#presa male
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ross-nekochan · 10 months ago
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Situazione: lo vedo cucinare con grande impegno e allora gli chiedo cosa sta cucinando. Lui risponde. Quando finisce gli dico:"Finito?" E lui:"SÏ, ho finito... sono un sacco stanco". Mette tutto sul tavolo. Poi vedo un liquore alla fragola e gli dico:"E questo liquore?" Lui:"È mio... ti piave la fragola?" E rispondo di no.
Passa del tempo. Preparo la cena, mi siedo al tavolo, mangio la cena e la finisco pure.
Ad un certo punto, arriva un'altra ragazza con altre bottiglie e dice:"Scusami mi sono dimenticata di comprare il cioccolato!". E si siede davanti ai piatti.
Lui che sta sempre a cantare il mio nome ogni 5 minuti, da quel momento in poi fa come se non fossi seduta al loro stesso tavolo. Chiama in videochiamata addirittura un nostro amico comune che Ăš adesso ad Okinawa (che Ăš tipo il MIO migliore amico in questo posto - tant'Ăš che gli stavo giĂ  raccontando quello che stava succedendo) e manco mi inquadra per dire "salutalo".
La ragazza che ha invitato interessa tantissimo a un ragazzo italiano che vive qui. Fortunatamente non Ăš qui perchĂ© sennĂČ sarebbe rimasto accoltellato, dato che lui Ăš talmente timido che non riesce nemmeno a parlarle. Ora non so se sia il caso di fargli sapere cosa Ăš successo stasera e sto per chiedere consiglio al suo migliore amico per capire cosa fare. Una parte di me vorrebbe dirglielo cosĂŹ anche lui comincerĂ  ad odiarlo un po' come lo sto odiando io.
Io non lo so come si fa a non rimanere sempre feriti dalle persone come se ti squarciassero il petto.
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ciaoamoreciao · 10 months ago
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dargen noi ti avremmo ascoltato per ore per quanto possa contare â˜č
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ancoranonlososblog · 2 years ago
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Ti do dei motivi per dimenticarlo:
Non Ăš mai stato presente
Non ti conosce, non sa cosa gli piaci e cosa no
Non ti scrive
Non ti ama
Non gli piaci
Non gli manchi
Non ti ha mai dedicato del tempo
Eri una qualunque
Ti ha fatto sentire importante per un po’ poi ti ha buttato via
Ti ha usato
Non ti merita, non merita il tuo amore lascialo andare come lui ha lasciato andare te
Leggilo, leggilo anche piĂč volte, memorizzalo, farĂ  un male cane lo so bene. Ma ehi, ascolta, andrĂ  tutto bene, sei forte e c’ù la farai, ti rialzerai e sarĂ  solo un brutto ricordo. Lui sarĂ  solo un ricordo.
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deathshallbenomore · 2 years ago
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looking forward to l’esame di diritto costituzionale del candidato roberto benigni💀
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girlpetrarca · 10 months ago
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ragaaaaaa perché perché perché
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gotaholeinmysoull · 1 year ago
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non Ăš mai stato cosĂŹ difficile studiare
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pittoina · 1 year ago
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c'Ú stato un attimo in cui ho dovuto prendere le redini della situazione senza che me lo dicesse la direttrice e, con meno difficoltà di quanto pensassi, sono riuscita a non far andare in tilt il bar. le comande sono uscite con le giuste tempistiche, nessuno si Ú lamentato. tutto questo e non ritrovarsi nemmeno un euro di mancia in tasca. per carità, si vive anche senza, ma ci sono rimasta male soprattutto perché poi la responsabile di sala Ú venuta da me dicendo menomale che ci stavi tu.
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petri-cheers · 2 years ago
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Italy when Ultimo will win Sanremo 2023
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fiorellosupremacy · 2 years ago
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Oh to be a put*ana come autorevolmente affermato da Elodie in the brodo mefitico del mondo nuovo
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vulnerabile · 2 years ago
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una presa male al giorno
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lesbicona · 10 months ago
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ahiahia le orecchie
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shiningnorthernlights · 1 year ago
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lonelysmile · 1 year ago
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oggi forse andiamo a fare una merenda con i parenti perché purtroppo ci hanno invitato
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deathshallbenomore · 2 years ago
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lady--vixen · 23 days ago
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Riesco a perdonare (quasi) tutti, ma non me.
