#placido russo
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paranasloc · 10 months ago
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the-lived-abstractionism · 2 months ago
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Berlinguer: oltre l’ambizione
Un film come visto e vissuto
Di Sauro Sardi
Giocando coi versi del grande poeta russo, se Berlinguer fosse Majakovskij
direbbe al placido chimico dalla fronte spaziosa: “Risuscitami… perché la
gente di me ha sete”. Dunque, un film che riattacca la spina e inietta sangue
nel cuore senza la presunzione di riaccendere il sole, seccare l’oceano. Un
film che fa tornare a scrivere anche i mezzi morti di parole, quelli che
aspettavano l’occasione per dire che gli argomenti di una certa stagione non
invecchiano mai. Nessuno di noi fa di mestiere lo scontento e insieme alle
lodi si avanzino pure anche le critiche, sarebbe un gradire molto sospetto se
tutti fossero pienamente d’accordo su questa pellicola, ci sarà pure qualche
aspetto da ingoiare appena o troppo malvolentieri, ma buttato giù il boccone
tutto il resto è arte, umanità, politica. Quei tre pacchetti di sigarette ci
riportano dentro a quelle stanze di fumo bestemmiato. Non avremo
guadagnato il socialismo ma l’inferno era di sicuro alla nostra portata.
Scorrono meravigliose e crudeli le scene; per fortuna le so a memoria. Al
cinema non esiste la pagina Talk Back per l’audio descrizione delle immagini.
“la piazza è strapiena di gente” dice una voce alle mie spalle Spero sempre
che dietro di me ci sia qualcuno che bisbiglia, è un occhio trovato. Si va verso
il finale, accompagnato da una musica dentro un silenzio che ti strozza
transita quel sole dell’avvenire, il suo splendore, il decadimento, i resti.
Appunto, i resti sono le nostre opinioni, saluto la mia comoda poltroncina di
velluto, usciamo.
Sta ancora piovendo qualche gocciolina che si affronta anche senza
cappello, penso che sia regolata da un Dio che ha visto tutto, ci accompagna
alla macchina, ci riporta a casa, poche parole, quasi muti. Eppure era la
giornata ideale per andare al cinema e ora la riassumo alla faccia degli spazi
e delle virgole comprese.
Avevo attraversato quelle poche gocce di pioggia che oltre la biglietteria si
asciugano subito. Ora le musiche si accompagnano alla stupenda
espressività vocale del protagonista, Berlinguer non fa una piega ma non è
un blocco di granito rosso, no, ha famiglia, sentimenti, un sogno che
intravede oltre la linea dell’orizzonte. La piazza è sua, il popolo di quella
grande stagione è suo.
In ogni opera d’arte c’è sempre un aspetto che suscita non solo emozioni ma
anche riflessioni, analisi. Dunque, come e quante volte Berlinguer si
incontrasse anche di nascosto con Moro non è una pallida leggenda
metropolitana ma l’incipit di una storia che non doveva mai nascere. “Divide
et impera” era un concetto semplice, tradotto in tutte le lingue. Ormai
avevamo capito che a guadagnarci non erano i belligeranti ma chi
organizzava lo scontro per trarne profitti. La politica doveva restare un campo
di battaglia, mai diventare un luogo dove le diverse opinioni alla fine fanno
sintesi e si procede, magari verso l’idea condivisa di una necessaria visione
post ideologica. Intendiamoci, il plastico di una casa comune dove alloggiare
politiche, credenze e culture diverse sarebbe stato un progetto tutto da
spiegare ma era in atto l’avvio di un percorso nuovo. Ora non conta dire
quanto Berlinguer lo volesse più degli altri, lui ci credeva quando tutto era
ancora possibile, il sole che picchiava sugli scogli di granito rosso era sempre
lo stesso ma proprio quello nato nei luoghi del socialismo reale diventava
sempre più brutto, una farcitura di socialismo imperialista. Doveva “strappare”
quel filo, quei legami e al tempo stesso raggiungere il sole di un avvenire che
si evolve. Lo diceva indicando il punto dove il mare e l’orizzonte si toccano.
