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« il peso della leggerezza »
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Pompei. Quadriportico dei Teatri .🇮🇹❤
Pompeii. Quadriporticus of the Theatres
@pompeii_parco_archeologico
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La Scultura del Giorno: l'Angelo della Notte di Giulio Monteverde
La scultura del giorno di cui voglio parlarvi oggi è l’Angelo della Notte scolpito da Giulio Monteverde nel 1895. E’ una delle più belle e affascinanti sculture del Cimitero Monumentale del Verano ed è collocata al di sotto di un’arcata del Quadriportico. Fu Primo Zonca, sul finire dell’Ottocento, a commissionare l’opera a Monteverde per decorare la tomba di famiglia. Zonca suggerì all’artista…
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Analisi sulla cisterna del vescovado di Termoli.
Dopo aver effettuato il primo sopralluogo nella cisterna, si è potuta iniziare tutta una serie di studi di ricerca per localizzare e circoscrivere questo edificio nello spazio e nel tempo.
La cubatura si presenta in modo naturalmente trasandato per via del lungo tempo di non-utilizzo e chiusura seguita dal prosciugamento.
È facile da subito notare molte delle linee di erosione e sedimentazione lasciate dai vari livelli idrici dell'invaso, con un ampio margine ben marcato sulla malta idraulica, nella mezzeria o poco al di sotto.
La volta a botte presenta un sesto lievemente rialzato, in mattoni, con tre scassi, uno di raccolta e due di incanalazione, circondati da circa 4 piccoli canali, due per lato, collegati a loro volta ai sistemi di ruscellamento derivanti dalle coperture superiori al vano preso in considerazione.
Si è potuti passare attraverso lo scasso principale, che a differenza del muro settentrionale, arriva ad avere uno spessore di quasi 2 metri, all'incirca intorno al metro e 50 cm, il che farebbe pensare ad una struttura fortificata, oppure ad un addossamento postumo in seguito alle stratificazioni successive.
Quanto alla datazione, per il momento è incerta, ma resta molto plausibile l'identificazione da noi proposta, che vede questa cisterna come il vaso di fabbisogno idrico di una torre maestra, o torre mastio.
Lo fa percepire la precisa proporzione del vano interno 5×5 m circa, contestualizzata alle caratteristiche tecniche e soprattutto alla documentazione storica che attesta la presenza di una torre collegata all'antico palazzo vescovile di Termoli, riportata già dal Rocchia nella sua Cronistoria di Guglionesi, databile già al 412 d.C. nel corso delle guerre greco-gotiche.
Se unita unita alla possibile presenza di un antico complesso monastico a doppio quadriportico tra il vescovado ed il palazzo Ragni, è oltremodo fattibile ipotizzare l'esistenza di una torre mastio usata dal clero termolese per potersi difendere dagli attacchi via mare, come quelli che avverranno già nell'VIII secolo.
Come per tutte le torri maestre di un insediamento fortificato, esse dovevano possedere un punto di raccolta delle acque piovane, una cisterna naturalmente, come nei casi della Rocca di Oratino, della Torre di San Marco Argentano e, nel caso della sua stessa presenza, del monastero di Santa Maria della Strada, presso Matrice (CB).
Di questa struttura ci porta memoria lo stesso Vescovo Tommaso Giannelli belle sue memorie, facendo notare come nel '700 la sua mole danneggiata e rattoppata, fosse ancora visibile, per poi essere inglobata nelle espansioni dell'edificio diocesano tra '800 e '900.
Nel secolo scorso la sua cisterna era adoperata unicamente per la conservazione "al fresco" delle damigiane di vino nel corso dell'eposcopato di Mons. Santoro, mentre poco dopo venne definitivamente tamponata con una lastra di marmo, fino ad oggi.
Gli studi proseguiranno, e a mio avviso, è possibile quasi al 100% che questo edificio potesse essere collegato alla vecchia basilica tardoantica di Termoli, forse il suo stesso campanile fortificato, alla stregua di chiese come la cattedrale di Otranto e la chiesa madre di Macchia d'Isernia.