Un giorno ero in un ospedale con un mal di testa atroce. Stavo davvero male e non trovavo gli ascensori per portare al piano terra la persona in sedia a rotelle che era con me. Una persona appena operata, che stavano sbattendo fuori in giornata dall'ospedale. Ho chiesto indicazioni a due infermiere ferme a parlare con un dottore, che stava palesemente facendo il cascamorto. Alla domanda: "Scusate, come scendo al piano terra?" si Ăš intromesso il dottore "Con un paracadute, ad esempio, o puoi imparare a volare. Oppure prendi le scale." Era solo una battuta, ma la testa mi ha dato una fitta che a momenti gli vomito sulle scarpe. Ho detto qualcosa tipo: "E metto il paracadute anche a lui sulla sedia a rotelle?" A quel punto il dottore si Ăš scusato immediatamente e mi ha portato agli ascensori. Si Ăš giustificato dicendo di avermi presa per una delle ginecologhe nuove dell'ospedale e che lui scherzava sempre cosĂŹ con tuttE e bla bla bla. Io avevo una motosega nel cervello, volevo solo che tacesse. L'ho salutato e me ne sono andata.
Poi perĂČ a casa mi sono sentita in colpa (io!) per non aver preso bene la battuta. Un dottore mi ha risposto come un cretino eppure mi sentivo in colpa. Io.
Fare la stronza mi riesce benissimo, a caldo, ma se tratto male o offendo qualcuno (anche se Ăš un qualcuno che si meriterebbe solo dei vaffanculo a ripetizione), so giĂ  che poi non ci dormo la notte.
SarĂČ cretina?
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interlagosgrl · 23 days ago
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🎃 kinktober - day thirty-one: festa de halloween.
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— aviso: muita safadeza. masturbação f e m!receiving, chupadinha no peito, oral m!receiving, sexo desprotegido, penetração vaginal, creampie.
— word count: 3,5K.
— notas: chegamos ao fim do nosso mĂȘs incrĂ­vel. queria agradecer vocĂȘs por toda as interaçÔes e por todo o apoio durante esse tempo! foi um desafio, mas foi incrĂ­vel para me dar um pouco da disciplina que eu precisava, hehe. nesse tempo ganhamos mais de 350 novos seguidores. sejam bem vindos! obrigada por tudo, galera.
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a fantasia de vampira tinha sido uma Ăłtima escolha para a noite. os seios estavam apertados no corset preto de couro e a bota de amarração que ia atĂ© alĂ©m dos joelhos exibia um salto enorme, te deixando maior do que vocĂȘ jĂĄ era. a mini saia cheia de babados dava o toque final, alĂ©m da boca cheia de sangue e a maquiagem pesada.
a ideia da festa de Halloween tinha sido de MatĂ­as. infernizara o restante do grupo para que todos concordassem em se fantasiar e ficaram bĂȘbados em plena quinta-feira, esquecendo de qualquer compromisso que tivessem na sexta. como vocĂȘ e os seus amigos eram irresponsĂĄveis, tinham aceitado o convite de Recalt.
Felipe e SimĂłn prometeram que a buscariam em casa para que pudessem ir juntos. vocĂȘ apreciava a ideia porque nĂŁo pretendia dirigir uma vez que estivesse bĂȘbada, alĂ©m de odiar a ideia de pegar um carro de aplicativo com uma pessoa desconhecida. Hempe e Otaño, que dividiam um apartamento, sempre se ofereciam para serem seus motoristas particulares jĂĄ que a sua casa ficava entre o caminho de praticamente todas as coisas.
"daaaale, mami. estĂĄ re linda." SimĂłn elogiou assim que vocĂȘ cruzou a portaria do prĂ©dio. vocĂȘ deu uma rodadinha, exibindo a fantasia enquanto os dois aplaudiam.
"doces ou travessuras?" indagou, retirando duas balinhas do vĂŁo dos seios, jogando uma para cada um.
