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#Alessandria#Andrea Di Consoli#astigiano#Barbera#Basilicata#bigonce#Canelli#cantina sociale#cascina Bazzana#decenni#identità#Matera#memoria#Moscato#pesa pubblica#Piemonte#terra di nascita#vendemmia#vino#visioni#William Nessuno#williamnessuno#Youtube
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Siamo ancora capaci a rinunciare al cellulare?
Ci è voluto un guasto al cellulare per mettermi alla prova. Appartengo alla generazione che per prima a usato il PC per lavoro, metà degli anni '90 e i social non arrivarono prima del 2000 o giù di lì. Molti hanno rinunciato alle telefonate, scrivere lettere...quanto era bello aprire quella busta e far uscire tutte le emozioni o semplicemente aspettare di di tornare a casa per sentirsi con comodo. Solo gli ultra 50enni ricordano com'era prima della tecnologia invadente. Diciamo che amiamo la privacy, ma la maggior parte pubblica quasi tutto della vita privata senza rendersene conto. Pensiamo che saremo capaci a non usare il cellulare, per breve s'intende, ma abbiamo sempre un gesto automatico di ricerca verso la macchinetta infernale. Certo è comodo avere tutto a portata di clic, qualsiasi informazione, prenotazione e acquisto. Rischiamo però di isolarci sempre di più, stiamo perdendo il contatto visivo, a pelle, incontri e persino molti corteggiamenti avvengono on line... pochi sono disposti a incontrarsi poi veramente. Quante volte vedi persone allo stesso tavolo immersi ognuno nel proprio cellulare senza dialogare o guardarsi.
Quando sono andata all'assistenza per il guasto ho pensato che sarebbe stato un problema stare giorni senza cellulare. Non sei raggiungibile per il lavoro, per chi ti interessa e non ho neanche i numeri di telefono perchè sono rimasti tutti nel telefono. E invece... il lavoro attenderà che sono in ufficio, chi ho nel cuore aspetterà e non mi pesa non essere sempre raggiungibile. Si la prova l'ho superata. Certo si tratta di pochi giorni e sembra di essere tornata indietro nel tempo. E voi ci volete provare per pochi giorni?
P.S. la prima cosa che ho fatto appena me lo hanno ridato è stato trascrivere tutti i numeri di telefono su una vecchia rubrica...la carta non tradisce mai.
cywo
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Attivista ebreo aggredito a Berlino da due compagni di università
Interveniva alle riunioni di universitari pro palestinesi. È il nipote di una vittima dei Giochi di Monaco
«Sei Lahav?». Lui ha risposto di sì. Così quello studente, che passeggiava davanti a un bar di Mitte con una ragazza, è stato riconosciuto e avvicinato da altri due ragazzi che l’avevano visto all’università. Più giovani di lui, perché Lahav Shapira, 30 anni, sta finendo gli studi avanzati alla Humbold Universität ed è un «attivista»: si è presentato a diverse riunioni di studenti woke pro-palestinesi, contestando le tesi di chi parlava del genocidio a Gaza, a volte affrontando il pubblico da solo. Nei corridoi dell’ateneo Lahav Shapira ha attaccato i manifesti degli ostaggi israeliani in mano a Hamas, chiedendo che si facesse ogni sforzo per riportarli a casa.
Sono quei poster che hanno irritato i due giovani che l’hanno avvicinato. Uno si è scaldato. «Continuava a parlare dei manifesti — ha raccontato Lahav alla polizia —. Siccome sono rimasto impassibile, mi ha colpito all’improvviso a un fianco, poi dall’altro lato e ho perso l’equilibrio». Quando Lahav si è rialzato, gli ha tirato un pugno in faccia. Lahav è finito in ospedale, il naso rotto e una frattura alla mandibola. Gli aggressori, 23enni di origine araba, sono stati denunciati per attacco antisemita.
Non è la prima volta che a Berlino gli ebrei sono presi di mira. Ma l’episodio ha colpito l’opinione pubblica. Non solo perché Lahav è un giovane leader: pesa anche quel cognome, Shapira. Il fratello è il comico Shahak Shapira, nato in Israele e che vive a Berlino. Anche lui una persona che non «sta zitta», come diversi attori ebrei che provano a spiegare su Instagram e TikTok con tirate da stand-up comedian quali sono le forme del «nuovo antisemitismo» e qual è l’offuscamento ideologico di chi non solo non vuol riconoscere che esista, ma — consapevole o no — lo propaga.
«Visto come è stato diffamato e taggato su Internet mio fratello per la sua posizione alla Humbolt Universität, giusta o sbagliata che sia, era un risultato inevitabile. L’ho temuto fin dall’inizio», ha scritto. Tanto è bastato perché il suo account attirasse nuovi attacchi anti-Israele e nuovi negazionisti: anche quelli che accusano Lahav di essersi inventato tutto.
C’è un altro Shapira, però, che è rimasto nei libri di storia: era il nonno dei due fratelli, Amitzur. Era l’allenatore della squadra di atletica di Monaco 1972, un ex velocista che aveva creato dal nulla la nazionale israeliana. Era nella palazzina con i suoi ragazzi quando arrivarono i terroristi palestinesi. Morì sulla pista dell’aeroporto, nel disastroso tentativo di salvataggio fatto delle teste di cuoio tedesche: una delle 11 vittime israeliane di Settembre nero.
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Riflessioni, pensieri e preghiere, di un pellegrino sul cammino di Santiago.
