#pergamena antica
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grazielladwan · 21 days ago
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IL CODICE NY’GORATH
Immagine creata con IA Nascosto fra le ombre di biblioteche sconosciute, in un luogo senza nome che si dice esista al di là del tempo, Il Codice di Ny’gorath è una reliquia blasfema, un volume di male antico e insondabile. Avvolto in una rilegatura che sembra fatta di pelle umana – una pelle tesa e screpolata come quella di un uomo vissuto oltre i limiti della mortalità-il Codice emana un tanfo…
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libero-de-mente · 4 months ago
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LA LAMPADA ANTICA
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(Dialogo di fantasia)
In un'affollata sala da Christie's, famosa casa d'asta, ricca di oggetti antichi si sta svolgendo la vendita di alcuni cimeli che provengono dal passato.
Alberto Angela e Roberto Giacobbo sono tra il pubblico, entrambi con un'espressione determinata.
Il banditore, un attempato signore con i modi eleganti da Lord inglese - Signore e signori - esordisce con tono perentorio mettendo a tacere il brusio tra il pubblico - iniziamo con il lotto numero 42: un'antica lampada egizia, risalente alla XVIII dinastia. Si dice che questa lampada avesse il potere di illuminare le menti più oscure. L'offerta parte da 50.000 euro!
Alberto, rivolgendosi a Roberto sussurrò: - Ma ci pensi? Si tratta di una lampada del tempo in cui ci fu la cacciata degli Hyksos
Roberto, con un profondo respiro rispose: - Che tempi! Chissà se il mio amicone Zahi Hawass era già nato!
Alberto rimase per un attimo stranito, poi per rompere l'impasse gli dice: - Immaginati poter leggere i geroglifici con quella lampada, sarebbe fantastico. Come se tornassimo ai tempi in cui venne creata.
Roberto con aria misteriosa: - Non sottovalutarla, Alberto. Potrebbe essere la chiave per decifrare i misteri di Atlantide!
In quel momento il banditore urlò secco: - 60.000!
Alberto alzò la mano, il banditore osservandolo e indicandolo impugnando il martelletto gridò: - 70.000!
Roberto, sventolando una pergamena, alzò il braccio.
Il banditore indicando anche lui urlò: 80.000!
- Cos'hai in mano - chiese Alberto.
Roberto: - Un permesso speciale di Pitagora. Lo scrisse di suo pugno - disse con tono solenne.
Alberto: - E cosa c'è scritto in quel permesso?
Roberto: - Un triangolo rettangolo, sommandolo con le areole dei quadrottoli costruiti sui cateteri vescicali si ha una superficie uguale all'area del quadratolo costruito solo ipotizandolo. Non quadrano mai coi cateteri che catalizzano i lati dei quadrotteri.
Alberto rimase in silenzio, mentre il banditore urlava: - 90.000! - e poi di nuovo - 100.000!
Alberto: - Ma scusami Roberto, io mi aspettavo il suo teorema, quello famoso di Pitagora, che roba è quello che mi hai letto?
Roberto: - Vedi Alberto, questo manoscritto Pitagora lo scrisse prima del suo ben più noto teorema. Lo scrisse una sera che era ubriaco fracido. Poi, dopo due giorni, quando se lo ritrovò infilato nelle pieghe del suo tribonio, lo rilesse e apportando le giuste modifiche declinò il suo teorema. Ma secondo me non ci aveva capito molto.
Alberto, con un'espressione disperata, tornò a guardare il banditore che urlava: - 110.000! Qualcuno offre 110.000?
Roberto: - Senti Alberto compriamola noi due la lampada... poi ce la passeremo di volta in volta. Tu per farti luce mentre di notte presenti uno dei tuoi "Stanotte a...", mentre io la userò per illuminare il percorso del mio cameraman Omar. Che quello s'inciampa e ruzzola dappertutto. Hai presente? A volte dà di quelle capocciate alle architravi basse che non ti dico. Un giorno distruggerà qualche antico sito archeologico.
Così Alberto e Roberto, all'unisono, alzarono le braccia urlando: - NOI!
Il banditore con il classico: - 110.000 e uno, 110.000 e due, 110.000 e tre... aggiudicato! - chiuse l'asta.
Ora sappiamo perché, durante "Stanotte a..." negli ambienti chiusi, le riprese sono molto suggestive. Si tratta dell'antica luce della cultura storica. Mentre durante le trasmissioni di Roberto, che deve ripetere spesso "Attento Omar", abbiamo capito che quell'antica lampada non è che faccia poi così tanta luce. Oppure Omar ha bisogno di un paio di occhiali nuovi.
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bee-ingquinn · 2 years ago
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december 10th - Hogsmeade
«Cannocchiale del diciottesimo secolo» il ministeriale legge di nuovo dalla pergamena, per quanto le folte sopracciglia tremolino un po' adocchiando altri partecipanti come Iris ed Elizabeth «Sono tre galeoni, per quello» che, abbassando il volume di mezzo tono, diventano tuttavia «Due se attira altri compratori» il Ministero perdonerà, basterà rivalutare il prezzo d'acquisto della casa. (...) «Non abbiamo» tempo per «un perito, madamigella. Ma posso dirle per certo che questo è lo stemma di famiglia, da appunti personali della defunta» sulla cui dipartita l'uomo non si intromette, non confermano né smentendo eventuali delitti o suicidi. Singolare, considerando come poco prima non si è risparmiato dall'appellare la defunta in modo assai colorito. «Beh beh beh» è tuttavia il duplice richiamo di Elizabeth ed Iris alla famiglia Featherstone a cavare all'uomo qualche parola, infine «Antica abbastanza, purosangue no di certo» e figuriamoci «Una vena di follia ha abbracciato diversi esponenti, da quel che si dic...il tavolo ottagonale? Subito, signore» il dovere chiama, ecco perché ad Iris è permesso di scattare la sua foto così come a Blythe di osservare meglio gli anelli - qualora voglia provarli - e decidere le sorti di quel cannocchiale che ha puntato sin dall'inizio, dopo i recenti appunti ricevuti.
« Prendo uno di questi due, occhio al colore che se non mi sta bene rivoglio i soldi, eee » andrebbe a riprendere il cannocchiale, sempre che sia ancora lì « questo! » mentre apre la borsetta per ficcarci dentro la mano destra in modo da poter scavare per il borsellino pieno. Questa è follia, altro che quella dei Featherstone.
