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lamilanomagazine · 6 months
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Palermo: Regione riapre il Villino Favaloro col Museo della fotografia
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Palermo: Regione riapre il Villino Favaloro col Museo della fotografia Nuova vita per il Villino Favaloro di Palermo che, terminati i lavori di restauro, riapre dopo oltre vent'anni e diviene sede del Museo regionale della fotografia. Nel pomeriggio del 22 marzo è avvenuta l'inaugurazione con le autorità regionali e cittadine, da martedì 26 marzo l'apertura al pubblico. Il progetto di ristrutturazione è stato curato dal Centro regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione, per un importo di 1,7 milioni di euro a valere sul Pon "Cultura e sviluppo" 2014/2020. È stata realizzata la musealizzazione di una parte dell'archivio fotografico storico del Centro, selezionando i beni più rappresentativi e di maggiore valore artistico: negativi e positivi su lastra e pellicola risalenti ad un periodo compreso tra il 1854 e il 1970; album appartenenti alle famiglie dell'aristocrazia siciliana e all'alta borghesia, tra cui i Florio; apparecchiature fotografiche di fine Ottocento. «Questo gioiello architettonico nel cuore della città torna a essere patrimonio di tutti - afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - diventando museo di se stesso, tappa di un ideale itinerario dell'Art Nouveau che rappresenta una peculiarità tutta palermitana. Ma non solo: Villino Favaloro diventa custode della storia, ospitando preziose immagini che ricostruiscono oltre un secolo della nostra Isola». «Viene finalmente restituita alla pubblica fruizione un'opera architettonica di grande pregio, tappa essenziale dell'itinerario Liberty a Palermo - sottolinea l'assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - e viene assicurata la giusta valorizzazione alle collezioni fotografiche del Centro regionale per l'inventario, la catalogazione e la documentazione, in un'esposizione permanente in grado di narrare la storia della fotografia in Sicilia e la memoria culturale della Regione». Un secondo intervento a carico del Pon "Cultura e sviluppo", con un importo di oltre 900 mila euro, ha consentito di curare l'allestimento multimediale e immersivo, affidato a Vodafone Business ed ETT, per integrare e potenziare il sistema espositivo. Il Centro ha curato i contenuti dedicati alle varie tematiche: storia delle tecniche fotografiche, i fotografi del Grand Tour, la fotografia tra naturalismo e pittorialismo, la storia della ritrattistica, i grandi fotografi siciliani, la documentazione fotografica legata allo sviluppo industriale e alla riforma agraria. Un'app con testi e immagini guiderà il visitatore alla comprensione del percorso di visita lungo il piano rialzato e il primo piano, diversi exhibit con art wall, touch interattivi, ricostruzioni virtuali consentiranno di viaggiare nel tempo attraverso gli scatti fotografici di Sommer, Sevaistre, Incorpora, Interguglielmi, Benedetto ed Eugenio Bronzetti, i Seffer. È stato così possibile superare la modalità statica e la contemplazione passiva delle opere esposte per offrire un'esperienza coinvolgente. Informazioni per le visite Il Museo regionale della fotografia aprirà al pubblico, a partire da martedì 26 marzo, nei seguenti giorni e orari: dal martedì al sabato dalle 9 alle 13, ultimo ingresso alle 12.15; aperture straordinarie la prima e la terza domenica del mese. Biglietteria (per il 2024): 2 euro (intero); un euro (ridotto); ingresso gratuito la prima domenica del mese. L'accesso, inoltre, è gratuito o ridotto, secondo normativa regionale. Villino Favaloro Il Villino di piazza Virgilio è stato costruito, tra il 1889 e il 1891, su progetto di Giovan Battista Filippo Basile, come punto di incontro tra stilemi tardo medievali e rinascimentali in equilibrata sintesi stilistica delle tendenze sperimentali del geniale architetto. I pannelli a mosaico del piano superiore e della sala pompeiana sono verosimilmente opera di Carmelo Giarrizzo. I modi e le formule liberty risalgono ad alcuni interventi del 1903 a cura di Ernesto Basile, lo stesso che nel 1914 ha effettuato l'ampliamento del Villino con la costruzione del torrino belvedere. Le decorazioni pittoriche interne e i mosaici sono stati realizzati da Salvatore Gregorietti.                ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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oldadvertising · 5 years
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Renato Balestra Alta Moda A/W 1991-2
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I Maestri del Novecento: da Guttuso a Vedova
Fino all’8 gennaio 2023, l’Antiquarium di Centuripe ospita la mostra I Maestri del Novecento: da Guttuso a Vedova. Opere dalla collezione Alberto Della Ragione a cura di Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento. I Maestri del Novecento Il progetto espositivo nasce dalla collaborazione tra il Comune di Centuripe e il Museo Novecento di Firenze, con l’intento di rendere fruibile una selezione di capolavori esposti per la prima volta in Sicilia e provenienti da una delle più importanti raccolte dedicate all’arte italiana del Novecento: la Collezione Alberto Della Ragione. La raccolta, composta da oltre duecento opere, fu donata dall’ingegnere Alberto Della Ragione al Comune di Firenze nel 1970, all’indomani della violenta alluvione che colpì la città nel 1966. Con il suo gesto, alimentato da un profondo senso civico, Della Ragione rispose all’appello lanciato dallo storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, la cui volontà era quella di istituire un Museo Internazionale di Arte Contemporanea, come risarcimento simbolico ai danni subiti dal patrimonio storico-artistico fiorentino. Parola ai protagonisti “Un viaggio speciale per una ricca selezione delle opere donate a Firenze dal mecenate e collezionista Alberto della Ragione��, sottolinea la Vicesindaca e Assessora alla Cultura Alessia Bettini. “Grandi capolavori del Novecento italiano che fanno parte del prezioso lascito avvenuto all’indomani dell’alluvione del ‘66. È proprio il caso di dirlo, l’arte e la bellezza non hanno confini ed è molto significativo riuscire a realizzare importanti sinergie nel segno della cultura. Firenze ha l’ambizione per farlo, creando e rafforzando questi legami virtuosi”. Rinnovando la lunga e feconda tradizione del collezionismo moderno, dalla cui costola sono nati i musei più importanti di Firenze, dagli Uffizi al Museo Stefano Bardini, Della Ragione contribuì ad alimentare il nucleo fondante del Museo Novecento, che conserva ed espone oggi questa importante Collezione. “Dal 2018 il Museo Novecento si occupa della valorizzazione della Collezione Alberto Della Ragione, con progetti ‘esportati’ fuori dalla città metropolitana di Firenze” dichiara Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento di Firenze. “Un cospicuo numero di opere provenienti dalla raccolta dell’ingegnere-collezionista è stato presentato a Salò, in occasione della mostra Italianissima, per poi approdare a Livorno, in una mostra che ha visto confrontate due collezioni: quella pubblica di Della Ragione e quella privata dell’avvocato Iannaccone. Superato l’ostacolo della pandemia, le opere della collezione civica sono tornate a viaggiare, e questa volta arrivano a Centuripe, quasi a coprire un raggio d’azione che ha tracciato una linea di continuità nella penisola. In questa occasione abbiamo concentrato l’attenzione sul carattere umanistico di molti dipinti realizzati dagli artisti della prima metà del Novecento italiano, dove emerge la passione per le vicende dell’uomo, l’ambiente quotidiano, la natura e i drammi storici attraversati all’epoca in cui queste opere furono realizzate. Ancora parole Una sottile vena esistenzialista che sembra aver animato Alberto Della Ragione, deciso difensore della libertà artistica e della funzione antagonista dell’Avanguardia. La presenza di Guttuso è un omaggio voluto alla Sicilia che ha dato i natali a uno dei più grandi cantori della realtà umana nella pittura del Novecento. Siamo felici di questa collaborazione con il Comune di Centuripe e con il Sindaco Salvatore La Spina, da sempre amante dell’arte”. Confini cittadini e regionali Ripercorrendo la volontà di Alberto Della Ragione, il lascito supera i confini cittadini e regionali per arrivare in Sicilia, a Centuripe, città ricca di storia e custode di importanti tesori artistici e archeologici. Con una selezione di opere che spazia da Renato Guttuso a Emilio Vedova, da Mario Mafai a Filippo de Pisis, il pubblico potrà ammirare circa quaranta capolavori del coraggioso mecenate che sin dagli anni Venti si dedicò all’arte, quando ancora diffidente nei confronti della produzione del suo tempo, acquistò le prime opere ottocentesche. Il suo amore per i contemporanei fu suggellato da una visita alla prima Quadriennale romana, nel 1931, che provocò in lui un deciso rifiuto dell’arte dei secoli precedenti. Il collezionista rispose così all’istanza etica di “non passare ad occhi chiusi tra l’arte del proprio tempo, ma di dare all’opera dell’artista vivente il legittimo conforto di una tempestiva comprensione”, da subito motivata da ideali antifascisti e da una reazione alla politica culturale del Regime. Per