#regola generale
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pinksheets · 13 days ago
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Il sesso non mi viene neanche in mente se lui non mi stimola mentalmente
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abr · 10 days ago
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Della serie, i post impopolazzari sono il mio pane: piatto ricco mi ci ficco volentierissimo. Si parla di GENOCIDI.
Il post si basa su un principio fondamentale generale: se vogliamo far propaganda vale tutto, ma se invece vogliamo continuare a capirci, le parole che usiamo sono importanti.
[Inciso/disclaimer: tutte le guerre sono merda e tutte le vittime sono da piangere, buoni e kattivi (chi lo sia lo decide il vincitore, anche se da un po' di tempo il mainstream media fa di tutto per far casino e imputtanare una regola odiosa ma almeno chiara e certa, oltre che antica più di Ramses).]
Stabiliamo la baseline di raffronto: andiamo a dare un'occhiata al campionato mondiale del GENOCIDIO, quello degli ebrei in Europa tra 1936 e 1945. Ecco i freddi numeri ( dati via Holocaust Encyclopedia: Jewish Losses during the Holocaust by Country, su encyclopedia.ushmm.org):
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Se ne ricava che in totale il 63% degli ebrei residenti nell'Europa continentale sparì: 6.192.507 mal contati su una popolazione preesistente stimata in 9.780.000. Come? De fame e de fredo, come càpita in tempi cupi un po' a tutti, sostiene il nazicommie d'ordinanza. Si ma non solo (sarcasmo): fu GENOCIDIO non casuale ma spintaneo, organizzato e gestito. Ecco la fredda contabilità:
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Questa è Storia. Oggi si usa molto la parola GENOCIDIO riguardo ai palestinesi, in particolare per Gaza. Anche qui, andiamo in par condicio ai freddi numeri senza pietismi:
Popolazione di Gaza nel 2012: 2,142 milioni; vittime di guerra SECONDO HAMAS&SOCI (unwra, mainstream media europide): 50.000 circa. Pari al 2% della popolazione.
Un numero enorme, anche se include i terroristi uccisi mescolati alla popolazione. Teniamolo pure per buono, fingiamo di crederci, così la feccia laida alla Albanese dell'Onu/Unwra complici e correi si acquieta e non inizia a menarla.
Fingiamo ulteriormente che la feccia laida abbia ragione nel sostenere che si tratta di reazione esagerata israeliana a chi, la notte del 7 ottobre, soffriva d'insonnia e non se n'è rimasto a casa sua. Comunque sia, 'sti esagerati giudei avrebbero eliminato, secondo i provocatori del disastro, il 2% della popolazione, fatto esecrabile fin che si vuole ma altra cosa dal 63%, dai sei milioni e fischia dissolti dai nazi. Le dimensioni contano: giratela come volete ma resta fatto evidente incontrovertibile che un GENOCIDIO sia un altro tipo di sport da questa pur esecrabile cosa in atto a Gaza. Spiaze.
Quindi, sciacquarsi abbondantemente la bocca prima di usar termini inappropriati e fuorvianti. Again, un solo morto è sempre troppo ma per capire e capirsi bisogna usare il neurone, le parole=logos=pensiero che si usano sono importanti.
L'effetto peggiore non è tanto che l'uso delle parole ad cazzum avveleni i pozzi come fa, quanto che causa dipendenza assuefatta instupidita parossistica autoconvincente in chi le usa, solo fastidio per i sapiens nel senso etimologico che s'imbattano in codesti tossici.
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anchesetuttinoino · 7 months ago
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La pallavolista si era sentita offesa da «Il mondo al contrario». Il giudice: «Frase forse impropria, ma non denigra nessuno». L'aitante Roberto Vannacci mura anche Paola Egonu. La pallavolista della nazionale italiana aveva denunciato per diffamazione il neo eurodeputato della Lega perché si sentiva offesa da un passaggio del suo bestseller, ma il gip di Lucca, accogliendo la richiesta della Procura, ha archiviato l'accusa. Nessun insulto e nessuna denigrazione da parte del generale, si legge nella sentenza, ma al massimo una frase che «può ben essere valutata come impropria e inopportuna». Insomma, per una volta vince la libertà di pensiero, al di là del fatto che un concetto possa essere valutato più o meno elegante, raffinato o in linea con mode e contesti. I reati penali sono altra cosa, ma le denunce infondate per diffamazione sono ormai una forma di intimidazione. La pallavolista si era sentita offesa per un paio di passaggi del Mondo al contrario, dedicati direttamente a lei, che al festival di Sanremo dell'anno scorso aveva accusato l'Italia di essere un Paese razzista. «Anche se è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l'italianità», regola i conti Vannacci. Fattuale, ma non esattamente Il tipo di sottolineatura che a una cena verrebbe ritenuto educato. Al generale tuttavia non manca il coraggio e sempre nel suo pamphlet spiega: «Quando vedo una persona che ha la pelle scura non la identifico immediatamente come appartenente all'etnia italiana non perché sono razzista, ma perché da 8.000 anni l'italiano stereotipato è bianco». E qui davvero ce ne voleva per vedere un insulto, anche perché Vannacci al massimo ha detto una banalità sul riconoscere «immediatamente» un italiano e poi perché ‘aggettivo «stereotipato» non è esattamente né un complimento né un richiamo a presunte superiorità.
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Già, come se io andassi a vivere in Senegal e vi prendessi la cittadinanza, mai potrei essere identificato come originario del luogo.
Mi pare ovvio.
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intotheclash · 1 year ago
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Si potrebbe tentare di giustificare l’obbedienza di tutto un popolo a un piccolo numero di uomini, se i governanti fossero, non dico i migliori, ma semplicemente i meno peggiori tra di noi; si potrebbe provare ancora se, di volta in volta, il potere fosse occupato da uomini onesti. Malauguratamente questo non è accaduto, non è mai stato e non potrà mai essere. I governanti sono sempre i più cattivi, i più insignificanti, crudeli, immorali e, soprattutto, i più ipocriti. E non è tanto per volontà del caso, ma piuttosto per una regola generale, la condizione assoluta dell’esistenza del governo. Lev Nikolàevič Tolstòj - Guerra e rivoluzione
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sayitaliano · 2 years ago
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Linkin Words
Addition:
moreover › in aggiunta, inoltre, oltretutto, per di più
futhermore › inoltre, per di più, tra l’altro, oltretutto
besides › poi, oltretutto, in aggiunta a
in addition › in più, in aggiunta a
also › anche, allo stesso modo, poi
as well as › così come, come pure, nonché, oltre che/a
too › anche, pure
both... and... › sia... che..., sia... sia...
