#perché sfortunato
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🔴🇮🇹 PERCHÉ DESTINI TANTI E DIVERSI?!
perché il destino non è uguale per tutti? Su questa terra siamo miliardi di persone ed esistono miliardi di destini!
Mi sono sempre chiesto il perché da quando avevo 6 anni in Svizzera!
Oggi ho le risposte dopo aver studiato la mente e l’ipnosi!
la vita si crea a livello inconscio, inconsapevole e poi con la ragione, la logica si chiama destino!
Già!
90 persone su 100 credono al destino come credevo io quando ero un ragazzino e poi uno studente lavoratore senza una lira in tasca!
Poi, nel cammino della mia vita, ho scoperto che nulla succede per caso e che il famoso destino è generato dal nostro subcosciente ed ho stravolto e capovolto in bene la mia umile vita a 360 gradi!
Perché ti racconto ciò?
Per ispirarti per cambiare il tuo destino con il potere della tua mente e l’ipnosi DCS Vera e professionale unica al mondo,senza ma e senza se!
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Da scienziato che, ad Oxford, ha lavorato sul vaccino poi prodotto e distribuito da AstraZeneca, ecco cosa ne penso. Thread: 1) Secondo alcune stime questo vaccino ha salvato, solo nel primo anno di utilizzo, sei milioni di vite - più di qualunque altro vaccino nello stesso periodo. 2) come qualunque altro farmaco, il vaccino AZ ha effetti collaterali, alcuni gravi. Quelli gravi sono, in frequenza, molto rari e paragonabili a quelli di qualunque altro farmaco. Altrimenti non sarebbe stato utilizzato. 3) hanno fatto scalpore, dato il periodo storico e la particolare attenzione dei media, quelle famose trombosi associate a piastrinopenia. Queste sono simili, per natura, a quelle causate da un altro farmaco approvato, l'eparina. 4) La discussione è tornata alla ribalta perché AZ ha ammesso, per la prima volta in tribunale, che il vaccino può causare questi effetti collaterali rari e gravi. Nota: l'ha ammesso per la prima volta IN TRIBUNALE, ma se ne parla liberamente da anni. Non-notizia. 5) Non mi stupisco che
se ne parli di nuovo, ma questa è una non-notizia dato che della presenza di questi effetti collaterali, come per qualsiasi altro farmaco, si sa da anni, e sia l'azienda che gli enti regolatori ne hanno sempre parlato apertamente. 6) Il fatto che si sappia di questi effetti collaterali rarissimi in realtà è segnale che il famoso "sistema" funziona: - gli enti regolatori se ne sono accorti in farmacovigilanza - l'azienda e la comunità scientifica ne ha preso atto senza problemi 7) Dato che i vaccini a mRNA sono veramente eccezionali in termini di sicurezza (non avendo MAI effetti collaterali potenzialmente letali) ha avuto senso, aumentata la disponibilità di dosi e una volta ridotta la circolazione virale, concentrarsi solo su quelli. 8) Il vaccino AZ ha rappresentato uno strumento di primo soccorso durante le fasi iniziali di pandemia, dati i suoi ottimi profili di sicurezza e la sua efficacia particolarmente contro malattia grave. Ha salvato molte, ma molte, ma molte vite. 9) Quello che mi preoccupa è questo: Il grosso problema di PR è capitato proprio all'unico vaccino che veniva venduto a prezzo di costo. Alla prossima pandemia l'azienda che si rende disponibile a regalarci un vaccino a tali condizioni ce la scordiamo. 10) Chi odia la mia categoria, generalmente ritrae gli scienziati come dei manipolatori di masse, insabbiatori di effetti collaterali. I rari effetti collaterali del vaccino AZ sono stati segnalati proprio dagli scienziati, non da PippoSport69. 11) Ho scritto di più su questo vaccino, e su pandemie future, nel mio libro "Malattia Y". Libro sfortunato con i tempi, uscito 1 mese dopo l'invasione dell'Ucraina. Peccato, è un buon libro e a quanto pare ancora oggi c'è un gran bisogno di chiarezza. 12) Questo thread mi sembrava necessario, ma ora preferisco guardare in avanti. Di recente ho finalmente ottenuto un importante investimento da Oxford per individuare nuovi farmaci contro malattie oncologiche ed altro (vedi pin sul profilo) Non vedo l'ora di ripartire! Saluti:) Giacomo Gorini
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Storia di Musica #338 - AA. VV., Picnic-A Breath Of Fresh Air, 1969
