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Giuliano Saba: "Lei…" - Una Poesia Ironica sul Tormento dell'Influenza. Recensione di Alessandria today
Un viaggio tra passione e sofferenza, dove l'ironia svela il vero volto di una "maledetta influenza"
Un viaggio tra passione e sofferenza, dove l’ironia svela il vero volto di una “maledetta influenza” Nella poesia “Lei…”, Giuliano Saba gioca abilmente con le aspettative del lettore, portandolo a credere che stia leggendo un’intensa e passionale confessione amorosa, solo per rivelare alla fine il vero “tormento” che lo ha afflitto: l’influenza. La lirica esplora, con toni ironici e un…
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The New Yorker - L'alto costo dell'incontro di Biden con Putin
The New Yorker – L’alto costo dell’incontro di Biden con Putin
The New Yorker (ovvero il Newyorkese) è una rivista settimanale americana edita dalla Condé Nast Publications. Nata nel 1925, pubblica oggi reportage, commenti, critica, saggi sociali e politici, narrativa, satira, vignette e poesia. Il suo fondatore Harold Ross voleva creare una rivista umoristica sofisticata, diversa dalle pubblicazioni similari alquanto “banali”. Sebbene le sue recensioni e…
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Never knew i’m a poet Now i’m glad that i know it I shall write a poem for you You give life spendeour your make My life so beatiful Silver shores that surround me And you gave me viscounty Of your virginal love baby Yesterday’s hope is true now No no no more maybès No no no more maybès Ah l’amore che sa fare Dentro te ti fa vibrare Fa realtà la fantasia Tutto intorno è poesia Ah l’amore che sa fare La tua vita può cambiare La la la la la la Never felt so romantic It might sound almost antic But you wakened talents in me No it’s not me whe did it Love was the recipe We won’t argue about it I’ll make not doubt about it I’ll follow every word you say We make the deal today Wèll keep it this way Ah l’amore che sa fare Dentro te ti fa vibrare Fa realtà la fantasia Tutto intorno è poesia Ah l’amore che sa fare La tua vita può cambiare (Ermanno Capelli) #sanremo #sanremo24 #sanremo74 #sanremo1974 #festivaldisanremo Brano: Ah! L'amore Immagine: Arte umoristica - Giovanni Muzzioli - 1885 https://www.instagram.com/p/B8twUDdqfNV/?igshid=vcqrbbqde7pc
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GROTTAMMARE – La giuria del Premio Letterario Nazionale Città di Grottammare, ha selezionato i vincitori dell’undicesima edizione del concorso letterario, organizzato dall‘Associazione Pelasgo968 di Grottammare, con il patrocinio della Regione Marche, del comune di Grottammare, della Fondazione Carisap, Centro Nazionale di Studi Leopardiani e dell’Omphalos, che vede quale Presidente onorario Franco Loi.
PRIMI CLASSIFICATI: Sez. D- D2 – Libro Edito di Narrativa/Saggio GORRET DANIELE (CHATILLON/AO) DISINGANNI SENILI DI ANSELO SECOS – PEQUOD EDITORE
Sez. A–Poesia inedita in lingua italiana a tema libero DALLA LIBERA EMANUELA (SUVERETO/LI) RICORDO DI UN PADRE
Sez. B–Poesia inedita in vernacolo a tema libero. COVINO ANTONIO (NAPOLI) ‘E NOTTE
Sez. C–Racconto/Saggio breve/ Inediti a tema libero DANIELE LAURA (ROMA) SE SON ROSE PUNGERANNO
Sez. D–D1-Libro Edito di Poesia VIVINETTO GIOVANNA CRISTINA (ROMA) DOLORE MINIMO – INTERLINEA EDIZIONI
Premi speciali
Premio Speciale METRICA: FREDDI ELISABETTA (CESANO DI SENIGALLIA/AN) NON VOGLIO ARARE IL CAMPO
Premio Speciale OMPHALOS alla miglior Opera CON TEMA L’AUTISMO: LA ROVERE GABRIELLA (MARSCIANO/PG) MI DISPIACE, SUO FIGLIO E’ AUTISTICO EDIZIONI GRUPPO ABELE
Premio Speciale UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO LIBRO INEDITO/OPERA PRIMA EDITA (LIBRO): AMICO ANGELA GIOVANNA (CURNO/BG) LA VERITA’ E’ UNA ROTTA TRACCIATA A MATITA EDIZIONI CONVALLE
PREMI SPECIALI.
MIGLIOR OPERA A TEMATICA:
SOCIALE (PREMIO DANIELE DONATI): GEMITO FRANCESCO (CASORIA/NA) DALLA POLVERE DA SPARO ALL’INCHIOSTRO TREDITRE EDITORI.
