#portati
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tizianacerralovetrainer · 1 year ago
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LASCIA CHE SI ROMPA
Lascia che le cose si rompano, smetti di sforzarti di tenerle incollate.
Lascia che le persone si arrabbino,
Lascia che ti critichino, la loro reazione non e’ un problema tuo.
Lascia che tutto crolli, e non ti preoccupare del dopo .
Dove andrò?
Che farò?
Nessuno si e’ mai perso per la via, nessuno e’ mai rimasto senza riparo.
Ció che e’ destinato ad andarsene se ne andrà comunque .
Ció che dovrà rimanere, rimarrà comunque.
Troppo sforzo, non e’ mai buon segno, troppo sforzo e’ segno di conflitto con l’ universo.
Relazioni
Lavori
Case
Amici e grandi amori
Consegna tutto alla terra e al cielo, annaffia quando puoi, prega e danza ma poi lascia che sbocci ciò che deve e che le foglie secche si stacchino da sole.
Quel che se ne va, lascia sempre spazio a qualcosa di nuovo: sono le leggi universali.
E non pensare mai che non ci sia più nulla di bello per te, solo che devi smettere di trattenere quel che va lasciato andare.
Solo quando il tuo viaggio sarà terminato, allora finiranno le possibilità, ma fino a quel momento, lascia che tutto crolli, lascia andare, let it be.
Dott.ssa Claudia Crispolti
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buscandoelparaiso · 7 months ago
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la faccia della mascotte il mood supremo
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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Oddio ascolta Loredana se mi devi fare piangere con Mimì per favore evita che già non avrò ore di sonno non ce la faccio a disperarmi per tua sorella
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deathshallbenomore · 2 years ago
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non solo un (1) computer nuovo su tre, pure il telefono nuovo in stanza. signora mia è forse questa l’età dell’oro, dell’abbondanza, dell’opulenza, del turbo-consumismo
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paulpette · 2 years ago
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Stai sopra o sotto i 36?
Io sto sotto ai 36.
Tu stai sotto droghe per pensare che io possa essere sopra.
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im-tryingtoloveyou · 7 months ago
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pavard non credo abbia santi in paradiso in francia quindi no. non mi pare sia scarso nè peggiore di altri titolari sia in difesa ,dove upamecano fa sempre stupidaggini, sia come terzino dove lo trovo più forte delle alternative. lo rivogliono pure i francesi da quello che leggo, però non gioca 😂 thuram purtroppo viene mangiato vivo in francia perchè non riesce ad esprimersi al meglio anche se secondo me avrà un posto da titolare. secondo me in generale sono sopravvalutati, senza un'idea di gioco coesa, piena di giocatori giovani che si sentono arrivati perchè valutati 100 milioni dopo l'inflazione. e sono mbappe dipendenti. non giocano bene insieme e tanti non riescono ad esprimersi, sacrificati perché tutto deve ruotare intorno al capitano numero 10. nazionali così non vincono.
L'ultima parte potrebbe essere una gufata clamorosa 👀
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angelap3 · 1 month ago
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Ci sono state raccontate due grandi falsità su Cleopatra: innanzitutto, non era affatto una bellezza convenzionale; in secondo luogo, non era neanche egiziana. Gli storici hanno cercato di spiegare come una donna sia riuscita a sottomettere gli uomini più potenti del suo tempo, ma i documenti storici testimoniano che Cleopatra non era semplicemente una seduttrice, bensì una donna di intelligenza straordinaria.
Plutarco scrive di lei che era incredibilmente affascinante, anche se non bella nel senso classico del termine. Racconta che fosse impossibile dimenticarla. Cleopatra aveva una voce così melodiosa e magnetica da incantare chiunque le parlasse.
Era una donna dotata di un’intelligenza eccezionale.
Cleopatra era profondamente istruita e padroneggiava diverse discipline, tra cui matematica, astronomia, oratoria e filosofia. Fu la prima e unica sovrana della dinastia tolemaica ad abbracciare la religione e la cultura egiziane. Nessuno dei suoi predecessori aveva mai mostrato interesse per le tradizioni del popolo che governavano: tutti veneravano esclusivamente gli dèi greci.
Inoltre, Cleopatra era una poliglotta straordinaria: parlava almeno nove lingue. Fu la prima tra i Tolomei a imparare l’egiziano, una lingua che nessuno prima di lei si era mai preoccupato di studiare, nonostante governassero l’Egitto. Tra le altre lingue che conosceva c’erano l’ebraico, l’etiopico, l’arabo, il persiano e il latino.