Contradiction:
but › ma, però
instead (of) › invece di/che
on the one hand › da un lato, da una parte
on the other hand › dall’altro (lato), d’altro canto, d’altronde, d’altra parte
however › comunque, tuttavia, però
nevertheless, nonetheless › nondimeno, ciononostante
yet › ancora, finora, già
on the contrary › al contrario, invece, viceversa, per contro, bensì
either… or… › o... o..., o... oppure...
in spite of, despite › malgrado, nonostante, a dispetto di
although, even though › sebbene, seppure, benché
neither… nor… › né... né...
still › ancora, tuttora, comunque
whereas, while › mentre, laddove, invece
otherwise › altrimenti, in caso contrario, diversamente
unlike › diversamente da, a differenza di, contrariamente a
Cause:
as › perché, siccome, visto che
due to › dovuto a
owing to › dovuto a, a causa di, per via
because of › a causa di
since › poiché, dal momento che
thanks to › grazie a
Conditions:
as long as › finché, fintantoché, purché
even if › anche se
(just) in case › in caso, casomai, eventualmente
in the event of › nel caso in cui
unless › a meno che
whether › se
on condition that › a condizione che, a patto che
provided, providing (that) › provato che, a patto che, qualora, sempre che, purché, sempre restando che
Comparison:
in comparison with › paragonato a, rispetto a, in rapporto a, in/a confronto a/con, in paragone, facendo un paragone
similarly › similmente, così pure, allo stesso modo, analogalmente
likewise › ugualmente, allo stesso modo
Degree:
in many ways › per/sotto molti aspetti, per molti versi, in molti modi
in some respects › sotto certi aspetti, per alcuni aspetti, da un certo punto di vista
one way or another › in un modo o nell’altro
to some extent › fino a un certo punto, in una certa misura, in parte
to a large extent › in gran parte, in larga misura
thus › pertanto, quindi, perciò
somehow › in un certo modo, in (un) qualche modo, per qualche motivo
Precision:
insofar as › in quanto, poiché, per quanto
i.e. (id est), that is to say › vale a dire, cioé, o meglio
namely › ossia, vale a dire
e.g. (exempli gratia), for example › per esempio
Aim:
in order that › affinché, così che
(in order) to › per, così da
in such a way as to › in tal modo, in tale maniera, in questo modo, in un modo tale per cui, in una maniera tale per cui, a tal punto che
so as to › così che, in modo che
by way of › passando per, via, per mezzo di, a titolo di, a mo’ di
so that › così che, in modo che, cosicché, affinché
Result:
as a result, consequently › di conseguenza, conseguentemente
so, thus › quindi, dunque
then › poi, dopo
therefore › quindi, per cui, perciò
hence › quindi, di/da qui
accordingly › di conseguenza, in conformità con, quindi
Example:
e.g. (exempli gratia), for example › per esempio
such as › come, come per esempio
for instance, for example › per/ad esempio, per dire, per fare un esempio
Generality:
usually › di solito, solitamente
for the most part › per la maggior parte, perlopiù
on the whole › in generale, nel complesso
as a rule › di norma, di regola, generalmente
Identification:
in the case of › nel caso in cui
as for… › quanto a...
elsewhere › da un’altra parte, in altro loco/luogo, altrove
wherever › ovunque, in ogni dove, dappertutto, dovunque, in qualsiasi posto
Time:
prior to › prima di/che, precedentemente a
once › una volta che, non appena
since › da, dal momento in cui
for › per, da
for the time being › al momento, per il momento, finora, per adesso
until, till › fino a, fino a che
whenever › ogni volta che, quando, in qualsiasi momento
while › mentre, nel frattempo, intanto
(insp.)
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whiskyecenere · 17 days ago
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i ragazzi se vedono ragazze belle “fuori dalla loro portata” non ci provano con esse?
"i ragazzi" mi sembra troppo generalizzante. Ci può essere il caso in cui qualcuno può provare un po' di sudditanza, ma non è una regola generale. Io, per dire, mi rapporto in egual maniera indipendentemente dall'estetica che mi trovo di fronte. E non sono certo Brad Pitt eh, non penso né di essere figo né di avere la pappa pronta.
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canesenzafissadimora · 2 months ago
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Dev'essere una regola generale: i solitari non simpatizzano tra loro. O non sarà invece che siamo davvero antipatici?
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newsintheshell · 1 year ago
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NETFLIX DROP 01: TRAILER, ANNUNCI E ANTEPRIME DEL NUOVO EVENTO ONLINE
Devil May Cry, Tomb Raider e Blue Eye Samurai fra le grandi soprese arrivate durante la premiere live di Castlevania Nocturne!
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Ve lo avevo anticipato e non poteva quindi farsi attendere il riassuntone del primo DROP 01 di Netflix, lo speciale evento virtuale in diretta streaming su YouTube e Twitch, imbastito per unire il watch party in anteprima di Castlevania: Nocturne e qualche breve ma gustoso sneak peek di alcune novità, lato animazione, attualmente in cantiere.
Purtroppo riguardo a Pluto siamo stati scammati, non hanno fatto vedere nulla di nuovo. Hanno semplicemente ripassato il trailer spaccamascella uscito un paio di mesi fa.
Tutto sommato, però, è stata un'ora e mezza piacevole, fra episodi - che non sono riuscito a seguire al verso, se non a spezzoni ahimè - e brevi teaser e showcase di merchandise vari. Un evento dal formato leggero, informale e conciso, che mi piacerebbe si ripetesse sinceramente.
Capisco che eventi più corposi come la Geeked Week e TUDUM siano maggiormente attesi in generale, ma le presentazioni in pillole, a mio modo di vedere, sono decisamente più fruibili e, appunto, più efficaci.