Una lista interminabile lunga centimetri e centimetri di pergamena su cui finirà anche il nome di Blythe, una volta che la quintina avrà scelto tra una lacrima di rubino contornata da piccoli richiami dorati di simboli celtici o un topazio di forma esagonale al cui interno sembrano muoversi piccolissimi granelli di sabbia scura, in contrasto con l'argento dell'anello. Il cannocchiale, del resto, viene segnato controvoglia dal mago, una volta che l'ultimo desiderio di carpirne i segreti sfuma nella decisione di Blythe.
______________________________________________________________ Possiede un cannocchiale del diciottesimo secolo perfettamente funzionante con i numeri del Quadrato della Luna incisi sull'oculare (...) ed un knot ring dorato con un rubino incastonato che, alla luce del sole, risplende più del dovuto.
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felix-dario-ruggeri · 8 months ago
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_ADNG_
NEWS
RaccontiMiniati
(Collezionismo illuminato)
Con RaccontiMiniati proponiamo una nuova forma di lettura e di collezionismo, presentando eventi multisensoriali che hanno la capacità di trasportare gli osservatori in luoghi dove il tempo permane sensibile.
I racconti sono strutturati per coinvolgere senza artifici tecnologici invasivi, stimolano le nostre qualità naturali con una dinamica che non prevede movimento ma che sollecita le nostre singolarità profonde a risvegliarsi in altre dimensioni.
Ogni testo di questa proposta si trasferisce su schermo digitale e la sua natura verbale si integra con immagini, suoni e movimento, dando vita a un’esperienza innovativa di lettura antica. Prima della stampa i testi miniati erano preziosi, alle parole veniva affiancata l’immagine e la pagina assumeva un valore unico, la pergamena assorbiva i colori e le forme create dagli amanuensi e le restituiva come preziosità.
Su questi concetti abbiamo sviluppato RaccontiMiniati per interagire con gli amanti della letteratura e dell'arte, offrendo la possibilità di collezionare racconti brevi su Pen Drive. “Letture di luoghi sottili”, dove tempo, ritmo e percezione, preservano integri i valori etici e le virtù della cultura classica dell’immaginario.
Viaggi inconsueti che producono inconsuete curiosità, dove la letteratura diventa arte e l'arte diventa letteratura.
09/02/2024
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#5EXHIBITIONS #studioeraarte #Felixdarioruggeri #ADNG #artedanonguardare #Simonaruggeri #microgallery #microgalleryspaceone #microgalleryspacetwo #fantasy #fantastico #ArtCityWhiteNight #artefiera #AFexperience #fantasyart #imagination #artgallery #art #arte #immaginario #drawing #artoftheday #artshow #예술 #アート #艺术 #surrealismworld #photo #digitalart
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jacopocioni · 1 year ago
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Famiglia Sapiti prima parte
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Notai fiorentini famosi in Inghilterra Antica famiglia fiorentina originaria del paese dell’Ancisa (anticamente chiamato anche Lancisa), oggi si chiama Incisa Val d’Arno Superiore, dal 2014, si è fuso con il vicino paese di Figline Val d’Arno, assumendo il nome di Figline e Incisa Val d’Arno. I componenti della famiglia giunsero a Firenze nel tredicesimo secolo con Andrea di Ser Philippi Sapiti Notaro Procuratore “de civitate “del Sesto di Oltrarno, riuscì ad emergere e a diventare importante dando lustro alla famiglia, risulta iscritto nella matricola dei Giudici e Notai nel 1291. Tra il 15 febbraio 1292 e il febbraio 1294, è annoverato fra i Notai della Repubblica di Firenze. Nello stesso periodo è addetto come ufficiale alle costruzioni, ancora risulta come Notaio dei Priori 1292/1298 e membro dei consigli. Fra l’11 giugno e il 10 settembre 1298, è Notaio di San Giacomo d’Oltrarno, rogato in due atti da un altro Notaio d’Oltrarno Biagio Boccadibue componente di una famiglia di Notai legati ai Mercanti Bardi. Grazie alla frequentazione della società mercantile dei Bardi, aventi affari con la Curia, riuscì a farsi accettare alla corte del Papa Benedetto XI, ricevette il titolo di “tabellione” nel gennaio 1304, e in seguito Notaio apostolico. Presta anche la sua opera ai mercanti fiorentini. Nel marzo 1304 durante la sua permanenza a Roma, dai mercanti Cerchi riceve l’incarico di rogare alcune carte. In esse Andrea aggiunge ai titoli di Notaio apostolico e imperiale, quello di Notaio del “praefectus alme urbis”(prefetto di Roma). Inizia a collaborare con Giovanni Frescobaldi, canonico di Salisbury – Inghilterra, della omonima compagnia fiorentina, per i Peruzzi e i loro affari con la camera apostolica e con Carlo II d’Angiò. Queste frequentazioni e la rappresentanza della famiglia Frescobaldi, gli servirono per sé stesso e la sua famiglia di farsi conoscere in Inghilterra.