Cleopatra ebbe quattro figli: il primogenito, Tolomeo XV Cesarione, probabilmente nato da Giulio Cesare, e tre avuti da Marco Antonio. I gemelli, figli di Antonio, portavano nomi che in traduzione significano "Sole" e "Luna".
Dopo la morte di Cleopatra, Cesarione fu giustiziato da Ottaviano, il figlio adottivo di Cesare. Gli altri figli furono portati a Roma per essere allevati. Si sa che la figlia si sposò con un re della Mauretania, ma il destino degli altri figli rimane avvolto nel mistero.
Cleopatra e Marco Antonio morirono insieme. Avevano deciso che, in caso di sconfitta, si sarebbero suicidati. Antonio si tolse la vita con la spada, mentre si crede che Cleopatra abbia usato il veleno di un serpente.
La regina, rinchiusa in una stanza con le sue ancelle, fu minacciata da Ottaviano: se si fosse suicidata, avrebbe colpito i suoi figli. Nonostante ciò, Cleopatra decise di togliersi la vita. Secondo i romani, un servo le avrebbe portato un serpente nascosto in un cesto di fichi, ma molti storici ritengono più probabile che Cleopatra avesse nascosto del veleno in una forcina cava tra i capelli.
Prima di morire, Cleopatra scrisse una lettera a Ottaviano chiedendo di essere sepolta accanto a Marco Antonio. La sua morte fece infuriare Ottaviano, poiché lo privò del trionfo di esibire la regina sconfitta.
Ad oggi, la posizione esatta della tomba di Marco Antonio e Cleopatra rimane sconosciuta. Esistono solo ipotesi e supposizioni.
Così si concluse la vita di Cleopatra, un’incredibile sovrana, ultima regina d’Egitto e ultima rappresentante della dinastia tolemaica. Con la sua morte, l’Egitto perse la propria indipendenza e divenne una provincia dell’Impero Romano. La caduta di Cleopatra segnò la fine della grande civiltà egizia.
Informatevi meglio, prima di scrivere cazzate, mondo di Tumblr.
Notte ✨✨✨
(Angela P.)
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finestradifronte · 6 months ago
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Ieri e oggi puntata in riviera. 38°.Mucillagine: impossibile fare il bagno. Vescica ai piedi da sandali gioiello portati solo all'epoca dei passati fasti. Mi marito mi ha detto che è perché sono pesante e ho i piedi piccoli (avete mai sentito una roba più orribile?). Passeggiando stamattina sul bagnasciuga ho messo le mani sui fianchi. Mi sono sentita mia nonna. Mi marito mi ha detto : "ma hai già gli anni per essere nonna". Per fortuna oggi pomeriggio me ne torno in culandia con i miei libri. E quando il caro consorte ci farà un giro dattorno dicendomi che sono gnocchissima gli dirò che può sbatterselo contro un fitone o stramez al ghèmb dal dièval (traduzione @nicolacava ).
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ilpianistasultetto · 4 months ago
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Non ci vuole un genio per capire come si muovono quelli che contano, i veri padroni del nostro Paese. Dopo 30 anni dovrebbe essere chiaro a molti. Quando c'e' da gonfiarsi le tasche , da spolpare le casse pubbliche, da banchettare a ostriche e caviale, si porta in processione il cdx. Quello che toglie ogni controllo e mette la mordacchia a quei magistrati che si mettono a parlare di regole e che potrebbero indagare quel mare melmoso pieno di pescecani . Niente regole, via lacci e lacciuoli, soldi a cascata per amici degli amici. Quello che e' sempre successo e succede oggi con il PnRr, 200miliardi da spartirsi senza problemi. Poi capitano i momenti di crisi, quei momenti difficili per p.iva (evvabbe', quel settore, pero', si potrebbe tenere a bada) ma piu' difficili per pensionati e lavoratori dipendenti. 30 milioni di persone che se non controllati, leniti, blanditi in qualche modo, potrebbero mettere a soqquadro tutto lo stivale. Ecco allora che si cambia santo e in processione ci va il csx, con il supporto dei sindacati. Tocca a loro gestire il periodo di crisi economica e sociale ma sempre a vantaggio di chi li ha portati al potere. Ecco allora il taglio delle pensioni, i tagli all'istruzione e alla sanita', altrimenti il Paese sara' travolto dal debito pubblico. Il risultato deve essere sempre lo stesso: a pagare il conto devono essere sempre i soliti: lavoratori, pensionati e gli onesti; loro a portar la croce e gli altri a portare guadagni alle loro tasche.