#italia#medioevo#storia#archeologia#arte#cultura#federico ii#federico ii di svevia#frederick ii#storia dell'arte#longobardi#Bizantini#Termoli#Molise#Cattedrale#Cisterna#Scavo archeologico#Chiesa#Torre#medieval art#medieval architecture#History
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'Teatrando al Quadriportico', a Salerno il teatro amatoriale - Notizie | www.ansa.it
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Archeologia / Roma, la Porticus Minucia riemerge in via delle Botteghe Oscure: ecco le immagini in 3D della ricostruzione [VIDEO]
Archeologia / Roma, la Porticus Minucia riemerge in via delle Botteghe Oscure: ecco le immagini in 3D della ricostruzione [VIDEO]
Redazione Un’importante scoperta archeologica, un esempio di valorizzazione, una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato: è il ritrovamento di una parte della Porticus Minucia, avvenuto durante i lavori a Palazzo Lares Permarini in Via delle Botteghe Oscure 46, un ulteriore tassello alla conoscenza del grandioso quadriportico costruito in epoca repubblicana, che abbracciava l’area del…
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#antica roma#archeologia#Porticus Minucia#ricostruzioni 3D#scavi#scavi archeologici#Soprintendenza Speciale di Roma#video
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Cersaie 2023 a Bologna
Con 625 espositori, 15 padiglioni e 145mila metri quadrati espositivi torna Cersaie, il Salone della ceramica per l'architettura e dell’arredo bagno, dal 25 al 29 settembre a Bologna Fiere, che festeggia 40 anni e celebra questo anniversario con una nuova campagna di comunicazione, un layout rinnovato e tante novità. Tra gli eventi da non perdere ci sarà la mostra Route 40, curata da Davide Vercelli e allestita da Dario Curatolo, per rivivere l’evoluzione dell’arredo bagno e della ceramica nelle ultime quattro decadi a partire dal Quadriportico per proseguire in Galleria 21-22, 25-26 e nel Mall del Padiglione 37 con grafiche, videowall, immagini, prodotti, personaggi e aziende che raccontano ciascun decennio. Ogni anno Cersaie ospita architetti di fama internazionale, nella cornice di Costruire, abitare, pensare, il programma giunto alla quattordicesima edizione e la protagonista di quest’anno è Xu Tiantian fondatrice dello studio DnA Design and Architecture di Pechino. Sono 18 gli eventi in programma al Cafè della stampa, le conversazioni di 45 minuti tra i direttori delle testate giornalistiche e celebri architetti e designer. Si parlerà di ceramica e architettura con Massimo Iosa Ghini, pin occasione dell’ottava edizione del Café della Stampa, che appartiene a quei progettisti italiani che, a partire dagli anni Ottanta, lavora a cavallo tra diverse discipline seguendo la tradizione di Gio Ponti, dove l’architetto, come fu nel Rinascimento, si muove in molti ambiti, fra arte, artigianato, progetto industriale e architettura. Uno degli appuntamenti più amati dal grande pubblico, Cersaie disegna la tua casa, giunto all’undicesima edizione, si terrà giovedì 28 e venerdì 29 settembre nel mall dei padiglioni 29 e 30. Per sfogliare le riviste di settore e incontrare i giornalisti di design e architettura c’è l’Agorà dei media presso il Centro Servizi, con 55 case editrici di giornali, riviste, televisioni e siti web, di cui 12 estere, attive con 68 testate. Confermato lo spazio dedicato alla posa, con un'area di circa 400 metri quadrati nel padiglione 32, con dimostrazioni di lastre ceramiche a cura dei maestri piastrellisti di Assoposa, riferimenti tecnici alla normativa 11493 e incontri sulla posa in opera e sulle nuove tecnologie. Da kermesse espositiva a luogo da vivere, dove concedersi una pausa tra un calice e un piatto. Cersaie quest’anno offre momenti di convivialità e ristorazione diffusa, anche a fine giornata, per incentivare la permanenza in fiera, dove sono quattro i nuovi lounge bar che prendono il nome di alcune delle testate presenti, come The Plan, Il bagno oggi e domani e Tile Italia, mentre dalle 18 alle 19 ci saranno gli happy hour con dj set. Read the full article
