#perdonare me stessa
Explore tagged Tumblr posts
blogcuoredighiaccio · 7 months ago
Text
Un giorno mi perdonerò.
Del male che mi sono fatta.
Del male che mi sono fatta fare.
E mi stringerò così forte, da non lasciarmi più.
2 notes · View notes
elperegrinodedios · 6 months ago
Text
Forse tu neanche te ne accorgi, ma ti guardo e ti vedo triste, ti vedo sola anche nei pensieri. Io lo sento che è cosi anche se tu non me lo dici e questo rende triste anche me. Amica mia tu hai troppo inverno e poca estate nell'anima e tanta mente nel passato e poco cuore nel presente. È ora di uscire da quella prigione che tu stessa hai costruito intorno a te, è ora di lasciare andare, è ora di perdonare e ricominciare a vivere una vita a misura d'uomo, fatta di inverni freddi, ma pure di calde e splendenti estati, di diluvi ma anche e soprattutto di arcobaleni, conservando i ricordi del passato nella mente si, ma tornare ad aprire il tuo cuore adesso, oggi e poi domani, e ancora e ancora. Vieni via dalla tua confort zone e vieni con me, nel paese delle emozioni, dei sogni e di quell'amore, a cui hai rinunciato tanto tempo fa. Togli i veli, torna a splendere nella luce e torna a respirare a pieni polmoni con l'allegria nel cuore.
lan ✍️💌
55 notes · View notes
angelap3 · 10 months ago
Text
Tumblr media
Non so perdonare. Né dimenticare.
Lettera scritta in risposta ad Alberto Jacoviello, inviato di «la Repubblica» e «L'Unità», che si scusava per averla offesa in passato.
Caro Jacoviello,
....chiedere scusa, come tu hai fatto, quando si ha torto, è sempre nobile. E non molti ne sono capaci, non molti ne hanno il coraggio. Però devo dirti ciò che dirò e, se non lo facessi, mentirei non solo a te ma a me stessa.
....Io non so perdonare. Né perdonare né dimenticare. È uno dei miei più grandi limiti forse, e il più lugubre. E meno che mai so perdonare quando una ferita mi è stata inferta da persone dalle quali mi aspettavo affetto, tenerezza, o sulle quali mi facevo illusioni positive. Ciò non significa, naturalmente, ch'io dichiari guerra o resti in guerra con coloro che mi hanno ferito, offeso. Significa che quelle persone le liquido. Le cancello dai miei pensieri, dalla mia vita. Se le incontro per strada le saluto, in alcuni casi ci scambio una parola, ma dentro di me è come se mi rivolgessi a un'ombra. Esse non esistono più.
.....In questi ultimi due anni, cioè da quando la morte e il dolore si sono abbattuti su di me indurendomi, ho liquidato più persone che in tutta la mia vita. Non v'è uomo o donna colpevole verso di me che non sia finito nella Siberia dei miei sentimenti.
Hai perfettamente ragione a chiudere la tua lettera dicendo che chi non sa perdonare condanna sé stesso alla solitudine. Però hai torto a ritenere che tale «condanna» sia per tutti insopportabile. E dimentichi il proverbio che dice: «Meglio soli che male accompagnati». Non sempre la solitudine è una prigione. A volte, per alcuni, è una conquista che difende da ulteriori ferite ed offese. Solo i deboli e i poveri di spirito hanno paura della solitudine e si annoiano a stare soli. Io non sono debole. Sono molto forte, e durissima ormai. Non sono neanche povera di spirito. Quindi non ho paura della solitudine.
Tutte le volte che ti ho visto mi hai raccontato antichi insulti scritti i pensati. E tutte le volte che ti ho visto è stato come ricevere una coltellata nel cuore. Mi ha colto una nausea che solo la mia capacità di controllo è riuscita a nascondere o a vestire con gli abiti dell'indignazione. È probabile che la tua coscienza si senta lavata dal fatto di avermi confessato quegli antichi insulti scritti o pensati. Ma io non credo che confessare un peccato equivalga a cancellare il peccato. Quel concetto cattolico, anzi cristiano, mi ha sempre inorridito. I peccati commessi restano peccati commessi e niente può cancellarli: né Dio, né il diavolo, né gli uomini, né una sfilata di pater e di ave-maria detti per penitenza. Ciò vale per me, per te, per l'umanità intera presente e passata. Ecco perché non riesco a perdonare. Non voglio.