La EMI fonda nel 1969 una sussidiaria, la Harvest, sulla scia di altre case discografiche, per intercettare le nuove sonorità, in un periodo, la fine degli anni '60, straordinariamente fertile dal punto di vista creativo. Per questo motivo pensa ad una compilation vetrina di alcuni artisti sotto contratto con la casa madre, affiancati da giovani promesse. Ne esce così un mix musicale intrigante e qualitativamente notevole del panorama musicale britannico. Tra l'altro il disco, un doppio, fu concepito e prodotto per costare pochissimo, per essere venduto nei negozi a 1,5 sterline. Ha delle particolarità: in primis la copertina, opera dei mitici creativi della Hipgnosis, che come tutte quelle agostane della rubrica presenta una spiaggia, in questo caso della Normandia. Un gruppo di uomini ha una maschera antigas. L'interno è ancora più suggestivo, in bianco e nero, dove gli uomini camminano sulla battigia e nel cielo si notano le copertine dei dischi da cui i brani sono presi. Tra questi fece scalpore la presenza di Embryo, inedito dei Pink Floyd. Registrato durante le sessioni di Ummagumma ma non incluso in quel lavoro, il brano ebbe una notevole vita live, cosa che spinse ad includerlo. La band non fu affatto felice della scelta, considerando quel brano alla stregua di un demo, tanto che spinse ad un parziale ritiro della compilation. Fu quindi in fretta e furia ristampata, senza riportare quella canzone. Per questo motivo le prime edizioni senza correzione sono un pezzo pregiato del collezionismo discografico. Ed è un peccato, perché il resto della selezione è favoloso. Si inizia con Into The Fire dei Deep Purple, da Deep Purple In Rock, la culla dell' hard rock. Poi perle del nascente progressive: Mother Dear dei Barclay James Harvest, dal loro meraviglioso disco omonimo d'esordio, quello con la copertina a mo' di rosore di una chiesa. C'è Eleanor's Cake di Kevin Ayers, Water della Third Ear Band, addirittura Syd Barret con Terrapin, da The Madcap Laughs, esordio solista dell' ex Pink Floyd, che uscirà addirittura un anno dopo l'arrivo nei negozi di questo disco vetrina. E ci sono altre perle di band minori, sicuramente per notorietà, ma che suonavano meravigliosamente. Se i Quatermass sono stati già protagonisti di questa rubrica, ricordo altri gioielli che all'epoca vivevano di grandi speranze. I Bakerloo, un power trio alla Jimi Hendrix Experience, qui con il torrido rock mozzafiato di The Worried Feeling, dal loro unico, bellissimo, ma sfortunato album Bakerloo; Again And Again de The Greatest Show On Earth, che pubblicarono due preziosi dischi nel 1970, entrambi con la copertina firmata Hipgnosis, capaci di un rock progressive segnato da una sontuosa sezione fiati; Tea And Symphony furono tra i precursori del progressive folk, con una formazione che mutava di continuo, furono inoltre una delle prime formazioni ad avere un proprio impianto luci per i primi spettacoli multimediali. Un altro rock trio presente è The Edgar Broughton Band, gruppo di Warwick, famoso per la voce blues, urticante e caratteristica di Edgar Broughton. Ebbero anche una sinistra nomea perché spesso organizzarono concerti in luoghi pubblici che finirono non poche volte in gigantesche risse con intervento della polizia, tanto che la band fu bandita da diverse città. Vista l'aura di culto, la EMI realizzò un cofanetto di 3 CD dal titolo A Breath Of Fresh Air - A Harvest Records Anthology 1960-1974 che mantiene alcune canzoni, tra cui Embryo, ne sceglie altre dagli stessi autori della prima e aggiunge qualche brano dell'ultima stagione del progressive. Vale la pena recuperare le canzoni del primo, per una playlist ante litteram di un momento eccezionale per la musica europea. E non solo.
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" Io credo aver trovato il senso della vita generale. L'individuo non può esser felice per se stesso, perché in fondo a tutto ciò è la morte. Il segreto dunque della felicità anche per l'individuo mortale è di sentirsi immortale, di sentirsi cioè vivere dentro gli altri, dentro l'umanità, dentro l'Essere universale. La morte dunque non m'importa: ripugna a tutta la compagine che forma il mio essere, ripugna alla vaga coscienza che hanno tutte le mie molecole, tutte le unità elementari che formano di me una colonia; esse anzi mi faranno sentire tutta la loro forza coesiva al momento dell'atto: ma non ripugna alla mia coscienza superiore. Vivere è per me troppo doloroso: ogni sofferenza altrui si ripercuote ora in me con troppa violenza. Io potrei essere il più sfortunato dei miei simili e non soffrirei un millesimo di quello che soffro ora, che mi sento penetrato, inebriato da tutta la sofferenza degli uomini. Fuggire l'agglomeramento, la città, il contatto dei miei simili e rifugiarmi nei campi, isolarmi in mezzo alla natura sana e serena? Ma ora anche le lande, ove gli eremiti si seppellivano, sono proprietà d'alcuno e in nessuna parte tace l'eco della miseria… D'altronde è troppo tardi. "
Giovanni Cena, Gli ammonitori, a cura di Folco Portinari, Einaudi (collana Centopagine n° 43, Collezione di narratori diretta da Italo Calvino), 1976¹; pp. 186-187.