=👣=
Cosi come il Faro sull'ultimo scoglio di Finisterra sull'Oceano Atlantico, allo stesso modo il monte O'Cebreiro è il più famoso e amato da scalare da tutti i pellegrini, al punto che Paulo Coelho disse che il suo desiderio era proprio quello che "quel" giorno, le sue ceneri fossero sparse lì. E dichiarò che ne aveva lasciato incarico a sua moglie. Una volta io mentre scalavo per l'ennesima volta tale Monte dissi che se proprio dovessi dare incarico a mia figlia e non ne ho nessuna intenzione, beh allora sceglierei, non O'Cebreiro che amo, bensì il Monte Sinai che adoro. È da là, che tutto ebbe inizio. 📖 Dio disse: " Mosè non avvicinarti qui; togliti i sandali dai piedi perchè il luogo sul quale stai è luogo santo". (Es. 3:5)
Ma che fatica! Con lo zaino che pesa sempre di più e il respiro sempre più affannato ma diventa un'apnea quella che ho chiamato spesso trance spirituale, che non si riesce a fermare, è proprio come fossi rapito da una forza che non vedi ma che senti inarrestabile e tu ti lasci trasportare.
===
Purtroppo, anche questo video di sedici minuti, ho dovuto dividerlo in tre parti per l'antipatico e ormai incomprensibile fatto che per tumblr è un file troppo pesante e non me lo pubblica intero.
📷 🔉 PRIMA PARTE
lan ✍️
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Questo era Ferruccio Parri nel 1972, sulla sua maggiore delusione.
«Mah, il popolo italiano, ecco. È la cosa che mi pesa di più. Man mano che mi sono fatto una conoscenza più profonda del popolo italiano, ho toccato i suoi aspetti di scarsa educazione civile e politica. Mi riferisco alla parte prevalente del Paese, non a tutto il Paese. Questo rafforzarsi costante del mio pessimismo, questa constatazione progressiva della non rispondenza della maggior parte del popolo è una delusione forte per uno che ha sempre ritenuto e ritiene di dover fare qualcosa per la vita pubblica».
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Nucleare SMR per l'efficienza energetica
Nucleare in Italia: costi, tempi e modello della newco Enel-Ansaldo-Leonardo. Il percorso non sarà semplicissimo tantomeno avrà effetti tangibili immediati. Nel paese cresce l’interesse per reintrodurre la generazione nucleare come fonti di produzione di energia elettrica. Per quanto varie iniziative stiano prendendo forma, inclusa la nomina da parte del governo di un esperto per valutare la percorribilità del processo e l’annuncio di una prossima legge delega per disciplinare il settore, il percorso non sarà semplicissimo tanto meno avrà effetti tangibili immediati. Da una parte serve convincere l’opinione pubblica rispetto alla possibilità di superare gli ostacoli - soprattutto in termini di sicurezza – che hanno portato per due volte gli italiani a votare no al referendum sul nucleare. Dall’altra, è necessario mettere bene a fuoco il fatto che, in ogni caso, anche la tecnologia che si trova allo stadio più avanzato non potrà entrare in funzione prima del 2030. Dunque significa attendere almeno altri 6 anni. È per questo motivo che nel frattempo sarà fondamentale portare avanti lo sviluppo delle fonti rinnovabili: soprattutto in Italia dove la dipendenza della formazione del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas resta molto elevata e per questo motivo il costo dell’elettricità è molto più alto di quella della media europea. Una situazione che non è più sostenibile per i cittadini, ma soprattutto per le imprese esposte alla competizione, che in alcuni casi di trovano ad avare la componente energia che pesa per oltre il 30 per cento dei costi di produzione. E sono proprio le imprese l’utente principale al quale verrà indirizzata la produzione nucleare, perché avrà costi più bassi del gas e potrà garantire continuità di produzione senza i problemi di intermittenza che hanno le rinnovabili. I mini reattori (SMR) disponibili solo a partire dal 2030 È sulla base di queste considerazioni che alcune società partecipate dallo Stato, e comunque operanti nel settore, hanno avviato trattative per costituire una società incaricata di svolgere tutte le valutazioni necessarie per adottare una tecnologia nucleare. Questa società non produrrà reattori, farà solo valutazioni e dovrà individuare le condizioni necessarie perché sia possibile creare una filiera produttiva in Italia che realizzi questi impianti su scala industriale. Tra le società coinvolte c’è Enel, il gruppo elettrico italiano che ha un grande know how sul settore perché gestisce e ha realizzato impianti: ne ha avuti in eredità in Spagna e in America Latina attraverso l’acquisizione di Endesa e in Slovacchia dove, attraverso una società partecipata in minoranza, ha completato la costruzione e avviato l’entrata in funzione di una centrale nucleare. Si tratta di nucleare tradizionale: dunque impianti così grandi da dover essere realizzati in loco con costi nell’ordine di decine di miliardi di euro. Altri partner di Enel sono il gruppo Ansaldo, gruppo operativo nel settore nucleare su vari fronti, e Leonardo. L’attenzione oggi, in realtà non solo in Italia ma un po’ in tutto il mondo, è per i mini reattori nucleari modulari (SMR) che si avvalgono di tecnologie di terza generazione: sono molto più piccoli degli impianti tradizionali (grandi meno della metà di un campo da calcio) e sono considerati più sicuri, perché hanno sistemi automatici per il raffreddamento del reattore – che continua a produrre calore anche dopo lo spegnimento – con l’utilizzo di acqua e senza bisogno che intervenga un operatore.
