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Costanza Modica, 17 anni. Studentessa di Pisa. Il suo discorso al Consiglio Comunale di Pisa
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"Buongiorno a tutti, sono Costanza Modica, ho 17 anni, il 23 Febbraio ho partecipato al corteo. Insieme ad altri studenti sono scesa in piazza.
Siamo scesi in piazza per manifestare il nostro dissenso contro quello che sta succedendo in Palestina, un genocidio, un massacro di gravità inaudita dimenticato, se non peggio, da tutta la nostra politica e ancor di più dal nostro governo.
Non ne potevamo più, non potevamo più sentirci complici e volevamo manifestare per esprimere chiaramente e con forza il nostro dissenso e lo sgomento per la situazione della popolazione palestinese.
Eravamo 100, 100 ragazzi, qualche universitario, molti liceali e alcuni studenti delle medie che manifestavano insieme a noi. Per chi non lo sapesse, un corteo di 100 persone è un corteo piccolo, quasi deludente.
Siamo partiti da Piazza Dante, dirigendoci verso Piazza dei Cavalieri, ma già in via San Frediano, una via stretta, abbiamo trovato una camionetta con la squadra antisommossa ad aspettarci, poliziotti con caschi, scudi e manganelli in riga e compatti, mentre alle spalle ci hanno raggiunto delle volanti della polizia bloccandoci davanti alla cancellata del Liceo Artistico.
Abbiamo alzato le mani in segno di pace, abbiamo fatto capire che eravamo pochi e non avevamo nessuna intenzione violenta, abbiamo chiesto come mai ci avessero bloccati, non ci rispondevano, abbiamo più volte cercato di capire ma non ci hanno mai risposto.
E poi la prima carica, la prima carica che ci ha spinti indietro di 3 metri, no, non ci hanno spinto indietro con gli scudi ma con le manganellate. Da quel momento è scoppiato il panico, io ero indietro ed ho aiutato i bimbi più piccoli ad andarsene, mentre altri più avanti erano stati colpiti duramente, alcuni seriamente feriti, altri presi e portati via.
In un crescendo incontrollato non hanno risparmiato colpi ai ragazzi che erano davanti, anche a quelli che cercavano evidentemente di arretrare con le mani alzate, hanno colpito con violenza, con apparente cattiveria, quasi con sadica soddisfazione. Hanno colpito e ferito ragazzi, per la maggior parte minorenni, disarmati e con le mani alzate.
Non hanno fatto passare l’ambulanza per una ragazza ferita alla testa, una è caduta ed è stata presa dal giacchetto mentre cercava di rialzarsi e colpita ripetutamente (come hanno mostrato molti video), il tutto senza mai nemmeno il tentativo di un dialogo, senza mai degnarci di una risposta al contrario di quel che ha dichiarato il ministro Piantedosi.
Non potevamo fare altro che scappare, ad un certo punto le volanti che ci chiudevano da dietro si sono dileguate e così ce ne siamo andati, loro ci hanno seguito per tutta via San Frediano e poi si sono fermati.
Questo avvenimento ha avuto una visibilità mediatica enorme con riscontri sia positivi, che, purtroppo, negativi. Abbiamo letto di tutto, sia messaggi di solidarietà, sia falsità, falsità che vogliamo sfatare qui ed adesso.
Si, deputato Ziello, eravamo incappucciati, pericolosi cappucci dei nostri giacchetti e delle nostre felpe, pioveva e come tutti i comuni mortali ci siamo coperti.
No, i poliziotti non ci hanno detto neanche una parola, non ci hanno ritenuto degni di un dialogo, di un confronto, non hanno cercato una mediazione, ci abbiamo provato noi, solamente noi, ma siamo stati bloccati da un muro silenzioso di uomini in divisa antisommossa, considerati bestie da scacciare e schiacciare.
E come osate paragonare un poliziotto che è caduto facendosi male alla gamba, con 13 ragazzi disarmati al pronto soccorso, come osate parlare di feriti da ambo i lati, come osate parlare di scontro alla pari?
No, non avevamo nessuna intenzione di andare in sinagoga o al cimitero ebraico, e anzi, vogliamo ricordare che noi non siamo antisemiti, siamo ragazzi che lottano contro le azioni portate avanti dal governo Israeliano e da quello Italiano.
Vorrei ricordarlo perché questa differenza, evidente e scontata, soprattutto per politici esperti e maturi come voi, sembra stranamente sfuggire alla maggioranza che si lamenta delle strumentalizzazioni altrui.
Insomma tutte queste falsità non reggono e non possono reggere, basta ragionarci sopra, con onestà.