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Am-brosiana
Tema: Ambrosian Thomo: Am-brosiano is 'n byvoeglike naamwoord wat broeke dra mettertyd amper 'n sinoniem geword het: die Mi- lanosi was nog altyd in die mode, met brosa of broeke. Am-brosiano" is 'n byvoeglike naamwoord wat mettertyd amper 'n sinoniem van "Milanese" geword het: hierdie detail sal genoeg wees om ons die belangrikheid van die figuur van Sint Ambrosius in die stad Milaan te laat verstaan. Om hierdie rede, beide op 'n simboliese vlak en in die harte van die Milanese, net na die katedraal is daar die basiliek van Sant'Ambrogio van belang. Terwyl die katedraal egter met bewondering en amper vrees bekyk word, het Sant'Ambrogio meer tradisies, ervarings, staaltjies, legendes en bygelowe. Toe die katedraal immers net 'n embrioniese konstruksieterrein was, kon die basiliek van Sant'Ambrogio op 'n duisendjarige geskiedenis reken. Die wond wat deur die bomaanvalle van die Tweede Wêreldoorlog toegedien is, was 'n slag vir die hart vir die stad, wat hom gehaas het om dit te streel, te hecht en Sant'Ambrogio tot sy eertydse glorie te herstel.
Alhoewel sy wortels teruggaan na die tyd van die heilige se lewe, dus in die 4de eeu, moet die basiliek ongetwyfeld beskou word as die triomf van Milanese Romaanse en ook Lombard in sy mees onveranderde weergawe. Daar moet egter gesê word dat nie alles wat die oog sien, ooreenstem met die werklikheid nie: naas die oorlog het ook die negentiende-eeuse restourasies en die neiging tot 'n "strengheid" om die oorspronklike styl aan die lig te bring meegebring dat die sewentiende-eeuse toevoegings is uitgeskakel, wat aanleiding gee tot 'n mengsel van waar en waarskynlik. Die kloktoring versteek byvoorbeeld 'n onvermoede gewapende betonstruktuur wat in die konsolidasiefase na die oorlog ingevoeg is. Die groot gewelfasade met die oorvleuelende loggias, die ontblote baksteen, die quadriportico en die verdeling van die ruimtes spreek vanself: alles herinner aan die Lombardiese Romaanse in sy hoogste weergawe. Die oorsprong van die kerk moet geplaas word in 'n plan vir die bou van basilieks deur Ambrogio self: dit moes die basiliek van die Martelare gewees het vanweë die teenwoordigheid van liggame van heiliges wat in 'n nabygeleë begraafplaas begrawe is. Baie min het oorgebly van die vroeë Christelike konstruksie, behalwe vir die kapel van San Vittore in Ciel d'Oro, het aanvanklik geskei en toe by die groter struktuur aangesluit.
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Basilica di San Paolo fuori le Mura, Roma.
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Una Slide Door per la Pace e la Libertà
Una Slide Door per la Pace e la Libertà
Il messaggio degli studenti salernitani: il quadriportico del Duomo diventa una Slide Door per lanciarlo da New York a tutto il mondo SALERNO – Gli studenti lanciano al mondo il loro messaggio di Pace e Libertà tramite la Slide Door installata nel Quadriportico del Duomo di Salerno. La prima parte della mattinata è stata dedicata ad una conferenza di Paolo Maria Chiarolanza sul tema Bellezza, …
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On the Ides of March, March 15, 44 BC, the conspirators staged a game of gladiatorial sport at Pompey’s theatre. The gladiators were provided by Decimus Brutus in case their services were needed. They waited in the great hall of the theatre’s quadriportico. Mark Antony, having vaguely learned of the plot the night before from a terrified Liberator named Servilius Casca, and fearing the worst, went to head Caesar off at the steps of the forum. However, the group of senators intercepted Caesar just as he was passing the Theatre of Pompey, located in the Campus Martius and directed him to a room adjoining the east portico of the Theater of Pompey.