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I contatti con la compagnia mercantile dei Frescobaldi prima fra le compagnie presenti, favorirono l’ingresso di Andrea e della sua famiglia in Inghilterra. I suoi fratelli, Francesco e Ranuccio sono annoverati fra i fattori della società i Inghilterra dal 1306. Andrea è presente in Inghilterra come funzionario del Vescovo di Worcester, pagato per i suoi servizi 100 sterline annue. Dal 1309 sempre Andrea si trova nel priorato cluniacense di Payenne diocesi di Losanna, come procuratore “ad impetrandum”. Nel tredicesimo secolo i procuratori erano Notai, lavoravano come liberi professionisti presso la Curia. Venivano assunti di volta in volta, dovevano seguire un percorso obbligatorio burocratico, fino a raggiungere la giusta pratica per compilare dei documenti, dalla petizione fino alla spedizione della supplica. Il procuratore veniva impiegato all’ufficio delle suppliche con la procura del “petente” (colui che chiede con una petizione ad una autorità, un procuratorium, con il quale di volta in volta doveva rappresentare il cliente davanti alla Curia. Latinismo raro usato nel linguaggio burocratichese, al posto di richiedente o postulante. In queste suppliche a partire dalla fine del tredicesimo secolo, si può sapere chi è il compilatore, rintracciando il “signum procurationis” posto sul verso della pergamena, dove è scritto il nome o la sigla del procuratore responsabile del negozio in questione. I Sapiti si salvarono dal fallimento della compagnia dei Frescobaldi fra gli anni 1310 – 1312 con il bando dei componenti la compagnia dall’isola. Dall’inchiesta sui mercanti fiorentini, ordinata dal re Eduardo I, Ranuccio Sapiti suo procuratore, ne uscì pulito riuscendo a farsi assegnare un lasciapassare per sé, altri soci e fattori della Compagnia per rientrare in Firenze. Anni dopo mentre la Compagnia cercava di riorganizzarsi ad Avignone entrò in gioco Andrea, che figurava fra i clienti dei mercanti fiorentini, con i quali intratteneva rapporti di lavoro, rogando atti e lettere di credito e riscuotendo per loro i debiti. Una nuova indagine sul fallimento dei Frescobaldi, ordinata da re Eduardo II non trovò alcuna compromissione della famiglia Sapiti con la Compagnia Frescobaldi. Nel periodo 1322 – 23, Ranuccio venne nominato rappresentante di Andrea in Inghilterra e Irlanda. Dal 1311 contrariamente agli altri mercanti fiorentini costretti a lasciare l’isola, lavorò esclusivamente per gli inglesi e gli irlandesi. I suoi committenti erano i rappresentanti più in vista della Curia e della corona inglese: l’Arcivescovo Rolando di Armagh, l’Arcivescovo di Canterbury Walter Reynolds (già cliente prima della traslazione da Worcester), i Vescovi Giovanni di Winchester, Tommaso di Hereford, Lodovico di Beaumomt Vescovo di Durham, Rodolfo di Down, Riccardo Kildare, Enrico di Lincoln, baroni e funzionari del re: Bartolomeo Burghersli, Nicola di Cantalupe, Guglielmo di Montagu, e il re Eduardo II d’Inghilterra e suo figlio Eduardo III.
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Alberto Chiarugi Read the full article
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libroazzurro · 1 year ago
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È PIÙ SACRO VEDERE CHE CREDERE - LA DISSOLUZIONE DELLA CIVILTÀ
Plutarco usò l’immagine della morte del grande dio Pan per significare la dissoluzione della civiltà antica. Lo stesso fece, nell’Ottocento, Proudhon per significare il progressivo decadimento della civiltà borghese: “Pan è morto, la società è caduta in basso”. Anche il pio e casto Nietzsche, con un compiacimento che attingeva alla disperazione e all’euforia inconsistente del terrore, ha dichiarato, in quel secolo, che Dio era morto per constatare il decesso della civiltà cristiana e infine positivista. Possiamo facilmente evincere da questa breve osservazione che senza la licenza e la sfrenatezza sessuale esemplificata da un dio di cui siamo tutti figli non si dà ordine sociale e civiltà alcuna.
Nell’immagine “Fauno con rhyton”, disegno di Franz Von Stuck eseguito a inchiostro di china su pergamena (immagine di pubblico dominio, tramite Wikipedia Commons).
Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.
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storiearcheostorie · 2 years ago
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SCOPERTE / Scritta a Ravenna e recitata nel maggio 1226 davanti a Federico II: ecco la vera storia della più antica lirica italiana
#SCOPERTE / Scritta a #Ravenna e recitata nel maggio 1226 davanti a #FedericoII: ecco la vera storia della più antica lirica italiana Tutti i particolari nell'articolo di @elenapercivaldi su Storie & Archeostorie @UniPisa | @edizionimulino
Il verso della Pergamena 11518 ter dell’Archivio Storico Diocesano di Ravenna-Cervia con il testo della canzone Nell’aprile 1226  Federico II e la sua corte, partiti da Brindisi, sostarono a Ravenna, comune fedele all’impero, facendovi tappa lungo il viaggio che doveva portarli a Cremona per partecipare alla Dieta in cui di sarebbero discussi i dettagli della nuova crociata promessa dallo Stupor…
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ahmedalasadi1 · 4 years ago
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"Nel 2015, frammenti di un Corano molto antico, risalente a 1370 anni prima, sono stati scoperti nella biblioteca dell'Università di Birmingham, in Inghilterra. Secondo i test effettuati dall'Unità di accelerazione del radiocarbonio dell'Università di Oxford", con una probabilità di più del 95%, la pergamena era compresa tra 568 e 645". Il manoscritto è scritto in caratteri hijazi, una prima forma di arabo scritto. Questo è probabilmente il primo esempio esistente del Corano, ma poiché i test consentono un intervallo di date possibili, non si può dire con certezza quale delle versioni esistenti sia la più antica."
"I test effettuati sulla pergamena dei fogli di Birmingham danno la forte probabilità che l'animale da cui è stato preso fosse vivo durante la vita del profeta Maometto o poco dopo. Ciò significa che le parti del Corano che sono scritte su questa pergamena può, con un certo grado di fiducia, essere datato a meno di due decenni dalla morte di Maometto. Queste porzioni devono essere state in una forma che è molto vicina alla forma del Corano letta oggi, a sostegno dell'opinione che il il testo ha subito poche o nessuna alterazione e che può essere datato ad un punto molto vicino al tempo in cui si credeva fosse rivelato."
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carmenvicinanza · 3 years ago
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Fatima Al-Fihriyya ha fondato la più antica università del mondo
https://www.unadonnalgiorno.it/fatima-al-fihriyya/
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La più antica Università del mondo, Al-Qarawiyyin, si trova a Fès in Marocco e fu fondata da una donna, Fatima Al-Fihriyya.
Conosciuta anche come oum al-banine (la madre di tutti i figli) nacque intorno all’anno 800 d.c. a al-Qayrawan, nell’odierna Tunisia.
Figlia di un ricco mercante di origini arabe, all’inizio del secolo IX, si trasferì con la famiglia a Fès.
Avendo avuto la fortuna di poter studiare il Fiqh, la giurisprudenza islamica e gli Hadith, i documenti e gli scritti del profeta Maometto, alla morte del padre decise, con sua sorella Maryam di investire il patrimonio ereditato per migliorare la città, la cultura e la vita delle persone.
