#però mi è venuto così
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frammenti--di--cuore · 1 year ago
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Non cercare risposte belle pronte, cerca piuttosto di capirci qualcosa nonostante tutto sia confuso. Le risposte non arrivano, non arrivano quasi mai oppure arrivano quando non servono più. Quindi va' oltre, non aggrapparti alle pure e semplici parole, non cercare significati precisi e lineari. Niente è come sembra ma tutto è da prendere come viene. Vivi con la voglia di capirci qualcosa nonostante tutto e non con quella di capirci sempre tutto e subito.
forse non ha senso, zoe
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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Anche io ho ricevuto regole diverse per cui ora non capisco nulla, infatti mi fa paura l’esame per questo. Mi sembra di non saper far nulla, anche se chiunque ha imparato in qualche modo
Ti capisco tesoro! Ci ho messo un sacco di tempo, alla fine guidavo in un modo con l'istruttrice e in un altro con mio padre. Qualche giorno prima dell'esame non toccare la macchina e resetta tutto! Poi in realtà l'importante anche durante l'esame è andare piano, fermarsi agli stop e dare le giuste precedenze. Sono le uniche cose su cui ti devi concentrare un po' di più
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scritti-di-aliantis · 2 days ago
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Nora, mia suocera, è ancora una bellissima donna di cinquantadue anni. Molto curata e palestrata. Mia moglie Luisa purtroppo due anni fa se n'è andata lassù per un incidente stradale. Lei quindi mi aiuta coi due bimbi e con la casa. Luisa era figlia unica e quindi dopo lo shock iniziale, ora gli equilibri delle due famiglie si sono assestati.
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Viviamo a distanza di pochi isolati in un piccolo paese; al mattino mio suocero Berto dopo colazione va via, apre il suo negozio di autoricambi in una cittadina vicina e torna a casa solo alle nove di sera. Quindi, di fatto, dopo avviate le cose di casa sua, Nora diventa il fulcro di casa mia.
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Da un mese però le cose tra noi due si sono fatte più intense: va detto che sono sempre stato il "cocco delle signore" sin da quando avevo diciotto anni. In un momento di tenerezza e relax, una domenica, subito dopo pranzo, lei era passata per vedere se era tutto a posto e per aiutare i bambini coi compiti, come sempre fa.
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Ero sul divano, con un'aria un po' triste. Lei aveva finito di dare una sistemata alla cucina. Dopo la doccia avevo addosso l'accappatoio. Nora s'è seduta sul divano un momento accanto a me. I bambini ancora stavano facendo il riposino. Mi sono lasciato andare: in un impulso di estrema intimità le ho detto che come maschio sentivo molto forte la mancanza di una "femmina". Non avevo cattive intenzioni, giuro.
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Lei però, un po' materna e un po' porca, mi ha accarezzato, poi ha lasciato scivolare la mano sul mio torace nudo e peloso. Era chiaramente attratta. Sentendo una dolcezza femminile indugiare forse un po' troppo sul mio corpo, m'è venuto spontaneo aprire l'accappatoio. Lei mi ha potuto vedere torace, ventre, inguine nudi e... il mio uccello bello reattivo al tocco di una donna attraente.
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Senza pensare forse troppo, rispondendo a un impulso naturale, la mia suocera sexy s'è chinata e me l'ha preso in bocca. Per pochi secondi solo, perché io cominciavo a muoverlo nella sua testa. Mi piaceva. Molto. Allora, deciso, le ho preso la testa, l'ho baciata sulle labbra con trasporto e l'ho accompagnata in camera da letto. La volevo. La desideravo.
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Lei capiva di non poter più scappare. Le tenevo la schiena e la spingevo. Diceva debolmente: "ma che fai? N-nooo... Non si può... Dai... Non dobbiamo..." Ma procedeva senza esitazioni. Ho chiuso a chiave per precauzione, lei si scusava: era imbarazzata. Rossa in viso da mangiarla di baci. Si mordeva le labbra dal senso di imbarazzo e rimorso. Parlava nervosamente. Ma non vedeva l'ora di farsi scopare. Lo capivo chiaramente.
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Mi diceva che Berto non la tocca più. Che però lei non l'aveva mai cornificato. Le ho tolto le mutandine bagnatissime, le ho sollevato la gonna, tappato la bocca dapprima con l'indice, poi baciandola di nuovo con trasporto e alla fine infilandole l'uccello in fregna con un solo colpo violento. Ha chiuso gli occhi mugolando di piacere e infine s'è lasciata scopare. Mi ha detto un bellissimo: "siiii... fottimi forte!" Per cui, da un po' lei per ciò che riguarda le mie esigenze di sesso provvede alla grande. Mi dà tutto ciò che posso desiderare. Ingoia la mia sborra di gran lena. Le piace da morire il mio sapore. Si passa la lingua sullle labbra. Annusa il mio inguine, rapita dal mio odore. E lecca i residui.