UMORISTICA (PREMIO GIOACCHINO BELLI): MONACHESI ENNIO (MACERATA) LA VENA UMORISTICA EDIZIONI SIMPLE
MIGLIOR SAGGIO: LENTI LUIGI (TERAMO) VINCITORI E VINTI ROBIN EDIZIONI FANTASY/PER RAGAZZI: PACCANI FEDERICO (BRESCIA) LOKI E IL DRAGO DEL LAGO GERUNDO – EDIZIONI A.CAR
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA: PIERPAOLI ERMANNO (PESARO) UN’ISOLA PER OGNI UOMO – INEDITO
PREMIO SPECIALE ALLA CARRIERA: SERPENTINI ELSO SIMONE (TERAMO) Storia della Massoneria in Abruzzo ARTEMIA NOVA EDITRICE.
La situazione di emergenza sanitaria legata al coronavirus fa slittare la cerimonia di premiazione, che era stata fissata a sabato 9 maggio, al Kursaal a Grottammare; momentaneamente rinviata a sabato 6 giugno.
Sono state 733, complessivamente, le opere pervenute alla 11^ edizione, dai 528 autori (+36 rispetto alla 10^ edizione) che hanno scelto di partecipare: 258, le poesie in lingua italiana pervenute, 49 quelle in dialetto; racconto e saggio breve 127, libro poesia 62 e libro narrativa/saggio 237. Per un totale di 299 libri e 434 poesie + racconti.
Sono state valutate dalla giuria, presieduta dal critico letterario e saggista Filippo La Porta è il Presidente per la giuria tecnica dal punto di vista dell’opera edita.
Presidente sezione giallo/noir è Massimo Lugli, leggenda nell’ambiente giornalistico romano, cronista di nera, sempre in trincea sulla strada e nei bassifondi della metropoli, Presidente sezione romanzo storico Andrea Frediani, consulente scientifico della rivista «Focus Wars», ha collaborato con numerose riviste specializzate e ha pubblicato numerosi saggi.
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“Che poeta che sono. Senza preoccupazioni e felice”: amanti di Roberto Bolaño, accorrete! Ecco un canzoniere coi fiocchi (altro che quella noia di Neruda!)
Com’è giusto che sia, la lingua italiana che ha insegnato all’Europa a dire l’amore, la passione e la creazione femminile della vita – la poesia insomma – ora subisce una punizione per aver portato troppo avanti i suoi poeti.
La punizione è questa: da noi si legge meno poesia che altrove, non si spiega altrimenti perché gli inglesi dispongano già del quadernone poetico del nuovo cileno, altro che Neruda e le sue scariche di noia (“corpo di donna, bianche colline”) ma proprio Roberto Bolaño.
Del cileno abbiamo in italiano solo un paio di libri tradotti dalla Carmignani per l’editore Sur: Tre (con tanto di prefazione firmata Andrés Neuman, pupillo spagnolo di Bolaño) e Cani romantici. Urge una spiegazione su com’è diviso il quadernone: Universit�� sconosciuta si riparte in tre parti. La terza, quella con l’uomo maturo, è stata già documentata su questo giornale. Qui sotto potete fare un altro assaggio molto corroborante, a metà tra prosa e verso: poesia che innesca la prosa.
*
Meglio imparare a leggere che imparare a morire
Molto meglio / e molto più importante / l’alfabetizzazione / che l’arduo tirocinio / alla Morte / Sarà con te per tutta la vita / e ti darà in proporzione / la felicità /e una certa sfortuna (o due) / Apprendere a morire / D’altro canto / imparare a guardare / In faccia la morte nel suo mantello / Ti servirà solo per poco nel / breve momento / di verità e disgusto / e poi mai più.
Epilogo e morale. Morire è più importante che leggere, ma dura di meno. Potremmo dire che vivere è lo stesso che morire giorno per giorno. O – in via obliqua – che leggere significa imparare a morire. Per concludere, qui come in tante altre cose l’esempio continua a essere Stevenson. Leggere è imparare a morire tanto quanto imparare a essere felici, a essere coraggiosi.
*
Se Bolaño vi sembra un visionario, allora potete rimangiarvi le parole e vedere che combinava tra i venti e i trent’anni, aveva appena lasciato Città del Messico con un carissimo amico, Bruno Montané, per trasferirsi a Barcellona e di lì, pensava, a Parigi e poi definitivamente in… Svezia. Questo progetto delirante non andò in porto e il nostro si fermò a Barcellona.
Si insinuò nella città, fece il guardiano di campeggio in Costa Brava e patì molto il trasferimento dell’amico Montané a Berlino: la vicenda è stata documentata pochi anni fa da El pais (qui).
