#peccato perché la luna è davvero bella
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odioilvento · 1 year ago
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Cos'è?
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a. un buco nero
b. il nulla della Storia Infinita
c. i tuoi occhi sono fari abbaglianti e io ci sono davanti
d. il caxxo portato stamattina (ved. post precedente)
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marco-fma · 2 years ago
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Mr.Rain - Supereoi
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A poche ore dalla fine dell'edizione 73 del Festival di Sanremo, mi lancio nel calissico pronostico in cui tutti gli anni mi butto. Onestamente non volevo farlo, ma questa canzone è davvero stupenda e su diversi piani. Bellissimo, stupendo il testo. Da leggere, capire, fare proprio , mai come in questo periodo. Bella la canzone e la metrica che rimane facile nella testa e si insidia come non mai. Delicato l'accompagnamento musicale, con il coro di bimbi, per altro sorridenti sul palco di Sanremo e assenti nel video ufficiale (peccato), che lanciano un messaggio molto forte di pace, serenità e speranza (in un periodo storico in cui ce ne sarebbe bisogno anche se in realtà ce ne sono molti di falsi sul video e troppi anche semplicemente fra le mlle persone che incontriamo o incrociamo giorno per giorno per strada e nemmeno ce ne accorgiamo). Canzone che accarezza l'animo, scalda il cuore con un suono lento, costante, diffondendo un bel messaggio. Un video (quello ufficiale visualizzato nei primi tre giorni dal rilascio da oltre un milione e mezzo di persone al giorno in media), che è una vera e propria opera d'arte e che nella sua complessità di trama, riesce a trasmettere nelle immagini il significato della canzone stessa che tutt'altro è che leggera canzonetta. Una vera Opera dsotto diversi punti di vista che mi ha rapitp, più di altre e oltre i pronostici classici. Stupendo il ritornello ma ancor di più tutto il testo della canzone, ma proprio bella, bella tutta. Ve la propongo e sappiate che è la mia personale preferita. Non puoi combattere una guerra da solo Il cuore è un’armatura Ci salva ma si consuma, A volte chiedere aiuto ci fa paura Ma basta un solo passo come il primo uomo sulla luna, Perché da fuori non si vede quante volte hai pianto Si nasce soli e si muore nel cuore di qualcun altro Siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare solo restando l’uno accanto all’altro. Camminerò A un passo da te E fermeremo il vento come dentro gli uragani Supereroi Come io e te Se avrai paura allora stringimi le mani Perché siamo invincibili vicini E ovunque andrò sarai con me Supereroi Solo io e te Due gocce di pioggia Che salvano il mondo dalle nuvole Ci sono ferite che non se ne vanno nemmeno col tempo Più profonde di quello che sembrano Guariscono sopra la pelle, ma in fondo ti cambiano dentro Ho versato così tante lacrime fino ad odiare me stesso, ma ogni volta che ho toccato il fondo Tu c’eri lo stesso Oh Quando siamo distanti Ogni volta che piangi piange pure il cielo Oh Non ho molto da darti ma ti giuro che Camminerò A un passo da te E fermeremo il vento come dentro gli uragani Supereroi Come io e te Se avrai paura allora stringimi le mani Perché siamo invincibili vicini E ovunque andrò sarai con me Supereroi Solo io e te Due gocce di pioggia Che salvano il mondo Mi basta un attimo e capisco che ogni cicatrice tua è anche mia Mi basta un attimo per dirti che con te ogni posto è casa mia Perché siamo invincibili vicini e ovunque andrò sarai con me Supereroi solo io e te Due gocce di pioggia che salvano il mondo dalle nuvole Camminerò A un passo da te E fermeremo il vento come dentro gli uragani Supereroi Come io e te Se avrai paura allora stringimi le mani Perché siamo invincibili vicini E ovunque andrò sarai con me Supereroi Solo io e te Due gocce di pioggia Che salvano il mondo dalle nuvole Significato della canzone: Dice Mr.Rain della sua canzone: "Mi sono sentito un supereroe, come dico anche nel brano, quando in un momento di difficoltà, dato anche da un percorso cominciato alcuni anni fa, sono riuscito ad accettarmi e a volermi bene. Ho smesso di vergognarmi, di preoccuparmi nel raccontare le mie ansie". https://youtu.be/uuVBNyn3ZB8 Read the full article
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djtubet · 4 years ago
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Dj Tubet – Fin Cumò (Traduzione in italiano dei testi delle canzoni)
01) Padua
(poesie popolari ottocentesche usate a modo di strofa ragga)
Buona sera ragazzine vi chiedo la libertà di potervi cantare una canzone senza essere disturbato O che bella luce di luna che il Signore ci ha mandato a baciare ragazze belle non c'è il minimo peccato Benedetto quell'occhio nero benedetto quell'occhio grigio mi sembra una ragazzina uscita fuori dal Paradiso Se ti tocco una manina lo dirai al tuo ragazzo? Perchè vorresti che glielo dica? le mie mani non sono le sue.
padua
pudu padidiu
diundudi
didi
dudi
iudi
iudi
Tu mi guardi carina facendomi l'occhiolino tu innamori, anche il prete più devoto Questa sera io non canto più ora sono proprio alla fine io vi do la buona sera ciao ciao cuoricino Se la luna se le stelle sapessero parlare avrebbero cose belle da raccontare a voi Vogliamo godere l'allegria come giovani che noi siamo suonerà l' Ave Maria dopo che saremo morti
padua
pudu padidiu
diundudi
didi
dudi
iudi
iudi
02)Torototela
(filastrocche popolari usati a modo di strofa reggae)
Ursula Cinciallegra cosa fai su quella vite?   Mangio pane e noci e aspetto mio marito Mio marito è andato in Francia a comprare une bilancia Per pesare mio zio Rospo che cantava giorno e notte Canta canta Ursula, fischietta ortolano Chi è la più bella? la figlia di Deano . Chi è la più brutta? la figlia di Battistutta. Battistutta tiene il lume la fanciulla muor di sonno Pietro la battezza, Simon la porta via Sulle porte di Gorizia lor diranno che son novizia. E novizia io sarò, scarpe rosse porterò scarpe nere ogni dì, mio marito vuol così. Questa è la storia delle famiglie di tempo fa, Torototela la sapeva inventare Questa è la storia delle famiglie di tempo fa, Torototela continua a viaggiare. Checco Becco cul di ferro si marita questo inverno Mangia pane e latte e dà la colpa al gatto Il gatto si arrabbia E dà la colpa alla formica La formica scappa via Checco Becco se la prende! Perin , Pierin parabola preparami la tavola preparami il cappone. Il cappone non è cotto Me ne vado a letto Il letto non è fatto Me ne vado sul prato Il prato non ha fieno Me ne vado sul legno. Il legno non ha midolla Me ne vado in carriola. La carriola non ha piedi Me ne vado in Paradiso. Il Paradiso non ha cantoni Me ne vado in prigione! Questa è la storia delle famiglie di tempo fa, Torototela la sapeva inventare Questa è la storia delle famiglie di tempo fa, Torototela continua a viaggiare. Tanto piccolo lui era Che toccava il cul per terra Si alzava la mattina Scopava la cucina Accendeva il fuochetto Bravo bravo quell'ometto. La moglie di Todaro Si è sposata molto ben Dorme assieme agli altri E Todaro è sul fien ! La moglie di Todaro Si è sposata molto ben Dorme assieme agli altri E Todaro è sul fien !
Questa è la storia delle famiglie di tempo fa, Torototela la sapeva inventare Questa è la storia delle famiglie di tempo fa, Torototela continua a viaggiare.
03) Future generations (feat. Navid Freedom)
Con in mano un fiore bianco Vedo come i giovani possono arrivare a una pace giusta Se siamo vicini a loro possono arrivare ad esso Altrimenti a che serve questa terra Vedi a cosa siamo venuti in questi giorni? A cosa pensano le persone?: solo soldi e oro Ora ne sono nutrito. Di avere paura e di un'arma spaventosa Dalla mattina alla sera vedi quanto oltre potremmo ottenere, se solo potessimo aiutare un po 'di più I nostri amici e anche tutte le persone intorno a noi Vedere la bontà dentro tutta l'umanità Mano nella mano e in armonia in un giardino Un obiettivo che è molto al di sopra della polvere Da poco fino a quando è possibile camminare Dalla giovinezza fino al giorno in cui si può svolgere il servizio
Un obiettivo che è molto al di sopra della polvere bocche veritiere senza nastro (scotch) Un obiettivo che potrebbe essere come la pace non puoi dare amore se non sei felice da solo Un obiettivo che è molto al di sopra della polvere bocche veritiere senza nastro (scotch) Un obiettivo che potrebbe essere come la pace non puoi dare amore se non sei felice da solo Te lo dico, se avessi un figlio gli insegnerei l'amore che ho sempre avuto per la verità un chiodo sporgente sarà battuto anche se il legno è duro non ti pieghi diventa te stesso non andare nella direzione sbagliata bambino scappa dal confort che ti danno metti l'amore e la luce nei tuoi dubbi non ci sono risposte, ma domande come un ignorante da grande farai qualcosa di grande costretto a crescere e camminare, non guardare indietro diventa un esempio di miglioramento personale il motore della vita non è la paura Non penso che ti piaccia la vecchiaia in silenzio ti darò la felicità che parla Non ti dirò dove si trova il pane se hai le idee chiare lo troverai anche nei momenti di fame Un obiettivo che è molto al di sopra della polvere bocche veritiere senza nastro (scotch) Un obiettivo che potrebbe essere come la pace non puoi dare amore se non sei felice da solo Un obiettivo che potrebbe essere come la pace bocche veritiere senza nastro (scotch) Un obiettivo che potrebbe essere come la pace non puoi dare amore se non sei felice da solo 04)Sufferation (feat. Chat-E the Lion)
questa guerra e combattimenti in questo mondo questo combattimento e guerra in questo mondo quanto costa la sofferenza è il costo ecco perché la gente sta combattendo ecco perché le persone che combattono si stanno uccidendo a vicenda voi i leader del mondo dovete fare qualcosa per le persone specialmente per i giovani perché sono i futuri anziani Soffrendo non ce la facciamo più creare più posti di lavoro per i giovani, per davvero gente cattiva, smettete di fare quella guerra se il sistema non cambia il sangue scorrerà Soffrendo non ce la facciamo più creare più posti di lavoro per i giovani, per davvero gente cattiva, smettete di fare quella guerra se il sistema non cambia il sangue scorrerà Qui resisto ma domani cosa mangio? senza lavoro non c'è nulla da perdere la tristezza di Pascal e la noia di Leopardi mantieni vivo l'entusiasmo se vuoi che il fuoco bruci soffrire senza dirlo questa vita ci mette alla prova ci sentiamo soli nel mezzo della tempesta crescere troppo velocemente non è più una novità marmocchi che si perdono nella droga di strada ragazze che sono incinte troppo presto uomini che non fanno famiglia, perché hanno pochi soldi o perché hanno paura i giovani cercano presto una risposta È nelle relazioni che la vita deve essere più ricca Soffrendo non ce la facciamo più creare più posti di lavoro per i giovani, per davvero gente cattiva, smettete di fare quella guerra se il sistema non cambia il sangue scorrerà Soffrendo non ce la facciamo più creare più posti di lavoro per i giovani, per davvero gente cattiva, smettete di fare quella guerra se il sistema non cambia il sangue scorrerà loro vivono come assassini uccidendo milioni di persone ecco cosa stanno facendo potere, fama e vanità sono ciò di cui stanno parlando non pregano Jah, il loro regno sta cadendo non danno nulla ai poveri i dolori e le sofferenze sono ciò che sentiamo troppo spreco troppa corruzione, ascolta ! non vogliamo vivere nel sistema di babilonia non è solo la sofferenza che ti dà la saggezza dobbiamo smettere di vivere come vittime trasformiamo le nostre ferite in un messaggio di libertà Un amore, un sangue, un popolo! Soffrendo non ce la facciamo più creare più posti di lavoro per i giovani, per davvero gente cattiva, smettete di fare quella guerra se il sistema non cambia il sangue scorrerà Soffrendo non ce la facciamo più creare più posti di lavoro per i giovani, per davvero gente cattiva, smettete di fare quella guerra se il sistema non cambia il sangue scorrerà
05) Ricordi di un'estate (feat Larson)
Atmosfera funky, made in Italy
Mi appoggio accendo una sigaretta e la dimentico
I problemi che mi infliggono, il lavoro, i falsi amici
La sveglia che suona
La gente che mi scassa, le giornate monotone Il cielo non è più grigio, mi alzo e sorrido,
Qui è estate e mi sposto in un angolo di paradiso,
Metto da parte le preoccupazioni, l'asfalto di Parigi, le macchine piene di strade, i poliziotti, il traffico e le sirene che suonano!
Questo è quello che ho imparato, guardare l'infinito,
Bevo acqua alla fonte, evacuo i mali che mi abbattono,
scappo e rimango intrappolato tra le strade di Venezia,
Occhiali da sole neri in stile Italiano fino al collo
Non ho più nemici, no! Non ho più parassiti, mi rilasso, prendo posto, è vegas tutta la notte!
sai come si dice, forza azzurri! 4 stelle sulla maglia, per ricordarti quanto eri arrabbiato
So che mi invidi, i testi sono così belli! Qui spacchiamo la strumentale, Tubet e Larson!
Così va la mia vita, qui torno indietro, rompo il beat proprio come un thug
Periferia- piazza -spiaggia - saltar - farti - ritrovarsi-
Dimmi vuoi che ti ci porti?
La vita di paese prende troppo bene
Nimis - Paris - fiumi - vini - monti – prati
Tu sai cosa sto dicendo
Dimmi vuoi che ti ci porti?
Yo, La vita di paese prende bene qui
Viaggio tra i ricordi di una storia minore
Amarcord ma con Harcore nel cuore
chi non vive in città non sà cos'è il rumore
sotto il cielo cobalto di un campo in fiore
ti puoi disperare o impazzire di gioia
vedi vecchi e giovani invecchiare di noia
il paese è il nostro piccolo mondo grande e completo
il bar dove tutti san tutto fumi di brutto nel retro
la piazza dove trovavi tutti gli altri da ragazzetto
quando venivi a giocare a pallone portavi la palla nel sacchetto
qua le donne pregano i maschi imprecano e se ne fregano
vecchi che non si piegano animo tenero c'erano
nei racconti di caccia e pesca nelle guerre nel bracconaggio
bambini che strafalcionano rosari: Maggio
ultimi canti degli uccelli blu la sera il paesaggio
non perdo la mia natura
anche se son di passaggio
Periferia- piazza -spiaggia - saltar - farti - ritrovarsi-
Dimmi vuoi che ti ci porti?
La vita di paese prende troppo bene
Nimis - Paris - fiumi - vini - monti – prati
Tu sai cosa sto dicendo
Dimmi vuoi che ti ci porti?
Yo, La vita di paese prende bene qui
Questo è il Friuli, uomo!
Dannazione guidano come dei pazzi!
Non me ne frega niente dei poliziotti, spingi sull’acceleratore, spacca il tetto della macchina.
Le strade sono come dei rally, andiamo dalla città alla campagna in quinta marcia, scusate siamo di fretta,
Questa è la mia Italia, la mia città, i miei scritti, le mie cascate,
i miei tormenti nelle profondità delle montagne,
Ecco il distillato, giorno e notte, una buona dose di grappa e poi sei morto
Questo è il Friuli dove sono nato
che tanta campagna fra paesino e paesino
ero sempre nel Cornappo quando ero bambino
e anche adesso che sono cresciuto questo vizio non s'è fermato
ogni casa ha un pollaio e un piccolo orticello
pieno di frasche per ritornare a casa a pancia piena
gente che gioca a carte e a morra ma non è legale
io conosco ogni posto e ogni luogo meglio di Google Maps
Periferia- piazza -spiaggia - saltar - farti - ritrovarsi-
Dimmi vuoi che ti ci porti?
La vita di paese prende troppo bene
Nimis - Paris - fiumi - vini - monti – prati
Tu sai cosa sto dicendo
Dimmi vuoi che ti ci porti?
Yo, La vita di paese prende bene qui
06) Vilotis RubaDub
(rapsodia di Villotte friulane tradizionali usate a modo di raggamuffin)
Mia madre è di Lonca
mio padre di Scjanus
sono caduti
in lutto perché è morto l'asino
era un asino di monta un asino lavoratore
ed è per questo che il nonno è diventato un signore
tutti gli asino montano
solo il mio non monta mai
zuppe non sono trippe
trippe non sono zuppe
hai mai giocato con il pupazzo?
Si che ho giocato e anche scherzato
joi che gusto che ho provato
guardala li che piscia
senza un pelo nella figa
guardalo li che spara
senza un pelo nel trabicolo
prendimi la borsa
fargli fare un corsa
hai mai giocato con il pupazzo?
Grattami la pancia
soffiami nella borsa
fammi fare anche a me puf puf
RubaDub
Villotte RubaDub
Cultura RubaDub
Friulano RubaDub
Jamaica RubaDub
yo yo RubaDub
Dj Tubet sul microfono RubaDub
Io voglio battere sulla stecca
finché non arriva sull'asse
mai non mi sposerò
finché quella ragazza non sarà mia
è lungo e stretto di spalle
non tiene su neanche il mantello
te lo giuro ragazzina
quello ti crepa questo inverno
quella violetta pallidina
presa su dal vaso adesso
voglio donarla alla mia Marietta
e al mio bene che è tutto mio
RubaDub
Villotte RubaDub
Cultura RubaDub
Friulano RubaDub
Jamaica RubaDub
yo yo RubaDub
Dj Tubet sul microfono RubaDub
Sono passato questa mattina
e il balcone era chiuso
io gli ho detto ciao carina
e il balcone si è spalancato
sulla più alta cima
si alza il Sole la mattina
e questa non è l'ora
di abbandonare l'amore
canta il gallo
inizia il giorno
ciao carina
mi tocca partire
RubaDub
Villotte RubaDub
Cultura RubaDub
Friulano RubaDub
Jamaica RubaDub
yo yo RubaDub
Dj Tubet sul microfono RubaDub
Oh che bello il castello a  Udine
oh che bella gioventù
gioventù come a Udine
non si trova in nessun posto
baciare belle ragazze
non è peccato
ne ho baciata una brutta
e il prete mi ha sgridato
mi ha dato per penitenza
di baciarla anche domani
Le ho chiesto di Sabato
se volesse fare l'amore con me
ha avuto il coraggio di rispondermi
no! no! perdio
ma in fondo alla mia anima
spero un giorno ancora
che lei possa rispondermi
si si io sono tua
RubaDub
Villotte RubaDub
Cultura RubaDub
Friulano RubaDub
Jamaica RubaDub
yo yo RubaDub
Dj Tubet sul microfono RubaDub
07)Nord Sud (feat. E.l.f.o.)
Monti mari laghi fiumi e fontane
strade dove pare che nulla accade
freddo come il clima mite e passionale
ben venuto nel nord est dello stivale
tale e quale rude concreto e leale
Il friulano è quello che è, non è bravo a dire bugie malinconia e bestemmie, dignità e preghiere fatica, fare tutto da soli, sentirsi fuori luogo nel loro casino terra spremuta, calpestata abbandonata ,periferia italiana al centro della storie europea popolo contadino cristiano nordico di frontiera e migrante siamo vanto di stirpe germanica slava e neolatina, il friulano che sa chi è non ha paura del diverso che si avvicina abbiamo vino , villotte, fogolar e buona cucina
voi intenderete  il nostro modo di parlar e di tacere
vivrete ricordi dal calore umano nelle osterie a bere friulano
siamo laboriosi ma quando festeggiamo festeggiamo!
Noi t'aspettiamo
t'aspettiamo!