NOTA: l'unico romanzo del poeta di Montanaro Canavese fu pubblicato per la prima volta nell'estate del 1903 sulla prestigiosa rivista «Nuova Antologia», della quale Cena era redattore capo.
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Incontri inaspettati e tristi.
La storia è un po' lunga: dal 1977 a fine luglio 1991 dove vivo ora c'erano degli inquilini: moglie, marito, figlia.
L'uomo non era una brava persona, pensava di poter fare quello che voleva perché la padrona di casa, mia mamma, era una donna sola con due figli, quindi si credeva il capo: liti continue con moglie e figlia, volavano anche alcune sberle, una sera ad età maggiore della figlia hanno chiesto asilo sotto da noi per poi andarsene di casa minacciando denunce e altro, senza di fatto combinare nulla e tornarsene a casa con lui dopo insistenze della famiglia di origine di lui.
Lui insomma un pezzo di fango, la moglie una povera anima analfabeta non riusciva a dire una frase completa in italiano, la figlia lavorava come commessa dopo una scuola professionale per segretaria.
Succede che la figlia si sposa gravida (disonore) e nell'84 nasce il primo figlio, dopo l'anno di maternità( passato non si sa dove) lei torna al lavoro e scarica h 24 il bambino ai genitori, quindi da noi, perché dove vive con il padre del bimbo, pare, non sia adatto a tenerci dei figli...il bimbo cresce apparentemente buono, me lo ricordo che girava in bici nel cortile di casa con la nonna che lo sgridava se cadeva e bestemmiava. Nasce anche il secondo figlio, scaricato anche quello da noi : finalmente allo scadere del contratto di affitto e senza non poche difficoltà e dispetti più o meno gravi riusciamo a mandare via sti inquilini ( il problema era lui, il pezzo di fango).
Per qualche anno per vie traverse abbiamo saputo delle varie sorti di ognuno di loro, la moglie del pezzo di fango morta per ictus dopo aver faticato una vita, il pezzo di fango morto qualche anno più tardi, figlia e marito e relativi due figli qualche tribolazione di natura depressiva, poi perse le tracce. Da settimana scorsa il primo bimbo dell'84 è ricoverato in unità coronarica per una grave cardiomiopatia dilatativa di nuovo riscontro, imbottito di psicofarmaci seguito da anni dal CSM per episodi di depressione maggiore e schizofrenia...il viso che ricordavo del bimbo in bici, un uomo buono, molto sfortunato, imbambolato dalle terapie, poco affine all'uso dell'acqua e sapone, un uomo che sta pagando tutto il suo vissuto, gli unici contatti telefonici che ha lasciato sono della compagna (messa come lui dal punto di vista psichiatrico) e del suocero...non ha più nessun rapporto con la famiglia di origine, non ne vuole sapere più nulla, neanche del fratello.
Non ho raccontato a mia mamma e mio fratello ( neanche a mio marito e figlio) dell'incontro e non lo farò mai, ho pianto parecchio ricordando cosa abbiamo passato con sta gente in giro per casa, ho pianto per come l'ho visto ridotto, per come questo uomo sia anagraficamente un uomo ma la sua testa è quella di un bambinone, ricordando questi due bambini che vivevano con i nonni, sti due bambini che tutto sommato erano tranquilli ma evidentemente non era così .
Sono molto triste e lascio scritta qui questa mia tristezza.
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Update rientro:
Hansie: la prossima stagione, un giorno. 😥
Koopie: presto, ma è presto da un paio di settimane quindi tra una settimana e tre anni probabilmente. 😔
Lukas: 0 notizia quindi non so, sembra aver scomparso dopo l’incontro con i bambini delle scuole. 😩
SuperMario: 3 settimane. 🤞🏻
Matteo: un paio di settimane. 🤞🏻
Remo: vedremmo quest’estate per salvarlo. 😈
Infermeria Atalantina:
Hansie (non ti dimentichiamo anche se non ti rivedremo prima di settembre probabilmente).
Koopie (ci manchi - se hai bisogno di una gamba posso darti la mia).
Lukas (poverino Bambino - uno così sfortunato con gli infortuni non ne conosco tanto e spero che sarà l’ultimo quest’anno).
SuperMario (speriamo che non sarà grave).
Matteo (idem SuperMario).
Remo (rapinato dagli inglesi come tanti tesori - speriamo di poter potarti a casa quest’estate).
#se almeno Koopie potrebbe tornare sarebbe già bellissimo#poi Lukas anche perché è il più sfortunato (con Hansie)
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𝗗𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝘃𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼
𝟱 𝗱𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟯
Caro diario,
questa mattina la giornata si è aperta sotto grandi auspici.
