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Microonde: Sfatiamo i Falsi Miti!
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Storia Di Musica #350 - Miles Davis Quintet, Relaxin' With The Miles Davis Quintet, 1958
Per essere stata una piccola casa editrice musicale, la Prestige di Bob Weinstock è infarcita di leggende, come ho un po' raccontato in queste belle (per me, e spero pure per chi le ha lette) storie musicali novembrine. Che oggi toccano l'impressionante traguardo dei 350 dischi, e come tradizione vuole tocca a Miles Davis. Weinstock capì agli inizi degli anni '50 che Davis aveva un talento gigantesco sia come musicista ma forse ancora di più come band leader, tanto che fu uno dei suoi più grandi sostenitori ad intraprendere la costruzione di un suo gruppo. E Davis alla prima occasione dimostrerà il suo fiuto per la genialità musicale e nello scegliersi i musicisti, formando quello che è uno dei grandi gruppi di sempre, e apice dell'hard bop. Davis sceglie un giovane sassofonista della scuderia Prestige, John Coltrane, che in pochi anni diventerà uno dei giganti della musica del '900 e quella che è la sezione ritmica per eccellenza del genere: Red Garland al pianoforte, Paul Chambers al basso e contrabasso e Philly Joe Jones alla batteria. Siamo nel 1955: come accennato, Weinstock era uno che metteva la praticità davanti all'estetica, e spinge il quintetto a registrare. I musicisti la prendono come un'occasione per provare come suoneranno il repertorio dal vivo. Davis ha già registrato con la Prestige il suo primo disco da 12 pollici, The Musings Of Miles, nel 1955 con Oscar Pettiford al basso, e vedendo l'aura del personaggio crescere enormemente come seguito, Weinstock pubblicò in vari Lp tutte le registrazioni su disco da 10 pollici che Davis, con varie formazioni, aveva fatto agli inizi degli anni '50. Ai leggendari studi Van Gelder, Davis e il suo quintetto registrano in due date, passate alla storia del jazz: l'11 maggio e il 16 ottobre del 1956. Sono già così affiatati e coesi, la magia e la bravura a livelli così alti, che registrano moltissimo materiale, che il buon Weinstock è ben felice di avere, dato che ha notizie sicure che la Columbia vuole mettersi Davis sotto contratto, cosa che avverrà alla fine dello stessio anno, il 1956. Per questo motivo, e per la bellezza della musica, le intere quattro registrazioni vengono pubblicate come 4 dischi: Cookin' With The Miles Davis Quintet nel 1957, Relaxin' nel 1958, Workin' nel 1960 e Steamin' nel 1961. Sebbene Davis sia già passato ad altre magie stilistiche già nel 1958, quando pubblica quel capolavoro che è Milestones, i 4 dischi sono considerati insieme non solo uno dei gioielli del catalogo Prestige, ma come lo stato dell'arte del bop nella seconda parte degli anni '50.
Scelgo Relaxin' With The Miles Davis Quintet nella tetralogia perchè è unanimemente considerato il lavoro più palpitante e musicalmente ineccepibile, sebbene il repertorio scelto fosse, e da questo il titolo, il lato più intimo e dolce dei brani registrati. In questo disco la tromba di Davis, con i suoi interventi delicati e strutturati sulla ripresa di poche note caratteristiche del brano, diventerà iconica, tanto che chiunque pensi solo di avvicinarsi al suo stile verrà etichettato come "davisiano". Tra l'altro persino nelle versioni rimasterizzate più recenti, quelle del 2005 nientemeno che da Van Gelder in persona, rimangono ancora gli intermezzi di dialoghi all'inizio di ogni brano, dove Davis discute con i musicisti sul da farsi. In scaletta 6 brani, tutti standard, che in questa registrazione troveranno la loro forma definitiva: If I Were A Bell è un brano scritto da Frank Loesser per il famosissimo musical Guys And Dolls (uno dei grandi successi di Broadway, che ispirò il film Bulli E Pupe con Marlon Brando e Jean Simmons), qui è nella sua versione decisiva con gli assoli di Garlad e Coltrane e la tromba di Davis, che qui usa una sordina Harmon che diventerà una sorta di feticcio tra i trombettisti. You're My Everything è una canzone del 1931, altra canzone da un musical epocale è I Could Write A Book di Rodgers e Hart, cantata nella versione originale da Gene Kelly nel musical Pal Joey come It Could Happen To You, tratta dal film della Paramount And The Angels Sing del 1940. Due invece sono i brani scritti da jazzisti: Oleo è un brano di Sonny Rollins, il quale era molto stimato da Davis: i due spesso hanno suonato insieme, ma mai con assiduità, avendo un grande rispetto reciproco. L'altro brano è Woody 'n' You di Dizzy Gillespie, uno dei tre arrangiamenti realizzati da Gillespie per la big band di Woody Herman, anche se all'epoca non venne utilizzato; gli altri due erano Swing Shift e Down Under.