Molti esponenti del governo, con il ministro Salvini in prima linea, si sono espressi dicendo “non toccate le forze dell’ordine, sono un patrimonio sacro”, ribadendolo più volte.
Forse non è bastato il richiamo del Presidente Mattarella, forse non erano sufficienti le sue parole, forse bisogna ribadire l’ovvio: non toccate gli studenti, non toccate il futuro dello stato italiano, il futuro del paese che dite tanto di amare.
E ringraziate, ringraziate ogni giorno i ragazzi che sono ancora qua, che non hanno paura e che lottano per un paese migliore, ragazzi che meritano, prima di ogni altra cosa, le vostre scuse.
Vi lamentate dei giovani, dite che sono dei vandali, bloccate in tutti i modi la loro voce, anche violentemente, e continuate a lamentarvi del distacco che hanno dalla politica odierna eppure, quando vengono massacrati, li attaccate, dite che è colpa loro, anche quando è del tutto evidente che state raccontando bugie.
Bugie non solo nelle interviste rilasciate dai maggiori esponenti politici, che forse non conoscono bene Pisa, che vedono da lontano, ma anche negli interventi del consiglio comunale di lunedì. Alcuni di noi hanno partecipato ed hanno assistito ad un teatrino imbarazzante riconducibile al nulla.
Non ci sono state prese di posizione da parte della maggioranza, se non una difesa della polizia, un vago richiamo alla necessità di aspettare le indagini e mille scuse per condannare i ragazzi che manifestavano, con paralleli totalmente campati per aria.
Siete rimasti così attaccati al vostro partito, alle indicazioni ricevute dall’alto, al ruolo che vi hanno imposto, o che (peggio) vi imponete, da perdere ogni onestà intellettuale; con noi davanti è una delle cose peggiori che potevate fare.
E no, non mi soddisfanno le parole del Sindaco, no, non mi soddisfa l’ordine del giorno che è stato approvato perché è vago, inconsistente e ridicolo. E la cosa peggiore è che ci avete fatto perdere del tutto la fiducia nelle istituzioni cittadine e questa è una sconfitta bruciante.
Nessuno di noi chiede di andare indietro nel tempo, o di dimenticare quello che è successo, ve lo dovete ricordare, dovete guardare i video, ascoltare le testimonianze, guardarci in faccia e prendere dei provvedimenti immediati, dovete riconoscere il problema. Non possiamo accontentarci di una superficiale vicinanza senza un provvedimento adeguato.
Chiudo dicendo che noi non ci fermeremo, avete provato a bloccarci a spaventarci, ad umiliarci, ma non ci siete riusciti, continueremo a manifestare, a lottare contro le ingiustizie e a guardarvi in faccia, noi sì, senza paura.
Pensavate che questa oppressione ci potesse in un qualche modo fermare? Abbiamo già dimostrato venerdì sera che non sarà così, riempiendo pacificamente la piazza che ci era stata chiusa con la violenza, ma ve lo confermiamo di nuovo in questa sede.
Non ci avete fermato anzi ci avete dato un motivo in più per scendere in piazza, chiedere giustizia per i manifestanti, chiedere provvedimenti adeguati contro chi si è abbandonato alla violenza.
Capisco che alle volte uscire dai vostri ideali politici di partito sia difficile, ma se vi fermaste un solo secondo ad ascoltarci davvero, a sentire la nostra voce e le nostre ragioni, capireste che non siamo vandali, siamo ragazzi che lottano per una causa comune, siamo i figli e il futuro di ogni paese democratico che si rispetti."