According to Plutarch, as Caesar arrived at the Senate, Lucius Tillius Cimber presented him with a petition to recall his exiled brother. The other conspirators crowded round to offer their support. Both Plutarch and Suetonius say that Caesar waved him away, but Cimber grabbed Caesar’s shoulders and pulled down Caesar’s toga. Caesar then cried to Cimber, “Why, this is violence!”. At the same time, Casca produced his dagger and made a glancing thrust at the dictator’s neck. Caesar turned around quickly and caught Casca by the arm. According to Plutarch, he said in Latin, “Casca, you villain, what are you doing?" Casca, frightened, shouted "Help, brother!”. Within moments, the entire group, including Brutus, were stabbing the dictator. Caesar attempted to get away, but, blinded by blood in his eyes, he tripped and fell; the men continued stabbing him as he lay defenseless on the lower steps of the portico. According to Eutropius, sixty or more men participated in the assassination. Caesar was stabbed 23 times.
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La basilica di Sant'Ambrogio (o Basilicam Martirum, dai martiri Gervasio e Protasio) fu fondata nel 386, ma venne modificata a partire dell'VIII secolo. Fu edificata per volere dello stesso vescovo Ambrogio, che la dedicò ai santi martiri in essa (Satiro, Vittore, Nabore, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio e Protasio). Si trova a Milano.
Ad oggi rappresenta non solo un monumento dell'epoca paleocristiana e medievale, ma anche un punto fondamentale della storia milanese e della Chiesa ambrosiana. L'edificio aveva una funzione religiosa; nel quadriportico erano svolte anche funzioni civili. All'interno della chiesa vi sono il campanile dei monaci, il campanile dei canonici, una canonica incompleta ed i chiostri dell'università cattolica. Inoltre è stata costruita a Milano, città colpita dalla riforma ecclesiastica del 1046 nella quale patarie e papà Gregorio VII avevano lottato contro la corruzione del clero. I materiali costruttivi sono modesti e autoctoni: i mattoni per le murature, la pietra per i sostegni e le sculture. Ha una pianta longitudinale e la copertura è a volte a crociera: le spinte verticali sono sostenute dagli archi ribassati, le spinte laterali sono sostenute dai matronei e dalle navate laterali che convogliano il peso verso i contrafforti esterni. Non vi è il cleristorio. La chiesa in stile romanico si unisce alla precedente basilica paleocristiana: sono mantenuti invariati la larghezza, la lunghezza, il numero e il rapporto dimensionale delle navate. All'interno dell'edificio c'è un fulcro sacro fisso, la tomba di Sant'Ambrogio. La facciata a campana, con una grande loggia traforata a cinque arcate che si affaccia sul quadriportico si ispira agli archi trionfali romani. I mattoni acquisiscono nell'edificio valore decorativo e formano motivi ad archetto intrecciato. Nel presbiterio, sotto il tiburio ottagonale, si trova il famoso Altare d'oro, del magister phaber Vuolvino, coperto dal ciborio del IX secolo con colonne in porfido; raffigura Sant'Ambrogio e due monaci (Gervasio e Protasio), San Benedetto e due monaci, Santa Scolastica e due monache e Cristo con Paolo e Pietro. Internamente l'abside è decorato da mosaici; il pulpito è del 1200, in pietra, marmo e rame lavorato a sbalzo, poggiato sul sarcofago del generale Stilicone. È su due livelli: in quello inferiore, più basso rispetto alla navata, c'è la cripta con i corpi dei Santi Ambrogio, Gervasio e Protasio e, nel livello superiore, ci sono gli stalli lignei del coro (XV sec.). Sulla sinistra del quadriportico, infine, si trova la cosiddetta colonna del diavolo, così chiamata poiché la leggenda narra che il demonio, durante una lotta con Sant'Ambrogio, vi conficcò le corna: ci sono infatti due buchi affiancati. Ovviamente una cosa è la leggenda, un'altra la storia: i due buchi erano la sede di un cancello. Il retro in oro e argento a sbalzo con smalti e gemme su base in legno è decorato con dodici scene della vita di Cristo, i dodici apostoli e i quattro simboli degli Evangelisti. Qui vi sono anche due sportelli per accedere all'area dove sono conservate le reliquie. Grandi effetti di luce e ombre ricalcano volumi e superfici: nella navata centrale la luce si irradia gradualmente e si riflette su oro e mosaici, le navate laterali sono buie: in questo modo l'ambiente più luminoso è dunque il più sacro.