Nucleare in Italia: costi, tempi e modello della newco Enel-Ansaldo-Leonardo Quindi può essere creata una filiera che produca questi modelli a moduli e poi li venda in Italia o li esporti anche all’estero. Prepararsi per tempo a dare vita a una filiera significa assicurarsi, ad esempio, che le materie prime che servono siano disponibili a rendere competitivo il prodotto in termini di prezzo nel momento in cui deve essere venduto. Insomma, evitare che accada quanto successo con i pannelli fotovoltaici, la cui produzione è delocalizzata in Cina e produrre in Europa ormai è troppo costoso. Le dimensioni più contenute consentono di poter costruire questi moduli all’interno di capannoni industriali per poi essere trasportati e assemblati nei luoghi dove deve essere istallato un impianto. A investire sulla produzione e costruzione dei mini reattori, una volta che sarà stata scelta la tecnologia da usare (che potrà essere usata su concessione dell’azienda che l’ha sviluppata) saranno soggetti vari: le utility oppure gli stessi distretti di imprese. A livello globale sono circa 80 i differenti progetti in fase di studio.I francesi stanno sviluppando una propria tecnologia (Nuward) e puntano alla commercializzazione nel 2030. In Inghilterra al lavoro c’è Rolls-Royce. Tra i maggiori sviluppatori della tecnologia SMR ci sono gli Stati Uniti. Sono tre gli operatori che stanno lavorando su progetti diversi: GE Hitachi, NuScale Power e Westinghouse. La tecnologia realizzata da quest’ultima potrebbe attirare l’interesse italiano, per l’avanzato stadio e per i costi più competitivi; starà però alla nuova società a guida Enel fare tutti gli approfondimenti necessari per stabilire con quale tecnologia realizzare gli impianti che eventualmente saranno realizzati in Italia. Al lavoro ci sono ovviamente anche i cinesi, con la tecnologia ACP100, ad oggi il progetto più avanzato e in fase di esercizio sperimentale. Nel frattempo si lavora anche allo sviluppo degli AMR, che hanno un sistema di raffreddamento a piombo. Richiedono circa 15 anni per arrivare alla commercializzazione, ma hanno il vantaggio di utilizzare combustibili diversi da uranio e plutonio e di ridurre drasticamente i volumi e la durata delle scorie, potendo bruciare il combustibile esaurito in altri impianti. L’idea di fondo è quella di partire con la prima tecnologia disponibile e via via adottare poi quelle nuove più efficienti. In Italia attesi fino a 40 SMR: investimenti per 40 miliardi L’interesse è legato soprattutto alle grandi quantità di energia elettrica che sarebbe prodotta a costi ritenuti competitivi. Una utenza elettrica deve essere alimentata per 8.760 ore l’anno: gli SMR garantiscono un’alimentazione costante, come il gas d’altro canto. Il fotovoltaico oggi riesce a fornire un’alimentazione per 1.500 ore. Una volta standardizzato il modello di produzione, l’SMR avrà un costo di realizzazione di 3,5 milioni a megawatt (5,5 milioni il costo stimato del prototipo). Gli impianti fotovoltaici “utility scale” hanno un costo di 1,2 milioni a megawatt, costo che però rapportato al numero di ore più basso che essi possono alimentare, rende due volte più oneroso l’investimento, in rapporto al ritorno, rispetto a quello per gli SMR. I quali possono, quindi, garantire un prezzo di vendita dell’energia elettrica più basso. Un SMR in media ha una potenza di circa 300 megawatt, quindi l’investimento dovrebbe attestarsi attorno a un miliardo di euro ciascuno. Secondo alcune ipotesi, che non sono però da ricollegare al lavoro della nuova società che peraltro deve ancora essere costituita, in Italia potrebbero servire 30-40 mini reattori nucleari. In base a questi numeri, il nucleare garantirebbe una potenza istallata tra 12 e 16 gigawatt, che rappresenta circa un decimo dell’attuale potenza di generazione in Italia, pari a 130 gigawatt. Dunque, le dimensioni limitate di questi reattori significano che non sono in grado di coprire il fabbisogno delle grandi città e che devono essere impiegati per attività produttive energivore, come le imprese o come i data center che saranno necessari per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Enel: 40 manifestazione di interesse dalle Big Tech per i data center A proposito di data center, l’Enel negli ultimi tre-quattro mesi Enel ha ricevuto circa 40 lettere di interesse da operatori internazionali di tutto il mondo che vorrebbero realizzare data center in Italia, tanto che la società ha costituito un apposito team per lavorare a questo nuovo ramo di business. Tra questi operatori ci sono le Big Tech, tra le quali Google e Amazon, ma anche società di sviluppo immobiliare come Starcom. Il gruppo elettrico gestisce la rete alla quale vanno allacciati questi centri, ma dispone anche di siti potenzialmente interessanti perché molto interconnessi alla rete e spesso vicini al mare. Ad esempio, quelli delle centrali a carbone di via di chiusura a Civitavecchia, Brindisi, Venezia e in Sardegna. E non solo: altri siti possono essere le aree limitrofe alle stazioni ferroviarie. Le Big Tech hanno iniziato a stipulare accordi per forniture di energia nucleare, come ha fatto Google con Westinghouse. È chiaro che puntano a un tipo di alimentazione elettrica costante e consistente, come quella degli SMR, combinata a sistemi di batterie e impianti rinnovabili. L’interesse, in