Nord Sud Nord Sud Nord Sud
non trovi la differenza lo stato d'appartenenza,
una forma di resilienza che ha scosso la mia coscienza,
ma solo quell'uguaglianza che gioca la mia esistenza
tra
Nord Sud Nord Sud Nord Sud
non trovi la differenza lo stato d'appartenenza,
una forma di resilienza che ha scosso la mia coscienza,
ma solo quell'uguaglianza che gioca la mia esistenza.
Vengo da un luogo dove il cielo ha il colore del mare
dove alla fine di un tramonto cominci a volare,
dove un pensiero più veloce forte a generare
qualcosa di speciale d'irreale.
Vengo da sud Se vedi persone che si abbracciano ti sembrerà stano ma si salutano così
vengo da sud io vengo da sud io vengo da sud
Non collegare il sud a mafia e criminalità perché ormai nel mondo non ha più identità hanno sporcato tutti questi mafiosi a noi ci fanno schifo senza nessuna scusa abbiamo posti idilliaci siamo in po' romantici scaramantici al punto giusto
in tante cose identici col gusto ma siamo unici veniamo da sud.
Nord Sud Nord Sud Nord Sud
non trovi la differenza lo stato d'appartenenza,
una forma di resilienza che ha scosso la mia coscienza,
ma solo quell'uguaglianza che gioca la mia esistenza
tra
Nord Sud Nord Sud Nord Sud
non trovi la differenza lo stato d'appartenenza,
una forma di resilienza che ha scosso la mia coscienza,
ma solo quell'uguaglianza che gioca la mia esistenza.
08)Starting from zero (feat. Navid Freedom, Laurence, Sah Bless)
Non sono uno di quei tipi che hanno vissuto nella nobiltà un’ardua vita mi ha reso più forte di quanto non lo sia mai stato scrivo le mie canzoni in tal modo che la mia voce esser sentita non faccio quello che faccio solo per assaporare la terra la vita è un mistero, perché la rendi così difficile fomentare il tuo ego ti porterà al punto di partenza se fossi stato ricco che cosa faresti se fossi stato ricco saresti solo la metà di te impari ad essere distaccato dalle cose che hai oggi esse sono tue, domani potresti essere morto impari come batterti per un letto o del pane si puoi costruire un castello senza una terra o della sabbia ci vuole molto coraggio per emergere da questo mondo rende i tuoi sogni realizzabili in un mondo così freddo il meno dell’uno per cento non può capire il novantanove il futuro del domani dovrà trovare la pace nella vita Partendo da zero potrai farcela partendo da niente abbi fede in te
Mi hanno detto che il mondo cambia ma il mondo non si modifica è la gente cambia dove è l'alba del sole? nasce sempre nello stesso posto il sole si muove nella stessa direzione ma senza mai tornare indietro mentre chi era ricco ieri potrebbe essere povero oggi chi era povero ieri potrebbe diventare ricco oggi ci sono molti che rovinano facendo cose cattive agli altri dobbiamo migliorare le nostre vite per stare nel bene ci sono alcune persone che quando hanno finito di rovinare le tue cose iniziano a rovinare la vita di altri quando esci cerca di capire chi è buono guardati dalle persone cattive cosa faranno non lo saprai cosa diranno non lo capirai non sono in pace finché penso alla mia povertà è una malattia perché non ti permette di ottenere ciò che desideri nessuno fa compagnia al ricco che è diventato povero fai attenzione perché ieri avevi soldi ora sei povero Partendo da zero potrai farcela partendo da niente abbi fede in te Il significato della esistenza lo annusa chi è senza soldi a casa lamentarsi non serve la cinghia è più stretta ma è una fase gli avari sono ricchi di rimorsi e di schiavi ma poveri di amici e di pace una idea non ti sfama ma un genio non nasce nella bambagia se non vediamo una strada la faremo una porta chiusa la sfonderemo non puoi conoscere il mondo se il tuo orizzonte è il prato del vicino quando sei malinconico ti sembra che Dio si addormentato ma per dirla con filosofia di quello che c'è non manca proprio nulla senza soldi ma in quei mesi non mi sentivo umiliato tutto quello che ho passato per il diktat della mia espressione di libertà meglio fare invidia che non pietà, se hai sbagliato è perché hai fatto i soldi bisogna saperli spendere, risparmiare per farli rendere tutti i miliardari che guardi cantare come cicale in passato erano formica che non riusciva a mettere via niente la difficoltà da sapore per aggiustare il tuo peggio in meglio ma dimmi quanto vale la fede nella tua luce interiore? Partendo da zero potrai farcela partendo da niente abbi fede in te
09)Gyal wine (feat. Slimmo Eadafyah)
mi piacciono le donne che ballano quelle che quando muovono il culo tutti le guardano quelle che hanno molti uomini che le pretendono ma non si concedono a nessuno all 'inizio sexy ed eleganti come una boutique loro ti fanno vedere le mutande piegandosi un poco il loro culo va in alto quando vibra sulla musica questa danza è la vita che ti chiama subito ragazza io ti voglio per molleggiare e ciò causa un guaio ti fa guardare da ogni uomo per quanto sei sexy fa gettare i soldi a terra dagli uomini io amo il tuo modo di ballare e twerkare il tuo "paraurti" è pesante fa scuotere tutta la terra ragazza il tuo girare fa schizzare via la gonna ti dico mi fa qualche volta svegliare ragazza io ti voglio per ballare muovi la tua vita ragazza italiana balla a tempo ragazza giamaicana va a tempo con il basso da tutto il mondo voglio vedere le ragazze che ballano ragazza io ti voglio per ballare muovi la tua vita ragazza italiana balla a tempo ragazza giamaicana va a tempo con il basso da tutto il mondo voglio io voglio le ragazze che ballano
la ragazza muove il suo corpo in modo sexy tu ci vai vicino le ragazze americane mi vogliono le ragazze guyanesi mi chiamano le ragazze italiane le seguono amano le ragazze giamaicane la ragazza fa un ballo sexy si muove così bene che blocca il traffico gli amori nella dancehall nascono non farti vedere da solo facciamo rumore quando si muovono loro tutti iniziano a creare un cerchio rapidamente mi sembra di essere in jamaica come a montegobay dove le dancehall queen fanno muovere una isola un party che non si ferma neanche al mattino eros carisma e moda è lei
ragazza io ti voglio per ballare muovi la tua vita ragazza italiana balla a tempo ragazza giamaicana va a tempo con il basso da tutto il mondo voglio vedere le ragazze che ballano ragazza io ti voglio per ballare muovi la tua vita ragazza italiana balla a tempo ragazza giamaicana va a tempo con il basso da tutto il mondo voglio io voglio le ragazze che ballano
10)So powerful (feat. Navid Freedom & Jamal Corrie)
Quando apro la porta mi rivedo Mi allontano da quello che sono stato Come una candela che si accende sempre di più Forse diventerà più emozionata Uomini senza ideali nel buio senza fanali Senza trovarci un perché la vita sta in stand by Vedi la verità con i tuoi occhi Senti come ci sentiamo su questo pianeta Che destino magro che abbiamo Se non troviamo noi stessi Setacciamo nei fondi Per stemperare quello che siamo Delle creature che per ora nel nostro universo sono uniche Il suono delle stelle è più vicino al limite La meraviglia di essere vivi inizia nella solitudine Un motto nasce dalla compassione per la gentaglia Se ci raccontiamo bugie cadiamo nel tranello Qua siamo tutti fratelli di una travagliata banda Così potente è la luce dell'unità che può illuminare l'intera terra Di recente un riflusso di accettazione a cui attingere Ma senza dissolvere le differenze qui L'amore favorisce il nostro desiderio di incontrarci Fidarci e guardare assieme il sole a nascere Il suono di un mulo che si blocca nel fango Per tanti è caldo per altri è freddo Una verità che i nostri occhi vedono Per tanti è bella e per tanti è brutta Siamo tutti connessi grazie al progresso Sul piano spirituale dovremmo fare lo stesso Avere compassione per ogni persona è l'interesse Un bocciolo di umanità piano piano matura Se l’amore per l’umanità è il suo scopo Vedi come si può creare il paradiso Per un mondo che possa migliorare Ciò che dai rimarrà per sempre Così potente è la luce dell'unità che può illuminare l'intera terra Così potente è la luce dell'unità che può illuminare l'intera terra
11)No borders (feat. Psaicopat, Eve E, Lara)
Ci tengono divisi su questo mondo, a causa dei confini guerra, droghe e soldi, io viaggio sotto un arcobaleno sotto la Luna attraverso ogni campo. Gli esseri umani sono ciechi, mi è già chiaro che la maggior parte qui delira, noi siamo quelli che cantano l'Amore eterno per ogni bambino. Trovo che gli unici confini che ancora abbiamo sono nella nostra testa e ancora peggio nello stomaco , cosa ti devo dire? Mi pongo domande , è lo stesso cielo sotto il quale dormiamo? Sono così emozionato, andiamo liberi per ogni spiaggia , orme sulla sabbia anche se non siamo conosciuti , Camminiamo liberamente su qualsiasi spiaggia.
Non ci dovrebbe essere alcun limite nel viaggiare perché la nostra strada è di larghe vedute le nostre idee superano le barriere perché ci troviamo di fronte l'ignoto senza timori Mi sento parte della famiglia umana in un mondo senza confini non abbasso mai i miei occhi sulla strada, guardo fisso l'orizzonte dei pensieri, muri di indifferenza, mattoni di egoismo, malta di destini dolcezza e tristezza mattino lontano sono stufo di stare in piedi il confine che ti passa dentro l'anima quello più pericoloso voglio essere opportunità, la mano che tocca la tua senza in mezzo un reticolato sono partito con l'essenziale nel cuore quello che era di troppo l'ho lasciato fuori, abbandonato l'idea di una frontiera, la utopia tiene un passo silenzioso l'amore non ha passaporto guarda oltre il tuo sguardo, stupido Non ci dovrebbe essere alcun limite nel viaggiare perché la nostra strada è di larghe vedute le nostre idee superano le barriere perché ci troviamo di fronte l'ignoto senza timori Dove una linea disegna un confine io prendo il volo, prendo il volo perché la terra a ogni mio passo profuma di me, profuma di te hai smesso di aspettare ora scappi prendi il volo, prendi il volo nostra è la colpa, tuo il sangue il confine siamo noi. Non ci dovrebbe essere alcun limite nel viaggiare perché la nostra strada è di larghe vedute le nostre idee superano le barriere perché ci troviamo di fronte l'ignoto senza timori 12)Blessings from above (feat. Zewdi)
Io, Penso di averlo capito questo è l'umore giusto, l'atmosfera giusta Lo senti, vero? splende, è sopra, è dentro di te! Non smettere di sorridere Fidati di chi sei e inizia a credere e inizia a credere So che la strada è dura ma mai e poi mai, affrettiamola Quindi, vivi la tua vita e tutto andrà bene
Ascolta la tua anima Dove splende il sole wo oh oh oh oh Benedizioni dall'alto (dall'alto) So che arriveranno in tempo Sono benedizioni che ci avvolgono quando gli occhi all interno si rivolgono i paesi sono cosi lontani, pare che dormano tra l'orizzonte dove le nostre nubi si perdono mani intrecciate monolitiche eternano gioia che scoppia pensieri che si sospendono Ti trovo in lunghi sospiri che trattengono i palpiti di un cuore in preghiera rallentano tutto è cuiete densa lungo attimo cercano i cieli che le rocce immergono il mio corpo appartiene a te o Eterno Atomo dolcezza di rugiada occhi che lacrimano Ascolta la tua anima Dove splende il sole (oh splende, guai oh oh oh oh) Benedizioni dall'alto So che arriveranno in tempo (tempo) Prega Io sono una marionetta Porto il ricordo di Te nel mondo della gente È vero amore È puro amore Aderente a un debole respiro di uomo il suono del Tuo Nome è Verità fino alla fine Ti voglio bene Madre Mille Grazie La Grazie è ovunque ora La Grazia è ovunque con noi La Grazia è ovunque ora E' con noi E' con noi
Ascolta la tua anima (la tua anima) Dove splende il sole (splende, guai oh oh oh oh) Benedizioni dall'alto (benedizioni benedizioni) So che arriveranno in tempo (tempo)
13)Praise the Almighty (feat. Mikeylous)
Ogni mattina mentre mi alzo lodo Dio prima di toccare la strada controllo la mia bibbia e leggo due passi delle Scritture prima di toccare la strada mi assicuro di ragionare con il Padre prima di toccare la strada la bibbia è la mia arma che non ho lasciato in giro ogni volta che sono in viaggio Dio è la mia guida e il mio protettore lui mi protegge da tutti questi pericoli sono circondato da molti sconosciuti sul campo di battaglia, devi essere come un ranger solitario hanno crocifisso Gesù, venduto per 30 pezzi d'argento vendettero Garvey, spararono a Bob in Giamaica hanno ucciso Malcom X e Martin Luther così ho messo la mia vita nelle mani del Padre. Ogni mattina mentre mi alzo lodo Dio prima di toccare la strada controllo la mia bibbia e leggo due passi delle Scritture prima di toccare la strada mi assicuro di ragionare con il Padre prima di toccare la strada la bibbia è la mia arma che non ho lasciato in giro ogni volta che sono in viaggio Amore così grande che mi inebria fino a perdere il respiro cuore che ascolta piange e sorride vastità che ammiro che sia: donna nera, musica vera, poesia della sera, festa che dura fino al mattino fare l'amore fino a fare un casino, applauso di chi è vicino o il silenzio di un ritiro primavera che nasce bellezza in cui mi ispiro sete che non si placa vale più d'un zaffiro una stella che non è il sole brilla con altre vicino più di mille strade per un unico cammino yo. Ogni mattina mentre mi alzo lodo Dio prima di toccare la strada controllo la mia bibbia e leggo due passi delle Scritture prima di toccare la strada mi assicuro di ragionare con il Padre prima di toccare la strada la bibbia è la mia arma che non ho lasciato in giro ogni volta che sono in viaggio Alcuni chiamano Dio in quei momenti difficili quando le cose hanno funzionato e il loro piatto ha fatto una bolla ora li inchiodano in punta di piedi e si lasciano cadere nella pozzanghera chiamano Dio per fare qualche miracolo È la felicità che viene e spezza il cuore, ti arrendi alla bellezza non troverai mai la fonte di chiarezza nel fango la Scrittura è come una fonte di ispirazione in un momento di incertezza Preghiera come fonte di ispirazione nella vita stessa.
Ogni mattina mentre mi alzo lodo Dio prima di toccare la strada controllo la mia bibbia e leggo due passi delle Scritture prima di toccare la strada mi assicuro di ragionare con il Padre prima di toccare la strada la bibbia è la mia arma che non ho lasciato in giro ogni volta che sono in viaggio
14)It goes like this (feat. Veronique & Sanny Mc)
Va così sento la felicità
perché la musica è il mio regalo speciale
wooo sento la mia anima
E' come un bacio mi sento completa è un privilegio, segui i tuoi sogni
wooo sento la mia anima
Qua c'è musica che odora di buono da Alessandria ad Aquileia da quel tempo di San Marco un ballo arriva fino ai giorni nostri ritmo e parola si sposano a livello di un altra dimensione
la nostra villotta resta l'anello di questa connessione intanto che vivi fa che le tue giornate non siano tristi
muta quello che ti rende fastidioso sotto la macina di un canto a piena voce in un battibaleno non mi sento più rattristato
quasi quasi faccio una capriola anche qua sul marciapiede
in un attimo il tempo ti matura in un uomo
nascondendo la vitalità in ballo di armonica e contrabbasso
la musica ha tolto tutta la malinconia è in grado di intravedere quello che siamo in un mondo che cambia
quando canto con l'aiuto della gente che balla serena
do vita a un anniversario che non che nube che lo possa nascondere ci vediamo presto non ascoltare sempre quella solfa
la Sua parola è felice la nostra pellaccia può capirla
Va così sento la felicità
perché la musica è il mio regalo speciale
wooo sento la mia anima
E' come un bacio mi sento completa è un privilegio, segui i tuoi sogni
wooo sento la mia anima
Ogni mattina sotto la finestra mi sveglia l'amore
Sento l'energia positiva e un piacevole viso che non si copre con maschere non mi lascia mai sola Per questo gli voglio bene
Se sentissimo sempre frasi gentili,
Se al posto dell'odio nascessero solo fiori,
Se trovassimo la nostra strada ci basterebbe il nostro pianeta,
E la gioia si leggerebbe come le favole ai bambini..
Ricordo, come registravamo sulle cassette,
Ora ho, l'età giusta per ritagliare nuovi testi,
Guardo, il cielo, dietro le nuvole il sole ancora splende,
Ho già due ali nuove per affrontare volo del tempo.
Così un giorno realizzerò i miei sogni
so che arriverà il momento, so che comincerà,
So che arriverà quel giorno, aspetto con una nuova base e una poesia pronta.
Va così sento la felicità
perché la musica è il mio regalo speciale
wooo sento la mia anima
E' come un bacio mi sento completa è un privilegio, segui i tuoi sogni
wooo sento la mia anima
Se guardi oltre puoi perder le parole e
rimani li a pensare ore ore ore
ma poi ti accendi quando vieni qui
loro ti vogliono sempre così
pensa...
pensa quanto in alto andrai
non girarti è tardi per fermarti ormai lo sai non voltarti il ritmo non tradirà mai
Va così sento la felicità
perché la musica è il mio regalo speciale
E' come un bacio mi sento completa è un privilegio, segui i tuoi sogni
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veronica-nardi · 5 years ago
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Romance is a bonus book Commento Finale
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Non so perché, ma ci sono serie di cui ho una voglia matta di scrivere il commento (vedi i miei scleri su The Untamed, i vari commenti su Hotel del Luna o, a discapito della follia della trama, Black and White), e serie di cui salterei volentieri il commento finale tanto non ho voglia di scriverlo.
Romance is a bonus book è una di queste.
Quindi farò una scaletta veloce dei punti più importanti:
La protagonista. Dan-i non mi ha fatto impazzire. Sinceramente credo che sia il problema più grosso di questo drama. Era partita come un personaggio interessante, che portava in scena questioni interessanti come il lavoro e le donne, la difficoltà di ricominciare. Ma alla fine risulta un personaggio di poco impatto, irrealistico (chi si alza alle sei di mattina per andare a pulire le scrivanie dei colleghi?), con una storyline profondamente ingiusta verso tanti di quei personaggi che ho perso il conto. Ma nessuno se la prende con Dan-i, no, lei è amata e lodata, tutti le vogliono bene e la richiamano al lavoro con la scusa paraculo dell'assunzione speciale (#ionondimentico). Forse la cosa che più di tutte mi ha dato fastidio e che ho trovato surreale è stata la questione della figlia: spedita nelle Filippine (perché se subisci bullismo non basta cambiare scuola, no, devi proprio cambiare nazione), e mai menzionata o vista in scena a parte trenta secondi. Dan-i non parla mai di lei, non la vediamo mai pensare a lei, e questo è semplicemente assurdo.
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Il protagonista. Mi è piaciuto. L'ho trovato adorabile, e a parte questo non ho molto altro da dire su di lui. Solo una cosa. Ricordo che in uno dei primi episodi questo personaggio mi ha fatto fare una riflessione: in una scena lo vediamo notare come il futuro marito di Dan-i non sia l'uomo adatto a lei, ma invece di parlarne con l'amica, tiene i propri pensieri per sé. Quando ho visto la scena mi sono chiesta: perché non gliene hai parlato? Quando si è fidanzati e si sta per compiere il grande passo del matrimonio, penso sia molto importante avere qualcuno vicino a noi che ci aiuti a vedere le cose con più chiarezza, e nessuno ha aiutato Dan-i. Il suo migliore amico non solo non ha detto nulla, ma l'ha anche riportata all'altare quando una dubbiosa e spaventata Dan-i voleva disertare le nozze. Ammetto però che la mancanza di coraggio di Dan i di andare fino in fondo nella sua fuga sia qualcosa di molto realistico, e questo punto l'ho apprezzato molto.
