#quanto cadi in basso
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A volte le persone dovrebbero ringraziare che ho ricevuto un'educazione degna di chiamarsi tale. Alle provocazioni nemmeno dó più peso , volto le spalle e mi silenzio. Perché le parole servono a chi può comprenderle e per comprendere ci vuole un cervello, dei neuroni funzionanti ed è visibile a tutti che tu ragioni con il membro che hai in mezzo alle gambe. E mi fermo qui.
#quanto ti brucia che il tuo posto sia finito a me#o che non abbia mai ceduto alle tue avance#quanto cadi in basso
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Ultranoia, oltre le aspettative il nuovo disco
Hanno assolutamente superato le aspettative gli Ultranoia con il loro nuovo Nudi+crudi. Un disco si ‘pesante’ quanto variegato. Se dal singolo di presentazione ci si sarebbe potuti aspettare un cd monolitico e monodirezionale di hardcore/oi, ascoltando il lavoro per intero ci si deve ricredere. Certo, l’hardcore è il genere di appartenenza, tuttavia non è quello che domina. Le canzoni si alternano tra sfuriate punk e accompagnamenti acustici. Ottima l’alternanza delle due parti e la commistione all’interno di singli brani. Il disco apre con Ambulanza. Composizione in puro stile Ultranoia.
Diretta, veloce, dominata da un ritornello assassino. L’intensità del brano è mantenuta dal ritmo incalzante, dal catato urlato. Ottimo il break di basso. Ma non ci si adagi su queste coordinate. Il brano circa a ¾ ha un deciso cambio stilistico. La velocità rallenta al limite del doom. Subito dopo un inserto acustico che anticipa il ritornello elettrico sempre su tempi lenti. Un passaggio pesante, potente, impenetrabile. Si prosegue con Voragine. Questa è introdotto da un basso martellante.
Le chitarre alzano subito il tiro creando un ottimo muro sonoro melodico. Perfettamente strutturato il passaggio centrale dove tornano solo basso e batteria per riaprire sulla corsa finale. È la volta di In questa città. Qui le atmosfere si fanno quasi indie. Le sei corde si alleggeriscono passando ad un leggero crunch. Anche in questo caso arriva l’inatteso. Dopo la prima strofa così formulata la canzone impenna. Diventa veloce, rabbiosa, incalzante. Un colpo di scena davvero gradevole. Arriva quindi Senza fine, il singolo che ha anticipato il disco. Nuovo cambio di atmosfere con la successiva Fulmini.
Pesantezza data dall’atmosfera generale più che dai suoni. È un brano cupo, scuro, senza spiragli di luce. Un arpeggio claustrofobico accompagna iterante per circa metà canzone. Molto buono l’utilizzo dei cori. Urlati anche in questo caso ma perfettamente circostanziati. Subentra un ulteriore cambio. Le chitarre si fanno distorte, ritmiche ad accentuare l’aspetto oscuro. Il finale rivede comparire l’arpeggio iniziale. Non meno complessa la successiva Quando cadi. L’intro è affidata ad una chitarra acustica e ad un cantato evocativo. Solo l’intro, però. Il ritmo si fa nuovamente elevato. La voce urlata.
Ma anche questo non è un punto di arrivo. Nuovo cambio. Ottima la batteria percussiva che rallenta la corsa della canzone. A coadiuvarla il basso martellante. Ripresa di corsa che si alterna a brevi rallentamenti fino al crescendo finale. Nuova introduzione indie per Odio l’estate. Chitarra elettrica in pulito. Voce quasi narrante. Quando ci si sente sicuri di ciò che sta avvenendo, il cambio repentino. Questa volta diretto e senza più svolte. Anche in questo caso si alternano stralci più tirati a momenti più lenti, ma sempre al fulmicotone. Il ritornello corale caratterizza anche questo brano.
Bello il finale in decrescendo. Il disco chiude con la title track, Nudi+crudi. Come da titolo un brano diretto, veloce, urlato, che non fa prigionieri. Ben azzeccato il break centrale a richiamare gli Off Sring con palm muting su riff melodico. Breve, intenso ben posizionato. Degna chiusura di un disco assolutamente coinvolgente.
Tirando le somme. Un bel pieni voti per gli Ultranoia. Sono riusciti a variare un genere che troppo spesso è autoreferenziale e chiuso. Lo hanno fatto in maniera intelligente, controllata. Il mix di diversi stili aiuta in modo ottimale la narrazione dei testi, in italiano e molto personali. Non è un disco che si può apprezzare dopo il primo ascolto. Va lasciato girare svariate volte per poterne percorrere tutte le sfaccettature. Un lavoro appetibile per diverse tipologie di ascoltatori ma non certo per i puristi. La mente deve essere aperta e riuscire ad assaporare tutta la forze espressiva del combo.
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Non ci si rassegna mai ad essere stata 'una delle tante', un segno sulla lavagna, un numero su una rubrica.
Non si accetta mai di essere state solo l'ennesimo appuntamento andato a segno.
Eppure si sa, come per le leggi economiche, anche l'amore è diventato una politica soggetta alla domanda e all'offerta: non sei più un sorriso da conquistare, una cicatrice da accarezzare... sei solo un target da colpire e affondare.
Siamo navi in questo globale gioco di battaglia navale, ti minano a caso nei tuoi punti deboli e tu cadi, affogando.
Mi chiedono come mai non abbia più voglia di vivere una nuova storia, come io faccia a stare da sola restando allegra e sorridente.
È facile, molto più facile di quanto crediate, basta amare se stessi oltre ogni cosa. Imparare che le cadute non sono negative, ogni volta che cadi la prospettiva cambia, impari a combattere dal basso, tirando fuori la grinta. Ti rialzi. E ti resta, la grinta e la rabbia restano per aiutarti a non essere più un segno: hai un nome e una identità, non sei più scopabile, sei una belva.
Poco importa se non trovi un'altra belva come te, di certo non ti farai contare, ma conterai. Sarai quella a cui non si arriva e si può solo guardare da lontano, come il frutto più grosso e più in alto.
Chi vorrà arrivarci, dovrà faticare.
Ti diranno che sei brutta, non appetibile, vecchia, strana, asociale, antipatica, acida... senza nemmeno conoscerti e nessuno ti considererà.
Nessuno, nessuno?
Fantastico, voi non lo immaginate ma io mi basto.
Vivo. Bene.
Sorrido, non vedete?
[2017©Yelena b.]
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Lezione del giorno:
- Non è sempre colpa tua. Non meriti il male come punizione. Non meriti di metterti da parte per chi non vede, che sia normale pensare al tuo sacrificio e al tuo silenzio sulle cose che non ti stanno bene. Meriti chi ascolta anche il tuo peggio. Meriti chi accetta ed ammetta i propri errori nei tuoi confronti. Meriti chi ti risolleva. Meriti chi ti difende. Meriti chi ti tiene in alto, senza paura.
Meriti chi ti tiene in alto, chi non ti chiede che tu ti butti giù, perché è senza paura.
Risorgi Ale, porca di quella puttana. Che quanto scendi in basso è proporzionale a quanto puoi salire. Che tutto l'odio che provi nei tuoi confronti è quanto il bene che puoi dare. Che l'abnegazione totale che puoi dare è un dono, non un male, un dono che devi scegliere a chi dare. Che tutto l'impegno che puoi usare per cancellarti è lo stesso da cui rinasci, sempre e comunque.
Cadi e cadi ancora. Ti prendono e fanno di te quello che vogliono, che sei in balìa della tua volontà per il loro bene, rimanendo però sempre loro le vittime incomprese. E sia. Che ti distruggano pure. Che ti lascino andare lontano, prendere il largo per un nuovo punto di approdo. Puoi cancellarti fino a sparire, trovando sempre la via di fuga da questi deliri, libera da queste catene. Rimani in silenzio a sopportare, come sempre, ma lontana da qui, sempre più lontana da qui.
Perché sarà che in te, non crolli mai.
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Ho una scorta di giornate che uso quando sono in basso. Perché vivere scrivendo è come uscire da un collasso. Non riesci cadi a pezzi seduto tra i miei complessi. Mi appoggio sui miei dubbi tanto son sempre gli stessi e non importa quanto sudi ma conta quello che dici.
Ultimo
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Lettere a mio figlio 27
Ciao Tigrotto,
sei sempre più alto, sai arrivi al ventilatore a colonna quello più basso alto "appena" 80 cm.
Vuoi accenderlo ogni volta che lo vedi, per la soddisfazione di riuscirci, di far vedere quanto sei alto, autonomo, indipendente.
Ormai chiedi molto meno frequentemente la mano, vuoi andare da solo, ovunque. Perfino in spiaggia decidi tu dove andare e noi veniamo dietro di te. Ormai cadi sempre di meno e se lo fai ti rialzi subito, come se niente fosse. Sembri un tipo determinato, servirà anche la determinazione nella vita. Ti prendo in giro ogni tanto quando ti impunti e pretendi qualcosa, ti dico: «La vita è sofferenza, papà. Non si può avere tutto» e mi guardi, giurerei con un'espressione perplessa.
Tua madre mi dà del cretino, ma poi sorride. La tua prima parola è stata "mamma". L'hai detta mentre ti davo da mangiare e tua madre era seduta sul divano. Buffo che tu abbia detto mamma quando lei era più lontano o magari è proprio per questo che hai detto mamma, perché la stavi chiamando, chi lo sa? Chissà cosa passa per quella testolina. Tra un po' lo sapremo, mi sa.
Ami tanto l'acqua, anche quella del mare. Ti teniamo a riva ma hai la tendenza ad andare dove decidi tu. A volte semplicemente ti alzi e cerchi un altro posto ove sederti per giocare con una palla o un secchiello. Sei incurante delle onde, proviamo a metterti di spalle all'orizzonte ma tu, caparbio, ti giri perché devi vedere le onde venirti incontro.