🔶🔸DEVIL MAY CRY
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Cominciamo con un primo annuncio MOTIVAZIONALE (*wink wink*). Dante, Vergil e Lady di nuovo in versione animata, 8 episodi, più stagioni in programma.
La sceneggiatura è stata concepita da Adi Shankar (Castlevania) and Alex Larsen (Yasuke), mentre il tutto porta la firma di STUDIO MIR (The Legend of Korra, Dota: Dragon's Blood, The Witcher: Nightmare of the Wolf).
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🔶🔸SONIC PRIME
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Mostrato un teaser che annuncia una terza stagione per la serie con protagonista il celebre riccio di SEGA. Ad un'occhiata da profano, ha tutta l'aria di una grandissima cutscene, ma non sembra male.
Non sono però mai stato un fan di Sonic, quindi skipponi. Go next.
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🔶🔸CAPTAIN LASERHAWK: A BLOOD DRAGON REMIX
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Altra produzione targata Adi Shankar, questa volta in mano allo studio BOBBYPILLS, che la chat di Twitch ha subito categorizzato come Suicide Squad made in Ubisoft e la chat di Twitch ha sempre ragione :v
Fra ultraviolenza in stile retro anni '90 e ironia, questo spinoff dello spinoff di Far Cry 3 (ci hanno infilato pure Rayman!!) sembra vare le carte in regola per rivelarsi una visione divertente. Il trailer ci dà appuntamento per il 19 ottobre.
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🔶🔸BLUE EYE SAMURAI
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A quanto pare questo progetto era inizialmente comparso per la prima volta nel 2020, ma me lo devo essere perso.
Nata da un'idea dei coniugi Amber Noizumi e Micheal Green (Logan, Blade Runner 2049), è stata sostanzialmente presentata come una "storia di vendetta nel periodo Edo - Kill Bill incontra Yentl".
Come biglietto da visita è intrigante, ma ammetto che la trama di base mi ha lasciato con qualche dubbio. In sostanza, la nostra protagonista in cerca di vendetta, è una meticcia con gli occhi azzurri e per questo viene discriminata e trattata come una "creatura della vergogna". Le frontiere del Giappone sono ancora chiuse e razzismo e misoginia sono di casa, quindi che fare? Ci si traveste da uomo e si va a sbudellare gaijin finché non si trova quello che è tuo padre, l'occidentale che ti ha resa diverss e reietta dalla nascita. Ok...?
La serie, che arriverà in streaming il 3 novembre, a livello tecnico e di atmosfera si presenta molto bene comunque, quindi vedremo. Giudicate voi, ecco il treailer.
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🔶🔸SCOTT PILGRIM
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Non ce la fate ad aspettare il 17 novembre per vedere la versione animata, in stile SCIENCE SARU (The Tatami Time Machine Blues, The Heike Story), del famoso fumetto di Bryan Lee O'Malley? Eccovi una clip in anteprima allora.
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🔶🔸MASTERS OF THE UNIVERSE: REVOLUTION
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Clip in anteprima anche per la nuova serie di He-Man e i Dominatori dell'Universo, che approderà sulla piattaforma nel 2024.
Pu confermando una vaga continuità con gli eventi della divisiva Masters of the Universe: Revelation, la serie è stata presentata ufficialmente come standalone, suggerendo un qualche tipo di correzione di rotta riguardo alla narrativa.
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🔶🔸TOMB RAIDER: THE LEGEND OF LARA CROFT
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E dulcis in fundo, anche sul gran finale abbiamo chiuso con il botto, con l'adattamento animato di un'altra storica icona videoludica: Lara Croft!
Preannunciata un paio di anni fa, ma anche qua io non ne ho alcun ricordo, la serie si ispira alla trilogia reboot di Crystal Dynamics (Tomb Raider, Rise of the Tomb Raider e Shadow of the Tomb Raider).
In programma per il 2024, è prodotta in casa Powerhouse Animation (Castlevania, Masters of the Universe: Revelation).
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Per chi si fosse perso la premiere in anteprima e volesse comunque un assaggino di Castlevania: Nocturne, nel mentre aspetta di poter maratonare la prima stagione (vi ricordo che esce domani by the way), ecco i primi sette minuti della prima puntata in omaggio.
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Quel poco che sono riuscito a vedere, non mi è dispiaciuto affatto, ma la sensazione che ho avuto è stata quella di una serie molto introduttiva, con in mente un arco narrativo da sviluppare potenzialmente su più stagioni e che quindi potrebbe risultare un po' lentina e all'acqua di rose. Per ora mi mantengo curioso.
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Autore: SilenziO))) Se usate Twitter, mi trovate lì! 
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[FONTE]
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naturism2blog · 14 days ago
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Nudità in senso spirituale
Sul piano spirituale, in particolare nella religione giudaico-cristiana, la nudità viene associata inizialmente alla condizione di purità e innocenza: infatti tale era quella di Adamo ed Eva quando furono creati nel Paradiso terrestre, prima del peccato originale: «ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna». Fu solo dopo aver mangiato il frutto dell'albero proibito che entrambi si accorsero di essere nudi, acquisendo la conoscenza del bene e del male, della differenza tra i sessi e della perdita del proprio legame originario con la natura.
«Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?»
( Genesi, 3, 7-11, su laparola.net.)
Quella condizione di nudità che in origine era sinonimo di purezza e di candore si era tramutata paradossalmente nel suo contrario, diventando foriera di tentazioni, della concupiscenza e degli istinti più bassi.
Se nell'arte greca la nudità era intesa generalmente come sinonimo di purezza, riguardando molto più gli uomini delle donne, e anche nella mitologia Zeus ordinava che i mortali venissero giudicati «nudi, senza quei rivestimenti, dopo la morte», l'ambivalenza del significato spirituale della nudità, oscillante tra l'innocenza e la vergogna, permeò in particolare l'arte cristiana, in cui furono tollerate le figure nude di Adamo ed Eva, oltre a quella di Gesù ritratto nei momenti della Flagellazione, della Crocifissione, della Deposizione e della Pietà. Jacques Le Goff sottolinea che la «rinuncia alla carne» dovuta all'istituzionalizzazione del cristianesimo sia cominciata già in ambito pagano verso il II secolo d.C., «tra l'epoca di Cicerone e il secolo degli Antonini». Invece col Rinascimento si ebbe un'autentica esplosione del nudo, soprattutto di quello femminile, sia nell'arte laica sia in quella religiosa.