Ciò è spietato? Sono tanto spietata con me stessa che non vedo perché dovrei essere dolce con gli altri. Il massimo ch'io possa consentirmi è rispondere in modo esteso a chi mi ha scritto in modo esteso. Spiegarmi a chi mi ha spiegato. Ed è molto. Tu sei l'unica persona fra le decine che ho liquidato, esiliato nella Siberia dei sentimenti, cui abbia detto no con una lettera e non col silenzio. Di solito oppongo un silenzio di pietra. Quello che seguirà a questa lettera.
E così farò, sempre, in tutte le circostanze della vita, con tutti coloro che tentano di impormi una prepotenza. E non cederò, mai. Mai. E guai a chi si permette o si è permesso o si permetterà di mettere in dubbio la mia onestà professionale e personale: che poi sono, ovvio, la medesima cosa.
Ora mi è più facile dirti addio.
Peccato. Ma addio.
Oriana Fallaci
47 notes · View notes
fuoridalcloro · 9 months ago
Text
Se posso perdonare, allora devo riuscire a perdonare anche me stessa e smetterla di starmi a giudicare per come sono o come dovrei essere. Qui non si tratta di consapevolezza ma è la superbia che mi tiene stretta in una stolta morsa che mi danna. Eccomi infatti qui dannata a chiedermi che cosa fare per essere perfetta. Tenersi all’apparenza, forse descrivere soltanto cose in mutua tenerezza.
-Patrizia Cavalli-
45 notes · View notes
thebestofyourgirls · 19 days ago
Text
non ripensarci dopo aver sbattuto la porta. non ho bisogno di ragazzi che tornano, ma di chi resta. di chi ti cerca, si interessa, cerca le affinità. di chi ama in modo incondizionato.
mi manca e ripenso a me stessa. il sorriso e la spensieratezza, non gli affanni o gli sforzi per comprendere tutti.
dico di essere egoista e non lo sono, dico di essere forte e non lo sono, dico di voler perdonare e non riesco, dico di essere fedele e non riesco. non più.
-hsox
13 notes · View notes
dinonfissatoaffetto · 11 months ago
Text
Se posso perdonare, allora devo
riuscire a perdonare anche me stessa
e smetterla di starmi a giudicare
per come sono o come dovrei essere.
Qui non si tratta di consapevolezza
ma è la superbia che mi tiene stretta
in una stolta morsa che mi danna.
Eccomi infatti qui dannata a chiedermi
che cosa fare per essere perfetta.
Tenersi all’apparenza, forse descrivere
soltanto cose in mutua tenerezza.
- Patrizia Cavalli
32 notes · View notes
persa-tra-i-miei-pensieri · 2 months ago
Text
E a cantare Ci sono anch'io eravamo solo io, me stessa, la mia ombra e la tribute band degli 883 XD ho guardato tutti i presenti per scovare un minimo di labiale della canzone e solo un paio hanno bofonchiato il ritornello, ma le strofe solo io le ho cantate, grazie Lo Strano Percorso Band per aver inserito questa canzone stupenda nel vostro repertorio, veramente grazie di cuore in questo modo vi siete fatti perdonare per non aver cantato Un giorno così e Come deve andare :)
Tumblr media
8 notes · View notes
bru111271 · 9 months ago
Text
Se posso perdonare, allora devo
riuscire a perdonare anche me stessa
e smetterla di starmi a giudicare
per come sono o come dovrei essere.
Qui non si tratta di consapevolezza
ma è la superbia che mi tiene stretta
in una stolta morsa che mi danna.