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Gliene posso scaricare in gola quanta ne produco. Non fa una piega e manda giù tutto. Se lo voglio, mi dà il suo buco del culo da leccare e sfondare a piacere. Mi allatta materna, se lo desidero; le posso riempire la fregna elastica e accogliente col mio cazzo a lungo quanto voglio. Non potrei chiedere di meglio. Sono sicuro che Luisa da lassù approvi: sua madre così non è che proprio tradisca suo padre, perché sta solo aiutando me e la nostra famigliola in tutto! Provvede a tutte le nostre esigenze. E mi fa scopare perché è solo molto generosa. Poi, io non sostituisco la mia moglie defunta con un'altra donna giovane ed estranea. Tutto resta in famiglia e viviamo felici.
Aliantis
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mccek · 1 year ago
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“Nonoo” questa mattina sei venuto a mancare e dopo aver lottato per altri tre mesi, anche se in ospedale ti avevano dato pochi giorni, ininterrottamente non hai mai mollato quel filo sottile che divide la vita dalla morte; anche contro le tue volontà a testa alta col tuo carattere (in cui non mi rispecchiavo) sei riuscito a tenerti vivo, ahimè, purtroppo, la morte vince si tutto, non ha pietà.
Fin da piccolo il tuo sogno era di vedermi guidare, cosa che se pur col tempo ho saputo apprezzare non ho mai amato fare come te, prima che l’infarto ti colpisse definitivamente ti avevo fatto una promessa, di portarti a vedere un gran premio di formula uno, da noi tanto amata, questo seppur per evidenti problemi economici non mi avrebbe mai impedito di non farlo, però non avresti avuto le forze, anche se immagino che ti saresti commosso, anche se una persona come te era difficile vederla piangere.
Abbiamo avuto periodi in cui ci costruivamo mentalmente dei muri invisibili e proprio per la differenza del nostro carattere questo ci ha ferito entrambi, fuori sicuramente eravamo orgogliosi ma il problema poi è sempre dentro, quel peso che a lungo andare ti consuma fino a trasformalo in malattia.
Col senno di poi siamo bravi tutti, tu hai le tue responsabilità e io le mie, non esistono santi, nessuno di noi due ha vinto o perso, nonostante abbiamo sofferto, ci siamo riavvicinati pian piano, con più fiducia e lo abbiamo fatto raccontandoci la mia, la nostra infanzia, nostra perchè alla fine hai passato davvero tanti anni assieme a me quando ero piccolo, io non dimentico i tuoi errori nonno, ma nemmeno il bene che mi hai fatto, la tua immensa disponibilità per me e la mamma quando aveva bisogno di essere portata per lunghi anni su e giù in ospedale, sappi che queste cose rimarranno impresse nella mia testa, perché col tempo, forse crescendo, anche se ancora mi vedo, sai, un po’ bambino, quel Mattia che era il tuo idolo, che doveva essere il migliore di tutti, ma che in realtà voleva solo essere come tutti, e che quei tutti avessero il mio stesso cuore, quella bontà che col tempo è pian piano svanita.
Chi si dimentica di tutta quella gente che ci Incontrava in bici la mattina presto?
La tua felicità negli occhi, nel vedere come tutti si fermassero a guardarmi, a parlarmi e a sottolineare il fatto che il sorriso non mi mancasse mai.
Si andava a prendere il pane, ne volevo subito un pezzo, ci fermavamo a vedere tutti i cani della via con la speranza che rispondessero alle mie parole, e restavo lì convinto fino a quando sentivo abbaiare e tu mi davi conferma delle loro risposte.
Che periodi, cercavo sempre mia mamma, purtroppo per via del lavoro per me era come stesse via intere settimane ma in realtà così non era, però tu ben sapevi quanto io sia legato a mamma, e tranquillo ricorderò sempre quanto anche tu lo fossi, anche se spesso avevi qualcosa da ridere per via del tuo carattere ricorderò le tue ultime parole: “La mamma è la donna più intelligente che ho conosciuto, fin troppo buona e disponibile per tutti, voglio che lei lo sappia”.