Sei caduto in acqua diverse volte eppure ti sei rialzato, sorridente anche se avevi bevuto. Un colpetto di tosse e via a a ricominciare a bagnarti. La cosa bella è il dopo, quando ti tiro fuori dall'acqua, non protesti, guardi intorno un po' e poi ti accoccoli e mi abbracci. Mi chiedo se senti freddo appena uscito, di sicuro sembri tranquillo in braccio a me.
Tolto il costumino e la bandana che ti protegge dal sole, ti laviamo un po' la salsedine e ti rimettiamo il pannolino. Il tempo di una merenda veloce e cominci a prendere sonno. È bello poi vederti dormire nel passeggino.
Chissà se avrai qualche pallido ricordo, se sentirai le onde del mare che ti investono.
Di sicuro io ricorderò quando cerchi di afferrare le foglie della palma sotto la quale stiamo, quando in braccio a me cerchi di afferrare quei lembi di plastica che ti fanno un po' il solletico quando ti ci avvicino il viso.
Quando sarai più grande nuoteremo insieme, rideremo tanto.
È così bello vederti ridere, sai.
Ti vogliamo bene.
#francesco#lettere a mio figlio#essere padre#essere genitori#figli al mare#mio figlio#figlio mio#estate#buona estate#mare#nuotare
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[RIVISTA] BTS X DICON - Parte III
“La notte oscura è passata e il giorno brilla. Quale potrebbe essere la loro motivazione? Una cosa certa c’è: è il momento di alzare i pollici.
RM: La fiducia. Cerco sempre di mostrare che la mia fiducia non era mal riposta. Forse è per questo che provo sempre a portare a termine qualcosa, perché voglio dare prova che la mia fiducia era riposta nel posto giusto. SU: L’orgoglio. Ai nostri fan piace la nostra musica e attendono le nostre esibizioni. Voglio renderli orgogliosi. JM: Avevo un obiettivo che volevo raggiungere. Accanto a me ci sono i membri e i fan che sono sempre insieme a me. J: La ragione per cui abbiamo potuto superare tutto sono i nostri fan. Ci hanno sempre sostenuti quindi non potevo deluderli. JH: Esatto. I nostri fan sono la nostra motivazione più grande. Quando guardo i fan che amano la nostra musica, mi sento vivo. Grazie a loro siamo potuti diventare chi siamo oggi. V: Dunque, gli “ARMY”. JK: Volevo portare loro buone esibizioni e buona musica.
Alla fine ogni storia si conclude con gli ARMY. È sempre così. Ogni conversazione con i BTS finisce sugli ARMY. Ovviamente anche la fine di “Dicon” dovrebbe essere dedicata agli ARMY, vero? “Se siamo insieme, anche il deserto diventa oceano” è stato un messaggio particolarmente toccante (N/B: è una frase che i fan hanno scritto su uno dei banner durante il Wings Tour).
RM: ‘Il deserto può diventare oceano?’ era il mio dubbio infinito e la domanda che conservo all’interno di me stesso fin dal predebutto. La loro è stata la risposta più grande a questa domanda. Non ho potuto trattenere le lacrime sapendo del loro affetto per me. J: Mi sono chiesto quando l’avessero preparato con l’intento di commuoverci così nel profondo. Ne sono stato così grato. Le mie lacrime non si fermavano. SU: Ultimamente è facile farmi piangere. Forse è un senso di sicurezza, o paura, o felicità o dolore. Si sono liberate tutte queste emozioni complesse. JH: I fanact non smettono mai di darmi i brividi. Conosco la loro devozione e la loro sincerità quindi, quando quell’energia viene trasmessa tramite questi eventi, la nostra sinergia esplode. Mi hanno commosso immensamente. Sono sempre grato loro e li amo. JM: Se potessi esprimere come mi sono sentito a parole… Potrei scrivere libri interi. Quel momento mi ha fatto realizzare: ‘È vero, i nostri fan sono sempre accanto a noi’. Ero così felice che continuavo a piangere. V: Quando leggo i messaggi che i fan ci mandano penso sempre alle difficoltà che ho affrontato. A volte mi rende anche un po’ triste il pensiero che finalmente stiamo vedendo la luce. JK: Potevo sentire tutto dal palco. Il respiro degli ARMY, le loro voci, le urla, le lacrime. Ogni volta che vedo i fan sono sempre commosso. Ho preso una grande decisione quando sono diventato parte dei BTS...
Quindi, quali sono i vostri messaggi per gli ARMY?
RM: Voglio conoscere il significato di ‘noi’. Mentre il tempo passa non c’è più un ‘noi’ ma solo tanti momenti di me e voi. Voglio conoscere il vero significato di ‘noi’, di me e voi insieme, i momenti in cui siamo davvero insieme con gli ARMY. Spero che ognuno dei nostri membri possa essere un ‘noi’ in quel senso per i fan. Potremmo vivere da qualche parte nel mondo, potremmo fare cose diverse ma stiamo respirando insieme attraverso la stessa musica e le stesse esibizioni. Voglio confortare tutti i nostri fan nella solitudine che gli umani non possono che accettare e vivere in questo mondo insieme a loro. È questo quello ciò voglio fare. J: Grazie agli ARMY il periodo in cui mi sentivo di essere in un deserto è passato come se invece fossi davanti all’oceano (N/B: si riferisce al testo di “Sea”). Grazie per avermi reso felice. Vi voglio bene. SU: Sembra come se stessi volando in alto. Vedo così tanto e da così in alto. Ho pensato che avrei provato solo felicità stando sulle nuvole ma a volte, quando guardo verso il basso, ho paura. Prendo coraggio dal fatto che so che stiamo volando insieme. Ho paura di cadere ma non ho paura di atterrare. Grazie per essere rimasti al nostro fianco. JH: Grazie per il supporto continuo e l’affetto che provate per noi. Sono felice di essere diventato la vostra speranza. JM: ARMY, credo che sappiate come mi sento quando vi guardo. Posso andare avanti grazie al fatto che ho voi al mio fianco. Lavorerò duramente per mostrarvi un affetto ancora più grande. Vi voglio bene. V: Spero che non vi facciate male e che ogni vostro giorno sia pieno di nient’altro che felicità. Vi voglio davvero bene. JK: Sarò sempre qui. ARMY, potete venire a trovarci ogni volta che vi mancheremo e potrete andarvene ogni volta che avrete bisogno di farlo o in qualsiasi momento voi vogliate. Per favore ricordatevi solo una cosa: io sarò sempre qui.
“Grazie per avermi lasciato essere me stesso Per avermi aiutato a volare Per avermi dato le ali Per aver ricomposto il me che una volta era a pezzi Per aver liberato la parte di me che si sentiva soffocare Per aver svegliato la parte di me che una volta viveva solo nei sogni Quando penso a te il cielo si libera Quindi getto via tutto il mio dolore Grazie, per essere diventati ‘noi’” - ‘Save Me’
Per Dispatch non è il momento di concludere. Lo stesso vale per Dicon. Questa pagina non è ancora finita. Non c’è spazio per i dubbi quando si tratta dei BTS. Come hanno detto i Chainsmokers, sono superstar internazionali. Dovresti essere geloso del loro successo? No, è il fallimento che porta esperienza. Questi incantesimi dei BTS sono l’incoraggiamento dedicato a tutti coloro che al mondo vogliono e si mettono in gioco.
RM: A volte dobbiamo svuotarci di molte cose per riempirci di nuovo. Ripeto sempre a me stesso ‘fallo’. ‘Credi in te stesso e fallo’. Non ‘fai bene’ ma solo ‘fallo’. Dopo di questo andrà bene. JH: Credi in te stesso e vai avanti. È il primo passo verso il successo. J: Ripeto sempre a me stesso ‘Sono il migliore’. Credo in me stesso e supporto me stesso pensando ‘è okay, posso fare bene’. Come se fosse per magia, farai bene. SU: Il mondo non ci ha mai lasciati sognare e non ci ha mai insegnato a sognare. Dicono che sia colpa tua ma non è vero. Non incolpare te stesso. Va bene rimanere indietro quando sei stanco. Se qualcuno è stanco, diventa il suo pilastro di supporto. È questa la ragione per cui ho cominciato a fare musica. Spero che la nostra musica diventi la tua piccola fonte di forza. JM: Se hai un obiettivo che hai davvero il bisogno di raggiungere, non guardarti indietro. Non esitare, provaci prima almeno. Se c’è un sentiero che vuoi seguire, seguilo. In questo modo non avrai rimpianti. V: Potresti fallire, potresti cadere, potresti disperarti. È naturale. Non arrenderti non importa quanto fallisci, cadi, ti disperi. Se il pensiero di arrenderti attraversa la tua mente, spero che tu possa superarlo e rimetterti di nuovo in piedi. Anche se non riesci a fidarti di te stesso, fallo per le persone che hanno posto la loro fiducia in te. JK: Non pentirti delle cose che appartengono al passato. Prima guarda alla tua realtà e pensa a quello che puoi fare. Organizza in ordine le cose che devi fare e svolgile una dopo l’altra. Ad un certo punto otterrai ciò che desideri. Anche noi ti supporteremo. Non sentirti stanco.”
“Diciamo tutti NO! Non può essere più tardi Non essere intrappolato nel sogno di qualcun altro Diamoci una mossa (diamoci una mossa) Diciamo tutti NO! Deve essere ora o mai più Non abbiamo ancora fatto nulla” - ‘N.O’
“Domani continua a camminare Siamo troppo giovani per fermarci Domani apri quella porta C’è troppo da vedere davanti a noi per chiuderla adesso
Segui i tuoi sogni come se non avessi limiti Anche se crolli, oh, andrà meglio Segui i tuoi sogni come se non avessi limiti Anche se crolli, oh, non tornare mai indietro” - ‘Tomorrow’
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©lynch) | Trans ©ktaebwi
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sento le sue mani che scivolano sopra ogni vertebra della mia spina dorsale fino ad arrivare in fondo alla mia schiena. Adesso torna sulle spalle, scorrendo sempre verso il basso, ho un velo di pelle che separa le sue dita dalle mie vertebre, mi rendo conto solo adesso di quanto i vestiti che porto mi avvolgano, rimangono comunque distanti da me. cederle la mia carne, impedico sempre alle persone di farlo, conservo per me stesso le mie debolezze. mi fa venire in mente una disputa con una professoressa che aveva scorso dal davanzale all’interno della mia mente, le dissi alla fine della lezione che a volte trapela un po’ negli altri la cattiveria che riservo a me stesso. mi diede un libro, ricordo una frase che lessi “lui la salverà con il mare” In tante maniere si dissolve la mia pelle, a qualcuno lascio intravedere le mie ossa, e il filo che collega la mente al corpo, sempre in tensione, morbosamente in tensione, sparisce. pace, credo di sapere cosa sia, quando cadi, l’instante in cui ti fermi prima di arrivare per terra e immagini che ci sia il mare, vorrei ricordarmi cos’è cadere nel mare. pace, penso di capirlo.
