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primepaginequotidiani · 2 months ago
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PRIMA PAGINA Liberation di Oggi venerdì, 18 ottobre 2024
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Finale del 74° Concorso Internazionale di Musica "G.B. Viotti": Giovani Talenti in Competizione sul Palco di Vercelli
Hyun Seo Kim, Lorenz Karls e Mariam Abouzahra si sfidano per il primo premio in una serata di musica imperdibile.
Hyun Seo Kim, Lorenz Karls e Mariam Abouzahra si sfidano per il primo premio in una serata di musica imperdibile. Il 19 ottobre 2024, il Teatro Civico di Vercelli ospiterà la finale del 74° Concorso Internazionale di Musica “G.B. Viotti”, dove tre talentuosi violinisti si contenderanno il prestigioso primo premio. Questo evento è particolarmente significativo poiché coincide con il bicentenario…
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seoul-italybts · 6 months ago
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[✎ ITA] Weverse Magazine : Recensione : RM Lo Rende Possibile | 03.07.24⠸
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🌟 Weverse Magazine 🗞
RM Lo Rende Possibile
__ Uno sguardo ai diversi MV per Right Place, Wrong Person  __
__ di SEO SEONGDEOK | 03. 07. 2024
Twitter  |  Orig. KOR 
RM ha scritto Right Place, Wrong Person prima di iniziare il servizio militare, e poi l'ha rilasciato in corso d'addestramento. Per questo motivo, ovviamente, non è stato possibile vedere sue apparizioni alla TV o a programmi in diretta, men che meno scoprire i suoi pensieri e processi mentali relativi all'album. Invece, nel corso di un mese, è stata pubblicata tutta una serie di video performance e video musicali—sei in totale— L'album tratteggia il tipo di persona che RM è diventato oggi. Vorace amante della musica, RM ha tratto ispirazione da diversi generi e si è fatto aiutare da molteplici collaboratori al fine di portare alla luce la sua più sincera visione del mondo. Affiancato – in particolare – da San Yawn dei Balming Tiger, la super star dei BTS si è affidata ai propri gusti personali – invece che volgersi a nomi noti della musica – per creare la sua squadra dei sogni, composta da artisti coreani ed internazionali. Il risultato è qualcosa di più unico che raro, anche per quella fetta di idol K-pop che già si occupa in prima persona della propria musica. RM muove un ulteriore passo al di fuori delle aspettative, distanziandosi dal seguire una mera diramazione dei lavori e dello stile dei BTS – per addentrarsi, piuttosto, in un territorio musicale lui poco noto. Quest'album non è un progettino personale qualsiasi, ma un lavoro dalla produzione e le risorse tipiche dei rilasci su scala internazionale. RM ha dunque attinto dalla sua identità coreana – e, più generalmente parlando, asiatica - per esprimere il suo status di outsider agli occhi del mondo occidentale. E tutto questo è stato possibile proprio perché è un artista K-pop, è un membro dei BTS e si tratta di lui, RM. Come sicuramente già menzionato, la libertà espressiva e linguistica di RM non è solo o tanto un punto di forza, quanto una sua caratteristica identitaria.
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Chiaramente i diversi MV preparati per accompagnare l'album non possono che riflettere la personalità del progetto stesso. “Come back to me”, rilasciato come singolo prima dell'uscita dell'album, vede la regia di Lee Sung Jin, già autore della serie Netflix Beef (Lo scontro). L'anno scorso, Lee ha preso parte ad una conferenza che si è tenuta in Corea e ha condiviso come in passato, “Scrivevo preoccupandomi di come poter creare qualcosa che potesse piacere al pubblico americano”. Mentre ora, ha detto “Cerco di esprimere la mia identità, nei miei progetti.” Il cast principale apparso nel MV di “Come back to me” sono tuttə attori/trici coreanə o parte della diaspora coreana. Nonostante l'atmosfera vagamente aliena, le riprese in interno—esperta opera della direttrice artistica Seong-Hie Ryu—sembrano rappresentare un qualche spazio residenziale in Corea. Come si è visto in pellicole quali Parasite e Everything Everywhere All at Once—e, più recentemente, nelle famosissime serie TV The Sympathizer (Il Simpatizzante / HBO) e Shōgun (FX), d'ambientazione rispettivamente vietnamita e giapponese—è ormai assolutamente normale ed accettato seguire e concentrarsi su tali storie senza dover metter mano e trasporre il contesto linguistico e culturale d'origine.
In un'era in cui la musica coreana non è più sconosciuta è dunque forse possibile puntare a qualcosa di più che la semplice ambiguità culturale o un'estetica esotica, quando si tratta di video musicali? Sembrerebbe un quesito ed una possibilità condivisi da moltə dato che, mentre in passato il K-pop non si è quasi mai distanziato dall'iconografia tipicamente coreana – fatta, ad esempio, di uniformi scolastiche -, negli anni più recenti la scena si è sviluppata ed espansa fino ad includere elementi di cultura ed abbigliamento tradizionali — come l'hanbok— ed il folklore coreano. L'approccio adottato da RM, però, non spicca tanto per la sua modernità, quanto per la qualità cinematografica. Il non-detto è sufficiente a suggerire un'ulteriore e più profonda proliferazione di possibilità ancora inesplorate, e la struttura circolare esprime al meglio le tematiche narrate in quest'album, ovvero la dicotomia giusto/sbagliato, la contraddizione in termini del voler essere se stesso nonostante i dubbi identitari, ed il contrasto tra il desiderio di esplorare cose nuove e l'attenersi a ciò che già si conosce.
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Il video musicale di “LOST!” è stato diretto dal regista Aube Perrie. Perrie si è aggiudicato i premi Best New Director e Best Hip Hop/Grime/Rap Video (International) agli UK Music Video Awards 2021 per i MV di “Chemical” di MK e “Thot Shit” di Megan Thee Stallion e, successivamente, è diventato ancor più famoso grazie al contributo dato ai brani “Music For a Sushi Restaurant” e “Satellite” di Harry Styles. I video musicali di Perrie sono noti per il modo in cui sanno spingersi oltre i limiti dell'immaginario in scenari e situazioni ben precisi. Vi troviamo un collage di stili – tra cui, anche la clay animation (plastilina animata) – e set che ricordano miniature o studi televisivi d'epoca, il tutto mixato insieme in un labirinto escheriano di ripetizioni e paradossi temporali.
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I video di “Groin”, “Nuts”, “Domodachi” (feat. Little Simz) e “ㅠㅠ (Credit Roll)” sono usciti in un secondo momento e sono tutti opera della regia di Pennacky. Questo regista è noto e celebrato nella scena indie giapponese come pioniere dello stile rètro anni ’80s/’90s ed è celeberrimo per le sue collaborazioni con vari artistə asiaticə, anche al di fuori della scena giapponese, come il collettivo musicale coreano dei Balming Tiger, la band singaporeana dei Sobs ed il gruppo indonesiano dei Gizpel. Ma dire che opera unicamente entro i limiti della scena indie non è del tutto corretto, vista la sua partecipazione a progetti di artistə giapponesi famosissimi come le ATARASHII GAKKO! ed altrə appartenenti alla scena mainstream occidentale, quali i Phoenix. Lo stile tipico di Pennacky pervade i video diretti per RM. È evidente la predilezione per una certa estetica ed iconografia—la pellicola 16 mm, un approccio semplice e diretto ad effetti particolari ed affascinanti, cui attinge senza nascondere l'evidente sprezzatura—e la tendenza ad enfatizzare il gusto propriamente giapponese che caratterizza i suoi video, qualsiasi sia la nazionalità dell'artista o la scala del progetto cui partecipa – ad esempio la presenza costante di figure quali il personaggio del lavoratore salariato giapponese ed effetti speciali più vicini alla cultura e tradizione nipponica.