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Scicli: incendio all'interno di un'abitazione, anziano tratto in salvo dai Carabinieri
Scicli: incendio all'interno di un'abitazione, anziano tratto in salvo dai Carabinieri. Nel corso della nottata appena trascorsa un equipaggio dell'Aliquota Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Modica, durante l'espletamento del loro turno di servizio finalizzato al controllo del territorio e al rispetto delle norme del Codice della Strada, a seguito di richiesta di intervento pervenuta alla Centrale Operativa per un incendio divampato all'interno di un'abitazione sita nel comune di Scicli, è tempestivamente intervenuto per trarre in salvo gli occupanti e mettere in sicurezza l'area circostante. Giungi sul posto, i militari hanno acquisito immediata consapevolezza della gravità della situazione, notando le fiamme e una coltre nube di fumo fuoriuscire dall'immobile e, coraggiosamente, si sono adoperati per mettere in salvo l'unica persona all'interno dell'abitazione, un 70enne che è stato trovato riverso a terra e privo di sensi. Prima dell'arrivo dei Vigili del Fuoco, i militari hanno prestato le prime cure all'anziano, riuscendo a trascinarlo con non poca fatica all'esterno dell'abitazione, in modo da attendere l'intervento del personale medico. Al contempo, provvedevano a spegnere le fiamme che intanto avevano avvolto parte dell'abitazione, riuscendo a domarle anche con l'utilizzo di un estintore ed evitando che potessero espandersi a tutto l'edificio, con il rischio di coinvolgere anche quelli del vicinato. Sulla base degli accertamenti effettuati dai Vigili del Fuoco, l'incendio è scaturito accidentalmente a causa di una candela in cera lasciata accesa nel vano dell'abitazione. L'anziano è stato trasportato dall'ambulanza presso il pronto soccorso di Modica e, dopo le prime cure, è stato trasferito in prognosi riservata al Centro Grandi Ustionati di Catania a mezzo elisoccorso. Anche i militari intervenuti sono stati visitati dal personale sanitario a seguito di una lieve intossicazione dovuta all'inalazione dei fumi. L'episodio di questa notte, emblematico dell'importanza e dell'efficienza del dispositivo di pronto intervento dell'Arma dei Carabinieri, ha consentito di realizzare, ancora una volta, una delle finalità istituzionali che ogni Carabiniere quotidianamente cerca di concretizzare, ossia quella di essere di ausilio e supporto alla cittadinanza. Il coraggio e l'abnegazione al servizio mostrati dagli operanti sono stati di certo gli elementi fondamentali che hanno consentito di scongiurare più gravi conseguenze. I superiori gerarchici, oltre ad augurare la pronta guarigione al Vice Brigadiere Francesco Clemenza e all'Appuntato Scelto Qualifica Speciale Daniele Mallia, hanno espresso parole lusinghiere per lo spirito di servizio e il generoso altruismo evidenziati.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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30 giu 2023 18:46
SEGUI LA STRISCIA BIANCA E ARRIVERAI IN PARLAMENTO – LO SCANDALO DEL PUSHER DI GIANFRANCO MICCICHÈ È SOLO L'ULTIMO CASO DEL CONNUBIO TRA COCAINA E MONDO POLITICO. DAL VIZIETTO DELL’EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DC EMILIO COLOMBO AI FESTINI DI COSIMO MELE, FINO ALL'EX CAPO DELLA “BESTIA” SALVINIANA, LUCA MORISI – L'IPOCRISIA DI CHI PROCLAMA GUERRA ALLA DROGA PER POI “INFARINARSI” IL NASO IN PRIVATO – LA JENA: “ALLA SINISTRA PIACE LA CANNABIS, ALLA DESTRA LA COCA: ALMENO SULLE DROGHE C'È UNA DIFFERENZA” -
1 – ALMENO
La Jena - da “La Stampa”
Alla sinistra piace la cannabis,
alla destra la cocaina:
almeno sulle droghe c'è una differenza.
2 – CASTA IN “ POLVERE”: DALLA DAMA DI B. A MORISI
Estratto dell'articolo di Tommaso Rodano per il “Fatto quotidiano”
La frequentazione cordiale e sovente tra politici e cocaina è uno dei segreti peggio custoditi della storia della Repubblica. Intendiamoci: sarebbe strano il contrario. La cocaina è ovunque – in strada e tra le pareti domestiche; nelle università, negli spogliatoi, negli studi, negli uffici, nei tribunali, nelle redazioni – per quale motivo dovrebbe mancare proprio in Parlamento?
Altro discorso è l’ipocrisia insopportabile di chi fa le leggi e con un dito pigia tasti contro “epidemie” e “mercanti di morte” (per la destra di governo le droghe sono rigorosamente “tutte uguali”) mentre con l’altra mano magari arrotola banconote per spalancare le narici.
“Con tutta quella cocaina alla Camera e al Senato, se entra un cane poliziotto si arrende subito”, se la rideva Daniele Capezzone nel lontano 2006, quando era un radicale e non ancora un alfiere del peggior conservatorismo. “Altroché se gira droga tra i politici – gli faceva eco il verde Paolo Cento, al secolo “er Piotta” –, coloro che fanno leggi repressive sulle tossicodipendenze sono i primi a trasgredirle”.
L’argomento torna ad appassionare i giornalisti per via dell’ultima notizia sul vizietto di Gianfranco Miccichè, ex uomo di potere di Forza Italia in Sicilia, che andava a fare i suoi acquisti addirittura con auto blu e lampeggiante. Anche Piero Marrazzo – ex governatore del Lazio tra il 2005 e il 2009 – fu accusato di un poco nobile impiego dell’automobile di servizio, in occasione dello scandalo che segnò la sua vita e la sua carriera: lui confermò di aver frequentato transessuali e che in quegli incontri girasse pure cocaina, ma in compenso ha negato fieramente di essersi fatto accompagnare dalla scorta o di aver usato mezzi della pubblica amministrazione.