Il valore dato ai libri. Questo drama ci mostra il luogo di lavoro di una casa editrice, ci fa vedere come nasce un libro, tutto l'impegno che c'è dietro, qualcosa a cui io non avevo mai pensato molto. Ammetto che vedere questo drama ha risvegliato in me la voglia di leggere, e questo mi fa super piacere. Ho trovato anche triste e interessante il discorso sulla morte della poesia.
Il team della casa editrice: semplicemente uno dei migliori che ho visto finora in questo 2020.
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Anche se una cosa la devo dire: l'ambiente in quel luogo di lavoro l'ho trovato troppo favolistico.
I second lead. Lui non è stato nulla di spettacolare, ma l'ho apprezzato. Mi è piaciuta molto la dinamica tra lui e la signorina Song. Quest'ultima è uno dei miei personaggi preferiti del drama e una delle migliori Second Lead che abbia mai visto. Mi è piaciuta un sacco.
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La love story: sento il miele che mi cola tra le mani mentre scrivo. Io sono una che shippa facilmente, ma questa ship non mi ha mai fatto battere il cuore all'impazzata. Sono carini, per carità, sono adorabili, e @dilebe06 mi ha giustamente fatto notare che si tratta di una storia d'amore un po' diversa dal solito, priva di angst, e con i due interessati che si conoscevano già da anni. Tuttavia non mi ha presa. Due cose mi hanno fatto storcere il naso: 1) non si capisce quando i due si mettono insieme, 2) Dan-i non l'ho mai vista coinvolta e innamorata tanto quanto Eun-ho, e questo è un peccato.
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La Signora Go e Oh Ji-yool: per quanto mi riguarda, le vere Queen della serie. Le ho amate un sacco entrambe. La prima è la Miranda Priestley asiatica della situazione, ma rispetto a Miranda ha una marcia in più:
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Cioè, come si fa a non amarla?
Mi è piaciuta molto la sua storyline: la scelta della carriera sopra al matrimonio, la solitudine, una freddezza che nasconde un cuore ancora pronto ad amare ed essere amato. Sono molto contenta della ship che si è venuta a creare col signor Kim, e tutta la questione dei bottoni l'ho trovata carinissima.
La seconda, Ji-yool, è stata semplicemente una grande. Il personaggio con la più grande evoluzione della serie. Da viziata, superficiale, dipendente dalla madre, si trasforma in una lavoratrice responsabile e operosa, e una ragazza che riesce a innamorarsi al di là dell'aspetto fisico o dei soldi. L'ho amata.
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Ecco, di fronte a queste due Queen, Dan-i semplicemente sbiadisce.
Costumi. Santo Iddio. Ok, scusate l'imprecazione ma ci stava. Sono sicura che questo drama vincerà la categoria del Peggior Outfit nel quiz che farò con @dilebe06 a fine anno. Mai visto qualcosa di così orribile. Dan i ha sfoggiato in ogni singola puntata degli outfit che mi facevano venire voglia di strapparmi gli occhi.
La questione dello scrittore scomparso. Ammetto che la puntata finale mi ha messo addosso un certo magone, ma questo non mi toglie la sensazione che questa storia poteva essere gestita un po' meglio e in meno tempo (in realtà tutto il drama poteva essere raccontato in dieci/dodici episodi).
E comunque non ci hanno mai detto una cosa: ma perché quel pover'uomo era legato al letto come un salame?
Signora Seo e marito: mi sono piaciuti molto entrambi. Lei l'ho amata davvero tanto: l'ho trovata simpatica e realistica nei suoi modi di fare. Lui mi ha fatto un po' tenerezza nel vederlo (fino alla fine!) cercare di riconquistare la ex moglie, che però riesce ad andare avanti con la sua vita, come è giusto che sia. Se da una parte mi dispiace che alla fine non si siano rimessi insieme, dall'altra apprezzo che ci abbiano risparmiato un finale da favola.
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Colonna sonora: ora non mi vengono in mente le canzoni del drama (questo perché è tutta la mattina che ho in testa la canzone principale di Autumn Concerto), ma so che ha avuto una bella colonna sonora.
Credo di aver finito.
Consigliata? Sì.
Voto: 7.
PS. @dilebe06 grazie per le gif ❤
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gazemoil · 6 years ago
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I 10 MIGLIORI ALBUM DI METÀ 2018
di Viviana Bonura
Questo primo semestre del 2018 ha offerto tante sorprese musicali. Benché la programmazione non sembrasse particolarmente entusiasmante alla fine sono usciti album di debutto veramente interessanti, mentre quelli più attesi hanno riservato delusioni più o meno grandi. Giugno è arrivato e con lui anche il momento di tirare le somme, almeno momentaneamente. Ecco di seguito i 10 album che per gazemoil si meritano un posto nella lista dei dieci migliori album di metà 2018.
* Il criterio seguito è n.1 album (no mixtape, no EP) per artista ordinati per preferenza decrescente ed usciti prima e non oltre il 15 giugno dell’anno in questione. 
10. Haley Heynderickx - I Need To Start A Garden
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Nel suo album di debutto, la cantautrice e musicista di Portland Haley Henderickx porta a compimento un progetto dalla struggente forza emotiva e dall’introspezione dolce-amara, sfumata delicatamente da un’aura fiabesca che permea ogni parola di significato. Innanzitutto I Need to Start a Garden possiede le basi per un buon album indie-folk, vale a dire una bella (anche se contenuta) raccolta di cantilene dolci e intime, accompagnate da una chitarra acustica e occasionalmente anche con l’infusione di quella elettrica. Oltretutto arriva in maniera diretta al cuore degli ascoltatori senza avere pretese. Quest’album scolpisce percorsi tra la solitudine e confessa incertezze a lungo nutrite con l’acutezza di qualcuno abbastanza a suo agio da essere onesto coi suoi dubbi. E’ un buon punto di partenza, e anche se la Heynderickx non è sicuramente al livello degli artisti da cui prende ispirazione, ha molto potenziale e grande sensibilità che ispira fiducia e speranza per la sua maturazione artistica e penso sia sulla strada giusta per affinare il suo personale stile cantautorale. 
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09. Unknown Mortal Orchestra - Sex & Food
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Sex & Food ti pone nella penombra, in uno stato di eclissi parziale, a metà tra la luminosa sicurezza del sole e il netto buio dell'incertezza della luna. E’ un album con grande potenziale, soprattutto nei testi che esprimono forte malessere politico, senso di impotenza e critica verso il tempo e il modo in cui stiamo vivendo, rivolgendosi sia all'individuo che alla più collettiva società. Nella recensione originale sono stata piuttosto rigida nelle critiche a causa delle sue mancanze non trascurabili, ma riascoltandolo mi sono resa conto che in generale questo è un album davvero piacevole. E’ un occasione di introspezione per l'ascoltatore, “a meno che quest'ultimo non si distragga lasciandolo scivolare nel sottofondo” avevo detto, ed è ancora così, Sex & Food non pretende attenzione, devi essere tu a cogliere il suo potenziale. E’ un vero peccato, perché alla fine le tracce si prestano bene a farsi riascoltare più volte, inoltre la paranoia, le frustrazioni e l'amore incapace di Nielson sono vere più che mai e proposte con un liricismo intelligente
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08. Generic Animal - Generic Animal
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Il primo disco da solista di Luca Galizia, chitarrista dei Leute, sotto il nome di Generic Animal ci ha subito sorpreso. E’ la prima volta che Luca canta in italiano e lo fa con la sua voce stridente, approfittando del momento in cui nel mondo della musica it-pop vanno di moda le cantilene strisciate, per lasciare scoperto il fatto di non avere molta esperienza col canto ed essere un pò stonato, puntando l’attenzione, piuttosto, verso quel senso d’improvvisazione della musica suonata libera. Questo funziona anche perché la penna dei testi è quella dello strepitoso Jacopo Lietti dei Fine Before You Came, uno che di riflessioni disincantate sul nascere ai margini delle città, nelle province ferme che precludono la possibilità di raggiungere una stabile condizione di serenità, ne ha fatte tante e ne presta altrettante in questo disco. Giustamente, essendo un album che rispetta le tradizioni cantautorali italiane e forte del possedere liriche intime, poeticamente metaforiche ma inequivocabilmente quotidiane, Luca decide di fare della sua voce la guida principale. Ma per la musica guarda anche altrove, rimanendo aggiornato con lo stile dei musicisti internazionali dell’alternative, combinando l’amore per il lo-fi delle chitarre acustiche con le contaminazioni storte ed elettroniche dei synth che mantengono quel fare malinconico ma danno anche un piacere un pò pop. Generic Animal arriva lieve ma sommessamente brutale, soprattutto per la leggerezza con la quale vengono descritte le anchilosate sensazioni di fastidio quotidiane vissute nella post-adolescenza.
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07. Jorja Smith - Lost & Found
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Con Lost & Found la cantante Jorja Smith si aggiunge alla lista dei promettenti artisti che quest'anno hanno pubblicato l'album d'esordio. Pur ispirandosi alle grandi icone indiscusse dell’rnb come Amy Winehouse, la versione contemporanea della Smith ha una sua personalità, questo grazie ad un timbro vellutato riconoscibile ed una buona tecnica vocale. La produzione, spesso, è un pò troppo minimale e preferisce giocare sul sicuro: beat tipicamente hip-hop, bassi sintetici sempre della stessa matrice e synth semplici. Jorja stessa è il motivo principale per cui quest’album sta in piedi, dimostrandosi sempre elegante ed intima.
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06. Hop Along - Bark Your Head Off, Dog
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Spinti dall’inconfondibile voce di Frances Quinlan, gli Hop Along continuano a distinguersi nella scena indie rock, abbracciando più apertamente la loro flessibilità nello spaziare influenze musicali all’interno di Bark Your Head Off, Dog, il loro disco più luminoso e amichevole - quasi pop. Sotto l’aspetto ritmico e melodico la band procede nello sperimentare con le sezioni e coi cambi, mantenendo l’umore alto, nello stesso tempo i testi non peccano di spessore e di approfondimento; grazie all’abilità di scrittura di Quinlan e alla sua voce rauca e graffiante, infatti, rimangono profondamente sentiti e ricchi. C'è un potere edificante nel modo in cui queste canzoni sono liberatorie. È come se ci fosse stato qualcosa di piacevolmente epifanico nella loro scrittura e di catartico nel registrarle. Ciò che è doppiamente soddisfacente è che entrambi questi sentimenti illuminanti possono essere condivisi dall'ascoltatore.
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05. The Voidz - Virtue
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Quando era uscito Virtue mi era piaciuto, ma non mi aveva convinto a pieno, a tal punto che ho deciso di non inserirlo nei preferiti di quel mese. Col passare del tempo è maturata in me la certezza che un posto nella classifica se lo meritava eccome. Quello dei The Voidz è un sophomore sorprendentemente riuscito che rompe e ricompone sotto una visione insolita molte concezioni legate ai generi musicali, è un cavallo pazzo che scalcia con energia provocante su campi del garage rock, elettronica, neo-psichedelia, synth punk, hard rock e altre miriadi di generi, prendendosi molti rischi. Per tutto l’ascolto piroettiamo in una rocambolesca discesa nella stranezza, in cui la sperimentazione - talvolta provocatoria - coglie impreparati. I testi, spesso paranoici, aggiungono un'atmosfera post-apocalittica che in contrasto con la musica, a volte a primo impatto più felice, serena e ballabile, rende il tutto più macabro e di impatto. La spirale d'illuminazione dalla quale sembrano travolti gli permette di mettere in pratica tutte le loro abilità, adattandosi magnificamente bene a qualsiasi campo appartengano le loro trovate musicali. I The Voidz ci fanno piacere le accoppiate azzardate, la complementarietà improbabile, la collisione ed il caos, perchè la loro musica non è un qualcosa alla quale bisogna abituarsi, ma una porta che si apre infinite volte sull'infinito, fatta per scomodare e punzecchiare l'orecchio.
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04. Saba - Care For Me 
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Nel suo secondo album, il rapper di Chicago Saba scrive alcuni dei testi con maggiore impatto emotivo nella scena hip-hop del 2018, insieme ad alcune delle migliori produzioni jazz-hop sentite durante l'anno. Care for Me è un album ben costruito che parte da una vera e propria necessità di narrazione della vita privata a Chicago dell’artista. Il liricismo è proprio l’aspetto che differenzia Care For Me da un altro album qualsiasi uscito negli ultimi tempi. Nella propria vita, Saba si mette nella posizione di un attento osservatore che fa di ogni esperienza un bagaglio da portare dietro malgrado questo pesi, imponendosi perciò di narrare tutto nel dettaglio in una profondissima introspezione, e rimanendo sempre estremamente coinvolto a livello emotivo.
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03. Car Seat Headrest - Twin Fantasy (Face To Face)
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Giungiamo al podio con la reissue di Twin Fantasy (Mirror to Mirror), uno degli album D.I.Y del 2011 di un Will Toledo appena diciannovenne, quando i Car Seat Headrest erano ancora un progetto solista. Ciò che salta subito all'occhio, o meglio all'orecchio, come una vera sorpresa è la passione autentica e dolente dei testi, valorizzati dalla creatività nella sperimentazione delle strumentali. Twin Fantasy riesce a pieno nell'offrire emozioni, nell'essere capace di raccontare di depressione e auto-distruzione in maniera tagliente e cinica, mantenendo una coerenza narrativa che in cambio riafferma la potenza della storia che vi sta dietro. In conclusione quest'album chiude un cerchio lasciato aperto sette anni fa, mettendo un punto ad una storia turbolenta e segnando la maturazione di Will Toledo.
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02. Parquet Courts - Wide Awake! 
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I Parquet Courts offrono un commento particolarmente forte ed acuto sugli aspetti forse più difficili dei problemi socio-politici odierni: violenza, dislivelli economici e normalizzazione di un clima politico inaccettabilmente tossico. Nel loro Wide Awake! l'energia e la rabbia del punk non sono lasciati liberi all'anarchia come soluzione finale, la loro non è una ribellione irrazionale. Sicuramente questo è un album di protesta, di denuncia e di emergenza sociale, ma questi sentimenti sono canalizzati in un focalizzato bisogno di ristabilire un ordine in cui l'individualità ha voce, ma non a discapito della collettività. Per i Parquet Courts - che della loro posizione morale e politica fanno il cardine del disco - si ci arriva dopo una fase di caos totale forte abbastanza da spezzare la sistematicità delle ingiustizie. Musicalmente lo esprimono spingendosi su nuovi territori e senza paura di conformarsi in un periodo in cui tutto è incerto ed omologante, passando da un suono sincopato, aggressivo e robusto ad ammicchi funk-punk ballabili anni 70′. Il fatto che l'album, traccia dopo traccia, mostri una chiara progressione del pensiero e ci accompagni nella sua evoluzione considerandone le varie implicazioni e poi alla chiusura tragga le proprie conclusioni, lo rende incredibilmente pragmatico, coerente e valido.  
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01. Calcutta - Evergreen
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A dominare la classifica di metà anno è un italiano, Edoardo d’Erme in arte Calcutta. Evergreen è un album che per forza maggiore si porta dietro tante responsabilità. Tra le quali la più grande reggere bene il peso del tempo come sta facendo il predecessore, e per farlo Calcutta ha dovuto dosare i compromessi. Per certi aspetti Evergreen prosegue sulla falsariga di Mainstream ma per altri è un concetto superato per mirare idealmente alla dimensione del classico vecchio stile, non più quello dell'indie per giovanissimi. Facendo attenzione a certe sfumature si coglie la maturazione artistica che parte innanzitutto da un'intenzione diversa, da composizioni occasionalmente atipiche rispetto alle sue solite produzioni, e da scegliere volontariamente di non riempire il disco di altre Cosa mi manchi a fare, giudicando dai singoli ne è ancora capace, per costruirlo più come un album che ascoltandolo suona come tale e non come una raccolta di hit. Calcutta prende in giro l'originalità, ed è colui che nella musica italiana riesce a farlo tirando fuori brani originali, un pop tascabile e sbilenco alla portata di tutti. E dimostra di conoscere il modo migliore per fare perno su storie d’amore problematico, il topos assoluto della canzone, così da mettere in piedi il circo dell’età disagiata, dell’età fratturata, delle speranze dimesse o – meglio – rimosse, di una quotidianità che non ha sbocchi se non, appunto, nell'immaginare.
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MENZIONE A:
Yakamoto Kotzuga - Slowly Fading
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Janelle Monàe - Dirty Computer
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Shame - Songs Of Praise
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il-giardino-del-castello · 7 years ago
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Il Giudizio dell'Entità: Code: Realize ~Sousei no Himegimi~
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[Certe locandine mi fanno pensare retroscena bizzarri.]
✓ Code: Realize ~Guardian of Rebirth~ [コードリアライズ 〜創世の姫君〜  / Code: Realize ~Sousei no Himegimi~] (12 episodi)
Londra vittoriana. Steampunk. Una ragazza misteriosa vive isolata dal mondo, viene chiamata "mostro" perché il suo tocco è così velenoso da sciogliere cose ed esseri viventi. Lei è bellissima, i design dei personaggi molto gradevoli, le illustrazioni sono stupende. CR sembrava avere tutte le carte in regola per essere un anime quantomeno carino. C'era solo un unico, piccolo, insignificante dettaglio: è tratto da un otome. 
Anime tratto da otome, nella quasi totalità dei casi, si traduce in Rinko Glyoneetah e personaggi maschili apprezzabili che per nessun motivo gravitano attorno ad un'ameba che, se va bene, si limita a piagnucolare il nome del ragazzo di turno e a farsi trascinare dagli eventi come un plancton nella corrente (senza offesa per il plancton). A livello di trama, spesso e volentieri, viene a crearsi un pastrocchio indicibile causa il voler incastrare tutte le route in una manciata di episodi. 
Leggere una trama con così tanto potenziale e saperlo un otome mi lasciò l'amaro in bocca. Ma forse c'era una speranza: forse la trama avrebbe avuto la meglio, forse la protagonista non sarebbe stata troppo Rinko?
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[Il gioco ci tiene a presentarsi bene.]
Lo misi da parte, in attesa di leggere commenti e recensioni, un po' triste, un po' speranzosa. Quand'ecco che... il miracolo! Stando ai pareri di chi l'ha seguito, la protagonista ha un carattere, risulta persino puccia! Il mio lato speranzoso ha preso il sopravvento, mi sono decisa a guardarlo e ho scoperto due cose meravigliose: 1. Cardia ha un carattere, è puccia e s'impegna per poter essere d'aiuto; 2. Per quanto ci siano piccoli approfondimenti sugli altri, Cardia ha un unico love interest (la true route, ovviamente) (sgamabilissimo appena appare) e gli altri ragazzi la vedono solo come un'amica. Forse uno di loro si è preso una cotta per lei, o forse sta solo scherzando, ma rimane sempre sulla falsariga di "cotta per una ragazza dolce e carina".
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[Cardia è una delle protagoniste otome più gnocche di sempre.]
Cardia è un personaggio effettivo: ha una storia, aveva una famiglia - cosa decisamente importante per la trama -, il suo veleno le dà problemi ma impara a sfruttarlo a suo favore, il suo isolamento, per quanto voluto dal padre, è stato infine volontario, dettato soprattutto da vicende traumatiche nel suo passato che nulla hanno a che vedere con lowwoh o trama, ma soltanto lei come persona; è dolce, un po' kuudere, vuole rendersi utile e vuole conoscere il mondo esterno, vuole sentire il calore umano. 