Ma quell’uomo apparentemente timido e riservato, prima di conoscere il
domani di tutti i comunismi di questo mondo conosceva il mare, le distanze
apparenti tra cielo e terra, sapeva bene che più vai verso l’orizzonte, più quel
punto si allontana. Ma lui doveva crederci e preparare il terreno per una
nuova stagione della politica, non più riverente ma opposta al dominio di
vecchi e nuovi imperi. Potrà sconvolgere qualcuno immaginare che nel mare
nostrum gonfio di antiche e nuove rivalità politiche stava soffiando il vento di
una ragionevole intesa anche nel completo disaccordo su tante questioni. Un
vento nuovo. Ma tutto si interrompe, precipita, passano gli anni e si torna al
tempo delle invasioni barbariche, nascono eserciti al soldo di chi ha più
moneta, l’arco e la catapulta diventano ordigni che possono varcare i confini
delle peggiori immaginazioni. Torna la gigantografia di Enrico Berlinguer,
umida e malinconica questa giornata al cinema, forse se avessi lasciato
qualche ricordo a casa avrei sofferto di meno. Un film che rotola all’indietro
come un macigno che accarezza e travolge.
Non credo nei film buoni per la didattica, per quella ci sono i documentari,
semmai questo genere di realismo cinematografico espone la capacità degli
autori, l’arte di suscitare emozioni. Cosa non secondaria in tempi dove l’agire
sensibile affronta la fredda intelligenza artificiale; difficile per un algoritmo
venirci a dire che i comunisti ci porteranno via il maiale, non avrà mai tanta
fantasia. Un bel film, può provocare sgomento oppure fare da stimolo a tutti
quelli che ancora, comunque la pensino, hanno una loro visione
dell’orizzonte. Quale orizzonte? Non era una domanda difficile.
P.S.
www.saurosardi.com Ai funerali di Enrico Berlinguer
Noi popolo, siamo gli stessi del popolo di allora.
Una storia che fa resuscitare ideali ed equilibrio sociali, pur stando all'orizzonte.
Ma chi ucciderà chi ancora cerca alleanze di potere
...di sicuro né Moro né Berlinguer
dY
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thegianpieromennitipolis · 1 year ago
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
SCELTE
Vasilij Vasil'evič Kandinskij (1866 - 1944), nato a Mosca, artefice di un'affascinante esperienza cosmopolita, viaggiando prima nella costellazione dei paesi dell'allora impero russo, poi varcandone i confini fino alla Germania, all'Italia e alla Francia, è generalmente inteso come il "padre" della figurazione astratta. Lo si studia come tale e lo si identifica come alta espressione di questa categoria nella storia dell'arte contemporanea. Eppure, esiste un Kandinskij che precede il creatore del "primo acquerello astratto" (risalente al 1910), un artista che non ha ancora conosciuto il testo istitutivo della teoria dell'immagine non figurativa, "Astrazione ed empatia" (1907) di Wilhelm Worringer. Quel dimenticato Kandinskij è considerato "minore", tutto sommato ancora incosciente di quella profonda innovazione della quale, per un caso fortuito, sarà capostipite. Come se la ricerca non fosse parte di un divenire misterioso. Come se un'improvvisa visione non fosse l'effetto di una sensibilità consumata nell'esperienza della creatività. Come se produrre tracce di figurazione non fosse già lento abbandono che lambisce il sottile confine della forma ignota. In quelle opere si annida la tensione febbrile dell'inaspettato. Vibrano di svolta. Fremono di futuro. Nascondono il cambiamento ma possedendone tutta la carica vitale: l'impeto di uno spirito senza pace. Per questa ragione, i dipinti che segnano il "primo" Kandinskij, lasciano l'eco di una sfida interiore, intensa e a tratti struggente. La forma consueta appare per dissolversi: l'artista ne è consapevole. Non è certo che accadrà. Ma lo avverte. E decide di accompagnarla. Con la tenerezza di una favola che adombra un placido sonno senza ritorno.