"com vocĂȘ travessuras, sempre." Pipe deu uma piscadela, abrindo a porta de trĂĄs para que vocĂȘ entrasse.
SimĂłn estava vestido de prisioneiro. trajava um macacĂŁo laranja, manchado de sangue aqui e ali para um maior efeito assustador, alĂ©m de ter uma algema presa em um dos pulsos. Pipe estava de O Fantasma da Ópera, usando um terno de alfaiataria com uma mĂĄscara branca que tampava a metade do rosto. vocĂȘ nĂŁo deixou de achar os dois uns gostosos, mas resolveu guardar aquela informação para si mesma.
uma vez na festa, vocĂȘ se admirou com o que MatĂ­as e Malena tinham feito no prĂłprio apartamento. os mĂłveis tinham sido retirados da sala e a decoração era assustadora, com manchas de sangue, manequins malucos e correntes de verdade espalhadas por todo o lugar.
"se dedicaram Ă  essa festa, hein?" vocĂȘ elogiou assim que os encontrou no cĂŽmodo de luz azul. uma mĂșsica alta tocava e vocĂȘ se perguntou como eles tinham feito para nĂŁo atrair reclamaçÔes dos vizinhos.
"o MatĂ­as Ă© inclinado para a arte do mal. ficou feliz igual pinto no lixo decorando a casa." Malena explicou, a olhando de cima a baixo com um sorriso no rosto. "como vocĂȘ estĂĄ linda!"
não deixou de sorrir. todos que tinha visto até então tinham se dedicado muito às suas fantasias. Enzo estava vestido de palhaço, uma expressão triste pintada no rosto com roupas ensanguentadas para completar o look. Matías tinha decidido ir de Frankestein e era cÎmico como ele, tão pequenininho, fingia ser um monstro gigante e assustador. Esteban estava vestido de Psicopata Americano, a capa de chuva sobre o terno e a gravata vermelha. Pardella tinha ousado uma fantasia de Freddie Mercury e Della Corte estava vestido de Thomas Shelby. Blas decidira ir de Wybie do filme Coraline.
“eu tenho uma surpresa para vocĂȘs.” MatĂ­as anunciou na pequena roda de amigos, alĂ©m dos outros convidados que estavam por lĂĄ. “eu e a Male tivemos a grande ideia de fazer um ponche especial. Ă© sĂł para quem gosta de travessura.”
MatĂ­as esfregou uma mĂŁo na outra, como um gĂȘnio do mal. deu uma piscadela para vocĂȘ e para o resto dos amigos antes de descobrir a bacia de ponche e colocar uma pilha de copos descartĂĄveis ao lado. vocĂȘ, destemida, pegou um dos copos e o encheu com o lĂ­quido carmesim. levou atĂ© os lĂĄbios, sentindo um gostinho salgado misturado aos sabores frutados e alcĂłolicos. decidiu dar de ombros e beber um pouco mais, para que a noite finalmente começasse.
começou a dançar com as amigas na pista de dança improvisada na sala de estar. Malena agarrou a sua cintura enquanto vocĂȘs dançavam reggaeton, cantando Ă  plenos pulmĂ”es. nĂŁo demorou para que MatĂ­as se juntasse a brincadeira, abraçando vocĂȘs duas enquanto gritava a letra de alguma mĂșsica de Chencho Corleone. seu corpo começou a esquentar no meio do ato. agradeceu por estar tĂŁo despida, senĂŁo, jĂĄ estaria suando hĂĄ muito tempo. seu peito se enchia em uma alegria incabĂ­vel, o coração cheio de amor pelos os amigos. cada vez que olhava para o rosto de Male e MatĂ­as, sentia uma vontade irresistĂ­vel de sorrir.