Ma chi sono i bishi che la accompagnano nelle sue curiose avventure in quel di SteamLondon? I fanciulli hanno i nomi di personaggi di opere letterarie e le loro capacità si rifanno, in qualche modo, al loro corrispettivo cartaceo: c'è Arsène Lupin, ladro gentiluomo dalle mille risorse; c'è Impey Barbicane (di Dalla Terra alla Luna), meccanico e inventore; c'è Victor Frankenstine, scienziato e medico; c'è Abraham van Helsing, cacciatore di vampiri; c'è il Conte di Saint-Germaine, misterioso nobile che finanzia la banda protagonista e che appare e scompare a suo piacimento; tra i personaggi secondari figurano anche il vampiro Dracula e il capitano Nemo, pilota di una nave (volante). E poi c’è l’unico personaggio effettivamente inglese Sherlock Holmes, qui Herlock Sholmes per non ben esplorati motivi (forse copyright?), che è l’antenato vittoriano di Gakupo Kamui. 
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[Ha una quarantina di centimetri di capelli in meno, ma è palesemente l'antenato di Gakupo.]
Ricordo che si parla di un otome, quindi oltre a nome e caratteristiche principali non c'è molto altro dei personaggi a cui sono ispirati, né c'è da aspettarselo - se vi indiNIa vedere questa gente trasformata in bishi, shotini, tizi pieni di piercing o Gakupo Kamui, direi che quest'anime non fa per voi. 
Il cast non ha un approfondimento da Fossa delle Marianne, anzi, rimane molto tranquillo: abbiamo lo sborone che in realtà è tsunderissimo (Lupin), l'allegrone (Impey), lo tsundere che si finge kuudere il kuudere (Van), il puccio (Fran) e lo yandere (Saint); non ci si sposta troppo da queste definizioni ma, per com'è fatto l'anime, va benissimo così e tutti quanti si fanno presto apprezzare. 
Da brava Londra vittoriana, tra i personaggi non può mancare la regina Vittoria, qui con un'improbabile quanto visivamente riuscitissima mise da ape regina. 
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Una cosa che mi ha fatto molto ridere di questa Alexandrina Victoria (ci tiene a ripetere il suo nome appena possibile) è che, giustamente, si atteggia da sovrana di un grande impero ma viene fregata da Chiunque. Credo che sia stata fregata da quasi ogni membro del cast, più o meno platealmente - se non è stata fregata, non ha avuto l'ultima parola in un discorso con qualcuno. Alla fine neppure dà fastidio, viene solo voglia di annuire e farle mentalmente patpat - perché lei, nonostante tutto, non si scoraggia e continua a comportarsi da fighissima regina imperiale, come se la vincitrice di tutto fosse sempre lei. Andate così, your majesty! 
Dei personaggi del tutto originali c'è Finis, il principale antagonista - sì, c'è pure papino ma, a conti fatti, quello che più rompe le balle è Finis e sì, è un maschio; Finis che tanto a posto con la testa non ci sta e che devo ben capire perché parli orgasmando. In ogni caso, fa il suo onesto lavoro come antagonista psycho. 
Vista la trama, è ovvio ci siano scene d'azione e per carità, ci sono, eh! ... solo che, ecco, i combattimenti non sono esattamente la principale preoccupazione dei produttori, diciamo così. Però negli scontri più importanti ci si sono impegnati, quindi vanno bene così. 
Visivamente è gran bello - steampunk, vittoriano, tutto colorato... e personaggi in qualche modo ossessionati dai vestiti a righe (?); un miliardo di kudos per il fatto che ci si ponga il problema di dare a Cardia un vestito giusto un pelino meno ingombrante e che le venga effettivamente dato qualcosa di più comodo. Peccato che il budget non sia eterno (anzi), quindi a volte ci sono delle brutte ricadute - anche se nulla di atrocemente troppo allarmante o persistente. 
Unicissimo dettaglio che non mi è granché piaciuto sono le scene/inquadrature harmony. Tuttavia, come dire... 
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[... me l'aspettavo. Tra l'altro, se non fosse così melodrammatica, sarebbe pure bella-]
Comunque, le scene harmony non sono millemila e Cardia e Lupin riescono a fare i piccioncini anche in modo più fine. Non che stiano sempre a tubare, ma sono di quelle coppie perennemente circondate dalle rasserenanti onde dell'amore puro e cast- no, balle, entrambi desiderano tantissimo toccarsi e, spinti da questo, riescono pure a salvare il mondo. Parlano di carezze, di calore umano, ma sappiamo tutti cos'è che vogliono davvero - e in questo non c'è nulla di male. Apprezzo la delicatezza con cui è stato reso, non molti l'avrebbero usata. 
Le voci sono tutte molto adatte; quella di Tetsuya Kakihara (Fran) è molto rilassante (!), quella di Tomoaki Maeno (Lupin) resta abbastanza impressa... soprattutto per gli stizziti "Impey!". E poi ci sono doppiatori che hanno dovuto dar sfoggio di tutta la loro potenza vocale: che siano le risate a miliardi di decibel del capitano Nemo o l'orgasmo perenne di Finis - e qui neanche avevo riconosciuto Yuuki Kaji. Poi, per quanto la voce delicata e trasognata sia adatta, soprattutto all'inizio Saori Hayami fa a Cardia una voce un po' troppo da moribonda: capisco abbia senso, ma mi pare comunque un po' esagerata, in alcuni punti... Per fortuna, con il passare delle puntate, diventa un pochino più decisa - forse anche segno dell'evoluzione del personaggio. 
Non ho giocato/visto la VN, quindi non so quanto della trama sia stato accelerato e come; da totale ignorante, posso dire che lo sviluppo degli eventi mi sembra costruito piuttosto bene e, se le puntate di approfondimento degli altri personaggi sono effettivamente le loro route compresse in uno o due episodi, allora trovo sia stato fatto un lavoro più che decente. Magari le fans di questa o di quella route potranno aver storto il naso, ma io le ho trovate ben inserite e non le ho percepite come strizzate in venti minuti o rushate. 
Discorso diverso per Saint e per l'ultimo episodio. 
Saint è quello che ha meno spazio di tutti, giusto alla fine si viene a sapere di un suo coinvolgimento con una qualche organizzazione che protegge il corso della storia - cosa che fa pensare a qualcosa di ben più grande - ma rimarrà tutto fumoso e Saint, pur partecipando più o meno attivamente alla trama, resta sempre un po' sullo sfondo. 
L'ultimo episodio, al contrario degli altri, si fa sentire come un po' rushato, con alcune scene che, per quanto intuibili, per come sono messe lasciano un po' disorientati. 
Ad esempio, Lupin, Fran e Impey riescono ad atterrare rovinosamente sul Nautilus; nella scena dopo, Cardia fugge da Finis e si imbatte in Lupin. Da solo. Tutto molto bello, ma come sono entrati? Dove sono finiti Fran e Impey (ci vorrà un po' prima che vengano inquadrati mentre piazzano bombe in giro)? Quando si sono divisi? Come hanno fatto a non farsi notare se si sono letteralmente schiantati? Un altro esempio, Lupin precipita da millemila metri; poco dopo, riappare giustificando la sua non-morte con sboronate assortite: non ho problemi a credere che Lupin si sia potuto salvare da un volo (anzi), ma sarebbe stato carino sapere come. Ancora un altro esempio, sul finale, Lupin e Cardia precipitano e piccioneggiano durante la caduta; nella scena dopo, sono magicamente salvi. Poco dopo si lascia intuire che sono stati salvati dagli altri ma... come sono entrati nella nave volante? O si sono fatti il viaggio sopra?
Nessun buco di trama o dafaq? sconvolgente, dunque, solo scene che fanno sbattere le palpebre e che allontanano dalla storia per qualche secondo per mettere insieme quel che non è stato mostrato. Credo che, comunque, sarebbe stato meglio fare 13 episodi, in modo da spalmare il finale in due episodi, piuttosto che stritolarlo in uno. 
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[Sono sicura che, in realtà, il dialogo sia stato così.]
Code: Realize non è, senza dubbio, l'anime del secolo, dell'anno o della stagione. Non ha altra pretesa che offrire una piccola storia fantasy e romantica in un contesto steampunk e trovo ci sia riuscito benissimo: i suoi personaggi e la sua realizzazione mi hanno stupita in positivo, soprattutto considerando la pessima fama che purtroppo si sono fatti gli anime tratti da otome. 
La trama mi ispirava, si è rivelato fatto decentemente (oltre che sopra lo standard dei suoi simili) e devo dire che mi è piaciuto più di quanto pensassi.
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intotheclash · 7 years ago
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La vera storia del sasso Orlando
 No, non è la solita storia del principe di turno valoroso e bello, con gli occhi azzurri e la folta chioma dorata, che, in sella al suo fido destriero, rigorosamente bianco, infilza draghi con la sua lancia e conquista il cuore di principesse belle quanto lui, se non di più.
Decisamente no!
E, tanto per essere chiari, non è nemmeno la storia del fido destriero in questione, magari meno del principe, ma pur sempre valoroso.
 Non posso neanche dire che sia un altro animale il protagonista assoluto di questo racconto, un animale qualsiasi, uno di secondo o terzo piano, che raramente riesce a far parlare di se; ma quando lo fa… Dico: quando lo fa, allora… Si ma quando lo fa?
Purtroppo neanche questa volta.
A dire il vero, questa è la storia del sasso Orlando, avete capito bene si, un sasso, e del suo luminoso sogno di viaggiare.
Orlando non era un sasso qualsiasi. Non era grosso come un montagna, sono d’accordo, ma neanche piccolino come quelli che, chissà come, ti si infilano nelle scarpe e non ti permettono più di camminare.
 Orlando era grosso più o meno come un pugno, non un granché osserverete voi, si ma era…
Era… Avete vinto, vi dirò la verità: era decisamente un sasso qualsiasi. Uno di quei ciottoli di fiume belli levigati che hanno milioni, ma che dico: miliardi di fratelli, tutti levigati e tutti uguali. Però abitava in un posto meraviglioso e in più aveva un grande sogno e questo si che lo rendeva speciale. La sua casa era una minuscola collinetta situata esattamente al centro di una verdeggiante radura circondata da un fitto bosco di querce secolari.
 Il posto era veramente incantevole ed era anche un crocevia di passaggio per tutti gli animali della zona e non solo.
Chiunque passava di là si fermava sempre volentieri a fare quattro chiacchiere col sasso Orlando che, da parte sua, era un ascoltatore formidabile.
Si ma che altro potrebbe fare un sasso se non ascoltare?
Potrebbero obiettare alcuni di voi.
Non so esattamente cos’altro potrebbe fare un sasso, non sono mica uno di loro io, però una cosa la so.
So che saper ascoltare è una gran bella dote, riservata soltanto a pochissimi eletti.
 E ciò gli amici lo sapevano bene, infatti tutti, ma proprio tutti, avevano sempre storie nuove da raccontare all’amico sasso.
E Orlando ascoltava rapito, bevendosi avidamente quei fiumi di parole e uscendone, ogni volta, più assetato di prima. La sua più grande passione, anzi, le sue più grandi passioni, forse è meglio il plurale, erano i racconti di avventure e di viaggi.
Era capace di stare, ore ed ore immobile e senza respirare, a passeggiare sul filo del discorso, senza mai inciampare e senza cadere.
Come ho già detto tutti i viaggi lo emozionavano, persino quelli della lumaca Clementina, che, per sua natura, di strada non doveva averne fatta poi molta.
 «Certo che deve essere proprio bello!»
Disse un giorno Orlando con quella sua vocetta stridula al corvo Oreste, il quale, colto alla sprovvista da quell’inaspettato suono, rotolò all’indietro, perdendo nella caduta anche tre o quattro delle sue amatissime piume nere come una notte senza luna.
«Che mi prenda un colpo secco! (E quasi gli venne davvero!)» Gracchiò il corvo, «Ma allora tu sai anche parlare!» Giacché era la prima volta in assoluto che la voce di Orlando veniva fuori.
 «Certo che so parlare Oreste. Che diamine, tutti i sassi lo sanno fare; mica solo io».
«E allora perché non lo fate? Tutti noi animali eravamo convinti che foste irrimediabilmente muti!» Rispose Oreste, ancora sconcertato dalla rivelazione.
«Forse perché non abbiamo nulla di interessante da dire e quando è così meglio tacere. Almeno io la vedo in questo modo».
«Parole sante Orlando,» Commentò il corvo finalmente riavutosi dalla sorpresa: «il tuo è un saggio consiglio che chiunque dovrebbe seguire. Sai che pace nella foresta e, soprattutto, sai che pace la dove stanno le tane degli umani!» Concluse rivolgendosi più a se stesso che al sasso.
 «E già!» Commentò il sasso anche se non aveva compreso appieno le parole del corvo. Capirete, tutta la sua vita era scivolata via su quella angusta collinetta.
«Senti Orlando, ma cosa volevi dire prima?» Chiese dopo un po’ il corvo.
«Ma chi io?» Rispose il sasso
«E chi se no? Ci siamo solo noi due qui! Si, insomma, cos’è che deve essere proprio bello?» Domandò ancora il corvo.
«Viaggiare, Oreste! Viaggiare deve essere proprio bello. Oddio, c’è da dire che diversi bei viaggetti me li sono già fatti e…»
«Come, come?» Lo interruppe il corvo cercando di sbirciare sotto al sasso in cerca delle gambe o di qualcosa di simile.
 «Voglio dire: non me ne sono mai accorto! Come avresti fatto poi?» Concluse spalancando gli occhi a dismisura.
«È grazie a te fratello che ho viaggiato,» Rispose con calma Orlando, «grazie a te e grazie a tutti gli altri amici. Grazie alla volpe Teresina, all’aquila Gaia, al serpente Fiorello, al topo Attilio e via dicendo. Però ho sempre viaggiato con le vostre gambe e visto un’infinità di cose con i vostri occhi. Non vi ringrazierò mai abbastanza per questo, ma è giunto il momento di farlo di persona. Non so bene dove iniziare, ma è l’ora di coronare il mio grande sogno. Voglio viaggiare di persona!».
 «E come pensi di fare?» Chiese il corvo al colmo dello stupore.
«Dì, ma ti capita mai di ascoltare quando sono gli altri a parlare?» Domandò Orlando a sua volta.
«Perché?»
«Perché, te l’ho detto un attimo fa! Non so da che parte iniziare! Ma giuro che prima di morire (chissà poi se i sassi muoiono) un bel viaggetto me lo faccio. Magari corto, ma puoi scommetterci il becco che lo faccio». Sentenziò il sasso.
 Nel frattempo il sole, stanco dopo una giornata di lavoro, era andato a riposarsi dietro alla linea dell’orizzonte e gli artigli della sera si stavano preparando ad agguantare tutto ciò che sarebbe capitato loro a tiro.
«Si sta facendo tardi mio rotondo amico, è ora che vada a riposarmi. Anche domani sarà un giorno lungo e faticoso. Buonanotte Orlando». Disse il corvo sbadigliando
«Buonanotte a te Oreste. Ci si vede domani». Salutò con cortesia il sasso.
Quella notte lui però non riuscì a dormire. Come provava a chiudere gli occhi, iniziava il film dell’eterno viaggio. Ed era un susseguirsi di strade interminabili e vallate e montagne e fiumi e mari e prati e chi più ne ha più ne metta.
Il tempo era davvero maturo, doveva schiodarsi da casa sua ad ogni costo.
 L’alba lo sorprese ancora immerso nei propri sogni e rimase a bagnomaria per tutto il dì. Dentro e fuori dalla realtà.
Per la prima volta, nella sua lunghissima vita, quel giorno non prestò molta attenzione ai racconti dei suoi amici animali, totalmente assorbito da quello che poteva essere il racconto del suo viaggio.
Ed era un vero peccato, perché il corvo Oreste aveva sparso la voce e seminato la curiosità tra tutti gli abitanti della zona.
L’aver appreso che Orlando era anche capace di parlare fu una strabiliante novità ed ora non vedevano l’ora di ascoltare la sua voce.
 Passarono a turno da casa sua, ma non ci fu nulla da fare. Ci provò il lupo Giovanni, la lepre Assunta, il bruco Girolamo; persino la farfalla Gelsomina, notoriamente schiva; ma invano.
Orlando rimase muto come una tomba, fedele al suo motto: se non hai nulla da dire, taci!
Il sasso si limitò ad ascoltare e ad innaffiare il suo sogno. E fu così per un altro bel po’ di tempo. Finché un giorno accadde l’imponderabile.
 Era una bella mattina di inizio Aprile, non troppo presto e non troppo tardi, quando Orlando udì in lontananza un coro di risate. Erano umani! E, a giudicare dal rumore che si avvicinava, si stavano dirigendo verso casa sua.
Era impaurito e curioso, come si conviene di fronte ad una novità che si rispetti. Quando furono a portata d’occhio, d’occhio di sasso intendo, li riconobbe all’istante: erano i quattro marmocchi che vivevano nella fattoria al di là del bosco.
Altre volte erano passati da quelle parti, ma mai abbastanza vicino da poter udire le loro parole; invece ora… sembrava che… che… Cavoli secchi!  
 Si stavano dirigendo proprio verso di lui! Ora era più impaurito che curioso.
I quattro, vocianti ed accaldati, arrivarono correndo fin dentro casa sua, e qui si gettarono nell’erba.
«Meno male! Sembrerebbe che non si siano accorti di me». Pensò
Ma si sbagliava.
Infatti: «Guardate che bel sasso!» Urlò uno di loro tutto eccitato.
La frittata era fatta.
«Facciamo a chi lo lancia più lontano!» Propose il secondo
«Si, facciamo una gara!» Aggiunse il terzo
«Chi arriva ultimo farà una penitenza!» Concluse il quarto.
 Così il bambino che aveva parlato per primo, che poi era il più piccolo, (anche se doveva avere una vista eccellente, perché infatti aveva detto: guarda che
“bel” sasso, e lui bello lo era davvero!) Impugnò Orlando con una mano e lo sollevò da terra; da dove era sempre stato.
«Mi sto muovendo! Mi sto muovendo!» Esclamò tutto eccitato tra sé e sé, ma
non era più così sicuro di voler viaggiare.
Era stato colto di sorpresa. Non aveva avuto il tempo di prepararsi.
Il monello lo soppesò un attimo, poi senza pensarci troppo su, lo fece roteare un paio di volte e lo scagliò lontano con tutta la forza che aveva in corpo.
 «Sto viaggiando! Sto viaggiando!» Quasi urlò Orlando,
«Anzi, sto volando! Sto volando! Certo che devo essere proprio un bel fenomeno! Non ho ancora imparato a camminare, che so già volare!» Pensò
durante il breve tragitto in preda al…non saprei descrivervi il suo stato d’animo, d’altra parte, quale fosse, non lo sapeva neanche lui.
L’atterraggio fu disastroso.
Il sasso cadde ( come un sasso verrebbe da dire) sul terreno picchiando la testa, rimbalzò un paio di volte sui fianchi, poi rotolò per un altro paio di metri
giù per la collina, fino a fermarsi tra i ciuffi d’erba sottostanti a gambe all’aria.
Ma di quali gambe vai parlando? Obietterete voi.
Avete ragione, allora diciamo capovolto.
Si fermò tra i ciuffi d’erba capovolto. Va bene così?    
 Il povero Orlando non ebbe neanche il tempo di riaversi dallo stupore e di rimettersi dagli acciacchi, che fu afferrato per la seconda volta. Pronti? Via! Per il secondo viaggio.
E ce ne fu un terzo ed un quarto. Tutti di seguito.
L’ultimo poi gli sembrò interminabile.
Aveva atteso tutta la vita quel momento ed ora che era arrivato, che aveva sul serio viaggiato… Be’, non ci crederete, non si ricordava nulla dei posti che aveva visitato e di ciò che aveva visto.