ogni caso, è soprattutto per il nord Italia. Enel, comunque, ha diversificato il suo presidio su tutte le tecnologie: ha siglato un accordo con Newcleo, che sta lavorando sugli AMR. Ma non c’è solo la fissione: la novità recente è l’accordo per studiare progetti sulla fusione, diversi dal mega progetto Iter in Francia, al quale collaborano le maggiori potenze mondiali, Russia inclusa. Il gruppo elettrico italiano sta collaborando con la start up californiana TAE, che assieme a Google utilizza l’intelligenza artificiale per accelerare l’innovazione dei processi che possono portare a realizzare la fusione. In base alle conoscenze di oggi la fusione, in grado di generare grandi quantità di energia senza produrre scorie, non sarà disponibile come tecnologia prima del 2050. Chissà che l’intelligenza artificiale e i grandi investimenti privati, che le start up californiane sono in grado di catalizzare, non riescano ad accelerare il processo. Read the full article
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Maysoon Majidi
Sono venuta in Europa con la speranza di trovare una nuova casa e una nuova vita in una nazione in cui i diritti umani, libertà e dignità dell’individuo hanno valore. Vi prego di non lasciarmi sola. La vostra azione può fare la differenza tra speranza e disperazione, tra libertà e prigionia
Che ci faccio io qui? Ogni volta che, attaccata alla bombola di ossigeno, lotto per la sopravvivenza affrontando gli attacchi di panico. Ogni volta che perdo i sensi e cado per terra ma cerco di rimanere vigile mentre mi dico che sono dalla parte della ragione e non devo farmi ingannare dall’effetto dei tranquillanti, è questa la domanda che si ripete continuamente nella mia testa: che ci faccio qui? Perché sono venuta qui?
Maysoon Majidi è una regista e attrice curda iraniana, attivista per i diritti delle donne, scappata dalla Repubblica islamica per salvarsi la vita che è, attualmente detenuta in Italia con l’accusa di aver favorito l’immigrazione irregolare.
Rischia fino a 16 anni di carcere, una multa di 15mila euro per ogni persona a bordo della nave (per un totale di 77) e il rimpatrio in Iran, dove, in quanto curda, la sua incolumità sarebbe a rischio.
Nata il 29 luglio 1996, è stata licenziata dall’università dove lavorava a causa del suo impegno sociale, politico e culturale nella promozione dei diritti delle donne. Più volte è stata picchiata e torturata, è stata anche ricoverata in ospedale per le percosse subite.
Nel 2023 ha lasciato la sua casa in Iran cercando di fuggire dal regime oppressivo che vige nel paese e si è rifugiata prima nel Kurdistan iracheno, poi ha provato a raggiungere l’Europa dalla Turchia, su una delle tante imbarcazioni di fortuna utilizzate da persone che sfidano il mare pur di trovare una vita migliore.
Sbarcata a Crotone nel dicembre del 2023, è in carcere, con l’accusa di essere una scafista, basata sulla testimonianza di due persone che viaggiavano sulla sua stessa imbarcazione. È detenuta nel carcere di Reggio Calabria, in cui è stata trasferita il 5 luglio, dopo sei mesi passati nel penitenziario di Castrovillari.
Tutto questo accade nonostante gli evidenti errori di traduzione delle deposizioni che sono poi state modificate quando gli accusatori hanno dichiarato di non essere stati non trafficati, ma aiutati dalla donna, che non avevano mai accusato di essere la capitana del natante su cui viaggiavano.
La sua vicenda sta facendo e ha scosso una parte più sensibile di opinione pubblica. Associazioni, singole persone e esponenti politici le hanno dichiarato solidarietà, è largamente diffusa la convinzione che lei sia innocente, vittima di false accuse e danno collaterale delle politiche migratorie del governo, che mirano alla criminalizzazione totale di chi arriva per mare e punisce in maniera severissima gli scafisti. Che spesso però sono soltanto persone migranti a cui viene messo in mano un gps e indicata, a grandi e incerte linee, la rotta da seguire per arrivare a terra.
Da nove mesi si trova in questa condizione a causa del Testo Unico sull’Immigrazione che le nega qualsiasi forma di protezione e la sottopone a un regime detentivo che la sta portando a una deprivazione fisica e psicologica particolarmente preoccupante. Ha già sostenuto due scioperi della fame, pesa 38 chili e in carcere le è stata negata la visita di una psicologa da lei indicata.
Una vicenda raccapricciante che vede protagonista un’attivista per i diritti umani che, sperando di trovare salvezza in un paese che doveva accoglierla, si ritrova incarcerata con accuse praticamente infondate.
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LAVORI PUBBLICI E GESTIONE DEL TERRITORIO (parte prima)
PARTE PRIMA- In vista delle prossime Elezioni Comunali a Solbiate Olona che si svolgeranno l'8 e il 9 giugno 2024 iniziamo la pubblicazione a puntate di quanto realizzato dalla squadra della Lista Civica Più Solbiate in questi cinque anni di mandato. Tutte le informazioni e i dati sono contenuti nella "Relazione di fine mandato anni 2019-2024" presente sul sito comunale
LAVORI PUBBLICI E GESTIONE DEL TERRITORIO
Sono stati due campi d’azione sui quali si è proceduto in parallelo nell’ottica di attuare e promuovere interventi di rigenerazione urbana che avessero come obiettivi la qualità del costruito e l’efficienza energetica.