il Sindaco di Centuripe Salvatore La Spina: “La presenza a Centuripe di quarantuno opere dei più grandi maestri del ‘900 era inimmaginabile, fino a poco tempo fa. La disponibilità del Sindaco Dario Nardella, della Dirigente Marina Gardini e di tutto lo staff della Direzione Cultura del Comune di Firenze, l’amicizia di Sergio Risaliti, curatore e brillante Direttore del Museo Novecento, l’attenzione dell’Assessore al Turismo Manlio Messina, la generosità degli sponsor (Med Service, Manusia Restauri, LuxEsco, Verzì Caffè) e l’operosità dell’Associazione Liberart, sono state le componenti necessarie affinché un progetto così ambizioso potesse realizzarsi in un piccolo centro della Sicilia. Oggi possiamo affermare, con orgoglio, che Centuripe ospita una delle mostre più importanti dell’isola nel 2022. Opere La grande qualità e la varietà delle opere incluse nella raccolta, che valsero a Della Ragione il primo premio alla Mostra delle Collezioni d’arte contemporanea di Cortina d’Ampezzo del 1941, è evidente nel dialogo che si instaura tra capolavori di correnti e movimenti diversi: da Valori Plastici al Novecento Italiano, dal Secondo Futurismo al Realismo magico. Grande risalto assumono inoltre le opere dei maestri della Scuola romana e di Corrente, con cui Della Ragione instaurò non solo rapporti di tipo professionale, ma anche dei veri e propri legami di amicizia. È il caso di Renato Birolli e Renato Guttuso, il quale, a proposito del collezionista, dichiarò: “seppe darci ciò di cui avevamo bisogno: la fiducia, l’amicizia, viveva con noi della stessa passione, si bruciava della stessa fiamma”. Della Ragione iniziò così ad offrire il proprio supporto ad artisti giovani, spesso trascurati dal mercato e dalla critica ufficiale. Da allora la sua collezione d’arte contemporanea, che già negli anni Quaranta era una delle più grandi esistenti in Italia, crebbe progressivamente. La raccolta rivela come il gusto dell’ingegnere-collezionista fosse comunque orientato, nella scelta di artisti e opere, verso i generi più tradizionali (tra cui la natura morta, il ritratto, il paesaggio, il nudo femminile), che assicurarono un quadro di riferimento, anche inconscio, alle sue scelte talvolta spregiudicate. Pur essendo deciso a rinnovare la propria visione dell’arte, Della Ragione non rinnegò mai totalmente la figurazione. Nelle oltre duecento opere della raccolta emergono temi cari alla storia dell’arte moderna, ai quali pittori e scultori aderivano offrendo provocatorie soluzioni figurative senza mai travalicare i confini visivi collaudati nelle epoche precedenti. La mostra La mostra, curata da Sergio Risaliti, è resa possibile grazie al patrocinio oneroso dell’Assessorato Sport Turismo e Spettacolo della Regione Sicilia ed al supporto economico di Med Service, Manusia Restauri, LuxEsco e Verzì Caffè. Per l’organizzazione si ringrazia la Direzione Cultura del Comune di Firenze, lo Staff del Museo Novecento di Firenze, Associazione MUS.E, e l’Associazione Liberart, che si occupa anche della gestione della mostra durante tutto il periodo espositivo. Si ringrazia inoltre Generali Italia per il sostegno con il progetto Valore Cultura, Serenissima Vigilanza per la sicurezza delle opere esposte, l’Amministrazione Comunale, i consiglieri di RestiAmo a Centuripe, la Direzione Amministrativa, L’ufficio tecnico e gli operai del Comune di Centuripe. Read the full article
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Biografia
My Story
A BIT ABOUT ME
BIOGRAFIA
1938 - Gaetano Minale nasce ad Agnone (Molise) il 4 Luglio. -
1949 - Frequenta la scuola d'Avviamento professionale e la scuola Tecnica ad Agnone e l' I.T.I. a Chieti dove si diploma come perito elettrotecnico. -
1951 - Primi disegni ad inchiostro di china esposti in bacheca della scuola Tecnica e primi acquerelli. -
1962 - Assunto da una società elettrica Unes , nazionalizzata nel 1963 come Enel . Inizia il lavoro ad Atessa nel 1963. -
1969 - frequenta l'atelier del maestro artigiano pittore restauratore Gennaro Bravo ad Atessa fino al 1975 ed apprende tutte le procedure dell'utilizzo dell'olio su tela . -
1975 - Prima mostra personale presso la Galleria del Corso ad Atessa organizzata da una gallerista di Cremona. -
1976 - Conosce il pittore incisore Gildo D'Annunzio che lo invita ad esporre le sue opere alla Galleria Gelmi di Sesto San Giovanni (Milano) in una collettiva con affermati artisti. Inizia cosi l'attività artistica di Minale Gaetano pittore e, fino ad oggi ha realizzato tra personali e collettive oltre 120 mostre in tutto il mondo.976 - La sua tematica pittorica per oltre un trentennio è stata la cultura e la tradizione contadina abruzzese, dove l'attaccamento alla   propria terra appare evidente ; un mondo antico che va scomparendo , ne ravvisa la sofferta esistenza  di un vivere che solo nel contatto profondo con la natura può trovare soluzioni esistenziali. In queste opere si riscontra una nostalgia struggente di un mondo che va scomparendo dovuto alla inciviltà di questa modernità.
2011 - La donna diventa la vera protagonista della sua pittura in simbiosi con la natura ; nascono le grandi tele dove si vedono lunghi paesaggi di immense distese di papaveri , girasoli e margherite dove la luce entra sugli ampi e fioriti prati e ne sparge la luminosità . Gialle ginestre ai piedi della Majella e gli spettacolari trabocchi lungo la costa adriatica del teatino a testimonianza della antica pesca su palafitte con rete, e poi le figure e volti di donne immerse tra i verdi prati fioriti che, anche se immobili parlano di vita.
1977 - Ha conseguito l'Oscar Italia per le arti figurative per " La sua Fattiva e Importante attività nel campo artistico-culturale "
1978 - Nominato Accademico d' Italia con medaglia d'oro.
1989 - Ottiene la nomina di Professore Onoris Causa e conferitogli il premio " Oxfort London Prize " .
1999 - dona al Pro Loco  di Castel del Giudice (IS) 12 dipinti raffiguranti scorci e paesaggi del piccolo e suggestivo paese per utilizzarli alla riproduzione di serie di calendari da inviare a tutti gli emigranti della zona sparsi in molte parti del globo.
2008 - Collabora per la pubblicazione di un volume " Le Campane di Atessa " realizzando 12 dipinti di antiche chiese di Atessa oggi non più esistenti, ricostruite sulle base di documenti dell'epoca e testimonianze, che vengono riprodotte in appendice del libro a cura di Lello D'Amico.
2011 - Viene nominato artista per l'UNICEF provincia di Palermo , per la sua sensibilità artistica . -
2015 - Realizza una serie di dipinti su carta che verranno utilizzati dalla scrittrice di fiabe Rita Cerimele di Torino , per una raccolta dal titolo " La Ragazza Con La valigia Rossa " per conto della Etica di Torino.
2015 - In onore della XXV edizione della Passione di Cristo organizzata dalla Associazione Culturale Ate Tixe Studium , svoltasi ad Atessa nel Marzo 2016 , realizza un dipinto del Cristo Crocefisso che servirà per l'immagine e la riproduzione dei max manifesti e cataloghi illustrati della manifestazione.
2016 - Silvana Costa, utilizzerà una serie di dipinti dove la poetessa riesce ad entrare e ne descrive le stesse emozioni dell'artista nell'atto dell'esecuzione , realizzando il volume per la silloge " Liriche Visioni - Quando le Immagini toccano il cuore la pittura diventa poesia "  
2016 - Con atto notarile , dona al comune di Atessa 105
dipinti di grafica che ritraggono scorci e paesaggi di Atessa , che vengono esposti in permanenza presso il Foyer dell'Auditorium Italia alla pinacoteca comunale a lui intestata.  
Pittore e disegnatore ha tenuto 120 mostre nelle principali città italiane ed ha esposto in manifestazioni artistiche sia in Italia che all’estero.
2015 - Realizza il  il volume " La pittura di un Uomo Comune "
2016 - Pubblica il volume " Atessa  in Bianco e Nero "
2016 - Il Comune di Atessa pubblica " Atessa , La Grafica nella Pinacoteca Gaetano Minale "
2017 - Pubblica il volume " Donna e natura nella pittura di Gaetano Minale " .
È citato nelle principali pubblicazioni d’arte contemporanea e, per la sua personalità artistica è stato chiamato a far parte dell’Accademia San Marco, dell’Accademia dei “500”, dell’Accademia d’arte Moderna di Roma, dell’Accademia Tiberina e della Legion d’Oro. È membro effettivo dell’Unione mondiale della Cultura e, la sua scheda Biblio-Biografica è depositata all’archivio storico per l’arte italiana del novecento al Kunsthistoriches Institut in Florenz di Firenze e nell’archivio storico dei pittori e scultori italiani del novecento della Casa Editrice Il Quadrato di Milano. Della sua opera pittorica ne ha parlato la stampa nazionale ed internazionale, radio, televisione; sue opere figurano in collezioni private ed Enti pubblici sia in Italia che all’estero. Critici interessati alla sua Arte: Giuseppe Martucci, Katia D’Annunzio, Stefano Tenedini, Maria Carla Morbiducci, Vito Calogero, Mario Lanci, M. Milet, Gerardo Vittoria, Silvia Ramini, Bernard Gauthron, Ennio Bramato, Marina Marzoli, Nicola Scalisi, Renato Lamperini, Giorgio Carpaneto, Rossano Borzillo, Ennio Moro, Roberto Mangione, Guido Massarelli, Alex Capus, Fernando Sofra, Valerio Utri, Nello Punzo, Diego Castronovo, Giuseppe Rancitelli, Duilio Fornarola, Giuseppe Masci, Claudio Cattani, Angela Verardo, Nunzio Livrieri, Maria Delli Quadri, Giorgio Falossi, Lucia Di Cintio, Enzo Carmine Delli Quadri ed altri.