“acho que vocĂȘs duas deveriam se beijar.” MatĂ­as incentivou, arrancando uma risada de vocĂȘs duas. vocĂȘ concordou, segurando o rosto da namorada do argentino para que pudesse depositar um selar terno nos lĂĄbios macios cheios de batom. suas mĂŁos tremiam, embora o restante do corpo parecia estar firme. “agora eu acho que vocĂȘs deviam me beijar.”
nĂŁo era a primeira vez que aquilo acontecia. quando se andava muito com o mesmo grupo de amigos, acontecia de vez ou outra vocĂȘ ficar com algum deles. vocĂȘ sĂł se surpreendia de como tinha sido rĂĄpido daquela vez. fazia apenas uma hora desde que vocĂȘ tinha chegado. geralmente, levava um tempo maior para que vocĂȘs aceitassem que a noite se resumiria em ficar com alguĂ©m da prĂłpria rodinha. mas, ali estava MatĂ­as sorrindo para vocĂȘ com seu sorriso diabĂłlico.
Malena empurrou a sua cabeça em direção a de MatĂ­as, fazendo com que seus lĂĄbios se tocassem. o corpo de MatĂ­as estava tĂŁo quente quanto o seu. o braço dele que antes te abraçava estava ao redor da cintura, a mĂŁo livre procurando por sua bunda debaixo da minissaia. a lĂ­ngua rĂĄpida e firme de Recalt desbravou o interior da sua boca, arrancando o ar dos seus pulmĂ”es. o interior das suas coxas queimou em calor, a calcinha pesando pela umidade logo em seguida. quando o argentino a largou para que pudesse beijar, tambĂ©m, a prĂłpria namorada, vocĂȘ sentiu a cabeça tontear.
resolveu pegar um pouco mais de ponche para beber, encontrando SimĂłn e Pipe perto da mesa, rindo de alguma piada que ambos compartilhavam. sorriram ainda mais largo ao te ver, reiterando o quĂŁo bonita vocĂȘ estava. pareciam bĂȘbados assim como vocĂȘ e o restante da festa.
“que tinta verde Ă© essa na sua cara?” SimĂłn apontou para o redor da sua boca.
“trombei com o MatĂ­as.” vocĂȘ mentiu, pegando um dos guardanapos da mesa para limpar a tinta verde do rosto. “saiu?”
“trombou e caiu na boca dele, nĂ©?” Pipe riu. “nĂŁo saiu. tu ‘tĂĄ parecendo a She Hulk.”
um biquinho de chateação se formou na sua boca, sabendo que vocĂȘ provavelmente teria que esfregar o rosto para tirar aquilo dali. anunciou que iria ao banheiro para se limpar e os dois meninos se prontificaram em ir junto de vocĂȘ. nĂŁo sabia o porquĂȘ de estar com o julgamento tĂŁo afetado, mas, na hora, vocĂȘ nĂŁo achou nada de errado com a ideia.
uma vez no banheiro, Pipe molhou a toalha de rosto na pia, limpando o seu rosto com cuidado. VocĂȘ o ajudou enquanto encarava o prĂłprio reflexo no espelho, tentando minimizar os efeitos da bagunça que estavam fazendo. enquanto vocĂȘ se debruçava pela pia, SimĂłn observava a sua calcinha aparecendo por debaixo da saia curta que vocĂȘ usava. o corpo aqueceu de imediato, o membro enrijecendo rapidamente com aquela visĂŁo. deu um cutucĂŁo em Felipe, mostrando o que via para que ele pudesse ver tambĂ©m. o rosto de Felipe, que jĂĄ tinha perdido a mĂĄscara hĂĄ muito, enrubesceu.
“Felipe, saiu?” vocĂȘ indagou, olhando cada lado do rosto no espelho.
“tĂŽ.” Otaño respondeu, perdido nas curvas da sua bunda e da sua coxa.
“tĂŽ o que?” vocĂȘ ergueu uma das sobrancelhas, confusa. quando olhou pelo espelho para os dois idiotas atrĂĄs de vocĂȘ, ambos encaravam a sua bunda. “que porra Ă© essa?”
“foi mal, nena. Ă© que ‘cĂȘ tĂĄ tĂŁo gostosa.” SimĂłn sorriu, dando de ombros. suas pernas estremeceram com o elogio, a sensação de calor e peito cheio de carinho voltando a nascer em vocĂȘ. tentou se controlar. nunca havia ficado com mais de um amigo em um mesmo dia.