Mentre mi avviavo per un vicolo deserto per raggiungere il centro cittadino, avevo un appuntamento di lavoro per me importante, ecco che noto per terra una banconota da cinquanta euro.
Cinquanta euro. Il mio primo pensiero è stato quello de "sarà sicuramente un facsimile, una di quelle banconote false che dietro riportano una pubblicità di un possibile sconto e bla, bla, bla"
Mentre il "bla, bla, bla" riecheggiava nella mia mente mi chino con molta goffaggine a raccogliere la valuta cartacea.
Si goffamente, perché io di avere la fortuna nel trovare banconote per terra non sono abituato. Mica sono Gastone Paperone cugino del più sfortunato Paperino.
Dopo averla raccolta, avendola controllata bene, mi accorgo che quella è una banconota autentica. La piega che portava mi ha fatto comprendere che era stata tenuta in un portafoglio o in una tasca.
Mi guardo attorno con aria di colpevolezza, come a voler trovare a tutti i costi il proprietario di quella banconota. Nessuno.
Alzo la testa per vedere se qualcuno, da qualche finestra, abbia visto la scena; pronto a scusarmi con un "l'ho trovata per terra, mica l'ho rubata". Nessuno.
Quella banconota mi spetta quindi di diritto, un po' come a dire "chi la trova se la tiene". Cose da asilo Mariuccia per intenderci.
Ripongo la banconota in tasca e mi avvio al luogo dell'appuntamento. Mentre cammino ripenso alla mia fortuna con il denaro. A parte qualche monetina, spiccioli in lire o centesimi, l'unica volta che trovai una consistente cifra di denaro fu... all'interno di un corposo portafoglio.
Quindici marzo millenovecentottantanove, al ritorno da San Siro dopo una partita di Coppa Campioni, così si chiamava l'attuale Champion League, passeggero in auto di un amico ci fermammo al casello autostradale di Milano per rientrare a casa. Notai qualcosa per terra dal lato passeggero e senza pensarci, mentre il conducente prelevava il biglietto, aprii la portiera e acciuffai al volo il malloppo.
C'era dentro tutto, oltre a circa ottocento marchi tedeschi, i documenti che davano un nome e un cognome al proprietario. Anche la foto del suo gatto.
Per restituire il tutto, denaro compreso, dovetti fare dei salti mortali. Neanche i Carabinieri, a cui mi ero rivolto, mi assicuravano che il denaro sarebbe arrivato a destinazione. Così rintracciai il proprietario da solo, farmi dare le sue coordinate bancarie e dopo aver versato la valuta sul mio conto fargli un bonifico. Il tutto stando attento al cambio valuta. Non volevo che gli mancassero dei soldi.
I documenti, foto del gatto compresa, glieli feci arrivare tramite un pacco assicurato con una società di spedizioni.
Tutta qui la mia fortuna.
Nel tardo pomeriggio, rientrato a casa, trovo figlio numero due sull'orlo della disperazione.
Gli chiedo cos'è successo, con gli occhi arrossati e tanta rabbia mi racconta che aveva messo da parte del denaro per comprare il regalo di Natale alla sua Rebecca. Ma una volta arrivato in negozio gli mancavano dei soldi, aveva perso cinquanta euro. Non sapeva né come né dove. Ha lavorato alcune sere per metterli da parte.
Lo rassicuro, può capitare un attimo di distrazione, e guarda caso fuori dal nostro cancello di casa ho trovato una banconota da cinquanta euro tra le foglie secche degli alberi. Mimetizzata. Ma che l'occhio vigile del papà l'ha notata. Recuperandogliela.
Mi guarda incredulo, ma ancora più incredulo è il suo sguardo quando dalla mia tasca estraggo la banconota. Lui sa che io non giro quasi mai con del denaro in tasca. Tra App per i parcheggi e i pedaggi, oltre alle carte per gli acquisti, ho sempre le tasche vuote.
Mi abbraccia, tira un sospiro di sollievo, rimette la banconota con le altre del "budget Rebecca" e mi promette che starà più attento. Così domani andrà di corsa in negozio a comprarle il regalo, prima che finisca.
Questa mattina era iniziata sotto un buon auspicio, questa sera è finita con un'aspettativa più grande. Quella di aver donato la serenità a mio figlio. Non avrei potuto utilizzare meglio quel denaro.
A fine giornata dunque non mi sono ritrovato "più ricco", ma "molto più felice". Perché convinto che chi ama si preoccupa di dare e non di ricevere.