Nasce in questo disco la sintonia musicale quasi sincronica di Davis e Coltrane, che nel 1959 porteranno ai picchi inarrivabili di Kind Of Blue: la sezione ritmica diventerà lo standard, tanto è che Coltrane, che inizierà i suoi lavori solisti proprio con la Prestige, se li porterà appresso.
Il quintetto lavorerà fino al 1960, non senza dissidi e pause, primo fra tutti il fatto che Red Garland porterà Coltrane alla dipendenza dall'eroina, cosa che Davis non gli perdonerà mai (tanto è vero che Garland non suona in Kind Of Blue). Chambers, un genio, anche lui attraverserà una devastante dipendenza dalla droga e addirittura morirà per complicazioni da tubercolosi nel 1963, a 33 anni.
Nel 2006 la Concorde Records, che detiene il catalogo Prestige, pubblicherà in una scintillante confezione box da 4 cd The Legendary Quintet Sessions, che ai 4 capolavori aggiunge 'Round Midnight, presente in Miles Davis And The Modern Jazz Giants e una serie di registrazioni inedite in jazz club e show in televisione. Un tesoro per gli appassionati più accaniti, ma per un approccio genuino e affascinante al jazz basta ascoltare la bellezza del disco di oggi, una delle innumerevoli magie di Miles Davis.
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guida pratica per comprare un gelato. due punti.
allora. sappiate che a noi banconisti non annoia affatto che voi siate indecisi su quali gusti prendere. entrate in gelateria per godervi qualche minuto di relax, comprate un gelato, sappiamo che per voi è un cibo quasi speciale anche se fa parte della nostra quotidianità (la risposta alla domanda “quanti gelati mangi a settimana?” è “molto meno di quello che potreste pensare”). situazione tipo: orario di pranzo, in gelateria ci sono in tutto cinque clienti già serviti (uno studente che ha comprato una coppetta piccola pur di giustificare le sue trentasette ore di studio in sala, una coppia di turisti tedeschi, una donna in pausa pranzo e un netturbino a cui non piace lavorare), quindi è praticamente vuota, entrate, rispondete al saluto con un sorriso, iniziate a leggere i gusti anche se vi dico che bisogna fare prima lo scontrino, tutto molto tranquillo. ci siete solo voi, se impiegate due tre cinque minuti a scegliere i gusti, a ma non importa. anzi, vi faccio assaggiare qualcosa, ci si scambia qualche chiacchiera. non fatevi mettere a disagio da me che sto dietro al banco che aspetto - che devo fa? me ne vado? mi inginocchio per nascondermi? con calma, con molta calma.
tutto però cambia di domenica. la gelateria di domenica è l’inferno. tutte le tipologie di clienti che si intervallano durante la settimana (dal gruppo di amici che viene a concedersi un dolce dopo cena alla famiglia che fa una passeggiata al parco) si presentano di domenica, perché sono TUTTI liberi. si aggiunge la categoria speciale di quelli ospiti da qualcuno che vogliono presentarsi con una torta o una vaschetta di gelato (che, di solito, in settimana si presentano solo la sera). per ore prepariamo la gelateria alla battaglia che sta per avvenire, perché anche se verso pranzo la situazione sembra fin troppo tranquilla, sappiamo che da dopo pranzo fino a sera avverrà il delirio. situazione tipo una domenica pomeriggio: la fila per la cassa arriva fino a fuori il locale e comprende circa 15 scontrini (con ordini differenti: dalla famiglia con cinque gelati piccoli al tizio che vuole la vaschetta di un chilo), al bancone ci sono altre quaranta persone facciamo divise per 20 scontrini, la fila per le crêpes è di 10 persone (le crêpes sono lunghe da fare, vanno cotte, inoltre ciò significa una persona in meno al banco) la sala è gremita da facciamo cinquanta persone già servite (la cosa più fastidiosa: l’inquinamento acustico), ci sono due ordini glovo da fare e due corrieri che attendono altri due ordini già fatti, dietro al bancone oltre te ci sono altri quattro banconisti con cui combattere a colpi di gomiti per accaparrarsi i propri spazi, ti guardi intorno e vedi spazzatura lasciata sui tavoli dai clienti che sono andati via, nel frattempo tieni d’occhio il nuovo arrivato e fai in modo di proteggerlo e intervenire nel caso un cliente vedesse la medaglia “scusa, sto imparando” e volesse approfittarne (storia vera, quotidiana). l’ho detto: un inferno.