Lavori Pubblici:
Riqualificazione di aree urbane come di seguito: Recupero della cosiddetta “pesa pubblica” da area senza una precisa destinazione funzionale a centro multiservizi con annesso distributore di acqua pubblica e schermo informativo alla cittadinanza;
Rifacimento dell’adiacente via Sant’Antonino (marciapiedi e carreggiata);
Riqualificazione di via Patrioti – via Roma (segnaletica orizzontale) e di via Pascoli (in completamento);
Installazione di strutture per l’esercizio fisico all’aperto (calisthenics) all’angolo tra via Patrioti e San Vito su input della Commissione Giovani e finanziate da Regione Lombardia;
Completamento arredo urbano vie Wagner e Rossini;
Riqualificazione area donazione Macchi con la costruzione di un parco e il recupero del capannone industriale (si veda quanto verra’ dettagliato nel proseguo);
Riqualificazione area tra via Varese e campo da Golf con la creazione di un parco agricolo (si veda quanto verra’ dettagliato nel proseguo).
Una buona parte degli interventi elencati e’ stata oggetto di una unica visione e progettazione di rigenerazione urbana e territoriale che ha consentito di ottenere finanziamenti regionali per 416mila euro, classificandosi al 33esimo posto tra tutte le progettualita’ presentate.
I suddetti interventi hanno anche avuto come scopo quello di contribuire al potenziamento e alla preservazione dell’area verde esistente intorno al nucleo abitativo;
• Altri interventi rilevanti:
Potenziamento e riqualificazione parchi cittadini (si veda nel proseguo);
Efficientamento energetico edifici Comunali (si veda nel proseguo);
Interventi su proprieta’ Comunali (si veda nel proseguo);
Consolidamento sponda fondo valle laterale alla Via Calvi con finanziamento statale;
Manutenziono stradali: oltre al citato intervento su via Sant’Antonino, le stesse hanno riguardato quelle realizzate da Tigros S.p.A. nell’ambito della relativa convenzione (via san Rocco, via Pasubio, vicolo Ponti, via San Vito), il manto stradale di via IV novembre (zona industriale) con manutenzione straordinaria chiusini, di via del Maino, di via XXV aprile, dell’incrocio via Sant’Antonino – via Mazzini, di via Cesare Battisti e di via Martiri della Liberta’, nonche’ il rifacimento della pavimentazione della rotonda di via Tobler, la manutenzione della segnaletica verticale e il rifacimento della segnaletica orizzontale in ampie porzioni del Comune, i marciapiedi in via Ortigara e in via Varese.
Gestione del Territorio:
1. Modifica della convenzione PII Tigros, stralciando la prevista edificazione della area feste in via Ortigara e destinando le relative risorse a manutenzioni straordinarie stradali (via san Rocco, via Pasubio, vicolo Ponti, via San Vito) e investimenti pubblici;
2. Attuazione della Legge Regionale 26 novembre 2019 , n. 18 introducendo misure di semplificazione e incentivazione per la rigenerazione urbana e territoriale;
3. Approvazione regolamento che disciplina la compensazione e perequazione dei diritti edificatori, al fine di finanziare il piano dei servizi;
4. Approvazione del regolamento che disciplina l’installazione e l’uso di impianti per le telecomunicazioni, con particolare attenzione all’individuazione e conseguente esclusione di zone sensibili;
5. Aggiornamento oneri di urbanizzazione primaria e secondaria parametrandoli ai valori di mercato e ai coefficienti vigenti nei comuni limitrofi;
6. Approvazione Variante 2 al Piano di governo del territorio, ampliando gli ambiti di rigenerazione urbana fino a undici e riducendo il consumo di suolo di circa 50.000 metri quadrati, che sono pari a più di otto campi di calcio a undici;
7. Mappatura puntuale della situazione attuale del territorio.
Efficientamento energetico:
1. Installazione impianto fotovoltaico e sostituzione illuminazione (Led) presso il campo sportivo comunale finanziata tramite LEGGE REGIONALE 9/2020 -INTERVENTI PER LA RIPRESA ECONOMICA, nonche’ sostituita la centrale termica;
2. Installazione di impianto fotovoltaico presso la scuola media Aldo Moro finanziata tramite LEGGE REGIONALE 9/2020 - INTERVENTI PER LA RIPRESA ECONOMICA, sostituzione caldaia con impianto a condensazione e della illuminazione con lampade più efficienti (Led) finanziate tramite contributi statali;
3. Installazione di impianto fotovoltaico, sostituzione serramenti, sostituzione illuminazione con lampade più efficienti (Led) presso la scuola elementare Giovanni Pascoli finanziati tramite contributi statali;
4. Installazione di impianto fotovoltaico e caldaia a condensazione presso il Municipio, finanziata con bando “C.S.E. 2022 – Comuni per la Sostenibilità e l’Efficienza energetica” del Ministero della Transizione Ecologica (MiTE);
5. Installazione di illuminazione a LED presso il centro Socio Culturale, inclusa la Biblioteca;
6. Sostituzione dei corpi illuminanti con lampade più efficienti (Led) sui punti luce di proprietà comunale in diverse via del paese, tra le quali si segnalano Via Matteotti, Via S. Anna, Piazza Gabardi compreso scalinata per valle, Piazza San Gervaso, Piazza Marconi, Centro di raccolta differenziata, Cimitero, parcheggio di via Patrioti, parcheggio di via Vittorio Veneto, area di via San Vito, Area Feste, zona industriale e rotatoria in valle.