#libero de mente#racconto#diario dell'avvento#avvento#Natale#figli#denaro#pensieri#frasi#fortuna#amore
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"Questo paese trabocca di Giambruno. Li sforniamo e alleviamo con italico orgoglio. Il sogno di molte madri, il prodotto educativo di molti padri. Quasi tutte le donne si sono innamorate di un Giambruno, magari una semplice crush adolescenziale non corrisposta. Quasi tutti gli uomini hanno desiderato almeno per una volta essere un Giambruno, avere la stessa sicurezza e arroganza. Successo con le donne.
E così i Giambruno, uomini magari istruiti ma con la sensibilità di una ruota del criceto, hanno fatto carriera. Sono politici, avvocati, neurochirurghi, magistrati, manager, attori, artisti e personaggi della tv.
Qualcuno più sfortunato non ce l'ha fatta. Quel qualcuno lo troviamo al bar ad alimentare comunque la cultura dei Giambruno, a disquisire di calcio, di politica e soprattutto di f..ga. Con decrescente competenza. Una cattedra all'Università della strada non si nega a nessuno.
I Giambruno sono ovunque. Sono talmente tanti che li esportiamo pure. Non mi stupisce quindi che una donna (madre, cristiana ecc) si possa essere invaghita di uno di questi esemplari, anche se la donna in questione è riuscita a raggiungere un posto di potere che nessun altra donna italiana ha mai raggiunto prima. Perché in questo paese esistono i Giambruni ma non le Giambrune, per cui ci è arrivata per merito, al di là di ogni giudizio politico. Nessuno può criticarla per essersi messa insieme a un cretino, il mondo è pieno di relazioni tossiche. Nessuno può criticarla per averlo lasciato. Il resto e gossip.
Però (ovviamente dopo tutta sta pizza ci sta il però) questa vicenda a Giorgia Meloni e magari al suo elettorato, soprattutto al suo elettorato, dovrebbe insegnare qualcosa. Dovrebbe insegnare che alimentare la cultura dei Giambruno, nel 2023, non è più funzionale. Che essere conservatori è legittimo, ipocriti meno. Che le famiglie sono costruite su relazioni sane e sull'amore e non su regole imposte dall'alto. Soprattutto quando chi sta in alto non ha titolo morale per imporle. Con buona pace dei Giambruni sostenitori della famiglia tradizionale, quelli che tengono una mano nell'acquasantiera e l'altra sul culo della segretaria."
@Lorenzo Sartori
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Libertà
Il concetto di LIBERTA' moderno si plasma in Occidente, dal Cristianesimo: la Buon Novella è che ci si può Salvare davvero ma solo uno a uno, non come "popolo ebraico"; non basta neppure la Sottomissione, ciò che salva uno e non l'altro non è il Karma o il Fato ma la Volontà INDIVIDUALE. Dopo questo abbrivio il concetto viene ulteriormente forgiato, nutre e si nutre, sempre in Occidente, con lo sviluppo dell'analisi Razionale Scientifica in PLURIME direzioni (Libertà di Pensiero).
Facciamo un esempio: Libertà in Occidente è, per un feticista dei tacchi alti, trovare una esibizionista di scarpe e ingaggiarsi reciprocamente in uno scambio VOLONTARIO PRIVATO mutualmente soddisfacente; la Comunità di cui fanno parte rispetta la loro libertà, non perché sian tutti feticisti omologati uguali o perché il feticismo sia considerato "buono", ma per RISPETTO DELLE SACRE SCELTE INDIVIDUALI.
Questo nella misura in cui il singolo non tenti di esibire o peggio imporre il suo gusto a chi non ne voglia sapere ("leave me alone" bidirezionale). Il pre-requisito per la libertà di tutti e ognuno infatti è il rispetto formale e sostanziale di usi costumi e tradizioni della Comunità di cui si fa parte, se Occidentale cioè avanzata: è il rispetto ai genitori e agli Anziani, è ciò che ci plasma, che ci ha portato dove siamo, è il punto di partenza. Tutto il resto è fatto privato nostro, nessuno lo può sindacare. Cade quindi l'ipocrisia bigotta: non si finge, ognuno sa che ognuno si fa i fatti propri e nel contempo rispetta la tradizione gli usi e costumi generali, le regole condivise, perché gli conviene, gli han portato frutti, benessere, opportunità.
Prima il nazifasciocomunismo socialista, oggi il wokismo affirmative social benecomunista han tentato e stanno indefessamente tentando di svellere tutto questo. Non a caso il primo bersaglio è la RADICE DI TUTTO cioè il Cristianesimo e la sua realizzazione pratica cioè la Civiltà Occidentale.
Secondo tali aggressori, la libertà individuale come sopra descritta è una illusione o peggio, è un inganno per giustificare i privilegi di pochi. La vera libertà si può perseguire solo in modo collettivo.