“gostosa Ă© pouco.” Felipe concordou, ainda olhando para a sua bunda. “tĂĄ divina.”
decidiu que o rosto estava perfeito, virando de frente para os dois meninos para que eles parassem de olhar para o seu corpo daquele jeito. sabia que se fosse muito elogiada, acabaria cedendo. estava num estado hipersensibilizado e qualquer mero olhar a deixava acesa como um pisca-pisca.
“melhor a gente voltar, nĂ©?” vocĂȘ consertou o corset, o que serviu apenas para atrair mais olhares para si mesma. quando reparou melhor, percebeu que conseguia ver o membro de SimĂłn enrijecido atrĂĄs do macacĂŁo. o tecido nĂŁo era dos mais grossos e vocĂȘ presumiu que, alĂ©m da cueca, ele nĂŁo usava mais nada.
“sem um beijinho?” Hempe fez um biquinho, fazendo suas bochechas esquentarem.
“se ele ganhar, eu tambĂ©m quero.” Pipe afrouxou alguns dos botĂ”es da camisa social, o calor o fazendo querer subir pelas paredes.
ambos estavam na frente da porta. vocĂȘ sabia que eles nĂŁo impediriam a sua saĂ­da, mas uma coisa dentro de si a fazia querer cumprir o desejo de ambos. o calor voltava a subir pelas coxas, aquela sensação gostosa de tesĂŁo no baixo ventre a puxando como um Ă­mĂŁ para os dois. vocĂȘ se colocou entre os corpos de SimĂłn e Pipe, entrelaçando os braços ao redor do pescoço de Hempe para deixar um selar demorado nos lĂĄbios dele. Felipe agarrou a sua cintura, roçando a prĂłpria pelve na sua bunda. apesar de nĂŁo estar tĂŁo nĂ­tido quanto SimĂłn, ele tambĂ©m estava duro. o membro roçou de um lado para o outro nas suas nĂĄdegas antes que Otaño decidisse que precisava de mais. vocĂȘ nem teve tempo para aproveitar o beijo lento e gostoso de SimĂłn antes de ter a sua entrada invadida por dois dedos.
uma exclamação escapou dos seus lĂĄbios entre o beijo. SimĂłn se separou de si para poder ver o que estava acontecendo, abrindo um sorriso largo ao ver o quĂŁo facilmente vocĂȘ tinha sido dominada. no milĂ©simo de segundo que o argentino largou a sua boca, Pipe aproveitou para que fosse a vez dele de tomar os seus lĂĄbios em um beijo caloroso. os dedos dele deslizavam pelas suas paredes com facilidade devido a sua lubrificação. estava tĂŁo molhada que fazia Otaño pulsar em desespero na sua prĂłpria calça.
SimĂłn, por outro lado, apreciava as coisas com calma. puxou o seu corset para baixo, exibindo os mamilos rijos dos seus seios. agarrou ambos com as duas mĂŁos, apertando, brincando um pouco com eles antes de colocar um deles na boca. vocĂȘ gemeu de novo, derretendo mais um pouco nos dedos de Pipe enquanto a lĂ­ngua e a boca quentinha de SimĂłn faziam maravilhas ao chupar e mordiscar os seus mamilos.
tinha decidido que daria para os dois ali mesmo quando uma batida na porta a retirou dos seus pensamentos. envergonhada, vocĂȘ empurrou Felipe e SimĂłn para longe. ajeitou o corset rapidamente e a calcinha que tinha sido puxada para o lado, abrindo a porta do banheiro e saindo em disparada. nĂŁo viu nem mesmo quem Ă© que estava esperando para poder utilizar o lavabo.
decidiu que iria para a varanda fumar um cigarro e controlar todas as emoçÔes que sentira naquele meio tempo. o ar fresco fez bem para o seu corpo que parecia estar em chamas. quando lembrou que a bolsa estava dentro do apartamento, se desanimou um pouquinho. mas, como se tivesse sido abençoada, encontrou Pardella e Enzo fumando em um cantinho escuro da varanda. vocĂȘ se autoconvidou para a rodinha, sorrindo assim que AgustĂ­n lhe ofereceu o cigarro.
“estĂĄ linda hoje, hein?” ele a elogiou, fazendo vocĂȘ sorrir.