- Vasilij Kandinskij, "Rapallo boats", 1905, collezione privata; "Der Blaue Reiter" (Il cavaliere azzurro), 1903, collezione privata; "Porto di Odessa", 1898, Galleria Tret'jakov, Mosca
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baccano-gauntlet · 2 years ago
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ROUND 1 PART 2 MASTERPOST.
Donny v. Placido Russo
Renee Parmedes Branvillier v. Charkie
Dez Nibiru v. Carnea Kaufman
Ronny Schiatto v. Upham
Niki v. Donald Brown
Edith v. Edward Noah
Mark Wilmens v. Randy
Maria Barcelito v. Carzelio Runorata
John Drox v. Molsa Martillo
Celice Artia v. Rail
Salomé Carpenter v. Graham Specter
Luchino B. Campanella v. Firo Prochainezo
Lebreau Fermet Viralesque v. Bilt Quates
Jon Panel v. Nice Holystone
Misery v. Misao
Adele v. Krieck
Lucrezia de Dormentaire v. Tim
Jack v. Nile
Jacuzzi Splot v. Bride
Luck Gandor v. Melody
Sonia Bake v. Aging
Lua Klein v. The Former Felix Walken
Carol v. Lisha Darken
Nicola Casetti v. Natalie Beriam
Paula Wilmens v. Goose Perkins
Denkuro Togo v. Nicholas Wayne
Gustavo Bagetta v. Begg Garrott
Lester v. Claudia Walken
Nick v. Ricardo Russo
Tick Jefferson v. Spike
Lia Lin-Shan v. Maiza Avaro
Bill Sullivan v. Monica Campanella
Elmer c. Albatross v. Hong Chi-Mei
Carl Dignis v. Juliano
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nonameinsightfornow · 2 months ago
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Acido Placido + Antonio Russo - Unplugged Session: L'ultima goccia '95 (...
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lamilanomagazine · 1 year ago
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I protagonisti di allora sbarcano a Striscia la Notizia
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I protagonisti di allora sbarcano a Striscia la Notizia Drive In festeggia 40 anni (la prima puntata della mitica trasmissione andò in onda su Italia 1 nel 1983) e per l'occasione torna eccezionalmente in tv. Alcuni dei protagonisti saranno ospiti a Striscia la notizia a partire da lunedì 25 dicembre, dando vita a un inedito crossover tra i due più famosi programmi di Antonio Ricci. I conduttori Ezio Greggio (anche lui star di Drive In) ed Enzo Iacchetti, accoglieranno alcuni interpreti del rivoluzionario varietà degli anni Ottanta e, insieme, faranno rivivere le gag più famose. Da Nino Formicola, il Gaspare del duo Gaspare e Zuzzurro (ospite il 25 dicembre), a Carlo Pistarino (26 dicembre), da Edoardo Romano e Mirko Setaro dei Trettré (27 dicembre) a Francesco Salvi (28 dicembre), fino a Massimo Boldi (30 dicembre), protagonista di Bold Trek, parodia di Star Trek. I festeggiamenti proseguiranno con l'anno nuovo: il 1° gennaio l'ospite d'onore sarà la cassiera del Drive In Carmen Russo, il 5 arriverà la professoressa Olga Durano, mentre il 6 toccherà alla coppia Enrico Beruschi e Margherita Fumero. E tanti altri ancora. Andato in onda su Italia 1 dal 1983 al 1988, Drive In – recentemente definito in un convegno in Università Cattolica "la trasmissione che ha cambiato la storia della tv" – era una caricatura delle abitudini degli italiani e della società dell'epoca, un programma comico e satirico che ha irriso e messo alla berlina protagonisti, mode e personaggi di quegli anni. Una parodia dell'Italia del riflusso, dell'edonismo reaganiano e della Milano da bere. Trasmissione divenuta un cult della televisione, ha lanciato alcuni dei comici italiani oggi tra i più celebri. Federico Fellini, Umberto Eco, Giovanni Raboni, Beniamino Placido, Oreste Del Buono, Omar Calabrese, Luciano Salce, Lietta Tornabuoni, Maurizio Cucchi, Angelo Guglielmi e tanti intellettuali e artisti dell'epoca definirono Drive In «la trasmissione di satira più libera che si sia vista e sentita per ora in tv» e «l'unico programma per cui vale la pena avere la tv». Drive In è stato descritto da Antonio Ricci come «una macedonia di generi, una via di mezzo tra sit-com, varietà, effetti speciali, satira politica, parodie, gag, barzellette, tormentoni».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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closedcoffins · 2 years ago
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you’re alive. you listened to me. / ladd for lua, shortly after their 1935 reunion... look he's just happy she didn't get herself killed without him
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It's rare to see a ghost in the eyes of someone still alive and breathing, but even when Lua smiles, there's a ghost in her place.