«La Chiesa medievale rifiutava la nudità, e con essa la maggior parte dell'arte antica che, soprattutto nella scultura, rappresentava corpi nudi. Con il Rinascimento in Europa, soprattutto nel Cinquecento, avviene la riscoperta dei nudi. Gli stessi che prima erano rappresentati negli affreschi delle basiliche soltanto nelle scene della resurrezione dei corpi.»
(Jacques Le Goff, Il Medioevo e le radici dell'Europa, intervista di Silvia Luperini su "La Repubblica", 17 gennaio 2007)
La nudità nel Rinascimento s'impose come simbolo della spiritualità e dell'Idea platonica, priva di rivestimenti materiali e perciò autentica e pura come la Verità, secondo il motto di Orazio. Ad esempio nell'opera di Tiziano Amor sacro e Amor profano, contrariamente all'interpretazione che venne data nei secoli successivi, la donna nuda è allegoria dell'amore spirituale, ossia della Venere celeste, mentre quella vestita rappresenta l'amore terrestre e profano.
Tuttavia non mancarono varie obiezioni a una tale esibizione di nudi. Papa Pio IV ad esempio ordinò a Daniele da Volterra di coprire le nudità più indecenti del Giudizio Universale di Michelangelo.
Varie abitudini moderne
Come regola generale la nudità pubblica non è accettata nella maggior parte delle società moderne, tuttavia esistono molte eccezioni e circostanze particolari in cui la nudità è tollerata, accettata o addirittura incoraggiata.
In generale nella cultura occidentale si trova la maggior parte delle restrizioni quando vengono messe in evidenza le parti intime, specialmente tra persone di sesso diverso. Così gli organi sessuali e il seno delle donne sono spesso coperti, anche quando altre parti del corpo possono essere liberamente scoperte.
La nudità, completa o parziale, può essere parte di una punizione corporale o come umiliazione forzata, in particolare se comminata in pubblico.
La nudità di fronte a estranei dello stesso sesso è spesso più accettata di quella di fronte all'altro o a entrambi i sessi, ad esempio nelle docce aperte, negli spogliatoi, ecc. Spogliatoi distinti per genere servono a evitare accidentali nudità di fronte all'altro sesso.
In alcune strutture in cui la nudità serve come insegnamento pratico, come ad esempio un intervento medico, un massaggio terapeutico o nelle arti figurative, un individuo può essere nudo di fronte a una o più persone vestite. La nudità totale per il modello resta la norma nella pittura figurativa.
Sebbene negli USA l'esposizione del seno delle donne sia solitamente tollerata, la sua esposizione in pubblico non è ancora solitamente ammessa; il pubblico allattamento al seno, dal momento che l'esposizione include la sua funzionalità, può essere considerato meno sconveniente, ma è ancora talvolta problematico. Tuttavia tribunali in alcune giurisdizioni nordamericane, inclusi gli Stati dell'Ontario e di New York, hanno legalizzato l'esposizione dei capezzoli femminili sulla base di uno stesso livello di libertà (XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America). Il movimento del "topfree equality" promuove uguali diritti per le donne di non avere vestiti a coprire il petto; il termine "topfree" piuttosto che "topless" è usato per evitare la precedente connotazione sessuale.
La nudità è fortemente associata alla sessualità nella maggior parte delle culture in cui un certo livello di pudore è previsto. Ciò è evidenziato dall'esistenza di striptease in queste culture. Come effetto dell'eredità culturale cattolica, nelle culture latine la definizione comune di pudore generalmente non ammette la nudità genitale, ma la definizione di ciò che è permesso è cambiata e i seni delle donne sono adesso normalmente esposti o raffigurati senza scandalo.
Naturismo
La tendenza in alcuni paesi europei, come Spagna, Francia, Croazia, Germania, Finlandia, Italia e Paesi Bassi, è di ammettere entrambi i sessi a fare il bagno nudi assieme.
Vi è anche chi non considera la nudità sociale e in pubblico disdicevole. Questa considerazione è propria sia del nudismo sia del naturismo, che è possibile praticare sia in luoghi pubblici come spiagge, sia in luoghi privati come campeggi, alberghi e altre strutture ricettive. Lo stato di nudità nel nudismo e nel naturismo viene vissuto per gli effetti benefici di rilassamento, serenità e senso di unione con la natura che esso può donare. Per il naturista quindi la nudità non è strumento per attuare comportamenti osceni: per il naturista i limiti morali di comportamento in stato di nudità in pubblico sono gli stessi di quando si portano gli abiti.
Altri praticano la nudità pubblica più casualmente. Prendere l'abbronzatura in topless è considerato accettabile in molte spiagge di tutta Europa e anche in alcune piscine all'aperto, anche la legislazione italiana si è da decenni ormai favorevolmente espressa in merito; tuttavia l'esposizione dei genitali è riservata alle aree nudiste nella maggior parte delle regioni. Negli Stati Uniti prendere il sole in topless e perizoma è comune nel Sud Miami Beach (Florida). C'è un certo numero di spiagge nudiste sopra e sotto[cosa significa?] la costa occidentale degli USA. Dal 1996 la decisione di un tribunale in Ontario permette alle donne di andare in topless in pubblico in Canada.
2/n
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davidewblog · 5 months ago
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Mi ha sempre incuriosito, da quando abito nell'appartamento, il rapporto delle mie coinquiline con le scarpe. Certo, in generale è particolare il rapporto di tutte le ragazze con le scarpe, perché è uno dei modi per esprimere la propria personalità e per comunicare qualcosa.
Ma una cosa è saperlo per sentito dire, un'altra è vederlo dal vero.
Volendo, il rapporto delle mie compagne di casa con le loro scarpe, che è molto simile per tutte e tre, può riassumersi in una specie di formula: d'inverno, scarpe sportive fuori casa e infradito in casa, d'estate, infradito fuori casa e nulla in casa.
