#rafael bergamin
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thesaurushouseofdesign · 6 months ago
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El Viso House, Madrid, Spain (1933-36) by Rafael Bergamín,
Restored in 2023 by Jacobo García-Germán
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El Viso House, Madrid, Spain (1933-36) by Rafael Bergamín,
Restored in 2023 by Jacobo García-Germán
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schizografia · 4 years ago
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TIQQUN
Tra il 1975 e il 1984, nel momento in cui il pensiero politico conosceva una fase di stagnazione, i lavori di Michel Foucault hanno liberato il terreno dai falsi concetti che lo ingombravano. In un corso del 5 gennaio 1983, Foucault riassume la sua strategia in due punti:
– sostituire alla storia del dominio l’analisi delle procedure e delle tecniche di governamentalità;
– sostituire alla teoria del soggetto e alla storia della soggettività l’analisi storica dei processi di soggettivazione e delle pratiche del sé.
Era dunque un chiaro abbandono dei vuoti universali che monopolizzavano l’attenzione dei teorici della politica: la Legge, la Sovranità, la Volontà Generale, etc., a profitto di un’analisi dettagliata delle pratiche e dei dispositivi governamentali. Non più il potere come ipostasi separata, ma delle relazioni di potere, non più un soggetto in posizione fondatrice o trascendentale, ma un’analisi puntuale delle pratiche e dei processi di soggettivazione. Se si vuole comprendere cosa ha significato, quindici anni dopo Foucault, l’apparizione di Tiqqun nel pensiero politico, è da questo contesto che bisogna partire. Se in Foucault vi era un abbandono senza riserve di ogni prospettiva antropologica, all’incrocio tra tecniche di governamentalità e processi di soggettivazione, il suo posto restava quasi del tutto vuoto. O piuttosto, in questa zona vi sono forse queste figure che in un testo straordinario del 1983, La vita degli uomini infami, lui chiama le «vite infami», delle ombre senza volto estratte dagli archivi della polizia, dalle lettres de cachet, sulle quali l’incontro con il potere proietta improvvisamente la sua luce oscura. Credo che la novità di Tiqqun sia nel fatto che operi allo stesso tempo una radicalizzazione e un annodamento delle due strategie, l’analisi delle tecniche di governo e dei processi di soggettivazione che in Foucault forse non avevano trovato il loro punto di giunzione.
Così, se come Foucault ha mostrato in «Microfisica del potere», il potere circola e ha sempre circolato in dei dispositivi di ogni genere, giuridici, linguistici, materiali, per Tiqqun il potere non è ormai altro che questo. Non si erge più di fronte alla società civile e alla vita come una ipostasi sovrana, ma coincide interamente con la società e la vita. Il potere non ha più centro, non è che un’immensa accumulazione di dispositivi nei quali si forma il soggetto, o meglio, come avrebbe detto Foucault, i processi di soggettivazione. Di fronte a questo, il gesto di Tiqqun è quello di legare, far coincidere senza riserva i due piani che le analisi di Foucault hanno separato. C’è un testo pubblicato nel libro [Tiqqun, Contributions à la guerre en cours, La Fabrique 2009, ndr], che si chiama «Una metafisica critica potrebbe nascere come scienza dei dispositivi», in cui è detto molto chiaramente: «Una teoria del soggetto è possibile solamente come teoria dei dispositivi». Se tutta la derisoria ricerca di nuovi soggetti politici, che paralizza ancora la tradizione della sinistra, è così liquidata in un sol colpo, è in questa zona d’indifferenza tra teoria del soggetto e teoria dei dispositivi che si situano i testi che sono lì raccolti. Ciò vale tanto per la «Teoria del Bloom» in Tiqqun I quanto per i due maggiori testi raccolti in Tiqqun 2, cioè «Introduzione alla guerra civile» e «Una metafisica critica potrebbe nascere come scienza dei dispositivi». È evidente, mi sembra, che se tutti i concetti della politica classica – Stato, società civile, classe, cittadinanza, rappresentanza, etc. – vengono situati in questa zona d’indifferenza, essi perdono il loro senso. Ma, d’altra parte, è solo ponendosi in questa prospettiva, in questa zona d’indifferenza, che i concetti di Tiqqun – il Bloom, la