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ilfascinodelvago · 23 days ago
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Allora, per prima cosa gli atei non si radunano in appositi templi per rendere grazie alla non esistenza di Dio, non si appendono al collo una rappresentazione materiale del nulla e non si travestono in modi bizzarri per indicare ad altri la via per non credere in nessuna religione. Questa è già una grossa differenza, ma non è l’unica. Siccome quelli che non credono all’esistenza delle divinità vengono tutti messi sotto la voce “atei”, si è portati a pensare che l’ateismo sia una concezione del mondo alternativa alle religioni, ma non è così. Un ateo è solo uno che per qualche motivo non ritiene plausibile l’esistenza delle divinità attualmente disponibili sul mercato.
...
E poi c’è questo. Tolti i casi particolari, di solito uno nasce con una religione già in dotazione; non succede che uno nasca ateo, faccia una ricerca personale e poi, dopo aver valutato attentamente tutte le offerte religiose, scelga quella che ritiene più conveniente, come si fa con i piani tariffari degli abbonamenti telefonici. Di solito uno conosce solo una religione, quella del posto in cui è nato, inizia a crederci perché glielo dicono e poi continua per fede. Invece succede abbastanza spesso che uno, a un certo punto della vita, rifiuti la sua religione natale dopo avere stabilito, secondo me a torto, che Dio non esiste. Uno nasce religioso e poi, eventualmente, sceglie di diventare ateo, non il contrario. La religione è una fede, l’ateismo è una scelta.
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raccontidialiantis · 1 month ago
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Soltanto colleghi, io e Anna
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Lavoriamo nella stessa azienda da anni entrambi. Io ho più di cinquant'anni e un po’ di… sana pancetta. Anna, il mio capo, ne ha un po’ meno di cinquanta ma è sempre una vera bellezza: piccolina ma con tutte le sue cose a posto e ben soda. Una vera sportiva. In azienda non c'è nessuno che non le sbavi dietro. Malgrado queste differenze, siamo comunque sempre andati molto d'accordo. Tra noi e con gli altri colleghi: battute, frizzi e lazzi quanti ce ne possono stare in una giornata d'impegno costante. Concentrati ogni giorno fianco a fianco, lavorando molto, ma allo stesso tempo stimandoci e aiutandoci reciprocamente. Ognuno poi a casa con la sua famiglia.
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Nell'ambito di cambiamenti di rilievo nella nostra area aziendale di competenza, nell'autunno di due anni fa abbiamo dovuto trasferirci in gruppo in Spagna per un paio di mesi di aggiornamento. Eravamo una decina di colleghi e prendemmo alloggio tutti nella stessa struttura, che offriva stanze attrezzate con cucinino a prezzo conveniente. La sera poi: o tutti al ristorante lì vicino, oppure ci si arrangiava; si comperava qualcosa in rosticceria o al supermercato, quindi si cucinava e mangiava in stanza. Due fili di spaghetti, un petto di pollo, inslata: cose così.
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Un sabato, tutti erano più o meno in giro per la città più vicina, tranne noi due, che avevamo deciso di prenderci una pausa. Comperata un po' di roba, ci siamo trovati quindi a spadellare e mangiare nella sua stanza da soli, io e lei. Dopo una buona cena, a dispetto delle minime condizioni organizzative, un po' di ottimo vino spagnolo, abbiamo fatto due chiacchiere in libertà e un certo grado di antica confidenza ci ha portati a superare la sottile linea di confine che separa la normale amicizia tra colleghi da sentimenti esclusivi di intimità a due.
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Durante una pausa, le ho chiesto a bruciapelo: "Senti un po’: prima che me ne vada a letto, dopo tanti anni, con tutto l'affetto che c'è tra noi due, lontani da casa… me lo dai un bacio?"
"Ma che cazzo dici? Sei scemo?"
"E dai: che ti costa… non lo saprà mai nessuno…"
"Smettila: mi stai imbarazzando e facendo diventare rossa. Ora mi sto arrabbiando. Seriamente…"
"Che scema che sei… sono tristissimo; vabbè: adesso me ne vado."