Eccomi infatti qui dannata a chiedermi
che cosa fare per essere perfetta.
Tenersi all’apparenza, forse descrivere
soltanto cose in mutua tenerezza.
- Patrizia Cavalli -
19 notes · View notes
volevoessereunapizza · 1 year ago
Text
Tumblr media
Voglio lasciarmi alle spalle il 2023 con questo disegno, e con questo stesso disegno voglio salutare il nuovo anno.
Credo che sia davvero il caso di ringraziare me stessa, di stringere la mano a me, a quella tipa che vedo allo specchio e che rimprovero troppo spesso, alla quale chiedo in determinati casi di superare dei limiti senza rendermi conto che sto andando troppo oltre, a quella tipa a cui chiedo di non sbagliare mai e che fatico a volte a perdonare quando poi sbaglio.
Stringo la mano a quella tipetta perché ce l’abbiamo fatta come sempre.
Stringo la mano a quella tipetta con la promessa di darle un po’ di pace e amore, perché è ciò di cui ha bisogno, nonostante i nuovi obiettivi e le nuove sfide da affrontare.
Brindo a me stessa e a chiunque abbia sempre trovato la forza di farcela, di darsi coraggio e di credere in se stesso.
🥂💫🩷
34 notes · View notes
fiamme-di-nostalgia · 17 days ago
Text
Insieme in inglese si scrive "togher", una parola che in pancia ne ha altre tre "to get there", "per arriva li", come se per arrivare da qualche parte si debba per forza essere insieme.
È vero da soli non si va molto lontano, anzi forse da nessuna parte, e io non voglio più andare da nessuna parte senza di te, mi hai insegnato che amare non è solo guardarsi l un altro ma più che altro guardare insieme nella stessa direzione, mi hai fatto capire che se due stanno insieme e non ridono non è una storia seria, che amare non è trovare la perfezione ma imparare a perdonare terribili difetti, imparare a conviverci e amarli, e a poco a poco dove possibile migliorarli.
Essere una coppia non significa non avere problemi ma saperli affrontare insieme.
Le coppie perfette non esistono ma esistono le coppie che sanno incastrarsi, e quando dall' incastro nasce l'amore due persone diventano perfette l'una per l altra. E tu sei perfetta per me sia perché ti amo sia perché amo come mi fai sentire. Ma soprattutto amo noi, e io non sogno più ciò che non ho o che non c'è, quello che sogno è una vita insieme a te.
5 notes · View notes
raccontidialiantis · 2 months ago
Text
L'amore è una pizza con l'angelo
Tumblr media
È rimasta una bambina, un'anima candida. In un corpo bellissimo di donna contemporanea, vive ancora l'ultima fonte di stupore. Mai far sparire la curiosità e la voglia di crescere. Banale, no? Eppure lei è tutta qui. Aperta, fragile però forte come una roccia. Non potevo farmela scappare.
Tumblr media
Le sto insegnando la malizia, ma con scarsissimi risultati: quando ci provo, lei ride di me e vuole la pizza. Le dico serio: "sei mia” e lei ride con ancora più di gusto! Perché sa bene che nessuno è di nessun altro. E che non possediamo mai veramente nulla. Tutto è impermanente. Un giorno mi farà fare l'amore: me l'ha promesso. Nel frattempo, mi insegna a non prendermi troppo sul serio. Mi dice di essere un'angelo che mi sta aiutando. Poi mi sorride!
Tumblr media
Poi, d'un tratto si fa seria e mi dice che noi non siamo corpi che hanno un'anima, bensì anime che per brevi tratti temporali indossano questi involucri fragili. Corazze di passione che ci servono per veicolare l'anima da un livello di conoscenza al successivo. E per evolverci spiritualmente. Lei è luce, io sono luce: tutti proveniamo dalla stessa fonte. Ed è lì che intimamente desideriamo tornare. Ed è lì che ritorneremo: in termini di centinaia o migliaia di anni. Non vuol dire nulla: il tempo come lo intendiamo noi umani esiste solo qui sulla terra.