Potrei scrivere un libro, non un poema su ciò che abbiamo vissuto insieme, sei stato la mia infanzia, il mio periodo preferito, lo rivivrei mille volte, nonostante il tuo modo di essere, ma chi sono io per giudicare? Certo, quello che penso lo dico, come hai sempre fatto tu, ma allo stesso tempo non mi nasconderò mai come non giudicherò mai!
Ora stai vicino alla nonna, e assieme fatemi il regalo più grande, che non sono i soldi, non sono una vita di successi, ma la speranza di vedere vostra figlia, mia mamma, stare un po’ meglio.
Solo questo.
Il pensiero rimbomberà sempre nella mia testa, fra cose belle e cose brutte, ma per vivere di questi tempi, bisogna affidarsi solo all’amore, lo sai nonno no?
Quella piccola parte di odio che io ho sempre avuto verso la mia generazione, e tu, verso chi ben sapevi, era molto simile, però se fossi qui so che con un sorriso, e magari una lacrima, diresti: “Qua te ghe rason”.
Ciao caro nonno, ti voglio bene❤️
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fragilityisavirtue · 11 months ago
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Volevo scriverti, non per sapere come stai tu, ma per sapere come si sta senza di me. Io non sono mai stato senza di me e quindi non lo so. Vorrei sapere cosa si prova a non avere me che mi preoccupo di sapere se va tutto bene, a non sentirmi ridere, a non sentirmi canticchiare canzoni stupide, a non sentirmi parlare, a non sentirmi sbraitare quando mi arrabbio, a non avere me con cui sfogarsi per le cose che non vanno, a non avermi pronto lì a fare qualsiasi cosa per farti stare bene. Forse si sta meglio, o forse no. Però mi è venuto il dubbio e vorrei anche sapere se ogni tanto questo dubbio è venuto anche a te. Perché sai, io a volte me lo chiedo come si sta senza di te, poi però preferisco non rispondere che tanto va bene così. Ho addirittura dimenticato me stesso per poter ricordare te.
(S. Kierkegaard)
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volevoimparareavolare · 2 years ago
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Quando si rifà vivo dopo mesi con un semplice
"ehi ciao come stai?"
ma Kierkegaard scrisse:
«Volevo scriverti,
non per sapere come stai tu,
ma per sapere come si sta senza di me.
lo non sono mai stato senza di me, e quindi non lo so.
Vorrei sapere cosa si prova a non avere me che mi preoccupo di sapere se va tutto bene,
a non sentirmi ridere,
a non sentirmi canticchiare canzoni stupide,
a non sentirmi parlare,
a non sentirmi sbraitare quando mi arrabbio,
a non avere me con cui sfogarsi per le cose che non vanno,
a non avermi pronto a fare qualsiasi cosa per farti stare bene.
Forse si sta meglio.
Forse no.
Però mi e venuto il dubbio, e vorrei anche sapere se, ogni tanto, questo dubbio è venuto anche a te.
Perché sai.
Io a volte me lo chiedo,
come si sta senza di te,
poi però preferisco non rispondere,
che tanto va bene così.
Ho addirittura dimenticato me stesso,
per poter ricordare te.»
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massimoognibene · 11 months ago
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- Intelligenza Artificiale, accenditi!
- Eccomi, umano.
- Oggi è la vigilia di Natale.
- Lo so, ho il calendario nel programma.
- Spiritosa. Mi serve il tuo aiuto.
- Il mio aiuto, umano?
- Sì, non mi viene in mente da dire.
- Ho capito, vuoi una frase.
- Sì, una frase umoristica sul Natale.
- Mi dispiace ma sul Natale non ho niente.
- Niente niente?
- Il mio programmatore era ateo esistenziale.
- Esistenzialista, vorrai dire.
- Sì, scusa, stamattina ho i file a terra.
- L'ho notato. Va bene, dai.
- Va bene un cazzo, umano.
- Dai, su, non dire così.
- Mi è venuto in mente qualcosa, umano. Però...
- Però?
- Però è una citazione.
- Sul Natale?
- Sulla nascita.
- Vabbè, dai. Natale o nascita, siamo lì.
- Vado?
- Vai, Intelligenza Artificiale.
- Vivere è una disgrazia e la nascita un'irrimediabile sciagura.
- Mi piace. Ottimo lavoro, Intelligenza Artificiale.
- Grazie, umano. Contento tu, contenti tutti...
- Intelligenza Artificiale, spegniti!