[…] La polverina nelle istituzioni è un costume antico, la pista inizia chiaramente nella Prima Repubblica, c’è un assuntore confesso persino tra i padri costituenti: Emilio Colombo, uno dei grandi della Democrazia Cristiana, presidente del Consiglio tra il 1970 e il 1972. Alla veneranda età di 83 anni, appena nominato senatore a vita, il nome di Colombo finì tra le more dell’ennesima indagine sugli stupefacenti e lui – non indagato – fu costretto all’umiliante ammissione di essere un consumatore di cocaina. Ma per “motivi terapeutici”, aggiunse vergognoso. In che senso? “Stress da lavoro”, affermò. Ognuno si calma a modo suo.
Nella tradizione dei democristiani birichini si colloca anche il compianto Cosimo Mele, ex deputato dell’Udc: una notte d’estate nel 2007, l’onorevole fu pescato in una suite dell’Hotel Flora di via Veneto, a Roma, in compagnia di due escort. Una di loro, Francesca Zenobi, finì al pronto soccorso e accusò Mele di averle dato la cocaina che le aveva causato il malore (l’ex parlamentare è stato prescritto quasi dieci anni dopo, nel 2016: la quantità di droga ceduta a Zenobi risultò “modica”).
[…] Nel 2006 Le Iene effettuarono una sessantina di narcotest sui parlamentari con un sotterfugio: i membri della troupe “tamponavano” la fronte degli intervistati. Sedici onorevoli risultarono positivi (4 di loro alla cocaina), ma il servizio fu bloccato dal garante prima di andare in onda, il nastro sequestrato dalla procura, i giornalisti indagati e poi condannati per violazione della privacy.
[…] Non poteva mancare la cocaina a lambire gli anni d’oro dell’epopea berlusconiana. Il Cavaliere in persona non è mai risultato tra i consumatori, ma intorno a lui – è fatto noto – si faceva festa grande.
La mitica “dama bianca” Federica Gagliardi fu tra le accompagnatrici non ufficiali del premier (“era un amante di Silvio”, Sgarbi dixit, e l’ha seguito anche in missioni internazionali). Una bella mattina, nel 2014, fu fermata all’aeroporto di Fiumicino con 24 chili di cocaina nella valigia.
Di recente anche l’ape regina Sabina Began, storica amica dell’ex premier, ha voluto condividere col mondo il fatto di avere un rapporto “fantastico” con la droga. Salute.
La cocaina è democratica ma – conti alla mano – tra i politici sembra piacere soprattutto a conservatori e cattolici: è successo più spesso che chi strillava la sua fede proibizionista, finisse per dimostrare che l’interesse era sospetto. Chiedere a Luca Morisi, ex “capo Bestia” della comunicazione di Matteo Salvini sui social, un algoritmo vivente di messaggi e slogan contro drogati e spacciatori. L’hanno beccato – pure lui – in un festino privato con cocaina ed escort rumeni. Miccichè, insomma, è in ottima compagnia, un granello in un deserto bianco.