Tumblr media
“Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, ognuno in fondo perso dentro ai fatti suoi.” (V. Rossi)
Poi prosegue dicendo che siamo tutti collegati, in qualche modo. Che ciascuno è collocato più in alto o più in basso, nella scala dell'evoluzione spirituale. Personalmente, penso che forse io sto di lato, seduto su un gradino; nascosto e perplesso. Mi dice sempre di non giudicare, di non avere pregiudizi e apprezzare la diversità, che è il vero valore aggiunto. Invece di condannare, di puntare il dito. E io me la bevo sempre con gli occhi, mentre parla.
Tumblr media
“Tu dove ti collochi?” le ho chiesto; e lei: “boh? Non ci è dato saperlo. Intanto, tu fai del bene e ama, ama e poi ama un po’ di più.”
“Ama e fai ciò che vuoi” (Sant'Agostino)
Poi continua: “non esiste nessuno che sia soltanto buono o cattivo; ognuno di noi ha in sé le potenzialità per fare tutto. Per scegliere ogni volta di sviluppare il bene o il male. Tu scegli di amare; ama soprattutto chi ti fa del male, perché è lì che si cresce: è facile voler bene a qualcuno che ci apprezza, che ci accarezza. Il difficile è amare chi ci scartavetra l'autostima, chi ci fa soffrire e ci regala così una profonda occasione per riflettere.”
Tumblr media
“Seguire il flusso, i luoghi comuni è sempre la scelta più facile; tu invece prendi esempio dal salmone, che risale la corrente e facendolo si fortifica. Impara a perdonare. Prima di tutto te stesso. E smetti di cercare di cambiare gli altri: guardati e per te custodisci gelosamente la libertà che devi garantire anche a chi ti sta vicino. Perché quello che non riesci a controllare ti sta insegnando a lasciar andare. Ringrazia tutti, ma sii grato di più a chi ti fa soffrire. Ehi: comunque adesso ho fame, scemooo!”
Tumblr media
"La pace mentale viene dal non voler cambiare gli altri." (Gerald G. Jampolsky)
L'ho portata in pizzeria e le avrei ordinato una capricciosa, proprio com'è lei; ma invece ha preferito una margherita. Se la spazzola sorridendomi e io la guardo mangiare: è un vero spettacolo di gioia. Una donna così affamata di vita, umile e altissima, non potevo lasciarmela scappare. Sarà mia. Per un po’. Forse. Ma lei... non lo deve sapere!
Tumblr media
RDA
6 notes · View notes
annegatasstuff · 5 months ago
Text
La Rinascita
Capitolo 1: La Caduta
Ero persa in un vortice di emozioni contrastanti, incapace di distinguere tra il bene e il male. La mia anima era avvolta da un'oscurità che sembrava soffocarmi lentamente, mentre il mio cuore si spezzava in mille pezzi. Avevo perso la speranza, la fiducia in me stessa e nel mondo che mi circondava. Ogni giorno era una lotta contro i miei demoni interiori, una battaglia persa in partenza.
Tumblr media
Capitolo 2: La Rinascita
Ma un giorno, un raggio di luce squarciò le tenebre che mi avvolgevano. Iniziai a vedere le cose in modo diverso, a sentire di nuovo il calore del sole sulla mia pelle. Lentamente, con fatica, iniziai il mio percorso di rinascita. Mi sforzai di lasciarmi alle spalle il passato, di perdonare me stessa per gli errori commessi.
Tumblr media
Capitolo 3: L'Amore Ritrovato
E fu proprio quando meno me lo aspettavo che l'amore bussò alla mia porta. Un amore sincero, capace di guarire le mie ferite e di farmi sorridere di nuovo. Insieme, io e lui, affrontammo le tempeste della vita, consapevoli che uniti avremmo potuto superare qualsiasi ostacolo. E così, grazie a lui, riuscii finalmente a rinascere completamente, più forte di prima.