"No, dai… Con quel muso da bambino deluso... Porca zozza, dai non mi far sentire in colpa… vieni qua… (e mi diede un bacio veloce e leggerissimo sulla bocca)"
"E quello che era? Che siamo: due scolaretti?"
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"Porca troia, stasera… Guarda: basta che la finisci. E mi raccomando: che la cosa resti qui, chiaro?"
Quindi mi gettò le braccia al collo e mi diede un bacio da sballo, succhiandomi la lingua e lavorandosela a lungo.
"Mmmmh… va un po’ meglio…"
"Va un po’ meglio? Cazzo dici: t'ho dato un bacio che avrebbe resuscitato un morto… Mo’ mi incazzo…"
"Ma io per la verità volevo baciarti altro: le tue labbra più private… Quelle in basso…"
"Senti: adesso vai dritto dritto a fare in culo, vai… Stasera propriooo…"
"Va bene, un ultimo disperato tentativo: giuro che se me la fai solo vedere, poi me ne vado nella mia stanza… Cazzo: ci conosciamo da quasi venti anni, che c'è di male a vedersi nudi…"
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"Dai, smettila: adesso veramente non sei più divertente. E togliti dalla faccia quell'espressione da cane bastonato… Mannaggia la zozza… (Fissandomi muta per venti secondi) Guarda: solo perché ti stimo, perché mi hai sempre aiutato in mille maniere… poi però ti levi subito dal cazzo, ok? Che stasera mi stai proprio a far girare i coglioni ad elica… Ti faccio licenziare, sai? Mando un'email al Personale appena esci..." A quel punto, seduta sul letto si tolse le scarpe. Guardandomi fisso negli occhi, si sfilò i sexy-jeans a pelle, poi le mutandine che mi gettò in faccia e infine allargò le sue gambe: bellissime e nude. Un miracolo d'erotismo proprio lì, davanti ai miei occhi sgranati.
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Io allora scesi in ginocchio come se avessi visto la Madonna e mi avvicinai alla sua fica. Ne sentivo l'odore meraviglioso, che era per me un vero e proprio afrodisiaco.
"Aaaah… devo dire che sei proprio stupenda anche qui sotto… sei una strafica, te l'ho sempre detto… sei un vero capolavoro della natura. Sia benedetta tua madre!"
"Seeee: bonasera… Grazie, scemo… Dai… Adesso smamma…"
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Anna aveva le guance rosse come un peperone, mentre si scherniva; ma comunque le si leggeva in viso che era molto lusingata dal mio apprezzamento sincero e che era intrisa di un sottile e sensuale piacere, nel sentirsi così manifestamente desiderata. E non accennava a rivestirsi. Muoveva le gambe a destra e sinistra e così facendo apriva e chiudeva la fica.
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Era un gioco erotico sottilissimo, insolito e bellissimo: per me e per lei. Bellissima, Anna: che ora si trovava in una dimensione nuova, per giunta a fica nuda, esposta e con qualcuno che non era suo marito, un uomo certamente buono, ma che la dava per scontata, come mi aveva confessato più volte. E tutto ciò le piaceva: non avrebbe mai voluto che me ne andassi, ne ero sicuro. Era felice di farsi ammirare la fica e l'ano nudi dal suo collega fraterno e protettivo. Era diventata in quel momento una docile e indifesa peccatrice, ma si sentiva tranquilla e al sicuro, con me; pur trovandosi lontana da casa e dalla sua immagine ufficiale integerrima di moglie e madre di famiglia.
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"Ora per finire la serata in bellezza, posso baciartela rapidamente? Daiiii…. fammelo fare…"
"Noooooo, pazzo! Ma che cazzo dici… non puoi fare sul serio…"
Intanto, allargava un po’ di più le gambe, alzando contemporaneamente il bacino. Avanzava sul bordo del letto fino quasi a cadere, offrendosi chiaramente al mio viso sempre più vicino a quella meraviglia. Ne percepivo l'odore e la vedevo evidentemente umida, palesemente preda del suo desiderio.