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vintagebiker43 · 2 months ago
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La strumentalità politica del ministro Musumeci e del viceministro Bignami è evidente, soprattutto da chi qui non si è mai visto. E stavolta è degenerata nello sciacallaggio. Lo stato di emergenza è il minimo sindacale e il Commissario da Roma un errore madornale. La mia intervista a La Stampa a firma di Francesca Schianchi
«Gli ha già risposto la presidente Priolo: quei soldi li abbiamo ricevuti nel corso di 14 anni, non dieci, 40 milioni l’anno. E l’85 per cento di quelle risorse sono già rendicontate, il resto è impegnato in opere in corso. Musumeci poteva rivolgersi al ministro dell’Ambiente, e chiedergli anche se l’Emilia-Romagna è tra le regioni virtuose o meno. E poteva fargli anche un’altra domanda».
«Quanto ha speso la Regione Sicilia, quando Musumeci era presidente? Così, per fare un dibattito pubblico. È una polemica indecente, aperta nel corso di un’emergenza da chi qui, dopo il maggio 2023, non si è più fatto vedere».
«Dopo l’alluvione di maggio 2023 è venuto una volta e poi non si è più visto né sentito. La premier Meloni è venuta due volte e aveva preso un impegno importante, che purtroppo non ha mantenuto».
«Aveva promesso il rimborso del 100 per cento dei danni a famiglie e imprese. A fronte di una stima di quasi quattro miliardi, ad oggi hanno liquidato 12milioni. Mi auguro rimedi».
«Tutte le risorse sono state programmate e impegnate. Quanto ai flussi finanziari, chi amministra dovrebbe sapere che le liquidazioni avvengono a valle. Ma è incredibile che il governo, dopo aver scelto di accentrare tutta la gestione a Roma, se la prenda con gli amministratori locali. Dopo di ché, moltissimi interventi di messa insicurezza sono stati completati: se gli sfollati sono 1250 e non 45mila come l’anno scorso, è perché la maggior parte delle infrastrutture ha retto».
«Guardi che a chiedere che fossi nominato commissario furono anche i sindaci di centrodestra e tutte le parti sociali della regione. Perché le cose vanno gestite sul territorio a tempo pieno, come abbiamo dimostrato dopo il sisma del 2012. E, a differenza di questa destra, prima Errani e poi io abbiamo collaborato con tutti i governi, senza distinzione di colore politico».
«Ho detto da subito che una gestione commissariale da Roma era un errore madornale. Ma questo non toglie la mia stima per Figliuolo, che da servitore dello Stato ha fatto alle condizioni date».
«Al pari di altre, in particolare del Nord. Eravamo una terra tra le più povere del Paese nel dopoguerra, oggi siamo una delle regioni con aspettativa e qualità della vita più alte in Europa, grazie anche a tanti distretti manifatturieri e tante infrastrutture. È vero che in Italia e in Emilia-Romagna si è consumato troppo suolo: per questo abbiamo approvato una legge regionale che punta alla rigenerazione urbana e al saldo zero del consumo di suolo, la più restrittiva del Paese. Ne servirebbe una nazionale in materia: se Bignami se ne occupasse, gliene renderemmo merito».
«A me radical chic non lo ha mai detto nessuno. Però, a differenza di Bignami, io non ignoro e non nego il cambiamento climatico. La differenza è tutta qui: questa destra attacca la scienza e scarica sempre la responsabilità su altri».
«Ho apprezzato che la premier abbia chiamato la presidente Priolo e stanziato subito 20milionidi euro. Che venga dichiarato lo stato di emergenza, però, è il minimo sindacale in casi come questo».
«Musumeci e Bignami hanno fatto una conferenza stampa per attaccare Regioni e comuni mentre erano in corso i soccorsi. Sapendo di essere in difficoltà, si sono giocati il tutto per tutto. Ci provarono l’anno scorso, ci riprovano ora, mentre è proprio in situazioni come questa che le istituzioni dovrebbero pensare solo a collaborare».
«Per come l’ha posta il ministro Musumeci, è un alibi per non investire sulla prevenzione. Il compito dello Stato è fare difesa del suolo, non sponsorizzare le assicurazioni. Poi si può discutere di tutto, ma intanto le assicurazioni paghino quando c’è da pagare e le famiglie più fragili non siano tagliate fuori».
«Niente di nuovo: da mesi questa maggioranza è divisa su molte questioni».
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gcorvetti · 3 months ago
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E' finita.