politica estatica, il Partito immaginario, la guerra civile – acquistano il loro senso. È a partire da questa situazione, da questa zona d’indifferenza, che bisogna comprendere, credo, le pratiche di scrittura, di pensiero e di azione che si giocano in Tiqqun. Quanto alla scrittura, non si tratta solamente di una scrittura anonima, ancor meno pseudonima o eteronima, per questo gli sforzi della polizia per attribuire ad ogni costo un testo a un autore o un autore a un testo non riescono ad arrivare ad alcuna conclusione. Non c’è autore possibile per questi testi, poiché si pongono in una zona in cui il concetto di autore non ha più senso. Il concetto di autore, Foucault stesso lo ha mostrato, ha funzionato nella nostra cultura in una doppia maniera. È, da un lato, una figura del soggetto, dall’altro è un dispositivo d’attribuzione di una responsabilità penale. Ora, Julien Coupat e i suoi amici non possono essere l’autore di nessuno dei testi pubblicati in Tiqqun o altrove poiché, giustamente, essi si situano in una zona in cui soggetto e dispositivi coincidono a tal punto che la categoria stessa di autore non può più funzionare, non ha più significato. Allo stesso modo credo che solamente se ci si pone nella prospettiva aperta da Tiqqun, per esempio a partire dalla constatazione della guerra civile permanente instaurata dallo Stato, che certi fatti macroscopici che avvengono nei paesi detti «democratici» nei quali viviamo acquisiscono il loro senso, altrimenti inestricabile. Per esempio, un fatto che si finge di ignorare: è sufficiente andare in una biblioteca e fare una piccola ricerca; sono testi pubblici; le leggi in vigore in Francia e in altri paesi detti «democratici» in Europa sono tre o quattro volte più repressive delle leggi in vigore in Italia durante il fascismo. È un fatto indiscutibile, tecnicamente, per la lunghezza della detenzione, etc. Un fatto del quale non si parla.
Un altro fatto: si è sempre rimproverato alle società e agli Stati totalitari l’istituzione dei tribunali speciali. Ora, quando si tratta dei tribunali o dei giudici che si occupano dell’«affare di Tarnac», non si impiega mai il termine di «tribunale speciale», allorché si tratta esattamente di un tribunale speciale. Sono dei giudici che sono stati scelti non si sa come e da chi – e che costituiscono un tribunale speciale. Voi sapete che per definizione un tribunale speciale è destituito di ogni legittimità, poiché attenta al principio dell’eguaglianza degli individui davanti la legge e anche al divieto di sottrarre un individuo al suo giudice naturale. Dal punto di vista dei principi del diritto della nostra società, dunque, quel tribunale è molto semplicemente destituito di ogni legittimità. Si accettano dei tribunali speciali, ma si rimprovera all’Italia fascista e alla Germania nazista di averne istituiti. Credo che è sempre in questa prospettiva che bisogna leggere ciò che Tiqqun chiama «la guerra civile in corso» – per esempio nell’estensione a tutta la popolazione delle misure biometriche che, all’inizio, erano state concepite per i criminali recidivi. Quindi, ogni cittadino è trattato come un criminale, come un potenziale terrorista. Se ogni uomo è, per lo Stato, un criminale o un terrorista in potenza, non ci si deve stupire che quelli che rifiutano di sottomettervisi o che lo denunciano, siano trattati a loro volta come terroristi.
Vorrei concludere ricordando una storia che mi fu raccontata da un mio amico che si chiamava José Bergamin e che accadde durante la guerra civile in Spagna, nel 1936. Il governo repubblicano lo aveva inviato, lui che era un poeta, un intellettuale, con un altro poeta, Rafael Alberti, negli Stati Uniti per cercare di ottenere un sostegno dal governo americano, ma furono bloccati all’entrata del territorio dalla polizia che cominciò a sottoporli a un interrogatorio infinito, accusandoli di essere dei comunisti. Dopo 10 ore di interrogatorio ininterrotto, non li si lasciò entrare. Il mio amico mi ha raccontato che allora gli rispose: «Ascoltate, io non sono e non sono mai stato comunista, ma ciò che voi credete sia un comunista, ebbene, quello lo sono». E credo che oggi bisognerebbe dire egualmente: «Noi non siamo e non saremo mai dei terroristi, ma ciò che voi credete sia un terrorista, ebbene, quello noi lo siamo».