Buio completo! Anzi no, a dire il vero una cosa la ricordava bene: gli atterraggi! E quando se li sarebbe mai scordati!
Erano tutti li, bene impressi sul suo rotondo corpo, che, al momento, giaceva disteso in mezzo alla radura.
 Il cuore gli martellava forte nel petto e ciò aveva un solo significato: PAURA! Paura che i viaggi ricominciassero e lui invece si rese conto che ne aveva avuto abbastanza.
Fortunatamente le voci concitate dei quattro diavoli lo rassicurarono.
«Ho vinto io!» Sentì dire.
E ancora: «Tu sei arrivato ultimo, perciò devi fare la penitenza!»
Poi più nulla. Solo rumore di passi che si allontanavano di corsa.
Il silenzio lo rassicurò immediatamente circa la propria incolumità, ma fece affiorare nuovi pensieri; soprattutto uno: come avrebbe fatto a tornare a casa?
 La notte lo colse all’improvviso in un posto che non conosceva e che non gli piaceva e, in barba al proverbio, anche senza portare consiglio.
Nonostante ciò, riuscì a dormire. Fu svegliato di buon ora da un rumore di passi. Tese l’orecchio, o qualcosa di simile, per capire meglio, ma quello che udì non gli piacque neanche un po’.
Ancora un umano! Fortunatamente uno solo ed in compagnia di un quadrupede.
Non ebbe il tempo di formulare altri pensieri, che fu afferrato da una mano molto più grande e forte di quelle del giorno prima e scagliato via ad una velocità pazzesca.
«Vai Furio! Vallo a prendere!» Ebbe il tempo di ascoltare, poi il volo.
 Stavolta si ricordò di darsi un’occhiata intorno, così, tanto per fissare qualche immagine del viaggio da poter trasformare in ricordo, giusto per codividerlo con gli amici, ma riuscì soltanto ad intravedere macchie di colore che si muovevano velocemente in direzione opposta alla sua.
Rimbalzò ben undici volte prima di fermarsi, per quello che doveva essere stato il peggior atterraggio della storia del volo.
 Non un attimo di respiro che si ritrovò sollevato tra i denti di Furio, un gigantesco cane maremmano che, per fortuna, conosceva bene.
«Vacci piano amico! E fai attenzione con quelle zanne!» Mormorò sottovoce Orlando.
L’animale mollò istintivamente la presa e cominciò ad annusarlo dappertutto:
« Ma! Orlando! Sei proprio tu? E, corpo di Bacco, sai anche parlare? E cosa ci fai qui? E come ci sei arrivato? E…?»
 «Calma, calma. Ci sarà tempo per le spiegazioni. Adesso è urgente che tu mi faccia un piacere. Puoi?»
Disse Orlando
«Certo che posso!» Tuonò il maremmano.
«Disubbidisci agli ordini per una volta! Non riportarmi dal tuo padrone. Ho scoperto che viaggiare non fa per me. Portami a casa».
«Si ma tu devi raccontarmi tutto!»
«Un altro giorno, però. Ora portami a casa, sono stanco morto».
 «Nessun problema amico, sono un cane da guardia, mica da riporto; il mio padrone capirà».
E in men che non si dica Orlando si ritrovò finalmente a casa sua. Era proprio vero: Casa dolce casa!
Però i conti non tornavano.
Come mai i viaggi degli animali erano sempre zeppi di fantastiche avventure, meravigliosi incontri e paesaggi incantevoli?
Qualcosa non quadrava. Com’era andato il suo di viaggio, d'altronde, lo sappiamo tutti.
Ci rimuginò sopra parecchio, non riusciva a farsene una ragione. Era oramai sul punto di desistere dall’impresa di capire, quando l’illuminazione lo colpì come un fulmine.
 «Ma certo!» Quasi urlò, «Deve per forza essere così!»
Ma cosa doveva per forza essere così, a noi, non è dato sapere, perché, da quel giorno, il sasso Orlando decise che il suo compito era ascoltare e non pronunciò più neanche una parola per il resto della sua lunghissima vita.
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ela88-blog1 · 7 years ago
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Ciao Fratellino,
questa lettera è per te da parte di tua sorella minore. Io e te non ci conosciamo e mai ci conosceremo, ma questa sera volevo scriverti perché mi manchi. Mi manchi anche se non so nemmeno come ti saresti chiamato. In realtà non so nemmeno se eri maschio o femmina, ma sento che saresti stato un maschio, sicuramente di un anno più grande. Questa sera mi sento particolarmente sola, forse perché in fin dei conti è così, ma è stata una scelta mia allontanare qualsiasi persona. Ho passato una serata a far finta di essere di nuovo molto giovane con la mia amica, siamo andate al luna park e fatto un giro sulle giostre. Peccato che a 28 anni il luna park sembra più un film dell’orrore per la tua sorellina dall’animo dark. Così mentre tornavo a casa, forse per via della giostra che mi ha smosso il cervello, ti ho pensato intensamente. Ho immaginato la mia vita con te, avrei fatto sicuramente tutte le cazzate che ho fatto fino ad ora ma mai mi sarei sentita veramente sola, con te che mi dai della “cogliona”.
Questa sera mentre tornavo a casa ti avrei chiamato per chiederti di venire a casa mia.. Ecco io ti vedo come il fratello più grande molto fico, spilungone (hai preso da papà) e sempre con il chiodo, la maglietta bianca e i jeans… tipo Fonzie di Happy Days… Single perché troppo impegnato a distruggere i cuoricini delle varie fanciulle che ci provano invano con te, che vivi ancora dalla mamma e il papà, ma dato che la tua sorellina più giovane da 2 anni vive da sola dopo l’ennesima convivenza andata a quel paese vieni spesso da me, soprattutto nel week end quando magari facciamo serata insieme o non vuoi avere intorno i nostri genitori.
Quando ti ho chiamato erano le 23 e visto che sei arrivato prima e hai le chiavi di casa mia quando entro in casa sei sul divano con Reed e Chery che ti stanno facendo un sacco di fusa mentre li coccoli. Vedendoti i miei pensieri tornano a galla e si infrangono nei miei occhi come un onda sugli scogli, butterei la borsa a terra e verrei anche io sul divano, dal lato opposto al tuo, prendendo Reed in braccio. Mi conosci, sai che io amo parlare della mia vita di merda, di cosa mi fa star male e di quanto mi piace lamentarmi in generale così hai già preparato pop-corn, bacardi breezer al lime ed è già accesa la tv con le puntate di “the vampire diares”. Mi distendo con le gambe sopra le tue ginocchia e faccio partire il film, sapendo che dopo 5 minuti (?) inizi ad insultarmi per la roba che guardo, e ovviamente durante la puntata più bella della stagione.
“Fammi capire… Caroline è stata con tutti alla fine, cazzo ogni puntata che guardo se ne fa uno diverso… “
“Smettila, mi stai rovinando il momento”
“è già la terza volta guardi la serie, quale momento ti rovino?”
In tutta risposta ti lancio un pop-corn in piena fronte. Mossa sbagliata perché me ne arriva un altro anche a me, solo che mi arrabbio, perché sono poco permalosa. Bisticciamo come due bambini con tanto di cuscinate e facendo finta di volerci uccidere a vicenda con i gatti che fuggono da tutte le parti e quando ci riprendiamo parliamo di cose serie.
“Allora con quel povero uomo? Hai distrutto anche questo o è stato graziato?”
“Simpatia, è tu dove hai messo quell’oca di 25 anni che hai sicuramente trovato dentro le patatine?”
“In mezzo alle altre patatine, ma non credo vuoi sapere i dettagli” e fai il tuo sorriso soddisfatto vedendo la mia faccia di disgusto. “dai parliamo seriamente, cosa hai stasera?”
Così passiamo tutta la serata, io a raccontare i miei problemi con il moroso, tu i tuoi problemi con le varie donne e a punzecchiarci a vicenda ogni qualvolta le situazioni si fanno troppo dense di tristezza.
Andiamo a letto e quando sto per addormentarmi mi fai partire all’orecchio un video musicale a tutto volume, tipo una canzone degli ac/dc, così scatto e a momenti finisco per terra e tu ridi come se avessi fatto la cosa più divertente al mondo.
Per punizione ti obbligo a venire con me alla serata del mio youtuber preferito in discoteca dato che nessuno vuole portarmici il sabato prossimo e tu cerchi di fare quello impegnato, quello “ma te stai male, scordatelo” ma alla fine so che lo farai. Quindi schiena contro schiena ci addormentiamo, dopo esserci dati delle culate per farci posto.
Mi manchi fratellino, io ti vorrei qui con me, a dirmi che andrà tutto bene, che non sono una brutta persona. Vorrei che tu mi abbracciassi, che mi dicessi tante cose. Vorrei odiarti quando mi fai arrabbiare. Vorrei essere felice per te quando sul tuo lavoro ti arriva una soddisfazione, quando riesci a raggiungere un tuo sogno. Vorrei essere orgogliosa di dire “questo è mio fratello”. Vorrei insultarti quando mi dici di aver lasciato quella ragazza che mi era tanto simpatica.
Vorrei raccontarmi ogni mio segreto ed essere sicura che nessun’altro verrà mai a saperlo.
Vorrei condividere con te ogni momento della mia vita.
Vorrei esserti accanto nei tuoi momenti difficili.
Vorrei uscire fuori a cena e far invidia alle altre ragazze che pensano che siamo morosi.
Vorrei aver avuto un infanzia con te.
Vorrei rivivere i ricordi passati insieme.
Vorrei un nomignolo che solo tu usi che sia fastidioso ma allo stesso tempo dolce.
Vorrei programmare le vacanze con te al mare.
Vorrei che tu fossi qui e vorrei non sentirmi davvero sola.  
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chefinviaggio · 6 years ago
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1-3 mar. 2019
San Pedro de Atacama [Cile]
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[Claire: Me lo aspettavo simile ai deserti visti in Giordania, Israele o Marocco: dune arancioni o color sabbia, a perdita d'occhio. Qualche sporadica casa con le pareti di stoffa e il pavimento fatto di tappeti, abitata da grandi bevitori di té. La realtà, tuttavia, è ben lontana dal mio immaginario. Me ne accorgo fin da subito quando, ancora mezza addormentata, distinguo i primi raggi del sole sul paesaggio desertico. Una distesa piatta, tagliata solamente dalla strada asfaltata su cui corre l'autobus notturno in cui ci troviamo. Arriviamo a San Pedro de Atacama ed ecco l'ennesima sorpresa: mi immaginavo di trovare una cittadina e, dietro di essa, una sorta di barriera da sorpassare unicamente sui sedili posteriori di un 4x4 che sballonzola sulle dune. Invece, non esiste nessuno stop: le auto possono scorrazzare sulle strade in perfette condizioni.]
[Marco: Già prima di partire per questo viaggio, il nome San Pedro de Atacama suscitava in me un brivido di emozione ed euforia. In effetti, di tutti i posti visitati finora, San Pedro è il primo ad esser stato marchiato con il fuoco nella mia bucket list. Ed ora, trovandomi a qualche centinaia di kilometri da un sogno, l'emozione è tantissima e, con essa, il timore di una delusione cocente. Più si sogna in grande, più si rischia di soffrire per le aspettative mancate; una vita senza sogni, d'altro canto, sarà sempre una vita piatta, senza sorprese, senza emozioni. Quella ad Atacama voglio davvero con tutto me stesso che sia un'esperienza indimenticabile, da scolpire nella memoria per gli anni a venire. Forse per questa ragione non riesco proprio ad arrendermi all'idea di finire a prenotare uno dei tantissimi monotoni e standard tour guidati, trovandomi a scattare le foto in fila con altre centinaia di persone come fuori dal cinema, ascoltando il ritornello imparato a memoria da guide annoiate e noiose. Voglio un'esperienza mia e mia soltanto, turbata il meno possibile da presenze estranee.]
La scelta più logica è quindi quella di affittare un'auto. Il prezzo è elevato, ma non ci facciamo scoraggiare né da questo né dai tanti venditori di tour che cercano di intimorirci prospettandoci strade completamente inagibili o parchi chiusi per i turisti privati. "Si entra solo con i tour, la polizia non vi farà proseguire" affermano categorici. Peccato che noi non siamo più turisti di primo pelo e certe storie non funzionano più. Passiamo la mattinata tra le agenzie, raccogliendo tutte le informazioni che ci servono, quindi ci mettiamo alla ricerca di un'altra coppia con cui condividere le spese per l'auto. Percorriamo in lungo e in largo le vie polverose di questo villaggio ai margini del deserto, importunando come due bagarini tutte le coppie che sembrano andarci a genio (ben poche, a guardar bene): molte hanno già prenotato uno dei tour, principalmente per pigrizia, altre si scansano infastidite come con un insistente venditore di rose. È più difficile di quanto pensassimo! Siamo perplessi, offriamo gli stessi tour delle agenzie a metà prezzo, con il vantaggio di essere in pochi, quattro al massimo. Che problemi ha la gente? Teme la fregatura? Dopo numerosi tentativi falliti li troviamo: Yan e Dora, due ragazzi della Repubblica Ceca, sono seduti nella piazza centrale e sembrano davvero due ciechi nel deserto. Con charme ed eleganza esponiamo loro il nostro programma dettagliatissimo, con tanto di prezzi, orari e distanze. Lei accetta subito con entusiasmo, mentre lui rimane in silenzio, senza espressioni. Ma a noi basta riuscire a pagare meno, per cui ci carichiamo il muto e la sua ragazza a bordo della nostra Suzuki 4x4 e partiamo in direzione Valle de Marte, storpiato negli anni in Valle de la Muerte.
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Entrambi i nomi calzano a pennello per questo deserto di montagne rocciose arancioni con striature bianche e dune di sabbia sulle quali i turisti provano il sandboard. Sembra allo stesso tempo un paesaggio extraterrestre ed un luogo dove la vita non ha accesso, se non per una breve visita. Aspettiamo tutti insieme l'imbrunire, sperando che i raggi dorati colorino le montagne in modo spettacolare. Tuttavia il cielo è coperto ed il tramonto finisce per portare con sé solamente il famoso freddo della notte desertica: in pochi minuti la temperatura crolla, quasi ad avvertirci che è meglio tornare ai nostri alloggi, il tempo di visita concessoci è terminato.
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La mattina seguente la sveglia suona alle 5:00. L'obiettivo è di cogliere l'alba sulle lagune altiplaniche, a 4200 m. La strada è lunga e sale dolcemente, concedendo il tempo necessario al corpo per abituarsi a queste altitudini. Appena fuori San Pedro, l'oscurità più totale inghiotte la nostra auto: pare che siamo i primi ad essersi messi in marcia, la strada non ha illuminazione, le luci della città sono lontane. Accostiamo, spegniamo i fari dell'auto e scendiamo: un silenzio magico ed irreale ci travolge, il freddo ci da i brividi, il cielo ci commuove. Peccato solo non poter fotografare questo spettacolo, le immagini resteranno comunque impresse nella nostra memoria.
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Quando raggiungiamo le Lagune, il sole ha appena fatto capolino da dietro le montagne, svelando ai nostri occhi una strada meravigliosa che corre in mezzo ad una steppa verdeggiante costellata di specchi d'acqua ed incorniciata dai profili perfettamente conici di numerosi vulcani innevati. Vicuñas assonnati e placidi danno il benvenuto ai primi visitatori della giornata. Quando già ce ne stiamo andando, diretti di gran carriera verso la Laguna Chaxa e la Laguna Piedra, vediamo arrivare nell'altra direzione i primi furgoncini dei tour guidati.
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La Laguna Chaxa è alle porte del Salar de Atacama, una distesa bianchissima di sale e acque rosa, popolata da buffi fenicotteri che sgambettano in cerca di gamberetti rosa di cui cibarsi. Il sole arde con foga, tenere gli occhi aperti è un'impresa, il caldo è spossante. Andiamo quindi a rinfrescarci e rilassarci facendo un bagno nella Laguna Piedra, le cui acque, dotate di alta concentrazione salina, permettono di rimanere a galla senza bisogno di muoversi, come in una sorta di Mar Morto. Appena fuori dall'acqua, sulla pelle si crea uno strato bianchissimo che trasforma le persone in statue di sale e rende i costumi rigidi come la cartapesta.
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Il giorno seguente abbiamo in programma i Geyser di El Tatio e la Valle de La Luna. Pare che la strada per raggiungere i geyser sia davvero brutta, 100 km ripidissimi di ghiaia e rocce, ma ciò che ci preoccupa veramente sono i possibili effetti dell'altitudine, soprattutto per la rapidità con cui passeremo dai 2600 ai 4300 m. Seguiamo quindi i consigli di chi ci dice di andare a letto presto, bere molta acqua, evitare gli alcolici, mangiare leggero, rimandando al giorno dopo una bella birra ghiacciata ed una cena coi fiocchi. Sembra che l'attività dei geyser sia più intensa alle prime luci del mattino, così ci alziamo alle 3 per dirigerci verso El Tatio. Ancora una volta siamo i primi ad essersi messi in marcia, la luce dei fari illumina giusto la corsia di percorrenza dell'auto, i cechi dormono sui sedili posteriori, dalla radio proviene una musica sudamericana troppo scatenata per l'orario... Non abbiamo idea di cosa ci circondi, l'oscurità è assoluta. La strada effettivamente è ripida, tanto che l'auto fatica a procedere, la ghiaia fa slittare le ruote, il termometro scende improvvisamente a -4°C. Quando arriviamo alla zona dei geyser sono solo le 6, il parco ha appena aperto, fa un freddo cane e l'alba è ancora lontanissima. Così ci abbandoniamo ad un breve sonno nell'auto che sta diventando un igloo... Quando riapriamo gli occhi il parcheggio deserto si è trasformato in una bolgia di turisti, un via-vai di auto e camioncini, guide intente ad imbandire ricche tavole per le colazioni dei visitatori. Noi sgranocchiamo tristemente qualche cereale e scendiamo dall'auto, ormai convinti che la magia del luogo sia svanita da un pezzo.
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Fuori fa un freddo tremendo, contro il quale le nostre giacchettine antivento possono ben poco. Cerchiamo di scaldarci con il vapore dei geyser, senza successo, mentre i due cechi si spogliano e raggiungono una moltitudine di turisti in una pozza termale. Sarà per il numero eccessivo di persone, per il freddo che ci ha colti impreparati, per le aspettative troppo alte su questo luogo o semplicemente perché i geyser non sono l'attrazione che più ci impressiona, fatto sta che in breve tempo ci stufiamo e ci rimettiamo in auto. Come il giorno precedente, la luce del mattino illumina la strada che abbiamo percorso all'andata nella più totale oscurità: la striscia di ghiaia taglia in due un deserto piatto e arido.
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Una volpe si ferma davanti al nostro cammino: rallentiamo, spegniamo il motore ed abbassiamo dolcemente il finestrino. Ci guarda per 30 interminabili secondi, senza paura, senza aggressività, quasi volesse darci il benvenuto nella sua terra, prima che il rombo di un'altra auto la faccia scappare via. Corriamo veloci verso San Pedro, il paesaggio intorno a noi è proprio quello delle foto che appaiono su Google Images quando si digita "Cile": vulcani innevati, lande desolate e animali selvatici. Un sogno.
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La strada del ritorno è nettamente più complicata, sulle lunghe discese sterrate l'auto prende velocità, le gomme slittano sul suolo di ghiaia e sassi...