Il bello è che Bolaño privato è di una volgarità umoristica che non teme paragoni. Ecco come dà il suo viatico all’amico che se ne va nella godereccia Berlino ovest degli anni Ottanta: “Orrore, non distinguo destra da sinistra, questo non va bene, d’accordo che troverai molte topoline a Berlino, tutte carine e dolci con le loro gambe, i loro clitoridi e punti g, ti manderanno tutte al tappeto o con la testa o col cuore, a meno che con te non si mettano a praticare il feticismo, le gambe avvolte da nylon nero, un po’ in carne e in calore. E poi magari ne troverai di giovani e ben messe col balcone! Altro che quelle che trovavi qui in riva al mare, quelle false cacciatrici che non ti filavano mai, tutte poetiche e tu manco capivi i loro segnali, ah ah, e dovevi sempre offrire da bere alle ragazze di Barcellona per aver qualcosa”.
Che dichiarazione di poetica! Vale più delle stratificazioni a tre di Piccolo sulla natura del mascolo italiano: solite minchionerie.
Un altro breve trattato di estetica si trova in una lettera di quel giro d’anni al solito Montanè: “Che qualità ricerchiamo nei libri di poesia? Certamente non la trasparenza lungo la quale permane una vita senza convulsioni; né tantomeno i problemi personali, da letterina all’amico, del poeta. Quindi cerchiamo la trasparenza come segno nel vuoto – la trasparenza come segnale dentro la trasparenza medesima. Di conseguenza io riesco a vedere che in Purgatorio Zurita ritaglia le sue silhouette sul fondo del poema: i suoi problemi, la sua via crucis è roba pop, si raccoglie in una riconversione universale che parla a tutti noi coi nostri guai (la voce di una donna, i suoi seni caldi, il suo destino…) e i terrori del poeta sono i terrori che appartengono a tutti”.
*
Le poesie della prima parte del quadernone, Romanzo di neve, sono tutte viscerali, come potete immaginare. Ne traduco le più vigorose. Sono un grido e una speranza: di poeti non ne nasce uno ogni cento anni (cazzata di Moravia davanti al feretro di Pasolini) ma ogni volta che nella notte della città gli orgasmi si richiamano come campane.
Andrea Bianchi
*** Bambini alla Dickens
Tu ammiri il poeta coi nervi d’acciaio – giusto? Giusto – allo stesso modo ammiri L’operaio dai turni massacranti e il negoziante Che si addormenta all’alba mentre conta le monete grosse E poi le ragazze di venticinque anni che trombano tutta la Notte e che l’indomani danno tre o quattro esami All’università È duro comprendere quanto sopra – voglio dire Che è un po’ come vedere in camera propria degli animali selvaggi che Si insediano come fossero gufi o bambini usciti dalla mente di Dickens – come le lucertoline di sesso indefinito
Dipinti da Moreau – come avere il sole e il suo doppio in camera Il rintocco dei passi che può arrivare in ogni momento Come una scultura di gesso un po’ sporca – gli occhi all’insù Del santo in estasi di godimento mentre galoppa il suo cavallo Verso il Drago
* Non comporre discorsi ma poesie Scrivi preghiere che poi sussurrerai – Prima di scrivere queste poesie Starai già pensando che non le scriverai
* Le chiesi se era ancora lì. Disse che sarebbe arrivata. Nevica ancora, la avviso. I suoi libri sparpagliati. Senza alcuna utilità per far l’amore. Sei mesi che una ragazza non saliva quassù. Enfatica e categorica, lei dal telefono mi dice Di una mosca che batte dall’altro lato della finestra. Come stesse sputacchiando sullo specchio, aggiungo io. Che poeta che sono. Senza preoccupazioni e felice
* Non può succedere nulla di male – Victoria e io Auguro ogni bene a chi ha ricevuto qualche talento oscuro E manco un po’ di fortuna – gente così l’ho vista spesso Risvegliarsi sul bagnasciuga e accendersi una sigaretta Come fossero gli unici al mondo a voler Qualcuno che li allisci con morbide carezze – Auguro ogni bene A questi proletari nomadi Che mettono il loro cuore davanti a tutto
* Uniti in tutto o quasi ma soprattutto Nel dolore nel silenzio delle Vite disperse che poi il dolore va subito a occupare Come la marea che scivola verso i nostri Cuori leali verso i nostri sguardi poco leali Verso le opinioni folli che lei e io prendiamo e che nessuno Comprende più o meno come noi che non le capiamo Il massacro che ci circonda e noi restiamo tenaci A spartirci il nostro dolore e in realtà lo moltiplichiamo Come se la città dove viviamo fosse Una sala d’ospedale infinita
Roberto Bolaño
*la traduzione è di Andrea Bianchi che ringrazia la metà migliore del genere umano
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from pangea.news http://bit.ly/2ICkn3I
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Assolutamente imperdibile! Oggi voglio presentarvi una autrice che io ho conosciuto da pochi anni e di cui non sono ancora riuscita ad avere ebook italiano, Carol Ann Duffy, e in questo caso in un brevissimo pezzo letto da Lella Costa che a mio avviso è l'interprete perfetta per Carol. Per la cronaca Carol Ann Duffy è stata nominata Poet Laureate in GB nel 2009 ed è stata sia la prima donna che il primo scozzese ad ottenerlo. Riesce ad essere ironica e umoristica, ma anche commovente. Autrice lesbica e attivista, in questo libro presenta trenta ritratti di mogli di uomini celebri della storia e della mitologia. Ogni moglie celebra o depreca il proprio consorte con uno stile ironico ed affascinante.