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Tra tutte le sue collaborazioni con RM, però, il video che accompagna la penultima traccia dell'album, “ㅠㅠ (Credit Roll)”, è forse il più degno di nota. RM siede di fronte ad una telecamera mentre il filmato viene riprodotto su una vecchia TV squadrata e, nelle sue immediate vicinanze, gente di diversa età ed origini siede a terra, attorno ad un tavolo tradizionale - bapsang, condividendo un pasto a base di pietanze che potrebbero essere coreane, sebbene sia difficile a stabilirsi. Questi personaggi chiacchierano animatamente senza mai voltarsi verso la televisione. Un gruppo di individui non coreani riuniti per consumare un pasto coreano – o anche solo asiatico, mentre RM si esibisce in TV—quale migliore rappresentazione del rispetto che RM si merita, di quanto dovrebbe esser fiero di se stesso, e del mistero che ancora cela ciò che gli riserverà il futuro? “ㅠㅠ (Credit Roll)” non è solamente un'umile traccia conclusiva in cui l'artista ci ringrazia preventivamente per aver ascoltato fino ai titoli di coda. Alcuni artisti si considerano e/o sono consapevoli d'essere piattaforme e mezzi espressivi di per sé. Right Place, Wrong Person presanta tematiche quali il sentirsi un estraneo, l'essere una star globale, l'approccio a percorsi ancora inesplorati e le difficoltà di adattamento—o forse l'inadeguatezza in genere. La vasta gamma di collaboratori di cui si è circondato RM per questo progetto non fa che arricchire la trama di questi brani e video fondamentalmente appartenenti alla sfera idol, espandendone i concetti e contenuti contestuali. E, come già detto, tutto questo è possibile solo perché si tratta di K-pop, si tratta dei BTS e si tratta di RM.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS ⠸
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cinquecolonnemagazine · 1 year ago
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La voce del jazz italiano: i cantanti che hanno portato il genere nel mondo
Il jazz italiano è una musica che nasce negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo, ma che ha rapidamente conquistato il mondo, anche l'Italia. Negli anni, numerosi cantanti italiani hanno contribuito a diffondere e valorizzare questo genere musicale, dando vita a una scena jazzistica ricca e variegata. I pionieri del jazz italiano I primi cantanti italiani a cimentarsi con il jazz furono quelli che si esibivano nelle grandi città, come Milano e Roma, all'inizio del XX secolo. Tra questi, si ricordano soprattutto: - Nilla Pizzi (1919-2011), che nel 1958 vinse l'Eurovision Song Contest con la canzone "Volare"; - Fiorella Mannoia (nata nel 1954), che ha iniziato la sua carriera cantando jazz negli anni '70 e che ha continuato a esplorare questo genere anche in seguito; - Ornella Vanoni (nata nel 1934), che ha registrato numerosi dischi di jazz, tra cui "La voglia, la pazzia, l'incoscienza, l'allegria" (1976) con Vinícius de Moraes e Toquinho. - Paolo Conte (nato nel 1937), pianista di formazione jazz che ha portato la musica d'autore al suo massimo splendore in Italia e nel mondo Gli anni '70 e '80 Negli anni '70 e '80, il jazz italiano si è arricchito di nuove voci, come: - Daniela Pedali (nata nel 1953), che ha registrato numerosi dischi di jazz, tra cui "Tango en Paris" (1997) con il chitarrista argentino Jorge Dalto; - Gianluca Petrella (nato nel 1964), che ha collaborato con artisti di fama internazionale, come Chick Corea e Pat Metheny. Gli anni '90 e 2000 Negli anni '90 e 2000, il jazz italiano ha continuato a evolversi, dando vita a nuove tendenze, come il jazz fusion e il jazz vocale. Tra i cantanti italiani che si sono distinti in questo periodo, si ricordano: - Fabrizio Bosso (nato nel 1966), che ha vinto numerosi premi internazionali, tra cui il Grammy Award per la migliore performance jazz vocale solista nel 2014; - Simona Molinari (nata nel 1983), che ha saputo coniugare il jazz con la musica popolare italiana; - Tiziana Ghiglioni (nata nel 1964), che è considerata una delle più importanti interpreti di jazz in Italia. - Gianluca Grignani (nato nel 1972), che ha iniziato la sua carriera cantando jazz e che ha continuato a sperimentare questo genere anche dopo aver raggiunto il successo con la musica pop; I nuovi talenti Negli ultimi anni, la scena jazz italiana ha visto emergere numerosi nuovi talenti, tra cui: - Debora Petrina (nata nel 1972), che ha vinto il premio Top Jazz come "Migliore cantante jazz femminile" nel 2022; - Camilla Battaglia (nata nel 1990), che ha collaborato con artisti di fama internazionale, come Wayne Shorter e Chick Corea; Una scena ricca e variegata per il jazz italiano Il jazz italiano è una scena ricca e variegata, che continua a evolversi e a rinnovarsi. I cantanti italiani che si sono cimentati con questo genere musicale hanno contribuito a diffonderlo e a valorizzarlo, portando la voce del jazz nel mondo. Foto di decrand da Pixabay Read the full article
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piusolbiate · 1 year ago
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Sguabass d'Or 2023
È Ermanno Rampinini il vincitore del prestigioso premio dell'U.C. Solbiatese "Sguabass d'Or" ideato dall' indimenticabile Mariolino Ghioldi. Ermanno Rampinini, ex giocatore dell' U.C. Solbiatese, ricordiamo che oggi è Responsabile dello Human Performance Lab di Mapei Sport e coordinatore della preparazione atletica del Sassuolo. Laureato in Scienze Motorie, PhD in Scienze dello Sport, membro dello European College of Sport Science (ECSS). E autore di numerose pubblicazioni scientifiche internazionali e di diversi articoli a carattere divulgativo.
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Nella foto Ermanno con la Presidente Daniela Greco e il Vicesindaco Giuseppe Leo
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carmenvicinanza · 1 year ago
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Cecilia Vicuña
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La donna di oggi è Cecilia Vicuña, artista visiva, poeta e attivista cilena, nota per le sue performance poetiche che rivendicano la sua identità femminile provando a riscrivere la storia della cultura indigena.
È creatrice di una poetica speciale che interseca arte e coscienza ecologica.
Il suo lavoro porta avanti conoscenze millenarie attualizzate con performance, film, installazioni, sculture, libri e gesti della vita quotidiana.
Ha scritto 25 libri di arte e di poesia, tradotti in sette lingue e anticipato i più recenti dibattiti su ecologia e femminismo decoloniale, immaginando nuove mitologie personali e collettive. Molte delle sue installazioni sono realizzate con materiali trovati e detriti abbandonati che intesse in delicate composizioni, nelle quali il microscopico e il monumentale trovano un fragile equilibrio, la sua arte è precaria, intima e, insieme, potente.
I suoi dipinti si ribellano alla forma, mettendo al centro l’immaginazione di una donna indigena.
Oggi le sue opere fanno parte delle collezioni di importanti musei tra cui il Guggheneim, il MoMa, la Tate, il Museo d’Arte Latinoamericana di Buenos Aires e il Museo Nazionale delle Belle Arti di Santiago del Cile.
È nata a Santiago del Cile il 27 luglio 1948 in una famiglia di artisti e intellettuali. Dal 1966, dopo aver iniziato con tele astratte, ha iniziato a lavorare a un  progetto che ancora oggi porta avanti, le precarios, sculture assemblate con materiali da recupero, esposte agli agenti atmosferici e alle maree.