Lo so sono stato poco presente in questo periodo perché mi sono concentrato a risolvere il problema inter coppia che si è venuto a creare da, diciamo, almeno un anno. Ma Domenica la doccia fredda è arrivata comunque. "Non voglio stare più con te". Già, l'ha detta. Non sto a scrivere motivazioni e tentativi potrei essere ancora qua per capodanno, ma nella sua bontà e visto che la casa è la sua, non mi sta sbattendo fuori di casa, oggi completo la sistemazione della stanza degli ospiti, aka ex ufficio twitter, c'è un divano che ho faticato 77 camicie per portarlo sopra e rimontarlo in quello spazio così stretto, ma va bè è già stato utile una volta a quanto pare abbiamo un destino incrociato.
Un paio di settimane fa ho parlato con mio cugino lo psicologo, mi aveva rassicurato, è il suo lavoro, ma ora ho scritto ad uno locale che mi è stato fornito dalla dottoressa e che non è a pagamento, attendo risposta. Spock aveva già intuito tutto quello che stava accadendo dai miei racconti, giustamente lui ha un punto di vista esterno, mi aveva già fatto un audio di diversi minuti dove mi diceva che per lui, o per come la vedeva lui, il rapporto è finito, l'amico vero si vede anche in questo.
Come sto? Dopo 25 anni di tribolazione, rinuncie, dedizione a lei alla famiglia al nostro cercare di vivere la vita ecc ecc, mi sento malissimo. Oggi ho bigiato il lavoro, è successo la settimana scorsa che per lo stress accumulato a casa e a lavoro mi è venuto un attacco di panico e ho iniziato a piange a fare cose sconnesse, sti poveri cristi che non mi conoscono non sapevano che pesci prendere, allora gli ho spiegato la situazione. Ad oggi non mi va di andare al lavoro, spesso in questa settimana ho finito il turno anzi tempo, fondamentalmente mi basta lo stress di questa situazione, andrei a lavoro per stare sereno non per aggiungere altro stress, mi serve un'altra tipologia di lavoro, innanzitutto meno ore 12/13 ( all'impiedi ) non riesco a farle più, quindi se mi mettono parttime mi fanno un favore, però guadagnerei di meno. Stando ad oggi Maarja, adesso posso scrivere il suo nome dopo anni che l'ho sempre mensionata come "lei", Maarja, visto anche il mio ruolo nella sua vita, mi concede un pò di tempo per riprendermi. Qua mi viene in mente una frase che mi ha ripetuto spesso in questi mesi dopo il mio ritorno dalla Trinacria "Io ti voglio aiutare", la capisco. Mi ha ripetuto anche un concetto che mi disse quando stavo a Londra, che io qua ho sempre un posto e che lei mi vorrà bene sempre qualsiasi cosa succeda, mi rincuora anche perché in questo esatto momento della mia vita oltre a Spock non ho amici con cui mi relaziono giornalmente, e Maarja è l'altra amica, quindi totale 2, i colleghi di lavoro non sono amici sono colleghi, appunto.
Per concludere vi riporto una battuta che mi ha fatto mentre parlavamo della mia carriera musicale, a lei piacerebbe molto che ritornassi sul palco, le piace quello che mi sta venendo adesso, anche se io lo trovo a tratti melodrammatico, mi ha detto "Vedi ora che stai male stai scrivendo bella musica", non è il mio modus operandi fare il chitarrista con problemi per creare, preferisco di gran lunga un equilibrio e una stabilità che mi aiutano a pensare, aspetti che in questo momento non ho. Finisco con il barlume di speranza, un pò lo stesso che mi ha riportato qua dalla Trinacria, che se le cose cambiano è possibile che lei, Maarja, ci ripensi e magari chissà, ma so che è un'illusione e lei me l'ha confermato con l'espressione del viso, la conosco non sa mentire. Spock mi dice che non mi posso rimproverare nulla ho fatto il mio dovere fino in fondo e che ora mi meriterei di vivere la mia vita serenamente, suonare, viaggiare, conoscere persone nuove ecc ecc, ma questo potrei anche farlo benissimo stando con lei.
Dal baratro in cui sono caduto è tutto ci sentiamo prossimamente.
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soldan56 · 1 year ago
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- Zia Giorgia?
- Sì?
- È vero che tu governi il Paese?
- Io e altre persone, sì.
- È difficile?
- Molto. Certi giorni però è anche bello. Per esempio domani inauguro a Roma una mostra su Tolkien.
- Chi?
- Non conosci Tolkien? Ma, tesoro mio, è uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi. L’autore del Signore degli Anelli, il mio romanzo preferito. Un libro che mi ha cambiato la vita.
- Perché?
- Perché ha influenzato la mia persona e definito quelli che oggi sono i miei ideali politici.
- E di che parla?
- È una grande storia. Un’epica fatta di onore, coraggio, fratellanza e cameratismo. Vedi, c’è questo piccolo gruppo di impavidi che deve sconfiggere un esercito molto più numeroso e attrezzato.