Certo, è una semplificazione, ma c'è molto del vero in ciò. Per tutto un periodo dell'anno, da ottobre circa a fine maggio-inizio giugno, tutte e tre escono sempre ovviamente con scarpe chiuse, ma ciascuna ha rigorosamente le sue preferite, e sono tutte scarpe sportive. Non dico le marche, ma ciascuna ha una preferenza ben precisa. Veronica, diciamo, quelle con tre strisce, ce le ha davvero in tutte le varianti: bianche, rosa, dorate (quanto le piacciono quelle dorate), e molte altre, ma tutte dello stesso modello. Violetta, che è l'unica che usa scarpe sportive davvero per andare a correre, usa modelli un po' più tecnici, ma li usa sempre, anche per andare all'università. Annarita usa solo scarpe da ginnastica nere. Ne ha tante, ma tutte nere: fa parte di lei, essere elegante anche con cose sportive.
Poi, quando tornano a casa, anche in pieno inverno, entro pochi secondi dal varco della porta di ingresso si sono già tolte le scarpe e le calze, e si mettono rigorosamente le infradito. E anche lì ciascuna ha le sue tante ma tutte del colore preferito: Veronica, bianche o azzurre, Violetta, fucsia (guarda caso), e annarita le infradito sempre nere, come volevasi dimostrare.
In inverno, lo stare in infradito in casa (sia che siano in pigiama, sia che siano vestite), la considerano una cosa normale ma intima, nel senso che si vergognano se un estraneo le vede così. Tipo che anche se viene l'elettricista si mettono subito le scarpe chiuse. E infatti, il fatto invece da me si facessero vedere tranquillamente, è una cosa che mi ha fatto capire lo stato di "privilegiato" in cui mi trovo a stare lì: poter vedere ciò che a tutti le ragazze negano, anche in queste piccole cose.
Poi, d'estate succede una cosa strana. Che da un certo giorno in poi, di solito a inizio giugno, con le prime giornate di sole, cambia tutto: iniziano ad usare le infradito per uscire, con gli shorts. E allora non solo non si verognano più di ciò che d'inverno era una cosa che nessuno (a parte me) poteva vedere, ma diventa proprio la normalità. Non esiste per loro non usare le ciabattine infradito d'estate, dovunque si vada, dal centro commerciale a qualunque altro posto. Perfino all'università, d'estate loro vanno in shorts e infradito, aumentando decisamente gli sguardi degli studenti che le ammirano (e che guardano me, con loro, con quella solita invidia che un po' mi fa piacere).
E d'estate, in casa, le infradito le tolgono, lì la regola è davvero semplice: da inizio giugno a fine settembre, dentro casa, niente di niente, tutte e tre lasciano le ciabattine, bianche, fucsia e nere, vicino alla porta di ingresso, e, in casa per loro esiste solo, e giustamente, la libertà di essere scalze. E io per questa loro libertà le ammiro, le invidio e in qualche modo le ringrazio, anche se questo non glielo dico.
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b0ringasfuck · 6 months ago
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Di Domenica mattina ancora non ci sono andato ma ho il fortissimo sospetto che non ci siano né famiglie a passeggio né mezzi consortili ma solo ciclisti che hanno magari già 10 o 20 Km alle spalle e sfruttano appunto il fresco e il fatto che a quell'ora non ci sia nessuno.
10Km/h è praticamente fare surplace, non andare in bicicletta e rompere il cazzo in uno dei pochissimi posti sicuri per le bici è proprio da STRONZI.
Il tratto in prossimità di Motta Visconti poi è spesso deserto e la maggiorparte della gente che si trova a fare una passeggiata è tra Abbiategrasso e Morimondo.
Proprio in concomitanza di Motta Visconti c'è un incrocio un po' di merda, dove le macchine corrono (appena prima della foto dell'articolo).
In generale la menata dei mezzi consortili o della manutenzione delle alzaie è appunto una menata, visto che su quella strada ci passerà una macchina o un trattore forse in un'intera giornata.
Il sindaco è di DX. Poi sono quelli che fanno il tifo per fleximan e stanno ponendo le condizioni per cui gli autovelox non serviranno più a nulla.
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questouomono · 1 year ago
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Questo uomo no, #136 - Quello che lui è l'erede di Giulio Cesare
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Impazza la solita inutile ipocrita polemica su un libro scritto da un generale dell'esercito e pieno delle opinioni più discriminanti che si possano immaginare. E non è difficile immaginarle, visto che buona parte dell'opinione pubblica italiana le condivide. Ovviamente "condannare" l'autore di questa autopubblicazione non serve a nulla; uno vale l'altro, e di gente che la pensa in questo modo è piena l'Italia. È molto più difficile, come diceva una nota condottiera di persone che non aveva bisogno di divisa, "chiamare le cose col loro nome".
Gli stralci del libro che i giornali fanno a gara a pubblicare non si soffermano molto a lungo nell'analisi, né il più delle volte hanno gli strumenti per farla - o il coraggio di portarla fino in fondo. Come sa bene chi lavora con le questioni di genere e le discriminazioni, l'uso violento che si fa nel libro della parola "normale" è uno degli strumenti discriminanti più noti, longevi ed efficaci: confondendo il normale con il generale (la cosa si tinge di un sinistro umorismo) i più confondono "quello che è giusto che accada" con "quello che accade più di frequente". Se lo fanno o meno in malafede è un loro problema morale, ma che questa confusione ancora regni sovrana nella pubblica opinione è un problema etico.
Prendiamo a esempio l'omosessualità. In natura le specie fanno, riguardo il genere, la qualunque: sono ormai accertate scientificamente omosessualità e transgenderismo in numerose specie; in più, per molte specie è del tutto naturale avere individui che cambiano genere durante la loro vita, anche più volte a seconda delle condizioni ambientali, come sono naturali ogni tipo di comportamento e organizzazione sociale, dalla monogamia a vita al branco indistinto nel sesso e nell'accudimento. Quindi, per quanto certamente comportamenti non generali, sono certamente naturali. Il fatto che alcuni di questi comportamenti non siano numericamente la maggioranza, in natura non conta nulla: alla natura interessa mantenere alto un tasso di diversità, quindi anche se certamente l'omosessualità (e, già che ci siamo, il transgenderismo) non è il comportamento di maggioranza, è una naturale costante presenza. Esattamente come accade nella specie umana.