Nel 1967 ha fondato il suo primo gruppo, Tribu No, che realizzava azioni artistiche collettive nella città di Santiago.
Nel 1968 ha pubblicato il suo primo poema sul periodico messicano El Corno Emplumado.
Dagli anni ’70, il suo lavoro si è confrontato visivamente e poeticamente con i rituali dell’America latina, delle popolazioni aborigene australiane, del Sudafrica e dell’Europa paleolitica. Le sue esibizioni, installazioni site-specific, quipu, sculture, dipinti, disegni e testi legano il filo rosso al sangue mestruale e alla continuità della vita.
Dopo aver esposto per la prima volta al Museo Nazionale delle Belle Arti di Santiago ed essersi laureata in Belle Arti, nel 1972 è partita per Londra per specializzarsi alla Slade School of Fine Art.
Si trovava in Gran Bretagna quando, l’11 settembre 1973, c’è stato il violento colpo di stato militare contro Salvador Allende guidato da Pinochet e ha chiesto asilo politico.
L’anno seguente ha fondato il gruppo Artists for Democracy per raccogliere fondi per la Resistenza cilena e organizzato il Festival of Arts for Democracy in Chile che ha visto partecipare 320 artisti e artiste internazionali tra cui Julio Cortázar, Christo e Sol LeWitt. Durante il Festival erano stati denunciati i soprusi commessi dalla dittatura militare di Pinochet e dalle altre dittature dell’America Latina e la violazione dei diritti umani.
Nel 1975 si è trasferita a insegnare storia dell’arte e poesia latinoamericana all’università di Bogotà, ha lavorato in ambito teatrale e condotto laboratori artistici con la comunità guambiana della Valle del Cauca, esperienza che l’ha portata ad approfondire il suo legame con la cultura indigena.
Quando al Concorso nazionale di poesia Eduardo Coté Lamus le è stato negato il premio a causa del tono erotico e irriverente della sua opera, è partita una serie di azioni artistiche di protesta che le hanno dato grande fama. 
A questo periodo risalgono le Palabrarmas, neologismo che unisce le parole (palabra) con le armi (armas), concretizzate attraverso varie tecniche artistiche che spaziano dal disegno alla performance, dalla scrittura ai film, come risposta poetica alla distorsione del linguaggio e alla violenza delle menzogne. 
Nel 1980 ha realizzato il suo primo documentario, ¿Qué es para usted la poesía? (Cos’è per voi la poesia?), oggi nella collezione del MoMA.
A New York ha collaborato con il periodico Heresies: A Feminist Publication on Art and Politics, leggendario gruppo di artiste e intellettuali femministe.
Nel 1981 ha esposto per la prima volta al MoMA, nella collettiva Latin American Video. 
Tra i viaggi in giro per l’America Latina e gli Stati Uniti, producendo reading, performance poetiche e esposizioni, non ha mai smesso di scrivere libri.
Nel 1995 ha tenuto il primo seminario con la comunità rurale di Caleu, in Cile, per promuovere la riscoperta delle conoscenze ancestrali dando origine a un metodo di educazione decolonizzatrice che ha chiamato Oysi, titolo che ha dato alla sua organizzazione senza scopo di lucro.
Nel 1997 è stata pubblicata la biografia The Precarious. The Art and Poetry of Cecilia Vicuña. L’anno successivo ha realizzato la prima mostra multimediale Cloud-net, dedicata al riscaldamento globale e all’estinzione delle specie e delle civiltà, temi che denuncia e porta avanti, instancabile, in ogni suo lavoro.
Numerose sono state le esposizioni e retrospettive tenute in giro per il mondo e le conseguenti acquisizioni da parte dei più importanti enti museali internazionali.
Nel 2015 è stata nominata Messenger Lecturer per il Dipartimento di Antropologia della Cornell University per contribuire all’«evoluzione della civiltà con lo scopo specifico di elevare lo standard morale della nostra vita politica, commerciale e sociale».
Nel 2017 ha partecipato a documenta 14, una delle più importanti esposizioni d’arte contemporanea nel mondo.
Nel 2018 ha ricevuto il premio Achievement Award assegnato da Cisneros Fontanals Art Foundation ed è stata nominata Sherry Memorial Poet in Residence 2018 per il Programma di poesia e poetica dell’Università di Chicago.
Nel 2019 ha ricevuto il Premio Velázquez di arti plastiche assegnato dal Ministero della cultura e dello sport della Spagna.
Al Centro Cultural España di Santiago del Cile, ha presentato Minga del Cielo Oscuro, convocando personalità del mondo dell’arte, astronomia, archeologia, musica ed etnomusicologia per riflettere sull’oscurità del cielo notturno e sulle molteplici conseguenze ecologiche, neurologiche e sociali della sua scomparsa.
Il 23 aprile 2022 è stata la prima artista cilena a ricevere il Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia. Per l’occasione ha realizzato l’installazione site specific NAUfraga, dedicata alla fragilità (fraga) della laguna.
Il 3 maggio 2023 ha ricevuto la Laurea honoris causa dall’Università del Cile.
Per i suoi meriti, la poetica, l’instancabile ricerca e il fervente attivismo, si può considerare tra le più interessanti protagoniste dell’arte contemporanea.
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bones39 · 1 year ago
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Alcuni degli artisti contemporanei più riconosciuti che sollevano quesiti e stimolano dibattiti:
1. Ai Weiwei: Artista cinese e attivista politico, il suo lavoro affronta temi come la censura, i diritti umani, la critica al governo cinese e l'immigrazione.
2. Banksy: L'identità di Banksy è ancora sconosciuta, ma il suo lavoro di street art politica e provocatoria ha attirato l'attenzione a livello internazionale. I suoi murales spesso affrontano questioni sociali, politiche e ambientali.
3. Kara Walker: L'arte di Kara Walker indaga il razzismo, l'identità e la storia dell'oppressione degli afroamericani negli Stati Uniti con raffigurazioni provocatorie e spesso violente.
4. Marina Abramović: Conosciuta per le sue performance estreme, Abramović esplora i confini del corpo, del tempo e dell'interazione umana. Le sue performance sono spesso cariche di simbolismo e suscitano reazioni emotive intense.
5. Yayoi Kusama: Kusama è famosa per le sue installazioni immersive e ad alto impatto visivo che spesso utilizzano il concetto dell'infinito e della sovrapercezione. L'artista giapponese ha affrontato temi come la salute mentale, il consumismo e la sessualità.
6. Jenny Holzer: Holzer utilizza la parola scritta come mezzo d'espressione principale, proiettando messaggi provocatori e contestanti su facciate di edifici, installazioni lumino- testuali e scritte su supporti vari. I suoi lavori si concentrano sul potere delle parole e affrontano temi come l'oppressione delle donne, la guerra e la politica.
7. Olafur Eliasson: Eliasson creane installazioni interattive che coinvolgono il pubblico attraverso l'utilizzo di luce, specchi e elementi naturali. Le sue opere esplorano temi come il cambiamento climatico, la percezione umana e l'interazione con l'ambiente.
8. Shirin Neshat: L'arte di Neshat esplora le dinamiche culturali, le divisioni di genere e la politica nel contesto del Medio Oriente. Attraverso fotografie, video e film, l'artista iraniana-america affronta temi come l'identità, l'oppressione e il conflitto.
9. Damien Hirst: Hirst è noto per i suoi lavori che coinvolgono animali morti o parti di animali. Le sue opere sollevano questioni etiche sulla vita e la morte, il consumo e la bellezza.
10. Cindy Sherman: Sherman è famosa per le sue fotografie in cui lei stessa si trasforma in personaggi diversi, spesso stereotipi femminili. Il suo lavoro affronta la cultura dei media, l'identità e il concetto di autorappresentazione.