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« ma stai qua solo per saltare le lezioni, non è vero? »
« LA PROSSIMA VOLTA CHE CADI DALLA SCOPA E MUORI » infermeria is the new obitorio « OPPURE QUALCUNO TI SCHIANTA » e sì, sta evidentemente urlando, senza farsi il minimo problema « SEI PREGATO DI COMUNICARMELO »
L`espressione è praticamente impassibile se non per quello strizzare leggermente gli occhi, perché il suo mal di testa è ancora sensibile nonostante le mille pozioni cole quali è stato riempito da ieri. La mano aperta va a massaggiare con pollice e medio le tempie in quel « giuro che se non la smetti di urlare chiamo l`Infermiera e ti faccio cacciare. » una minaccia fatta a voce ma non per questo meno seria.
Serra poi duramente la mascella ed ancora finalmente lo sguardo in quello altrui, un sopracciglio alzato a tradire quel fastidio che prova e che vorrebbe nascondere « ah mi fai pure cacciare? » come a dire “oltre al danno, pure la beffa”, perché chiaramente, anche in questo caso, la vittima è lei « sai cosa? » e sebbene abbia notevolmente abbassato il tono di voce, il modo in cui gli si pone è lo stesso di prima « me ne vado io » sicura, sicurissima di quel che sta dicendo.
« che pa**e. » rimanendo con gli occhi su quelli di lei, con quel tono sempre un po` basso ma la nota di ingramatura ben presente « fai come ca**o ti pare Heaven » e se lei rimane lì ferma, lui sembra quasi sfidarla ad andarsene, gli occhi che la squadrano da capo a piedi e le braccia incrociate sul petto
Come prima reazione a quell’imprecazione si morde il labbro inferiore e solleva entrambe le sopracciglia in un tacito “seriously?”, si risparmia dal renderlo verbale solo perché le parole successive la vedono ancora più interdetta, ancora più sconvolta. Sbatte le palpebre velocemente ed ha, nuovamente, le labbra schiuse. Un sospiro pesante susseguito da un rapido passarsi la lingua sui denti che anticipa un’unica parola: « scusati » proferita con una calma terrorizzante, che ha dell’incredibile se consideriamo l’indole di chi l’ha pronunciata. È un ultimatum, in caso non fosse già chiaro
L`espressione rimane impassibile, la osserva attentamente andando poi a sentire quel "scusami" che lo lascia un po` senza parole, le sopracciglia che si alzano sorprese e il capo che va a scuotersi e lo sguardo va ad appoggiarsi ai piedi del letto. Deglutisce e « ma che gramo hai, me lo dici? » ... « e di cosa dovrei scusarmi? » e con la mente va ripercorrere gli ultimi momenti, rimanendo un po` in sospeso con la frase e andando ad interromperla nel caso dovesse dire qualcosa « per averti chiesto di stare zitta o perché assecondo i tuoi desideri di volertene andare? » schiettissimo, con le labbra che vanno a serrarsi e gli occhi scuri puntati su quelli di lei.
« Che gramo ho io? » ... « che gramo hai tu, piuttosto? » il tono di voce che inizia ad alzarsi e quella calma fittizia che scompare del tutto « sparisci per giorni e ti trovo qui » che bel posto per nascondersi, complimenti « così » ed ammiccherebbe col mento proprio al Grifondoro, steso in quel letto come se un tir gli fosse appena passato sopra. [...] Quanto alle — infinite — motivazioni per cui dovrebbe scusarsi « intanto non mi parli così » ... « azzardati a farlo di nuovo e per quanto mi riguarda puoi pure marcire per sempre in questo letto » nel dirlo, non staccherebbe neanche per un secondo le proprie iridi da quelle altrui, oltremodo convinta di quanto le esce dalla bocca « e poi, dovresti davvero, per non avermi fatto sapere nulla »
E` a quel sentirsi incolpato (?) che gli occhi vanno a farsi lucidi, le palpebre che sbattono un po` di volte prima di scattare in risposta a quel "così". Alza un po` la schiena staccandola dal cuscino, mettendosi dritto come dovesse attaccarla, con i pugni che vanno a battere contro il materasso e lì stanno « secondo te mi diverto a stare qui, eh? » il tono è molto più forte, schietto più che mai prima di riabbandonarsi indietro « non l`ho scelto io, okay? » e per la prima volta Heaven potrà sentire la sua voce che si spezza, per quel dover fare i conti ancora una volta con la sua natura - come se non fosse bastata la notte di Luna Piena. E si ritrova a dover dibattere ancora, stufo « io ti parlo sempre così » ...
« non credevo te ne fregasse qualcosa »
[...] Un sospiro, pesante anch’esso, precede qualche passo mosso in sua direzione, fino al sedersi sul materasso di quel letto « non dovresti » parlarle in quel modo « non mi piace » è seria e va di colpi secchi, sebbene sembri un attimino più pacata di prima « non quando mi preoccupo per te » e non insinuiamo che questa sia una novità, perché non lo è. « Ho parlato con Chloe e mi ha detto che sei uno che si ammala subito » cagionevole è la parola che cerca, ma non la ricorda neanche per sbaglio « ma non pensavo stessi tanto male da saltare addirittura le lezioni » ammette infine nell’inarcare anche le sopracciglia a sottolineare le sue perplessità « cioè okay che erbologia fa schifo però.. » ... « ma stai qua solo per saltare le lezioni, non è vero? » ecco la sua tesi infallibile sul perché sia lì, formulata chiaramente dalla mente più brillante del castello. Se aspetti un altro minuto ti dice pure che t’invidia.
Va a spostarsi un po` di lato per permetterle di occupare quanto più posto desidera, andando a mordersi il labbro inferiore ma tenendo lo sguardo ben lontano perché dopotutto è un maschietto virile lui, che di sicuro non vuole mostrarsi debole più di quanto abbia già fatto. [...] Per il resto no comment da parte sua, se ne sta zitto zitto annuendo leggermente, andando a scambiare un`occhiata un po` incerta ed arricciando il labbro. E continua a guardarla con quell`espressione un po` intristita, consapevole di ciò che stia per uscire, lasciandola pure che arrivi a quel dubbio più che legittimo. Deglutisce e un « no » esce, un sussurro veramente impercettibile che però va a smontare la tesi intelligentissima della secondina. Batte le palpebre un paio di volte e gli occhi tornano lucidi, però questa volta non lo distoglie lo sguardo.
Va a formulare quell’ipotesi che, seppur in un primo momento lei sia sembrata geniale, si rivela essere sbagliata, come quel “no” appena sussurrato le conferma. Ma la reale conferma non viene tanto da quello, quanto più dallo sguardo in cui riversa il proprio: triste, lucido, sul punto di spezzarsi. « Seb » inizierebbe un po’ esitante, mordendosi l’interno di una guancia nel pensare a qualcosa da dire, o da fare pur di non farlo piangere proprio lì davanti a lei « guarda che non fa niente se sei malato » cercando di mostrarsi quanto più comprensiva possibile verso qualunque cosa affligga l’altro da tenerlo rinchiuso lì « prima o poi ti passa » no, non è vero « e poi guarda che ti salti tantissime lezioni noiosissime di OGallagher » tipo quella di stanotte « e di quell’altro di storia » di cui, dopo ben due mesi, non ha ancora imparato il cognome. E se quest’ottimismo chiaramente forzato non fosse abbastanza a risollevare almeno un po’ il morale, proverebbe a cambiare discorso in extremis « ma tu c’eri ad Halloween, no vero? » domanda retorica anche questa, in quanto l’avrebbe visto, se fosse stato lì « se vuoi ti racconto tuuuuutto »
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Beartooth - Disease
È come tentare di aggrapparsi dopo aver perso la presa
Continuo ad alimentare la mia insicurezza anche se so quanto mi costa
(da: Disease)
1. Greatness or Death
La gloria o la morte
Vi assicuro che ci sono delle volte che non sono così triste
Certi giorni le cose positive mi fanno addirittura dimenticare quelle negative
So di essermeli sposati i miei problemi
È sempre tutto nella mia testa
E il mio destino è la gloria o la morte
Mio destino è la gloria o la morte
Pensavo di girare a testa alta
Sottomesso senza alcuna determinazione
Felicità e ignoranza non sono poi così diverse
Pensavo di essere forte
Stavolta sei nel torto
Ho vissuto una bugia di troppo
Ho vissuto una bugia di troppo
Adesso il gioco si fa duro
Ho firmato il patto col sangue
Mi serve un’altra droga
Mi serve un’altra droga
Vi assicuro che ci sono delle volte che non sono così triste
Certi giorni le cose positive mi fanno addirittura dimenticare quelle negative
So di essermeli sposati i miei problemi
È sempre tutto nella mia testa
E il mio destino è la gloria o la morte
Mio destino è la gloria o la morte
Pensavo di poter avanzare delle richieste
Adesso mi reggo in piedi a fatica
La sicurezza svanisce in fretta e prende piede la malattia
Adesso il gioco si fa duro
Ho firmato il patto col sangue
Mi serve un’altra droga
Mi serve un’altra droga
Vi assicuro che ci sono delle volte che non sono così triste
Certi giorni le cose positive mi fanno addirittura dimenticare quelle negative
So di essermeli sposati i miei problemi
È sempre tutto nella mia testa
E il mio destino è la gloria o la morte
Mio destino è la gloria o la morte
Comincio a pensare di non poter sfuggire a questi fantasmi
Ma sai come si dice: la malattia è di stagione
La malattia è di stagione
Vi assicuro che ci sono delle volte che non sono così triste
Certi giorni le cose positive mi fanno addirittura dimenticare quelle negative
So di essermeli sposati i miei problemi
È sempre tutto nella mia testa
E il mio destino è la gloria o la morte
Mio destino è la gloria o la morte
La malattia è di stagione
La malattia è di stagione
2. Disease
Male
Se cedo di nuovo è la mia fine?