La signora Icaro "Non sarò la prima né l’ultima che se ne sta su un costone a guardare il marito [segue]"
#carol ann duffy#carolannduffy#lellacosta#lella costa#poesiarecitata#poesia#poesia recitata#italiano#audiopoesia#ironia#poet laureate#poetlaureate
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GROTTAMMARE – E’ stato già superato il numero di adesioni, rispetto all’edizione 2019, nell’ambito del Premio Letterario Nazionale Città di Grottammare, organizzato dall’Associazione Pelasgo968 di Grottammare, con il patrocinio del comune di Grottammare, che vede quale presidente onorario Franco Loi, forse il più grande poeta italiano vivente. Proprio per la vicinanza del poeta al premio e alla Pelasgo, Loi nel 2019 è diventato cittadino onorario di Grottammare.
Alla decima edizione sono stati 500, i partecipanti, con oltre 800 opere, suddivise nelle tre sezioni della Poesia inedita (sia in lingua che dialettale), nel racconto breve inedito e nel libro Edito, con autori arrivati da tutte le regioni italiane, nonché dalla Svizzera, Francia, Canada, Stati Uniti e Svezia.
Il bando, dell’11° Premio, aperto a tutti gli autori italiani e stranieri maggiorenni, scadrà il 31 gennaio. Novità dell’edizione 2020 è l’apertura del concorso verso gli Inediti, ma anche a nuovi Premi Speciali, come quello dell’Università di Teramo:
Ecco le sezioni:
Poesia inedita in lingua italiana a tema libero,
Poesia inedita in vernacolo a tema libero.
Racconto/Saggio breve/ Inediti a tema libero.
Libro Edito di Poesia,
Libro Edito di Narrativa/Saggio,
A queste si aggiungono i Premi Speciali:
Premio Speciale Metrica, Premio Speciale Omphalos alla miglior opera avente come tema l’autismo, Premio Speciale Università degli Studi di Teramo, libro inedito/opera prima edita, Premio Speciale “GialloGrottammare”, Per il miglior Racconto/libro giallo, poliziesco, noir, Premio Speciale Romanzo storico.
E ancora: alla Miglior Opera (libro, poesia, racconto) a tematica Sociale (Premio Daniele Donati) Umoristica (Premio Gioacchino Belli), Erotica, Fantasy, per Ragazzi.
Gli ultimi anni hanno visto il patrocinio dei vari enti territoriali e politici, come la Regione Marche e la Provincia di Ascoli Piceno e da sette anni del Centro Nazionale di Studi Leopardiani, in giuria con il responsabile della Commissione scientifica, il Professor Alberto Folin, nonché vicepresidente del Centro Mondiale della Poesia e della Cultura Giacomo Leopardi.
Il critico letterario e saggista Filippo La Porta è il Presidente della giuria tecnica Presidente sezione giallo/noir è Massimo Lugli, leggenda nell’ambiente giornalistico romano, cronista di Nera, sempre in trincea sulla strada e nei bassifondi della metropoli, Presidente sezione romanzo storico Andrea Frediani, consulente scientifico della rivista «Focus Wars», ha collaborato con numerose riviste specializzate e ha pubblicato numerosi saggi.
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GROTTAMMARE – Prende il via con il nuovo bando, il percorso del 11° Premio Letterario Nazionale Città di Grottammare, organizzato dall’Associazione Pelasgo968 di Grottammare, aperto a tutti gli autori italiani e stranieri che, alla scadenza del bando, il 31 gennaio 2020, abbiano compiuto il 18° anno di età,
Le ultime edizioni hanno visto come Presidenti onorari il giornalista e scrittore Massimo Fini e nelle ultime tre edizioni il Poeta Franco Loi, forse il più grande poeta italiano vivente. Sono stati 500, i partecipanti alla decima edizione, con oltre 800 opere, suddivise nelle tre sezioni della Poesia inedita (sia in lingua che dialettale), nel racconto breve inedito e nel libro Edito.