Questi artisti spingono i limiti dell'arte e affrontano questioni cruciali che suscitano discussioni e riflessioni sulla società, la politica, l'identità e molto altro ancora.
Ci sono diverse splendide installazioni e mostre permanenti di arte contemporanea in Italia. Ecco alcuni esempi:
1. Museo MAXXI a Roma: Il Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo comprende una vasta collezione di arte contemporanea italiana e internazionale. Il museo ospita anche mostre temporanee che presentano artisti contemporanei di spicco.
2. Fondazione Prada a Milano: La Fondazione Prada offre una combinazione di mostre temporanee e una collezione permanente che include opere di artisti internazionali emergenti e di grande calibro. Il complesso museale, progettato dall'architetto Rem Koolhaas, promuove l'arte, l'architettura e il cinema contemporanei.
3. Museo MADRE a Napoli: Il Museo d'Arte Contemporanea Donnaregina presenta una collezione permanente con opere di artisti come Francesco Clemente, Anish Kapoor e Jeff Koons. Oltre alla collezione, il museo organizza mostre temporanee e progetti artistici.
4. Museo MACRO a Roma: Il Museo di Arte Contemporanea di Roma ospita mostre e installazioni permanenti di arte contemporanea italiana e internazionale. Il suo edificio principale, l'ex stabilimento industriale Peroni, è una cornice suggestiva per l'arte moderna.
5. Museo MAD di Bassano del Grappa: Il Museo d'Arte moderna e contemporanea Mario Rimoldi è situato in una storica villa vicino a Bassano del Grappa, in Veneto. La collezione permanente comprende opere di artisti come Giorgio Morandi, Lucio Fontana e Mario Sironi.
6. Museo Castello di Rivoli a Torino: Il Museo d'Arte Contemporanea di Castello di Rivoli è uno dei principali musei di arte contemporanea in Italia. Situato in un castello storico, il museo presenta mostre e installazioni permanenti che coprono diversi periodi e movimenti artistici.
7. Museo MADeC a Cosenza: Il Museo MADeC (Museo Arte contemporanea e del '900) di Cosenza espone una vasta collezione di opere d'arte moderna e contemporanea di artisti italiani e internazionali. Il museo è ospitato in un ex convento e offre un'esperienza artistica unica nel panorama calabrese.
Questi sono solo alcuni esempi di installazioni e mostre permanenti di arte contemporanea in Italia. Ci sono molti altri musei e spazi espositivi in tutto il paese che offrono al pubblico l'opportunità di immergersi nell'arte contemporanea italiana e internazionale.
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Alcuni fotografi sullo stile di soggetto di Dohroty Bahwi:
1. Jan Saudek: Jan Saudek è un famoso fotografo ceco noto per le sue immagini poetiche e surreali. Le sue fotografie spesso raffigurano soggetti nudi o seminudi in pose suggestive, creando immagini che evocano emozioni profonde e complesse.
2. Sally Mann: Sally Mann è una rinomata fotografa statunitense con uno stile molto intimo e personale. Le sue fotografie spesso raffigurano la sua famiglia e la vita nella Virginia rurale, esplorando concetti di memoria, tempo e degrado.
3. Duane Michals: Duane Michals è un fotografo americano noto per il suo approccio narrativo e sperimentale. Le sue fotografie sono spesso una sequenza di immagini che raccontano una storia o esplorano temi come l'amore, la morte e l'identità.
4. Sarah Moon: Sarah Moon è una fotografa francese con uno stile onirico e poetico. Le sue immagini spesso sfocano i confini tra realtà e fantasia, creando atmosfere surreali e misteriose.
5. Joel-Peter Witkin: Joel-Peter Witkin è un fotografo americano noto per le sue fotografie provocatorie e inquietanti. Le sue immagini spesso includono soggetti "diversi" come deformità, corpi mutilati o oggetti macabri, creando immagini che sfidano le norme sociali e provocano riflessioni sulle nostre paure e perversioni.
6. Nan Goldin: Nan Goldin è una fotografa americana con uno stile documentaristico e intimo. Le sue fotografie spesso raffigurano la sua cerchia di amici e conoscenti, documentando la vita notturna, l'amore, la dipendenza e le relazioni umane con un occhio sincero e senza filtri.
7. Arno Rafael Minkkinen: Arno Rafael Minkkinen è un fotografo finlandese-americano noto per i suoi autoritratti in natura. Le sue immagini spesso esplorano la connessione e l'interazione tra il corpo umano e l'ambiente, creando composizioni suggestive e poetiche.
Ricorda che ognuno di questi fotografi ha uno stile unico e distintivo, quindi ti consiglio di esplorare il loro lavoro per trovare quello che più ti ispira.
9. Roger Ballen: Roger Ballen è un fotografo sudafricano noto per le sue immagini disturbanti e surreali, spesso ambientate in ambienti claustrofobici e con protagonisti animali o persone marginalizzate.
10. Jock Sturges: Jock Sturges è un fotografo americano famoso per i suoi ritratti di adolescenti nudi in ambientazioni naturali, creando immagini intime e sensuali che esplorano la transizione dalla giovinezza all'età adulta.
11. Elinor Carucci: Elinor Carucci è una fotografa israeliana-americana che si concentra sulla sua famiglia e sulla sua vita quotidiana, creando immagini intime e personali che rivelano emozioni complesse e universali.
12. David LaChapelle: David LaChapelle è un fotografo e regista americano noto per le sue immagini audaci ed eccentriche, spesso con icone pop, celebrità e riferimenti culturali, creando immagini che catturano l'attenzione estraendo la bellezza e l'assurdità del mondo moderno.
13. Antoine D'Agata: Antoine D'Agata è un fotografo francese noto per il suo lavoro provocatorio e crudo, spesso mostrando la vita nei margini della società, con immagini sessuali esplicite, droga e violenza.
14. Daido Moriyama: Daido Moriyama è un famoso fotografo giapponese noto per le sue immagini in bianco e nero che catturano la vita urbana di Tokyo, con un occhio brutale e decisamente moderno.
15. Francesca Woodman: Francesca Woodman è stata una fotografa statunitense che ha creato immagini intime e poetiche di sé stessa e del suo corpo, spesso intrecciati con l'architettura delle case e degli ambienti in cui si trovava.
16. Vivian Maier: Vivian Maier è stata una fotografa statunitense-americana scoperta in modo postumo, nota per le sue immagini di strada catturate principalmente a Chicago, offrendo uno sguardo unico sulla vita urbana degli anni '50 e '60.