To say that she had never considered not listening would be a lie. Even then, on the train, she hadn't bothered to struggle against the relatively gentle actions of the Rail Tracer. She hadn't known the knot was fake, so facing the reaper, she'd thought: does it matter who takes my life as long as they're happy to do it?
She'd thought so again, under the care of Placido Russo. Were she not such a useful bargaining chip, she's sure any number of people would have smiled and done away with her, thinking it to be some sort of punishment. Only that time, she'd thought back to the train. Back to Ladd.
Even now, she feels herself shiver at the very thought that he'd wanted to kill her so badly that he'd sacrificed his fight with the Rail Tracer.
That's why she'd smiled. Because the man in front of her wants, wholly and truly, to kill her, for no other reason than that she wants to be killed and he loves her. For that kind of end, Lua will endure any amount of empty living.
"It wouldn't be as nice," Lua says plainly, but she's still smiling, possibly imagining it in her head. "If it were anyone but you. You'd enjoy it the most."
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misc. prompts. / accepting.
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closedcoffins · 2 years ago
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"Anyone you like, I'll like 'em too." Claire promises this with certainty; after all, it's easy for him to like people. Of course, since most people don't necessarily get along with him, he can't really guarantee that liking Ladd's sworn brother will mean anything in terms of not picking fights, but that won't be his fault. "I'm sort of an old-fashioned person when it comes to relationships, so I'll do my best to make a good impression on anyone you consider family."
His first thought when the situation on the Flying Pussyfoot died down a little had actually been something like, am I gonna have to play nice with the Russo family head over this?
Claire had taken jobs from Placido Russo as Vino before, of course. Being such a notorious name, he'd often been hired by people who wanted to show off by bringing him into things. Since they were jobs, he'd always complied without complaint, but Placido had been the sort of person Claire wouldn't want to get to know personally. Fortunately, it had turned out that Ladd was pretty much cut-off fron the rest of the family with very little intention of showing his face around there. Already, he'd described his uncle as a little washed-up.
Claire probably could have offered to help get the family back into sorts, but he hadn't. Sometimes, he's a little selfish in that way.
"Anyways, I'm not sure whether or not my brothers'll like you, but I'll make 'em like you if I have to. See, it really wouldn't stop me from marrying you if they hated you, but they mean a lot to me." He smiles fondly, clearly taken somewhere else in his mind for just a moment at the thought of his brothers.
"... That is to say, since I'll try and play nice with your sworn brother, could you do somethin' like that with mine? I don't think it'll be too hard, since they're not anything like me. None of 'em can even wrap their heads around me being the center of the world, so it's safe to say that they probably won't agitate you. Well, except that I just found out they all somehow became immortal in the past year or so, but that's not a huge deal."