“eu adorei a sua fantasia.” vocĂȘ rebateu, encarando Enzo logo em seguida. “e a sua.”
Enzo ergueu o copo de ponche que bebia em agradecimento. conversaram mais um pouquinho sobre assuntos amenos enquanto a sua pressĂŁo arterial ia diminuindo, fazendo o calor ir embora em ondas. vez ou outra, Felipe, MatĂ­as e SimĂłn ainda cruzavam a sua cabeça e faziam vocĂȘ estremecer.
“tĂĄ com frio?” Enzo indagou, curioso. vocĂȘ negou com a cabeça, mas o uruguaio insistiu para que vocĂȘs entrassem. justificou que MatĂ­as e Male nĂŁo se importavam quando vocĂȘs fumavam dentro do quarto deles e os arrastou para lĂĄ, onde tudo estava mais calmo.
vocĂȘ agradeceu pela calmaria, retirando as botas dos pĂ©s que jĂĄ doĂ­am por terem sido apertados. ali dentro, com o cheiro do tabaco e com os efeitos da nicotina, vocĂȘ conseguiu se acalmar. se sentou na cama macia, encarando o teto.
“ainda estou embasbaco como vocĂȘ estĂĄ linda.” AgustĂ­n a elogiou mais uma vez. vocĂȘ sorriu, um pouco bobinha.
“cĂȘ quer dar, cĂȘ fala.” vocĂȘ brincou, arrancando gargalhadas dos homens mais velhos. Gostava de ficar ao redor de Enzo e AgustĂ­n. eles nĂŁo eram tĂŁo desesperados quanto o restante dos meninos, eram mais centrados, educados, mais sutis. embora naquele momento AgustĂ­n nĂŁo apresentasse sutileza nenhuma em encarĂĄ-la.
“eu gostaria do contrĂĄrio, na verdade.” ele deu de ombros, dando um gole no seu copo plĂĄstico. “acho que de todos os amigos, nĂłs dois somos os Ășnicos que ainda nĂŁo tivemos o prazer da sua companhia.”
Pardella apontou para ele e Enzo, que concordou. aquilo era uma mentira, claro. vocĂȘ tambĂ©m nĂŁo tinha ficado com Kuku ou Della Corte, mas entendeu que AgustĂ­n queria enfatizar o seu sofrimento por vocĂȘ nĂŁo ter dado moral para ele. era um ator, Ă© claro. tinha que dramatizar as suas falas.
“bom, agora vocĂȘs estĂŁo tendo.” vocĂȘ balançou os pĂ©s, sedutoramente. jĂĄ tinha aceitado que qualquer interação naquela noite resultaria naquela descarga de tesĂŁo que percorria o seu corpo, arrepiando a pele e eriçando os pelos em todos os lugares.
“isso significa o que eu acho que significa?” Enzo ergueu uma das sobrancelhas. tinha sentido os efeitos, tambĂ©m. o corpo estava a flor da pele. o seu cheiro, sua aparĂȘncia, tudo servia para que ele a desejasse de uma maneira nunca vista antes.
vocĂȘ os chamou, utilizando o indicador. AgustĂ­n foi o primeiro a se sentar do seu lado, deixando o copo de lado. Enzo veio logo em seguida, sentando no lado contrĂĄrio. ambos colocaram as mĂŁos sobre a sua coxa, acariciando a pele desnuda e quente.
suas mĂŁos viajaram para o cĂłs da calça dos dois. nĂŁo estava com mais tempo para beijinhos e provocaçÔes. jĂĄ tinha tido todas as preliminares necessĂĄrias para aquele momento, entĂŁo apenas puxou ambos os membros para fora. o de Enzo era grande e grosso, o de AgustĂ­n era menor, mas nĂŁo ficava para trĂĄs em quesito de diĂąmetro. vocĂȘ sorriu, satisfeita.
a destra e a canhota começaram a trabalhar, o pulso realizando um movimento circular enquanto vocĂȘ subia e descia. ambos os homens gemeram em resposta, as cabeças encontrando a curvatura do seu pescoço. AgustĂ­n descontou o prazer dele em mordidas e chupĂ”es, enquanto Enzo, mais educado e polido, deixou beijinhos e optou por gemer baixo no seu ouvido.
