di luce, dalle parole; al posto dell’acqua polvere e stelle, vento e tempesta ed è li che il pubblico lo scorge il sapore della salsedine, e in quel sentimento del mare che abita tutti i personaggi.
I naufraghi li avevo incontrati nella serata di presentazione Acqua fresca e mite Acqua aperta all'ascolto All'ascolto del e nel vento Il vento che da fuori per una volta vien travolto da chi trova sul proprio passaggio Mio figlio bambino, s'è aggiunto all'onda per vicissitudini familiari Noi abbiam sentito Sentito Sentito tanto Sentito forse non tutto Abbiamo sentito l'acqua che non c'era Abbiamo sentito la voce nei canti popolari di chi non c'è Abbiamo sentito avvertito le persone vicine anche se con una vela su bocca e naso Ci siamo cullati con voi Abbiamo sentito forte e sicuro l'albero maestro di una collettività che ha trovato un approdo di speranza e fiduciaGrazie da parte di Giulio che ha tanto gradito lo spuntino "È gratis!" di fine spettacolo
Giocosamente Manuela, spettatrice e partecipante de Il pane quotidiano
Il nucleo della compagnia si è formato anche sotto le travi del Teatro Dimora e nella natura di Mondaino, quando Teatro Valdoca ha lavorato al progetto Giuramenti; poi teatroINfolle ha preso unendosi proprio intono a questo progetto che tiene insieme tutte le specificità di ogni singolo artista dando vita a un coro di voci e corpi che evoca il mare.
La compagnia ha anche incontrato i bambini e le bambine delle scuole elementari di Mondaino. Dopo due anni, infatti, fatta eccezione per la breve esperienza che si è attivata online per le scuole grazie al progetto Residenze Digitali, è ripartito il progetto la Scuola elementare del teatro e della danza, un’esperienza che consente ai bambini e alle bambine di entrare a stento contatto con il lavoro degli artisti in residenza condividendo con gli artisti riflessioni, immagini, questioni che sia aprono in risposta alla visione. Ed è qui, con i bambini e le bambine, che il teatro ha fatto subito da grimaldello riflessivo sulla realtà. Da una parte le macchine sceniche, progettate dal collettivo veneto, hanno subito evocato nella loro mente le macchine leonardesche riportandoli dritto dritto a un progetto che stanno sviluppando a scuola sull’immaginario di Leonardo Da Vinci, dall’altra la guerra: sono quei suoni, che riverberano di acque profonde e oscurità, i rimbombi elettronici e potenti che evocano subito alla mente dei bambini l’eco della tragedia che non molto distante da qui si muove via via più atrocemente.
Poi è arrivato il giorno della prova aperta aperta al pubblico, anticipata dall’inaugurazione della mostra di disegni di Andrea Bonetti, che ha dato il via ad una collaborazione, della quale siamo onorati, con l’associazione ALMA Animatori un collettivo di artiste e artisti marchigiani che sostengono e promuovo l’arte dell’animazione, del fumetto e dell’illustrazione sostenuti da un parterre di soci internazionali. Durante tutto il 2022 gli spettatori e le spettatrici avrano così l’occasione di entrare nelle visioni dei giovani artisti e delle giovani artiste che saranno ospiti di DEA.
Perdere/Perdersi. E’ questa la parola che mi resta dopo il cortocircuito che i disegni di Andrea prima e le scene di teatroINfolle poi hanno provocato nella mia visione. I disegni, le immagini e i suoni dello spettacolo hanno aperto paesaggi che ci abitano e ci hanno abitato: nell’attraversarli l’idea di viaggio tra immaginari cosi differenti si è sovrapposta connettendosi è sul sentimento della perdita.
Perdere una terra. Perdere vele e timone. Perdere la ciurma. Perdere il respiro. Perdersi lungo una strada grigia, fermarsi davanti a una piccola pianta, verde. Perdere una persona cara. Perdersi nei labirinti dell’immaginazione. Perdere la vita. Perdersi nello scorrere dei giorni. Perdersi nella danza vorticosa che si riverbera da specchi d’acqua. Perdersi in un tempo indefinito, in un luogo misterioso, un teatro che sa di antico. Sentirsi persi in una camera vuota. Perdere, perdersi, lasciar andare.
Apro la porta del teatro e ci sono tanti occhi,sguardi belli Siamo tutti lì col cuore aperto... Subito catturata da piccoli disegni, delicati e potenti che mi hanno fatto sentite carezze e fruscio di ali di colibrì...
Poi lo spettacolo... E ho sentito il sole sulla pelle, il sale sulla pelle, il vento sulla pelle... Quiete, tempesta e voci come i canti delle sirene Corpi che hanno dato tanto e il corpo è la cosa più spirituale che abbiamo... ci aggancia al Tutto! Bravura Unità Bellezza L'ho sentita una serata importante,una ripresa,un battesimo in quel mare E sono uscita felice!
Sandra, spettatrice e partecipante de Il pane quotidiano
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