[Marco: Una curva più stretta del previsto mi coglie impreparato, sono troppo veloce per affrontarla ma non posso nemmeno inchiodare, l'auto scivolerebbe. Gioco con i pedali e col volante, il veicolo sbanda, prima a destra poi a sinistra, controsterzo, assecondo i movimenti dell'auto imbizzarrita, tirando le redini quel tanto che serve a rallentare senza capottarci. L'adrenalina sale, ma sono tranquillo, so quello che faccio, ho il controllo della situazione. Un urlo stridulo improvviso mi distrae, poi un altro ed un altro ancora. Perdo pazienza e lucidità, sembra di avere uno stormo di anatre starnazzanti alle spalle. L'auto ruota su se stessa, cambiando direzione di marcia e fermandosi dolcemente contro il bordo della strada, come un cavallo esausto arresosi al suo domatore. La scena dura qualche secondo al massimo, ma sembra un'eternità. Tutto ok, non è successo niente, né a noi né all'auto. Mi giro verso Claire, ci guardiamo e so che entrambi stiamo pensando la stessa cosa: "Che figata! Rifacciamolo!". Peccato solo che Dora, dietro, esaurito il fiato a forza di schiamazzare, si sia abbandonata ad un pianto mesto e silenzioso mentre Yan, abbracciandola, mi dice con calma: "You're lucky, man". Vorrei girarmi, mandare a quel paese lei perché urlare in queste circostanze non fa che peggiorare la situazione e spiegare a lui che non si tratta di fortuna, semmai prima di avventatezza e poi di bravura. Non faccio né l'una né l'altra, in fondo mi sento un po' in colpa, ho comunque commesso un errore. D'altro canto sono esaltatissimo, mi sento come Sebastian Loeb in una delle sue epiche gare di rally.]
Proviamo a sdrammatizzare con un "ragazzi, offriamo un tour ricco di adrenalina, non siete contenti?". Pare proprio di no, a guardarli in faccia. Noi ce la ridiamo in silenzio, i deboli di cuore ci fanno tenerezza. Il piccolo incidente segna un'innalzamento improvviso della tensione tra noi ed i nostri bagagli: Dora, finora tutto sommato amabile e cordiale, si inacidisce come un cibo avariato lasciato fuori dal frigo, mentre Yan... Yan era già scorbutico di suo. OK l'inconveniente, scusateci, ci dispiace, ma son due giorni che vi portiamo a spasso, spiegandovi dove siete, cosa state guardando e lasciandovi la sera al vostro alloggio per poi smazzarci benzina e parcheggio (un delirio a San Pedro), oltre ad esserci occupati di tutte le carte per il noleggio auto. Quindi potete anche farci il favore di stare zitti e non rompere le palle. Il resto della strada la percorriamo così a 35km/h fissi, tra un commento acido di Dora ed una nostra risposta caustica fino alla Valle de la Luna, dove ognuno va per la sua strada in esplorazione di questo luogo da Mille ed una Notte.
[Claire: Abbiamo appena varcato l'ingresso della Valle de la Luna quando, dalle nostre spalle, proviene un: "The speed limit is 20 km/h". L'anatra Dora non ne vuole sapere di chiudere il becco. Marco inchioda e, con calma apparente, afferma che, a questa velocità, i nostri "amici" perderanno l'autobus. Io me la rido sotto i baffi mentre all'interno dell'abitacolo scende un gelo sottile e tagliente, così in contrasto con i 35°C esterni. Avremmo solo voglia di lanciarli giù dal finestrino e lasciarli carbonizzare sotto il sole cocente del deserto, ma siamo persone educate e manteniamo il controllo. Dora, tuttavia, sembra voler rompere le scatole a tutti i costi, come se l'episodio dell'auto la autorizzasse ad essere scorbutica. Così, quando due autostoppisti rifiutano un nostro passaggio di qualche centinaio di metri, non ci pensa un attimo prima di sputarmi un "Tanto non saresti stata tu a doverti stringere", con una risatina finale, come a metterla sul ridere. Io non mi bevo la sua falsa gentilezza e, con lo stesso tono da stronza, le rispondo che "Avremmo potuto fare a cambio di posto, non mi interessa. Non richiede chissà quale sforzo fare un po' di spazio a due ragazzi in attesa di un passaggio".]
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Rientriamo a San Pedro letteralmente cotti, dal sole e dalla lunga giornata. Yan e Dora provano a farsi lasciare al loro alloggio, ma stavolta non funziona: li teniamo in ostaggio, c'è la benzina da pagare e vogliamo che presenzino alla restituzione dell'auto, nel caso in cui succedesse qualcosa. Sbrigate le pratiche, ci salutiamo con sorrisi tesi ed un po' falsi, tutti e quattro, ne siamo certi, con la soddisfazione di essersi tolti un peso.
Il nostro tempo a San Pedro de Atacama si è esaurito, è stato breve ma molto intenso. L'esperienza è stata esattamente come la volevamo: nostra, emozionante, indimenticabile! Termina anche così, nel migliore dei modi, la nostra permanenza in Cile, una terra che ci ha un po' delusi dal punto di vista umano, che ci ha svuotato il portafogli considerevolmente, ma che ci ha ripagato con ricordi ed esperienze impagabili, soprattutto nelle ultime settimane.
Il nostro piatto di San Pedro de Atacama è: il merluzzo con humita piccante
La nostra canzone di San Pedro de Atacama è: Disturbed - The Sound Of Silence
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giulianaleone91 · 7 years ago
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Diario di Bordo - Chicago
Come fa il proverbio? Il mattino ha l’oro in bocca? Bene, la mia prima notte a Chicago dura solo qualche ora. Tra il fusorario e l’eccitazione per il viaggio, se fosse per me metterei le scarpe e andrei adesso stesso in giro per la città; anche se sono le tre. Gli altri dormono beati. Vago per il piccolo vano, mi collego su facebook, poi appena non ce la faccio più esco. Il corridoio deserto e silenzioso mi ricorda quello di una nave. C’è la moquette ma non è spessa come a Londra. L’aria è bollente. Gli altri come fanno a dormire con questo caldo? Faccio avanti e indietro per un po’, ma non c’è nemmeno da curiosare in giro, a parte una stanzetta minuscola con un distributore d’acqua. Mi viene in mente che a casa è già mattina, quindi chiamo lì, così da far passare un po’ di tempo. 
Quando gli altri si svegliano io sono lavata, vestita e con i piedi scalpitanti in giro per la stanza.
Chicago, di giorno, è forse ancora più bella. È gigantesca, elegante e sa di America. 
Vicino all’hotel (che si trova in una strada bellissima in pieno centro) c’è uno Starbucks, decidiamo di andare a fare colazione lì. Prendo un caramel mocha buonissimo e una fetta di torta spettacolare alla zucca e cannella.
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Proprio accanto alla rinomata catena c’è la nostra prima meta della giornata: il 360° Chicago, uno dei due grattacieli più alti della città. Prima di entrare chiedo a un uomo che sta pulendo la vetrata informazioni sul costo del biglietto e lui mi fa sapere che l’ingresso è 20$. Dopo si avvicina e mi dice che se gli diamo 10$ ciascuno andrà a prendere i biglietti fingendo che siano per la sua famiglia. Chi lavora lì ha lo sconto del 50%. Ci pensiamo un attimo, ne parliamo tra noi, ma tanto io ho già deciso. 
Con questa prova di fiducia inizia il nostro viaggio. Sparisce con i soldi, poi torna. Ha i biglietti. Ci fa sapere che ha dovuto aggiungere un dollaro che però non vuole restituito. Non sappiamo come ringraziarlo per il gesto dolcissimo. Non era tenuto a farlo eppure ha voluto farlo lo stesso, magari mettendo a repentaglio il suo posto di lavoro per quattro sconosciuti. Lo ringraziamo mille volte e io mi sento felice, tanto che vorrei abbracciarlo. E non per i quaranta dollari risparmiati, ma per la generosità gratuita e inaspettata. Prima di tornare al suo lavoro mi dice che è messicano e che i messicani sono brave persone. Me lo ripete due volte e da come lo dice capisco che si riferisce al discorso messicani/Trump. Sono ancora felice ma adesso si è fatto largo anche un po’ di tristezza al pensiero che nel 2017 qualcuno possa anche solo pensare di essere discriminato per qualcosa come la provenienza, l’etnia o il colore della pelle.
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La vista dal 360° è qualcosa di indescrivibile e di nuovo mi dispiaccio nell’appurare che le foto non rendono affatto. Però forse è meglio così. “I nostri migliori ricordi saranno i nostri ricordi” dice uno di noi, e la frase diventa il motto di tutto il viaggio (insieme a I shot the sheriff, ma questa è un’altra storia). 
La vetrata fa il giro dell’intero piano e quindi è possibile avere una visuale a 360° gradi di Chicago. Io preferisco la prospettiva della foto che vedete sopra, grattacieli colossali da un lato e il bellissimo lago Michigan dall’altro. 
Oltre al negozietto e un’attrazione, c’è un bar elegante che permette di bere un Long Drink al tramonto, con panorama mozzafiato. L’attrazione invece si chiama Tilt e con 7 dollari permettere “vista ravvicinata”. Mentre faccio la fila mi accorgo che una ragazza ha un attacco di panico, urla e le tremano le gambe. La vetrata alla quale è appoggiata si inclina e precipita verso il basso, si ferma, si flette ancora di più.
L’attimo prima che il vetro si abbassi percepisco l’adrenalina e anche una leggera agitazione. Non so quando mi ricapiterà di tornare a Chicago, quindi non esiste che mi perda questa esperienza. Non fa paura, mi accorgo. Anzi, è bello. Non mi era mai capitato di osservare una città dall’alto verso il basso, come se stessi per piombare giù.
Poi è ora di tornare con i piedi per terra. Sul nostro programma ci sono un sacco di posti da vedere. Attraversiamo la Magnificent Mile e ci fermiamo in qualcuno degli stupendi negozi. In quello della caramelle, per esempio, perdiamo parecchio tempo. È enorme e ha dolciumi di tutti i tipi, alcuni davvero inimmaginabili. Dopo qualche sosta davanti a edifici e monumenti particolari arriviamo a una delle mete che desideravo di più raggiungere: la Tribune Tower. Si tratta di un grattacielo nelle cui pareti vi sono incastonate pietre e mattoni provenienti dalle costruzioni più famose di tutto il mondo. C’è un pezzetto della Grande Muraglia Cinese, un blocco del Colosseo, un angolino di una piramide ecc...
Rimango tanto tempo a leggere le etichette e ad ammirare i cimeli inglobati nelle pareti maestose della Tribune Tower. C’è addirittura un frammento di Luna concesso dalla Nasa.
Poi è la volta del Millennium Park, un parco ricco di strutture architettoniche post moderne. Per arrivarci siamo costretti a passare sotto un cavalcavia e qui per la prima volta ci troviamo faccia a faccia con una piaga delle grandi città americane: i senzatetto. In questo angolo riparato c’è un vero e proprio accampamento. Durante gli altri miei viaggi e in particolare nei miei due anni a Manchester mi è capitato di trovarmi di fronte a questa triste realtà. Così tanti barboni, però, i miei occhi non ne avevano mai visti. Come può esserci tanto lusso e tanta povertà nella stessa città?
Usciti dal cavalcavia Chicago torna a splendere in tutta la sua ricchezza. Il parco è pieno di turisti ma ci sono anche molti residenti. Percorriamo il lunghissimo ponte che attraversa parte del parco e raggiungiamo il protagonista indiscusso tra tutte queste opere d’arte, la scultura a specchio che ha la forma di un fagiolo.
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L’ultima tappa è la Navi Pier, una piazza lungo il lago Michigan. Dopo essere tornati bambini su un’ altalena a due che suona non appena tocca il suolo, entriamo in un piccolo centro commerciale e pranziamo qui. Visto che abbiamo fatto una colazione sostanziosa, vogliamo mantenerci leggeri, perciò io e Marco prendiamo una porzione piccola di popcorn da Garrett, un adorabile negozio che vende solo questo. Peccato che la busta piccola sia gigantesca.
 Dicono che i popcorn di Chicago siano speciali e vogliamo provarli. La variante più caratteristica è il mix formaggio fuso e caramello. Noi andiamo sul classico e prendiamo quelli al formaggio. Sono buonissimi e pieni zeppi di uno strato di formaggio che macchia le mani e la lingua. 
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Il resto del pomeriggio lo passiamo alla ricerca del cartello che segna l’inizio della Route 66. Lo cerchiamo per due ore e poi decidiamo di chiedere informazioni a qualcuno. Domani mattina per noi inizierà la Strada e vogliamo essere sicuri di sapere da dove partire. Domandiamo a un paio di persone ma nonostante siano residenti sembrano non sapere di cosa stiamo parlando. La via è quella giusta eppure non c’è traccia del cartello. Non ci sono nemmeno i negozi dedicati alla Route che ci aspettavamo di trovare. Quando chiedo in edicola una guida della Route 66 il tizio mi guarda come se fossi scema. Entriamo in un supermercato e io chiedo informazioni a una vecchina che ha tutta l’aria di abitare qui da molto. Lei lo saprà di sicuro, mi dico. La signora mi rivolge un sorriso dolcissimo e poi inaspettatamente mi afferra le mani e mi dice che sono freddissime. “Mai sentita” mi dice. Non è possibile, ho di nuovo la sensazione che qualcosa non torni. Le spiego allora che è una strada che arriva in California e lei mi blocca. “Hai detto che vuoi andare in California? Da qui?” domanda. Sembra sconvolta. “Ma è lontanissimo” aggiunge, poi mi afferra per un braccio e mi trascina un poco più avanti. “Questi quattro ragazzi qui vogliono andare fino in California.” dice a un tizio della sicurezza. “Come li aiutiamo? Dicono che esista una certa Route 66 o qualcosa del genere che arrivi fino a lì”. Anche l’uomo sembra cadere dalle nuvole. È impossibile che tutta questa gente non abbia idea di cosa sia. Stiamo parlando di una strada vecchia e famosissima nella quale hanno girato documentari, ambientato libri, film e addirittura cartoni animati. Tanti turisti come noi arrivano a Chicago proprio per attraversarla. Diciamo alla donnina che siamo venuti dall’Italia proprio per questo e lei sembra ancora più stranita di prima. Non capisce perché avremmo mai voluto fare una cosa del genere. Poi ci chiede timidamente di portarla con noi. 
In sua compagnia passiamo l’ora successiva. Mi porta in un centro informazioni, poi in un’agenzia di viaggio (arrabbiandosi con la donna dietro la scrivania, perché se non lo sa lei che è il suo lavoro...), in una biblioteca, senza mai lasciarmi il braccio. È instancabile e tenace, non appena la persona a cui si è rivolta le dice di non averla mai sentita, ha già in mente un’altra persona a cui chiedere. Alla fine un bibliotecario fa una ricerca su internet e trova il punto in cui la Route inizia. Ci fa un segnale su una mappa e finalmente sappiamo dove andare. Quando la troviamo il sole comincia a tramontare e abbiamo le gambe a pezzi. Per un attimo abbiamo temuto addirittura che non esistesse. In un momento di smarrimento ci è sembrato di essere arrivati quasi dall’altro lato del mondo per una strada inventata. E invece eccoci, davanti al cartello che segna l’inizio della Route 66. La scritta è quasi del tutto coperta da adesivi, ma c’è ancora.
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Abbiamo voglia di una cena all’americana, quindi andiamo da Pontillo, un posto caratteristico troppo carino. In compagnia di musica blues, mi gusto un Cheeseburger gigantesco. Visto che sarà l’ultima sera a Chicago vorrei andare in qualche localino, ma siamo talmente stanchi da non essere certi di riuscire a raggiungere il motel. Per oggi abbiamo fatto abbastanza, dopotutto. 
L’ultima gioia della giornata è il motel, il nostro primo adorabile MOTEL. 
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lineamara · 8 years ago
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L'usignolo e la rosa – Oscar Wilde
"Ha detto che ballerà con me se le porto rose rosse" esclamò il giovane Studente, "ma in tutto il mio giardino non c'è nemmeno una rosa rossa".
Dal suo nido nel folto della Quercia l'Usignolo lo sentì e guardò attraverso le foglie e si stupì. "Nemmeno una rosa rossa nel mio giardino!" ripeté e i suoi begli occhi si riempirono di lacrime. "Oh! Da che misere cose dipende la felicità! Ho letto tutto quello che i saggi hanno scritto, e possiedo ogni segreto della Filosofia; ma ora, poiché mi manca una rosa rossa, la mia vita è rovinata." "Ecco, dunque, un vero innamorato!" disse l'Usignolo. "Notte dopo notte ho cantato per lui, anche se non lo conoscevo: notte dopo notte ho raccontato la sua storia alle stelle e, finalmente, lo vedo. I suoi capelli sono scuri come il bulbo del giacinto, e le sue labbra sono rosse come la rosa che bramerebbe avere; ma la passione ha reso il suo viso pallido come avorio e il dolore ha impresso il suo sigillo sulla sua fronte". "Il Principe darà un ballo domani sera" mormorò il giovane Studente, "e il mio amore ci andrà. Se le porterò una rosa rossa, lei danzerà con me fino all'alba. Se le porterò una rosa rossa, la potrò tenere tra le mie braccia e lei appoggerà il suo capo sulla mia spalla e la sua mano stringerà la mia. Ma non c'è nemmeno una rosa rossa nel mio giardino, cosicché io siederò da solo e lei mi passerà vicino. Non si curerà di me e il mio cuore sarà spezzato". "Ecco, dunque, un vero innamorato!" disse l'Usignolo. "Per ciò di cui io canto, lui soffre: ciò che è gioia per me, per lui è sofferenza. Certamente l'amore è una cosa meravigliosa. È più prezioso di uno smeraldo e più raro del più splendido opale. Le perle e i granati non riescono a comprarlo, e nemmeno si riesce a trovarlo al mercato. Non può essere acquistato dai mercanti, né può essere pesato su un bilancino per l'oro". "L'orchestra siederà sul palco" disse il giovane Studente, "e suonerà, e il mio amore ballerà al ritmo dell'arpa e del violino. Danzerà con leggerezza, senza nemmeno toccare il pavimento e i cortigiani si affolleranno nei loro vestiti variopinti attorno a lei. Ma con me non ballerà: non ho una rosa rossa da donarle". Detto questo si gettò sull'erba e si coprì il volto con le mani e pianse.