Lo so che è sbagliato
Voi pensate che sono forte, ma è tutta una finta
Sta prendendo il controllo?
Mi porterà alla tomba?
Oppure la lucidità diventerà la cura per il mio male?
Fermo in superficie, non faccio progressi
Cado a pezzi
Oh, io ce la metto tutta
Cerco delle risposte, trovo dolore
Il loro cappio si stringe?
Perdo il controllo
La fine mi farà tornare tutto d’un pezzo?
È come tentare di aggrapparsi dopo aver perso la presa
Continuo ad alimentare la mia insicurezza anche se so quanto mi costa
Sta prendendo il controllo?
Mi porterà alla tomba?
Oppure la lucidità diventerà la cura per il mio male?
Cresco, ma mi sento perso come prima
Penso a un sorriso mentre sotterro la pressione
Perché mi succede questa cosa?
Dovrei stare bene
Ma non riesco a togliermi la sensazione che la mia vita sia una menzogna
La fine mi farà tornare tutto d’un pezzo?
È come tentare di aggrapparsi dopo aver perso la presa
Continuo ad alimentare la mia insicurezza anche se so quanto mi costa
Sta prendendo il controllo?
Mi porterà alla tomba?
Oppure la lucidità diventerà la cura per il mio male?
Se cedo di nuovo è la mia fine?
Lo so che è sbagliato
Voi pensate che sono forte, ma è tutta una finta
Sta prendendo il controllo?
Mi porterà alla tomba?
Oppure la lucidità diventerà la cura per il mio male?
È come tentare di aggrapparsi dopo aver perso la presa
Continuo ad alimentare la mia insicurezza anche se so quanto mi costa
Sta prendendo il controllo?
Mi porterà alla tomba?
Oppure la lucidità diventerà la cura per il mio male?
3. Fire
Fuoco
Risparmia il fiato, diventa tutto rumore di fondo
Impossibile che vinci questa battaglia
Spegni le luci e attacchiamo un po’ a ballare
Spero tu sia venuto pronto per morire
Cadi un po’ più in basso
Sballati ancora un po’
Il dito sul grilletto
Grida “puntare, mirare, fuoco”
Cadi un po’ più in basso
Sballati ancora un po’
Il dito sul grilletto
Grida “puntare, mirare, fuoco”
Non ho quasi più risposte da dare, ho perso la testa
Ti ho provocato in tutti i modi e tu mi vuoi morto
Mi giro e mi rigiro e col fumo dalle orecchie
Spero tu sia pronto alla vendetta perché ne ho abbastanza
Cadi un po’ più in basso
Sballati ancora un po’
Il dito sul grilletto
Grida “puntare, mirare, fuoco”
Cadi un po’ più in basso
Sballati ancora un po’
Il dito sul grilletto
Grida “puntare, mirare, fuoco”
Risparmia il fiato, diventa tutto rumore di fondo
Impossibile che vinci questa battaglia
Spegni le luci e attacchiamo un po’ a ballare
Spero tu sia venuto pronto per morire
Non hai quasi più tempo e sei rimasto senza voce
Hai perso tutto il potere ora che hai perso la casa
Prendo io le decisioni, l’ho scelta io la mia strada
Ti spedisco all’inferno e non guardo più indietro
Cadi un po’ più in basso
Sballati ancora un po’
Il dito sul grilletto
Grida “puntare, mirare, fuoco”
Cadi un po’ più in basso
Sballati ancora un po’
Il dito sul grilletto
Grida “puntare, mirare, fuoco”
Risparmia il fiato, diventa tutto rumore di fondo
Impossibile che vinci questa battaglia
Spegni le luci e attacchiamo un po’ a ballare
Spero tu sia venuto pronto per morire
Il dito sul grilletto
Grida “puntare, mirare, fuoco”
Risparmia il fiato, diventa tutto rumore di fondo
Impossibile che vinci questa battaglia
Spegni le luci e attacchiamo un po’ a ballare
Spero tu sia venuto pronto per morire
Il dito sul grilletto
Grida “puntare, mirare, fuoco”
Il dito sul grilletto
Grida “puntare, mirare, fuoco”
4. You Never Know
Non lo sai
Non riesco a respirare con queste mani sul collo
Grido, ma non mollano la presa
Senza motivo, sono intrappolato nella mia testa
Sconfitto
Non mi sono mai sentito così
La voce che ho in faccia grida violenza
Non mollano la presa
Senza motivo, sono intrappolato nella mia testa
Sconfitto
Non mi sono mai sentito così vicino a perdere la speranza
Devo cercare di nasconderlo?
Devo cercare di combattere?
Devo arrendermi e morire?
Non lo sai
Non lo sai finché non lo provi, provi, provi
Non lo sai finché non lo provi
Non riesco a respirare con queste mani sul collo
Grido, ma non mollano la presa
Senza motivo, sono intrappolato nella mia testa
Sconfitto
Non mi sono mai sentito così vicino a perdere la speranza
Devo cercare di nasconderlo?
Devo cercare di combattere?
Devo arrendermi e morire?
Non lo sai
Non lo sai finché non lo provi, provi, provi
Non mi sono mai sentito così
La voce che ho in faccia grida violenza
Non mollano la presa
Senza motivo, sono intrappolato nella mia testa
Sconfitto
Non mi sono mai sentito così vicino a perdere la speranza
Devo cercare di nasconderlo?
Devo cercare di combattere?
Devo arrendermi e morire?
Non lo sai
Non lo sai finché non lo provi, provi, provi
Non lo sai finché non lo provi
5. Bad Listener
Pessimo ascoltatore
Dite che i miei progetti non sono affatto progetti
Non esiste la laurea in rock ‘n roll
Dite che è solo tempo perso
Dite che non avrò mai l’occasione per sfondare
Io vado avanti a fare headbanging finché non mi marcisce il cervello
Io vado avanti a fare headbanging finché non mi marcisce il cervello
Sento l’energia dalla testa ai piedi
È la rabbia o la passione a darmi la forza?
So che parlare non è facile
Adesso non li stringo più i denti
È ora di tirarti un ceffone a base di realtà
Nessuna struttura, nessun prigioniero
Non sono sordo, sono solo un pessimo ascoltatore
Nessuna struttura, nessun prigioniero
Non sono sordo, sono solo un pessimo ascoltatore
Nessuna struttura, nessun prigioniero
Non sono sordo, sono solo un pessimo ascoltatore
Siamo stati ingannati dai poteri forti
Ci vendono la perfezione futura, ma ci costa cara
Magari mi piace un sacco
Preferisco credere che sto raggiungendo la superficie e non mi fermerete mai
Nessuna struttura, nessun prigioniero
Non sono sordo, sono solo un pessimo ascoltatore
Nessuna struttura, nessun prigioniero
Non sono sordo, sono solo un pessimo ascoltatore
Nessuna struttura, nessun prigioniero
Non sono sordo, sono solo un pessimo ascoltatore
Dite che i miei progetti non sono affatto progetti
Non esiste la laurea in rock ‘n roll
Dite che è solo tempo perso
Dite che non avrò mai l’occasione per sfondare
Io vado avanti a fare headbanging finché non mi marcisce il cervello
Nessuna struttura, nessun prigioniero
Non sono sordo, sono solo un pessimo ascoltatore
Nessuna struttura, nessun prigioniero
Non sono sordo, sono solo un pessimo ascoltatore
6. Afterall
Dopotutto
Starò sbagliando tutto
Dovrei essere felice, ma sono alla ricerca della voce che ho perso
Evidentemente sono solo un essere umano dopotutto
Evidentemente sono solo un essere umano dopotutto
Mi sono svegliato con la stessa sensazione tetra
La testa a terra e i pensieri che arrivavano fino al soffitto
L’ennesimo sogno in cui la luce pian piano si spegne
Non so a cosa andar dietro
La mia speranza è stata cancellata
Mi guardo e non riconosco la mia faccia
Mi hanno appena messo a posto e sto già crollando
Come mi sento quando le ferite non guariscono?
Perché mi fermo quando comincio a crederci?
Starò sbagliando tutto
Dovrei essere felice, ma sono alla ricerca dei motivi
Mi manda la testa in fibrillazione
Pensavo di averci capito qualcosa
Dovrei gridare, ma sono ancora alla ricerca della voce che ho perso
Evidentemente sono solo un essere umano dopotutto
Evidentemente sono solo un essere umano dopotutto
Non vai bene, per cui alzati e fai qualcosa
Quello che senti è un po’ datato
Non cambierai mai se preferisci sentirti dire la bugia
Io non so cosa dire, non sto mai bene
Cerco di scavare a fondo e trovo solo dolore
Canto le mie canzoni, ma non mi ci rivedo nelle parole
È ora di vivere quando le ferite non guariscono
Perché mi fermo quando comincio a crederci?