In tal modo, sentili bene, anche chi ha il potere sarà obbligato a esercitare il suo ruolo in conformità al "sistema" (regole e valori) che vale indistintamente uguale identico per tutti, quindi nemmen loro saranno individualmente perniciosamente "liberi" fuori da quanto concesso a tutti. Peccato che in cambio chi comanda ricavi privilegi e benessere, si faccia ELITE assieme a chi li serve e compiace: quindi si rimpiomba nell'inganno del PRIVILEGIO che si voleva eradicare - ma questo è solo uno sfortunato dettaglio.
Nel benecomunsimo woke, bigotti ipocriti son tenuti ad esserlo tutti: tutti DEVONO Credere nel medesimo set di valori e regole, la devianza è malattia mentale o crimine. Mal comune, mezzo gaudio: la massa gode tantissmo a veder puniti "i troppo furbi".
Il prerequisito del benecomunismo wokista è SPOGLIARSI DI TUTTO ("non avrai nulla, nemmeno la privacy perché tutto va esibito, e sarai felice"), consegnandolo alla "società" qualunque cosa essa sia. Ricorda l'ingresso ai campi di concentramento: l'individuo consegna tutto quello che gli resta, anche i capelli e i denti d'oro ed entra nudo, FINALMENTE UGUALE col suo barcode stampato sul braccio, per realizzarsi collettivamente "nel lavoro che rende liberi".
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Mi capita quest'anno del centenario di attraversare ancora di più l'Italia per raccontare di Don Milani e la scuola di Barbiana. Sabato accadrà in un posto che mi hanno sempre detto speciale, la Fraternità di Romena Onlus, nel Casentino, e sarà emozionante farlo dopo aver ascoltato Francesco Guccini, ospite come me, come Sandra Gesualdi, Antonia Chiara Scardicchio. Pare che saremo in buona compagnia. Non ho mai avuto un rapporto speciale con i preti. Sarò stato sfortunato. Non lo nascondo nemmeno ogni volta che faccio lo spettacolo e ai preti generosi e cari che mi invitano per farlo. Lo dichiaro da subito. Eppure che sia stato un prete a dire che gli toccava amare i suoi ragazzi "come le maestre e le puttane" mi porta ogni volta un mistero che va oltre le tonache, i ruoli, la politica. E' roba di sangue che circola e batte nel senso più nobile e alto del termine. Nessuno mai è stato capace di dire così tanto. C'è tutto lì. Appena ieri lo spettacolo era in scena ad Acquaviva delle Fonti organizzato dal Liceo "Don Milani" della Città. Dal mattino alla sera l'ho replicato 3 volte davanti a studenti, professori, genitori, politici. Una ragazza al mattino mi ha chiesto cosa sentivo durante lo spettacolo perché lei aveva provato una forte emozione. Si chiedeva se accadesse anche a me. Le ho detto che sono quasi 200 volte che ho fatto questo spettacolo e che ogni volta che arriva il brivido lungo le braccia mi stordisce e mi interroga allo stesso tempo. Ricordo che con Fabrizio Saccomanno, l'amico e regista dello spettacolo, fu una lotta dura su questo. Una lotta che capisco solo ora. Ieri ad Acquaviva c'era un'intera comunità ad ascoltare in una giornata degna di un "parlamento". I brividi delle 3 repliche hanno attraversato i corpi di tutti? Non lo so. Cambieranno il mondo quei brividi? No. Come dice una vecchia storia che cito spesso, se va bene, serviranno a fare in modo che il mondo non cambi me. E' il dono più intimo che mi ha portato questo spettacolo. Chi salva chi? Ci sarebbe da parlarne a lungo. Sul libretto che hanno stampato ad Acquaviva per l'occasione è riportato, "sono stato solo furbo. Ho saputo toccare il tasto che ha fatto scattare i loro più intimi doni. Io ricchezze non ne avevo. Erano loro che traboccavano e nessuno lo sapeva". Don Lorenzo Milani Il programma di questo sabato alla Fraternità di Romena Onlus: https://www.romena.it/events/event/convegno-sperare-insieme/
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IO CAPITANO
Ci sono film che sembrano non avere un regista, non perché il regista non abbia talento, ma perché sa farsi invisibile, sa nascondersi senza voler mostrare ad ogni costo la sua cifra stilistica, a tutto vantaggio della storia raccontata con le immagini. Questa volta però il soggetto della storia raccontata sembra uscito da un notiziario della sera, ma con l’epica drammaticità che solo il cinema sa mettere in campo. “Io capitano” di Matteo Garrone è un film che mette i brividi nonostante tratti di vicende che tutti conosciamo nel loro dipanarsi, ma che tutti cerchiamo di rimuovere dalle nostre coscienze. Due giovani ragazzi Seydou e Moussa, da Dakar in Senegal, intraprendono il loro viaggio della speranza che dovrà portarli in Italia e in Europa e paradossalmente il resto