in questi casi da noi è richiesta praticità, sia dal responsabile sia - be’, dal cliente. la fila deve scorrere velocemente, l’ingranaggio “fare lo scontrino e servire” deve essere una macchina che non si deve fermare mai (ho perso il conto delle volte in cui ho servito un bicchiere d’acqua mentre io ero assetato - badate bene: mi trattano benissimo e potrei perfettamente assentarmi per bere, però in quel momento non ci penso, non voglio staccare il ritmo, non voglio lasciare soli i miei colleghi). tutto molto stressante, però è il mio lavoro e mi piace e so che la domenica è così, l’ho accettato. ciò che però mi riesce difficile accettare sono una tipologia di clienti che si presenta soltanto di domenica, quella che sinceramente detesto di più. i gusti sono in alto, leggibili da ogni parte della sala (spesso vengono letti anche dai passanti prima che decidano di entrare). ecco, non puoi, e dico non puoi, vedere questo delirio, aspettare chissà quanto per fare prima lo scontrino e poi essere servito, arrivare al banco e dirmi “ah scusa, non ho ancora letto i gusti”, per poi iniziare a leggerli soltanto adesso e iniziare, lentamente, a decidere. a quel punto vi dico cosa succede: i clienti dietro di voi sbuffano e vi guardano male, altri invece guardano me con pietà mentre attendo con pazienza che tu legga tutti i gusti e decida.
l’indecisione è sempre giusta, per carità, però mi chiedo perché il cliente pretende praticità senza intuire che in questi casi il suo comportamento fa parte del meccanismo. la maggior parte dei clienti domenicali arriva al banco con lo scontrino pronto da mostrare e i gusti già scelti. spesso anzi ci sono genitori che se la prendono con i figli indecisi, poveracci, perché “stai facendo perdere tempo al signore” (i bambini restano i miei clienti preferiti, lasciateli stare, un bambino in una gelateria vive il suo momento magico). altri, educatissimi, si scusano e pongono domande nette e veloci: cosa contiene quel gusto, posso assaggiare questo gusto, cosa mi consigli accanto a questo gusto. ma il cliente (e ce ne sono tanti) che pensa “io ho pagato, tu stai lavorando per me (ehm, no), me ne frego della fila” è insopportabile. per lavoro sono gentile con tutti, anche se davanti a certe meccaniche mi incazzo internamente.
l’altra sera. in settimana chiudiamo alle 23, questo significa che già dalle 22 iniziamo alcune operazioni per la chiusura. dalle 22:50 però la sala viene chiusa e si può prendere solo gelato da asporto (che non significa solo vaschette, ma che prendi il gelato e lo mangi fuori). alle 22:56 (ventidue e cinquantasei) entra un gruppo di otto donne. volevo già piangere. però nonostante abbia detto loro che eravamo in chiusura, almeno la metà ha voluto assaggiare tutti i gusti del mondo. che lo capisco: non solo il gelato per i comuni mortali è sacro, ma tecnicamente eravamo aperti e avevano pagato per un servizio (qui potrei scrivere un capitolo a parte del modo gentile con cui mi rivolgo a tutti, anche con quello che mi mandò a fanculo). però è snervante vedere che: entri in un locale senza vedere l’orario di chiusura, ti dico che chiudo tra quattro minuti e non accenni la minima comprensione (se chiudo tra quattro minuti significa che sto lavorando da sette ore, di sera, che appena chiudo al pubblico devo finire di fare cose che mi prenderanno almeno un’altra mezz’ora) e anzi, c’era una che diceva “vabbè ma devo leggere tutti i gusti”. manco fossero i promessi sposi. ovviamente quella sera abbiamo fatto tardissimo e io ho ingoiato qualche rospo.