Principali Mostre Personali e Collettive​
1975 Galleria d’Arte Gelmi – Sesto San Giovanni (MI) 1976 Galleria La Stadera – Sulmona (AQ) 1976 Sala Beato Angelico – Roma 1976 Galleria Il Pavone – Milano 1976 Galleria Lo Scacco – Giulianova 1976 Galleria Michelangelo – Firenze 1976 Galleria Sala Maschio Angioino – Napoli 1976 Galleria Città Eterna – Roma 1976 Galleria Alba – Ferrara 1977 Galleria Casabella – Santa Margherita Ligure (GE) 1977 Mostra Itinerante – Madrid (Spagna) 1978 Mostra Itinerante – New York (USA) 1978 Bottega d’Arte – Chieti 1978 Galleria 46 – Lanciano (CH) 1978 Galleria Tiberina – Roma 1978 Galleria Hotel Spiaggia – Alassio (SV) 1979 Club degli Artisti – Foggia 1979 Place Baudoyer – Parigi (Francia) 1980 Palazzo dei Nobili – L’Aquila 1980 Galleria Segno Grafico – Venezia 1980 Salone Esposizione – Salsomaggiore (PR) 1981 Galleria Colonnello – Sant Vincent (AO) 1981 Villa Olmo – Como 1981 Galleria Martinez – Cannes (Francia) 1982 Sala Scuola Media – Pratola Peligna (AQ) 1983 Palazzo Esposizione – Salsomaggiore (PR) 1983 Salone Basilica San Giovanni in Laterano – Roma 1983 Palazzo Esposizione – Empoli (FI) 1984 Palazzo Reale – Milano 1984 International Hall – Los Angeles (USA) 1985 Sala Consiliare – Villa Santa Maria (CH) 1985 Galleria Chou-Ku – Tokyo (Giappone) 1987 Galleria La Sonda – L’Aquila 1990 Camera di Commercio – Chieti 1991 Galleria L’Astoria Karolyl – Budapest (Ungheria) 1993 Galleria La Defense – Parigi (Francia) 1996 Sala Pera Palas – Istanbul (Turchia) 1997 Auditorium Diocleziano – Lanciano (CH) 1998 Sala San Gaetano – Atessa (CH) 1999 Galleria Centro Arte – Bologna 1999 Galleria Ambassadors – Londra (Inghilterra) 2001 Sala Consiliare – Atessa (CH) 2002 Sala Museo Palazzo D’Avalos – Vasto (CH) 2008 Galleria Museo Palazzo Mayer – Fossacesia (CH) 2009 Sala ex Distretto Sanitario – Atessa (CH) 2012 Parco Archeologico Monte Pallano – Tornareccio (CH)                                                                           2015 Fondaco dei domenicani – Atessa (CH)
PREMI E RICONOSCIMENTI
1976 Premio “Federico Faruffini” (secondo premio) – Sesto San Giovanni (MI) 1977 Premio “Giacinto Gigante” (terzo premio) – Napoli 1977 Premio C. R. E. (primo premio) – Chieti 1978 Premio Dea Minerva (primo premio) – Lecce 1978 Assegnazione Premio Parlamento Europeo – Roma 1978 Quadriennale di Napoli (terzo premio) – Napoli 1978 Assegnazione Leon d’Oro – Firenze 1978 Premio “Villa Alessandra” (primo premio grafica) – Alanno (PE) 1979 Premio Pratola (primo premio grafica) – Pratola Peligna (AQ) 1980 Assegnazione Premio MID TIMES – Roma 1981 Assegnazione Premio CULTURA FIDES – Città del Vaticano 1982 Premio Emigrazione (secondo premio) – Pratola Peligna (AQ) 1983 Assegnazione Premio “Cesare d’Oro” – Verona 1985 TSUKUBA EXPO (segnalato) – Tokyo (Giappone) 1987 Premio “Maestri del Colore” (primo premio) – Fidenza (PR) 1988 Premio “Una Vita per L’Arte” (primo premio) – Milano 1990 Centenaire de la Tour Eiffel (premio Commissione) – Parigi (Francia) 1991 Premio “Maestri Famosi” (primo premio) – Viareggio (LU) 1993 Assegnazione Premio “Le Grand Arc” de la Defense – Parigi (Francia) 1996 Assegnazione Gran Premio Bisanzio – Istanbul (Turchia) 1997 Assegnazione l’Oscar della Professionalità dell’Arte – Latina 1998 Assegnazione Trofeo Città di Padova – Padova 1999 Assegnazione Premio alla Carriera – Ferrara 2000 Assegnazione Premio London 2000 – Londra (Inghilterra) 2014 Assegnazione Premio “Squacciafìchere D.O.P.” – Atessa (CH) 2014 “Artista Per la Pace” Colori e musica per i Diritti Umani – Brindisi
Bibliografia essenziale
1976 – 77 – 78 – 79 Catalogo Nazionale il Quadrato – Milano 1976 Catalogo Nazionale Gelmi – Sesto San Giovanni (MI) 1977 – 78 – 79 Annuario Comanducci – Milano 1977 Guida all’Arte Italiana – Ancona 1977 La nuova Ribalta Artistica – Piacenza 1978 Arte Base – Torino 1979 Notiziario Accademia – Roma 1980 – 82 Catalogo Nazionale Bolaffi – Torino 1982 Praxis Artistica – Rimini 1984 – 1985 Annuario Comed – Milano 1984 Il Libro d’Oro dell’Arte Contemporanea – Milano 1984 Vademecum dell’Arte – Firenze 1989 – 90 – 95 L’Elite Selezione Arte Italiana – Varese 1997 – 2000 Dizionario Alba – Ferrara 1994 – 97 – 99 TOP ART – Ancona 2005 Pittori e Scultori del Novecento – Castellammare di Stabia (NA) 2009 Arte Selezione Int.le l’Elite NEW – Varese 2010 Censimento Artisti Italiani – Palermo 2011 Speciale Artisti dell’UNICEF – Palermo 2012 L’Elite Selezione Arte ed. Artitalia – Varese
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chezameliedesign · 5 years
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Chez Amélie nasce da un’idea piccola, ma briosa, vivace. Nel favoloso mondo dell’artista che ne fa capo, la schiuma del mare diventa il punto di partenza della collezione, ispirando infatti, la prima linea di gioielli, la linea “mare”. La linea “mare” oltre ad essere l’esordio, è un po’ la sintesi di ciò che rappresenta il progetto, in quanto la schiuma, generata dalle onde del mare, dissolvendosi, lascia alla riva un sacco di materiale: conchiglie, legnetti, sassi multiforme. Tutto questo diventa strumento di lavoro per l’artista, che inizia a dipingere sui legnetti ed arricchire con conchiglie e sassi, rendendo i pezzi unici e quindi tutti diversi tra loro. Spostando lo sguardo dalla riva, l’artista ha esplorato la terra, le strade, le case, le stanze ed ha pensato di riarrangiare qualsiasi cosa, dipingendo su tutto ciò che poteva essere dipinto e trasformando anonimi oggetti e scarti in gioielli. Una sorta di ready-made che ha portato alla luce una vastità di linee e nuove collezioni: dal fumetto, alla serie, alla natura, ma più di tutto l’arte. Arte che riaffiora e si esibisce bene sui legnetti: una sorta di contrasto pungente tra la “povertà” del materiale e la grandezza dell’opera d’arte che vi è raffigurata. Ed è quello che è avvenuto per questa collana: un omaggio alla Sicilia, alla terra, alle radici. Un avanzo di legno che prende le sembianze geografiche della Sicilia, raffigurante la “Vuccaria”, ennesimo omaggio alla regione, casa dell’autore Renato Guttuso. Ogni gioiello o oggetto che viene realizzato ha una storia da raccontare. Nulla viene mai lasciato al caso. Lo scopo è quello di creare qualcosa di unico al mondo, qualcosa che racconti, qualcosa di personalizzato, che trasmetta in qualche modo le emozioni che attraversano la persona che li indossa o che li porta con sé. Chez Amélie è la casa ideale per chi vuole sentirsi unico, o per chi vuole regalare qualcosa di unico e speciale. #sicilia #sicilianecklace #collanadipintaamano #collanansicilia #handmade #dipintoerealizzatoamano #guttuso #lavucciaria https://www.instagram.com/p/B2EVunSo5Wi/?igshid=n7b4y2z8g6ss
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kirishima83-blog · 5 years
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Lascio dettaglio per come arrivare Bassano Expo anche costi biglietti: Ottava edizione BASSANO COMIX&DISCOMANIA, fiera del disco, fumetto e del gioco SABATO 4 E DOMENICA 5 MAGGIO 2019 Torna a grande richiesta “Bassano Comix & Discomania”, l’appuntamento per i “cacciatori” di dischi e fumetti da collezione. A Bassano Expo i visitatori potranno rovistare tra decine di stand alla richiesta di dischi, cd , dvd, fumetti, giornalini e ritrovare le emozioni irripetibili che solo il vecchio vinile e gli albi di una volta erano in grado di regalare. In mostra, dunque, pezzi rari e curiosità in grado di ampliare ed arricchire anche le collezioni più preziose. Bassano Comix offre un panorama completo del mercato del fumetto. Insieme ad una esauriente offerta di interessanti pezzi d'antiquariato, garantita dalla presenza di alcuni quotati mercanti, viene presentata un'esauriente panoramica delle nuove tendenze dell'editoria amatoriale e di massa. Non mancano per i collezionisti meno esigenti molti banchi dedicati al fumetto seriale, come le collane Bonelliane alla portata di tutte le tasche. Il salone, dunque, propone una vera e propria rassegna sui personaggi che sono ormai divenuti dei veri e propri oggetti di culto per il pubblico italiano da Martin Mystere ai supereroi della Corno, da Topolino ad Alan Ford, da Tex a Lupo Alberto. Discomania. Gli amanti del rock più classico potranno spaziare tra decine di rarità e trovare pezzi ricercati firmati da Beatles, Rolling Stones, Led Zeppelin, U2, Pink Floyd, Bruce Springsteen, Elvis Presley, Patti Smith e tanti altri. Non mancherà certo la musica italiana pronta a fare la sua parte con nomi come Lucio Battisti, Renato Zero, Vasco Rossi o Zucchero, solo per citarne alcuni. L'Associazione Culturare Kolosseo in collaborazione con TNO (la Tana del Nerd Official) vi invitano al Bassano Comix e Discomania Bassano Comix e Discomania Spring Edition 2019 C/O BASSANO EXPO Via Valsugana, 22, ORARIO PUBBLICO 10 –19 Prezzo d’ingresso 6,0€ intero e 5,0€ ridotto* Sei un espositore e sei interessato a partecipare? RICHIEDI IL TUO STAND: Associazione Culturale KOLOSSEO Via Silvio Pellico 43125 Parma tel: 051/19901432 fax: 051/199017 https://www.instagram.com/p/Bw7mQfQBOGV/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=2dai2gvmm4l4
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italiaefriends · 6 years
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Italia & friends Comunica
"Epifania dell'Anima Musicale Napoletana"
San Pietro a Majella, Conservatorio di Musica a Napoli, Regione Campania, Italia.
http://www.sanpietroamajella.it/
By Enzo Longobardi*
Via informazione.campania.it
Roland Barthes diceva che: “Ci sono due tipi di musica: quella che si ascolta, quella che si suona”. La musica a Napoli si ascolta e si suona.
Ma c’è un luogo, all'estremità del decumano maggiore, nell’ex convento dei Celestini annesso alla chiesa omonima, sorta sulle rovine di chiesette duecentesche, che più di tutti è emblematico, San Pietro a Majella. 
I conservatori nacquero a Napoli senza che la musica facesse parte dell’iniziale progetto.
Prima di allora, per quasi per un millennio, la musica era insegnata solo nelle Scholæ Cantorum, preposte alla formazione dei cori di giovani destinati ad accompagnare le funzioni religiose nella chiesa cattolica.
I conservatori erano enti formativi che accoglievano tra mura sicure i ragazzi disagiati, drop out come si dice oggi, e davano loro un’istruzione per acquisizione un mestiere.