Illuminazione pubblica:
terminato il contratto con il gestore precedente si è provveduto dapprima a realizzare il DAIE (Pgt dell’illuminazione pubblica incluse le azioni per la rigenerazione e aggiornamento della stessa). Sulla base di tale documento e’ stato avviato il processo di indizione di gara con project financing che coprirà i prossimi 20 anni e prevedera’ l’aggiornamento dei pali luce (sostituzione e/o implementazione) e l’adozione di sistemi smart per la gestione, nonché la fornitura di energia elettrica.
(foto di Matteo Colombo)
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Trasporto abusivo di rottami sulla pontina, sanzioni salate elevate dalla Polstrada
Trasporto abusivo di rottami sulla pontina, sanzioni salate elevate dalla Polstrada. Latina. Nell’ambito dei controlli specifici effettuati dalla Polizia di Stato nella provincia pontina, gli agenti della Sezione Polizia Stradale di Latina procedevano al fermo e al controllo di un autocarro leggero furgonato che percorreva la SS148 “Pontina” in direzione Roma, all’altezza di Borgo Piave. Ad attirare l ‘attenzione dei poliziotti un evidente sovraccarico, varie inefficienze tecniche, ma soprattutto il fatto che l’autocarro viaggiava su strada con le portiere posteriori aperte e con un grosso carico sporgente consistente in travi metalliche in ferro, visibilmente corrose e passate dal fuoco. Portato alla pesa pubblica, il carico complessivo del mezzo ammontava a kg.5.120 in luogo dei consentiti kg.3.175. Dal controllo documentale sia il conducente che la passeggera risultavano avere numerosi precedenti di Polizia, per reati contro il patrimonio e misure di sicurezza relative al divieto di avvicinamento in diversi comuni del pontino. In relazione a quanto accertato, gli agenti procedevano ad elevare sanzioni per varie violazioni al codice della strada e per la normativa specifica sui rifiuti in particolare per la mancanza del formulario identificativo con dettaglio sulla provenienza e destinazione del rifiuto stesso trasportato, per un totale di circa 3.200 euro. Tali verifiche e controlli proseguiranno incessantemente ad opera delle pattuglie Polstrada, al fine di garantire la sicurezza degli utenti sulle strade.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Francesco Dal Poz - Penso a te
il nuovo singolo del cantautore e polistrumentista di treviso Un invito a osare, tra la bellezza e la confusione
“Penso a te” è un viaggio interiore, nato in un periodo pieno di bellezza e confusione. Siamo tutti viaggiatori nel nostro mondo interiore. Un mondo spesso complicato, duro, difficile da comprendere a causa di quel rumore assordante che pesa sulle nostre vite.
«Questo brano è frutto di un viaggio nel centro dell’Africa che mi ha toccato profondamente e arriva in seguito alla perdita di mio nonno paterno che mi ha sempre seguito nelle mie avventure musicali. È un invito ad osare, anche se non sempre è necessario prendere un aereo per andare lontano» Francesco Dal Poz
“Penso a te” è il primo singolo di un EP che uscirà in autunno e che segna un nuovo capitolo nel percorso artistico del cantautore di Treviso.
Etichetta: ADA Music Italy Distribuzione: Warner Music Radio date: 26 maggio 2023
Francesco Dal Poz è un cantautore e polistrumentista di Treviso classe 1995. La musica lo accompagna da sempre: a 9 anni scrive le prime canzoni e passa l'adolescenza tra lo studio di registrazione e i palchi. Giovanissimo vince il “Premio della Bontà” per l'impegno sociale manifestato coni concerti. A 21 anni firma il suo primo contratto discografico con un’etichetta indipendente che produce il singolo “Te”, presentato successivamente ad Area Sanremo. Tra i 22 e i 24 anni pubblica sette singoli e si esibisce con la band in Veneto, Lombardia, Piemonte, EmiliaRomagna, Abruzzo, Marche, Puglia e Sardegna. Sul suo lavoro escono articoli in svariati giornali e portali tra cui SkyTg24 ed interviste e passaggi radiofonici in decine di radio a livello locale e nazionale tra cui Rai Radio1; viene inoltre ospitato su Rai 2 e su TV2000. Condivide il palco con Zero Assoluto, Iva Zanicchi, Ronnie Jones, Damien Mc Fly. A 26 anni pubblica l’album “Zero” con BeNEXT/Sony Music Italia, affiancato dal produttore artistico Roberto Visentin. Oggi continua il suo percorso come cantautore, autore e produttore, pubblicando il singolo “Penso a te” con ADA Music Italy/Warner Music.
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Quanto pesa la corruzione sulla spesa pubblica in Italia
Quanto pesa la corruzione sulla spesa pubblica in Italia
AGI – Il valore della corruzione in Italia? Nel quinquennio 2017-2021, gli illeciti accertati contro la spesa pubblica valgono da soli circa 34 miliardi, per una media di 7 miliardi l’anno. Sono i dati raccolti dalla Guardia di Finanza e diffusi nella prima decade dello scorso ottobre, che svelano l’enorme emorragia di denaro pubblico che passa attraverso figure di diverso ordine e grado:…
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Siamo ancora capaci a rinunciare al cellulare?