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Ecco altri 45 artisti che potrebbero raffigurare soggetti simili a quelli di L'ora Zombie, Chiara Bautista, Zoe Lacchei, Robin Eisenberg e Phazed:
1. Audrey Kawasaki
2. Marion Peck
3. Mark Ryden
4. James Jean
5. Tara McPherson
6. Jenny Frison
7. Brandi Milne
8. Kukula
9. Amy Sol
10. Peter Gric
11. Femke Hiemstra
12. Josh Keyes
13. Brian Despain
14. Kris Kuksi
15. Nicoletta Stamatelatos
16. Gary Baseman
17. Scott Musgrove
18. Sarah Joncas
19. Natalie Shau
20. Shag (Josh Agle)
21. Greg "Craola" Simkins
22. Luke Chueh
23. Caitlin Hackett
24. Soey Milk
25. Audrey Pongracz
26. Alex Pardee
27. Travis Louie
28. Natalia Fabia
29. Chris Mars
30. Casey Weldon
31. Brandi Read
32. Jeanie Tomanek
33. Jessica Joslin
34. Scott Radke
35. Camilla d'Errico
36. Lori Earley
37. Michael Hussar
38. Benjamin Lacombe
39. Miho Hirano
40. Kindra Nikole
41. James Gurney
42. Kris Lewis
43. Martin Wittfooth
44. Timothy Robert Smith
45. Colin Christian
46. Ray Troll
47. Daniel Merriam
48. Jasmine Worth
49. Sonya Fu
50. Michael Page
51. Chie Yoshii
52. Yoko D'Holbachie
53. Sarah Louise Davey
54. Kit King
55. Femmepop
56. Travis Lampe
57. Sheri DeBow
58. Mab Graves
59. Popovy Sisters
60. Amy Brown
61. Laurie Lipton
62. Mark Bryan
63. Ray Caesar
64. Joel Rea
65. Simona Candini
66. Tom Bagshaw
67. Marion Bolognesi
68. Lora Zombie
69. Heather Watts
70. Paul Rumsey
71. Brian M. Viveros
72. Nom Kinnear King
73. Brendan Monroe
74. Jeremy Geddes
75. Lesley Oldaker
76. Kim Simonsson
77. Jana Brike
78. Jeff Soto
79. Hikari Shimoda
80. Yoskay Yamamoto
81. Olek
82. Yayoi Kusama
83. Atsushi Suwa
84. Fem Jasper-King
85. Tina Lugo
86. Zoe Keller
87. Erik Jones
88. Moki
89. Justin Mortimer
90. Gustavo Rimada
91. Michael Shapcott
92. Sachin Teng
93. Laura Colors
94. Erwin Olaf
95. Fairy Teller
96. Michelle Mia Araujo
97. Martin Eder
98. Lin Fengmian
99. Marissa Oosterlee
100. Andrew Hem
1. Jasmine Becket-Griffith: Jasmine Becket-Griffith è un'artista statunitense con uno stile unico e distintivo. Le sue opere spesso raffigurano figure eteree e mistiche, con dettagli intricati e colori vivaci.
2. Chet Zar: Chet Zar è un artista americano noto per le sue opere che fondono horror e fantastico. Le sue raffigurazioni spesso presentano figure bizzarre, mostruose e oscure, in una miscela unica di dettagli realistici e immaginazione distorta.
3. Nicoletta Ceccoli: Nicoletta Ceccoli è un'artista italiana con uno stile fiabesco, ma al tempo stesso inquietante. Le sue opere spesso raffigurano bambine dalle espressioni malinconiche e sognanti, immerse in scenari surreali e simbolici.
4. Camille Rose Garcia: Camille Rose Garcia è un'artista americana le cui opere sono ispirate dal mondo delle fiabe, ma con un tocco oscuro. Le sue raffigurazioni sono caratterizzate da colori vibranti, figure distorte e dettagli intricati.
5. Ray Caesar: Ray Caesar è un artista canadese noto per le sue rappresentazioni di un mondo fantastico e sognante. Le sue opere spesso presentano figure femminili sofisticate e misteriose, ambientate in scenari intricati e dettagliati.
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Questi sono ulteriori artisti che potrebbero interessarti se ami gli stili e i soggetti di L'ora Zombie, Chiara Bautista, Zoe Lacchei, Robin Eisenberg e Phazed. Ognuno di questi artisti ha una prospettiva unica e un modo particolare di rappresentare concetti e emozioni nella loro arte. Potresti scoprire nuove ispirazioni e dimensioni artistiche esplorando il loro lavoro.
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thejackind · 6 days ago
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Nasce a Grotte un polo culturale dedicato alla promozione dell'arte e della cultura.
Vi invitiamo a partecipare alla conferenza stampa di presentazione del progetto
CASA D’ARTE PINA MAZZARA
Luogo di Incontri per L’arte e la Cultura APS
Avremo il piacere di presentare le nostre attività e di rispondere alle vostre domande.
La CASA D’ARTE PINA MAZZARA è intitolata alla celebre artista locale, originaria di Santo Stefano di Camastra; ha studiato a Palermo; «a Grotte [per amore] si è creata l’oasi prediletta per le sue spirituali evasioni» (Renzo Collura). Dal 1955, l’artista partecipa alla 1a Mostra di Arte Premio Alcide de Gasperi con Renato Guttuso, e dal 1959, quando diviene insegnante di Educazione Artistica, giunge ai giorni nostri segnando la propria carriera con mostre nazionali e internazionali; ancora oggi è amata e seguita pittrice e insegnante in pensione.
La Casa D’Arte si pone l’obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale della pittrice quanto del territorio, promuovendo creatività e innovazione:
►‌ Organizzeremo mostre personali e collettive, dedicate ad artisti locali, nazionali e internazionali; presentazioni di libri, film, poesia; incontri e ritiri con l’artista con l’obiettivo di far conoscere nuove tendenze e linguaggi artistici, e consentire di specializzarsi nei nuovi linguaggi richiesti da ogni ambiente del mercato audio-visivo.
►‌ Promuoveremo una serie di iniziative culturali, come laboratori didattici e artigianali, conferenze e ricerche della memoria famigliare collettiva favorendo, in questo modo, il coinvolgimento attivo della comunità e il magico incontro tra artisti e pubblico.
►‌ Collaboreremo con le istituzioni locali e le realtà culturali del territorio per valorizzare il patrimonio artistico e architettonico di Grotte, promuovendo itinerari turistici, progetti di arte pubblica, simposi per consolidare la realtà enogastronomica.
Un trait d’union dei progetti della “Casa Mazzara” sono le nostre trinacrie peculiarità: happening, performance, simposi.
Per informazioni:
Instagram: @casadartepinamazzara.
instagram
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londranotizie24 · 19 days ago
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tarditardi · 1 month ago
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Castle Flow (Jaywork Music Group): chi produce musica usa le note per trasmettere emozioni
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Abbiamo intervistato Castle Flow, artista che ha già pubblicao diversi brani con Jaywork Music Group. Qui li trovate su Spotify - https://bit.ly/40PxHKT. Jaywork Music Group, gestita da Luca Peruzzi e Luca Facchini è una realtà importante per tanti talenti italiani ed internazionali. 
Com'è andata la tua estate? 
È stata un'estate fantastica, mi ha aiutato moltissimo nel trovare le idee giuste per i miei due nuovi singoli in uscita! Io adoro la montagna e quello per me è un luogo perfetto per rilassarsi, resettare e ricaricare le batterie.
Come vedi la professione del dj e del produttore musicale, oggi? E come sarà domani?
Io parlo da produttore musicale, e non c'è soddisfazione più grande quando senti un tuo pezzo suonare in un locale, e vedi che le persone lo apprezzano e lo ballano. Fare il produttore è una professione particolare, usiamo il potere delle note della nostra musica per trasmettere emozioni agli ascoltatori e soprattutto per farli divertire.
Come hai conosciuto Jaywork Music Group? 
Ad aprile 2021 ho inviato a Jaywork la mia prima demo. Qui ho trovato una persona fantastica, Luca Facchini che ha creduto in me e dopo aver seguito i suoi preziosi consigli ad agosto 2021 è uscito il mio primo singolo su etichetta D:SIDE dal titolo Dark Night. In questa occasione ho avuto l'opportunità di conoscere Sammy Love, e di iniziare un percorso artistico che mi ha portato a produrre il brano Feel The Sky che nella versione dream, inserito nella compilation D:Side Dream Parade, ha regalato a tutti noi delle belle soddisfazioni.
Com'è il tuo sound? 
Sono una persona cresciuta negli anni '90 con la musica commerciale, techno, trance e dream. In tutte le produzioni cerco sempre di ritrovare i ritmi e le emozioni di quegli anni, ed in particolare sto crescendo sia professionalmente sia artisticamente nella musica techno e nella musica trance. Mi piace miscelare synth "acidi" con voci e melodie per ottenere canzoni che cambiano situazioni durante la stesura.