Giorgio Agamben
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bitsmag · 3 years ago
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ArtRio reúne galerias e instituições de arte na Marina da Glória
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View of Rio de Janeiro, a partir de Thomas Ender, Vik Muniz Galeria Nara Roesler Menino com brinco de cereja, Camila Alvite Bianca Boeckel Galeria A.P.N. Aliança Periférica Nacional #2 Desali Galeria Athena Série Alepo, Hilal Sami Hilal Cassia Bomeny Galeria De 8 a 12 de setembro a arte brasileira se encontra na Baía de Guanabara Com todos os protocolos indicados pelos órgãos de sa��de, acontece no Rio de Janeiro esta semana mais uma ArtRio, a 11ª edição. Nos primeiros anos a feira fazia um apanhado bem amplo da arte contemporânea mundial, com presença de grandes galerias internacionais como Gagosian, Pace, David Zwirner e Marian Goodman, entre outras. Hoje, com a situação econômica caótica no Brasil, o foco se resume à arte brasileira. De 8 a 12 de setembro, seguindo o modelo de 2020 de feira presencial e também no formato virtual, a ArtRio reúne 60 galerias e 16 instituições ligadas à arte. Os participantes são escolhidos por um Comitê Curatorial formado pelos galeristas Alexandre Roesler (Galeria Nara Roesler), Antonia Bergamin (antes diretora da Galeria Bergamin & Gomide), Filipe Masini e Eduardo Masini (Galeria Athena), Gustavo Rebello (Gustavo Rebello Arte), e Juliana Cintra (Silvia Cintra + Box 4). "Realizar a Artrio em 2021 é uma forma de reforçarmos nosso compromisso com o mercado da arte. Seguimos todos os protocolos indicados pelos órgãos competentes com foco a proporcionar uma experiência segura para nossos visitantes e também para toda a equipe de profissionais que trabalha para fazer a ArtRio acontecer", reforça Brenda Valansi, presidente da ArtRio. A feira é dividida em um espaço de galerias e um outro dedicado a mostra de videoarte e presença de instituições de arte. As galerias da divisão Panorama tem atuação estabelecida no mercado de arte. Já a divisão Vista escolheu galerias que foram abertas recentemente, com até 10 anos de existência. Algumas galerias se enquadram no programa Solo, onde artistas são selecionados para apresentar projetos individuais. Este ano oito artistas terão suas obras expostas na Varanda ArtRio, a área externa da Marina. O arquiteto Pedro Évora criou um espaço montado com containers para a Varanda ArtRio. O programa MIRA é dedicado à videoarte. Com curadoria de Victor Gorgulho. "Se entre as décadas de 1960 e 1980, os novos suportes de gravação em vídeo operaram uma verdadeira revolução no campo da arte, hoje a produção de imagens se dá em um mundo saturado por elas, rodeado por estímulos de toda sorte disparados por telas de tamanhos e resoluções cada vez mais vertiginosos." revela Victor sobre sua seleção. Com número reduzido de visitantes a feira ArtRio exige agendamento e apresentação de comprovante de vacinação, pelo menos da primeira dose ou dose única. ARTRIO 2021De 9 a 12 de setembro das 13h às 21h e das 12h às 20h (domingo)Ingressos: R$ 100 / R$ 50Marina da Glória – Av. Infante Dom Henrique, S/N – Glória – Rio de Janeiro No ato da compra do ingresso, pelo site oficial da ArtRio, deverá ser agendada a data da visita e horárioEm conformidade com o Decreto Municipal nº 49.335 de 26 de agosto de 2021, será exigido na entrada do evento, de visitantes cariocas e não cariocas, o comprovante de vacinação contra a COVID-19. Todos precisarão ter a primeira dose comprovada ou comprovação de dose única. A