Solo col tempo, tra i vari mestieri fece capolino anche la musica.
Soprattutto nel seicento. L’attività musicale, che nel corso del XV secolo era limitata al supporto di pratiche devozionali e manifestazioni liturgiche, nel corso del Seicento diviene motore della vita delle istituzioni e cifra d’identificazione.
Perché durante i due secoli spagnoli, la città era un fiorire continuo di cappelle, chiese, basiliche, lautamente finanziate dalle vicereali committenze, non c’era nobile senza una sua residenza storica, adeguata al lignaggio del casato che rappresentava.
Per la buona riuscita di una festa o di una celebrazione liturgica, servivano cantanti e musicisti. 
Di qui la necessità di formare sempre nuove generazioni ed un metodo di studio adeguato per il mondo del lavoro.
Nacque allora la Scuola Musicale Napoletana, dal famoso metodo di studio, definito il partimento, dall’elevata composizione tecnica e che attirarono allievi non solo napoletani ma da tutta Europa.
I quattro conservatori (Poveri di Gesù Cristo, Sant'Onofrio a Capuana, Pietà dei Turchini e Santa Maria di Loreto) diventarono un punto di riferimento per gli studi musicali.
Nel 1537 fu fondato, il Santa Maria di Loreto, primo conservatorio italiano; nel 1589 l’istituto Poveri di Gesù Cristo.
Poi, quello di Sant’Onofrio a Capuana, quello della Pietà dei Turchini ed infine il San Pietro a Maiella, che dal 1826 divenne Reale Conservatorio di Musica sotto la direzione di Giovanni Paisiello. Al conservatorio di San Pietro a Majella si diplomarono – o studiarono soltanto –  nome prestigiosi quali: Franceso Paolo Tosti e Luigi Denza. Il primo musicò A Marechiaro, forse la più bella canzone di Salvatore Di Giacomo, il secondo Funiculì Funiculà. E poi Rodolfo Falvo che scrisse Dicitancelle vuje, Guapparia e Uocchie c’arragginate, Ernesto De Curtische musicò Tu ca nun chiagne, Voce ‘e notte e Torna a Surriento ed Eduardo di Capua autore di ‘A serenata d’ ‘e rose, I’ te vurria vasà , Torna Maggio, Maria Marì e soprattutto ‘O sole mio! Diplomati illustri più recenti sono stati Renato Carosone, Roberto De Simone ed il maestro Riccardo Muti.
Oggi l’Istituto, riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali, è reso fruibile all’esterno, attraverso visite guidate.
Si parte dal chiostro principale seicentesco, si continua al primo piano con la Biblioteca, poi il museo di strumenti musicali e la quadreria si ritorna al piano terra scendendo le scale di Sala Spontini, con l'elegante ringhiera liberty, nella grande Sala Scarlatti, distrutta dal terribile incendio nel 1973 e ricostruita nel 1996.Una biblioteca unica: circa 300.000 documenti, 28.000 dei quali manoscritti e di questi oltre 12.000 sono autografi delle più grandi personalità dei secoli XVIII e XIX.
E' arricchita da numerosi fondi musicali come: musica strumentale, melodrammi, madrigali, opere teoriche; da una cospicua raccolta di lettere autografe (dal '600 ai giorni nostri) e da due preziosissime collezioni di libretti d'opera contenente pezzi unici stampati a Napoli
Si ammireranno nella quadreria un centinaio di ritratti dipinti di musicisti di varia epoca e nazionalità, nonché firme illustri come Vernet, Palizzi, Altamura, Morelli; busti ritratto di scultori come Tito Angelini, Jerace e altri; cimeli di una rara raccolta di strumenti musicali come le arpe Erard, i violini Gagliano, clavicembali, spinette, salteri o pianini, pianoforti storici, strumenti a fiato e plettri rilucenti di intarsi di madreperla fino all’unicum dell’arpetta costruita da Stradivari, o ancora il pregiato fortepiano, il cembalo di Caterina II di Russia, ed i pianoforti di Mercadante e di Thalberg.
Come disse Riccardo Muti: “un luogo sacro, che non appartiene solo a Napoli ma al mondo intero, all'umanità” che vale la pena conoscere e visitare al più presto.
*docente di marketing territoriale e local development
#comunichiamoalmondolitalia
#italiaefriends
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marinagalatioto · 4 years
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Renato Balestra stilista, collezioni amate dalle donne
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Renato Balestra stilista italiano è nato a Trieste. Ha presentato le sue collezioni in tutto il mondo, vestito anche donne di fama internazionale, creato costumi per spettacoli teatrali. Ecco le sue collezioni.
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perfettamentechic · 5 years
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Emilio Schuberth, Federico Emilio (Emilio Federico). – Nacque l’8 giugno 1904 a Napoli, figlio di Gotthelf e di Fortura Vittozzi. Venne alla luce nel pieno centro storico di Napoli, nel quartiere Vicaria. Respirò ben presto l’energia creativa e l’umanità teatrale che da sempre vivono nel ‘ventre di Napoli’. Sulle sue origini vi sono notizie contrastanti. In realtà – come riportato nel certificato di nascita – Federico Emilio (noto come Emilio Federico) all’età di 15 anni fu riconosciuto da Gotthelf Schuberth, «un magnate ungherese», che gli diede il proprio cognome. Anche la sua formazione è avvolta da un alone di leggenda: si fa riferimento a scuole d’arte frequentate a Vienna e a Shanghai, in aggiunta all’Accademia di belle arti di Napoli, che potrebbero in qualche maniera spiegare l’estro e la versatilità di Schuberth, vero «sarto pittore».  Nel 1929 sposò Maria Jelasi e ben presto i coniugi si trasferirono, negli anni ’30, da Napoli a Roma, dove Schuberth cominciò un periodo di apprendistato nella sartoria Montorsi, dove dimostra una spiccata dimestichezza nel combinare la seta ai merletti per il settore biancheria: dalla loro unione nacquero due figlie, Annalise e Gretel. Nel 1938 decide di mettersi in proprio ed inaugura, insieme a sua moglie, un primo negozio di modisteria in via Frattina in cui non esponeva cappelli già confezionati, ma li creava volta per volta secondo le esigenze delle sue clienti. Lo venne così a conoscere la contessa Ratti, nipote di Pio XI, che lo incoraggiò a realizzare modelli per abiti femminili, introducendo nel suo atelier donne dell’alta aristocrazia. Sommerso dalle mille richieste delle clienti, nel 1940 costituì e inaugurerà la ditta individuale Schuberth Emilio e l’atelier di alta moda in via Lazio. La clientela continuò ad aumentare, tanto da trasferire, sempre nello stesso anno, i locali dell’atelier in via XX Settembre n. 4, diventando dal secondo dopoguerra meta fissa degli itinerari nella capitale di regine e di attrici del cinema e del teatro, di signore dell’aristocrazia e della politica provenienti da tutto il mondo. Era infatti chiamato la ‘quinta basilica di Roma’. Il suo stile singolare presentava una donna classica e ricercata, che amava i tessuti lussuosi e le sapienti combinazioni dei materiali. Busto sottile e spalle importanti, i suoi abiti, sintesi di fasti ottocenteschi e hollywoodiani: motivo dell’appellativo che gli venne definito “sarto delle dive“.
Tutte sognavano un abito Schuberth per il giorno del matrimonio tanto che veniva inserito nell’invito: “La sposa indosserà un abito di Schuberth”. Quello che tutte ricercavano in Schuberth non erano semplicemente abiti meravigliosi, ma il sentirsi dive.
L’atelier, costruito sul modello francese, era arredato con poltrone, divani di raso, lumi di vetro di Murano, grandi specchi completi di cornici e alle finestre tende che incorniciavano un ritratto di Schuberth eseguito dall’artista maceratese Aldo Severi. Nel suo lavoro di grande rigore e ricerca della perfezione si avvalse sin dagli inizi di uno stuolo di disegnatori, come, tra gli altri, Pino Lancetti, Renato Balestra, Lino Pellizzoni, Giulio Coltellacci, Elio Costanzi, Guido Cozzolino. Schuberth, intuendo profondamente i sentimenti e gli ardori del suo tempo, si immerse a pieno titolo in questo processo creando un suo stile, lo stile ‘schubertiano’, e una moderna comunicazione: trasformò l’abito in linguaggio e il corpo in motore di un cambiamento sociale ed estetico. Precursore in tutto
… amò circondarsi di leggende, sempre in anticipo coi tempi, alimentò il mito per produrre la sorpresa per rompere i luoghi comuni di una società restia ad una svolta epocale.
Fu eccentrico protagonista della vita mondana romana e delle cronache di costume, immergendosi nella magia della ‘Dolce vita’. Anche le nozze delle due figlie, – Gretel nel 1958 con Carlo Rappa e   Annalise con De Santis nel 1960 – celebrate a Roma in stile quasi cinematografico, si trasformarono in eventi pubblici trasmessi dai cinegiornali e seguiti dalla stampa.
Gretel – 1958
Annalise – 1960
Schuberth divenne artefice del proprio successo: stravagante, imprevedibile, magnetico, fu il primo a spostare l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica sul creatore di moda, nuovo protagonista della cronaca, del cinema e della cultura.
Schuberth è stato il primo a esibire anelli vistosi a forma di serpente con occhi di smeraldo avvolgentesi attorno al mignolo. È stato il primo a indossare la pelliccia in persiano al mattino e in visone pastello la sera. È stato il primo a usare il parrucchino, il fondo tinta, il trucco agli occhi […] Schuberth non si è mai vestito come un uomo ma come un artista, l’artista che era.
Una delle prime clienti che la contessa Ratti portò nell’atelier di Schuberth fu Maria Francesca di Savoia. Per il matrimonio di Maria Pia, figlia maggiore di Umberto II e di Maria José, con Alessandro di Iugoslavia, Schuberth realizzò, come dono di nozze, tre modelli e partecipò ai preparativi dell’evento.
Oltre a Eva Perón, in visita a Roma nel luglio del 1947, e a Narriman d’Egitto, in viaggio di nozze a Sanremo con re Fārūq (re Farouk) nel 1951, furono conquistati dallo stile schuberthiano anche i reali d’Inghilterra, e la regina Sharifa Dina che, qualche settimana prima delle nozze con il sovrano di Giordania Hussein nell’aprile 1955, scelse i modelli dei suoi vestiti nell’atelier di Schuberth.