La parola normale - dovrebbe bastare il vocabolario - significa invece che c'è una norma, una regola; e questa regola, com'è oramai scientificamente accertato, in natura non c'è. Nessuno nega che, per molte specie, l'eterosessualità è necessaria alla riproduzione della specie, e infatti rimane il comportamento della maggioranza; ma questa non è una regola, e soprattutto non elimina né discrimina gli altri casi riguardo il genere. In nessuna specie non umana è stato osservato accanimento di qualsiasi tipo contro gli individui non etero. Che esistano individui non eterosessuali, o che non siano interessati alla riproduzione, non ha finora mai compromesso l'esistenza di nessuna specie. Per quello che scientificamente sappiamo, le specie scompaiono per violente o coatte modificazioni dell'habitat naturale o perché altre specie (di solito quella umana) le sterminano per i loro motivi privati. Di norma in natura ce n'è una sola: preservare le diversità e farne sempre accadere un certo numero, non maggioritario ma necessario. Un po' come in quel comportamento sociale che si è inventato la specie umana e che ha chiamato democrazia.
Socialmente le norme, le regole che descrivono cosa è normale e cosa non lo è, sono invenzioni del tutto umane che cambiano molto frequentemente, come qualsiasi storico o sociologo non in malafede può confermare. Non sono affatto naturali ma sociali: vengono usate dalle organizzazioni umane, grandi e piccole, per mantenersi nel tempo. Il normale è quindi ciò che serve a preservare nel tempo un certo gruppo sociale in una posizione di potere, o quantomeno rilevante e identitaria; ignorando, più o meno consapevolmente, che la normalità cambia continuamente proprio per adeguarsi ai continui cambiamenti sociali, e che il perenne atteggiamento nostalgico di valori e mondi che realmente non sono mai esistiti è il sintomo di una completa inadeguatezza - eufemismo per ignoranza - di sé e dell'idea del mondo che si ha.
Chi pensa, com'è scritto in quel libro autoprodotto di cui in questi giorni si parla tanto, che il comportamento non etero (un esempio tra i tanti) sia non normale, mostra diverse cose: 1) ignoranza di fronte a come funziona la natura, compresa la specie umana; 2) ignoranza dei comportamenti sociali più efficaci che, in natura come nelle situazioni non naturali costruite dall'uomo, prescrivono sempre la salvaguardia delle diversità e delle differenze; 3) una sostanziale debolezza ideologica di fondo, nel sentirsi attaccati dalla presenza di queste minoritarie diversità che, pur avendo gli stessi diritti di qualsiasi altro gruppo sociale, non sono una minaccia né per la specie né per le istituzioni artificiali create dalla specie umana; 4) una profonda debolezza personale, nel creare la figura immaginaria di "eroe" di valori del passato con illustri predecessori, fingendo o non rendendosi conto che: 4a) non c'è nessun eroismo nell'appartenere alla maggioranza delle persone etero, e in più in una posizione sociale di grande rilevanza e potere; 4b) non c'è nessun eroismo nel professare "valori" antiscientifici, antistorici e antisociali come quelli descritti e sostenuti nel libro autoprodotto di cui si parla tanto; 4c) quelli di cui si parla sono "valori" che la società ha rigettato innumerevoli volte nella sua storia, essendo appartenuti periodicamente a ideologie genericamente appellabili come autoritarie (dai vari colori, dal nero al rosso al verde all'arancione) e che hanno tutte perso irrimediabilmente le loro guerre - visto che parliamo di un autore di libro che ha un altissimo grado militare - e i cui attuali esponenti politici devono continuamente fare acrobazie per non farsi rinfacciare l'adesione a quei valori - visto che un ministro di destra è stato costretto a destituire l'autore di questo libro autoprodotto e a dissociarsene pubblicamente.
Queste debolezze, queste opinioni fragili come la maschilità che le produce, sono alla base di quella imbarazzante credenza che caratterizza le persone più ignoranti e impaurite (se non in malafede) di fronte alle questioni di genere sollevate da soggettività che reclamano i loro sacrosanti diritti umani: la dittatura delle minoranze. Un ridicolo ossimoro che è la giusta sintesi di secoli di varie ideologie di gruppi politicamente o ideologicamente conservatori o reazionari, che per giustificarsi hanno sempre bisogno di raccontarsi sotto attacco di qualcosa, di instillare paure invece di diffondere consapevolezze.
In più, visto che sono soprattutto le persone più convinte di questi "valori" sostanzialmente disumani a sostenersi con serietà, è quasi inevitabile che personaggi come l'autore di questo libro autoprodotto si coprano di ridicolo: l'autore si professa infatti, tra le altre cose, erede di un Giulio Cesare che, oltre a scrivere molto meglio di lui, oltre a essere militarmente decisamente più preparato ed esperto di lui, sessualmente tutto era tranne che quello che oggi intendiamo - e l'autore del libro autoprodotto intende - con "uomo etero". Giulio Cesare probabilmente, di un uomo che professa queste opinioni deboli e ignoranti ne riderebbe di gusto, anche perché saprebbe che al rango di generale, nel suo mondo, non arriverebbe mai. Noi invece, suoi contemporanei, ce ne preoccupiamo, perché a quel rango ci è arrivato ed è ben spalleggiato da molte altre persone. Cosa che è sintomo di altri fenomeni sociali molto preoccupanti.
Questo uomo no.
P.S. per chi volesse una bibliografia in merito, può cominciare da questa. Buone letture.
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susieporta · 7 months ago
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Grandi parole di Albert Einstein:
"Non sono arrivato a capire le leggi fondamentali dell'universo attraverso la mia mente razionale. ”
"Per quanto riguarda il caso, ci siamo sbagliati completamente. Ciò che chiamiamo materia è energia, le cui vibrazioni sono talmente basse che si nota ai sensi. La materia è ridotta alla visibilità della mente. Non importa. ”
"Il tempo e lo spazio non sono condizioni in cui viviamo, ma condizioni in cui pensiamo.