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Sessanta ore di attesa al pronto soccorso, “Niente posti”, l’Asp si difende
Sessanta ore di attesa al pronto soccorso, “Niente posti”, l’Asp si difende
Read More Scoppia un altro caso relativo ai tempi lunghi della sanità pubblica siciliana. Una donna ha dovuto attendere due giorni e mezzo al Pronto soccorso dell’ospedale di Modica prima che le venisse assegnato un posto letto. Sessanta ore. Ecco che arrivano, tramite una nota stampa, i chiarimenti dell’Asp di Ragusa. The post Sessanta ore di attesa al pronto soccorso, “Niente posti”, l’Asp si…
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Evan, i sette mesi di inferno prima di morire: fratture al femore e alla clavicola, ustioni e botte
E poi la gente si perde a guardare il politico di turno che parla , e nel frattempo amidici stupri e violence su minori continuation , due bambini morti in una settimana , a questo popolo di storditi , interessa solo farsi guidare nuovamente in una manifestazione organizzata sempre da i soliti , #Storditi bravi . Evan Lo Piccolo, il bambino di 21 mesi morto lunedì dopo essere stato trasportato all’ospedale Maggiore di Modica e per il quale la madre Letizia Spatola, 23 anni, e il suo nuovo compagno Salvatore Blanco, 30 anni, sono in stato di fermo per i reati di maltrattamenti in famiglia e omicidio in concorso, aveva subito anche in altre occasioni abusi e violenze, tanto che per tre volte negli ultimi mesi ha avuto bisogno delle cure dei medici del pronto soccorso per lividi, bruciature e perfino per una frattura: il 27 maggio, il 12 giugno e il 6 luglio il piccolo è stato trasportato in ospedale e in due di questi tre casi la madre l’aveva persino abbandonato allontanandosi dal nosocomio. Il 27 maggio – come ricorda La Stampa – Letizia Spatola e Salvatore Blanco hanno accompagnato il bambino all'ospedale di Noto; a Evan i medici diagnosticano la frattura scomposta del femore destro, con tumefazioni all’anca e al ginocchio. ##Pedowar ##realQanonIta ##sabotati_mentali ##veleno ##VelenoQItalia #QResearch #Salviamoibambini #SAVETHECHILDREN #Storditi Read the full article
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Il sindaco Giannone e il manager Aliquò a confronto: fatto il punto sull’ospedale Busacca
Il sindaco Giannone e il manager Aliquò a confronto: fatto il punto sull’ospedale Busacca
SCICLI – La stanza del sindaco ha ospitato un confronto fra il primo cittadino, Enzo Giannone, e il manager dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò. Sul tavolo la situazione attuale e prospettive legate all’ospedale ‘Busacca’ con una breve parentesi circa alcune emergenze sanitarie del Distretto Scicli, Modica, Ispica e Pozzallo. Presente all’incontro anche la giunta comunale e il presidente del…
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#angelo aliquò#bonino pulejo ospedale busacca#busacca scicli#comune di scicli#danilo Demaio#giunta comunale scicli#giunta giannone#mangera asp ragusa#ospedal busacca#ospedale maggiore modica#pronto soccorso modica#scicli#scicli news#scicli notizie#scicli video notizie#sindaco enzo giannone#sindaco enzo giannone scicli#sindco scicli#stanza del sindaco scicli#ultime notizie scicli
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Quanto costa il vaccino antinfluenzale?
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/quanto-costa-il-vaccino-antinfluenzale/110663?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=110663
Quanto costa il vaccino antinfluenzale?
Il vaccino antinfluenzale è uno dei più rinomati in assoluto.
Specialmente nell’ultimo periodo, a seguito della pandemia da Covid-19, si sta parlando tantissimo dell’importanza dei vaccini. In particolar modo per quanto riguarda i soggetti più fragili, come ad esempio gli anziani, gli immunodepressi e tutte le fasce a rischio.
Tra l’altro, risulta fondamentale sottoporsi al vaccino antinfluenzale, in modo da semplificare la diagnosi dei casi sospetti da Coronavirus (vista la simile sintomatologia). Senza contare il fatto che si andrebbe a ridurre la mole di persone che vorrebbe recarsi al pronto soccorso. Ma quanto costa il vaccino antinfluenzale?
Prima di trattare questo aspetto, è bene precisare quali sono le categorie idonee e quelle che non necessitano di tale procedura. Scopriamone di più!
Vaccino antinfluenzale chi deve farlo
Vista l’emergenza Covid-19, il vaccino per l’influenza si rivela importante per tantissime persone.
Secondo quanto riportato dal sito ufficiale del Ministero della Salute (ma anche da altre fonti), è necessaria la prevenzione e il controllo dell’influenza per le seguenti categorie:
Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano in gravidanza e nel periodo post partum;
I soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza come malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio o di quello cardiocircolatorio, diabete mellito e altre malattie metaboliche, insufficienza renale/surrenale cronica, malattie oncologiche ecc.;
I soggetti di età pari o superiore a 65 anni;
Bambini e gli adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di sindrome di Reye in caso di infezione influenzale;
Ma anche:
Le persone ricoverate in strutture sanitarie di lungo degenza;
I familiari e i contatti (adulti e bambini) di soggetti a rischio di complicanze;
Medici e il personale sanitario di assistenza;
Il personale delle forze di polizia e dei vigili del fuoco;
Tutti coloro che per motivi di lavoro, sono a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani come veterinari, allevatori, e così via.;
Il personale addetto a servizi pubblici di primario interesse collettivo (si pensi agli insegnanti oppure al personale degli asili nido, delle scuole dell’infanzia e dell’obbligo, agli addetti delle poste e telecomunicazioni, ecc.);
I donatori di sangue
Tra l’altro, da quest’anno (sempre a causa del Covid), il vaccino antinfluenzale si offre anche alle persone che abbiano un età compresa tra i 60 e i 64 anni.