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"Guarda, Anna: te le sfioro soltanto e rapidamente con la bocca, queste tue labbra deliziose. Poi mi alzo e me ne vado: giuro… fammelo fare: ti prego… ne ho bisogno, stasera… sono lontano da mia moglie, tu da tuo marito… non puoi farmi morire così: mi struggerò di passione, nel letto…"
"Dai, allora. Uffaaaa… ma tu guarda che cazzo mi tocca fare a me, stasera! Sbrighiamo ‘sta cazzo di faccenda. Vai molto veloce, stronzo…"
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Non me lo sono fatto ripetere e ho immediatamente incollato le labbra alla sua fica, mettendo le mie mani sui suoi fianchi nudi per attirarla e stringermela tutta. E non intendevo sfiorarla romanticamente: ho iniziato direttamente a succhiarla forte e a mangiarla. Non mi sarei staccato da quel vero paradiso in Terra per tutto l'oro del mondo. Lei diceva debolmente:
"Dai, su: ma che cazzo fai… non dobbiamo… adesso staccati e vattene… daiii…. oooooh... maledetta testa di cazzo: eravamo d'accordo… suuu… dai: alzati…. aaaah…
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E sussurrava quelle parole tenendo ben ferma la mia testa contro il suo bacino, che cominciava deliziosamente e sensualmente a muovere. La adoravo letteralmente. Sarei morto, pur di non staccarmi da lei. L'ho odorata, leccata, succhiata e ingoiata per una buona mezz'ora: se la meritava tutta. Giocavo con le sue grandi e piccole labbra; gliele aspiravo forte e le trattenevo, per poi rilassargliele e continuare a leccarla e mangiarla.
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Le infilavo la lingua dentro, la penetravo e guizzavo ovunque. Giocavo con la sua clitoride. In breve, avevo il viso cosparso dei suoi dolcissimi umori ma non riuscivo a saziarmene. Inghiottivo tutto. Respiravo l'aria che sapeva della sua fregna: una vera cura per i polmoni e per l'anima, altro che passeggiata in montagna! Anna mugolava di puro piacere, alzando e abbassando di continuo le anche, pur di farsi leccare dall'alto in basso e in profondità. Mi diceva: “continua, cazzo! Non smettere… si: lecca bene la mia passera e il mio buco del culo. Lo desidero tanto… ooooh, se mi piace... mio marito non me l'ha mai fatto… ma tu d'ora in poi non farmelo mancare mai... ti odioooo… ooooh... bastardo...”
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Venne a più riprese, inondandomi ogni volta il viso di puro miele di donna. Poi non ce la feci più: mi alzai e crollata ormai ogni barriera scopammo nudi come se fossimo marito e moglie che non si vedevano da un anno. Ci conoscevamo troppo, per non desiderarlo entrambi. La stimo moltissimo e quindi con estremo rispetto e impegno le sfondai letteralmente quella piccola fregna stupenda che avevo sempre desiderato. Lei si concedeva tutta e godendo mi diceva: “non dovrà saperlo mai nessuno, mi raccomando… intanto ficcamelo tutto bene dentro… mmmmmh… dai, mettici anche i coglioni…” Le dissi che poteva stare tranquilla: non avrei mai corso il rischio di sputtanare entrambi in azienda e di rovinare due famiglie.
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A quel punto si girò a pancia in sotto, mise un cuscino sotto il bacino che così si sollevò, e allargò le natiche con le mani per offrirmi il culo. Il suo ano, per la magia che solo una donna d'esperienza e innamorata sa fare, si schiuse da solo davanti ai miei occhi stupefatti: era evidente che voleva essere inculata. Quando si dice “ha un culo che parla.” Avevo dato fuoco a un vero vulcano di passione. Volle che le venissi in culo e le sborrai lentamente dentro non so quanti getti! Una dolcissima, insospettabile, nuova puttana era incredibilmente tutta a mia disposizione! Da allora scopiamo almeno una volta a settimana. Non vi dico quanto è brava a succhiarmelo e a ingoiare tutto il mio cazzo! Riesce a farmi venire quando dice lei. Mi è entrata in testa. Sul posto di lavoro massima formalità: nulla di più delle solite battute e assolutamente nessun contatto fisico. Ci bastano gli sguardi di mezzo secondo. E i messaggi di fuoco tramite la nostra chat segreta su Telegram.
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RDA
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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Sto ancora pensando alle tonnellate di minchia infinite di Domenico Cuomo penso sia stata l'interpretazione migliore che io abbia visto quest'anno
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alonewolfr · 16 days ago
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Poiché non sappiamo quando moriremo si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile, però tutto accade solo un certo numero di volte, un numero minimo di volte. Quante volte vi ricorderete di un certo pomeriggio della vostra infanzia? Un pomeriggio che è così profondamente parte di voi che senza, neanche riuscireste a concepire la vostra vita, forse altre quattro o cinque volte, forse nemmeno. Quante altre volte guarderete levarsi la luna, forse venti. Eppure, tutto sembra senza limite…
|| dal film “Il tè nel deserto”
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susieporta · 25 days ago
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C’è una forma di violenza silenziosa in chi decide di tagliare un legame senza spiegazioni. Questo comportamento, per quanto apparentemente passivo, è profondamente tossico, perché nega all’altro il diritto di capire, di confrontarsi, di crescere attraverso il conflitto.