Ma fu soprattutto Soraya Esfandiary-Bakhtiari, moglie dello scià dell’Iran Mohammad Reza Pahlavi, a consolidare il suo successo. In quegli anni era infatti diventata un’assidua cliente che ordinava abiti tramite telegrafo. Fuggita a Roma dopo il tentato golpe di Mossadeq del 1953, Soraya era scappata da Teheran con il solo vestito che aveva indosso; il 18 agosto si presentò in atelier e Schuberth, in quattro ore, le preparò in emergenza cinque abiti per la giornata. Non appena la situazione in Iran si stabilizzò, Soraya tornò in atelier e ordinò un intero guardaroba che portò con sé a Teheran.
Frequentavano assiduamente l’atelier di Schuberth anche attrici e dive del cinema e dello spettacolo che cooperarono alla costruzione del consenso e alla trasformazione della vita dello stilista in una sorta di palcoscenico girevole a spettacolo infinito. Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Valentina Cortese furono fra le clienti più legate a Schuberth che seppe valorizzarne la bellezza trasformando le loro immagini di dive da vero ‘arbitro di eleganza’. Inoltre, durante gli anni Cinquanta, furono numerosi i film e le riviste alla cui realizzazione la casa di moda Schuberth collaborò o per le cui attrici protagoniste confezionò abiti.
Memorabili sono le sue larghe gonne a ruota sovrapposte; caratteristico l’abbondare di tulle e di lustrini, che ne fanno un maestro di stile per le soubrette della rivista. Perfino le semplici vestaglie e le gonne logore o sbrindellate che Gina Lollobrigida indossa in Pane, amore e fantasia, La provinciale, La romana mostrano il tocco di classe del loro creatore.
Dalla fine degli anni Quaranta la stampa aveva cominciato a interessarsi a Schuberth e alle sue creazioni, essendo uno tra i protagonisti delle manifestazioni organizzate per la diffusione della moda italiana dall’Ente della moda di Torino. Nel dicembre 1948 al Casino de la Vallée di Saint Vincent ‘l’estroso e discusso Dior d’Italia’ partecipò a una sfilata di abiti; l’anno seguente, nel mese di settembre, sfilò nel salone delle Stelle del Casinò del Lido di Venezia. La sua partecipazione al gran gala della moda fu continuativa, presentando negli anni modelli come Mi sento audace, Viaggio d’amore, Ho scoperto l’amore. Emilio Schubert aveva compreso che la comunicazione era fondamentale nel suo lavoro e ad ogni evento mondano non mancava di mettere in scena, con un fare istrionico, le sue apparizioni, accompagnandosi con dodici scintillanti modelle e facendo sfoggio di costosi gioielli che adoperava in particolare per calamitare l’attenzione dei media.
Accolto l’invito di Giovanni Battista Giorgini, il 12 febbraio 1951 partecipò a Firenze, nella residenza fiorentina di villa Torrigiani, al debutto della moda italiana con la prima sfilata di First Italian High Fashion Show per compratori internazionali e stampa statunitense che riscosse un successo straordinario. Si cominciarono a spalancare così le porte dei mercati internazionali e, in particolar modo, di quelli statunitense e tedesco. Nel mese di settembre del 1951, accanto alle collezioni francesi come Dior, Balmain, Lanvin, Balenciaga, Schiaparelli, furono acquistati dai grandi magazzini Bergdorf Goodman di New York e presentati alla stampa statunitense dieci modelli (tra cui Cifrario segreto, Molto amata, Oggi ho venti anni, Celeste orizzonte) di Schuberth. Nel 1952 la ‘Carovana volante della moda’, composta da Fercioni, Vanna, Marucelli, Tizzoni, Antonelli, Carosa, Gabriellasport e Schuberth, fu accolta a New York nel Grand Central Palace con servizi radiofonici e televisivi nel quadro delle manifestazioni New York Fair of Italian manufacturers. Nel 1953 gli abiti di Schuberth, accanto a quelli di Carosa, Mirsa, Elza Volpe, furono scelti dal buyer australiano, David Jones, che volle organizzare la ‘Italian Parade’ a Sydney.
Tra i suoi viaggi non mancava di fare ritorno nella sua città natale: nel 1953, al Circolo della stampa, durante uno spettacolo dedicato alla canzone napoletana, andarono in scena abiti di Schuberth ispirati ai celebri motivi napoletani, mentre ad aprile del 1954, pochi mesi dopo l’inaugurazione, il teatro S. Ferdinando ospitò una passerella di abiti di Schuberth dai titoli tanto suggestivi: Come una volta, Incontro con destino, Cuore in vacanza, Via dell’ingenuità.
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Sempre nello stesso anno, fu invitato a partecipare al I Congresso della moda e dell’abbigliamento e del tessile, promosso dal Centro mediterraneo della moda e dell’artigianato, sede Mostra d’Oltremare.
Schuberth, «ciclonico e inesauribile», seppe in effetti coniugare mirabilmente la grande perizia sartoriale di tradizione napoletana, che nel tempo reinventava e riproponeva, con l’assemblaggio di tecniche diverse e l’utilizzo di nuovi tessuti. Eccelse nell’arte del ricamo, realizzato con conterie e perline di fiume, corallini, strass, pietre preziose incastonate con fili metallici. Creò colori di tessuti sfumati, utilizzò tessuti stampati e tessuti nuovi prodotti in laboratorio: dai rhodia al nylon,
agli acrilici, al tulle artificiale, abbinato a materiali preziosi e tessuti poveri ma naturali.
Nel maggio del 1954 fu organizzata dal Comitato italiano del Congresso internazionale dei tessili artificiali e sintetici e ospitata a Venezia, a Palazzo Grassi, dal Centro internazionale delle arti e del costume, la mostra del tessuto «I tessili dell’avvenire»: la collezione di Schuberth di quell’anno spaziava dai rasi ai modernissimi tessuti Rhodiatoce,
fondata – sottolineava Gianna Manzini, Vanessa per i lettori – sul presupposto di conciliare l’inconciliabile e cioè il desiderio di novità ad oltranza che rende temerarie le donne e il desiderio».
In quegli anni si dedicò anche all’insegnamento presso l’Accademia Koefia di Roma, fondata nel 1951 dalla contessa Toni Alba Koefia.
Nel 1953 Schuberth, insieme alle sorelle Fontana, Ferdinandi, Fabiani, Giovannelli-Sciarra, Mingolini-Gugenheim, Garnett e Simonetta, fondò a Roma il Sindacato italiano dell’alta moda (SIAM), sancendo la centralità di Roma in questo ambito. Dopo un tentativo non andato a buon fine, nel 1954, il SIAM organizzò la prima Rassegna di alta moda italiana nella cornice di Castel Sant’Angelo. Schuberth fu accolto come il ‘re dei re’ per la linea Fanfara e per i suoi cinque abiti da sera di morbidissima seta, denominati Porcellane di Sassonia.
Nel 1955 Schuberth fece produrre da Adam, ditta parmense produttrice di essenze, il profumo Schu Schu, il primo di una serie; Tale profumazione fu suggellata anche dalla collaborazione tra Schuberth e René Gruau. L’immagine pubblicitaria ritraeva, sotto al titolo del profumo in alto a sinistra, l’araldica aquila schuberthiana, e l’indicazione della internazionalizzazione del prodotto, New York, Roma, Berlino. Seguiranno poi le fragranze Coquillages e Taffetas. 
Durante una tournée in Germania, sempre nel 1955, fu padrino di Arwa Stretch, marca tedesca di calze estensibili che, dopo aver entusiasmato il pubblico berlinese, conquistò le donne italiane. Nel campo delle calze per signora, collaborò poi negli anni Sessanta anche con il Calzificio del Mezzogiorno di Latina. Nel settembre del 1957 Schuberth si recò in Germania, prima a Düsseldorf poi a Wiesbaden, per una sfilata di modelli per l’inverno e per definire il piano produttivo e distributivo dei modelli di pronto moda con la ditta Italmodell GmbH: per il suo arrivo inventò un evento mediatico, lanciando la promessa di regalare un abito della nuova collezione alle cacciatrici di autografi. All’alta moda affiancò, dal 1957, alcune linee di moda pronta – Miss Schuberth, e in seguito, Lady X, Signorinella – stringendo un accordo con Delia Soldaini Biagiotti, per l’esportazione negli Stati Uniti e in Germania.
Nel 1958 prese parte – insieme a numerose altre case di moda – alla costituzione a Roma della Camera sindacale della moda italiana, di cui fu nominato presidente del collegio dei revisori; nel 1962 tale Camera fu ribattezzata con il nome di Camera nazionale della moda italiana. Nel gennaio 1960, per il XIX compleanno della moda a Palazzo Pitti, la collezione di Schuberth, battezzata International look e dedicata alle donne di tutto il mondo, provocò scalpore nel pubblico e nella stampa: le indossatrici sfilarono con i capelli rasati. A marzo dello stesso anno inaugurò una nuova boutique nel prestigioso palazzo Torlonia di via Condotti, destinata anche a una clientela medio-borghese che poteva scegliere capi ideati da Schuberth e confezionati dalla ditta di confezioni Stylbert di Arezzo.
Molto noto negli anni ’60 per il suo stile stravagante e onirico, è considerato come colui che ha rivoluzionato, grazie alla spettacolarizzazione della moda, il ruolo del “sarto“, pressoché invisibile, trasformandolo nella figura dello “stilista” odierno. Maestro indiscusso della moda italiana.
Oltre che su occhiali, biancheria intima, biancheria da tavolo, cravatte, costumi da bagno, nel 1965 il suo nome apparve legato alla bambola Jenni, realizzata dalla Italo Cremona, ambasciatrice del made in Italy. Nell’aprile 1967 all’Esposizione universale di Montréal fu allestita una sezione ‘costumi’ in cui, insieme a creazioni di note case di moda, vi erano anche modelli Schuberth.
Durante la sua carriera, furono tanti i riconoscimenti conferitigli. Nei primi anni Settanta, con il declino dell’alta moda, Schuberth aveva cominciato a produrre prêt-à-porter «ma era stato il suo dolore più grande, assicurano i suoi collaboratori». Nel 1967 partecipò al filmato promozionale, Vedette 444, per il battesimo della prima locomotiva del gruppo E.444 delle Ferrovie dello Stato, avvalorando un curioso parallelismo: la costruzione meccanica della locomotiva venne paragonata alla creazione di una vedette della moda nell’atelier di Schuberth.