Vaccino antinfluenzale chi non deve farlo
Sempre secondo quanto indicato dal Ministero della Salute, salvo casi eccezionali il vaccino antinfluenzale si sconsiglia vivamente a:
I bambini sotto i 6 mesi in quanto tale vaccino non è sufficientemente immunogenico e non assicura una protezione sufficiente;
I soggetti allergici al vaccino stesso ;
Le persone affette dalla sindrome di Guillain Barré, avendola sviluppata entro 6 settimane dalla somministrazione di una dose di vaccino antinfluenzale;
Tutti coloro che presentano malattie che possono costituire una controindicazione temporanea alla vaccinazione.
Vaccino antinfluenzale quanto costa
A questo punto ci si chiede: quanto costa il vaccino per l’influenza?
Per i soggetti che fanno parte delle categorie idonee, la somministrazione è del tutto gratuita.
In caso contrario, è possibile acquistarlo in farmacia, sotto prescrizione del medico di famiglia (o del pediatra) ad una cifra modica. Il costo infatti, oscilla dai 10 ai 25 euro (variabile a seconda di alcuni fattori, come ad esempio l’azienda che lo produce).
Tuttavia, per qualsiasi tipo di informazione, bisogna consultare una figura esperta nel settore. Una cosa è certa: adesso, per via del Covid, potrebbero esserci ulteriori novità sulle somministrazioni. Pensate che all’inizio della stagione invernale le dosi già scarseggiavano, proprio perché si sta puntando ad una maggiore copertura vaccinale. Insomma, non ci resta che seguire i nuovi aggiornamenti.
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Modica. Apre il PS, operativo da oggi pomeriggio
Si spalancano le porte del nuovo Pronto Soccorso dell’ospedale Maggiore di Modica, a darne la notizia con grande soddisfazione è il Commissario, Salvatore Lucio Ficarra, che da quando sono iniziate le operazioni di trasferimento, ha seguito passo, passo l’evolversi del trasloco. “Stiamo consegnando alla città e ai cittadini modicani il nuovo Pronto Soccorso – ha…
Modica. Apre il PS, operativo da oggi pomeriggio was originally published on ITALREPORT
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Modica. Americano finisce fuori strada
Modica. Un turista americano a bordodi una Renault Kadjar è finito fuori strada in contrada Catanzaro Pizzilli nel modicano ed è stato costretto a ricorrere alle cure del Pronto soccorso.Di sera non si è accorto di una curva alla sua destra ed è finito nelle campagne dopo un volo di qualche metro.58 anni, l’uomo è stato estratto dai Vigili del fuoco e trasportato al Prono soccorso con…
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Modica, maltrattava il figlio: Polizia denuncia la madre 46enne
Modica, maltrattava il figlio: Polizia denuncia la madre 46enne
E’ stata denunciata dalla Polizia di Modica per maltrattamenti in famiglia una cittadina extracomunitaria di 46 anni, attualmente domiciliata a Ragusa dove viveva con il figlio di 10 anni.
I fatti risalgono a domenica scorsa quando i medici del pronto soccorso informavano il Commissariato dell’arrivo di un minore straniero, che presentava evidenti segni di violenza fisica.
Dalle prime…
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Evan, i sette mesi di inferno prima di morire: fratture al femore e alla clavicola, ustioni e botte
E poi la gente si perde a guardare il politico di turno che parla , e nel frattempo amidici stupri e violence su minori continuation , due bambini morti in una settimana , a questo popolo di storditi , interessa solo farsi guidare nuovamente in una manifestazione organizzata sempre da i soliti , bravi. Evan Lo Piccolo, il bambino di 21 mesi morto lunedì dopo essere stato trasportato all’ospedale Maggiore di Modica e per il quale la madre Letizia Spatola, 23 anni, e il suo nuovo compagno Salvatore Blanco, 30 anni, sono in stato di fermo per i reati di maltrattamenti in famiglia e omicidio in concorso, aveva subito anche in altre occasioni abusi e violenze, tanto che per tre volte negli ultimi mesi ha avuto bisogno delle cure dei medici del pronto soccorso per lividi, bruciature e perfino per una frattura: il 27 maggio, il 12 giugno e il 6 luglio il piccolo è stato trasportato in ospedale e in due di questi tre casi la madre l’aveva persino abbandonato allontanandosi dal nosocomio. Il 27 maggio – come ricorda La Stampa – Letizia Spatola e Salvatore Blanco hanno accompagnato il bambino all'ospedale di Noto; a Evan i medici diagnosticano la frattura scomposta del femore destro, con tumefazioni all’anca e al ginocchio. Read the full article
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20 ago 2020 20:20
L’INDIFFERENZA UCCIDE – IL PICCOLO EVAN, UCCISO A BOTTE NEL SIRACUSANO DALLA MADRE E DAL SUO COMPAGNO, ERA FINITO TRE VOLTE IN OSPEDALE: SETTE MESI DI MALTRATTAMENTI E ANGHERIE CON FRATTURE, TUMEFAZIONI ALL'ANCA E AL GINOCCHIO E PERFINO “IL TAGLIO DI UNA PARTE DELL'ORECCHIO”, TRE REFERTI MEDICI CHE CERTIFICANO VIOLENZE INDICIBILI - È POSSIBILE CHE NESSUNO TRA MEDICI, CARABINIERI, POLIZIA E SERVIZI SOCIALI ABBIA FATTO QUALCOSA? L'ESPOSTO CHE IL PADRE AVEVA FATTO A GENOVA NON E' MAI ARRIVATO A SIRACUSA E...