Starò sbagliando tutto
Dovrei essere felice, ma sono alla ricerca dei motivi
Mi manda la testa in fibrillazione
Pensavo di averci capito qualcosa
Dovrei gridare, ma sono ancora alla ricerca della voce che ho perso
Evidentemente sono solo un essere umano dopotutto, tutto
Non c’è nemmeno un briciolo di speranza dentro di me
Voglio morire prima di sparire nel nulla
Starò sbagliando tutto
Dovrei essere felice, ma sono alla ricerca dei motivi
Mi manda la testa in fibrillazione
Pensavo di averci capito qualcosa
Dovrei gridare, ma sono ancora alla ricerca della voce che ho perso
Evidentemente sono solo un essere umano dopotutto, tutto
Evidentemente sono solo un essere umano dopotutto, tutto
Evidentemente sono solo un essere umano dopotutto, tutto
7. Manipulation
Manipolazione
Questa è manipolazione
Ho esitato, mi sono smarrito di nuovo
Tu mi hai visto come una preda ferita
Ero un disastro, ero conciato da sbatter via
E tu non riuscivi a distogliere lo sguardo
Mi hai distrutto per togliermi di mezzo
Questo è isolamento
Tenuto all’oscuro e in attesa
Porti la corona dei regni che ho creato io
Ora non posso sfuggirgli
La luce sta svanendo completamente
Questa non è fiducia
Questa è manipolazione
Non ho detto quello che volevi sentire
E hai cominciato ad arricciare le labbra
Io faccio resistenza
E tu adesso cominci a fare come se mi avessi dato il mondo
Mi hai distrutto per togliermi di mezzo
Questo è isolamento
Tenuto all’oscuro e in attesa
Porti la corona dei regni che ho creato io
Ora non posso sfuggirgli
La luce sta svanendo completamente
Questa non è fiducia
Questa è manipolazione
Non ho bisogno, non ho bisogno, non ho bisogno di te
Questa non è fiducia
Questa è manipolazione
Non credo, non credo, non credo a te
Questa non è fiducia
Questa è manipolazione
La pagherai cara
Vedrai cosa ti succede
Questo è isolamento
Tenuto all’oscuro e in attesa
Porti la corona dei regni che ho creato io
Ora non posso sfuggirgli
La luce sta svanendo completamente
Questa non è fiducia
Questa è manipolazione
Non ho bisogno, non ho bisogno, non ho bisogno di te
Questa non è fiducia
Questa è manipolazione
Non credo, non credo, non credo a te
Questa non è fiducia
Questa è manipolazione
Questa è manipolazione
Questa è manipolazione
8. Enemy
Nemico
Ne ho abbastanza della tua fiducia
Mi tieni ai margini e basta
Chiuso fuori, non posso fare rumore
Sono a terra e tu infierisci su di me
Ho provato a mentire, a mettere da parte l’ignoranza
Ma tu hai paura, non combatti
Sono a terra e tu infierisci su di me
Non ti faccio mica uscire così facilmente
Ho il fuoco negli occhi
Meglio che corri a nasconderti
Combatti?
Credi alla risposta?
Muori o ridefinisci gli standard?
Questa è terapia, questa è sanità mentale
Non esiste sconfitta
Resti al mio fianco o vai a marcire col nemico?
Adesso provi quello che provo io
Questi pugni sono fatti d’acciaio
Mi sento debole
Ma vado fiero che non infierisci su di me quando sono a terra
Posso anche bruciare, posso anche essere ferito
Ma sono in piedi sulle mie gambe
Non sono fragile come credi
Non infierisci su di me quando sono a terra
Non ti faccio mica uscire così facilmente
Ho il fuoco negli occhi
Meglio che corri a nasconderti
Combatti?
Credi alla risposta?
Muori o ridefinisci gli standard?
Questa è terapia, questa è sanità mentale
Non esiste sconfitta
Resti al mio fianco o vai a marcire col nemico?
Sei posseduto
Sei mascherato
So cosa pensare
Non sarò mai sconfitto dal nemico
Combatti?
Credi alla risposta?
Muori o ridefinisci gli standard?
Questa è terapia, questa è sanità mentale
Non esiste sconfitta
Resti al mio fianco o vai a marcire col nemico?
9. Believe
Credere
Fatemelo credere
Fatemelo credere
Sono fermo a dicembre in piena estate
Ci ho provato a trovare le risposte
Alla fine siamo tutti quanti smarriti e soli
Non sappiamo dove andare
Per cui ci mettiamo a cantare
Ho una debolezza ora
Devo aspettare che passi la stagione
La mia vendetta arriva con la sera
Lo sa Dio che non dormo mai
Ho una debolezza ora
Dico che si sistemerà tutto quanto
E darei qualsiasi cosa, qualsiasi cosa, qualsiasi cosa per farmelo credere
Farmelo credere
Guardo la neve che cade ogni giorno quando mi sveglio
Dovunque vada, alla fine siamo tutti quanti smarriti e soli
Non sappiamo dove andare
Siamo tutti quanti smarriti e soli
Non sappiamo dove andare
Ho una debolezza ora
Devo aspettare che passi la stagione
La mia vendetta arriva con la sera
Lo sa Dio che non dormo mai
Ho una debolezza ora
Dico che si sistemerà tutto quanto
E darei qualsiasi cosa, qualsiasi cosa, qualsiasi cosa per farmelo credere
Ho una debolezza ora
Devo aspettare che passi la stagione
La mia vendetta arriva con la sera
Lo sa Dio che non dormo mai
Ho una debolezza ora
Devo aspettare che passi la stagione
La mia vendetta arriva con la sera
Lo sa Dio che non dormo mai
Ho una debolezza ora
Dico che si sistemerà tutto quanto
E darei qualsiasi cosa, qualsiasi cosa, qualsiasi cosa per farmelo credere
Farmelo credere
Farmelo credere
Farmelo credere
Farmelo credere
10. Infection
Infezione
Perché metto in dubbio ogni cosa che abbia provato?
Non succede mai niente di importante quando seguo i tuoi consigli
Non voglio mostrarmi sincero
È solo un gran spreco
Tu non vuoi conoscere quel lato di me
Per cui vattene via
Perché mi sono messo in riga?
Mi ha fatto diventare cieco
Mi sento inutile
Sono impazzito
Ha preso possesso del mio corpo, contagiosissimo
Mi penetra nel sangue e lo sento in bocca
Mi scorre nelle vene, non sto bene con la testa
Ho perso l’orientamento, ho preso di nuovo l’infezione
Perché ti ho aperto la porta e ti ho fatto vincere e dato una possibilità?
Ho risposto al fuoco col fuoco e ci siamo incendiati la pelle
Non voglio mostrarmi sincero
Non lo dirò mai
Tu non vuoi conoscere quel lato di me che vive un inferno
Perché mi sono messo in riga?
Mi ha fatto diventare cieco
Mi sento inutile
Sono impazzito
Ha preso possesso del mio corpo, contagiosissimo
Mi penetra nel sangue e lo sento in bocca
Mi scorre nelle vene, non sto bene con la testa
Ho perso l’orientamento, ho preso di nuovo l’infezione
Non riesco a fare un altro passo
Sono esanime, senza fiato
Mi sono nascosto sottoterra
Ma mi ha trovato nelle profondità
Non riesco a fare un altro passo
Sono esanime, senza fiato
Mi sono nascosto sottoterra
Ma mi ha trovato nelle profondità
Ha preso possesso del mio corpo, contagiosissimo
Mi penetra nel sangue e lo sento in bocca
Ha preso possesso del mio corpo, contagiosissimo
Mi penetra nel sangue e lo sento in bocca
Mi scorre nelle vene, non sto bene con la testa
Ho perso l’orientamento, ho preso di nuovo l’infezione
11. Used and Abused
Usato e abusato
Salute al vecchio re
A una scena morta
Alla solita spazzatura mai ripulita
Immortale, senza alcuna intenzione di cambiare
Gira un’altra pagina, il fondo si alimenta
Avveleni il terreno quando pianti il seme
Non faccio parte della tua istituzione
La tua fiducia è una grandiosa illusione?
Sale la pressione, devo trovare il modo di uscirne
Non faccio parte della tua istituzione
La tua fiducia è una grandiosa illusione?
Ti paralizza venire usato e abusato
Usato e abusato, usato e abusato, usato e abusato
Ora basta cercare di resettarmi
Sono uno scarto
Mi hanno tagliato le gambe per un passo falso
Non posso fare ritorno
Non mi interessa neanche se muoio
Mettetemi le catene alle caviglie, buttatemi in mare
Fate un favore al mondo, nascondete l’apatia
Non faccio parte della tua istituzione
La tua fiducia è una grandiosa illusione?
Sale la pressione, devo trovare il modo di uscirne
Non faccio parte della tua istituzione
La tua fiducia è una grandiosa illusione?
Ti paralizza venire usato e abusato
Non ho una casa
Non rientro nel vostro stampino
Non potete spingermi fuori
Portatemi sul campo di battaglia
Non faccio parte della tua istituzione
La tua fiducia è una grandiosa illusione?
Sale la pressione, devo trovare il modo di uscirne
Non faccio parte della tua istituzione
La tua fiducia è una grandiosa illusione?