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DUOMO DI SALERNO
Nome⚘: Duomo di Salerno
Data⚘: 1080-1085
Luogo⚘: Salerno
Autore⚘: Sconosciuto
Contesto originale⚘: Fu costruito dopo la conquista da parte di Roberto II Guiscardo e fu costruite sopra un'ononima chiesa paleocristiana.
Scelte stilistiche: Il duomo è preceduto da una facciata barocca e dalla scalinata annessa. Dell'antico prospetto resta il portale, detto Porta deli Leoni a causa di due lati degli stipiti raffiguranti un leone. Inoltre abbiamo rilievi che si prestano a una lettora allegorica. Sull'architrave una scritta ricorda l'alleanza tra Salerno e di Capua. Abbiamo inoltre una lunetta con un affresco seicentesco che raffgura San Matteo che scrive il vangelo ispirato dall'angelo. Abbiamo inoltre un quadriportico romanico. L'atrio è circondato da un colonnato. Nell'atrio inoltre di apre la Porta in Bronzo della chiesa, fusa a Costantinopoli nel 1099.
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Lezione dell'11/05/20
AUTORE: sconosciuto
NOME: Basilica di Sant'Ambrogio (o Basilicam martirum, dai martiri Gervasio e Protasio)
DATA: fondata nel 386, modificata a partire dall'VIII secolo
LUOGO: Milano
CONTESTO ORIGINALE: La basilica aveva funzione religiosa, nel quadriportico erano svolte anche funzioni civili come le assemblee cittadine. All'interno del complesso ambrosiano troviamo inoltre il campanile dei monaci, il campanile dei canonici, una canonica incompleta ed i chiostri dell'università cattolica. La basilica è simbolo della riconquistata concordia fra vescovo, civiltà urbana e borghesia nascente. Inoltre sorge a Milano, città colpita dalla recente riforma ecclesiastica del 1046 nella quale patarie e papà Gregorio VII si erano battuti contro la corruzione ecclesiastica.
SCELTE TECNICHE E STILISTICHE: I materiali costruttivi sono poveri e di provenienza locale: mattoni per le murature, pietra per sostegni e elementi scultorei. La pianta è longitudinale e la copertura è a volte a crociera, tra le più antiche ad essere utilizzate per coprire spazi così ampi: le spinte verticali sono sostenute dagli archi ribassati, le spinte laterali sono sostenute dai matronei e dalle navate laterali che convogliano il peso verso i contrafforti esterni. Non è presente il cleristorio. La chiesa in stile romanico si innesta sulla precedente basilica paleocristiana: sono mantenuti invariati larghezza, lunghezza, numero e rapporto dimensionale delle navate. All'interno della chiesa vi è infatti un inamovibile fulcro sacro, la tomba di Sant'Ambrogio. La facciata a campana, con una grande loggia traforata a 5 arcate che si affaccia sul quadriportico si ispira agli archi trionfali romani. Il modello di Sant'Ambrogio sarà poi ripreso successivamente dalle altre chiese lombarde. I mattoni assumono nella chiesa valore decorativo e formano motivi a dente di sega, zig zag, archetto intrecciato. La cupola è coperta da un tiburio. All'interno l'abside è decorato da mosaici; il pulpito del 1200, in pietra marmo e rame lavorato a sbalzo, poggia sul sarcofago del generale Stilicone. L'altare, in oro, coperto da un ciborio con colonne in porfido, raffigura Sant'Ambrogio e due monaci (Gervasio e Protasio), Cristo con Paolo e Pietro, San Benedetto e due monaci, Santa Scolastica e due monache. Il retro in oro e argento a sbalzo con smalti e gemme su base in legno, è decorato con 12 scene della vita di Cristo, i 12 apostoli e i 4 simboli degli evangelisti. Qui troviamo anche due sportelli per accedere all'area dove sono conservate le reliquie. Grandi effetti di luce e ombra esaltano volumi e superfici: nella navata centrale la luce si irradia gradualmente e si riflette su oro e mosaici, le navate laterali sono buie. In questo modo l'ambiente più luminoso è dunque il più sacro.