Schuberth è stato “personaggio“, oltre che sarto famoso, capace di recitare una parte istrionica nella società dello spettacolo dell’epoca. Fu il primo stilista a partecipare a programmi televisivi come La via del successo (1958) e Il Musichiere (1959) non soltanto da costumista, ma anche esibendosi come cantante, e ad aprire le porte del suo atelier alle cineprese per diversi film, tra cui Margherita fra i tre (1942)  e Femmina incatenata (1949). Come maestro della moda italiana, i suoi studenti includevano Valentino e Roberto Capucci. Fu maestro di Laura Biagiotti.
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Schuberth si spense a Roma il 4 gennaio 1972 a causa di un collasso cardiocircolatorio. Le figlie, Annalise e Gretel, hanno donato l’archivio paterno all’Università di Parma.
La sua moda ha irrorato la contemporaneità
per contrasto – come lui affermò – creando un mondo fittizio, in opposizione alla realtà: un mondo basato sull’illusione che alimenta le illusioni di tutti i poeti: quella della dolcezza e della grazia femminile. Anche se fosse una leggenda, non sarebbe del tutto inutile a temperare la brutalità della vita odierna. Considerate dunque la mia moda come un contro-veleno e sarete nel vero.
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Nel 2007 un gruppo di imprenditori napoletani ha deciso di dare nuova vita alla maison Emilio Schuberth, ma sempre tenendo fede all’identità originale del brand.
Non c’ è lo stilista di grido al timone creativo, non c’ è il grande gruppo, ma la volontà di riproporre al mercato l’ essenza ed il valore di un marchio che fatto la storia del made in Italy, riproponendo quel lifestyle capace di far sognare. E’ questo l’ intento con cui la E.M.I. Italia (che sta per Emilio Moda Italia) capitanata da Elena Perrella, docente di comunicazione della moda all’ Università di Napoli ma soprattutto grande appassionata di moda, ne ha rilevato il marchio. La sfida della Perrella è la collezione battezzata Emilio Schuberth Couture, presente da qualche stagione soprattutto su alcuni mercati esteri, Russia e Paesi Arabi in testa, debutta ora una linea di prêtà-porter, chiamata semplicemente Schuberth, che unisce artigianale e contemporaneo, prodotta dall’azienda napoletana F.F.C con uno stile dalle radici ben salde e una creatività che parte da un grande studio anatomico per pezzi.
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Nuova revisione del marchio a partire dai tre profumi, rieditati con un packaging tutto nuovo, Schu, Taffetà e Coquillage, con la Extraordinary Fragrance di Napoli, sino al tessile casa, collezione autunno/inverno 2011/12 realizzata dalla fiorentina Annamaria Biancheria, per arrivare alle borse prodotte su licenza dalla Garis di Varese.
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aggiornato al 4 gennaio 2020
Autore: Lynda Di Natale Fonte: treccani.it, emilioschuberth.it, repubblica.it, wikipedia.org, web
Emilio Schuberth #emilioschuberth #schuberth #creatoridellostile #creatoridellamoda #perfettamentechic #felicementechic Emilio Schuberth, Federico Emilio (Emilio Federico). – Nacque l’8 giugno 1904 a Napoli, figlio di Gotthelf e di Fortura Vittozzi.
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lospeakerscorner · 5 years
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Una piccola città che non finisce mai di stupire e la sua storia raccontata da immagini fotografiche e dipinti
di Stanislao Scognamiglio
PORTICI (NA) – Alla Sala Cinese, al piano nobile della ex Reggia borbonica, in via dell’Università, n. 104 a Portici, nel pomeriggio di sabato 23 novembre, si è tenuta la presentazione del libro Portici 1943. La città vista dal cielo.
Partiti dal ritrovamento di una fotografia aerea, scattata nel 1943 nel corso di un volo di ricognizione, gli autori, con il loro solerte quanto certosino lavoro, hanno fornito un’inedita immagine di Portici vista dall’alto.
A tessere l’elogio agli instancabili ricercatori Antonio Formicola e Ernesto De Martino, autori del volume, e a decantare il pregio dell’opera, ulteriore tassello del complesso mosaico della Storia del comune vesuviano, sono intervenuti:
il dottor Vincenzo Cuomo, sindaco di Portici,
il dottor Fernando Farroni, assessore alla cultura,
il professor Leonardo Di Mauro, architetto, presidente dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori di Napoli e Provincia,
l’architetto Ciro Robotti, professore emerito della Seconda Università degli Studi di Napoli.
La presentazione, organizzata dall’Assessorato alla cultura della Città di Portici in sinergica collaborazione con l’Ordine degli Architetti della Provincia di Napoli, è stata coordinata dall’architetto Aldo Vella, direttore dei Quaderni Vesuviani.
Il contenuto del volume, fortemente sostenuta dall’Amministrazione comunale, è stato svelato  al folto eterogeneo pubblico presente, costituito da architetti, da appassionati scrittori di storia locale, da curiosi cittadini.
In concomitanza della presentazione dell’opera editoriale, alla Sala dei Monumentini, sempre al piano nobile del Palazzo Reale porticese, allestita dalla Galleria Marciano Arte, è stata curata un‘esposizione di dipinti, presenti nel testo.
Sedici opere, frutto dell’estro dei valenti pittori porticesi: Antonio Ciliberti, Luigi Crisconio, Carlo Montarsolo, Renato Criscuolo, Armando De Lauzieres, Michele De Stefanis, Tommaso Manna, Giorgio Piccoli, Errico Placido, Ettore Sannino, hanno allietato la vista e suscitato l’ammirazione degli intervenuti.
I quadri esposti, realizzati in piccole e medie dimensioni e raffiguranti suggestivi squarci del territorio porticese e , sono tutti provenienti da collezioni private.
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  Il Libro, Portici 1943. La città vista dal cielo Una piccola città che non finisce mai di stupire e la sua storia raccontata da immagini fotografiche e dipinti…
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lamilanomagazine · 10 months
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Varese, Baj, Guttuso, Tavernari, virtuose relazioni al castello di Masnago
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Varese, Baj, Guttuso, Tavernari, virtuose relazioni al castello di Masnago I Musei Civici del Castello di Masnago ospitano il nuovo percorso espositivo Baj, Guttuso, Tavernari. Virtuose relazioni varesine. Un allestimento inedito con cui il Comune di Varese vuol far conoscere e dialogare tra loro le opere dei tre grandi artisti Enrico Baj, Renato Guttuso e Vittorio Tavernari, accomunati da un legame esistenziale e creativo col territorio varesino. L'inaugurazione al pubblico è per sabato 2 dicembre alle ore 11. Ad ospitare le opere sono cinque stanze dell'ala quattrocentesca del Castello di Masnago, che trova il suo perno nella Sala degli Svaghi. L'intento è quello di valorizzare il prezioso patrimonio del Comune di Varese, esponendo e mettendo a confronto opere sia di proprietà dell'Ente sia in comodato, offrendo al visitatore una diversa rilettura della collezione permanente, per arricchire e integrare le diverse mostre temporanee presenti al Castello. Una rassegna di opere e documenti che ha l'intento di coinvolgere i visitatori sul piano espressivo, tematico e culturale, mettendo in rilievo la relazione degli artisti con l'ambiente varesino, come è dimostrato dalle numerose note biografiche che integrano il percorso espositivo. «Questa iniziativa – spiega l'assessore alla Cultura, Enzo Laforgia – si inserisce nel costante impegno del nostro assessorato finalizzato alla ricostruzione e alla valorizzazione di importanti esperienze artistiche e culturali, che hanno caratterizzato la storia del nostro territorio e che testimoniano la ricchezza del patrimonio custodito presso le nostre collezioni.» «Lungo il percorso espositivo - aggiunge la curatrice Serena Contini - posto in alcune suggestive sale del Castello, si possono riscoprire sotto una nuova luce i rapporti amicali e professionali tra gli artisti Baj, Guttuso e Tavernari. Si è voluto sottolineare come il rispetto e l'ammirazione delle individuali capacità creative di questi tre Maestri trovarono esplicazione in fruttuose collaborazioni reciproche in ambito artistico, ben evidenziate nelle diverse sale tematiche con la presentazione di opere ad olio, collage, polimateriche, acqueforti-acquetinte, sculture, lastre originali con le relative stampe, libri d'artista, lettere, cartoline, a testimonianza della loro affettuosa frequentazione». Le relazioni umane e intellettuali tra gli artisti e il più vasto contesto culturale del territorio sono messe in evidenza dal materiale documentario formato da lettere, pubblicazioni d'epoca, schizzi d'arte. Particolare rilevanza hanno le cartelle d'artista, con lo scrittore Piero Chiara come elemento di congiunzione, come ad esempio la cartella d'artista del 1966 intitolata Il povero Turati con un racconto di Piero Chiara e due acqueforti di Renato Guttuso; la cartella d'artista pubblicata nel 1971, Gli Amanti, frutto del sodalizio tra Vittorio Tavernari e Piero Chiara; la cartella d'artista del 1990 con un brano tratto dal romanzo Una spina nel cuore di Piero Chiara e un'acquaforte di Enrico Baj. Insieme all'allestimento saranno proposti momenti di approfondimento aperti al pubblico, visite guidate ed eventi. Il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea del Castello di Masnago è aperto da martedì a domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00. Maggiori dettagli sul sito museivarese.it.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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 My Story
A BIT ABOUT ME
BIOGRAFIA
1938 - Gaetano Minale nasce ad Agnone (Molise) il 4 Luglio. -
1949 - Frequenta la scuola d'Avviamento professionale e la scuola Tecnica ad Agnone e l' I.T.I. a Chieti dove si diploma come perito elettrotecnico. -
1951 - Primi disegni ad inchiostro di china esposti in bacheca della scuola Tecnica e primi acquerelli. -
1962 - Assunto da una società elettrica Unes , nazionalizzata nel 1963 come Enel . Inizia il lavoro ad Atessa nel 1963. -
1969 - frequenta l'atelier del maestro artigiano pittore restauratore Gennaro Bravo ad Atessa fino al 1975 ed apprende tutte le procedure dell'utilizzo dell'olio su tela . -
1975 - Prima mostra personale presso la Galleria del Corso ad Atessa organizzata da una gallerista di Cremona. -
1976 - Conosce il pittore incisore Gildo D'Annunzio che lo invita ad esporre le sue opere alla Galleria Gelmi di Sesto San Giovanni (Milano) in una collettiva con affermati artisti. Inizia cosi l'attività artistica di Minale Gaetano pittore e, fino ad oggi ha realizzato tra personali e collettive oltre 120 mostre in tutto il mondo.976 - La sua tematica pittorica per oltre un trentennio è stata la cultura e la tradizione contadina abruzzese, dove l'attaccamento alla   propria terra appare evidente ; un mondo antico che va scomparendo , ne ravvisa la sofferta esistenza  di un vivere che solo nel contatto profondo con la natura può trovare soluzioni esistenziali. In queste opere si riscontra una nostalgia struggente di un mondo che va scomparendo dovuto alla inciviltà di questa modernità.