Ti paralizza venire usato e abusato
Usato e abusato, usato e abusato
Sale la pressione, devo trovare il modo di uscirne
Usato e abusato, usato e abusato
Ti paralizza venire usato e abusato
12. Clever
Sveglio
Mi sa che essere sveglio è la mia rete di protezione
Mi nascondo dietro la mia cadenza
Mi nascondo dietro al muro che ho costruito talmente alto che non fuoriesce mai la debolezza
Nascondo tutti i miei fardelli
Rigiro benissimo le mie parole
Cado a pezzi, ma la bugia è quello che do a intendere
Se sono abbastanza sveglio magari non lo capirete mai
Ho l’impressione che io e la morte camminiamo mano nella mano
Quando la mia felicità è appesa a un filo mi sento finalmente soddisfatto
Mi sa che essere sveglio è la mia rete di protezione
Mi sa che essere sveglio è la mia rete di protezione
Vi dico che sto meglio
Vi dico che riesco a dormire
Spero che questo porti un senso di pace
Ma ogni notte si fa sempre più cupo
Le giornate diventano proprio tetre
Un giorno in più che sono vigile è un giorno in più che soffro
Se sono abbastanza sveglio magari non lo capirete mai
Ho l’impressione che io e la morte camminiamo mano nella mano
Quando la mia felicità è appesa a un filo mi sento finalmente soddisfatto
Ho un casino in testa e non si capisce niente
Ho l’impressione che la mia morte sia solo un bene per i miei amici
Quando so che nulla di quello che dico ha poi importanza, mi sento finalmente soddisfatto
Mi sa che essere sveglio è la mia rete di protezione
Ho finito i modi di rispondere
Ho finito le metafore
Alla fine son riuscito a far peggiorare la malattia così tanto che non c’è una cura
Ho finito i modi di rispondere
Ho finito le metafore
Alla fine son riuscito a far peggiorare la malattia così tanto che non c’è una cura
Se sono abbastanza sveglio magari non lo capirete mai
Ho l’impressione che io e la morte camminiamo mano nella mano
Quando la mia felicità è appesa a un filo mi sento finalmente soddisfatto
Ho un casino in testa e non si capisce niente
Ho l’impressione che la mia morte sia solo un bene per i miei amici
Quando so che nulla di quello che dico ha poi importanza, mi sento finalmente soddisfatto
Mi sa che essere sveglio è la mia rete di protezione
Mi sa che essere sveglio è la mia rete di protezione
13. Messed Up
Scombussolato
Sei soltanto un microbo
Sei soltanto un debole e un insicuro
È sempre sbagliato
Un giorno cadrai
Ti fermi mai a guardare il quadro generale?
Guarda il risultato della tua gelosia
Quanto dolore che c’è, quanta rabbia
Quanta solitudine e vergogna
C’è una cosa a cui non vuoi rinunciare e ti sfoghi su di me
Perché ti sfoghi su di me?
Sei soltanto un microbo
Sei soltanto un debole e un insicuro
È sempre sbagliato
Un giorno cadrai e sbatterai per terra
E non ci sarà nessuno a darti un po’ di affetto
Perché gli esseri umani non si dimenticano chi ci ha fatto star male
Scommetto che non ti accorgi che mi stai uccidendo
Le cicatrici che mi hai lasciato non se ne andranno via
Sono confuso, mi sento usato
Come se morissi ogni notte
Seppellisco i miei segreti, non oppongo mai resistenza
Perché ti sfoghi su di me?
Sei soltanto un microbo
Sei soltanto un debole e un insicuro
È sempre sbagliato
Un giorno cadrai e sbatterai per terra
E non ci sarà nessuno a darti un po’ di affetto
Perché gli esseri umani non si dimenticano chi ci ha fatto star male
Sei soltanto un microbo
Sei soltanto un debole e un insicuro
È sempre sbagliato
Un giorno cadrai
Sei soltanto un microbo
Sei soltanto un debole e un insicuro
È sempre sbagliato
Un giorno cadrai e sbatterai per terra
E non ci sarà nessuno a darti un po’ di affetto
Perché gli esseri umani non si dimenticano chi ci ha fatto star male
Sei soltanto un microbo
Sei soltanto un microbo
Sei soltanto un microbo
Sei soltanto un microbo
14. Takeover
Presa di potere
Devi rassegnarti: non ce la farai mai
Sta chiudendo tutto
Prenditela con il risultato
Prenditela con il sistema
Non sta funzionando niente
Niente amore, niente fama
Non conosceranno mai il tuo nome
Qui non interessa a nessuno quello che hai da dire
Tanto hai già perso
Cerca pure di dare fiato alla bocca
Cerca pure di stare al gioco
Non la fermerai mai la presa di potere in corso
Cerchi regali, cerchi l’elemosina
Tutti sanno la verità
Dimmi che sono uno scarto
Dimmi che sono un codardo
Dimmi che sono un perdente nato
Niente amore, niente fama
Non conosceranno mai il tuo nome
Qui non interessa a nessuno quello che hai da dire
Tanto hai già perso
Cerca pure di dare fiato alla bocca
Cerca pure di stare al gioco
Non la fermerai mai la presa di potere in corso
Cerchi la corrida sotto i riflettori
E adesso cosa fai?
Potevi essere un concorrente
Ti dovevi arrendere
Adesso ne esci tutto ammaccato
Si parte
Qui non interessa a nessuno quello che hai da dire
Tanto hai già perso
Cerca pure di dare fiato alla bocca
Cerca pure di stare al gioco
Non la fermerai mai la presa di potere in corso
Perché è in corso
Perché è in corso
Qui non interessa a nessuno quello che hai da dire
Tanto hai già perso
Cerca pure di dare fiato alla bocca
Cerca pure di stare al gioco
Non la fermerai mai la presa di potere in corso
Non la fermerai mai la presa di potere in corso
15. Young
Giovane
Fai canzoni cariche e scatenate e non morirai mai giovane
Ho comprato il mio primissimo disco
Era in una custodia tutta nera
L’ho portato a casa e l’ho messo sul giradischi
Ho alzato il volume da farmi sanguinare i timpani
Sono stato colpito dal fulmine
Lavato dalla pioggia battente
È lì che ho scoperto il segreto
Fai canzoni cariche e scatenate e non morirai mai giovane
Non morirai mai giovane
Non morirai mai giovane
Fai canzoni cariche e scatenate e non morirai mai giovane
Vai
Alza, alza, alza
Mi ci sballo col voltaggio
Il rock ‘n roll nel sangue
Ho imparato una sola lezione
Fai canzoni cariche e scatenate e non morirai mai giovane
Non morirai mai giovane
Non morirai mai giovane
Fai canzoni cariche e scatenate e non morirai mai giovane
Non morirai mai giovane
Non morirai mai giovane
Fai canzoni cariche e scatenate e non morirai mai giovane
16. Threat to Society
Minaccia per la società
Rinchiudetemi e buttate via la chiave
La mia diagnosi è che sono una minaccia per la società
Mille voci intrappolate dentro la testa
I pensieri sussurrati di un disastro ambulante
Mi convincono piuttosto a disconnettermi
Sono arrivato alla fine della strada, ma continuo ad andare più veloce
Schiaccio il freno, sto perdendo il controllo
Sento qualcosa, voglio lasciarmi andare
Rinchiudetemi e buttate via la chiave
Non miglioro di certo e non c’è un’anima che mi possa salvare
Un peso, una gatta da pelare
La mia diagnosi è che sono una minaccia per la società
Attenzioni all’ira di tutti i segni premonitori
Dove ci sono nuvole di fumo c’è sicuramente il fuoco
La tranquillità è una gran bugia
Non riesco a smettere di accendere la miccia
Sta già arrivando al filo
Schiaccio il freno, sto perdendo il controllo
Sento qualcosa, voglio lasciarmi andare
Rinchiudetemi e buttate via la chiave
Non miglioro di certo e non c’è un’anima che mi possa salvare
Un peso, una gatta da pelare
La mia diagnosi è che sono una minaccia per la società
A volte ho la sensazione che stiate cercando di aiutarmi
Fate senza preoccuparvi, perché siete tutti privi di apatia
Rinchiudetemi e buttate via la chiave
Non miglioro di certo e non c’è un’anima che mi possa salvare
Un peso, una gatta da pelare
La mia diagnosi è che sono una minaccia per la società
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Purtroppo la convivenza con Amerlee non procedeva come Joey aveva previsto.
La nuova ragazza è introversa, scorbutica e decisamente poco loquace.
Tutto l’opposto della Cooper e della sua parlantina. Josephine è stata adottata da poco meno di un’anno, mentre Amerlee è ancora in “prova”. Si dice così quando la tua famiglia affidataria ti ha accolto in casa da meno di una settimana. C’è un periodo di tempo come per i capi di abbigliamento, periodo entro il quale è possibile restituire il capo acquistato senza passare troppe rogne. Assurdo il fatto che questo principio venga applicato anche con le famiglie affidatarie. Amerlee ne ha cambiate parecchie di famiglie affidatarie, o almeno questo è ciò che l’assistente sociale ha riferito ai Johnson. Amerlee, d’altro canto, non ne ha mai fatto parola.
Forse è per questo che è così silenziosa, non deve essere stato facile per lei. Josephine può comprendere solo in parte il dolore che ha provato la sua nuova “sorella”, dato che ha perso la sua mamma in tenera età. I Johnson l’hanno presa con loro quasi subito perciò si può dire che sia sempre vissuta circondata dall'amore dei suoi cari, nonostante il padre assente.
Amerlee non può di certo dire lo stesso, considerando che entrambi i suoi genitori avevano problemi con alcol e droga e l’hanno lasciata in un orfanotrofio ancora prima che fosse in grado di aprir bocca.
[…]
Quel pomeriggio, approfittando di quella bella giornata di sole, i Johnson avevano proposto a Aimee e Joey di passare il pomeriggio al parco. Niente genitori, soltanto le ragazze e il loro gruppo di amiche per un paio d’ore. Sarebbero tornare a prenderle dopo aver fatto un paio di commissioni.
“Può essere un’ottima occasione per legare con lei e farle conoscere le tue compagne di scuola. Senza noi adulti in mezzo ai piedi!”
Le aveva suggerito Carol. Ed era una buona idea, se non fosse per le compagne di classe di Josephine. Dopo meno di cinque minuti in loro compagnia, Amerlee se l’era data a gambe. Come biasimarla? Chi dice che i bambini siano le anime più pure al mondo, non ha mai conosciuto le ragazzine della seconda media. Joey non le ha mai considerate davvero sue amiche, ma spesso uscire con loro si rivelava una piacevole alternativa allo stare chiusa in camera ad ascoltare vecchia musica e a scrivere nel suo diario. Si sono sempre prese gioco di lei per la sua parlantina e le sue stramberie, ma Josephine ha sempre finto di non esserne a conoscenza.
«Avete visto Amerlee? Era qui fino ad un minuto fa!»
«La tua nuova amica?»
Domanda Lydia, una delle compagne di Joey.
«La mia nuova sorella.»
Precisa Joey correggendo la ragazzina.