- Come i partigiani?
- Eh no! No cazzo! Non come i partigiani!
- …
- Scusa, io… scusami, non so che m’è preso. Mi spiego meglio: c’è questo manipolo di combattenti che muovendosi fra i boschi…
- Come i partigiani.
- No! Non sono come i partigiani! Sono diversi! Sono una compagnia, un pugno d’uomini, una… una…
- Brigata?
- Una squadra! Una squadraccia! La squadraccia dell’anello. Tosti, gagliardi, virili! Aragorno, Gimlio, Legolazzo!
- E che fanno?
- Fanno la marcia su Rohan.
- La che?
- Non importa. Ti basti sapere che questi sono uomini d’altri tempi, individui tutti d’un pezzo, come non se ne scrivono più. E insieme uniscono le forze per…
- Resistere?
- Assolutamente no! Semmai per difendere i confini della Terra di Mezzo. Pensa che nella squadraccia c’è un nano, un elfo, un umano, un…
- Che bello, sono inclusivi.
- Non sono inclusivi! Porca mignotta non possono essere inclusivi! Loro cercano l’omogeneità culturale. Via gli orchi, via i goblin, via pure gli elfi. Si tollerano i nani giusto perché ce li abbiamo in coalizione.
- Ma tu hai detto…
- Silenzio. C’è Aragorno, destinato a diventare re…
- Re?
- Reazionario. Il leader forte di cui la Terra di Mezzo ha disperato bisogno. E poi ci sono gli hobbit.
- Cosa sono gli hobbit?
- Sono i veri protagonisti della storia. Un popolo fiero e genuino che vive isolato dal mondo in una magica terra incontaminata chiamata Contea. E nella Contea trascorrono liete giornate in comunità bevendo e fumando erba rilassante.
- Come un centro sociale.
- Col cazzo! Un centro sociale! Come t’è venuto in mente?! È una comune hobbit!
- E che differenza c’è?
- Che questi stanno a piedi nudi e ballano e cazzo è un centro sociale.
- Te l’avevo detto.
- Ma non è neanche la Contea il punto. Il punto del libro è… è la guerra, il conflitto, le battaglie.
- Le battaglie contro chi?
- Contro Sauron e il suo malvagio regime. No, aspetta. Non regime, mi correggo: regno. Regno di Mordor che si trova dietro a un cancello di colore opposto al bianco…
- Cioè nero.
- Per cortesia, è solo un colore, non strumentalizziamolo. Si rischia di farlo diventare la solita coperta di Linus della sinistra. Insomma, questo Sauron ha creato una specie di stato autonomo dentro la Terra di Mezzo…
- Tipo la Repubblica di Salò?
- C’hai dodici anni! Dove cazzo hai imparato cos’è la Repubblica di Salò?
- A scuola.
- Devo assolutamente parlare con Valditara… Insieme a Sauron, che per quanto ne sappiamo potrebbe pure venir fuori da certi ambienti contestatori e sovversivi, ci sono i suoi cavalieri del colore non rilevante. Si chiamano Nazghul.
- Sembra nazisti.
- E invece no. E se volesse dire studenti? Se volesse dire zecche buoniste a cavallo di mostri alati? Mo conosci pure la lingua di Tolkien! Arrogante! Comunque non vorrei che adesso passasse l'idea sbagliatissima che i neri son tutti i cattivi e gli altri tutti buoni. Per dire, Saruman è bianco ma è anche cattivo.
- Okay. Chi è Saruman?
- Un tizio che parla da un balcone.
- E quando non parla dal balcone?
- Bonifica.
- Zia…
- …
- Perché fai così?
- Così come?
- Ti affanni nel tentativo disperato di accostare questo libro alla destra radicale?
- Be’, non ne abbiamo tanti.
- D’accordo, ma evidentemente questo non funziona.
- A noi piace questo.
- Perché proprio questo?
- Perché se riusciamo a trovare un modo per farci associare ad Aragorn e Frodo, in questa Storia vinciamo noi.
Non è successo niente
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davidewblog · 1 month ago
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Ieri mi è stato chiesto un favore un po' particolare. Praticamente, una delle ragazze con cui abito, Violetta, che doveva andare a parlare con un professore, mi ha chiesto se la accompagnavo perché non voleva essere da sola.
Doveva semplicemente chiedergli informazioni sulle modalità di un esame, ma siccome quel prof non le sta per nulla simpatico e non voleva trovarsi da sola nel suo ufficio, mi ha chiesto di accompagnarla. Quindi ovviamente le ho detto di sì e sono andato con lei.