Ci è voluto un guasto al cellulare per mettermi alla prova. Appartengo alla generazione che per prima a usato il PC per lavoro, metà degli anni '90 e i social non arrivarono prima del 2000 o giù di lì. Molti hanno rinunciato alle telefonate, scrivere lettere...quanto era bello aprire quella busta e far uscire tutte le emozioni o semplicemente aspettare di di tornare a casa per sentirsi con comodo. Solo gli ultra 50enni ricordano com'era prima della tecnologia invadente. Diciamo che amiamo la privacy, ma la maggior parte pubblica quasi tutto della vita privata senza rendersene conto. Pensiamo che saremo capaci a non usare il cellulare, per breve s'intende, ma abbiamo sempre un gesto automatico di ricerca verso la macchinetta infernale. Certo è comodo avere tutto a portata di clic, qualsiasi informazione, prenotazione e acquisto. Rischiamo però di isolarci sempre di più, stiamo perdendo il contatto visivo, a pelle, incontri e persino molti corteggiamenti avvengono on line... pochi sono disposti a incontrarsi poi veramente. Quante volte vedi persone allo stesso tavolo immersi ognuno nel proprio cellulare senza dialogare o guardarsi.
Quando sono andata all'assistenza per il guasto ho pensato che sarebbe stato un problema stare giorni senza cellulare. Non sei raggiungibile per il lavoro, per chi ti interessa e non ho neanche i numeri di telefono perchè sono rimasti tutti nel telefono. E invece... il lavoro attenderà che sono in ufficio, chi ho nel cuore aspetterà e non mi pesa non essere sempre raggiungibile. Si la prova l'ho superata. Certo si tratta di pochi giorni e sembra di essere tornata indietro nel tempo. E voi ci volete provare per pochi giorni?
P.S. la prima cosa che farò appena me lo ridanno sarà trascrivere tutti i numeri di telefono su una vecchia rubrica...la carta non tradisce mai.
cywo
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Testo completo del comunicato su pagina facebook del Collettivo
https://www.facebook.com/photo?fbid=561237012677030&set=a.370165178450882
Gli attestati di solidarietà non assolvono le istituzioni di questo paese
L’hanno chiamata “la presa di Palazzo Vecchio”. E’ durata 30 ore. Un altro minuscolo pezzo di storia scritta a favore di chi vorrà raccontarla quando saremo passato. Ma oggi siamo ancora presente che prova testardamente a farsi strada nel futuro.
Il tempo in questa vicenda è tutto. Questa è una corsa contro il tempo. Ed è un tempo asimmetrico. Per chi vive del mantenimento dello status quo è sufficiente che il tempo passi e si perda.
Per noi, ogni giorno è fatica. Pesa sulle capacità di resistenza, sulle menti e sulle tasche. Ogni giorno senza agire è sprecato perché ogni giorno che passa, la fabbrica è più chiusa. Gli unici due ostacoli tra l’attuale proprietà e lo spreco totale del tempo sono il pagamento dei nostri stipendi e l’assemblea permanente che presidia la fabbrica. Per questo non sa parlare d’altro: sgomberare la fabbrica e scaricare i nostri stipendi sull’Inps attraverso la cassa integrazione. Per ottenere lo sgombero calunnia la funzione sociale dell’assemblea permanente. Per ottenere la cassa integrazione, ci ha di fatto presi in ostaggio e usa il non pagamento degli stipendi come elemento di pressione.
Lunedì è stato indetto un Consiglio Comunale dedicato al tema Gkn. Abbiamo chiesto che tale Consiglio si svolga in fabbrica. Perché se noi abbiamo attraversato fisicamente il Comune (“la casa di tutte e tutti”), ora il Consiglio Comunale è chiamato a sancire con la propria presenza fisica che questa è la fabbrica di tutte e tutti. Verso cui devono cessare calunnie e manovre.
Quella sarà l’ulteriore verifica.
Ancora una volta, un pezzo delle istituzioni di questo paese è chiamato a rispondere a una domanda semplice: che cosa hanno da portare in questa vicenda se non parole?
Rompere l'assedio. Per la fabbrica pubblica e socialmente integrata. #insorgiamo
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Consumatore consapevole
459 kg di rifiuti all’anno prodotti da ogni italiano. Lo dice l’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) che ogni anno pubblica il rapporto sui rifiuti urbani. Siamo in linea con la media europea, ma al di là delle statistiche la questione rifiuti è che ne produciamo troppi. Dovremmo cercare di produrne meno a cominciare dall’origine. cioè all’atto dell’acquisto. Quando andate a fare la spesa scegliete prodotti con poco imballaggio evitando gli accoppiati plastica-cartone-alluminio, difficili da separare e riciclare. Meglio i prodotti sfusi o le confezioni grandi. Le vaschette monoporzioni sono comode ma il peso dell’imballaggio pesa quasi più del prodotto. Perseguire la raccolta differenziata non è difficile e se avete un orticello o un giardino utilizzate l’umido di cucina per fare compost, anche le vostre piante vi ringrazieranno.