2011 - La donna diventa la vera protagonista della sua pittura in simbiosi con la natura ; nascono le grandi tele dove si vedono lunghi paesaggi di immense distese di papaveri , girasoli e margherite dove la luce entra sugli ampi e fioriti prati e ne sparge la luminosità . Gialle ginestre ai piedi della Majella e gli spettacolari trabocchi lungo la costa adriatica del teatino a testimonianza della antica pesca su palafitte con rete, e poi le figure e volti di donne immerse tra i verdi prati fioriti che, anche se immobili parlano di vita.
1977 - Ha conseguito l'Oscar Italia per le arti figurative per " La sua Fattiva e Importante attività nel campo artistico-culturale "
1978 - Nominato Accademico d' Italia con medaglia d'oro.
1989 - Ottiene la nomina di Professore Onoris Causa e conferitogli il premio " Oxfort London Prize " .
1999 - dona al Pro Loco  di Castel del Giudice (IS) 12 dipinti raffiguranti scorci e paesaggi del piccolo e suggestivo paese per utilizzarli alla riproduzione di serie di calendari da inviare a tutti gli emigranti della zona sparsi in molte parti del globo.
2008 - Collabora per la pubblicazione di un volume " Le Campane di Atessa " realizzando 12 dipinti di antiche chiese di Atessa oggi non più esistenti, ricostruite sulle base di documenti dell'epoca e testimonianze, che vengono riprodotte in appendice del libro a cura di Lello D'Amico.
2011 - Viene nominato artista per l'UNICEF provincia di Palermo , per la sua sensibilità artistica . -
2015 - Realizza una serie di dipinti su carta che verranno utilizzati dalla scrittrice di fiabe Rita Cerimele di Torino , per una raccolta dal titolo " La Ragazza Con La valigia Rossa " per conto della Etica di Torino.
2015 - In onore della XXV edizione della Passione di Cristo organizzata dalla Associazione Culturale Ate Tixe Studium , svoltasi ad Atessa nel Marzo 2016 , realizza un dipinto del Cristo Crocefisso che servirà per l'immagine e la riproduzione dei max manifesti e cataloghi illustrati della manifestazione.
2016 - Silvana Costa, utilizzerà una serie di dipinti dove la poetessa riesce ad entrare e ne descrive le stesse emozioni dell'artista nell'atto dell'esecuzione , realizzando il volume per la silloge " Liriche Visioni - Quando le Immagini toccano il cuore la pittura diventa poesia "  
2016 - Con atto notarile , dona al comune di Atessa 105
dipinti di grafica che ritraggono scorci e paesaggi di Atessa , che vengono esposti in permanenza presso il Foyer dell'Auditorium Italia alla pinacoteca comunale a lui intestata.  
Pittore e disegnatore ha tenuto 120 mostre nelle principali città italiane ed ha esposto in manifestazioni artistiche sia in Italia che all’estero.
2015 - Realizza il  il volume " La pittura di un Uomo Comune "
2016 - Pubblica il volume " Atessa  in Bianco e Nero "
2016 - Il Comune di Atessa pubblica " Atessa , La Grafica nella Pinacoteca Gaetano Minale "
2017 - Pubblica il volume " Donna e natura nella pittura di Gaetano Minale " .
È citato nelle principali pubblicazioni d’arte contemporanea e, per la sua personalità artistica è stato chiamato a far parte dell’Accademia San Marco, dell’Accademia dei “500”, dell’Accademia d’arte Moderna di Roma, dell’Accademia Tiberina e della Legion d’Oro. È membro effettivo dell’Unione mondiale della Cultura e, la sua scheda Biblio-Biografica è depositata all’archivio storico per l’arte italiana del novecento al Kunsthistoriches Institut in Florenz di Firenze e nell’archivio storico dei pittori e scultori italiani del novecento della Casa Editrice Il Quadrato di Milano. Della sua opera pittorica ne ha parlato la stampa nazionale ed internazionale, radio, televisione; sue opere figurano in collezioni private ed Enti pubblici sia in Italia che all’estero. Critici interessati alla sua Arte: Giuseppe Martucci, Katia D’Annunzio, Stefano Tenedini, Maria Carla Morbiducci, Vito Calogero, Mario Lanci, M. Milet, Gerardo Vittoria, Silvia Ramini, Bernard Gauthron, Ennio Bramato, Marina Marzoli, Nicola Scalisi, Renato Lamperini, Giorgio Carpaneto, Rossano Borzillo, Ennio Moro, Roberto Mangione, Guido Massarelli, Alex Capus, Fernando Sofra, Valerio Utri, Nello Punzo, Diego Castronovo, Giuseppe Rancitelli, Duilio Fornarola, Giuseppe Masci, Claudio Cattani, Angela Verardo, Nunzio Livrieri, Maria Delli Quadri, Giorgio Falossi, Lucia Di Cintio, Enzo Carmine Delli Quadri ed altri.
Principali Mostre Personali e Collettive​
1975 Galleria d’Arte Gelmi – Sesto San Giovanni (MI) 1976 Galleria La Stadera – Sulmona (AQ) 1976 Sala Beato Angelico – Roma 1976 Galleria Il Pavone – Milano 1976 Galleria Lo Scacco – Giulianova 1976 Galleria Michelangelo – Firenze 1976 Galleria Sala Maschio Angioino – Napoli 1976 Galleria Città Eterna – Roma 1976 Galleria Alba – Ferrara 1977 Galleria Casabella – Santa Margherita Ligure (GE) 1977 Mostra Itinerante – Madrid (Spagna) 1978 Mostra Itinerante – New York (USA) 1978 Bottega d’Arte – Chieti 1978 Galleria 46 – Lanciano (CH) 1978 Galleria Tiberina – Roma 1978 Galleria Hotel Spiaggia – Alassio (SV) 1979 Club degli Artisti – Foggia 1979 Place Baudoyer – Parigi (Francia) 1980 Palazzo dei Nobili – L’Aquila 1980 Galleria Segno Grafico – Venezia 1980 Salone Esposizione – Salsomaggiore (PR) 1981 Galleria Colonnello – Sant Vincent (AO) 1981 Villa Olmo – Como 1981 Galleria Martinez – Cannes (Francia) 1982 Sala Scuola Media – Pratola Peligna (AQ) 1983 Palazzo Esposizione – Salsomaggiore (PR) 1983 Salone Basilica San Giovanni in Laterano – Roma 1983 Palazzo Esposizione – Empoli (FI) 1984 Palazzo Reale – Milano 1984 International Hall – Los Angeles (USA) 1985 Sala Consiliare – Villa Santa Maria (CH) 1985 Galleria Chou-Ku – Tokyo (Giappone) 1987 Galleria La Sonda – L’Aquila 1990 Camera di Commercio – Chieti 1991 Galleria L’Astoria Karolyl – Budapest (Ungheria) 1993 Galleria La Defense – Parigi (Francia) 1996 Sala Pera Palas – Istanbul (Turchia) 1997 Auditorium Diocleziano – Lanciano (CH) 1998 Sala San Gaetano – Atessa (CH) 1999 Galleria Centro Arte – Bologna 1999 Galleria Ambassadors – Londra (Inghilterra) 2001 Sala Consiliare – Atessa (CH) 2002 Sala Museo Palazzo D’Avalos – Vasto (CH) 2008 Galleria Museo Palazzo Mayer – Fossacesia (CH) 2009 Sala ex Distretto Sanitario – Atessa (CH) 2012 Parco Archeologico Monte Pallano – Tornareccio (CH)                                                                           2015 Fondaco dei domenicani – Atessa (CH)
PREMI E RICONOSCIMENTI
1976 Premio “Federico Faruffini” (secondo premio) – Sesto San Giovanni (MI) 1977 Premio “Giacinto Gigante” (terzo premio) – Napoli 1977 Premio C. R. E. (primo premio) – Chieti 1978 Premio Dea Minerva (primo premio) – Lecce 1978 Assegnazione Premio Parlamento Europeo – Roma 1978 Quadriennale di Napoli (terzo premio) – Napoli 1978 Assegnazione Leon d’Oro – Firenze 1978 Premio “Villa Alessandra” (primo premio grafica) – Alanno (PE) 1979 Premio Pratola (primo premio grafica) – Pratola Peligna (AQ) 1980 Assegnazione Premio MID TIMES – Roma 1981 Assegnazione Premio CULTURA FIDES – Città del Vaticano 1982 Premio Emigrazione (secondo premio) – Pratola Peligna (AQ) 1983 Assegnazione Premio “Cesare d’Oro” – Verona 1985 TSUKUBA EXPO (segnalato) – Tokyo (Giappone) 1987 Premio “Maestri del Colore” (primo premio) – Fidenza (PR) 1988 Premio “Una Vita per L’Arte” (primo premio) – Milano 1990 Centenaire de la Tour Eiffel (premio Commissione) – Parigi (Francia) 1991 Premio “Maestri Famosi” (primo premio) – Viareggio (LU) 1993 Assegnazione Premio “Le Grand Arc” de la Defense – Parigi (Francia) 1996 Assegnazione Gran Premio Bisanzio – Istanbul (Turchia) 1997 Assegnazione l’Oscar della Professionalità dell’Arte – Latina 1998 Assegnazione Trofeo Città di Padova – Padova 1999 Assegnazione Premio alla Carriera – Ferrara 2000 Assegnazione Premio London 2000 – Londra (Inghilterra) 2014 Assegnazione Premio “Squacciafìchere D.O.P.” – Atessa (CH) 2014 “Artista Per la Pace” Colori e musica per i Diritti Umani – Brindisi
Bibliografia essenziale
1976 – 77 – 78 – 79 Catalogo Nazionale il Quadrato – Milano 1976 Catalogo Nazionale Gelmi – Sesto San Giovanni (MI) 1977 – 78 – 79 Annuario Comanducci – Milano 1977 Guida all’Arte Italiana – Ancona 1977 La nuova Ribalta Artistica – Piacenza 1978 Arte Base – Torino 1979 Notiziario Accademia – Roma 1980 – 82 Catalogo Nazionale Bolaffi – Torino 1982 Praxis Artistica – Rimini 1984 – 1985 Annuario Comed – Milano 1984 Il Libro d’Oro dell’Arte Contemporanea – Milano 1984 Vademecum dell’Arte – Firenze 1989 – 90 – 95 L’Elite Selezione Arte Italiana – Varese 1997 – 2000 Dizionario Alba – Ferrara 1994 – 97 – 99 TOP ART – Ancona 2005 Pittori e Scultori del Novecento – Castellammare di Stabia (NA) 2009 Arte Selezione Int.le l’Elite NEW – Varese 2010 Censimento Artisti Italiani – Palermo 2011 Speciale Artisti dell’UNICEF – Palermo 2012 L’Elite Selezione Arte ed. Artitalia – Varese
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tmnotizie · 5 years
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SAN BENEDETTO – Il Comune di San Benedetto del Tronto, in collaborazione con l’Associazione Culturale Verticale D’Arte e Stefano Papetti, presenta l’appuntamento speciale conclusivo con i curatori di Vedo nudo. Arte tra seduzione e censura presso la Palazzina Azzurra a San Benedetto del Tronto.