Come hai iniziato? 
Per gioco. Già da molto giovane mi divertivo con i primi programmi free che giravano su windows 95 a creare musica dance che cercava di imitare i miti di quegli anni come Robert Miles, Dj Dado, Roland Brant. Mmo la musica a 360°, passo dal Metal alla musica classica, ma quando mi serve la carica giusta, ritorno nel passato e la ritrovo nella mia playlist di musica trance/dream anni 90.
Che novità vedi nello scenario musicale?
Sicuramente l'AI (Intelligenza Artificiale) aiuterà moltissimo a scoprire nuove sonorità, nuovi ritmi, e nuove melodie. A volte mi spaventa il salto da gigante che ha fatto la tecnologia negli ultimi 5 anni, ma è giusto così. La differenza in ogni caso la farà l'anima che ci mettiamo noi produttori per ottenere una produzione che faccia la differenza ed essere unici.
Bisogna oggi saperne fare tre mestieri diversi, ovvero il dj che mette musica, l'intrattenitore e il produttore musicale?
Quello che consiglio a chi si approccia a questo mondo è di non mollare mai, essere umili e accettare i consigli di chi magari in questo mondo ci vive da 30 anni. Non è semplice fare un pezzo che resti nella storia, soprattutto oggi dove tutte le persone sono travolte da un'infinità di generi musicali. Fare il DJ aiuta molto a far conoscere i propri pezzi nei locali e nelle serate, io le vedo come due professioni che si completano. Sono vecchia scuola e sinceramente che il DJ/ Produttore debba fare anche l'intrattenitore, la vedo un'assurdità, una volta il dj/producer metteva la musica e il vocalist con le sue performance rendevano magiche le serate nei locali.
Come nasce la tua musica? 
Le mie tracce nascono dal momento che sto vivendo, parto da una voce, da una melodia, e da li, inizio a costruire tutto il progetto. Una volta finito non lo ascolto per qualche giorno e poi lo riprendo in mano così da avere la mente libera e vedere se il risultato che ho ottenuto è quello che volevo.
La produzione musicale sta cambiando in questo periodo o in fondo resta tutto più o meno simile a venti o trent'anni fa, in ambito dance e dintorni?
La produzione musicale è cambiata in maniera drastica con l'avvento di tecnologie più performanti e soprattutto dal costo meno proibitivo degli strumenti. Quello che non cambierà mai è l'impegno che dobbiamo mettere noi producer per creare un pezzo che emozioni gli ascoltatori. Per il futuro sono certo che ci saranno tantissime belle produzioni firmate Jaywork Music Group.
///
COS'E' JAYWORK MUSIC GROUP
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discogra/Users/lorenzotiezzi/Desktop/Jaywork.jpgfica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
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primepaginequotidiani · 2 months ago
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PRIMA PAGINA Liberation di Oggi giovedì, 17 ottobre 2024
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sounds-right · 1 month ago
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Castle Flow (Jaywork Music Group): chi produce musica usa le note per trasmettere emozioni
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Abbiamo intervistato Castle Flow, artista che ha già pubblicao diversi brani con Jaywork Music Group. Qui li trovate su Spotify - https://bit.ly/40PxHKT. Jaywork Music Group, gestita da Luca Peruzzi e Luca Facchini è una realtà importante per tanti talenti italiani ed internazionali. 
Com'è andata la tua estate? 
È stata un'estate fantastica, mi ha aiutato moltissimo nel trovare le idee giuste per i miei due nuovi singoli in uscita! Io adoro la montagna e quello per me è un luogo perfetto per rilassarsi, resettare e ricaricare le batterie.
Come vedi la professione del dj e del produttore musicale, oggi? E come sarà domani?
Io parlo da produttore musicale, e non c'è soddisfazione più grande quando senti un tuo pezzo suonare in un locale, e vedi che le persone lo apprezzano e lo ballano. Fare il produttore è una professione particolare, usiamo il potere delle note della nostra musica per trasmettere emozioni agli ascoltatori e soprattutto per farli divertire.
Come hai conosciuto Jaywork Music Group? 
Ad aprile 2021 ho inviato a Jaywork la mia prima demo. Qui ho trovato una persona fantastica, Luca Facchini che ha creduto in me e dopo aver seguito i suoi preziosi consigli ad agosto 2021 è uscito il mio primo singolo su etichetta D:SIDE dal titolo Dark Night. In questa occasione ho avuto l'opportunità di conoscere Sammy Love, e di iniziare un percorso artistico che mi ha portato a produrre il brano Feel The Sky che nella versione dream, inserito nella compilation D:Side Dream Parade, ha regalato a tutti noi delle belle soddisfazioni.
Com'è il tuo sound? 
Sono una persona cresciuta negli anni '90 con la musica commerciale, techno, trance e dream. In tutte le produzioni cerco sempre di ritrovare i ritmi e le emozioni di quegli anni, ed in particolare sto crescendo sia professionalmente sia artisticamente nella musica techno e nella musica trance. Mi piace miscelare synth "acidi" con voci e melodie per ottenere canzoni che cambiano situazioni durante la stesura.
Come hai iniziato? 
Per gioco. Già da molto giovane mi divertivo con i primi programmi free che giravano su windows 95 a creare musica dance che cercava di imitare i miti di quegli anni come Robert Miles, Dj Dado, Roland Brant. Mmo la musica a 360°, passo dal Metal alla musica classica, ma quando mi serve la carica giusta, ritorno nel passato e la ritrovo nella mia playlist di musica trance/dream anni 90.
Che novità vedi nello scenario musicale?
Sicuramente l'AI (Intelligenza Artificiale) aiuterà moltissimo a scoprire nuove sonorità, nuovi ritmi, e nuove melodie. A volte mi spaventa il salto da gigante che ha fatto la tecnologia negli ultimi 5 anni, ma è giusto così. La differenza in ogni caso la farà l'anima che ci mettiamo noi produttori per ottenere una produzione che faccia la differenza ed essere unici.
Bisogna oggi saperne fare tre mestieri diversi, ovvero il dj che mette musica, l'intrattenitore e il produttore musicale?
Quello che consiglio a chi si approccia a questo mondo è di non mollare mai, essere umili e accettare i consigli di chi magari in questo mondo ci vive da 30 anni. Non è semplice fare un pezzo che resti nella storia, soprattutto oggi dove tutte le persone sono travolte da un'infinità di generi musicali. Fare il DJ aiuta molto a far conoscere i propri pezzi nei locali e nelle serate, io le vedo come due professioni che si completano. Sono vecchia scuola e sinceramente che il DJ/ Produttore debba fare anche l'intrattenitore, la vedo un'assurdità, una volta il dj/producer metteva la musica e il vocalist con le sue performance rendevano magiche le serate nei locali.
Come nasce la tua musica? 
Le mie tracce nascono dal momento che sto vivendo, parto da una voce, da una melodia, e da li, inizio a costruire tutto il progetto. Una volta finito non lo ascolto per qualche giorno e poi lo riprendo in mano così da avere la mente libera e vedere se il risultato che ho ottenuto è quello che volevo.
La produzione musicale sta cambiando in questo periodo o in fondo resta tutto più o meno simile a venti o trent'anni fa, in ambito dance e dintorni?
La produzione musicale è cambiata in maniera drastica con l'avvento di tecnologie più performanti e soprattutto dal costo meno proibitivo degli strumenti. Quello che non cambierà mai è l'impegno che dobbiamo mettere noi producer per creare un pezzo che emozioni gli ascoltatori. Per il futuro sono certo che ci saranno tantissime belle produzioni firmate Jaywork Music Group.