La partecipazione copre l’intero territorio nazionale con autori che arrivano da tutte le regioni italiane nonché da Svizzera, Francia, Canada, Stati Uniti, Svezia. Novità della nuova edizione l’apertura del concorso verso gli Inediti, ma anche a nuovi Premi Speciali, come quello dell’Università di Teramo.
Gli ultimi anni hanno visto il patrocinio dei vari enti territoriali e politici, come la Regione Marche e la Provincia di Ascoli Piceno e da sette anni del Centro Nazionale di Studi Leopardiani, in giuria con il responsabile della Commissione scientifica, il Professor Alberto Folin, nonché vicepresidente del Centro Mondiale della Poesia e della Cultura Giacomo Leopardi.
Il critico letterario e saggista Filippo La Porta è il Presidente della giuria tecnica. Presidente sezione giallo/noir è Massimo Lugli, leggenda nell’ambiente giornalistico romano, cronista di Nera, sempre in trincea sulla strada e nei bassifondi della metropoli, Presidente sezione romanzo storico Andrea Frediani, consulente scientifico della rivista «Focus Wars», ha collaborato con numerose riviste specializzate e ha pubblicato numerosi saggi.
Si articola nelle sezioni:
Poesia inedita in lingua italiana a tema libero,
Poesia inedita in vernacolo a tema libero.
Racconto/Saggio breve/ Inediti a tema libero.
Libro Edito di Poesia,
Libro Edito di Narrativa/Saggio,
A queste si aggiungono i Premi Speciali
Premio Speciale Metrica, Premio Speciale Omphalos alla miglior opera avente come tema l’autismo, Premio Speciale Università degli Studi di Teramo, libro inedito/opera prima edita, Premio Speciale “GialloGrottammare”, Per il miglior Racconto/libro giallo, poliziesco, noir, Premio Speciale Romanzo storico.
E ancora: alla Miglior Opera (libro, poesia, racaconto) a tematica Sociale (Premio Daniele Donati) Umoristica (Premio Gioacchino Belli), Eerotica, Fantasy, per Ragazzi.
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Un poeta alla corte di Rudolf Steiner. La vita teosofica di Morgenstern
Sorprendente. Quasi del tutto ignoto al mondo culturale italiano non specialistico, Christian Morgenstern, basta piluccare la pagina Wikipedia in lingua inglese, è autore “di una poesia immensamente popolare”. Addirittura? Pare proprio di sì, se è vero che Paul Hindemith, il grande compositore tedesco, dedica alla memoria di Morgenstern la Lustige Sinfonietta, nel 1916 – il poeta muore, dopo un soggiorno a Bolzano e a Merano, il 3 marzo del 1914 – e Friedrich Gulda, il grande musicista austriaco, musica alcune poesie di Morgenstern nel 1967, i Sieben Galgenlieder. A sorprendere, anzi tutto, è l’opera aforistica, intinta nella ferina intuizione, di Morgenstern. Esempi: “Scrissi ciò sul punto dove l’uomo coincide con Dio, dove egli smette di potersi sentire un essere speciale”; “Io posseggo lo sguardo che tramuta”; “Immaginati un tappeto fatto di acqua. E la storia dell’uomo come il ricamo di questo tappeto”; “Il Dio, che noi siamo, è muto”. La gioia lirica, sintetica, abbeverata di Nietzsche – e piena di affinità, letta a posteriori, con i magnetici diari di Franz Kafka – contraddistinguono Morgenstern, artista dilaniato dal male, ma dall’energia culturale polimorfica, pare sbalzare dalla Montagna incantata di Thomas Mann.