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you might be the strangest man i've ever met. no consideration is given to the fact that ladd himself is remarkably odd, as are most of his friends && acquaintances. strangeness is usually measured in instability, in violence, in unpredictable chaos. it's not that claire doesn't have any of those qualities, but what throws ladd off-guard is his genuine trust && openness.
well, the bastard thinks the whole world exists in his head, so why wouldn't he take me at my word? i can't stand people who think they're the center of the universe. they're so much fun to kill. && it just so happens that claire's an engaging guy to be around.
he can't turn on love the way claire can, but the pull he felt toward claire on the train had been so magnetic, there was no question in his mind that he could love him fiercely && easily.
ladd shakes his head, half in disbelief && half in amusement, at the confidence with which claire speaks. he likes being right, && claire isn't arguing with him. that's a pretty good deal.
so he lets the conversation turn away from lua, for now.
"huh, you did? wow. gotta say, i'm flattered." he means it, too. "as long as they're cool with it, i'm looking forward to meeting 'em. you'll hafta introduce me soon. there's actually someone i want you to meet too. my sworn brother came out here a few years back, && i've just been itching to catch up with him. he's a lot like me... so i think you'll like him. or maybe not! haha. who knows?"
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giallofever2 · 3 years ago
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1988 Non aver paura della zia Marta aka Тайна убийства
Regia Mario Bianchi
Soggetto Mario Bianchi
Sceneggiatura Mario Bianchi
Questo film televisivo fu prodotto in origine per la serie I maestri del brivido di Reteitalia. Come gli altri film del ciclo, non fu mai mandato in onda a causa della violenza considerata eccessiva. Fu trasmesso da reti locali nel 1991 e distribuito in videocassetta l'anno seguente, all'interno del ciclo Lucio Fulci presenta.
CURIOSITÀ
Alcune delle idee per la trama ( incidente di camion , nome sulla tomba di una persona ancora in vita) sono state utilizzate da Lucio Fulci nel suo ultimo film " La porta del silenzio ". Nel film di Fulci ci sono riferimenti diretti a questo film e uno dei personaggi si chiama anche "Zia Marta".
Interpreti e personaggi
Adriana Russo: Nora Hamilton
Gabriele Tinti: Richard Hamilton
Anna Maria Placido: madre di Richard
Jessica Moore: Georgia Hamilton
Maurice Poli: custode Thomas
Massimiliano Massimi: Charles Hamilton
Edoardo Massimi: Maurice Hamilton
Sacha Maria Darwin: Marta Thompson
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agallimaufryofoddments · 5 years ago
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good day mate. i popped into your ask box after seeing your baccano! and naritaverse collection and i must say i'm really impressed. you've amassed quite the assortment of merchandise! i'm starting to get into the collecting frenzy as well; thank you for the encouragement. additionally, i wanted to pose a question. i apologize if it's annoying, considering that the reason i'm inquiring about this is i noticed it in your blog, since apparently other people have asked about this before. (cont.)
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(cont.) feel free to ignore: would you consider at least posting the pictures you took of the loose sheets that weren’t included in the settings collections? i know you intend to scan them, so it would be a placeholder thing, but i’m asking as someone interested in the drawing reference, as well as someone who knows other people who would benefit from it. plus, it sounds less time consuming than scanning them; i wouldn’t want to ask so much of you. no matter what, thank you for reading. [End transcription of Ask Part 2].
Ahh, yes, I’d forgotten to post those photos...for those of you who want context, check my #merchandise and/or #Asked and Answered tags to find past people asking me toward the end of September about the sheets and photographs of said sheets. 
Here is a Google Drive folder of the photographs I took (that I could find); I can’t be sure if these are all the photographs* (I did delete a few duplicates), but at least they’re something. I do have some more sheets preparing to ship from Japan so hopefully I’ll be able to scan those once they arrive. And I would like too, you know; the thing with the photographs is the sheets are all on the stack, so the lineart of the sheet underneath is visible through the sheet on top. Which isn’t the greatest.
Anyway, the sheets contain a great deal of FPF details, and I’m especially interested in the freight car sheets/information myself. There are some notes on clothes and faces as well as a gun model sheet--also, the model sheet of Isaac & Miria in their underclothes has a drawing of Miria sitting/resting on Isaac’s back, and I love it.