exigência da segunda dose seguirá as datas do calendário de vacinação da Secretaria Municipal de Saúde. Serão aceitos comprovantes digitais, como o aplicativo do ConecteSUS, ou físicos, como a carteira de vacinação ou o comprovante assinado emitido no momento da vacinação Galerias ArtRio 2021• Almacén Thebaldi Galeria - Rio de Janeiro• Almeida & Dale Galeria de Arte - São Paulo• Anita Schwartz Galeria de Arte - Rio de Janeiro• Aura | Bailune Biancheri - São Paulo• Bianca Boeckel - São Paulo• Bordallo - Portugal• C. Galeria - Rio de Janeiro• Carbono Galeria - São Paulo• Carcará - São Paulo• Casa Triângulo - São Paulo• Cassia Bomeny Galeria - Rio de Janeiro• Central Galeria - São Paulo• Danielian Galeria - Rio de Janeiro• Fólio Livraria - São Paulo• Fortes D'Aloia & Gabriel - São Paulo / Rio de Janeiro• Gaby Indio da Costa Arte Contemporânea - Rio de Janeiro• Galeria Athena - Rio de Janeiro• Galeria de Arte Ipanema - Rio de Janeiro• Galeria Base - São Paulo• Galeria Clima - Brasília, Miami, Porto Alegre e Rio de Janeiro• Galeria Estação - São Paulo• Galeria Frente - São Paulo• Galeria Inox - Rio de Janeiro• Galeria Karla Osorio - Brasília• Galeria Lume - São Paulo• Galeria Mapa - São Paulo• Galeria Millan - São Paulo• Galeria Movimento - Rio de Janeiro• Galeria Millan - São Paulo• Galleria Contínua - San Gimignano• Gustavo Rebello Arte - Rio de Janeiro• Janaína Torres Galeria - São Paulo• Luciana Brito Galeria - São Paulo• Luis Maluf Galeria de Arte - São Paulo• Lurixs: Arte Contemporânea - Rio de Janeiro• Marcia Barrozo do Amaral Galeria de Arte - Rio de Janeiro• Martha Pagy Escritório de Arte - Rio de Janeiro• Matias Brotas Arte Contemporânea - Vitória• Mendes Wood DM - São Paulo• Mercedes Viegas Arte Contemporânea - Rio de Janeiro• Metaverse Agency - Rio de Janeiro e São Paulo• Mul.ti.plo Espaço Arte - Rio de Janeiro• Nara Roesler - São Paulo / Rio de Janeiro / Nova York• OMA Galeria - São Bernardo do Campo• Paulo Kuczynski Escritório de Arte - São Paulo• Pinakotheke - Rio de Janeiro / São Paulo / Fortaleza• Portas Vilaseca Galeria - Rio de Janeiro• Quadra - Rio de Janeiro• Rafael Moraes - São Paulo• Ronie Mesquita Galeria - Rio de Janeiro• RV Cultura e Arte - Salvador• Sé Galeria - São Paulo• Silvia Cintra + Box 4 - Rio de Janeiro• Simões de Assis Galeria de Arte - Curitiba• Simone Cadinelli Arte Contemporânea - Rio de Janeiro• SOMA Galeria - Curitiba• Vermelho - São Paulo• Verve - São Paulo• Zipper Galeria - São Paulo Read the full article
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arredoxpress · 4 years ago
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Feliz día Arquitectos.!! 1945• Reunidos en el Colegio de Ingenieros de Venezuela, en Caracas, el 15 de abril, Rafael Bergamin, Luis Eduardo Chataing, Cipriano Domínguez, Enrique García Maldonado, Heriberto González Méndez, Luis Malaussena, Roberto Henríquez y Carlos Raúl Villanueva constituyen la asociación de caracter civil denominada Sociedad Venezolana de Arquitectos, con el objetivo de “Dar impulso al estudio y desarrollo de la Arquitectura; cultivar la ética profesional; establecer vínculos de unión entre sus miembros y propender a la defensa y mejoramiento de la profesión”. El día 4 de julio la Sociedad Venezolana de Arquitectos realiza la primera elección de Junta Directiva. Se designan al Dr. Carlos Guinand, Presidente; al Dr. Cipriano Domínguez, Vicepresidente y al Dr. Heriberto González Méndez, Secretario. https://www.instagram.com/p/CCO7OjUAxj_/?igshid=18fa7aoqsyuij
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