i miei clienti preferiti sono quelli che non si dimenticano che io sono una persona e che lo sono pure loro. quelli che quando chiedo chi è il prossimo e alzano la mano insieme a un altro, e quest’altro è un coglione che inizia ad alzare subito la voce e dire che c’era prima lui, fanno passare il coglione avanti (in questi casi se siete sicuri e volete impuntarvi chiedere di vedere il numero di scontrino, quello non mente). quelli che quando vanno via ti salutano. quelli che ti dicono che sei una persona sacra perché in quel momento stai lavorando e li stai servendo. quelli che ti augurano un buon lavoro. tutte queste cose non passano inosservate, anzi. in una giornata settimanale (settimanale!) facciamo in media 800 gelati e circa 100 crêpes, oltre tutte le altre cose che offriamo. a noi cambia lo stato mentale se trattiamo con quello che non ci saluta nemmeno e ci dice “fammi un gelato” e quello che sorride, porta pazienza, è gentile, ti dice di non preoccuparti. che poi è proprio la base delle relazioni interpersonali, i consigli base per stare al mondo e vivere ogni giorno nella società, e infatti proprio non capisco certi atteggiamenti.
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Hayao Miyazaki si rade la barba dopo decenni: una foto con Hideaki Anno immortala il cambiamento Una scelta di praticità. Read more:--> https://www.gonagaiworld.com/hayao-miyazaki-si-rade-la-barba-dopo-decenni-una-foto-con-hideaki-anno-immortala-il-cambiamento/?feed_id=23010&_unique_id=67dc165e2ef4b #HayaoMiyazaki #HideakiAnno
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le persone non sono tenute ad essere sincere le une con le altre. Si mente per mille motivi, paura, convenienza, praticità, poca voglia di dare spiegazioni. questo l’ho bene a mente, quindi capirò a prescindere, però devo chiederti: quello che mi hai scritto, è la verità? è davvero così che senti le cose? perché se si, ti chiedo di farmi parlare cinque minuti. se no, almeno evitiamo il discorso filosofico. non ti cercherò di trattenere, voglio solo che ascolti quello che ho da dire.
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Le Teorie di un "Buongiorno" la praticità della Vita!
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BeBad Dog Organic Cotton Socks: Comfort and Style with Eco-Friendly Appeal
I BeBad Dog Calzini in Cotone 100% Organico sono calzini ecosostenibili progettati per unire sostenibilità, comfort e divertimento. Realizzati in cotone 100% biologico, questi calzini sono la scelta perfetta per chi dà priorità sia alla qualità che alla responsabilità ambientale. Il cotone biologico, coltivato senza sostanze chimiche nocive, assicura una sensazione delicata, traspirante e confortevole sulla pelle. È ideale per chi ha una pelle sensibile, poiché il cotone biologico è ipoallergenico e morbido, rendendolo perfetto per l'uso quotidiano.
I calzini hanno un design giocoso con motivi e strisce a tema cane, aggiungendo un tocco unico a qualsiasi outfit. Che li indossi casualmente a casa o li abbini a un outfit più casual, gli stravaganti design a forma di cane aggiungono un tocco di personalità e divertimento al tuo stile. Questi calzini sono disponibili in una gamma di taglie, in particolare si adattano alle taglie UE 41-46, rendendoli versatili per un'ampia gamma di misure di piedi.
Un vantaggio importante dei BeBad Dog Calzini è il loro impegno per la sostenibilità. I calzini sono realizzati al 90% in cotone biologico, il che garantisce che siano sia resistenti che morbidi. Gli altri componenti, come poliammide ed elastan, sono inclusi per elasticità e durata, consentendo ai calzini di mantenere la loro forma e fornire una vestibilità comoda e aderente. Questa combinazione di cotone biologico con queste fibre sintetiche garantisce che i calzini non siano solo ecologici, ma anche durevoli e resistenti all'usura quotidiana.