«Già… Ho visto passare di là una signora anziana con una collana di perle. Sarà andata a sfilargliela dal collo.»
«Cosa? Di che parli?»
«Mamma mi ha detto di starle alla larga, è stata fermata dalla polizia per piccoli furtarelli prima di essere rispedita in comunità.»
Interviene un’altra delle amiche spiegando alla Cooper il commento di Lydia.
«Si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio.»
Aggiunge Lydia scrollando le spalle, seguita poi dalle risatine dell’amica. Josephine alza gli occhi al cielo e volta le spalle alle ragazze, pensando a dove possa essere finita la Stevens.
«Dove vai? Stavamo per iniziare a giocare ad obbligo o verità! Josephine?»
Joey ignora le domande delle ragazze e prosegue a passo svelto verso l’altro capo del parco, decidendo saggiamente di ignorare i commenti delle due pettegole in lontananza. Era accanto a loro fino a qualche minuto fa, non deve essere andata troppo lontano.
[…]
«Hey, tu! Ti ho cercata dappertutto!»
Dopo dieci minuti buoni di ricerche eccola lì, Amerlee Stevens, con le gambe a penzoloni sul bordo di una piscina abbandonata alta almeno un paio di metri. Josephine frequenta spesso quel parco, eppure non aveva mai osato spingersi tanto in là, sull'orlo di quel “fossato”.
«Avevo bisogno di staccare un po’.»
Si limita a commentare Amerlee, senza nemmeno distogliere lo sguardo dall’albero che osserva da oltre un quarto d’ora. Sa bene che è Josephine, riconoscerebbe quella sua vocina squillante ovunque. La Cooper si avvicina lentamente al bordo della vecchia piscina, procedendo cautamente fino a sedersi accanto a lei.
«Posso?»
«Lo hai già fatto.»
Ribatte Aimee scollando le spalle, lasciando trapelare qualcosa di simile ad un sorriso.
«Scherzavo… Fa pure, è un paese libero.»
Josephine sorride nervosa grattandosi la nuca, maledicendosi per aver guardato in basso per qualche secondo di troppo.
«Era una piscina parecchi anni fa. Vedi la scaletta laggiù? Adesso è un ottimo posto per sbucciarsi le ginocchia. Sono caduta là sotto almeno un miliardo di volte!»
«Sul serio? E perché diavolo continui ad andarci? È pericoloso!»
«È un bel posto per pensare. E poi… Quando cadi un miliardo di volte sullo stesso ginocchio, alla fine impari a rialzarti più in fretta. Adesso non mi spaventa più.»
Ammette Amerlee con tutta la calma e risolutezza del mondo, per poi gettarsi senza pensarci due volte all'interno della piscina. Josephine strabuzza gli occhi ed assiste alla scena senza parole, lasciandosi sfuggire un piccolo urletto di terrore.
«Visto? Ora cado sempre in piedi. Negli anni l’ho imparato, è solo un fottuto salto. Non dire ai Johnson che ho detto “fottuto”.»
«Oh… Okay. Acqua in bocca.»
Risponde Josephine ancora scossa dal salto di poco prima. Amerlee, che nel frattempo ha raggiunto la scaletta con una breve corsetta, impiega alcuni secondi prima di tornare a sedere accanto a lei.
«È per questo che mi hai lasciato sola con quelle? Per tuffarti all'interno di una piscina vuota e fissare un vecchio albero ingiallito?»
«Quelle? Pensavo fossero tue amiche.»
«Pensano che io sia una svitata e che tu sia una ladra. No, non sono mie amiche.»
«E allora perché ci esci?»
«Perché a volte è meglio di stare da sola con i miei pensieri, a fissare vecchi alberi ingialliti.»
Amerlee coglie la citazione di Joey e si lascia sfuggire un sorriso, continuando a fissare la grande quercia di fronte alla piscina.
«Touchè.»
Josephine rimane qualche secondo in silenzio a valutare cosa sia più giusto dire in queste circostanze. Non capita spesso di interagire con Amerlee per più di due minuti e non vorrebbe dire nulla in grado di smorzare quella bella atmosfera. Eppure, ancora una volta, è la sua curiosità e la voglia di “esplorare i sentimenti altrui” ad avere la meglio.
«È difficile, vero? Ricominciare da zero. Nuovi amici, nuova famiglia, nuovo tutto…»
«A dire il vero… Questa è la parte più semplice. La peggiore è quando te ne vai. Dici a te stessa “Sono abituata a sbucciarmi le ginocchia, questa volta non farà male quanto le prime”. Ma è inevitabile. Ci rimani male ogni singola volta.»
«Sai bene che questa volta non sarà così, non è vero? Tu hai noi. Hai i Johnson, hai me…»
«Non puoi capire, Jo, la tua vita è perfetta. Hai visto dove vivi? È praticamente una reggia!»
«È dove vivi anche tu, Amerlee. È casa tua. Perché non provi a credere che questa volta sarà diverso?»
«Sono un caso perso. Lo capiranno anche i Johnson.»
«Non dire così, sono sicura che—»
«E le tue amiche hanno ragione. Io sono una ladra. E tu sei stramba. Eccome se lo sei, a volte sembri uscita da un cartone animato. Il modo in cui riesci sempre a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno è a dir poco fastidioso. E sì, io rubo. Ho rubato per sopravvivere, ho rubato al fruttivendolo quando non avevo niente da mangiare, ho rubato nei negozi quando non avevo una giacca con cui scaldarmi la notte… Non sono una santa, Jo. Non sono un personaggio della tua stupida serie animata. Per questo non esagero quando dico che prima o poi se ne accorgeranno anche i tuoi genitori.»
«Sono stata adottata anche io, te lo ricordi questo?»
«Già, perché tua madre è morta tragicamente in un incidente stradale, non di certo perché i tuoi erano così strafatti da non riuscire più ad occuparsi di te.»
Josephine rimane per qualche secondo in silenzio, non sapendo come reagire. Sentire parlare della morte di sua madre è un ricordo decisamente troppo doloroso per lei ed Amerlee se ne è immediatamente resa conto.
«Scusami, non volevo essere senza cuore. Mi dispiace per tua madre.»
«Già, e a me dispiace per la tua. Però fidati di me quando ti dico che Henry e Carol sono la cosa migliore che ti sarebbe mai potuta capitare. Ti adorano e non si libererebbero di te neanche per tutto l’oro del mondo.»
«Adorano te. A me nemmeno conoscono.»
«Ti conosceranno.»
Aimee scrolla le spalle per l’ennesima volta, mentre Josephine si appresta a trovare le parole giuste… Quel consiglio che scombussola tutte le carte in tavola, quella frase che rende tutto improvvisamente più semplice..
«Okay. Mettiamo che hai ragione e che il lieto fine esiste soltanto nelle favole. Perché non rincorrerlo, invece che stare su questo muretto a piangersi addosso? Non ti serve una vita da cartone animato per essere felice, devi solo crederci un po’ di più.»
«Joey, sono stanca di correre.»
«Devi solo fidarti di me. Sei mia sorella ormai, non abbandonerei mai una sorella.»
Conclude la Cooper, rivolgendo il più raggiante dei suoi sorrisi a quella che ben presto diventerà parte integrante della sua famiglia. Amerlee ricambia il suo sguardo sforzandosi di abbozzare un sorriso, ma il suo sguardo cala ben presto in corrispondenza della sua coscia nel momento in cui Josephine decide di poggiare la mano sulla sua, per poi stringerla energicamente.
«Che diavolo stai facendo?»
«Ti sto stringendo la mano. Ti conviene abituarti, è così che fanno le amiche.»
«Grazie allora, credo.»
«Oh�� Non c’è di che.»
«Senti, Jo… Se vuoi andare dalle altre va pure, io ti raggiungo tra poco.»
«Mi piace qui… Non c’è alcuna fretta.»
«Ti rendi conto che potresti cadere in piscina da un momento all'altro, non è vero?»
«Non se continuo a tenerti la mano.»
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Aperitivo grezzo
Aperitivo grezzo
Dai fai alle cinque al parcheggio
Due, tre, quattro del Capo infondo lo sai che li prendo
C'è già Marchino che sorride, c'ha l'occhio un po' spento
Con Leo vicino che non parla ma c'ha il mondo dentro
Ricordo che eravamo pochi ma sempre felici
Il paradosso è che all'aereo sai preferivo la bici
Quando mi trovo in situazioni con gente in cravatta
Mi sento a disagio mentre parlano della vacanza
Fatta coi figli che frequentano la scuola migliore
Con quel sorriso di chi pensa d'avere ragione
Io che cantavo nel parcheggio con Adriano e Alessandro
Per me l'arte nasce in strada e diventa poi altro, seh
Vorrei svegliarmi presto la mattina, wouh oh oh oh
E ritrovare tutto com'era prima, oh oh oh oh
Invece adesso sai mi sveglio e mi sento incostante
Non so ancora che strada prendere
Invece adesso non ho tempo e mi sento distante
Da quello che volevo essere
Aperitivo grezzo e poi ritornavo per cena
Ma non mangiavo e la saltavo come una preghiera
Con mamma che diceva "Nicco che faccia che hai messo"
Io che in silenzio dicevo "Scusa, me ne vado a letto"
Non dirmi come devo fare
Non darmi consigli, non fare commenti
Non fare morale, sto giù di morale
La mia vita è uguale senza i tuoi commenti
È pieno di artisti che scrivono dischi
Si sentono tristi ma sono affaristi
Io sono cresciuto con Blasco in macchina
In sette a pompare i suoi dischi, eh oh
Guarda che dici
Sono cambiato? Non penso
Ho gli stessi amici e non mi fido del resto
Io mando avanti soltanto la parte senza emozioni
Perché tra bestie vinci se il tuo pianto lo riponi
Ho una scorta di giornate che uso quando sono in basso
Perché vivere scrivendo è come uscire da un collasso
Non riesci, cadi a pezzi, seduto tra i miei complessi
Mi appoggio sui miei dubbi, tanto son' sempre gli stessi
E non importa quanto sudi ma conta quello che dici
Posso urlare col sorriso e ci sei tu tra gli obiettivi
Tu che hai avuto la fortuna
E adesso predichi e rimproveri
Ma è facile esser grande riempito d'oro tra i più poveri
Vorrei svegliarmi presto la mattina, woh oh oh oh
E ritrovare tutto com'era prima, oh oh oh oh
Invece adesso sai mi sveglio e mi sento incostante
Non so ancora che strada prendere
Invece adesso non ho tempo e mi sento distante
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Lettera aperta ad Andrea Belotti
Una lettera.. Si, praticamente non si usano più molto, forse, ma dato che il Toro è storia e romanticismo, direi che può andare benissimo così. Sperando che anche tu e molti altri la vogliate leggere, ecco, bastano 5 minuti. Una lettera. Una lettera per cosa? Per "tutto". Perché il Toro per un tifoso granata è tutto, una fede, uno stile di vita, vita vera, un vero e proprio modo di affrontare ogni cosa.