“porra, vocĂȘ Ă© tĂŁo boa nisso.” o uruguaio elogiou, colocando a mĂŁo dele sobre a sua. ele guiou os seus movimentos, mostrando para vocĂȘ todos os jeitos que ele gostava. AgustĂ­n tomou a mesma iniciativa e vocĂȘ riu ao ver o quĂŁo eles eram diferentes. Enzo preferia um toque lento, mas vigoroso. AgustĂ­n gostava de um toque mais leve e cĂ©lere.
suas mĂŁos doĂ­am no meio do ato, mas o tesĂŁo que movia o seu corpo foi o combustĂ­vel para que vocĂȘ continuasse. Pardella e Vogrincic pareciam perdidos nos mesmos pensamentos, pois os gemidos tinham se tornado mais altos e necessitados. os corpos estremeciam, as coxas de ambos estavam trĂȘmulas e vez ou outra eles se afastavam das suas mĂŁos.
Pardella foi o primeiro a gozar, xingando uma enxurrada de palavrÔes enquanto capturava os seus låbios em um beijo raivoso e necessitado. Enzo veio logo em seguida, agarrando seu pescoço enquanto se derramava na sua mão.
“gracias, chiquita.” AgustĂ­n sorriu. “agora sei porque todos gostam tanto de vocĂȘ.”
depois de limpa, vocĂȘ resolveu terminar o cigarro com AgustĂ­n e Enzo, que agiram como se nada tivesse acontecido, como bons cavalheiros. conversaram por horas atĂ© que eles decidiram sair do quarto. vocĂȘ, exausta das emoçÔes do dia, decidiu descansar um pouco mais na cama macia do casal anfitriĂŁo. estava quase pegando no sono quando algumas pessoas entraram no quarto.
“opa, perdĂŁo. VocĂȘ estava dormindo?” era Esteban, acompanhado de Blas e Della Corte. tinham um baralho na mĂŁo, prontos para jogar alguma partida.
“nĂŁo, nĂŁo. podem entrar.” VocĂȘ sorriu, se sentando na cama. “o que vĂŁo fazer?”
“jogar pîquer. quer?” Della Corte acendeu a luz, se sentando no chão com o restante dos amigos.
“eu nĂŁo sei jogar pĂŽquer...” vocĂȘ fez um beicinho. Della Corte sorriu.
“e vinte e um?”
“esse eu sei!” vocĂȘ se animou, se sentando ao chĂŁo junto deles.
“vamos jogar vinte e um, entĂŁo.” ele concordou, colocando o bolo do baralho entre vocĂȘs quatro. “com uma condição, quem perder a rodada, tira uma peça de roupa.”
Blas riu, desacreditado. Esteban enrubesceu quase de imediato, embora tambĂ©m risse. AgustĂ­n, no entanto, te encarava ao dizer as palavras e vocĂȘ soube que ele estava fazendo de propĂłsito. o que quer que fosse que MatĂ­as tinha jogado naquele maldito ponche, estava dando mais efeito do que provavelmente deveria. vocĂȘ, indĂŽmita, ergueu uma das sobrancelhas.
“eu topo.” olhou para Blas e para Esteban logo em seguida. “vocĂȘs tambĂ©m?”
depois que todos concordaram, vocĂȘs começaram a jogar. na primeira rodada, Blas tinha perdido, o que fez com que ele abandonasse o casaco enorme que usava para a sua fantasia. AgustĂ­n ainda a encarava, como um predador esperando que a sua presa vacilasse. ele sabia que vocĂȘ nĂŁo estava usando nada debaixo daquele corset e rezava para que vocĂȘ perdesse em alguma rodada. com sorte, o prĂłprio Della Corte tinha sido o perdedor do segundo round, abandonando o colete que usava sobre a camisa social. na terceira rodada, vocĂȘ perdeu. um silĂȘncio se instaurou, a tensĂŁo palpĂĄvel. por pura sacanagem, vocĂȘ tirou as meias que usava.