Il suo progetto più ambizioso fu quello di costruire una moschea con una madrassa (scuola) annessa che avrebbe fornito un’istruzione di altissimo livello diventando un grande centro di studio e conoscenza. Fu così che, nell’859 d.C., iniziarono i lavori di quella che sarebbe diventata la prima Università al mondo, Al Qarawiyyin che prendeva il nome dalla città da cui provenivano i suoi antenati.
Questo luogo di sapere divenne in breve tempo uno dei principali centri spirituali e educativi del mondo musulmano e un riferimento per l’intera area mediterranea.
Col passare del tempo, la moschea di Al Qarawiyyin divenne la più grande dell’Africa, capace di contenere 22.000 persone. L’Università annessa si guadagnò la reputazione di Atene dell’Islam.
Leggenda narra che Fatima Al-Fihriyya, digiunò per diciotto anni come voto per realizzare il suo sogno.
In quella che viene considerata la più antica istituzione educativa esistente al mondo, oltre al Corano e alla Fiqh, si studiavano molte altre materie come grammatica, retorica, logica, medicina, matematica, astronomia, chimica, storia, geografia e musica.
La madrassa, diventata col tempo un rinomato luogo di istruzione religiosa e dibattito politico, svolse un ruolo importante nelle relazioni culturali e accademiche tra il mondo islamico e l’Europa nel medioevo.
Nel 1963 è diventata università.
Annessa alla scuola fece costruire anche la biblioteca Al-Fihri, che oggi vanta una collezione di oltre 4000 libri, tra cui  manoscritti che risalgono anche al XII secolo a. C.. Tra i più preziosi vi sono la Al-Muwatta di Malik Ibn Anas, scritta su una pergamena di gazzella, una copia antichissima del Corano, scritta su pelle di cammello nell’antica grafia cufica.
Vi è esposto anche il diploma originale di Fatima Al Fihri, scritto su una tavoletta di legno.
Questa visionaria letterata è morta a ottant’anni, lasciando al mondo islamico un grande potenziale, la conoscenza.
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corineistheneworange · 7 years ago
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C «ti posso fare una domanda?»
Normalmente si sarebbe avvicinata lei a lui, contenta e felice, quasi scodinzolando per stare un po` di tempo insieme al suo babysitter preferito, MA oggi è diverso; oggi ha per la testa vari pensieri, l`ansia un po` le corrode lo stomaco per i cupcake anonimi che continuano ad arrivarle durante i pasti e un enigma, oltre al mistero sullo sconosciuto dei dolcetti, le martella in testa da più di una settimana. Quest`ultimo è il seme di un rimuginare continuo, motivo per cui si allontana spesso in biblioteca e chissà dove in cerca di chissà cosa: ha solo un piccolo indizio, una sciocchezza in realtà, che però ai suoi occhi non è sfuggito e che pian piano è cresciuto come una pianta nella mente, ramificandosi sempre più in profondità. Segue la pista che le è stata involontariamente fornita con occhi attenti, partendo dall`ovvio fino al più recondito, come un segugio cerca il suo croccantino. Ma quale sarà il premio di tale fatica? La conoscenza, si, ma chissà di quale segreto o scempiaggine. Fatica che ancora, comunque, non è del tutto compiuta, che ancora non è diventata totale bramosia di sapere. "Martellare" non è corretto, forse... questa domanda "picchietta", più che altro; alle volte nelle meningi, alle volte sotto l`orecchio.
C «esiste un incantesimo che ti permette di vedere nel buio pesto?»
D «Lo insegnano al settimo. » 
C «Si, ho letto»  La mano destra va a raccogliere il pezzo di pergamena sul braccio della poltrona e legge dalla propria scrittura «Visibula Noctambulus» faticando un po` a scandire bene le parole. «sinceramente: è possibile fare una cosa del genere alla mia età?» (...) « Stavo leggendo di incantesimi di uso meno comune, roba "vecchia", magia "antica",ma niente.. per ora» 
D « C`è anche la Trasfigurazione sensoriale, al settimo. »
C «Cioè?» 
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.             ╰ 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐢𝐞𝐯𝐞!
              📍 sikandar's room               📅 june 14, 2023               🔗 #𝖽𝖺𝗇𝗀𝖾𝗋𝗈𝗎𝗌𝗁𝗉𝗋𝗉𝗀                         ・・・  
 Costretta a lasciare l'apprendimento accademico dell'Erbologia alla fine del quinto anno (mai capito perché le lezioni coincidano con quelle di Storia della Magia, ma tant'è), Agape, causa le solite manie di voler sapere tutto sui cazzi di tutti e quindi anche delle piante, ha ben deciso di colmare comunque quelle indesiderate lacune con uno studio da autodidatta, in ogni caso basato più sui libri che sulla pratica perché, ew, a contatto col terriccio?! Il meno possibile, grazie.  È anche per merito di queste competenze che, in compagnia di Sikandar, ha potuto ricreare una piccola serra incantata (i tempi stringevano, dopotutto) per la coltivazione della marijuana, ma soprattutto spingersi fino alla sperimentazione: l'amico non ne è infatti a conoscenza, ma su una parte di quelle cime profumate ha regolarmente spruzzato gocce di Felix Felicis. Rischioso? Pretenzioso? Può darsi, ma le piantine hanno continuato tranquillamente il loro percorso di crescita, arrivando belle, sane e rigogliose al momento in cui un certo numero delle loro infiorescenze è stato poi essiccato dalla corvonero. A prodotto ultimato, ha infilato il risultato in un elegante quanto piccolo sacchetto blu cobalto, arricchito d'incantesimo estensivo irriconoscibile, a sua volta stipato in un boccino.  Il maggiore degli Steeval potrà trovare la scatola in legno contenente questo piccolo presente stipata nel suo personale baule, accompagnata da una lettera compilata in inchiostro blu glitterato su pergamena antica, profumata al cioccolato: una di quelle che il ragazzo le aveva comprato mesi addietro e che lei aveva appositamente conservato per l'occasione.    `` Sikandear, il fatto che il tuo nome si presti così facilmente ai più impensabili giochi di parole mi sorprende sempre un po’, magari come sorprenderà te leggere questa mia lettera. O magari no, insomma, penso che un po’ te l'aspettassi un gesto da parte mia: sono stati anni strambi, i sei che abbiamo trascorso insieme tra queste mura, un'altalena di momenti in cui un po’ ci siamo odiati e un po’ ci siamo piaciuti, per un periodo così tanto da arrivare persino a stare insieme. Sei stato il mio primo vero ragazzo, la mia prima volta, il primo pianto da cuore spezzato perché, cazzo, i tarocchi avevano ragione e anche se non lo ricordavi mi avevi tradita, ma nonostante tutto ciò che più faceva male era il porre fine a qualcosa in cui almeno per un attimo avevo fortemente creduto, unito al pensiero che non potessi nemmeno plasmarti in altra forma, un amico, perché mai più avrei potuto riacquistare fiducia in te. Il disrispetto bruciava forte, troppo, e sai bene che il mio orgoglio rendeva il tutto ancora più catastrofico. Eppure, trascorso qualche anno, è scemato e un amico lo sei diventato davvero, Sikandar: abbiamo scoperto che questa versione del nostro rapporto è per noi di gran lunga quella più giusta, che cooperando in queste vesti possiamo fare grandi cose. Avrei voluto lasciarti il ricordo di un campionato vinto da capitano come ciliegina sulla torta, la fortuna ci è stata avversa: poco male (giusto perché ormai ho metabolizzato), so che avrai le tue dovute vittorie tra i Cannoni.  A tal proposito, quello che vedi è il boccino che hai usato durante l'ultimo allenamento: ricordi come lo hai preso? Bene, ti basterà fare lo stesso per farlo aprire ed usufruire della vera sorpresa, un esperimento che ho voluto condurre un po’ per amor di scienza e un po’ perché so che, senza me che ti motivo nei momenti di crisi, ti sarà fondamentale: sostituita da una pianta, che fine di merda. Fanne comunque buon uso.  Distruggi la commissione esterna, capitano: se ti permetti di essere insufficiente a qualche esame ti do fuoco.               Agape ♡     P.s.: forse un po’ mi mancherai.  ``
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felix-dario-ruggeri · 9 months ago
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RaccontiMiniati
Dall’altro lato alla stessa velocità
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Mercoledì 6 marzo alle ore 18 sulla pagina Facebook dello studio erAArte, sarà visibile online il RaccontoMiniato “Dall’altro lato alla stessa velocità”.
I RaccontiMiniati sono anche visibili in presenza a Bologna presso lo studio erAArte in via Nazario Sauro 7/A.
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RaccontiMiniati
(Collezionismo illuminato)
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Con RaccontiMiniati proponiamo una nuova forma di lettura e di collezionismo, presentando eventi multisensoriali che hanno la capacità di trasportare gli osservatori in luoghi dove il tempo permane sensibile.
I racconti sono strutturati per coinvolgere senza artifici tecnologici invasivi, stimolano le nostre qualità naturali con una dinamica che non prevede movimento ma che sollecita le nostre singolarità profonde a risvegliarsi in altre dimensioni.
Ogni testo di questa proposta si trasferisce su schermo digitale e la sua natura verbale si integra con immagini, suoni e movimento, dando vita a un’esperienza innovativa di lettura antica. Prima della stampa i testi miniati erano preziosi, alle parole veniva affiancata l’immagine e la pagina assumeva un valore unico, la pergamena assorbiva i colori e le forme create dagli amanuensi e le restituiva come preziosità.
Su questi concetti abbiamo sviluppato RaccontiMiniati per interagire con gli amanti della letteratura e dell'arte, offrendo la possibilità di collezionare racconti brevi su Pen Drive. “Letture di luoghi sottili”, dove tempo, ritmo e percezione, preservano integri i valori etici e le virtù della cultura classica dell’immaginario.
Viaggi inconsueti che producono inconsuete curiosità, dove la letteratura diventa arte e l'arte diventa letteratura.
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jacopocioni · 2 years ago
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Famiglia Capponi
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Un eroico Cappone ferma un esercito Galli I Capponi sono una antica famiglia fiorentina. Non ci sono notizie certe sulla loro provenienza, sembra fossero originari del contado senese. Esiste una pergamena dell'anno 1056, redatta dalla Abbazia di Passignano, conservata all'Archivio di Stato di Firenze, dove è menzionato un "Uguccione dicto Capponio". In Firenze sono presenti dalla prima metà del XIII secolo con Cappone Capponi. Sono mercanti delle Arti della Lana e della Seta, riescono ad avere 57 Priori e 10 Gonfalonieri di Giustizia. Di un componente della famiglia di cui ci sono notizie certe è un certo Compagno di Uguccione immatricolato all'Arte della Lana dal 1244, caduto nella battaglia di Montaperti del 1260, contro i Ghibellini senesi e fuori usciti fiorentini. Il primo Priore della famiglia Capponi è Buonamico. Un altro Priore fu Buonamico Recco ambasciatore presso Papa Bonifacio VIII. Da lui nacquero cinque figli maschi capostipiti di altri rami familiari: Cappone, Filippo, Mico, Angelo e Neri. I Capponi furono una grande famiglia e con uomini molto eminenti, ma non raggiunsero posti di rilievo nella politica cittadina. Riuscirono sempre a barcamenarsi fra le parti in lotta. Questa abilità proveniva dalle loro ricchezze accumulate nel tempo con la mercatura della lana e della seta, e dalla loro attività bancaria. I Capponi avevano banchi di commercio nella città di Lodi, amministrati da Cappone di Bonamico. Filippo di Compagno svolgeva l'attività di banchiere a Milano, per un prestito fatto a Matteo Visconti di 1.400 lire veronesi, ricevette in pegno la corona ferrea dei re d'Italia. Nella guerra di Firenze contro Gian Galeazzo Visconti, a conferma della loro potenza economica, venne elargito alla Repubblica Fiorentina un prestito gratuito da Leonardo di Iacopo. Zanobi di Niccolò si imbarcò andando per mare a visitare le loro filiali. Acquistò tanta competenza marinara da essere nominato primo Capitano delle galee fiorentine.
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I Capponi presero parte ai disordini scoppiati dopo la cacciata del Duca d'Atene. I magnati colsero al volo l'occasione di eliminare con la forza gli Ordinamenti di Giustizia (loro gli chiamavano "Ordinamenti di Nequizia), che vietavano a loro di partecipare alla vita politica cittadina. La rivolta capeggiata dai Bardi inizio in Oltrarno. Gli armati della Signoria, tentavano di attraversare i ponti per fermare i rivoltosi, venendo respinti. Neri di Recco Capponi cittadini armati, assalirono le case dei Nerli, aprendo una breccia nelle loro difese, questa manovra consentì ai soldati comunali di avere la meglio. Girolamo di Gino, verso il finire del XV secolo, divenne tesoriere pontificio, tenuto in grande considerazione dai papi, e per la grande fiducia che davano e la potenza della loro attività bancaria, riuscirono ad aprire una filiale a Roma. Ebbero anche una filiale nella città francese di Lione, concentrandovi molte delle loro risorse finanziarie.