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Custodi di arte e fede: San Paolo fuori le mura a Roma
Con la sua struttura, la Basilica di San Paolo fuori le Mura è una delle quattro basiliche papali di Roma e più grande dopo quella di San Pietro. La chiesa sorge sul luogo dove, secondo la leggenda, fu sepolto l’apostolo Paolo, e li i primi cristiani eressero una cappella sepolcrale, successivamente trasformata in basilica da Costantino e consacrata, secondo la tradizione, da Papa Silvestro I nel 324. Nel 385, si dette inizio alla ricostruzione del tempio, terminata nel 395 sotto l’imperatore Onorio. Divenuta una delle tappe più importanti del pellegrinaggio a Roma, l’aspetto attuale della basilica si deve a Pasquale Belli che, in collaborazione con altri architetti, la ricostruì tra il 1825 e il 1854, dopo l’incendio occorso nel 1823. La facciata, decorata nella fascia superiore da mosaici ottocenteschi, è di Luigi Poletti, autore anche del campanile e del pronao sul lato settentrionale, realizzato reimpiegando dodici colonne già nella navata della chiesa precedente , ed è preceduta da un quadriportico, disegnato alla fine del diciannovesimo secolo da Virginio Vespignani, dove sorge la statua di San Paolo di Giuseppe Obici. L’interno è suddiviso in cinque navate da ottanta colonne monolitiche di granito e la navata centrale, più ampia, presenta alle pareti mosaici con ritratti di papi, che continuano anche nelle navate laterali, e affreschi con storie della vita di San Paolo. L’altare centrale, dove si trova la confessione e la tomba dell’apostolo, è sormontato dal celebre ciborio gotico di Arnolfo di Cambio con, a destra, il grande candelabro per il cero pasquale, realizzato in marmo da Nicola D’Angelo e Pietro Vassalletto nel 1170. Nell’abside c’è il maestoso mosaico, voluto da Innocenzo III terminato al tempo di Onorio III e nel chiostro sono conservati numerosi frammenti architettonici, provenienti dall’antica basilica, e reperti archeologici dal sepolcreto ostiense. Il chiostro della basilica, opera di Jacopo e Pietro Vassalletto, presenta colonne in marmo a coppie, di diversa tipologia e forma, decorate da mosaici e marmi colorati che reggono gli archi con l’epistilio ornato di magnifici mosaici e limitato in alto da una cornice di marmo bianco con teste di leoni, buoi, capre ed altri animali, dalle bocche dei quali scorre l’acqua piovana. I monaci benedettini dell’Abbazia di San Paolo, da secoli custodi della tomba dell’Apostolo Paolo, hanno creato il giardino monastico nel quale coltivano erbe e alberi citati nella Bibbia, che riproduce idealmente l’Eden biblico, un luogo senza tempo in cui meditare e riflettere sulla visione cristiana e monastica della natura. Tra i diversi ambienti si può ammirare l’Orto dei semplici dove vengono coltivate, secondo la millenaria tradizione benedettina, le piante officinali impiegate nella realizzazione dei rimedi fitoterapici disponibili alla Spezieria Monastica. Nel 2007, alcuni scavi nell'orto hanno portato all’individuazione di antiche strutture, come la base di un piccolo campanile, delle costruzioni relative alle case dei poveri risalenti alla fine del V secolo, e i resti di un portico colonnato. Read the full article
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