*It’s also likely I didn’t photograph every image, actually; if you look at the first TOC, for instance, you’ll see there are supposed to be a few more sheets after the Placido Russo and Family sheet (including one labeled Ronny) that either I didn’t photograph or weren’t included in the sheets after all. I think the former is more likely; I probably didn’t photograph certain sheets I knew were already available.
Thanks for the reminder I hadn’t shared those photos yet; hell fortnight really bowled me down.
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guildielove · 6 years ago
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graham!
     meet ‘n greet ( accepting! ) | @10dreamt
            [ THE MAD MECHANIC ]
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     1. Graham Specter used to be a working mechanic for an automobile industry within Chicago proper. Apparently, he caught wind that the company was illegally bootlegging and distilling alcohol, a fact that brought him much despair. He ended up notifying the proper authorities, causing the factory to close and go under, leaving Graham without a job. This didn’t particular bother him ; according to Graham, despite being good at dismantling and fixing, he didn’t really have a good time there and any memory of the place makes him quote - unquote “ begin to cry. “     2. He works primarily as a strong - arm member for the Russo mafia family. However, his loyalty isn’t really to Placido, the family head, but to the wily Ladd Russo, the designated and infamous family assassin. The two consider each other sworn brothers, and Graham holds Ladd in high regard, enough to not fight Ladd’s own enemies to whom Ladd wishes to kill.     3. Graham’s most notorious personality trait is his always fluctuating moods. Even the novels state it’s the most difficult part about him, going from 0 to 100 in no time flat. You usually can tell since he goes off on long - winded tirades about either his joy, or his misery ( it’s usually about his misery, but he can immediately start getting manic if something presents itself to excite him ). You should also note that Graham doesn’t really seem to have fixed opinions about something ; he relies almost entirely on his emotional whims and feelings. Since they tend to contradict and change on the flip of a dime, he can say one thing and immediately contradict himself the next ( case in point : in the anime he begins a long and angry harangue about how terrible boredom is, proclaiming it ought to die right then and there, before suddenly praising the virtues of tedium within the next few seconds ).     4. I’m not necessarily certain which characters Graham would “ get along with, “ since Graham’s idea of making friends seem to be engaging them in fights, nor do I really know what his criteria of friendship is. However, I can see him and Tetcho weirdly get along since they have such different personalities. Some other options can include Mushi or Poe since all 3 are dramatic fucks, Kajii because they’re both chaotics, and Belkia to add someone Graham might enjoy friendly fighting with.
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paranasloc · 10 months ago
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ilsimplicissimusblog · 3 years ago
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La stupidità occidentale: pic nic di cretini sul placido Don
La stupidità occidentale: pic nic di cretini sul placido Don
Davvero non c’è fine alla stupidità delle elite occidentali che cercano di contenere un nemico che esse stesse hanno evocato dal nulla: si è arrivati al punto che il The Telegraph che non è proprio l’ultimo dei fogliacci della stampa padronale ha sostenuto seriamente “che l’inverno russo può impedire all’esercito russo di combattere”. Il problema è che questi giornali vengono letti e che dunque…
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thegianpieromennitipolis · 2 years ago
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SENSI DELL’ARTE - di Gianpiero Menniti 
SCELTE
Vasilij Vasil'evič Kandinskij (1866 - 1944), nato a Mosca, artefice di un'affascinante esperienza cosmopolita, viaggiando prima nella costellazione dei paesi dell'allora impero russo, poi varcandone i confini fino alla Germania, all'Italia e alla Francia, è generalmente inteso come il "padre" della figurazione astratta. Lo si studia come tale e lo si identifica come alta espressione di questa categoria nella storia dell'arte contemporanea. Eppure, esiste un Kandinskij che precede il creatore del "primo acquerello astratto" (risalente al 1910), un artista che non ha ancora conosciuto il testo istitutivo della teoria dell'immagine non figurativa, "Astrazione ed empatia" (1907) di Wilhelm Worringer. Quel dimenticato Kandinskij è considerato "minore", tutto sommato ancora incosciente di quella profonda innovazione della quale, per un caso fortuito, sarà capostipite. Come se la ricerca non fosse parte di un divenire misterioso. Come se un'improvvisa visione non fosse l'effetto di una sensibilità consumata nell'esperienza della creatività. Come se produrre tracce di figurazione non fosse già lento abbandono che lambisce il sottile confine della forma ignota.  In quelle opere si annida la tensione febbrile dell'inaspettato. Vibrano di svolta. Fremono di futuro. Nascondono il cambiamento ma possedendone tutta la carica vitale: l'impeto di uno spirito senza pace. Per questa ragione, i dipinti che segnano il "primo" Kandinskij, lasciano l'eco di una sfida interiore, intensa e a tratti struggente. La forma consueta appare per dissolversi: l'artista ne è consapevole. Non è certo che accadrà. Ma lo avverte. E decide di accompagnarla. Con la tenerezza di una favola che adombra un placido sonno senza ritorno.