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Niccolò di Piero vi fece esperienza e Neri di Gino riuscì ad entrare nelle grazie del re francese da divenirne il suo banchiere. Per aver finanziato con i propri denari la spedizione di Carlo VIII in Italia, per raggiungere il regno di Napoli nel 1494. Dopo il ritorno nel suo regno del monarca, dovette difendersi dall'accusa emessa dalla Repubblica fiorentina di aver danneggiato la sua patria.
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In quella occasione, avvenne la cacciata di Piero de Medici detto il "fatuo" per vigliaccheria nei confronti del re francese, venne restaurata la Repubblica. Carlo, con il suo esercito entrò in Firenze, comportandosi da padrone, mentre i suoi soldati iniziavano a provocare i fiorentini. La situazione stava sfuggendo di mano a tutti. Si arrivò a sfiorare uno scontro armato, quando un araldo francese iniziò a leggere le richieste esose del re. La somma enorme di denaro richiesta per lasciare la città senza colpo ferire, non poteva essere accettata dalla Signoria. Fu allora che il re minacciosamente profferì queste parole: Noi suoneremo le nostre trombe! volendo significare dare mano libera ai suoi soldati. Pier Capponi rispose anche lui minacciosamente: Noi suoneremo le nostre campane! Carlo rimase stupito da quella risposta, e capendo che non avrebbe avuto vita facile in uno scontro per le vie della città, venne a più miti consigli.
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Il borgo di Clauiano è una piccola frazione del comune di Trivignano Udinese, antico centro medievale incluso dal 2004 negli elenchi prestigiosi dei Borghi più belli d’Italia. Clauiano è meravigliosamente incastonato nella più bella campagna friulana ed il suo nome deriva probabilmente dal cognome romano Claudius, testimonianza, assieme ad altri ritrovamenti archeologici, dell’esistenza dell’insediamento fin dall’epoca romana. Clauiano fu però nominato ufficialmente per la prima volta in una pergamena databile al 1013, scritta dal patriarca Poppone che lo nominava tra i possedimenti locali. Annesso poi alla Repubblica di Venezia nel 1420, Clauiano attraversa epoche e vicende fino ad arrivare ai giorni nostri ancora intriso di spirito medievale e incredibile fascino. Clauiano ha saputo mantenere un’identità ben definita, conservando l’originale struttura urbana e le sue caratteristiche architetture in pietre e sassi: i piéris e clàps costituiscono ed adornano le tipiche costruzioni friulane del villaggio e gli ampi portici contornati da pietre bianche sono una delle bellezze che colpiscono i visitatori di questo spettacolare borgo friulano. Cosa fare e vedere nel borgo di Clauiano Esplorare Clauiano significa immergersi tra quiete e relax, e le vie di questo minuscolo paese sono l’ideale per chi desidera scoprire il territorio lentamente. Le attrazioni principali di Clauiano sono costituite dalle sue abitazioni tipiche del Friuli Venezia Giulia e passeggiando per il centro storico del borgo è possibile avvistare sia edifici risalenti al XV secolo, sia costruzioni databili dal XVII al XVIII secolo: la loro configurazione tradizionale è quella che vede il fronte principale dell’abitazione lato strada ed uno splendido portale di accesso che conduce alla corte interna. Tra le costruzioni più antiche di Clauiano c’è Casa Gardellini, originaria del ‘400, che mantiene intatta la sua facciata con antiche decorazioni a losanghe bianche e rosse. Spettacolare esempio dell’originale complesso padronale veneto-friulano è invece Villa Ariis, risalente al XVIII secolo: l’abitazione ha una meravigliosa facciata in pietra e sopra il portale campeggia una bifora sormontata dal Leone di San Marco. Il suo portale di accesso si apre su una rigogliosa corte interna e la villa è oggi sede dell’Azienda Agricola Ariis, produttrice di vino e ottimo miele. Gli edifici che compongono Casa Palladini si collocano all’interno di una tipica corte friulana dalla forma a zeta, formata da due diverse corti su cui sono affacciate la casa padronale, altre abitazioni satelliti e alcuni rustici. Conserva elementi architettonici genuinamente locali, come il focolare con cappa e camino, una meridiana sulla facciata principale, incantevoli colonnati e vasche in pietra. L’elegante Casa Foffani è invece un palazzo urbano i cui ambienti erano utilizzati fin dal XVIII secolo per la produzione di vitigni di pregio e tabacco e per l’allevamento dei bachi da seta, attività molto diffusa all’epoca in queste terre. Mentre i suoi stucchi settecenteschi campeggiano ancora sui suoi soffitti, questa residenza è oggi sede dell’azienda vitivinicola Foffani, ed il suo B&B offre l’opportunità di risiedere in una vera villa friulana e di avventurarsi in emozionanti degustazioni guidate. A Villa Manin è osservabile invece un caratteristico “foledôr”, ovvero il locale dove si pigiavano le uve e si lavorava il vino. Il complesso è un’antica residenza nobiliare appartenuta alla famiglia Manin, uno dei casati più prestigiosi della Serenissima, e conserva ancora oggi la sua regalità e raffinatezza. Molti altri sono i casali visitabili nel cuore di Clauiano, come Casa Bellotto ed il complesso padronale Bosco o Casa Menotti e casa Zof Piano: per gli appassionati di ville d’epoca questo borgo è decisamente il paradiso, perfetto anche per chiunque abbia voglia di immergersi anima e corpo nella cultura di una regione che ha molto da raccontare. Per completare il tour di Clauiano, è possibile infilare il naso nelle sue chiese. Poco fuori dai confini dell’abitato, la trecentesca Chiesa Campestre di San Marco vigila indisturbata sulla vita del paese e protegge affreschi della prima metà del XV secolo, mentre la Chiesa di San Giorgio risalente al XVIII secolo, sorge certamente sui resti di più antichi edifici religiosi e custodisce una fonte battesimale cinquecentesca realizzata da Pietro da Carona. Cosa mangiare a Clauiano Clauiano stupisce anche per i suoi piatti tipici, un ulteriore esempio di come questo territorio sia stato capace di mantenere vive tradizioni e antica genuinità. Il miele è sicuramente uno dei prodotti di punta della gastronomia di Clauiano, accompagnato dai prodotti friulani più gustosi come il frico, un tortino di formaggi, preparato morbido oppure croccante, l’asino, la zuppa di farro e la ricotta affumicata. Impossibile non menzionare i vini di Claudiano, frutto di secolari usi e sistemi produttivi tramandati di generazione in generazione: i vini Doc Friuli Aquileia, sia bianchi che rossi, sorprendono il palato. Il borgo di Clauiano è costellato di trattorie e aziende agrituristiche