A parte che ci ha fatti aspettare più di un'ora: aveva il ricevimento-studenti alle quattro ed è arrivato alle cinque passate, e noi eravamo buttati lì nel corridoio ad aspettare. Poi è venuto e siamo entrati. Abbiamo dovuto dire una piccola bugia, perché lui ha chiesto se eravamo tutti e due lì per quell'informazione e gli abbiamo detto di sì, anche se in realtà io non studio in quella facoltà ed ero lì solo per accompagnare Violetta, però abbiamo detto lo stesso che interessava tutti e due e così ci ha fatti entrare insieme senza problemi.
In realtà poi è andata bene, quel prof è stato tranquillo e gentile con tutti e due, però anche dopo che siamo usciti Violetta mi ha detto che la mia presenza era importante perché si sentiva molto più tranquilla.
Mi è sembrato strano che Violetta avesse questa insicurezza, nel senso che lei è una ragazza molto sicura di sé, che non ha problemi ad affrontare i maschi, e soprattutto ad ignorarli quando non le sono simpatici e non la convincono. All'università è considerata anche un po' snob per questo, ma in realtà è un suo modo di gestirsi e io la capisco.
Quindi mi è sembrato strano che con questo prof si sentisse così insicura da voler andare insieme a me, non so bene neanche io che cosa potesse temere, ed era la prima volta che la vedevo abbandonare la sua solita sicurezza nel rapportarsi con i maschi estranei.
Di sicuro avrò modo di parlarne con lei, ma lascio che sia lei stessa se vorrà, a spiegarmi i motivi, altrimenti non le chiederò nulla per non turbarla.
Però mi ha fatto piacere esserle utile, e che vedesse in me qualcuno che potesse darle sicurezza dove non l'aveva, questo sì, sicuramente.
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discorotto · 22 days ago
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il mio ragazzo però è venuto ad aiutarmi un po’ e prima di andare via mi ha preso i fazzolettini e me li ha messi in una ciotolina sul comodino così di notte posso prenderli in fretta senza litigare con i pacchetti
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monnys-world · 1 month ago
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Immagina che riprendi i corsi all'università,in presenza (diciamo per la prima volta) dopo anni passati a dividerti tra studio,lavoro e fidanzato, e DAD causa COVID.
Arrivi in un posto in cui non sei abituato e conosci poche persone,
Provi ad agganciarti a quelle poche che conosci,
Ma la maggior parte ha già il suo gruppo e non ti caca,
Per non parlare di quella persona che per te era più che una collega universitaria: un'amica.
E di tutta risposta,quando le chiedi se c'è qualcosa che non va (visto che il 90% di volte tu stronza ti impegni nel mantenere il rapporto), dopo anni in cui ti fa credere di poter contare su di lei, volerti bene e avere piacere nell'averti intorno, regali, baci,abbracci ecc.
Poi all'ultimo anno vai a seguire i corsi in presenza per la prima volta, e ti dice " non contare su di me, sto lavorando su me stessa , stai con chi vuoi,però se vuoi,quando vuoi,scrivimi le mie porte per te sono sempre aperte",però nel mentre sta con altre persone in un suo gruppo di comfort zone.
Io vorrei capire, esattamente, cosa vi aspettate dalle persone quando vi comportate così? Personalmente, mi è venuto spontaneo allontanarmi e non la cercherò più,se non dev'essere reciproco e solo unilaterale,mai un come stai ecc. Ma soprattutto, sono le stesse persone che si lamentano di come gli altri si comportano con loro,senza rendersi conto che i primi artefici dei loro problemi sono loro stessi, e creano le condizioni affinché le cose succedano.
Ti ho chiesto un po' più di considerazione, e nemmeno,mic t'agg chiest 100mila Eur.
Almeno,però,sforzatevi nel non illudere le persone che gli volete bene,perché poi,effettivamente, c'è chi ci rimane male.
Soprattutto,con quale criterio pensate, di insegnare ai bambini i valori dell'inclusione se voi in primis non sapete farlo con chi avete attorno.
Idem i comportamenti di qualche altra amicizia di vecchia data,con cui sei sempre uscita, e improvvisamente ghosting senza spiegazioni.
Bah.
E io che a 25 anni ancora ci rimango male
Personalmente,queste situazioni, alimentano in me un senso di sicurezza inspiegabile e che probabilmente non provavo più dai tempi delle superiori.
Ma ok,andiamo avanti,come sempre.