Vasilij Kandinskij, "Rapallo boats", 1905, collezione privata; "Der Blaue Reiter" (Il cavaliere azzurro), 1903, collezione privata; "Porto di Odessa", 1898, Galleria Tret'jakov, Mosca
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baccano-gauntlet · 2 years ago
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ROUND 1.
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Milano, a Palazzo Reale la mostra sul generale Carlo Alberto dalla Chiesa
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Milano, a Palazzo Reale la mostra sul generale Carlo Alberto dalla Chiesa.   “Io penso che la mia vita non sia stata una favola. E se è, come è, una esperienza duramente vissuta, ambisco solo raccontarla ai giovani della mia Arma”: con queste parole del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, impresse sul pannello all’ingresso percorso espositivo, si apre a Palazzo Reale a Milano la mostra “Carlo Alberto dalla Chiesa, l’Uomo, il Generale”. Il ricordo della sua figura istituzionale e l’omaggio alla sua persona sono stati pensati in occasione del quarantesimo anniversario della morte, avvenuta a Palermo per mano mafiosa, del Generale, della seconda moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di scorta Domenico Russo, la sera del 3 settembre 1982. Promossa dal Comune di Milano - Cultura, la mostra è organizzata dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri con la produzione di Publimedia Srl e la direzione artistica di Andrea Pamparana, e resterà aperta al pubblico gratuitamente da martedì 31 gennaio a domenica 26 febbraio 2023 nelle Sale dell’Appartamento di Parata della Reggia milanese. Grazie a fotografie, filmati e testi, il percorso ricostruisce la vita di Carlo Alberto dalla Chiesa dai primi passi nell’Esercito, giovane soldato in Montenegro, il matrimonio con la prima moglie Dora Fabbo, le prime indagini in Sicilia dopo l’omicidio del sindacalista Placido Rizzotto, Luciano Liggio, boss di Corleone e primo nemico giurato del giovane capitano Carlo Alberto. Gli anni del terrorismo, tra Milano e Torino, l’arresto dei capi delle Brigate Rosse, le indagini dopo il delitto di Aldo Moro, la nomina nel 1982 a Prefetto di Palermo, il feroce agguato in via Carini la sera del 3 settembre 1982. La mostra racconta quindi non solo il militare, il Generale poi Prefetto, colui che negli anni più bui del terrorismo e della lotta alla mafia pose lo Stato al centro del suo agire, ma anche l’uomo Carlo Alberto, il cui coraggio e carisma era riconosciuto da parte di tutti i suoi collaboratori e dei suoi più cari affetti. Un affetto ricambiato se, come indicato sul pannello in chiusura della mostra, lo stesso dalla Chiesa affermava: “Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”. Al termine del percorso espositivo, i visitatori potranno ritirare un volume/catalogo che riporta testi e immagini della mostra con un QR Code che consente il download su computer e smartphone. Info: palazzorealemilano.it... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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