dove deliziare i sensi e assaggiare tutti ma proprio tutti i suoi prodotti. Eventi a Clauiano Tutti gli anni a Clauiano in occasione della Festa dell’Ascensione prende vita una processione penitenziale che parte dalla Chiesa Parrocchiale di Clauiano, si ferma ad ogni incrocio e termina nella chiesetta medievale di San Marco. Sui giardini attorno alla chiesetta campestre, la comunità del paese si ritrova per consumare insieme vino e frittate di uova, simbolo rispettivamente di abbondanza e di fecondità. Partecipare a queste celebrazioni è un ottimo modo per respirare a pieni polmoni tutta la tipicità di questo borgo di pietre e sassi. https://ift.tt/2tiOLLU Alla scoperta del borgo di Clauiano, in Friuli Il borgo di Clauiano è una piccola frazione del comune di Trivignano Udinese, antico centro medievale incluso dal 2004 negli elenchi prestigiosi dei Borghi più belli d’Italia. Clauiano è meravigliosamente incastonato nella più bella campagna friulana ed il suo nome deriva probabilmente dal cognome romano Claudius, testimonianza, assieme ad altri ritrovamenti archeologici, dell’esistenza dell’insediamento fin dall’epoca romana. Clauiano fu però nominato ufficialmente per la prima volta in una pergamena databile al 1013, scritta dal patriarca Poppone che lo nominava tra i possedimenti locali. Annesso poi alla Repubblica di Venezia nel 1420, Clauiano attraversa epoche e vicende fino ad arrivare ai giorni nostri ancora intriso di spirito medievale e incredibile fascino. Clauiano ha saputo mantenere un’identità ben definita, conservando l’originale struttura urbana e le sue caratteristiche architetture in pietre e sassi: i piéris e clàps costituiscono ed adornano le tipiche costruzioni friulane del villaggio e gli ampi portici contornati da pietre bianche sono una delle bellezze che colpiscono i visitatori di questo spettacolare borgo friulano. Cosa fare e vedere nel borgo di Clauiano Esplorare Clauiano significa immergersi tra quiete e relax, e le vie di questo minuscolo paese sono l’ideale per chi desidera scoprire il territorio lentamente. Le attrazioni principali di Clauiano sono costituite dalle sue abitazioni tipiche del Friuli Venezia Giulia e passeggiando per il centro storico del borgo è possibile avvistare sia edifici risalenti al XV secolo, sia costruzioni databili dal XVII al XVIII secolo: la loro configurazione tradizionale è quella che vede il fronte principale dell’abitazione lato strada ed uno splendido portale di accesso che conduce alla corte interna. Tra le costruzioni più antiche di Clauiano c’è Casa Gardellini, originaria del ‘400, che mantiene intatta la sua facciata con antiche decorazioni a losanghe bianche e rosse. Spettacolare esempio dell’originale complesso padronale veneto-friulano è invece Villa Ariis, risalente al XVIII secolo: l’abitazione ha una meravigliosa facciata in pietra e sopra il portale campeggia una bifora sormontata dal Leone di San Marco. Il suo portale di accesso si apre su una rigogliosa corte interna e la villa è oggi sede dell’Azienda Agricola Ariis, produttrice di vino e ottimo miele. Gli edifici che compongono Casa Palladini si collocano all’interno di una tipica corte friulana dalla forma a zeta, formata da due diverse corti su cui sono affacciate la casa padronale, altre abitazioni satelliti e alcuni rustici. Conserva elementi architettonici genuinamente locali, come il focolare con cappa e camino, una meridiana sulla facciata principale, incantevoli colonnati e vasche in pietra. L’elegante Casa Foffani è invece un palazzo urbano i cui ambienti erano utilizzati fin dal XVIII secolo per la produzione di vitigni di pregio e tabacco e per l’allevamento dei bachi da seta, attività molto diffusa all’epoca in queste terre. Mentre i suoi stucchi settecenteschi campeggiano ancora sui suoi soffitti, questa residenza è oggi sede dell’azienda vitivinicola Foffani, ed il suo B&B offre l’opportunità di risiedere in una vera villa friulana e di avventurarsi in emozionanti degustazioni guidate. A Villa Manin è osservabile invece un caratteristico “foledôr”, ovvero il locale dove si pigiavano le uve e si lavorava il vino. Il complesso è un’antica residenza nobiliare appartenuta alla famiglia Manin, uno dei casati più prestigiosi della Serenissima, e conserva ancora oggi la sua regalità e raffinatezza. Molti altri sono i casali visitabili nel cuore di Clauiano, come Casa Bellotto ed il complesso padronale Bosco o Casa Menotti e casa Zof Piano: per gli appassionati di ville d’epoca questo borgo è decisamente il paradiso, perfetto anche per chiunque abbia voglia di immergersi anima e corpo nella cultura di una regione che ha molto da raccontare. Per completare il tour di Clauiano, è possibile infilare il naso nelle sue chiese. Poco fuori dai confini dell’abitato, la trecentesca Chiesa Campestre di San Marco vigila indisturbata sulla vita del paese e protegge affreschi della prima metà del XV secolo, mentre la Chiesa di San Giorgio risalente al XVIII secolo, sorge certamente sui resti di più antichi edifici religiosi e custodisce una fonte battesimale cinquecentesca realizzata da Pietro da Carona. Cosa mangiare a Clauiano Clauiano stupisce anche per i suoi piatti tipici, un ulteriore esempio di come questo territorio sia stato capace di mantenere vive tradizioni e antica genuinità. Il miele è sicuramente uno dei prodotti di punta della gastronomia di Clauiano, accompagnato dai prodotti friulani più gustosi come il frico, un tortino di formaggi, preparato morbido oppure croccante, l’asino, la zuppa di farro e la ricotta affumicata. Impossibile non menzionare i vini di Claudiano, frutto di secolari usi e sistemi produttivi tramandati di generazione in generazione: i vini Doc Friuli Aquileia, sia bianchi che rossi, sorprendono il palato. Il borgo di Clauiano è costellato di trattorie e aziende agrituristiche dove deliziare i sensi e assaggiare tutti ma proprio tutti i suoi prodotti. Eventi a Clauiano Tutti gli anni a Clauiano in occasione della Festa dell’Ascensione prende vita una processione penitenziale che parte dalla Chiesa Parrocchiale di Clauiano, si ferma ad ogni incrocio e termina nella chiesetta medievale di San Marco. Sui giardini attorno alla chiesetta campestre, la comunità del paese si ritrova per consumare insieme vino e frittate di uova, simbolo rispettivamente di abbondanza e di fecondità. Partecipare a queste celebrazioni è un ottimo modo per respirare a pieni polmoni tutta la tipicità di questo borgo di pietre e sassi. Lo splendido borgo di Clauiano, in Friuli Venezia Giulia, merita di essere visitato per le numerose case tipiche e gli edifici religiosi antichi.