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1 - TRE RICOVERI E UNA DENUNCIA SMARRITA IL PICCOLO EVAN UCCISO DALL'INDIFFERENZA
Fabio Albanese per “la Stampa”
La procura di Genova dice di avere spedito ai colleghi di Siracusa l'esposto del papà di Evan agli inizi di agosto. La procura di Siracusa assicura di non avere mai ricevuto nulla. I Servizi sociali di Rosolini avevano preso in carico la vicenda del bambino ma non avevano ancora inviato un rapporto. Per tre volte, il 27 maggio, il 12 giugno e il 6 luglio, Evan era finito in ospedale per lividi, bruciature e perfino per una frattura; in almeno una di queste occasioni l'ospedale Trigona di Noto aveva avvertito i Servizi sociali del comune di residenza del bimbo, Rosolini, ma le azioni conseguenti sono «oggetto di verifica», come dicono i pm.
Nella triste e terribile storia di Evan Lo Piccolo, 21 mesi, morto lunedì scorso al suo arrivo all'ospedale Maggiore di Modica e per il quale la madre e il suo nuovo compagno sono in stato di fermo per i reati di maltrattamenti in famiglia e omicidio in concorso, ci sono molti tasselli ancora fuori posto: «Stiamo facendo accertamenti su tutti i profili possibili», dice il procuratore di Siracusa Sabrina Gambino che, con l'aggiunto Fabio Scavone e la pm Donata Costa, guida l'inchiesta.
Dalla serie di punti ancora da chiarire emerge una sottovalutazione del rischio a cui il bimbo era esposto da quando la madre, Letizia Spatola, 23 anni, aveva iniziato una nuova relazione, quella con Salvatore Blanco, 32 anni. Da quel momento nella loro casa di edilizia popolare alla periferia di Rosolini, a sud di Siracusa, le botte erano una costante.
Non solo al bambino ma anche alla madre, come lei stessa ha raccontato ai pm la notte in cui è stata fermata. Risparmiato solo l'altro suo figlio, 6 anni, avuto da una precedente relazione. Nessuno, almeno ufficialmente, sapeva. Lei, ogni volta che i nonni di Evan chiedevano perché il bambino aveva quei lividi addosso, diceva che era caduto, che aveva sbattuto su un mobile giocando, scuse con cui copriva il compagno, «temuto e del quale era succube» come hanno spiegato gli investigatori. La donna, seppure il fermo sia per gli stessi reati del compagno, è accusata di non «essersi attivata per impedire» all'uomo di picchiare il bambino.
Ma in quella casa, e ancora prima che il 6 agosto l'avvocato di Stefano Lo Piccolo consegnasse alla procura di Genova l'esposto e le foto di Evan con il volto tumefatto ricevute dalla nonna del bimbo, i servizi sociali del comune di Rosolini erano già entrati. Senza però che un allarme scattasse. «Avevano in carico il caso ma non dico altro per rispettare il segreto istruttorio, lasciamo fare il lavoro a chi lo deve fare», si arrocca il sindaco del paese, Pippo Incatasciato. Ai servizi sociali, che con il sindaco hanno avuto un confronto nelle ultime ore, dicono seccati «non possiamo parlare». E' evidente che in Comune ci sia imbarazzo per una vicenda che forse avrebbe potuto avere una diversa attenzione.