///
COS'E' JAYWORK MUSIC GROUP
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discogra/Users/lorenzotiezzi/Desktop/Jaywork.jpgfica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
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djs-party-edm-italia · 1 month ago
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Castle Flow (Jaywork Music Group): chi produce musica usa le note per trasmettere emozioni
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Abbiamo intervistato Castle Flow, artista che ha già pubblicao diversi brani con Jaywork Music Group. Qui li trovate su Spotify - https://bit.ly/40PxHKT. Jaywork Music Group, gestita da Luca Peruzzi e Luca Facchini è una realtà importante per tanti talenti italiani ed internazionali. 
Com'è andata la tua estate? 
È stata un'estate fantastica, mi ha aiutato moltissimo nel trovare le idee giuste per i miei due nuovi singoli in uscita! Io adoro la montagna e quello per me è un luogo perfetto per rilassarsi, resettare e ricaricare le batterie.
Come vedi la professione del dj e del produttore musicale, oggi? E come sarà domani?
Io parlo da produttore musicale, e non c'è soddisfazione più grande quando senti un tuo pezzo suonare in un locale, e vedi che le persone lo apprezzano e lo ballano. Fare il produttore è una professione particolare, usiamo il potere delle note della nostra musica per trasmettere emozioni agli ascoltatori e soprattutto per farli divertire.
Come hai conosciuto Jaywork Music Group? 
Ad aprile 2021 ho inviato a Jaywork la mia prima demo. Qui ho trovato una persona fantastica, Luca Facchini che ha creduto in me e dopo aver seguito i suoi preziosi consigli ad agosto 2021 è uscito il mio primo singolo su etichetta D:SIDE dal titolo Dark Night. In questa occasione ho avuto l'opportunità di conoscere Sammy Love, e di iniziare un percorso artistico che mi ha portato a produrre il brano Feel The Sky che nella versione dream, inserito nella compilation D:Side Dream Parade, ha regalato a tutti noi delle belle soddisfazioni.
Com'è il tuo sound? 
Sono una persona cresciuta negli anni '90 con la musica commerciale, techno, trance e dream. In tutte le produzioni cerco sempre di ritrovare i ritmi e le emozioni di quegli anni, ed in particolare sto crescendo sia professionalmente sia artisticamente nella musica techno e nella musica trance. Mi piace miscelare synth "acidi" con voci e melodie per ottenere canzoni che cambiano situazioni durante la stesura.
Come hai iniziato? 
Per gioco. Già da molto giovane mi divertivo con i primi programmi free che giravano su windows 95 a creare musica dance che cercava di imitare i miti di quegli anni come Robert Miles, Dj Dado, Roland Brant. Mmo la musica a 360°, passo dal Metal alla musica classica, ma quando mi serve la carica giusta, ritorno nel passato e la ritrovo nella mia playlist di musica trance/dream anni 90.
Che novità vedi nello scenario musicale?
Sicuramente l'AI (Intelligenza Artificiale) aiuterà moltissimo a scoprire nuove sonorità, nuovi ritmi, e nuove melodie. A volte mi spaventa il salto da gigante che ha fatto la tecnologia negli ultimi 5 anni, ma è giusto così. La differenza in ogni caso la farà l'anima che ci mettiamo noi produttori per ottenere una produzione che faccia la differenza ed essere unici.
Bisogna oggi saperne fare tre mestieri diversi, ovvero il dj che mette musica, l'intrattenitore e il produttore musicale?
Quello che consiglio a chi si approccia a questo mondo è di non mollare mai, essere umili e accettare i consigli di chi magari in questo mondo ci vive da 30 anni. Non è semplice fare un pezzo che resti nella storia, soprattutto oggi dove tutte le persone sono travolte da un'infinità di generi musicali. Fare il DJ aiuta molto a far conoscere i propri pezzi nei locali e nelle serate, io le vedo come due professioni che si completano. Sono vecchia scuola e sinceramente che il DJ/ Produttore debba fare anche l'intrattenitore, la vedo un'assurdità, una volta il dj/producer metteva la musica e il vocalist con le sue performance rendevano magiche le serate nei locali.
Come nasce la tua musica? 
Le mie tracce nascono dal momento che sto vivendo, parto da una voce, da una melodia, e da li, inizio a costruire tutto il progetto. Una volta finito non lo ascolto per qualche giorno e poi lo riprendo in mano così da avere la mente libera e vedere se il risultato che ho ottenuto è quello che volevo.
La produzione musicale sta cambiando in questo periodo o in fondo resta tutto più o meno simile a venti o trent'anni fa, in ambito dance e dintorni?
La produzione musicale è cambiata in maniera drastica con l'avvento di tecnologie più performanti e soprattutto dal costo meno proibitivo degli strumenti. Quello che non cambierà mai è l'impegno che dobbiamo mettere noi producer per creare un pezzo che emozioni gli ascoltatori. Per il futuro sono certo che ci saranno tantissime belle produzioni firmate Jaywork Music Group.
///
COS'E' JAYWORK MUSIC GROUP
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discogra/Users/lorenzotiezzi/Desktop/Jaywork.jpgfica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
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usmaradiomagazine · 2 months ago
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Una nuova produzione radiofonica per Radia.fm è ora disponibile! // New radiowork for Radia.fm is out now! ASCOLTA // LISTEN - http://radia.fm IN ONDA // ON AIR - tutta la settimana sul network mondiale di Radia ITA
Usmaradio presenta 𝗡𝗢𝗦𝗧𝗔𝗟𝗚𝗜𝗔 𝗙𝗢𝗥 𝗧𝗛𝗘 𝗔𝗡𝗗𝗥𝗢𝗚𝗬𝗡𝗢𝗨𝗦 a cura di Serena Dibiase
"Nostalgia for the Androgynous" dischiude uno spazio etereo-tellurico per voci e suoni concreti, con droni generativi che creano suoni arcani, registrazioni lo-fi, incantesimi lirici, voci sospese e processate in armonie glossolaliche che si incarnano progressivamente in scenari organici e minerali. Paesaggi sonori occulti fondono percorsi d’ascolto alternativi in una collisione catartica, inquietante e rinfrescante allo stesso tempo, in un’atmosfera di elevazione e intimità, ambigua, nostalgica e viscerale
𝗦𝗲𝗿𝗲𝗻𝗮 𝗗𝗶𝗯𝗶𝗮𝘀𝗲 è una vocalist sperimentale, artista sonora, performer e poeta. Identifica le sue produzioni artistiche e sonore con il nome androgino Kratu. Porta avanti la sua ricerca artistica partendo da pratiche fisiche e respiratorie intense e attraverso dispositivi analogici e non analogici, per ascoltare geografie foniche radicali, accadimenti corali, interventi su biofonie e geofonie estratte da esplorazioni in spazi abbandonati, selvaggi, industriali, trattando le fonti in modo orizzontale. Collabora come drammaturga sonora e performer con compagnie teatrali indipendenti, ha lavorato per la Biennale Teatro '22-'23 e diffonde la sua ricerca in festival italiani e internazionali. Collabora come consulente artistica in contesti di disagio sociale (carceri, centri di recupero per tossicodipendenti), considerando queste incursioni come parte integrante della sua più ampia ricerca antropo-poetica. Conduce Mouth of the landscape, un laboratorio trasversale di formazione vocale e ascolto. Il suo EP Nostalgia for the Androgynous è stato pubblicato da Oceani Label
ENG
Usmaradio presents 𝗡𝗢𝗦𝗧𝗔𝗟𝗚𝗜𝗔 𝗙𝗢𝗥 𝗧𝗛𝗘 𝗔𝗡𝗗𝗥𝗢𝗚𝗬𝗡𝗢𝗨𝗦 Curated by Serena Dibiase
Nostalgia for the Androgynous unfolds an ethereal-telluric space for voices and concrete sound, generative drones creating arcane sounds, lo-fi recordings, lyrical witchcraft, high-hovering voices, dazed and processed in glossolalic harmonies progressively embodied in organic and mineral scenarios. Occult soundscapes melt alternative listening paths in a cathartic collision, haunting and refreshing at a time, an atmosphere of ascent and intimacy, ambiguous, nostalgic, and visceral
𝗦𝗲𝗿𝗲𝗻𝗮 𝗗𝗶𝗯𝗶𝗮𝘀𝗲 is an experimental vocalist, sound artist, performer, poet. She identifies her artistic and sound productions with the androgynous name Kratu. She carries out her artistic investigation starting from intense physical/respiratory practices and through analogue and not-analogue devices, to listen to radical phonic geographies, choral happenings, interventions on biophonies and geophonies extracted from explorations in abandoned, wild, industrial spaces, in a horizontal treatment of the sources. She collaborates as a sound dramaturg and performer with independent theatre companies, and also working for Biennale Teatro ’22-’23 and disseminating her research in Italian and international festivals. She collaborates as artistic consultant in contexts of social hardship (jale, community outreach centre for addicts), considering these incursions into her broader spectrum of anthro-poetic research. He has been leading Mouth of the landscape, a transversal vocal training and listening workshop. Her EP Nostalgia for the Androgynous released by Oceani Label
𝐖𝐡𝐚𝐭’𝐬 𝐑𝐚𝐝𝐢𝐚?