"Perché sta piangendo?" chiese una piccola Lucertola verde, correndo accanto a lui agitando la coda in aria. "Perché, insomma?" chiese una Farfalla, mentre volava in un raggio di sole. "Perché, insomma?" sussurrò una Margherita alla sua vicina con voce bassa e sottile. "Sta piangendo per una rosa rossa" rispose l'Usignolo. "Per una rosa rossa!" esclamarono. "Che cosa ridicola!" E la piccola Lucertola, davvero cinica, gli rise in faccia. Ma l'Usignolo capì il segreto dispiacere dello Studente e rimase silenzioso, appollaiato su un ramo della Quercia, pensando al mistero dell'Amore. Improvvisamente, aprì le sue ali marroni e si librò nell'aria. Passò attraverso il boschetto come un'ombra, e come un'ombra volò attraverso il giardino. Al centro di un'aiuola cresceva un bellissimo Cespuglio di rose, e quando lo vide gli volò sopra, posandosi su di un piccolo ramo. "Dammi una rosa rossa" esclamò, "e ti canterò la mia canzone più dolce". Ma il Cespuglio scrollò il capo. "Le mie rose sono bianche" rispose, "bianche come la schiuma del mare, e più bianche della neve sulle montagne. Ma vai da mio fratello che cresce vicino alla vecchia meridiana, e forse lui ti darà quello che desideri". Così l'Usignolo volò sopra il Cespuglio di rose che cresceva vicino alla vecchia meridiana. "Dammi una rosa rossa" esclamò, "e ti canterò la mia canzone più dolce". Ma il Cespuglio scosse la testa. "Le mie rose sono gialle" rispose, "gialle come il capelli della ninfa marina che siede vicino al trono d'ambra, e più gialle dell'asfodelo che spunta nel prato prima che il giardiniere giunga con la sua falce. Ma vai da mio fratello che cresce vicino alla finestra dello Studente, e forse lui ti darà quello che desideri". Così l'Usignolo volò sopra il Cespuglio di rose che cresceva vicino alla finestra dello studente. "Dammi una rosa rossa" esclamò, "e ti canterò la mia canzone più dolce". Ma il Cespuglio scosse la testa. "Le mie rose sono rosse" rispose, "rosse come le zampe della colomba e più rosse dei grandi ventagli di corallo che ondeggiano nelle caverne dell'oceano. Ma l'inverno ha gelato le mie vene, e il gelo ha fatto cadere i miei germogli, e la tempesta ha spezzato i miei rami, e io non avrò più rose per quest'anno". "Una sola rosa rossa mi basta" insistette l'Usignolo, "solo una rosa rossa! Non c'è nessun modo per averla?" "C'è un modo" disse il Cespuglio, "ma è così terribile che non oso parlartene..." "Dimmelo" replicò l'Usignolo, "non ho paura!" "Se vuoi una rosa rossa" proseguì il Cespuglio, "devi costruirtela con il tuo canto alla luce della Luna, e colorarla col sangue del tuo cuore. Devi cantare per me con il petto squarciato da una spina. Devi cantare tutta la notte e la spina deve straziare il tuo cuore e il tuo sangue, il tuo fluido vitale, deve scorrere nelle mie vene, diventando il mio". "La morte è un caro prezzo da pagare per una rosa rossa" si lamentò l'Usignolo, "e la Vita è cara a tutti. È bello stare nel folto degli alberi e seguire il corso del Sole sul suo carro dorato e della Luna sul suo cocchio di perle. Dolce è il profumo del biancospino e dolci sono le campanule che si nascondono nella valle e l'erica che cresce sulla collina. Però l'Amore è più bello della Vita, e cos'è il cuore di un piccolo uccellino paragonato al cuore di un uomo?" Così l'usignolo distese le sue alucce marroni per il volo e s'innalzò in aria.
Passò il giardino sfiorandolo come un'ombra e come un'ombra volò dentro il folto del boschetto. Il giovane Studente stava ancora disteso sull'erba, come lo aveva lasciato, e le lacrime non si erano ancora asciugate nei suoi splendidi occhi. "Stai allegro" disse l'Usignolo, "stai allegro: avrai la tua rosa rossa. Te la costruirò con il mio canto alla luce della Luna e la colorerò con il sangue del mio cuore. Tutto quello che ti chiedo in cambio è che tu sia un buon innamorato poiché l'Amore è più saggio della Filosofia, benché essa sia saggia e più forte della stessa Forza, la quale è tuttavia potente. Le ali dell'Amore sono colore di fiamma e colore di fiamma è il suo corpo. Le sue labbra sono dolci come il miele e il suo alito è profumato come l'incenso".
Lo Studente alzò la testa dall'erba per ascoltare, ma non poté capire quello che l'Usignolo gli stava dicendo dato che conosceva solo le cose che sono scritte nei libri. Ma la Quercia comprese e si sentì triste, perché amava molto il piccolo Usignolo che aveva costruito il suo nido nel folto dei suoi rami. "Cantami un'ultima canzone" sussurrò, "mi sentirò molto triste quando tu non ci sarai più". Così l'Usignolo cantò per la Quercia e la voce gli uscì dalla gola come acqua che sgorga da un vaso d'argento. Quando concluse il suo canto lo Studente si alzò e tirò fuori di tasca un quaderno e una matita. ' È bella ' disse a se stesso, mentre usciva dal folto del boschetto ' e questo non si può negarlo; ma avrà del sentimento? Ho paura di no. In effetti è come la maggior parte degli artisti: è solo apparenza, apparenza senza sincerità. Non si sacrificherebbe per gli altri. Lei pensa solo alla musica e tutti sanno che le arti sono egoiste. Però bisogna ammettere che ha una bella voce. Che peccato che tutto questo non significhi niente o, comunque, non porti nessun beneficio pratico '. Si diresse, dunque, verso la sua stanza. Si gettò sul suo lettuccio e cominciò a pensare al suo amore; dopo poco si addormentò. E quando la Luna iniziò a splendere in cielo, l'Usignolo volò dal Cespuglio di rose e gettò il suo petto contro una spina. Tutta la notte cantò con il petto contro la spina e la fredda, pallida Luna si sporse ad ascoltare il suo canto. Tutta la notte cantò, e la spina penetrò sempre più profondamente nel suo petto, e il suo sangue, il suo fluido vitale, fuggì da lui. Dapprima cantò della nascita dell'Amore nel cuore di un ragazzo e una ragazza. E sul ramo più alto del Cespuglio di rose spuntò un fiore meraviglioso, petalo dopo petalo, man mano che una canzone seguiva l'altra. Era pallido, all'inizio, come la bruma che cala sulla riva del fiume nel primo mattino, e colore dell'argento, come le ali dell'aurora. Come l'ombra di una rosa in uno specchio d'argento, come l'ombra di una rosa in uno stagno, così si colorò il fiore che cresceva sul ramo più alto del Cespuglio. Ma il Cespuglio disse all'Usignolo di premere più forte contro la spina che gli trafiggeva il petto. "Premi più forte, piccolo Usignolo!" incitò il Cespuglio. "O il Giorno si alzerà prima che la Rosa sia spuntata". Così l'usignolo premette più forte e sempre più alta salì la sua canzone mentre cantava della nascita della passione nell'animo di un uomo e una donna. E un delicato flusso di colore tinse i petali del fiore, simile al rossore che coglie il volto del fidanzato mentre bacia la sua promessa. Ma la spina non aveva ancora raggiunto il suo cuore e per questo motivo il centro dei petali rimaneva bianco: solo il sangue del cuore di un Usignolo può arrossare il cuore di una rosa. E ancora il Cespuglio disse all'Usignolo di premere più forte contro la spina. "Premi più forte, piccolo Usignolo!" incitò il Cespuglio. "O il Giorno si alzerà prima che la Rosa sia spuntata". Così l'usignolo premette più forte e la spina trafisse il suo cuore: sentì una fitta dolorosa. Amaro, amaro fu il dolore e la sua canzone salì sempre più forte: cantava dell'Amore che è reso perfetto dalla Morte, dell'Amore che non può morire in una tomba.
E la meravigliosa rosa divenne cremisi, il colore del cielo ad oriente. Cremisi la ghirlanda dei petali e rosso rubino il cuore del fiore. Ma la voce dell'Usignolo divenne più debole e le sue piccole ali cominciarono a sbattere: un velo gli annebbiò la vista. Sempre più debole saliva la sua canzone e cominciò a sentire qualcosa che gli soffocava la voce in gola. Quindi cantò un'ultima volta. La Luna bianca l'ascoltò e si dimenticò dell'alba incombente, indugiando in cielo. La rosa rossa l'ascoltò e fu scossa da una specie di estasi, aprendo i suoi petali alla fresca brezza del mattino. L'eco portò il suo canto alla sua caverna purpurea sulle colline e svegliò i pastori dai loro sogni. Il suo canto galleggiò attraverso i canneti del fiume e arrivò fino al mare. "Guarda, guarda!" esclamò il Cespuglio. "La rosa ora è spuntata". Ma l'Usignolo non rispose perché giaceva morto nell'erba alta, con una spina piantata nel petto. E a mezzogiorno lo Studente aprì la sua finestra e guardò fuori. "Che fortuna incredibile!" esclamò. "Ecco una rosa rossa! Non ne ho mai vista una uguale in tutta la mia vita. È così bella che sono sicuro che deve avere un lungo nome latino". Si sporse e la colse. Si mise quindi il cappello e andò alla casa del Professore con la rosa in una mano.
La Figlia del Professore era seduta sulla soglia di casa ed era intenta a dipanare dall'arcolaio una matassa di seta azzurra. Il suo cagnolino era accoccolato ai suoi piedi. "Hai detto che avresti danzato con me se ti avessi portato una rosa rossa" cominciò lo Studente. "Eccoti la rosa più rossa del mondo. L'appunterai vicino al tuo cuore stasera e mentre balleremo ti dirà quanto ti amo". Ma la ragazza aggrottò le ciglia. "Ho paura che non si adatti al mio vestito" rispose, "e, inoltre il Nipote del Ciambellano mi ha mandato dei veri gioielli e tutti sanno che i gioielli valgono molto di più dei fiori". "Ebbene, parola mia, sei proprio ingrata" replicò lo Studente arrabbiato, gettando la rosa in strada. Il fiore cadde in un rigagnolo e la ruota di un carro la schiacciò. "Maleducato!" esclamò la ragazza. "Sei proprio maleducato. E dopo tutto chi sei? Solo uno Studente. In verità non credo nemmeno tu abbia fibbie d'argento alle scarpe come il Nipote del Ciambellano." Detto così, si alzò e rientrò in casa. "Che cosa sciocca è l'Amore!" esclamò lo Studente. "Non vale la metà della Logica: non dimostra niente, fa sperare in eventi che non succedono mai e fa credere cose che non sono vere. In effetti è poco utile, mentre in quest'epoca tutto deve essere utile. Tornerò alla Filosofia e studierò la Metafisica".
Così egli ritornò alla sua stanza, tirò fuori un vecchio libro polveroso e si mise a leggerlo.
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leocamilla · 5 years ago
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Giulietta: Bando ai complimenti! Mi ami davvero? Lo so che dirai di si e voglio credere tutto e anche se giurassi potresti mentire, mio caro Romeo se mi ami davvero dillo sinceramente…
Romeo: Cara, per la venerabile luna che lassù tinge d’argento quelle cime di alberi giuro…
Giulietta: Oh, non giurare sulla luna, quella bugiarda incostante che girando cambia faccia ogni mese, anche il tuo amore così sarebbe variabile…
Romeo: Allora su che devo giurare?
Giulietta: Non giurare affatto… O se vuoi giurare perché non giuri su te stesso che sei il Dio della mia adorazione e io ti crederò!
Giulietta Capuleti: Sorgi bel sole e uccidi l'invidiosa luna che è gia fiacca e pallida, invidiosa di te sua ancella che sei più bella di lei. Smetti di servirla quell'invidiosa!
Romeo Montecchi:Se io profano con la mia mano indegna, questo santuario è un peccato gentile… Le mie labbra come due pellegrini chiedono la grazia di riparare la rude offesa con un dolce bacio…
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whiteligth-blog · 7 years ago
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La fermata del treno
La ragazza lo stava fissando, seduta sulla poltrona con le mani raccolte in grembo, senza dire una parola. Non dimostrava più di trent'anni, di corporatura minuta; indossava un pullover grigio e un paio di pantaloni blu, portava i capelli biondi tagliati corti. Sarebbe stata una bella ragazza, se non fosse stato per il viso pallido, gli occhi cerchiati e appannati, che le davano un'aria malaticcia. Carlo non riusciva a capire perché la giovane donna lo stesse fissando con aria preoccupata. “Ferma...” mormorò lei. Svegliatosi di soprassalto, con la fronte imperlata di sudore, a Carlo ci volle qualche secondo per realizzare che era stato solo un brutto sogno, e pertanto la ragazza non fosse stata davvero reale. “Tutto bene?” domandò l'uomo seduto davanti a lui. Aveva un'età compresa fra i quarantacinque e i cinquant'anni, magro e allampanato, un viso dai tratti asciutti e due occhi azzurri nascosti dietro ad un paio di lenti. “Sì, sì...tutto a posto” si limitò a rispondere Carlo, scrollando le spalle. La settimana prima era stato incaricato di scrivere un articolo sull'inaugurazione della nuova tratta turistica. Il viaggio sarebbe durato tre giorni e ci sarebbero state delle fermate con la possibilità di visitare alcuni paesi. Carlo aveva preso il treno verso le otto del mattino. Il suo compagno di cabina, un signore dall'aria distinta, era seduto davanti a lui intento a leggere un quotidiano. Subito dopo la partenza, avevano scambiato due parole, dopodiché Carlo si era addormentato. “Oh è quasi mezzogiorno” osservò il suo compagno di viaggio. “Di già?” commentò Carlo, sollevando lo sguardo dal block-notes su cui stava scrivendo qualche riga per l'articolo. “Il tempo passa veloce, eh?” “Eh, sì” “Dovremmo sbrigarci, allora” Carlo raggiunse il tavolo che aveva prenotato in fondo alla carrozza ristorante, dove avrebbe potuto starsene tranquillo. Mentre pranzava, continuò a buttare giù qualche appunto. Verso le due del pomeriggio, il treno fece la sua prima fermata. Il giornalista fece un breve giro per il paese, scattò un paio di foto, si fermò a farsi uno spuntino in un bar. “Allora, ha fatto un buon giro?” lo accolse il suo compagno di viaggio, non appena Carlo ritornò in cabina. “Certo. E lei?” “Sì, qualcosa di interessante c'era” “Bene, allora siamo in due” disse Carlo con un sorriso. “A proposito, non mi sono ancora presentato: dottor Alessandro Pescatore” esordì l'uomo con un ironico cenno della mano. “Carlo Cordero, giornalista, scrivo per una testata locale” “Interessante. E, se posso chiederglielo, cosa la sta portando a fare questo viaggio?” “Sto scrivendo un articolo sull'inaugurazione della nuova tratta. E lei?” “Mi sono preso una vacanza, sa com'è avevo bisogno di una pausa” spiegò il medico, con una scrollata di spalle. “A volte non c'è niente di meglio che staccare la spina” “É vero. Lei lavora in ospedale?” “Sì, sono un medico chirurgo” “Allora sono fortunato, se mai dovesse capitarmi qualcosa...” scherzò Carlo. “Spero di no” “Senta, che ne dice se andiamo a berci un caffè?” “Buona idea” I due raggiunsero la sala bar. Entrambi i tavoli erano occupati da alcuni viaggiatori che stavano giocando a carte. “Ehi signori perché non vi unite ad una partita?” domandò un tizio, con un paio di grossi baffi rivolgendosi a Carlo e ad Alessandro. “Va bene” disse il giornalista. “Allora accomodatevi!” Il medico perse un paio di partite, mentre Carlo se la cavò meglio. “È quasi ora di cena” osservò il giornalista, dando un'occhiata all'orologio. “Meno male, cominciavo ad avere fame” convenne Alessandro, ben felice di andarsene. “O forse perché il nostro medico sta perdendo a tutto spiano” disse il signore dai grossi baffi in tono ironico. “Molto divertente” sbuffò Alessandro di rimando. “Bisogna saper perdere” “Forse è questione di fortuna, dopotutto” disse un altro tizio con un sorriso, intendo a rimescolare. Il medico scrollò le spalle. “Be' io vado a cenare...” “Buon appetito” “Grazie, anche a lei” Dopodiché il medico se ne andò. Non volendo essere disturbato, Carlo cenò da solo al suo tavolo. Ne approfittò per rivedere i suoi appunti. Poi verso le nove decise di ritirarsi nella sua cuccetta. Dato che gli sembrava troppo presto per andare a dormire, decise di coricarsi e leggere un romanzo giallo. Ma il libro risultò talmente noioso che ben presto lo spedì fra le braccia di Morfeo. “Svegliati” disse una voce all'improvviso. Carlo sussultò e spalancò gli occhi: constatò che non si trovava nel suo letto, ma nella carrozza viaggiatori. E poi vide, con sua somma sorpresa, di nuovo la ragazza che aveva visto in sogno, seduta davanti a lui. Questa volta, Carlo notò che la giovane donna portava un ciondolo d'argento che rappresentava una falce di luna stilizzata. “Ma che ci faccio qui?” si chiese il giornalista alquanto sconcertato. Lei non lo ascoltò, ma si girò di lato e indicò con il dito fuori dal finestrino: Carlo vide un ponte sospeso, dove sotto scorreva il fiume. “Ferma il treno” disse la ragazza. Il giornalista si svegliò in un bagno di sudore. Con il cuore che batteva furiosamente nel petto, si tirò a sedere. Ma che diavolo di incubo aveva avuto? Sembrava davvero reale, pensò. Andò in bagno e si sciacquò la faccia. Non appena fu un po' più calmo tornò a letto, ma passò il resto il resto della notte in un sonno agitato.