del film potrebbe anche non essere raccontato, poiché è facilissimo immaginarlo coniugando le informazioni fornite dai mezzi di comunicazione: la fuga dalla propria famiglia, i trafficanti di essere umani, gli stratagemmi, il deserto da attraversare, i predoni, le torture, le prigioni e, infine, quel Mediterraneo che fu chiamato non a caso dagli antichi “mare nostrum” e che i migranti potrebbero ribattezzare “mare monstrum”. Il film ha una dirompente e travolgente carica emotiva e ha la capacità di catapultare lo spettatore a fianco dei due protagonisti, facendocene percepire l’indomita volontà, la profonda umanità, ma anche le indicibili sofferenze, dal dolore delle membra percosse al bruciore della pelle torturata e brutalizzata, l’immane fatica dell’attraversamento del Sahara, la sete, il sudore…È indubbiamente questo che porta in dote la straordinaria pellicola di Matteo Garrone, cioè la sapienza di saper trasformare quelle che nelle nostre coscienze sembrano ormai essere “flatus vocis”, come i termini di “migrante”, “scafista”, “clandestino”, in qualcosa di tangibile. Il film non racconta solo una storia tra le tante, racconta la Storia, che non è fatta solo di politici, condottieri, generali, ma di persone senzienti che nutrono sentimenti e che hanno bisogni e necessità impellenti che è loro diritto cercare di soddisfare. Chi è un “clandestino”? Clandestino rispetto a chi? E chi è un “irregolare”? Irregolare rispetto a cosa? Era una domanda che aleggiava anni fa in una famosa canzone di Manu Chao. Il regista, senza alcuna necessità di esporre tesi o di supportare teorie o teoremi, ce lo dice con immagini chiare e dialoghi serrati (in lingua originale), senza troppi compiacimenti estetici. Non ci racconta di eroi (“Sfortunato quel popolo che ha bisogno di eroi” ammoniva Bertolt Brecht), ci racconta di anime e corpi che cercano il loro spazio vitale e che per trovarlo devono lasciare il loro sterminato continente, sfruttato da secoli dalle nostre civiltà (o inciviltà) capitaliste ed imperialiste. A fermare questo esodo non saranno certo qualche volenterosa signora della politica italiana o europea, né tantomeno qualche “capitano” da operetta. L”esodo” o “l’invasione” come ce lo fa immaginare la nostra cattiva coscienza, si fermerà solo quando verrà dispensata a quelle genti quel minimo di giustizia sociale che le nostre politiche ancora non considerano tra i diritti umani.
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In pratica se c’è qualcosa che nella mia vita può andare storto, puntualmente succede.
Ora, se fossi uno di voi drama queen, probabilmente adesso mi starei piangendo addosso, avrei fatto da da 1 a 2 • 10^5 post dove dico di essere il più sfortunato del mondo, dove dico “xdxd la mia vita fa schifo” dove comunque cerco comprensione e pietà dalle persone.
Invece siccome non amo i rompimenti di coglioni ne prolungare gli sbatti: QUANDO IL PIANO A FALLISCE, CI STA GIÀ IL B E IL C DIETRO AD ASPETTARE, PERCHÉ SE È VERO CHE ALLA SFIGA NON C’È LIMITE, NON C’È LIMITE NEANCHE ALLA MIA VOGLIA DI GRATTARMI I COGLIONI SUL DIVANO, QUINDI DEVO METTERMI NELLE CONDIZIONI MIGLIORI PER FAR SÌ CHE IL MIO DESIDERIO SI POSSA AVVERARE.
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Sto soffredo per amore..
Mi manca ma non lo capisce ci sto provando con le ragazze essendo che mi piacciono pure le donne ma nulla non mi vogliono perché sono sempre sfortunato..
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Babbo Natale per me lo rappresentano i medici ed ogni persona che ha deciso di mettersi al servizio di chi al Natale non ci crede nemmeno più, di chi spera di arrivare al giorno dopo, di chi è stato sfortunato perché è nato nella parte del mondo sfruttata per anni da chi ha pensato solo ad arricchirsi sulle spalle di innocenti, non curandosi dei poveri bambini e della povera gente che si ritrova senza cibo e senza cure. Il vero regalo lo fa chi decide di anteporre il bene altrui al proprio ogni giorno della sua vita
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Perché i cani vivono meno delle persone??
Ecco la risposta (da un bambino di 6 anni):
Essendo un veterinario, mi hanno chiamato per esaminare un cane irlandese di 13 anni chiamato Belker.
La famiglia del cane, Ron, sua moglie Lisa e il suo piccolo Shane, erano molto uniti a Belker e aspettavano un miracolo.
Ho esaminato Belker e ho scoperto che stava morendo di cancro. Ho detto alla famiglia che non potevo fare niente per Belker, e mi sono offerto di eseguire la procedura di eutanasia a casa sua.