Tumblr media
12 notes · View notes
cuoreenero · 7 months ago
Text
Ammiro chi, nonostante tutto riesce a perdonare, perché é ció che non riuscirò mai a fare. Forse é per questo che non sono mai in pace con me stessa.
10 notes · View notes
mybittersweet · 8 months ago
Text
Credo di non meritare il silenzio..non merito l'indifferenza. Sono per niente ideale e sicuramente con un sacco di problemi mentali..ma ho sempre cercato di capire l'altra persona...stare vicino...perdonare un sacco di cose. Ma nel momento in cui mi sono rilassata e ho pensato che posso parlare anche io dei miei problemi..condividere e magari chiedere aiuto ho incontrato il muro. A volte di vetro...a volte di marmo. Mi è stato detto che i miei problemi sono seri ma non merito di essere aiutata...stanno gli altre, con i problemi scemi, da far sorridere e stare accanto. Mi è stato detto che sto sempre a lamentarmi (perché voglio le attenzioni di una persona in particolare). Sono stata sempre abbandonata a me stessa. E ormai non so più se posso essere vicino a qualcuno perché la rabbia e paura di essere rifiutata e usata come il passa tempo. Ho paura di ricevere le belle parole e le promesse di stare vicino a me e darmi il sostegno perché non ho avuto niente di tutto questo ma solo il dolore.
9 notes · View notes
allecram-me · 7 hours ago
Text
Umana e irrazionale
Tutti i momenti sono rilevanti e generano, rimestati in funzione di una qualcosa che assomiglia molto al lancio di un d20, la foggia del passo con cui calpesti il ciottolo successivo, col ciottolo a sua volta figlio di altri lanci e della storia dietro ai lanci: questo è ciò che credo, con la plausibilità a fare le veci della prova provata, ma tanto mi basta. La mia storia la racconto così - a me stessa perché non ha più senso annoiare gli altri - e pertanto so benissimo che il riflettore che non punto (la parola che non scrivo) cambierà il flusso delle mie cose tanto quanto gli aerei che prendo e gli errori che non commetto. Il ventitré dicembre, però, si è innescata una bizzarra catena di eventi a cui non ho ancora dato voce che, in ordine, riguardano: una coppia di anziani sordomuti sulla u5, un gadget dell’ospedale in cui lavoro, una zingara, un ginseng accompagnato da una pasta grande, un biglietto della lotteria (mai estratto), la caserma dei carabinieri di Soccavo, un pacco di morositas, un dente rotto. C’era una storia da raccontare che non mi racconto perché a questo punto ho perso a sufficienza da sentirmi stanca di far tragedie, ma non ancora abbastanza da restare insensibile alle conseguenze di questi nuovi sassolini nella scarpa, come mosche che ronzano attorno al cadavere della vita che ho avuto. Così, non ho scritto degli ultimi lanci del mio d20, perdendo la traccia dei nuovi modificatori che pesano e rimestano la funzione che descrive ciò che sono. Mi manca un pezzo. Ho perso un episodio. Ritornare nella storia è difficile. Tutto è plausibilmente difficile, ed io sono ancora bravissima, bravissima al punto che oggi ho consegnato un progetto che vale poco meno di un milione di euro, in cui c’è il lancio che potrebbe decretare i miei prossimi tre anni di lavoro. Tre anni a Berlino. Adesso però torno. Dal mese prossimo sono disoccupata, se non fosse che per un po’ guadagnerò mille euro al mese.
Mi proteggo pensandomi disoccupata: sto tornando a casa. E’ squallido. Fa sempre meno freddo. Vivo in un appartamento nuovo. Ho vissuto in un cantiere per due giorni. Vorrei perdonare me stessa ed il mio povero e freddo dado per tutte quelle altre cose che non mi dico, come per la lista di compiti che non assolvo. Non affrontare i problemi è impensabile, se non fosse che, guardati, lo fai comunque e sei ancora viva. Non ha mai ucciso nessuno. Vorrei chiamare finalmente la proprietaria di casa in Italia e dirle: scusami, lo so che sono stata sfuggente, è che, molto banalmente, non ho avuto la forza di sottopormi alla tua voce, le chiacchiere che non vanno da nessuna parte, la tua comprensione. Tu comunque non preoccuparti e prendi i miei soldi - che sono esattamente quello che vuoi. Li prendi come li vuoi. Va tutto bene, è solo che io non lo so che storia raccontare tra quelle mura, so che tra un po’ sarà un anno che pago una casa che non riesco ad abitare, ma voglio pagarla ancora, e tu vuoi che io la tenga, allora stiamo semplicemente bene così, insomma: sono umana e irrazionale.