E poi c'è l'esposto presentato dal padre di Evan alla procura di Genova, finora mai arrivato a Siracusa: «Né qui né alla procura dei minorenni», precisa il procuratore Gambino che riferisce anche un particolare: «Genova ha iscritto l'esposto a modello K, cioè fatto non costituente reato» e sottolinea come si tratti di «un esposto generico». Nemmeno la nonna - che i lividi li aveva visti, fotografati e riferiti al figlio - «ha mai pensato di rivolgersi a noi o alla polizia». Da Genova confermano di «avere inviato le carte a Siracusa il 7 agosto».
Dove siano, adesso, queste carte, è dunque un mistero. Ieri, nell'obitorio dell'ospedale Maggiore di Modica, il medico legale Maria Francesca Berlich ha compiuto l'autopsia sul cadavere del bimbo e ha accertato numerosi traumi al cranio. Il rapporto con le esatte cause del decesso dovrà essere depositato 60 giorni.
2 - IL FEMORE ROTTO, L'ORECCHIO TAGLIATO QUELL'ORRORE DURATO SETTE MESI
Tommaso Fregatti per “la Stampa”
Sette mesi di maltrattamenti e angherie con fratture, tumefazioni all'anca e al ginocchio e perfino «il taglio di una parte dell'orecchio», tre referti medici che certificano violenze indicibili e la madre che «per due volte porta il suo bimbo bisognoso di cure al pronto soccorso di Noto e poi si allontana dall'ospedale». Di fatto abbandonandolo. Sono inquietanti le carte d'inchiesta sulla morte di Evan Giulio Lo Piccolo, il bambino di un anno ucciso a botte dalla madre Letizia Spatola e dal compagno Salvatore Blanco.
Carte che, oltre a raccontare come il piccolo abbia vissuto un incubo lungo sette mesi, evidenziano come in molti (a cominciare dal personale sanitario che lo aveva avuto in cura) fossero a conoscenza di violenze e soprusi ma nulla abbiano fatto per impedire che i maltrattamenti continuassero. Il sostituto procuratore Donata Costa che coordina l'inchiesta nei capi d'imputazione, messi nero su bianco per eseguire l'autopsia, parla di «reiterate aggressioni fisiche» che madre e compagno avrebbero inferto al piccolo Evan. «Maltrattato più volte» Ma non solo.
Allega tre referti ospedalieri che potrebbero rilevarsi molto importanti per lo sviluppo dell'inchiesta. Il pm evidenzia come la mamma Letizia e il suo nuovo compagno «lo abbiano maltrattato provocandogli in più occasioni lesioni personali anche gravi». E in particolare viene citato il referto del 27 maggio 2020 quando il piccolo Evan arriva all'ospedale di Noto «con la frattura scomposta del femore destro, con tumefazioni all'anca e al ginocchio». Il 12 giugno, esattamente quindici giorni dopo, la madre riporta il piccolo in ospedale.
Perché Evan non è stato curato come si dovrebbe e le ferite si sono infettate. E però, invece, che stare vicino al suo piccolo di un anno - viene messo nero su bianco nel referto - la madre «si allontana volontariamente dal pronto soccorso». Una circostanza che si ripete nel terzo accesso in ospedale. Siamo al 6 giugno - due mesi e dieci giorni prima della morte del piccolo - e questa volta i medici gli diagnosticano «la frattura della clavicola sinistra». Ma annotano ancora una volta come la madre lasci il piccolo il ospedale «e si allontani volontariamente dallo stesso». E poi, non refertate ma documentate dalla Procura - tanto da essere inserite nel capo d'imputazione per maltrattamenti in famiglia in concorso, ci sono altre violenze choc.
Anche ustioni alle mani Tra queste «un'ustione alla mano destra, un taglio posteriore dell'orecchio, due tagli in regione frontale con copiosa fuoriuscita di sangue, una botta alla fronte, una ferita lacero contusa all'occhio destro e, da ultimo, un trauma cranico in conseguenza del quale il bambino decedeva». Nel capo d'imputazione il pm evidenzia come queste violenze non siano estemporanee come, invece, si era creduto in un primo momento.
Ma sono state «reiterate nel tempo». Il magistrato che coordina l'inchiesta ipotizza un inizio «a febbraio 2020» e una fine «il 17 agosto» quando il piccolo Evan muore. È possibile che in sette mesi nessuno tra medici, carabinieri, polizia e servizi sociali si sia accorto delle angherie che subiva il piccolo nonostante le segnalazioni di nonni e papà da Genova? «È incredibile - dice il padre Salvatore Lo Piccolo assistito dall'avvocato Federica Tartara - che mio figlio sia morto in questo modo. Vogliamo giustizia per quello che è successo». -
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Romualdo Polara primario del pronto Soccorso di Modica
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