Christian Morgenstern (1871-1914)
Collaboratore per le edizioni di Bruno Cassirer, dopo aver conosciuto Henrik Ibsen in Norvegia, nel 1899, diventa il traduttore del geniale drammaturgo. Di fatto, Morgenstern importa la letteratura scandinava in Germania: traduce August Strindberg, il Premio Nobel Bjornstjerne Bjornson e Knut Hamsun. Affiliato agli scrittori estremi, scopre, prima di altri, il talento di Robert Walser. L’incontro che cambia la vita di Morgenstern, tuttavia, accade nel 1909, a Berlino. Durante una conferenza, il poeta scopre in Rudolf Steiner un maestro e diviene membro della Società Teosofica tedesca. “Il tuo spirito di sole/ noi bui vagabondi rischiari” è scritto nella dedica, Al Dr. Rudolf Steiner, che apre le Neue Gedichte, dal titolo Trovammo un cammino. Steiner – sponsorizzato per l’assegnazione del Premio Nobel per la pace da Morgenstern, nel 1912 – fa di Morgenstern il fulcro dell’euritmia, la pratica esoterica e ‘ginnica’ della teosofia. Secondo la testimonianza di Erna van Deventer, infatti, nel 1913, a Lipsia, “Rudolf Steiner parlò delle poesie di Christian Morgenstern, sottolineando come queste sarebbero state particolarmente adatte all’euritmia, perché vi si diffondeva una vera e propria immaginazione soprasensibile in parole terrestri”. Ora l’opera di Morgenstern, di austera bellezza, grave di simboli (“Il Dio che concentrò in sé/ tanta potenza da miriadi di stelle:/ non è un dio che né la miseria né l’orrore umano/ possano fermare”), latitante in Italia – citiamo il passaggio per Guanda, nel 1990, come Fatti lunari e i Canti grotteschi editi da Einaudi nel 1966 – torna in grande stile nella neonata collana di Campanotto Editore, ‘Cultura e arte del mondo di lingua tedesca’. Il canzoniere di Morgenstern è edito come Christian Morgenstern. Aforismi e liriche nel segno dell’antroposofia di Rudolf Steiner (pp.238, euro 25,00), per la cura di Luca Renzi, professore di Letteratura tedesca all’Università di Urbino, con la collaborazione di Emanuela Ferragamo e un saggio conclusivo di Luca Cesari su Rudolf Steiner e l’estetica. Un piccolo avvenimento culturale, cullato da una piccola casa editrice. Abbiamo intervistato il curatore e la sua collaboratrice.
Intanto, perché tradurre Christian Morgenstern, un autore affatto particolare quanto quasi del tutto sconosciuto al mondo editoriale italiano?
“Christian Morgenstern è per l’intensità delle sue frequentazioni liriche e filosofiche e per la sofferta ricerca speculativa una figura di grande rilevanza nel panorama della Fine del Secolo tedescofona e lo è non solo in virtù dell’umorismo svagato e a tratti assurdo della sua creazione più conosciuta – quei Canti Patibolari editi anche in Italia – quanto anche in virtù dell’elaborazione di un personale cammino esistenziale che offre ancora oggi spunti interessanti. E non solo al titolato professore, che anzi Morgenstern continuamente dileggia. La poesia di questo autore si intende infatti come rappresentazione esemplare di una vita”.
Morgenstern traduttore di Hamsun, di Ibsen, di Strindberg, sostenitore di Robert Walser, tentato, forse, da scrittori ‘eccentrici’, eccendenti. Come influisce l’attività editoriale di Morgenstern nella sua personale opera creativa?
“L’attività editoriale è senz’altro centrale non solo nell’elaborazione degli influssi poetici, quanto anche e soprattutto nel delineare una personale poetica che, in Morgenstern, passa attraverso la rielaborazione di letture frenetiche e sregolate. La traduzione dei grandi autori scandinavi lascia tracce interessanti non solo nella lingua – è stato sottolineato l’influsso di Ibsen nell’aforistica dell’autore –, quanto anche nella visione del mondo e nella riflessione drammaturgica, che riveste una parte importante (e a volte dimenticata) della produzione dell’autore”.
L’incontro con Rudolf Steiner e la ‘teosofia’ pare essenziale nel percorso lirico di Morgenstern. Come è possibile che un pensiero esistenziale, filosofico penetri con forza in un ‘canzoniere’? In che modo la teosofia dà impronta all’opera di Morgenstern?
“Nella sua introduzione alla raccolta antroposofica del poeta David Marc Hoffmann sottolinea giustamente la reciprocità del rapporto di Morgenstern con il pensiero e l’opera di Rudolf Steiner. L’antroposofia giunge infatti come ultimo anello di un percorso esistenziale nel quale non è tanto in gioco l’esattezza speculativa di una teoria, quanto la coerenza di un’interiore maturazione spirituale. Non si tratta tanto dunque di uno ‘sfondamento’ del pensiero steineriano in Morgenstern, quanto semmai di un ‘esondare’ del poeta nel tracciato dell’antroposofia. Questa svolta mistica si rivela fondamentale per l’elaborazione di una lingua che cerca di comunicare l’indicibile della realtà spirituale con l’entusiasmo di chi intende educare se stesso e gli altri al nuovo cammino”.
Potete riassumerci il pensiero – che pare abissale, leggendo le suggestioni aforistiche con cui si apre il volume da lei curato – di Morgenstern?
“A partire dall’incontro con la filosofia nicciana Morgenstern procede alla decostruzione di un Dio borghese e pantofolaio che, dichiarato ufficialmente morto, lascia la sua ombra nella lingua. La decostruzione della lingua e la riflessione sulla parola sono pertanto momenti centrali di una nuova consapevolezza del divino, ora individuato nella comunione di Dio e individuo”.