“isso nĂŁo vale.” AgustĂ­n apontou para vocĂȘ, rindo. vocĂȘ deu de ombros e o jogo recomeçou. Esteban finalmente perdeu, abandonando o blazer. o jogo seguiu atĂ© que caiu na sua vez de novo. insaciĂĄvel pela adrenalina, vocĂȘ retirou a sua calcinha.
nenhum dos presentes ousou comentar, mas o fogo nos olhos de Della Corte crescia conforme as rodadas iam passando. Blas estava bĂȘbado, se inclinando cada vez mais para perto de vocĂȘ. Esteban encarava as suas pernas vez ou outra, tentado a visualizar o seu sexo destampado.
“vocĂȘ perdeu, nena. o que vai ser agora?” AgustĂ­n indagou assim que vocĂȘ pediu por mais uma carta. com muito cuidado, desamarrou as cordas do corset e o retirou, deixando os seios Ă  mostra.
“nĂŁo sei vocĂȘs, mas eu nĂŁo consigo jogar assim.” Esteban passou a mĂŁo pelos cabelos, encarando seus seios despudoradamente. vocĂȘ sorriu, vitoriosa.
“tem outro jogo que podemos jogar.” vocĂȘ deu de ombros. “inclui vocĂȘs trĂȘs me fodendo, que tal?”
decidiu que tinha sido temperada por tempo o suficiente para nĂŁo ser fodida naquela noite. e jĂĄ que estava no inferno, decidiria sentar no colo do diabo. ou pelo menos, no de AgustĂ­n.
ele foi o primeiro a concordar com a ideia. nĂŁo respondeu, apenas te segurou pelos cabelos e deixou um beijo nos seus lĂĄbios capaz de arrancar os seus lĂĄbios fora. te virou de costas, subindo a sua saia. rosnou baixinho ao ver a sua bucetinha, tĂŁo Ășmida que brilhava Ă  luz do quarto. desabotoou a calça e, em segundos, estava com o membro na sua entrada. Esteban nĂŁo ousou perder tempo, tambĂ©m desabotoando a calça. empurrou o membro para dentro da sua boca de imediato, segurando os seus cabelos com cuidado. Blas veio por Ășltimo, colocando a sua destra ao redor do membro dele.
os movimentos entraram em harmonia em poucos segundos. quando AgustĂ­n a penetrou, um gemido baixo foi abafado pelo membro de Esteban. Della Corte era grande e nĂŁo era gentil, socando cada centĂ­metro do que tinha entre as suas paredes. vocĂȘ combinou as investidas do uruguaio com os movimentos de vai e vem da sua boca, permitindo que Esteban entrasse por completo em sua boca. o sentiu atingir a sua garganta, causando uma leve Ăąnsia de tempo em tempo. Blas ajudava a guiar os seus movimentos, se convertendo em gemidos com a sua destra ĂĄgil.
os gemidos dos trĂȘs homens eram como mĂșsica. AgustĂ­n gemia pesadamente, necessitado. Blas era mais vocal, clamando pelo seu nome. Esteban, mais contido, se pautava em elogios enquanto fodia a sua boca;
nĂŁo existiam palavras para descrever o quanto de prazer vocĂȘ estava sentindo. o corpo estava sensibilizado, os nervos aflorados. o mĂ­nimo toque era capaz de lhe causar arrepios. AgustĂ­n acertava todos os lugares enquanto te fodia, e o simples fato de Blas e Esteban estarem lhe usando eram mais que suficientes para deixar vocĂȘ ainda mais excitada.
com um gemido abafado, vocĂȘ atingiu o seu ĂĄpice. as pernas tremeram, mas Della Corte a sustentou. vocĂȘ gozando foi o necessĂĄrio para que ele tambĂ©m se derramasse no seu interior. Esteban levou mais alguns estĂ­mulos para terminar na sua boca e Blas veio em seguida. vocĂȘ estava uma bagunça, mas nĂŁo podia negar que estava mais que satisfeita.
vocĂȘ: matĂ­as, oq vc colocou na bebida noite passada? della: tb quero saber simĂłn: fiquei mt loco matĂ­as: n botei nada vcs tudo tiveram efeito placebo >:)
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