Ti sarà sicuramente capitato di leggerlo in giro, su siti, giornali, messaggi e commenti sui social, ti sarà sicuramente capitato di leggere anche che noi tifosi - e mi sento di parlare a nome di tutti - vediamo in te ogni singolo valore che rappresenta il Toro. Ciò che ognuno di noi vuole vedere in campo da parte di un giocatore di questa squadra. Ci sono altre realtà in cui si vuole solo ed esclusivamente vincere, ma poi ci siamo anche noi, che l'unica vera cosa che ci fa battere il cuore guardando una partita è vedere qualcuno che corre, lotta, suda, fino all'ultimo millesimo di secondo di quei novanta minuti, per questa maglia. Esattamente come te. E in un calcio moderno così immerso nei soldi, è sempre più raro trovare qualcuno così, soprattutto in una squadra come il Toro che purtroppo è più in basso di quanto la storia dimostra di meritarsi.
Tu, tu sei arrivato in sordina, timido e volenteroso, e anche all'inizio quando ancora avevi bisogno di ambientarti hai messo in campo tutto questo. E dopo poco hai anche iniziato a raccoglierne tutti i frutti, sempre più. Credimi, Andrea, noi non ti amiamo solo perché dallo scorso gennaio in poi hai iniziato a segnare tantissimo e non ti sei più fermato. No. Ovviamente ci rendi tutto più facile con questi tuoi goal, ma davvero, credimi, noi ti amiamo con tutto il nostro cuore per ciò che sei in campo - e fuori -, perché non molli un centimetro, perché se perdi un pallone mordi le caviglie a chi te lo ha scippato e se anche dovesse fare cinque giri di campo di fila, tu lo rincorri. Ti amiamo perché cadi un milione di volte, tra salti, spallate, spinte e falli, ma ti rialzi ogni santa volta e corri dietro a tutto e tutti senza arrenderti mai. Ti amiamo perché puoi sbagliare un rigore, ma al posto di giocare il resto della partita a testa bassa e corsa lenta, tu esplodi ancora di più e ci regali il mondo. Ti amiamo perché SEI dannatamente, meravigliosamente, immensamente, perfettamente e tremendamente IL TORO. Il Toro che amiamo, il Toro vero, il Toro più bello. E probabilmente lo sei sempre stato, anche quando non lo sapevi, anche prima di vestire granata, lo avevi dentro, lo avevi nel destino, sotto la pelle,nell’anima, nello spirito, cioè.. non può che essere così per forza. E sei te stesso. Sei Andrea Belotti e nessuno è come te, tu non sei come nessuno. L'altro giorno leggevo in giro - e non solo da tifosi granata - che non ti si può descrivere con un aggettivo. Ed è vero. Tu stesso sei il tuo unico e personalissimo aggettivo. E non potrebbe descriverti meglio. E non potremmo chiedere di meglio.
Ricordati che il Toro è quella squadra dove noi preferiremo sempre te a 100, 200, 1000 milioni. Perché poi con i soldi non potremo mai, mai, mai ricomprare il tuo cuore. Non potremo mai più prendere qualcuno con il tuo spirito. La tua anima. Nulla ci potrebbe ridare ciò che hai tu, che sei tu. Come detto, solo tu sei Andrea Belotti. Nessuna cifra può rimpiazzare tutto ciò che sei.
Dopodiché, è ovvio che un ragazzo così giovane e promettente, con una passione così forte per ciò che fa, sogni in grande. Sicuramente sogni la musichetta della Champions, sogni gli stadi più belli d'Europa, sogni il brivido di una finale in mondovisione e solo tu puoi decidere il tuo futuro. Chiederti di restare, di fare una scelta di vita e di riuscire ad arrivare a sentirla tutti noi insieme a te, quella musichetta, forse è troppo, e forse è anche troppo lontano, non lo so. Nonostante tu dimostri ogni giorno di essere un uomo di cuore, capisco che forse è difficile che i nostri sogni coincidano come tempi e possibilità. A giugno, se qualcuno avrà tutte le carte in regola per portarti via da noi, non so che cosa sceglierai, ma soprattutto nessuno se non tu potrà metterci parola. Ciò che posso dirti, però, è che se non può essere per sempre, spero che possa essere ancora per un anno, almeno. Spero che si possa costruire qualcosa di speciale attorno a te, partendo da te, e raggiungere il sogno dell'Europa League insieme, l'anno prossimo. Ecco. "Solo" questo. È una scelta tutta tua, senza dubbio, ma è giusto anche che tu sappia fino in fondo ciò che sei per noi, ciò che rappresenti, ciò che ci dai.
Dunque, a questo proposito, per concludere, ti devo riportare l'infinità di grazie che ti dobbiamo. GRAZIE. Per tutto. Per essere tutto. Per essere diventato tutto. Grazie di cuore, proprio con tutto il cuore, Andrea. Qualunque cosa ne sarà di "noi" l'anno prossimo e quelli a venire. Ti auguro e auguriamo tutto il bene possibile, perché altrettanto ne stai dando a noi, e se poi il tuo meglio camminerà pari passo con il nostro, sarà la fortuna più grande.
E forza adesso, portati a casa la scarpa d'oro o almeno il titolo di Capocannoniere di questa Serie A. Te lo meriti tutto. Ti meriti tutto.
Buona fortuna e Sempre Forza Toro.
Debora.
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È come avere una lama conficcata nel petto che scava sempre più in profondità.
Il mondo che ti crolla addosso ti spinge sempre più giù, come se la terra sotto ai piedi mancasse da un momento all'altro, e tu cadi giù, precipiti senza sapere quando e come toccherai terra.
Chi avrebbe dovuto tenderti la mano, te la punta contro per deriderti, ti guarda dall'alto al basso scaraventadoti addosso tutti i tuoi errori ma senza cercare di comprenderne l'origine.
E a te sembra impossibile, che sia accaduto tutto questo.
Le braccia tra le quali ti addormentavi sicura sono le stesse che ti hanno piantato quel coltello nel petto, la voce che prometteva di tenerti al sicuro è la stessa che parlato a sproposito di te.
L'amore che elemosinavi si è perso dietro tutte le menzogne, tutte le recriminazioni, tutte le parole non pronunciate, tutte le lacrime sgorganti, tutte le illusioni.
E aprire gli occhi è quanto di più doloroso c'è da fare...
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Se non lo vivi non lo capici, non puoi immaginare cosa voglia dire svegliarsi ogni giorno e pensare come prima cosa “oh no, di nuovo” e ricominciare tutto da capo. I giorni sono interminabili, il tempo scorre lento, come se ogni minuto di ogni ora le cellule del corpo si indebolissero ma senza mai morire. Un costante, perpetuo e inesorabile declino che non si esaurisce mai. È sempre più faticoso e pesante, qualsiasi gesto o azione risulta ogni momento più difficile finché non rinunci a compierne la maggior parte. C’è una fragile membrana che ti fa sentire protetto, tra le mura di una stanza o sotto le coperte, e vorresti portartela sempre ovunque ma non puoi, e appena provi a farne a meno cominci a sentirne la mancanza come se ti mancasse un organo, poi quella mancanza diventa insostenibile e l’unica cosa di cui hai bisogno per alleviare la sofferenza è tornarci sperando di poterci rimanere il più a lungo possibile.
Alcuni giorni tuttavia sembrano migliori di altri, il punto è che lo sembrano, non lo sono davvero. Eppure ti senti in modo diverso, come se improvvisamente si fosse aperta davanti a te una strada che possa portarti fuori da quel tunnel, allora ti alzi e senti un’energia diversa… senti un’energia. È come avere una tuta da supereroe e tutto diventa possibile. Se hai fortuna svanisce in breve. Sì, è meglio quando se ne va subito quella sensazione, perché se rimane più a lungo ti illude. Se dura mezza giornata è un inferno poi arrivare a sera, quando cadi finisci ancora più in basso. E se dura fino a sera dovrai poi fare i conti con una nottata di demoni. L’ipotesi migliore è quella di addormentarsi prima che arrivi il colpo. Per questo li odio e li temo come mostri, i “giorni buoni”. Va sempre a finire che crollo e mi trovo fuori dalla mia zona sicura, lontana che annaspo per tornarci e mi sento annegare. Come essere improvvisamente nudi su un palco in mezzo alla folla, in attesa di essere giustiziati. Non si riesce ad emettere un suono, ad articolare una parola o una frase, nemmeno la formula magica “portami a casa”. Il terrore puro. E Dio, quanto ci si sente male in quei momenti. Quasi incapaci di intendere e di volere.
Col tempo ci si abitua a schivarli quei giorni, a dire “no grazie” a quella fregatura, a passarli come gli altri aspettando che svanisca l’effetto. Poi si torna alla solita modalità, tutto lento, tutto buio… e ci si sente quasi a proprio agio, almeno si è certi che non arriverà la botta da un momento all’altro. Tutto rimane com’è, e ancora… ancora… giorno dopo giorno.
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