Quasi subito, in merito all’opera lirica di Morgenstern, fate riferimento a ‘poeti come Paul Celan, Georg Trakl o Georg Heym’. Che cosa significa? Quali tensioni liriche animano il lavoro di Morgenstern?
“Morgenstern fu un autore particolarmente apprezzato dal Dadaismo in virtù dello sperimentalismo a volte sregolato della sua lingua – il suo umorismo è tuttavia venato da una profonda melanconia e da una certa sferzante durezza, che deriva da una certa consuetudine alla prospettiva della propria morte. Ecco, la riflessione sulla morte che passa attraverso la lingua, il gioco linguistico (Celan), ma anche nella meticolosa descrizione esistenziale (Trakl) fino ai meandri oscuri della lingua e della mente fanno immediatamente pensare ai tre autori suddetti, anche se in Morgenstern tutto appare velato da luce più soave. Nel tradurre Morgenstern ci siamo spesso imbattuti in meandri lingusitici che ci hanno fatto pensare a quell’unica, magica, lirica di Celan che è Weggebeizt, che giunge per mezzo della sperimentazione ultima alla non-poèsi, il Genicht celaniano, appunto, che è anche heidegerriano in ultima analisi (Tief in der Zeitenschrunde, al fondo del crepaccio dei tempi)”.
Di fatto, Morgenstern è una vera scoperta per il panorama – un poco stretto – dell’editoria italiana. A vostro avviso, come mai? È un fattore intrinseco alla disattenzione di certa cultura italiana oppure sottolinea la difficoltà, l’asperità della lirica di Morgenstern agli occhi di un lettore italiano?
“La lirica di Morgenstern presenta sicuramente difficoltà legate all’uso personalissimo della lingua. Questo vale sia per gli equilibrismi della poesia umoristica, quanto per la poesia ‘speculativa’ che è variegata negli umori e nelle atmosfere. C’è però sempre una certa leggerezza nell’espressione poetica di Morgenstern che a mio avviso è così difficile da rendere… Del resto Morgenstern sognava per sé un monumento zuccherino che si sarebbe sciolto nel mare. Un poeta che desidera diluirsi in soluzione salina riserva sempre sorprese – no?”.
Giovanni Zimisce
L'articolo Un poeta alla corte di Rudolf Steiner. La vita teosofica di Morgenstern proviene da Pangea.
from pangea.news http://ift.tt/2xPUHx5
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“Charles” + “Born to Lose” // 2 Giorni Con Gli Autori Coconino a Spine.
Mercoledì 24 e Giovedì 25 Alessandro Tota e Nicoz Balboa saranno nel nostro headquarter a Bari per presentarci i loro ultimi lavori,appena usciti per la prestigiosa Coconino Press - Fandango. Charles è un’antologia di fumetti e disegni tratti dai carnets d’artista di Alessandro Tota. In questi taccuini, cominciati durante una convalescenza e continuati durante i suoi viaggi, l’autore si diverte a raccontare le vicende di un gruppo di ragazzi di Bari, gli stessi che aveva messo in scena nel suo libro “Fratelli”. http://www.fandangoeditore.it/shop/autori/alessandro-tota/charles/
Born to lose è il sorprendente diario grafico di Nicoz Balboa, fumettista e tatuatrice, giovane mamma alla ricerca del suo posto nel mondo. Appunti di vita, piccole grandi storie quotidiane di un'artista che racconta con spontaneità e humour l'avventura di diventare se stessi. http://www.fandangoeditore.it/letture-primaverili-born-to-lose/
Alessandro Tota
Charles
Baudelaire oggi: un vecchio punk tra i ragazzi di strada.
Dall'autore di “Il ladro di libri”, premiato come miglior graphic novel a Lucca Comics 2015 e come miglior sceneggiatura a Napoli Comicon 2016.
“Tieni Charles, fumati 'sto spinello...”. Un carnet d'artista che mette in scena un esilarante incontro tra generazioni lontane, in cui poesia e letteratura si incrociano con la dura realtà degli adolescenti di periferia.
“Charles” è un'antologia di fumetti e disegni tratti dai carnets d'artista di Alessandro Tota. In questi taccuini, cominciati durante una convalescenza e continuati durante i suoi viaggi, l'autore si diverte a raccontare le vicende di un gruppo di ragazzi di Bari, gli stessi che aveva messo in scena nel suo libro "Fratelli".