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personal-reporter · 5 years ago
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Carla Iacono. Re-Velation al Battistero di Velate
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Il Battistero di Velate scenario e quinta di una mostra della fotografa genovese Carla Iacono. Sarà inaugurata venerdì 30 agosto verso le 18.30 a Varese, presso il Battistero di Velate, la mostra Re-velation, esposizione di venti scatti della fotografa genovese Carla Iacono, a cura di Carla Tocchetti e Clelia Belgrado, sul delicato tema del velo e del femminile che lo indossa, per una riflessione sulla pluralità di significati attribuibili a questo simbolo evocativo presente in molte culture che oggi si ritrova a essere al centro di dibattiti sociali, politici e religiosi. “In Europa per esempio”, dice la Iacono “il velo delle musulmane immigrate è da molti considerato simbolo di attacco ai principi di secolarità e uguaglianza, ed è al centro di dibattiti mediatici che lo presentano come velo della discordia.  D’altro canto, dinanzi alle leggi che lo vietano, molte donne immigrate si appellano ai diritti e alle libertà di espressione per poterlo indossare. In particolare per le donne migranti spesso rispecchia l’esigenza di rimanere legate al proprio paese e alle proprie famiglie rappresentandone la cultura di provenienza. Il velo è quindi portatore di nuovi significati e modi di esprimersi, legati alle questioni della cittadinanza, alla rivendicazione culturale, alla ricerca di nuovi modelli spirituali.”. Mentre Clelia Belgrado, curatrice e titolare dell’agenzia Vision QuesT 4rossom racconta che “In Re-velation il velo è elemento conduttore declinato in diversi modi, con richiami a differenti culture: principalmente hijab, ma anche velo cattolico, ebraico o foulard dell’Europa dell’Est” Da un punto di vista formale le composizioni ricordano i dipinti classici, con una contaminazione simbolica tra cultura Orientale e Occidentale, infatti richiamano l’iconografia del ritratto occidentale ma spesso il soggetto indossa veli e accessori orientali. I ritratti sono tutti interpretati dalla figlia dell’artista e le figure sono fotografate su uno sfondo scuro che a volte si fonde con gli abiti, e spesso la luce laterale fa emergere la figura, rivelando i contorni del viso e i dettagli dei veli e rafforzando così esteticamente e simbolicamente il concetto di rivelazione. “Ospitare a Velate questa mostra, inaugurandola nei giorni in cui nel borgo si riunisce per l’annuale Festa della Comunità, è un omaggio anche al nome originario del Sacro Monte, che fu trascritto come Monte di Vellate per la prima volta nel 922, nella più antica pergamena pervenuta” dice Carla Tocchetti, che gestisce la programmazione culturale nella seicentesca chiesa dell’antico borgo. “Anche se l’origine latina del nome da ”vellatum”, nascosto, non è l’attribuzione prevalente, il nostro immaginario corre al ‘400 quando alcune donne definite “salvatiche” si rifugiavano sul monte, nelle grotte e nei boschi, a condurre vita eremitica e di preghiera, anticipando il celebre nucleo che alla fine del secolo prese i voti e il velo, appunto, diventando monache romite Ambrosiane ad Nemus.” Carla Iacono vive a Genova, utilizzando vari media artistici nel suo lavoro, come fotografia, collage e installazione, incentrato sui temi del corpo e della metamorfosi, analizza principalmente il delicato periodo dell’adolescenza visto come straordinario momento di crescita in cui si colloca lo sforzo per raggiungere la propria identità. Negli ultimi lavori affronta l’argomento della strumentalizzazione delle differenze culturali, con riflessioni sulle difficoltà di dialogo che sempre più spesso generano drammatici eventi. Affascinata dalle contaminazioni tra immagini e testi, ha pubblicato vari libri illustrati con fotografie e collage, spesso in numerosi cataloghi di esposizioni in Italia e all’estero, presenti in collezioni pubbliche e private, come il Musinf (Museo d’Arte Moderna dell’Informazione e della Fotografia) di Senigallia e il Museo Nazionale del Cinema di Torino. Tra le mostre recenti le personali Sguardi attraverso nell’ambito del Pontremoli Foto Festival 2018 e Re-velation, in tour in vari musei italiani come il Museo Diocesano di Genova, il Museo Diocesano Tridentino di Trento, il Museo del Duomo di Fidenza e il Museo Diocesano di Catania. La mostra resterà aperta a ingresso libero fino al 22 settembre, dal venerdì alla domenica dalle 15.30 alle 18.30 e il sabato e la domenica anche la mattina dalle 10.30 alle 12.30. Read the full article
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lacameliacollezioni · 5 years ago
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Il nostro tradizionale 《sidass》 Il nostro tradizionale 《sidass》Ogni anno, in occasione della festa parrocchiale legata alla Madonna del Carmine in Vigevano, è antica tradizione esporre alle finestre o nelle vetrine dei negozi un setaccio, il Sidassa, all’interno del quale viene collocata una pergamena che reca una poesia in dialetto vigevanese, o motti, o disegni caricaturali
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