La natura eco-consapevole di questi calzini si estende oltre il cotone utilizzato nella loro produzione. La confezione è realizzata con materiali riciclati o è certificata FSC, il che significa che proviene da foreste gestite in modo responsabile. Questo approccio di imballaggio ponderato riflette l'impegno del marchio nel ridurre il suo impatto ambientale e rendere accessibili ai clienti scelte eco-compatibili.
In termini di comfort, i calzini sono progettati per essere traspiranti, assicurando che i tuoi piedi rimangano freschi per tutto il giorno. Il morbido tessuto di cotone consente una corretta circolazione dell'aria, prevenendo l'accumulo di umidità, il che è particolarmente utile per coloro che indossano i calzini per lunghi periodi di tempo. Questa traspirabilità aiuta anche a prevenire la crescita di batteri, assicurando che i tuoi piedi rimangano asciutti e comodi.
La combinazione di cotone biologico, resistenza e design giocoso dei calzini li rende una scelta eccellente per chiunque desideri aggiungere un tocco di personalità al proprio guardaroba, pur facendo scelte più sostenibili. Sono perfetti per l'uso quotidiano, sia che tu sia al lavoro, a fare commissioni o a rilassarti a casa. Grazie al loro materiale morbido e alla costruzione ecologica, non solo offrono comfort, ma aiutano anche a ridurre l'impatto ambientale associato alla produzione convenzionale di cotone.
I BeBad Dog Calzini sono un perfetto promemoria del fatto che la moda ecologica non deve scendere a compromessi su stile, comfort o funzionalità. Scegliendo il cotone biologico, questi calzini contribuiscono a ridurre gli effetti dannosi della tradizionale coltivazione del cotone, come l'uso di pesticidi e l'impoverimento del suolo, supportando al contempo pratiche agricole sostenibili. Sono progettati per i consumatori consapevoli del loro impatto ecologico e che desiderano supportare marchi che danno priorità sia alla responsabilità ambientale che etica.
In conclusione, i BeBad Dog Calzini in Cotone 100% Organico sono un prodotto eccezionale per coloro che cercano scelte di moda sostenibili. Con i loro materiali ecosostenibili, il design giocoso e l'impegno a ridurre gli sprechi, questi calzini offrono sia praticità che stile. Offrono un'esperienza confortevole e traspirante per i tuoi piedi, supportando al contempo pratiche di produzione ecologicamente responsabili. Che tu li stia acquistando per te o come regalo, questi calzini sono una scelta eccellente per chiunque voglia avere un impatto positivo sul pianeta senza compromettere il comfort o lo stile.

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Mattoncini bianchi come muro decorticato e pennellato. Tipo mattoni a vista.
Però non so se poi si lava bene nella zona paraschizzi.
Ci sono dei pannelli che fanno questo effetto.
I miei due spicci: Per il mio gusto estetico sono bruttarelli, tipico esempio del vorrei ma non posso. Vorrei avere un muro vero di mattoncini dentro casa ma non ce l'ho quindi mi metto dei pannellini in resina o in polvere di qualcosa a mimarli (come si usa molto per coprire i camini ad esempio). I miei due spicci più importanti: Non so da quale forma di masochismo tu sia affetto/a per ipotizzare un rivestimento come paraschizzi ruvido e a sbalzo, difficile da pulire e che cattura tutte le forme di sporcizia e bestemmie.
Ti dirò di più, sai perché questa estetica da loft americano funziona? Perché è carina, ovviamente, ma perché sei in America. Loro lì coprono tutto, mattoni, piastrelle, legno, con una soluzione continua di smalto. Si rovina? Secondo strato di smalto, no problem. E' proprio una diversa concezione delle finiture. I muri "veri" così sono una rogna perché nella maggior parte dei casi "spolverano". Quindi anche vero non te lo consiglierei. Ma, MA, è mio gusto personale. Se per questioni estetiche di tuo gusto sei disposto/a a rinunciare alla comodità di un supporto facilmente lavabile allora potrebbe essere la tua scelta. Io a casa non ho piastrelle ma pittura dietro i fuochi e mi trovo benissimo, ho fatto i miei conti "estetica - praticità" e non mi pento.