Sono vere e proprie improvvisazioni, spesso surreali, in cui i protagonisti si trovano ad avere a che fare con un bizzarro personaggio che sostiene di essere niente di meno che Charles Baudelaire. Nessuno mette in dubbio le sue affermazioni e il poeta, oramai attempato, cerca di integrarsi in questo gruppo di ragazzacci, punk e delinquenti di basso rango, condividendone la quotidianità, fino a diventare una vera e propria star del sottobosco cittadino. Ma il suo spirito di artista d'altri tempi non si sposerà sempre bene con la dura realtà dei nostri giorni, dando vita a risultati esilaranti.
“Charles” nasce come divagazione umoristica sotto forma di carnet: disegni e fumetti, realizzati su un quaderno sul momento, con l'acquerello o con la china. Un vero tour de force creativo per Tota, 96 pagine improvvisate secondo l'estro del momento per un periodo di alcuni mesi, e poi raccolte in riproduzione identica al formato originale.
Nicoz Balboa
Born to lose
Giovane mamma rock, fumettista e tatuatrice, blogger e giramondo… quante vite ha Nicoz? Dal diario grafico sul web al libro: appunti, taccuini disegnati, piccole grandi storie quotidiane di un’artista che racconta con freschezza e humour l’avventura di diventare se stessi.
Lavorare meno, bloggare meno, passare meno tempo su facebook e al telefono, spendere meno. E ancora: trovare un nuovo amore, tenero e attento, disegnare ancora di più (l’unico "più" permesso), andare a letto presto, fare la doccia ogni giorno, diventare lesbica e cominciare a portare scarpe da “donna”...
Inizia con una lista di buoni propositi Born to lose, il sorprendente diario grafico di Nicoz Balboa, fumettista e tatuatrice, giovane mamma alla ricerca del suo posto nel mondo. Appunti di vita, piccole grandi storie quotidiane di un'artista che racconta con spontaneità e humour l'avventura di diventare se stessi.
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GROTTAMMARE – Stanno per scadere le iscrizioni al Concorso Letterario Città di Grottammare, organizzato dall’Associazione Pelasgo 968, presieduta da GianMario Cherubini, giunto alla sua ottava edizione. La scadenza del bando per la partecipazione, infatti, è fissata al 31 gennaio, ed entro quella data sarà possibile inviare testi nelle varie sezioni. Anche nella nuova edizione del concorso, che ogni anno riceve tantissime adesioni, dall’Italia e dall’estero, (basti pensare che nella 7^ edizione aveva registrato un incremento di partecipanti di circa il 33% rispetto alla precedente edizione) sono state mantenute le quattro sezioni tradizionali: poesia in lingua, poesia in dialetto, racconto breve, libro edito, e il consueto premio relativo alla metrica.
Tornano anche un premio speciale per una poesia/racconto a tematica erotica e/o umoristica intitolato a “Giuseppe Gioachino Belli”, un premio dedicato ad un racconto breve giallo, thriller, noir ed il premio Club per l’Unesco San Benedetto del Tronto per un racconto a tematica sociale sulla “Violenza di genere”. Sono diverse, le novità dell’edizione 2017: il concorso nella Sezione libro edito, al romando/saggio/antologia di racconti e un Premio speciale, “Omphalos”, con tema L’Autismo.
Ulteriore novità, ma in questo caso il bando di presentazione è scaduto il 30 dicembre 2016, è la Sezione Speciale “Scrivi il Film”, per un soggetto cinematografico/televisivo, indetto in collaborazione con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema di Torino, rivolto ad autori, sceneggiatori, registi, principalmente esordienti, per un progetto da proporre al mondo del cinema e della fiction televisiva.
Presidente onorario dell’ottava edizione del concorso che ogni anno richiama un grandissimo numero di partecipanti da tutta Italia, e anche dall’estero, è stato nominato Franco Loi (nella foto), considerato il massimo poeta italiano vivente in lingua dialettale e una delle principali voci della poesia italiana contemporanea. Dal 1987 scrive per l’inserto culturale de Il Sole-24 Ore e in precedenza, dal 1960 al 1983, ha collaborato con Mondadori.
Il bando per poter partecipare al concorso, patrocinato dal Comune di Grottammare, dalla Regione Marche, dalla Provincia di Ascoli Piceno, dal Centro Nazionale Studi Leopardiani di Recanati, dal Club per l’Unesco di San Benedetto del Tronto, dall’Omphalos, dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti e dal Centro Culturale Nuovo Arcobaleno, dunque, scadrà il 31 gennaio.
La premiazione si svolgerà sabato 6 maggio, nell’ambito della Festa della Scrittura in programma a Grottammare. Per informazioni: www.pelasgo968.it, segretario del concorso e vice presidente della Pelasgo 968, Giuseppe Gabrielli, telefono 3930022768.
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