Quando qualcuno scompare senza avvisare, per natura siamo portati a diventare giudice della nostra stessa esistenza: cosa ho fatto? Dove ho sbagliato? Cerchiamo delle spiegazioni all'accaduto ed il rischio più grande che incorriamo, se le nostre parti più egoiste, argute e fiere sono esiliate, è quello di dubitare di noi, di pensare di avere davvero qualcosa che non va.
Non esiste relazione senza il rischio di ferire e venire feriti, ma esiste l'incontro, la possibilità di dichiararsi tristi o arrabbiati, delusi o giudicati. Sapere questo è la relazione.
È un potere sottile, quello di chi sceglie il silenzio: ti lascia con un fardello che non è tuo, un senso di smarrimento e confusione che rimbalza tra pancia testa e gola.
Ma la tossicità di questo atteggiamento non riguarda solo chi lo subisce: è anche il riflesso di chi lo mette in atto. Tagliare un legame senza confrontarsi significa rifuggire la responsabilità emotiva, scegliere l’egoismo al posto del coraggio. È un atto di vigliaccheria travestito da autodifesa, un modo per proteggersi evitando il peso della verità.
Ciò che rende davvero tossico questo atteggiamento è la sua capacità di lasciarti intrappolato in un ciclo infinito: il rancore, il senso di colpa, il bisogno di spiegazioni che non arrivano mai. È un veleno lento che si insinua nella tua capacità di fidarti, di credere che i legami possano essere solidi e autentici.
Per uscirne, serve una presa di coscienza: comprendere che il silenzio dell’altro non parla di te, ma di loro. Non sei tu a dover colmare il vuoto che hanno lasciato, non sei tu a dover dare senso a un’assenza che non hai scelto. Liberarsi da questo peso significa imparare a distinguere tra chi ti abbandona e chi, invece, ti solleva. E scegliere, finalmente, di non aggrapparsi a chi non ha mai avuto il coraggio di restare.
Dott.ssa Noemi Bitonti
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leggerezza-dell-essere · 8 months ago
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E allora mi chiedo chi sono. E nudo senza specchi, cerco nell'anima, fragile anima, una radice. E trovo dei rami innesti del tempo, di semi caduti portati dal vento, e altri lasciati da mille viandanti, che riparo, sventura o gioia nel tronco han trovato. E mi chiedo che sono. E trovo frutti acerbi e maturi alcuni succosi, altri secchi e insapori. E sento profumi di aghi di bosco, di sale e di sole, e terra e aroma di vino, di pioggia il sentore. E nudo mi chiedo chi sono. E cerco le forme ancestrali di cellule senza colori, forgiate da vita ed umori, caleidoscopi di brandelli di cuore. E ancora non capisco chi sono. Si muove il respiro, che tacito ascolta. Rimette i vestiti l'anima mia, riprende la via.
Almina Madau
_____Luka Khabelashvili
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falcemartello · 5 months ago
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Credo piuttosto che la ragione di questo malessere potrebbe ritrovarsi non tanto nella tecnologia, quanto nella fase di transizione dall’era industriale verso l’era digitale e nell'aver condotto i principi illuministici alle loro estreme conseguenze.
La transizione è anche cosmologica e psichica: legata all’avvicinarsi della conclusione del mese platonico. Anche secondo Jung la civiltà occidentale nel suo insieme segue il sentiero dei mesi platonici, che determinano una successione degli archetipi culturali e religiosi.
L’umanità oggi è stata catapultata, senza accorgersene, in una sorta di Generative Adversarial Network planetaria online, che proprio attraverso il conflitto delle coscienze e delle idee sta pian piano formando nuovi archetipi culturali, religiosi e spirituali.
dalla Rivoluzione Francese l’occidente è stato pervaso da una lucida follia razionale che ci ha portati a creare strutture sociali fondate sul rigetto dei principi ancestrali. Il nostro ruolo è contribuire alla formazione di nuovi archetipi culturali, guardando all'antichità.
Matte Galt
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