Umana e irrazionale. Valerio lo sapeva meglio di me, ce lo siamo insegnati a vicenda. Valerio non ha più nessun dado da lanciare proprio mentre io me ne sto qui povera dei miei due affitti, coi progetti che mi escono dalle dita a recriminarmi il silenzio con cui rispondo a tutti quelli che provano a mettersi in contatto con me, e mi accuso di far finta, di nascondermi dietro ad una scusa insostenibile come il fatto che mi hanno rubato il cellulare. Se Valerio fosse qui mi farebbe notare che il cellulare me lo hanno rubato davvero e che da quel momento ho continuato comunque a fare l’impossibile, tipo prendere altri aerei, vincere progetti, aggirarmi per una città che comunque non conosco, di quartiere in quartiere, persa e ritrovata, padrona di quello cui sono andata incontro. Valerio però ovviamente non è qui: qui c’è soltanto il suo cellulare nuovissimo, pronto per risolvere tutti i miei problemi di orientamento ed irrepereibilità. Come glielo dico alla proprietaria che non ho ancora il coraggio di farlo? Come glielo spiego il significato non tecnico di un backup, la paura che ho di scoprire che una volta rimesso tutto a posto non ci saranno le mie vecchie cose ad aspettarmi dentro a questo hardware per loro nuovo o, più che nuovo, di Valerio. E se vogliamo si tratta della voce di Valerio che era rimasta preservata assieme a sei anni di conversazioni digitali, tutta quella storia, una mappa di dadi e di lanci e di intonazioni, momenti specifici e flessioni tipiche: la memoria.
A volte va bene anche così, no? Aspettare un momento migliore per abbracciare la possibilità della perdita, e per riguadagnare il salvabile. Ne posso fare scuola io, che ho dormito due notte in un cantiere, dopo aver perso una casa e prima di averne recuperata un’altra: irrazionale e ancora piuttosto umana, non è così?
2 notes · View notes
thesoulmustbebreath · 3 months ago
Text
Tumblr media
LI IMMAGINO COSI'
Vi ho sempre immaginati così..
Papà e Mamma
E voglio immaginarvi così..
Nella vostra dimensione di Pace,
insieme, mano nella mano,
come forse mai vi abbiamo viste io e Graziella..
E senza parlare, cosa rara per te mamma,
a differenza di te papà, sempre riflessivo,
fatto di densi silenzi e di sguardi,
come in quella domenica pomeriggio,
seduto a braccia conserte, in poltrona,
che ha preceduto la tua morte improvvisa,
un lunedì mattina di novembre.
Proprio ieri, casualmente per tempistica,
ma che poi, per mia certezza, casualità
non è mai, vi ho dedicato un percorso con me
e la mia vita, dovuto a me e a noi, per superare, lasciare andare, perdonare, ringraziare, respirare, cambiare e prendere atto
dei mutamenti che sono in corso dentro di me.
Un atto dovuto alla vita vissuta fino ad ora,
ai rischi che ho corso di perderla,
più di una volta, e ai momenti difficili
superati da sola con forza e determinazione.
Un atto dovuto per rispetto a me stessa
e a voi, che mi avete donato la vita
e dato tutto ciò che potevate
nelle vostre possibilità e nei vostri limiti.
Un atto dovuto alla mia vita che onorerò, sempre.
Vi voglio e vi vorrò sempre bene, grazie🙏❤️
Lucia 💓
Lucia Pelosi
4 notes · View notes