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Che sia per un weekend fuori porta o per la routine quotidiana, beauty case e trousse sono indispensabili! ✈️👜 Qual è il tuo modello preferito?
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Inaspettatamente, questa mattina c'è stato un piccolo fatto che non mi aspettavo minimamente.
Praticamente, ho visto il seno di Annarita, quella fra le mie coinquiline che più di tutte fino ad ora aveva sempre avuto più attenzione a coprirsi davanti a me.
Infatti, con le altre due la cosa era superata. Con Violetta molto superata, ma quello è un caso particolare, perché davvero con lei ora capita non dicoo spesso, ma con una certa normalità, se siamo soli io e lei in camera sua e deve cambiarsi stando qualche minuto a seno nudo, lo fa con una normalità, una disinvoltura e una semplicità, considerandola la cosa più normale del mondo, anche se per me vederle quel bellissimo seno nudo normale non lo sarà proprio mai. Anche Veronica, meno spesso, capita che mostri il seno, ma in circostanze del tutto diverse, non spesso, ma quando lei lo fa, lo fa sempre davanti a tutti per gioco, per lei anche mostrare ogni tanto le tette fa parte della sua giocosità perenne.
Ma Annarita è diversa da entrambe, è l'unica che era rimasta fino d ora pudica come lo erano tutte e tre agli inizi, quando ero appen arrivato e non avevo ancora visto nessuna di loro. Invece, stamattina, in un momento in cui nel soggiorno c'ero solo io, lei è passata per andare verso lo stendino, che era lì dentro casa, a prendere una canottiera, aveva dei jeans e non indossava nulla nella parte alta ma si stava coprendo con entrambe le braccia, e mentre camminava davnti a me, senza dire niente ha disteso le braccia e ha lasciato il seno nudo ben visibile, poi ha preso la canottierina e l'ha portata in camera, continuando a camminare così scoperta. Non ha detto nulla, ha solo accenato un sorriso.
Il modo in cui lo ha fatto era diverso dalle altre due. Non lo ha fatto né con l'intimità complice di VIoletta né con la giocosità da ragazzina di Veronica. Annarita lo ha fatto proprio solo come una cosa di pura praticità, come se volesse dire: "basta, viviamo nello stesso appartamento, anche se mi vedi le tette scoperte per qualche minuto non fa niente". Non lo ha detto, ma nel suo sguardo c'era proprio questa idea, come il vivere come una liberazione il fatto che se le vedo il seno non c'è nulla di male.
E tutto questo è vero, anche se per me non poso mai dire che vedere una cosa così, anche se avviene nella più estrema quotidianità, sia normale: io in quel momento in cui le ho visto il seno nudo mi sono comunque eccitato dentro di me. Però ho fatto in modo da non farglielo notare, perché non volevo farle mancare la serenità nello scoprirsi, quindi fuori di me ho fatto finta di non emozionarmi troppo.
E comunque, anche se ormai posso dire che le ho viste e le continuerò a vedere a seno scoperto tutte e tre, non è la stessa cosa in modo uguale per tutte: nel caso di una di loro, che è stata la prima, tutto avviene in modo molto speciale, con un'intimità che con le altre non c'è. E questa differenza resta.
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SZLX Zaino da Viaggio Multifunzionale per Donne: Comfort, Stile e Innovazione
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Qual è il regalo più grande che qualcuno potrebbe farti? Immagine creata con IA Beh, partiamo dal fatto che se il regalo è davvero grande, ho bisogno di un furgone per portarlo a casa, o un tir, o un’astronave… Detto questo, il regalo perfetto dovrebbe combinare praticità e genialità: un “portale per mondi paralleli” sarebbe l’ideale. Immaginate la scena: “Ciao, ecco il tuo regalo!” e voilà…

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Scrivimi in privato e ti spiego "che" regali comunque per praticità posso mandarti anche soldi su paypal
Sinceramente penso sia meglio fare beneficenza a gente che ne ha davvero bisogno.
Perché dovresti volermi regalare soldi?
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❝ In ogni caos c'è un cosmo, in ogni disordine un ordine segreto. Bisogna avere un caos dentro di sé per generare una stella danzante. ❞
Nome: Levi Cognome: Reonhato Età: 20 anni Familiari: Levi è il figlio di James Reonhato, Kaioshin del quarto universo; figlio di Laia Jones e fratello/gemello di Astrid.