I concetti fisici sono creazioni libere della mente umana e non sono, comunque possa sembrare, determinati dal mondo esterno. "
"Il tempo non esiste - l'abbiamo inventato noi. Il tempo è quello che dice l'orologio. La differenza tra passato, presente e futuro è solo una testarda illusione. ”
"Penso 99 volte e non trovo niente. Smetto di pensare, nuoto in silenzio, e la verità mi viene in mente. "
"L'intellettuale ha poco da fare sulla via della scoperta. C'è un salto di coscienza, chiamala intuizione o come ti pare, la soluzione ti arriva e non sai come e perché. ”
"Una persona sperimenta se stessa, i suoi pensieri e sentimenti come qualcosa di separato dal resto, una sorta di movimento di consapevolezza ottica. Questa illusione è per noi una sorta di prigione, che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per poche persone a noi più care. Il nostro compito deve essere liberarci da questa prigione allargando il nostro cerchio di compassione per abbracciare tutti gli esseri viventi e tutta la natura nella sua bellezza. "
"La nostra separazione l'una dall'altra è un'illusione ottica. "
"Quando qualcosa vibra, tutti gli elettroni dell'universo risuonano con esso. Tutto è collegato. La più grande tragedia dell'esistenza umana è l'illusione della separazione. ”
"La realtà è solo un'illusione, anche se molto persistente. ”
"Siamo anime vestite di abiti biochimici sacri e i nostri corpi sono gli strumenti con cui le nostre anime suonano la loro musica. ”
"Come percepisci la vita di alcune delle persone più influenti che abbiano mai camminato tra noi, scoprirai un filo che le attraversa tutte. Si adattano prima con la loro natura spirituale e prima dopo con il loro io fisico. ”
"Il vero valore di una persona si trova nella misura in cui ha raggiunto la liberazione da se stesso. ”
"Gli antenati sapevano qualcosa che sembra aver dimenticato. ”
"Più imparo sulla fisica, più sono attratto dalla metafisica. ”
"Ho imparato una cosa in una lunga vita: che tutta la nostra scienza, misurata dalla realtà, è primitiva e infantile. Ancora non conosciamo il millesimo dell'uno per cento di ciò che la natura ci ha rivelato. È abbastanza possibile che dietro la percezione della nostra mente si nascondano mondi di cui non siamo a conoscenza. ”
"Non sono ateo. Il problema è troppo grande per le nostre menti limitate. Siamo nella posizione di un bambino che entra in una grande biblioteca piena di libri in molte lingue. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto dei libri. ”
"L'idea generale che io sia ateo si basa su un grosso errore. " Chi interpreta le mie teorie scientifiche in questo modo non le ha comprese. "
"Ogni cosa è determinata, ogni inizio e fine, da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. È determinato per l'insetto e per la stella. Persone, verdure o polvere cosmica, tutti danziamo su una melodia mistica, accordata in lontananza da un pipone invisibile. "
"La religione del futuro sarà una religione cosmica. Andrà oltre un Dio personale ed eviterà dogmi e teologia. ”
"L'energia non può essere creata o distrutta, può solo essere trasformata da una forma all'altra. ”
"Tutto è energia e questo è tutto quello che c'è. Regola la frequenza della realtà che vuoi e non puoi che riceverla. Non può essere altrimenti. Questa non è una filosofia. Questa è fisica. ”
"Sono felice perché non voglio niente da nessuno. Non mi importa dei soldi. Decorazioni, titoli o premi non significano nulla per me. Non voglio elogi. Non mi prendo il merito di niente. Un uomo felice è troppo soddisfatto del presente per preoccuparsi troppo del futuro. "
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kiki-de-la-petite-flaque · 1 year ago
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L'urgenza di salvare l'umanità è quasi sempre il dito dietro cui si nasconde l'urgenza di dominare l'umanità. Quindi, come regola generale, salva prima le persone vicine a te. Inizia con te stesso.
Ivan Illich, Tools for Conviviality, 1973
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multiverseofseries · 7 months ago
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Inside Out 2: nuove (e colorate) emozioni per un sequel coerente e significativo
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Un nuovo un sequel in casa Pixar, per uno dei film più amati dello studio. Inside Out 2 sarà riuscito a ripetere la magia?
Il sequel di Inside Out ha debuttato in USA con un weekend di apertura da record, a conferma che la grande attesa che ha alimentato il suo cammino verso la sala si è saputo tradurre in biglietti venduti, a differenza di altri casi recenti.
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Gioia e Ansia in Inside Out 2
Inside Out 2 non può essere dirompente sul piano dell'idea e nemmeno glielo si può chiedere, perché riprende e sviluppa quanto introdotto nove anni fa. Tuttavia, porta avanti i suoi presupposti narrativi in modo coerente, naturale, credibile, facendoci seguire la protagonista Riley negli anni, ritrovandola ad affrontare le difficoltà successive della sua vita in quel delicato passaggio che segna l'infanzia e la pubertà.
Il cammino di una vita e la storia che va avanti
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Gioia e Tristezza in una scena del film Pixar
L'adolescenza arriva di colpo, senza avvisi, senza preparazione. E con un impatto devastante. Succede così un po' a tutti, capita anche a Riley con una home invasion in piena regola da parte degli inservienti della sua mente, addetti alla demolizione che arrivano a interrompere la placida routine delle emozioni che già conosciamo e preparano il campo e l'ambiente del Quartier Generale per ospitare nuovi e imprevisti inquilini. Una rivoluzione interiore che arriva mentre Riley è impegnata in un campo estivo di hockey e deve affrontare le difficoltà tipiche di quella fase della vita, tra vecchie amicizie con cui mantenere i rapporti e nuove da coltivare per non essere tagliati fuori. Crescere, in sintesi, e trovare il proprio posto del mondo, cercando di mantenere un equilibrio tra la parte di sé che vuole sentirsi ancora bambino e la componente adulta che smania per venire fuori e prendere il sopravvento.
Nuove emozioni, nuovi personaggi per Inside Out 2
Ci sono nuove emozioni in ballo in Inside Out 2, nuove sfumature che accompagnano la fase successiva nella crescita di Riley: fanno il loro ingresso nella mente della ragazza nuovi protagonisti pronti a prendere il controllo della console, da Ansia a Imbarazzo, da Invidia a Ennui, ovvero quella sorta di noia esistenziale che porta allo scazzo tipico dell'adolescenza. Nuovi personaggi che il team Pixar tratteggia con il classico guizzo creativo, introducendo colori diversi alla palette cromatica di Inside Out: dall'arancione che contraddistingue la vitalità e iperattività di Ansia ( nel mettere in guardia Riley verso "i pericoli che non si vedono", al contrario di Paura che si preoccupa di quelli evidenti) al violetto denaturato e spento di Ennui, fino al rosa dell'Imbarazzo e l'azzurrino vivace di Invidia.