The Radia Network emerged from a series of meetings, clandestine events, late night club discussions, and a lot of email exchanges between cultural radio producers across Europe. It is producing radio stuff that is hard to describe. Some of it can be labelled radio art, or experimental radio, or creative radio. Sometimes it talks, sometimes it doesn’t. It can be noisy, or a kind of soundscape, or a documentary, a document, a talk, a performance. Each and every week, one of the partners will provide the network program, commissioned and produced especially for this purpose: being broadcast by all the partners and made available online. www.radia.fm
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telodogratis · 2 months ago
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#NewsPA - Cultura. Il 6 novembre presentazione ¿The New World of ALIS¿ a Villa Niscemi
Mercoledì 6 novembre alle ore 11 presso la Sala delle Carrozze di Villa Niscemi si svolgerà la conferenza stampa di presentazione de “The New World of ALIS”, il nuovo spettacolo dei Top Performers dal Cirque du Soleil e dei migliori artisti internazionali del circo contemporaneo che sarà messo in scena al teatro di Verdura dal 15 al 17 maggio 2025.  ​Read More Mercoledì 6 novembre alle ore 11…
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tempi-dispari · 2 months ago
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New Post has been published on https://www.tempi-dispari.it/2024/10/28/le-cattedrali-del-rock-e-del-metal-in-italia-dove-il-fuoco-underground-ancora-arde/
Le Cattedrali del Rock e del Metal in Italia: dove il fuoco Underground ancora arde
Negli anni d’oro del rock e del metal, tra le fatiche quotidiane e il bisogno di sfogo delle generazioni che sentivano il peso di cambiare il mondo, alcuni locali italiani si sono eretti a veri e propri templi della musica. Questi club, nati per la necessità di offrire una casa ai ribelli e ai creativi, sono stati l’anima pulsante della scena underground e, in alcuni casi, ancora oggi resistono, portando avanti una tradizione che sa di ferro, sudore e riff potenti. Ripercorriamo le storie di alcuni dei luoghi che hanno segnato l’immaginario collettivo di chi ama il rock e il metal.
Il Bloom di Mezzago
Iniziamo dalla Brianza, dove negli anni Ottanta il Bloom di Mezzago divenne il punto di riferimento per una scena che cercava respiro internazionale. Sotto le sue luci basse e in una location lontana dai grandi centri urbani, questo locale ha ospitato i Nirvana nel 1989, quando la band di Seattle stava per rivoluzionare il rock. Kurt Cobain e compagni salirono su quel piccolo palco, accendendo gli animi di pochi ma fortunati spettatori. Ma il Bloom non è solo storia passata: ancora oggi mantiene un cartellone vario e audace, offrendo spazio alle band che nascono dalla strada e alimentano la scena underground italiana.
Il Vidia di Cesena
In Emilia-Romagna, culla di sperimentazione culturale e musicale, il Vidia Rock Club di Cesena ha scritto pagine importanti della storia del metal e del rock alternativo. Nato negli anni Ottanta e tuttora attivo, è una vera roccaforte per i fan del metal, grazie a serate dove band emergenti e storiche fanno vibrare il pubblico. Nel suo passato spiccano ospiti come i Marlene Kuntz e i Placebo, mentre oggi la sua vocazione è quella di sostenere gruppi locali e internazionali che suonano con una sincerità e un’energia quasi perdute altrove. Il Vidia è un faro per chi, anche fuori dalle grandi città, cerca ancora il rock puro e viscerale.
Il Legend Club di Milano
A Milano, una città spesso associata al pop e alla moda, c’è un angolo in cui il rock e il metal resistono: il Legend Club. Questo locale è relativamente giovane rispetto ai suoi colleghi storici, ma si è già guadagnato una fama rispettabile. Situato nei pressi del Parco Nord, il Legend è un piccolo baluardo che continua a dare spazio a band di metal estremo, punk e rock indipendente. Le serate del Legend offrono ai fan concerti intimi e coinvolgenti, creando quella connessione unica tra artista e pubblico che ha reso i club italiani celebri anche all’estero.
Il Black Horse di Cermenate
Non può mancare in questa lista il Black Horse di Cermenate, in provincia di Como, un locale che ha visto passare sul suo palco innumerevoli band heavy e che mantiene una programmazione rock e metal costante. Il Black Horse è un luogo dove la qualità dell’offerta musicale si unisce a un ambiente rustico, in cui il pubblico è tanto fedele quanto appassionato. Questo è uno dei pochi posti in Italia dove l’anima rock non si è mai arresa alle mode. Lì, ogni concerto è vissuto come un rito collettivo che unisce vecchie e nuove generazioni.
Il Traffic di Roma
A Roma, il Traffic Live Club rappresenta da anni il punto di incontro della scena metal capitolina. È un locale che ha saputo accogliere e coltivare l’underground e che ancora oggi è il palcoscenico per band emergenti e concerti che infiammano la capitale. Il Traffic ha il pregio di mantenere un contatto costante con il mondo del metal estremo, un genere che qui trova uno spazio naturale. Le sue mura hanno visto performance memorabili, portando un po’ di quella “follia underground” anche in una città dominata da altre sonorità.
La Fenice di Senigallia
Infine, torniamo alle radici del rock blues con La Fenice di Senigallia. Questo club marchigiano è forse uno dei luoghi che ha saputo meglio amalgamare il rock nelle sue forme più classiche con le influenze del metal e del punk. La Fenice è la casa per le band che vogliono sperimentare senza compromessi, e la sua atmosfera raccolta permette al pubblico di assaporare un’esperienza intima ma esplosiva, fatta di pura energia live.
Questi locali, con le loro storie e le loro mura imbevute di musica, sono molto più di semplici spazi dove assistere a un concerto: sono parte integrante della storia culturale italiana. Grazie alla dedizione di gestori, tecnici e artisti, il rock e il metal continuano a vivere e a far vibrare l’Italia, creando un filo che unisce passato e presente, in una tradizione che, nonostante tutto, non si è mai spenta.
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