Aspetto fisico: Levi possiede degli occhi grigi opachi e limpidi come il ghiaccio; e i capelli neri come la pece, colore che più rappresenta la sua anima. Le occhiaie rendono il suo sguardo molto intimidatorio ma allo stesso tempo poco espressivo, inoltre risulta molto difficile per gli altri indovinare cosa stia pensando dato il suo atteggiamento estremamente calmo.
Abilità: Può contare su diversi poteri telepatici, telecinetici e pirocinesi. Il potere che usa più frequentemente è quello della telecinesi, grazie alla quale può spostare e manovrare gli oggetti con la forza del pensiero. Inoltre, questo potere gli consente anche di uccidere le persone in svariati modi, come spezzando loro il collo. È capace di influenzare, controllare e comunicare con le menti altrui, per non parlare della capacità di rilasciare onde telepatiche in grado di tramortire o addirittura uccidere l'avversario. Come se ciò non bastasse è dotato di una memoria eidetica che gli permette di ricordare quasi tutto ciò che percepiscono i suoi sensi. Col tempo, i suoi poteri telecinetici si sono sviluppati fino al loro limite estremo permettendogli di fare, disfare, manipolare, creare, distruggere, alterare, comporre e scomporre praticamente qualsiasi cosa. Essere vicino a Levi è come essere vicino alla / Morte /. Non lega con gli altri e non vuole legare perché, nonostante il suo pieno controllo del piano mentale, non vuole far del male a nessuno.
Carattere: Levi possiede una personalità assai complessa. È una persona introversa e logica che si concentra sulla praticità ed efficienza nelle sue azioni. È un abile stratega che dimostra grande attenzione ai dettagli ed è rapido ad adattarsi quando la situazione cambia. Inoltre, Levi può essere piuttosto riservato, sarcastico e distaccato, preferendo mantenere le sue emozioni sotto controllo e prendere decisioni basate sui fatti piuttosto che sui sentimenti, dà quindi l'impressione di essere una persona estremamente fredda. Il suo modo di parlare tende ad essere schietto senza usare mezzi termini, inoltre certe sue considerazioni sono davvero inappropriate. Non si fa molti problemi nel provocare o sminuire qualcuno, che siano superiori o subalterni. Tuttavia, questo non significa che gli manchi empatia. Spesso cupo, sfacciato, irriverente e sì, anche maleducato; un po' sulle sue, non propenso a nuove amicizie in quanto ha serie difficoltà nei rapporti umani e nella fiducia reciproca. Da sempre si è sentito il ragazzo inadeguato, il mostro, e ciò ha portato in lui la convinzione di non valerne la pena, di costruire una fortezza di ghiaccio attorno al suo cuore impedendo a chiunque di accedervi. Tuttavia, si sa che anche i più grandi iceberg a contatto con il calore, prima o poi, si sciolgono. Chissà se questo non sia il suo caso.

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Abbonamento IPTV
Benvenuti nel blog di IPTV Italy, il punto di riferimento per tutti coloro che desiderano ottenere il massimo dalla propria esperienza visiva con l’abbonamento IPTV
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Esamineremo in dettaglio le offerte più vantaggiose sul mercato italiano e vi aiuteremo a scegliere abbonamento IPTV giusto in base alle vostre esigenze specifiche, sia che preferiate un pacchetto con migliaia di canali o un’opzione più essenziale ma di alta qualità.
Inoltre, nel nostro blog troverete anche una sezione dedicata alla sicurezza e alla protezione dei vostri dati.
Parleremo delle migliori pratiche per proteggere la vostra connessione IPTV, mantenendo al sicuro i vostri dati personali e garantendo un utilizzo responsabile dei servizi online.
La nostra priorità è far sì che possiate godere di un’esperienza di visione sicura e senza preoccupazioni.
Infine, vogliamo creare uno spazio interattivo dove potrete partecipare attivamente alla nostra comunità.
Siamo qui per ascoltare i vostri feedback, rispondere alle vostre domande e discutere con voi le ultime novità del settore.
Commentate i nostri articoli, condividete le vostre esperienze e fate parte di una rete di utenti che, come voi, vogliono ottenere il meglio dal proprio abbonamento IPTV.
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