Il bambino sembrava accettare la transizione di Belker senza difficoltà. Ci sediamo per un momento chiedendoci perché lo sfortunato fatto che la vita dei cani sia più breve di quella degli esseri umani.
Shane, che aveva ascoltato attentamente, disse: ''So perché...''
Quello che ha detto dopo mi ha sorpreso: non ho mai sentito una spiegazione più confortante di questa!
Questo momento ha cambiato il mio modo di vedere la vita.
Ha detto: ''La gente viene al mondo per imparare a vivere una bella vita, come amare gli altri tutto il tempo ed essere una brava persona, giusto?''
"Beh, visto che i cani sono già nati sapendo come fare tutto questo, non devono restare a lungo come noi.''
La morale della storia è:
Se un cane fosse un insegnante, insegnerebbe cose come:
• Quando i tuoi cari torneranno a casa, corri sempre a salutare.
• Non lasciare mai passare la possibilità di andare a spasso;
• Fai esperienza dell'aria fresca e del vento;
• Corri, salta e gioca ogni giorno;
• Migliorate la vostra attenzione e lasciate che la gente vi tocchi;
• Evitate di "mordere" quando solo un "ringhio" sarebbe sufficiente;
• Nei giorni caldi, sdraiatevi sull'erba.
E non dimenticare mai: "Quando qualcuno ha una brutta giornata, resta in silenzio, siediti vicino e dolcemente fai sentire che ci sei...
Questo è il segreto della felicità che i cani ci hanno insegnato ogni giorno.
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MOLO Brescia: si balla fino al 21 settembre, con 6 imperdibili party
Dopo il closing party del giovedì Frìo il 5 settembre, MOLO Brescia propone tanti altri eventi a settembre 2024, perché è una location all'avanguardia in cui si balla anche se piove… La foto che vedete è quella di Cassim, dj italiano dalla carriera internazionale (spesso è guest ad Ibiza), ma i party in questo locale sono tanti, e proseguono fino al 21 settembre '24.
Venerdì 6 settembre ecco Rehab, party urban e hip hop. Arriva per questa serata un guest d'eccezione. E' Artie 5ive. Si tratta, come scrive Boh Magazine, di un rapper milanese classe 2000. Di origini italo-sierraleonesi, il suo nome d'arte arriva dal suo secondo nome (nome anche del nonno) e dalle cinque vie principali di parte del quartiere Bicocca di Milano. Il suo stile si rifà alla scuola drill di Detroit caratterizzata da bpm sostenuti, melodie rapide e ripetitive, bassi pesanti ed acid e testi espliciti. Sabato 7 settembre un classico di MOLO e di Circus beatclub (in cui si tornerà a ballare per tutto l'autunno inverno 2024 - 25), ovvero Humble Night.
Venerdì 13 settembre, bando alla scaramanzia internazionale (che vede il 13 come numero sfortunato, non il 17 come è tradizione di noi italiani), ecco al MOLO Brescia l'house party Panorama con il resident d'eccezione, Albert Marzinotto e lo special guest Cassimm. Italiano di nascita e londinese di adozione, fa spesso ballare Ibiza. Ad esempio è stato recentemente protagonista all'Amnesia, uno dei top club mondiali. Ha recentemente pubblicato tempo su Rekids, l'etichetta musicale di Radio Slave l'EP "House of Moves". Il disco inizia con "Body And Soul", un brano da mani in alto sostenuto da un groove Tech House e da una voce da urlo.... Riassumendo, il suo dj set è perfetto per far scatenare anche il MOLO Brescia.
Sabato 14 ecco invece un altro classico di MOLO e Circus, Candy Crush, per scherzare tra dolci e cotte per ragazze e ragazzi.
Eccoci infine al weekend che chiude la lunga stagione di MOLO Brescia: venerdì 20 settembre ecco il party UNIBS IN DA CLUB. Infine, l'ultima festa è in programma per sabato 21. E' Closing Party da urlo, perfetto per dare l'appuntamento a tutti all'estate '25, in perfetta coincidenza con il calendario.
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Tante le novità per l'estate '24 al MOLO - Brescia. E una certezza. Da tempo MOLO - Brescia gestito da chi ha portato al successo nel tempo sia Circus beatclub a Brescia (che ha appena compiuto 25 anni di successi), sia River a Soncino (CR)... Ovvero, dal team coordinato da Antonio Gregori. E' un riferimento per chi vuol ballare con stile, tra gli addetti ai lavori e tra chi ha voglia di ballare.
MOLO - Brescia, Summer on my mind
Via Sorbanella n. 3, Brescia
Infoline, WhatsApp: +39 333 210 5400
A4: Brescia Ovest, zona Multisala OZ
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