L’evento espositivo nella Palazzina Azzurra ha superato di misura le 5.000 presenze durante l’estate ed ha concluso la trilogia promossa dal Comune di San Benedetto del Tronto. Dopo i successi degli scorsi anni con “Uomo in mare. De Chirico, Licini, De Pisis, Warhol e i grandi maestri dell’Arte” e “Abbronzatissima.
Glamour e arte all’ombra delle Palme”, la mostra ha fatto registrare visitatori interessati ed appassionati al tema da tutte le parti del territorio marchigiano e anche d’Italia.
A cura di Stefano Papetti e dell’Associazione culturale Verticale d’Arte (Elisa Mori e Giorgia Berardinelli) l’esposizione Vedo Nudo. Arte tra seduzione e censura, con il patrocinio dell’ENIT – Ente Nazionale del Turismo, della Regione Marche, della Fondazione Marche Cultura e del Comune di San Benedetto del Tronto, si è posta come obiettivo lo sviluppo di un percorso storico artistico -ma anche concettuale – che ha accompagnato lo spettatore a scoprire le molteplici espressioni e trasformazioni dei contenuti legati al nudo e alla sua percezione, dai primi del Novecento ai giorni nostri, ponendo al centro forme d’arte quali pittura, scultura, video installazioni, grafica e fotografia, ed ha coinvolto il visitatore in un gioco di seduzione sottile in stretta connessione con le opere.
Il il tutto senza mai dimenticare l’aspetto ironico, e in alcuni casi la componente di sensibilizzazione verso un tema che può anche essere identificato come controverso ma che da sempre ha stuzzicato la mente e la fantasia umana. Le opere, che si collocano nei due piani espositivi della Palazzina Azzurra, provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private, e da artisti affermati nell’ambito dell’arte contemporanea a livello nazionale e internazionale.
A partire dall’Estasi di Giuseppe Renda, un busto di donna in bronzo realizzato dallo scultore nel 1890, il percorso espositivo prosegue in un susseguirsi di dipinti e disegni dove figure di nudi maschili e femminili dominano la scena: dall’olio su tela Nudo femminile di Osvaldo Licini, all’olio su tavola di Cagnaccio San Pietro che ritrae una donna allo specchio, passando per una Maddalena di Renato Guttuso e le ancestrali sculture della serie ‘tagli’ di Lucio Fontana per arrivare ai giorni nostri con il nudo inquietante di Oliviero Toscani per la campagna control’anoressia e il grande acrilico su tela di Giuseppe Veneziano, dal titolo Novecento 2009 che riprende la tradizione iconografica dell’allegoria restituendoci, in una immagine grottesca, i tratti dei protagonisti della storia del secolo scorso.
Tra gli altri artisti in mostra grande spazio è stato dato alla fotografia con Gian Paolo Barbieri (la cui mostra omaggio realizzata dal Consiglio regionale della Lombardia e curata dalla Fondazione Gian Paolo Barbieri in questi giorni a Milano ha avuto un incredibile successo di pubblico), Piero Gemelli, Giuseppe Mastromatteo e un’opera che ritrae il noto critico Vittorio Sgarbi, e ancora il video Peep Show di Rino Stefano Tagliafierro, le ceramiche di Andrea Salvatori, le due sculture del quartetto The Bounty Killart tra le quali campeggia un inedito creato ad hoc per la mostra, Claudio Cintoli, Scipione (Gino Bonichi).
L’incontro conclusivo di sabato 5 ottobre sarà un’occasione per ripercorrere il percorso espositivo attraverso le parole e le curiosità narrate dai tre curatori e vedrà la speciale presenza del Concerto Bandistico “Città di San Benedetto del Tronto e majorettes”.
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kirishima83-blog · 5 years
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Lascio dettaglio per come arrivare Bassano Expo anche costi biglietti: Ottava edizione BASSANO COMIX&DISCOMANIA, fiera del disco, fumetto e del gioco SABATO 4 E DOMENICA 5 MAGGIO 2019 Torna a grande richiesta “Bassano Comix & Discomania”, l’appuntamento per i “cacciatori” di dischi e fumetti da collezione. A Bassano Expo i visitatori potranno rovistare tra decine di stand alla richiesta di dischi, cd , dvd, fumetti, giornalini e ritrovare le emozioni irripetibili che solo il vecchio vinile e gli albi di una volta erano in grado di regalare. In mostra, dunque, pezzi rari e curiosità in grado di ampliare ed arricchire anche le collezioni più preziose. Bassano Comix offre un panorama completo del mercato del fumetto. Insieme ad una esauriente offerta di interessanti pezzi d'antiquariato, garantita dalla presenza di alcuni quotati mercanti, viene presentata un'esauriente panoramica delle nuove tendenze dell'editoria amatoriale e di massa. Non mancano per i collezionisti meno esigenti molti banchi dedicati al fumetto seriale, come le collane Bonelliane alla portata di tutte le tasche. Il salone, dunque, propone una vera e propria rassegna sui personaggi che sono ormai divenuti dei veri e propri oggetti di culto per il pubblico italiano da Martin Mystere ai supereroi della Corno, da Topolino ad Alan Ford, da Tex a Lupo Alberto. Discomania. Gli amanti del rock più classico potranno spaziare tra decine di rarità e trovare pezzi ricercati firmati da Beatles, Rolling Stones, Led Zeppelin, U2, Pink Floyd, Bruce Springsteen, Elvis Presley, Patti Smith e tanti altri. Non mancherà certo la musica italiana pronta a fare la sua parte con nomi come Lucio Battisti, Renato Zero, Vasco Rossi o Zucchero, solo per citarne alcuni. L'Associazione Culturare Kolosseo in collaborazione con TNO (la Tana del Nerd Official) vi invitano al Bassano Comix e Discomania Bassano Comix e Discomania Spring Edition 2019 C/O BASSANO EXPO Via Valsugana, 22, ORARIO PUBBLICO 10 –19 Prezzo d’ingresso 6,0€ intero e 5,0€ ridotto* Sei un espositore e sei interessato a partecipare? RICHIEDI IL TUO STAND: Associazione Culturale KOLOSSEO Via Silvio Pellico 43125 Parma tel: 051/19901432 fax: 051/199017 https://www.instagram.com/p/BwktMjGB9Y4/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=9vacvdz8qb0w
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particellare · 5 years
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I colori degli affetti (collezioni Amedeo Bocchi e Renato Vernizzi) - APE Parma, 22-06-2019
I colori degli affetti (collezioni Amedeo Bocchi e Renato Vernizzi) – APE Parma, 22-06-2019
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postalmarket20shop · 6 years
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Ogni settimana sul catalogo moda di POSTALMARKET 2.0 ci sono arrivi di nuove collezioni, nuovi brand da promuovere e l’aggiornamento di colori e taglie del catalogo già presente. Per permetterti di essere sempre al corrente con le novità e per non farti perderer troppo tempo andando tu sul sito a vedere cosa è arrivato di nuovoPOSTALMARKET 2.0 pubblica ogni settimana le novità del catalogo. In questo modo non perderai mai un nuovo arrivo! 
Vediamo insieme le novità del catalogo moda di POSTALMARKET 2.0 di questa settimana e inizia a CURIOSARE subito!
Le novità del catalogo moda POSTALMARKET 2.0 – 7 gennaio 2019
Orologi Emporio Armani
    Dal 1981 Armani celebra i giovani attenti alle ultime tendenze con la linea Emporio Armani, marchio icona in tutto il mondo. Dal design innovativo e dallo stile casual la collezione di abbigliamento e accessori è pensata per soddisfare il pubblico maschile più esigente. Gli orologi di questo brand sono perfetti per tutti gli sportivi che amano lo stile e l’eleganza e vogliono sempre essere al passo con la moda!
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  Scarponcini Timberland per rimanere al caldo!
Un marchio icona degli anni Ottanta celebre per i suoi “yellow boots”, gli scarponcini gialli diventati oggetto cult per intere generazioni. Una storia lunga più di 60 anni che ha visto Timberland��affermarsi come marchio di riferimento per gli amanti dell’outdoor lifestyle. Oggi con tanti nuovi modelli e colori tra cui scegliere.
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Borse e zainetti patchwork Renato Balestra
La Maison Renato Balestra è simbolo dell’alta sartorialità italiana nel mondo. Alla collezione Haute Couture si aggiunge un’ampia gamma di accessori, borse e piccola pelletteria, contraddistinta dalla grande qualità artigianale che ha caratterizzato il marchio fin dalla sua nascita negli anni ’60.
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  Le novità del catalogo moda POSTALMARKET 2.0 – 7 gennaio 2019! Ogni settimana sul catalogo moda di POSTALMARKET 2.0 ci sono arrivi di nuove collezioni, nuovi brand da promuovere e l’aggiornamento di colori e taglie del catalogo già presente.
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