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Questo è il momento più significativo del mio 2020. È il momento in cui la persona più importante per me riesce a sedersi e a ridere di nuovo guardando la tv. Quella persona è mia nonna, ha 90 anni e ha superato il Covid. La mia famiglia ha affrontato il Covid e ne sono usciti tutti. Io ho avuto la fortuna di non contrarlo, sono asmatica e per me sarebbe stato potenzialmente molto grave anche se non sono in età avanzata. Ho avuto la fortuna di poter assistere mia nonna dopo che è stata dimessa dall’ospedale per una polmonite da Covid appunto. Vi posso garantire che assistere una persona post Covid significa vedere qualcuno che respira a fatica, che lamenta continue perdite di equilibrio, debolezza cronica, terrore vero. Mia nonna è una persona forte e vederla in quelle condizioni di totale smarrimento e fragilità mi ha messo davanti al fatto compiuto di non avere scelta: io dovevo capire cosa fare e come farlo velocemente. Sono abbastanza certa che molti si siano trovati o si troveranno in questa situazione perché il sistema sanitario non può tenere le persone per un tempo lungo, i letti servono, va fatto il lavoro di emergenza e poi avanti un altro. Possiamo attribuire milioni di colpe. E ci sono, ce ne sono milioni. Ma questo non è il momento del gioco delle colpe. È il momento in cui ci rendiamo conto che l’altro è umano tanto quanto noi, quindi il nostro fottercene della “cosa pubblica”, del bene comune, ha delle conseguenze e le conseguenze sono sulle nostre spalle adesso e su quelle di chi deve decidere velocemente ma durante la malattia - magari con un turno di 12 ore che gli pesa sulla testa come un macigno - non dopo, perché dopo, paradossalmente è semplice. Qui, mia nonna ed io che critichiamo una fiction di prima serata perché scritta davvero male, nella mia cameretta - che 70 anni fa era la sua - dove ho studiato per diventare uno sceneggiatore - cosa che poi non ho più fatto - perché la vita fa dei giri strani ma poi torna sempre tutto a posto. In un modo o nell’altro. 🖤
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2.492 carati di diamante ritrovato in Karowe
Il diamante più grande mai trovato nell’ultimo secolo. Pesa mezzo chilo ed è stato estratto da una miniera in Botswana, dove negli ultimi anni ne erano già stati trovati di molto grossi. In una miniera del Botswana, nell’Africa meridionale, è stato estratto il più grande diamante mai trovato da oltre un secolo e il secondo più grande a essere mai stato estratto in una miniera. Il ritrovamento è stato presentato nel corso di una cerimonia alla presenza del presidente del paese, Mokgweetsi Masisi, organizzata in collaborazione con Lucara Diamond, la società canadese che ha trovato ed estratto il diamante nei giorni scorsi. Negli ultimi anni il Botswana ha rinnovato gli accordi con alcune società di estrazione per sfruttare le proprie miniere e aumentare i ricavi derivanti dalle concessioni, anche se non sempre in modo molto vantaggioso.
Il presidente del Botswana, Mokgweetsi Masisi, osserva il diamante da 2.492 carati da poco trovato in una miniera del paese Il nuovo diamante pesa circa 500 grammi ed è quindi da 2.492 carati (la caratura misura il peso del diamante, e un carato vale 0,2 grammi). È stato trovato nella miniera di Karowe nel centro del paese, uno dei siti di estrazione di diamanti dove negli ultimi anni sono stati effettuati alcuni dei ritrovamenti più importanti al mondo per il settore con almeno altri quattro diamanti da più di mille carati nell’ultimo decennio. Al momento non è chiaro quale possa essere il valore finale del nuovo diamante, anche perché non sono state fornite molte informazioni sul suo grado di purezza e di conseguenza sui tagli che si potrebbero effettuare per ottenere i diamanti da utilizzare nei gioielli, o a scopo industriale. Nel 2015 un diamante da 1.111 carati trovato sempre nel sito di Karowe era stato acquistato da un gioielliere britannico per circa 53 milioni di dollari. Nel 2020 il diamante Sewelo, sempre trovato a Karowe e fino alla scoperta degli ultimi giorni il secondo più grande mai trovato con i suoi 1.758 carati, era stato acquistato dalla società di moda francese Louis Vuitton per una cifra non resa pubblica. Il Cullinan, il diamante più grande del mondo proveniente da una miniera, fu trovato in Sudafrica nel 1905 ed era da 3.106 carati. Dopo il ritrovamento, fu tagliato in gemme più piccole, alcune delle quali ora fanno parte dei gioielli della Corona britannica. Il nuovo diamante, che non ha ancora un nome, è quindi il più grande a essere mai stato trovato negli ultimi 119 anni.
La-miniera-di-Karowe-vista-dal-satellit Il Botswana è il secondo più grande produttore di diamanti naturali dopo la Russia e negli ultimi anni, anche grazie agli accordi con alcune grandi multinazionali, ha reso possibile il ritrovamento di alcuni dei diamanti di maggior valore al mondo. Il paese ha 2,6 milioni di abitanti e cerca di sfruttare le proprie miniere per aumentare i propri ricavi, ma da tempo si discute se i contratti stretti con i privati tutelino a sufficienza la manodopera locale e siano effettivamente vantaggiosi, a partire da quelli con De Beers, storico marchio di diamanti. Proprio a De Beers si deve la credenza che i diamanti siano molto rari. Ovviamente, le miniere di diamanti non si trovano dappertutto e il numero di queste pietre preziose non è infinito, ma l’idea che ce ne siano pochi si è diffusa perché per decenni la De Beers ne ha messo da parte una grossa riserva, vendendo solo una parte di quelli estratti. Tenendo così alti i prezzi, e al tempo stesso alimentando il mito intorno ai diamanti. Read the full article
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