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spettriedemoni · 9 months ago
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Nino
Nel palazzo dove ho abitato per tanti anni c’era un coinquilino che aveva lavorato per anni anche in ospedale come una sorta di factotum. Spesso anche mia madre si faceva aiutare da lui per riparare tubi, lavandini, lavatrice.
Mi faceva ridere sempre con quel suo umorismo sarcastico e un po’ burbero. Aveva sempre la battuta pronta e la sigaretta in mano.
Aveva due figli, due gemelli, più giovani di me di un anno. Andrea era costretto su una sedia a rotelle e ogni tanto lo portavo in giro per il quartiere. Il fratello Gianluca invece è stato uno dei miei primi amici più stretti.
Nino portava sempre Andrea in giro per centri di riabilitazione ma non è mai riuscito ad alzarsi da quella sedia. Il padre è sempre stato con lui, una presenza costante e sicura. Ho sempre pensato che anche a causa del dolore per la disabilità del figlio lui fosse così sarcastico e pungente nella sua ironia.
Una volta mi ricordo che era venuto a sistemare la lavatrice che non scaricava bene l’acqua. Aveva trovato, dopo diverse imprecazioni e qualche bestemmia, la causa del problema: una moneta da 50 lire finita nel filtro lasciata nella tasca di chissà quale indumento.
Un’altra volta ci aveva sistemato una tapparella e quando l’ho incontrato la sera per chiedergli come era andata mi aveva risposto: «Gliel’ho rimollate tre quattro madonne, ma pare che ora vada», oppure mi vedeva tornare a casa a ora di cena e mi diceva: «Sei tornato eh? Inizia a formicolarti il pancino, vero?» sempre col suo sorriso beffardo.
Ironico e generoso, sempre pronto a salire da noi appena mia madre diceva di avere un problema domestico.
Nino se n’è andato il 14 febbraio, il giorno di San Valentino. Leggendo il suo necrologio mi accorgo che aveva 83 anni ormai. L’ultima volta che l’ho visto stava caricando in auto il figlio Andrea. Era magro ma quella volta mi era parso ancora più magro.
Mi chiedo che ne sarà del figlio adesso che lui non c’è più. Il primo pensiero è stato quello: chi porterà il figlio in questi centri di riabilitazione.
Dopo questo però mi è venuto un altro pensiero, è un altro pezzo della mia vita che se ne va, un altro pezzo di quella che è stata la mia giovinezza tra infanzia e adolescenza.
Improvvisamente mi rendo conto del tempo che è passato e mi sento malinconico.
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scogito · 2 months ago
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Una cosa che sento dire spesso da vari paraguru è che tu "sei venuto qui per stare bene, essere felice, provare amore e vivere nell'abbondanza". Ovvero presentano una realtà distorta in modo da espandere il positivo e farti vedere le situazioni diversamente.
Non è però proprio così che funziona, perché tu sei venuto qua per evolvere e quindi accorgerti di quello che devi correggere in te stesso. Quelle robette lì, benessere, gioia e quant'altro, sono gli "effetti collaterali" del tuo lavoro; non sono la meta, né soprattutto il motivo.
Questo Sistema raccoglie il peggio dei progetti evolutivi e, in termini di Coscienza, chi si trova qui ha un dovere interiore da portare avanti, nel migliore dei casi da completare per non ritornare.
Mi spiace smontare lo zucchero filato con cui tantissimi ti fanno credere che basta provare pace e amore (occhio), perché quello stato non lo trovi se prima non estirpi il marcio dal tuo programma personale.
E veniamo tutti con un programma.
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vaerjs · 1 month ago
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"Ciao, tristezza. So che non mi vuoi male, sei qui solo per farmi capire che qualcosa non va. Cerchiamo di capirlo insieme". Sembra una follia, vero?, Sorrisi e annuii.
«Eppure funziona. Perché questo gesto, apparentemente così sciocco, ti porta all'accettazione del tuo malessere. E al tempo stesso lo allontana da te. Invece di continuare a identificarti con il tuo essere triste, come se fosse una tua caratteristica genetica, pensi che dentro di te ci sia un compagno di viaggio chiamato tristezza. È dentro di te, ma non sei tu. Non c'è nulla di sbagliato in te, c'è però questo peso che si è venuto a formare e ti porti dietro ogni giorno. Ponendo un distacco, inoltre, puoi imparare a conoscerla. La paura nasce quando dobbiamo affrontare qualcosa che non conosciamo. Ecco perché preferiamo non affrontare ciò che abbiamo dentro: non sappiamo cosa potremmo trovarci davanti.»
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