Un lavoro prima di tutti di design, che ci ha conquistati soprattutto nel look del ragazzone adorabile che è Imbarazzo, a cui ha fatto seguito l'ottima scelta vocale: se in originale abbiamo Maya Hawke a dar voce alla nuova emozione che ruba la scena, Ansia, in Italia ci si è affidati a una delle attrici più in vista degli ultimi due anni, Pilar Fogliati. Sulla stessa falsariga di ricerca oculata di casting troviamo Federico Cesari nel ruolo di Imbarazzo, Marta Filippi a dar voce a invidia e Deva Cassel a dare quella sfumatura francese che valorizza Ennui. Anche Riley cambia voce e trova quella della quasi coetanea Sara Ciocca.
Conoscersi nel profondo e crescere
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Le emozioni originali di Inside Out
L'idea di base è quella consolidata e travolgente del primo Inside Out, compresa l'enfasi sulla necessità di accettare e accogliere ogni sfumatura di se stessi senza mettere da parte quanto di negativo accade nella complessità del nostro animo. Ognuno di noi è il risultato di tutto quello che ci passa per la testa, che sia dovuto a Gioia o Tristezza per citare due protagoniste sin dal primo film o, arrivando a quanto c'è di nuovo in Inside Out 2, Ansia, Invidia e Imbarazzo: Riley cresce e le emozioni basiche del film che fu di Pete Docter non bastano più a descrivere le complesse sfumature di un essere umano che prosegue nel suo cammino di vita, o di una ragazza che deve affrontare i primi piccoli drammi sociali e problemi relativi alla ricerca della propria identità. In tal senso è significativo l'aver introdotto il concetto dell'idea di sé che viene definito da ricordi ed emozioni provate (o tenute fuori, nascoste nei meandri dell'inconscio), fulcro e motore narrativo di questo secondo capitolo diretto da Kelsey Mann.
Un sequel impossibile, una scommessa vinta
Integrazioni più o meno consistenti e corpose all'idea di base del primo film, che ne completano e arricchiscono l'impianto concettuale per creare un terreno fertile in cui seminare nuovi spunti, nuovi conflitti, nuove trovate: se da una parte manca la novità, ma è naturale in un sequel, dall'altro l'ampliamento dell'idea di partenza è portato avanti in modo da rendere Inside Out 2 un sequel riuscito e una scommessa vinta a dispetto delle difficoltà di metter mano a qualcosa di così unico e amato. Funziona nel fare passi avanti nel discorso introdotto nel primo film, funziona altrettanto nel definire l'evoluzione dei personaggi, emozioni incluse. Funziona, ovviamente e non è una sorpresa, anche sul piano tecnico con la solita maestria della Pixar nell'uso della CGI e dei piccoli tocchi con stili diversi che ci fanno capire quanto sia chiaro allo studio che l'evoluzione del media va anche verso l'uso di tecniche diverse per creare un contesto artistico innovativo e d'impatto.
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Foto di gruppo per le nuove emozioni del film
Come accadeva nel 2015 si ripete l'incantesimo, e ancora una volta arriviamo al termine della visione immaginando le emozioni alla console della nostra mente, pronte a guidare il nostro comportamento e le nostre sensazioni. Questa è la prova principale di quanto l'idea del film, che si ripete in Inside Out 2, sia riuscita e vincente. Nonché capace di raggiungere gli spettatori di ogni età.
Conclusioni
È un’operazione riuscita quella che ha sviluppato la Pixar con Inside Out 2, un sequel impossibile per un titolo amatissimo che è stato portato avanti in modo naturale e compiuto. Manca ovviamente la forza dirompente dell’idea originale, ma il modo in cui è stata sviluppata riesce ad aggiungere nuove sfumature e amplificare il significato e il tema della comprensione e costruzione di se stessi. Con Inside Out 2 la Pixar riesce ancora una volta a divertire ed emozionare il suo pubblico, lasciandogli spunti di riflessione interessanti sull’importanza di capire e accettare se stessi in ogni sfumatura, più o meno positiva che sia.
👍🏻
Le nuove emozioni: colorate, brillanti, profonde.
Il cast vocale italiano, che rende loro giustizia.
Il modo in cui Kelsey Mann ha saputo sviluppare e portare avanti l’idea brillante che aveva reso geniale il primo Inside Out.
Il messaggio, prezioso e vero, di dover accettare se stessi in ogni sfumatura dei nostri pensieri e delle nostre emozioni.
👎🏻
Manca la novità che aveva reso grande il primo film, ma è normale per un sequel.
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libriaco · 2 years ago
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Come erravamo - 4
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L'elemento essenziale della dottrina di Marx è la lotta di classe. Così si dice e si scrive molto spesso. Ma questo non è vero e da questa affermazione errata deriva, di regola, una deformazione opportunista del marxismo, un travestimento del marxismo nel senso di renderlo accettabile alla borghesia, Perché la dottrina della lotta di classe non è stata creata da Marx, ma dalla borghesia prima di Marx, e può, in generale, essere accettata dalla borghesia.
Colui che si accontenta di riconoscere la lotta delle classi non è ancora un marxista, e può darsi benissimo ch'egli non esca dai limiti del pensiero borghese e della politica borghese. Ridurre il marxismo alla dottrina della lotta delle classi, vuol dire mutilare il marxismo, deformarlo, ridurlo a ciò che la borghesia può accettare. Marxista è soltanto colui che estende il riconoscimento della lotta delle classi sino al riconoscimento della dittatura del proletariato. In questo consiste la differenza più profonda tra il marxista e il piccolo (e anche il grande) borghese di dozzina.
Da: Lenin, [Государство и революция, Gosudarstvo i revoljucija, 1917], Stato e rivoluzione in: Lenin, Stato e rivoluzione / Marx, Critica del programma di Gotha, Milano, Feltrinelli, 1976 [Questa traduzione è conforme a quella delle Edizioni in lingue estere di Mosca].
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