Alle otto, Carlo e il medico si erano trovati nella carrozza ristorante per colazione. “Non ha una bella cera, stamattina” osservò Alessandro, posando la tazza di caffè sul tavolo. “Non ho chiuso occhio questa notte” rispose il giornalista, senza alludere all'incubo della notte precedente. “Strano, dovrebbe essere un viaggio di relax” disse Alessandro scrollando le spalle. “Non lo dica a me” borbottò Carlo, spalmandosi della marmellata su una fetta di pane. “Oggi ci sarà un bel programma” “L'ho sentito...” “Faremo un paio di fermate e pare che avremo l'opportunità di visitare il mercatino dell'antiquariato, tanto da passare la giornata” “Bene, vuol dire che ci sarà da divertirsi” “Suvvia un po' di entusiasmo!” esclamò Alessandro con un sorriso. Carlo finì di fare colazione. Verso le dieci il treno fece la sua prima fermata: era un piccolo borgo medievale che offriva la possibilità di poter ammirare alcune case in pietra, le sue strade lastricate e una chiesa in stile romanico. Il giornalista si fermò per un paio d'ore a visitare il posto, scattò delle foto e buttò giù qualche appunto sul suo block-notes. Si fermò a mangiare in una trattoria. Verso l'una e mezza fece ritorno alla stazione, quando i suoi pensieri lo riportarono al sogno che aveva fatto la notte prima che lo aveva turbato e lo aveva lasciato in uno stato di inquietudine. Carlo ne ricordava ogni particolare dato che l'ultima volta, gli era sembrato fin troppo reale. Perché quella ragazza gli stava dicendo di fermare il treno? si chiese. “Ehilà, che ci fa incantato lì?” disse una voce alle sue spalle, interrompendo il filo dei suoi pensieri. “Dottore” fece Carlo a mo' di saluto. “Fra un po' si riparte!” “Vedo che ha fatto acquisti...” osservò il giornalista guardando il sacchetto che Alessandro teneva in mano. “Sì, qualche cosa da portare a mia moglie e a mio figlio. Invece, lei niente?” “Non ho trovato nulla che mi potesse interessare” rispose Carlo, scrollando le spalle. “Può sempre esserci qualcosa di interessante al mercatino” suggerì il medico. “Sì, può darsi” Poi Carlo prima di salire, fece passare una coppia di anziani. Pochi minuti dopo, il capostazione diede il fischio di partenza. Cullato dal rassicurante dondolio del vagone, Carlo si addormentò. Si svegliò un'ora dopo, si stiracchiò i muscoli intorpidi e decise che gli andava un caffè per svegliarsi. Andò al bar e se ne fece fare uno forte. Si sentì meglio. Più tardi nel pomeriggio, Carlo decise di visitare il mercatino che si teneva nella piazza principale della cittadina; sulle bancarelle si poteva trovare ogni sorta di oggetti, dai libri vecchi, agli abiti usati. Il giornalista si comprò alcuni libri a poco prezzo, poi prese anche un trenino di legno e un orsetto di peluche per i suoi nipoti, figli di suo fratello. Dopo aver dato un'occhiata all'orologio, decise che era meglio tornare indietro. Una volta sul treno, accettò di buon grado un'altra partita a carte. Il signore con i grossi baffi con cui aveva giocato la sera prima gli chiese: “Dov’è il suo amico?” “Stasera penso che non abbia proprio voglia di giocare” “Be' non si tratta mica di una partita a poker” “Si vede che non gli piacciono i giochi di carte...” intervenne un altro passeggero. “Un vero peccato” Carlo rimase a giocare fino all'ora di cena. Vinse tutte le partite. “O se la cava bene o è fortunato” commentò il tizio dai grossi baffi, rimettendo le carte a posto nella scatoletta. “Entrambe le cose” rispose Carlo con un sorriso soddisfatto. Poi lasciò la sala bar e si diresse verso la carrozza ristorante. Seduto ad uno dei tavoli, vide Alessandro che guardava distrattamente fuori dal finestrino. “Buonasera” lo salutò il giornalista. “Buonasera a lei” “Anche lei cena da solo?” “A quanto pare” rispose Carlo con una scrollata di spalle. “Si unisca a me, se vuole. Un po' di compagnia non fa mai male a nessuno” Carlo si accomodò. “Be' grazie” “Non c'è di che” Il cameriere passò per le ordinazioni. Carlo ordinò agnello con patate e un dolce, Alessandro, invece, prese lonza di maiale e insalata verde, budino al cioccolato. “Allora, come va con l'articolo?” “Sono a un buon punto, manca ancora poco a finirlo” “Quando lo avrà finito sarò curioso di leggerlo” “Grazie” “Be' spero che non scriva di aver incontrato un antipatico chirurgo...” scherzò Alessandro. Carlo sorrise alla battuta. “Può darsi che lo metterò” “Domani è il terzo e ultimo giorno” disse il medico, cambiando argomento. “Sì, dov'è che passeremo?” “Mah...verso il mattino attraverseremo il ponte sul fiume, dicono che sia un bello spettacolo” spiegò Alessandro. All'improvviso Carlo diventò pallido come un lenzuolo. “Ehi tutto bene?” “Io...io...sì...credo di sì. Può scusarmi?” farfugliò il giornalista. Alessandro fissò l'altro che se ne andava con aria interdetta. “Va bene” mormorò. Carlo tornò in cuccetta. Tremava come una foglia. Andò in bagno e si lavò la faccia. Gli ci volle almeno un quarto d'ora per calmarsi. Si stese sul letto e chiuse gli occhi, senza riuscire a smettere di pensarci. Era quel ponte che la ragazza gli aveva indicato? Poteva essere tutto reale? Chi mai poteva essere quella donna? Quelle domande continuavano a ronzargli in testa senza risposta. Forse ci doveva pur essere una spiegazione a tutto questo. E ben presto, tormentato da quei dubbi, Carlo scivolò nel sonno. “Carlo...svegliati ti prego...” disse una voce, qualche ora dopo. Il giornalista si svegliò e se la trovò davanti. Erano di nuovo nella carrozza viaggiatori. “Chi sei?” domandò Carlo. Lei scosse la testa, ignorando la domanda. “Siamo arrivati, ferma il treno, ti prego!” esclamò la ragazza disperata, afferrandolo per un lembo della giacca. Carlo sentì una sensazione di gelo improvviso, come se si fosse sentito addosso una folata di aria gelida. Poi il sogno terminò bruscamente. Ansante, il giornalista scese velocemente dal letto. Spalancò la porta e si mise a correre come un forsennato, quasi non si accorse di essere finito addosso ad un controllore. Ignorando le proteste dell'altro, Carlo si precipitò verso la carrozza passeggeri, che era quasi completamente piena di gente, pronta a godersi lo spettacolo. Carlo, in alto vide la leva del freno d'emergenza. L'afferrò e la tirò con tutte le sue forze. Il treno si arrestò completamente: il contraccolpo fece sobbalzare i passeggeri e le carrozze; alcuni arredi si rovesciarono per terra. Anche Carlo perse l'equilibrio e cadde a terra, stremato e con il cuore in gola. In mezzo alla confusione, arrivarono il macchinista e il capotreno, alquanto scioccati. “Chi è stato a tirare il freno?” domandò uno dei due. Il giornalista si umettò le labbra secche. “Io. Io sono stato io” mormorò sommessamente, quasi stupito dal gesto che aveva compiuto. Il macchinista si fece largo tra la folla e andò controllare dove si erano fermati. Pochi istanti dopo, l'uomo tornò indietro. Era pallido e sconvolto. “Lei? É stato lei?” gli domandò il macchinista confuso. “Perché?” domandò il capotreno indignato. “Il ponte è crollato, se non fosse per lei a quest'ora saremmo morti tutti! Ma come ha fatto a saperlo?” esclamò il macchinista stupito. “É stata la ragazza del sogno...” disse Carlo. “Come scusi?” “Una ragazza mi è apparsa in sogno per tre volte, supplicandomi di fermare il treno” spiegò Carlo che nel frattempo si era messo a sedere. Si levò un mormorio di incredulità fra i passeggeri. “Quale ragazza?” domandò il medico che nel frattempo lo aveva raggiunto. Si era seduto accanto a lui. “Una ragazza bionda...con grandi occhi azzurri...e aveva un ciondolo a forma di luna stilizzata o qualcosa del genere” spiegò Carlo, con un grosso sospiro. “Non...non può essere...” farfugliò Alessandro, sgranando gli occhi con espressione attonita. “Perché?” ebbe il tempo di mormorare il giornalista. “Perché quella che ti è apparsa in sogno era mia figlia Laura: è morta in un incidente d'auto, l'anno scorso. Ci ha salvato tutti....” “Che Dio la benedica, davvero, che Dio la benedica” disse Carlo.
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veronica-nardi · 5 years ago
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Hotel del Luna Commento Finale
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Nello scrivere questo commento mi sento piuttosto soddisfatta, perché Hotel del Luna mi è piaciuto tantissimo ed è un drama che ricorderò con grande piacere.
Dire che il finale mi ha fatto piangere è riduttivo.
L'episodio finale è stato letteralmente uno strazio e ho pianto come una scema dall'inizio alla fine.
Ma andiamo con ordine.
Parto con lei, la vera Queen di questa serie, l'anima di Hotel del Luna, il personaggio più bello e interessante di tutti, quello con cui ho empatizzato di più, che mi ha fatto piangere, sorridere, emozionare.
Non scherzo quando dico che la sera in cui ho visto la prima puntata, tempo due minuti ed ero già innamorata di lei. Mi ha colpito fin da subito e il legame che ho sentito con questo personaggio mi ha ricordato quello che avevo con Wuxian ai tempi di The Untamed.
Ho amato ogni singola scena di Jang Man-wol, ho amato ogni sua sfaccettatura, dalla più cruda alla più dolce, ogni amato ogni suo abito, ogni suo sguardo, ho provato dispiacere per tutte le sue lacrime, ed è stato triste alla fine lasciarla andare. Ma è stato giusto così. Sapevo che sarebbe successo, e non mi lamento.
Mi è piaciuto molto come ci hanno svelato la verità sul suo tragico passato una puntata dopo l'altra, ottimo modo per mantenere viva la curiosità. La morte di suo fratello mi ha spezzato il cuore, ho visto tutto il suo dolore impazzito quando ha ucciso la Principessa per poi avventarsi anche sul capitano in quell'abito da sposa rosso sangue.
Il capitano, che è stato un po' il second lead della situazione, alla fine si è rivelato un vigliacco traditore, che ha tradito e venduto la banda per salvare la vita di lei. Alla fine il suo spirito prende vita in una lucciola diventando il primo vero ospite dell'Hotel del Luna all'insaputa di tutti. Vive accanto a Jang Man-wol per mille anni senza che lei lo sappia, e quando alla fine lo scopre la sua ultima punizione è accompagnarlo sul ponte per l'aldilà. Sono contenta e sollevata che abbia girato i tacchi all'invito di lui di seguirlo fino all'altra parte (ma anche no!), e che sia tornata da Ku Chan-seong.
E comunque, la scena in cui Jang Man-wol si rende conto di chi è davvero quello che la sta abbracciando, mi ha dato i brividi. Per non parlare di quando diventa quasi pazza credendo che Ku Chan-seong sia la reincarnazione dell'uomo che ha odiato per più di 1000 anni e arriva addirittura a ucciderlo nei suoi pensieri.
Mi è piaciuta molto l'evoluzione di Man-wol, da dura, fredda, bastarda e schietta, diventa piano piano più dolce e romantica. È sicuramente il personaggio più bello e interessante della serie.
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La storia d'amore l'ho apprezzata molto. È stata estremamente naturale, sciolta, tenera, coraggiosa, romantica, con molta chimica tra i due. Ammetto che negli ultimi episodi sono stati un po' sdolcinati, ma lo accetto perché 1) il loro tempo insieme stava per scadere, e 2) lei ha passato 3/4 della serie a essere una fredda bastarda, quindi un po' di sano romanticismo ci stava tutto.
Ho trovato semplicemente straziante il loro ultimo addio, con lei che è assolutamente credibile e umana nelle sue parole, vorrebbe dirgli tante cose belle, vorrebbe ringraziarlo, scusarsi, dirgli che lo ama, ma alla fine solo una cosa viene fuori:
"Ho preparato molte belle parole, ma adesso che è arrivato il momento, non riesco a pensare a niente. Soltanto... Vorrei stare sempre con te. Vorrei vederti per sempre. Non voglio dimenticarti."
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Ku Chan-seong l'ha accompagnata in questo percorso di perdono, di redenzione, di "lasciar andare". L'ha amata e l'ha fatta amare, lei che non credeva di poter amare di nuovo, lei che per mille lunghi anni ha vissuto un'esistenza piena di risentimento. Un risentimento che alla fine lascia andare per essere pronta ad attraversare quel ponte con un sorriso.
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Perché alla fine è questo di cui parla Hotel del Luna: gestire il dolore, la perdita delle persone care, il lutto, il perdono, la compassione, arrivare alla fine della vita senza rimpianti per poter andarsene in pace e col cuore leggero.
E Hotel del Luna non manca di trattare tematiche come il bullismo, il cyberbullismo e la pericolosità di internet; l'omissione di soccorso, gli incidenti stradali e gli effetti devastanti che possono avere non solo sulle vittime ma anche su chi rimane e deve fare i conti con l'accaduto.
Ku Chan-seong l'ho trovato un vero cucciolo nella scena dell'addio (tra l'altro ho appena scoperto che l'attore ha tipo 22 anni😨😨😨😳😳😳), ma se Jang Man-wol è stato un personaggio complesso, sfaccettato e interessante, lui in confronto è un po' più piatto. Non è un personaggio molto complicato o particolarmente interessante in sé, e questo posso metterlo come uno dei pochi difetti della serie.
Ma rimane comunque un personaggio che ho apprezzato e che mi ha sempre fatto piacere vedere sullo schermo. Mi è piaciuto quando alla fine non riesce a prendere la pillola per diventare incapace di vedere di fantasmi, perché ormai quella è la sua vita e non può liberarsi dal ricordo di Jang Man-wol. Rispetto all'inizio, lo vedo un po' più coraggioso, consapevole e maturo, ma ancora lontano dalla potente trasformazione e caratterizzazione della protagonista.
Un altro "difetto", se così possiamo dire, della serie, è la storyline di Sanchez e Veronica. Diciamocelo, per quanto bella e commovente, non era necessaria. Se tolgo quella parte dalla storia, non cambia niente nè alla trama né al personaggio di Sanchez, che rimane sempre lo stesso.
Però ammetto che Sanchez mi ha sempre strappato un sorriso tutte le volte che urlava cose in italiano completamente random sulla porta di casa, o come si sia visto costretto ad ospitare in casa sua l'ex dell'amico e addirittura un fantasma dell'Hotel. Povero Sanchez.
Mi è piaciuto tantissimo come tutti i personaggi alla fine abbiano avuto il loro spazio, la loro caratterizzazione e la loro storyline. Molto belle e coinvolgenti le storie di tutti i fantasmi, anche se i personaggi a cui mi sono affezionata di più sono stati sicuramente i dipendenti dell'Hotel.
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Non so chi di loro mi abbia spezzato di più il cuore.
Ho pianto nel vedere le loro storie, quello che ognuno di loro ha passato, ho pianto nel vederli combattere con il risentimento per poi arrivare al perdono e alla pace interiore; ho pianto nel vederli aiutarsi a vicenda dimostrando di essere diventati una famiglia nel corso dei secoli, e ho pianto nel vederli partire uno a uno.
Assolutamente straziante, molto umana e credibile la reazione disperata della studentessa, a cui non ho potuto fare a meno di paragonare la reazione della protagonista di My Country davanti alla morte dell'amato. Cioè, qui siamo proprio a un altro livello.
Sono contenta che alla fine la ragazza riesce a ricominciare una buona vita e riprende a studiare come si deve, cosa che prima non aveva mai fatto.
Sono contenta che ognuno di loro sia riuscito a trovare la pace dopo decenni di dolore. Angosciante la storia della Caposala e della sua bambina, e sono felice che alla fine sia riuscita a lasciar andare il dolore e a non fare del male alla farmacista incinta. E mi è piaciuto come quest'ultima abbia deciso di dare alla propria creatura, che sia un maschio o una femmina, il proprio cognome.
Mi è dispiaciuto anche per lo Studioso Kim, la cui reputazione rovinata viene poi risanata con il racconto del romanzo. Il modo in cui i personaggi si adoperano per aiutarlo, dimostra quanto siano legati e quanto tengano l'uno all'altro.
Alla fine, la fredda e rancorosa Jang Man-wol si è affezionata profondamente ad ognuno di loro, tanto da piangere ad ogni saluto d'addio. Ho apprezzato particolarmente l'ultimo abbraccio tra lei e la Caposala, che ho visto un po' come una madre e una figlia che si sono supportate per duecento anni.
Quando alla fine l'albergo rimane vuoto, Jang Man-wol si guarda intorno e i ricordi la fanno sorridere tra le lacrime, pensando a tutto quello che alla fine ha ricevuto e costruito in quello che considerava un inferno.
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Hotel del Luna mi era partito sotto una buona luce ma nulla di eccezionale, all'inizio mi ricordava la Bella e la Bestia e la cosa non mi faceva impazzire, poi ha cominciato a prendermi sempre di più, è arrivata la parte profonda ed emotiva, finché il tutto è diventato straziante ma anche bellissimo.
La protagonista assoluta è Jang Man-wol ed è anche il personaggio che evolve di più e meglio, ma mi fa molto piacere vedere come siano riusciti a dare spazio un po' a tutti e a raccontare tante storie diverse.
Per quanto riguarda il finale, mi è piaciuto molto. Lo ammetto, me lo aspettavo, era scontato, sapevo fin dall'inizio che sarebbe finita così. Ma
1) Game of thrones mi ha insegnato che è meglio un finale scontato ma fatto bene, piuttosto che un finale pieno di colpi di scena fatti male.
2) il fatto che non ci sia stato un happy ending non mi disturba affatto. Non guardo un drama per vedere il lieto fine tra i due innamorati, per me la cosa più importante è quello che sta nel mezzo, la storia, i personaggi, le riflessioni, le evoluzioni.
3) per me questo finale è coerente e lineare con la storia, quindi sto apposto così.
Che poi i due protagonisti vivranno felici nella loro prossima vita, quindi di cosa vi lamentate?
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"Dove si potrebbe trovare un addio senza nessun rimpianto e nessuna tristezza? Proprio come un albero sogna di rifiorire dopo che i suoi fiori sono appassiti, una persona vive di nuovo così, incontra così, e ama di nuovo così. Questa è... l'arrogante, immatura e colpita dall'amore strada che spero avete scelto."
Così come si sono casualmente incontrati mille anni fa, Jang Man-wol e Ku Chan-seong si incontreranno di nuovo nella loro prossima vita, e potranno vivere felici insieme tanti e tanti anni. Come si dice, è destino che stiano insieme.
Ma poi vogliamo parlare del fighissimo finale? Cioè io l'Hotel Blue Moon lo ADORO. Peccato che non sia in programma un sequel.
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Dunque, tirando le somme direi che:
La recitazione è ottima, soprattutto i due protagonisti. Lei è stata BRAVISSIMA a esprimere ogni singola emozione e sfaccettatura del suo personaggio, mentre lui l'ho trovato molto coinvolto e naturale.
Musiche meravigliose e perfette.
Buon ritmo. Gli ultimi episodi sono arrivati a durare persino UN'ORA E MEZZA, eppure non ho assolutamente sentito il peso.
Buon equilibrio tra tragicità, romanticismo, horror e momenti comici.
Ottima caratterizzazione ed evoluzione della protagonista.
Costumi... una gioia per gli occhi.
Scenografie: bellissime.
Dialoghi buoni.
Bella la storia della protagonista e anche tutte le altre sottotrame.
Finale lineare e soddisfacente.
Non direi che Hotel del Luna sia un capolavoro ma è sicuramente un gioiello che vale la pena vedere.
Consigliata? Assolutamente sì.
Voto finale: 9.
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il-giardino-del-castello · 7 years ago
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Soredemo sekai wa utsukushii. Mi chiedo se abbia un'abbreviazione tipo Soreseka o sia semplicemente SSWU. (?)
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Titolo: それでも世界は美しい / Soredemo sekai wa utsukushii / Still world is beautiful Come si intitola davvero: Come diventare una perfetta shotacon e diffondere la tua pluviofilia in pochi passaggi Autore originale: Dai Shiina Episodi: 12 Studio: Pierrot Regia: Hajime Kamegaki
Non avevo mai neppure lontanamente sentito parlare di SSWU: quando però andai a leggermi le recensioni di Akatsuki no Yona, lo trovai pluricitato e plurispammato, della serie "se ti è piaciuto AnY, guarda pure SSWU!". Questo, mi pare, perché furono trasmessi insieme, prodotti dallo stesso studio e, con gran gioia di una larga fetta del pubblico, sia Yona che Nike sono protagoniste forti, intelligenti e non Marie Susine - insomma, sono dei personaggi effettivi e non amebe che si fanno trascinare dal figone di turno o esserini odiosi. Mi andai ad informare: shoujo fantasy, commedia, lei è più grande di lui. Okay, SSWU, hai la mia attenzione.
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✓ Il video della opening che va riempiendosi di personaggi e dettagli con il passare degli episodi.
✓ La canzone con cui Nike evoca la pioggia. Rena Maeda ha una voce davvero bella. **
? ... soltanto, trovo stonino un po' i pezzi in inglese. Insomma, è una canzone che viene dal cuore, capisco se la cantante è bilingue o vuole cantare nella lingua dell'altro ma... personalmente, se dovessi esprimere qualcosa di profondo con una canzone, non ci inserirei pezzi in un'altra lingua a caso. °^° (Anche perché questo è un mondo fantasy dove mi pare tutti parlino la stessa lingua, quindi cosa dovrebbe significare a livello di ambientazione...?)
✓ La canzone della nonna nell'ultimo episodio, splendida nella musica, nell'interpretazione e nel testo. Un po' di perplessità per la voce così giovane ma, per come è messa sul finale della scena, l'ho vista più in chiave simbolica: la nonna, che da giovane fu una grande sovrana, "ritorna" a quell'epoca per salutare la nipote da regina saggia a regina, si spera, altrettanto saggia. *O forse no. Chissà.*
✓ Approvo la scelta di aver dato un doppiatore maschio a Livius: mostra di più il lato adulto che, al momento, non dovrebbe avere, le scene più cupe rendono molto di più e... può fare (poco credibili) uscite da bishounen da otome. (!)
! A vedere il maggiordomo Neil, io penso al maggiordomo Niles de La Tata. (!)
✓! Il trio di uomini più potenti del Regno... ... è composto di tre vecchietti pettegoli. (!)
! Mira e Nia sono due fangirls con una forte attrazione per il kawaii. Povero Livius.
✓ Le tonnellate di rotture della quarta parete nel primo episodio. Mi dispiace non siano rimaste per tutta la serie. T__T
✓ Nonostante tutto, il mondo è bellissimo. Perché s'intitola così? Nike, per poter comporre la sua canzone per il Regno del Sole, deve farsi ispirare dalla "bellezza del mondo": non si tratta di lussi o denaro, ma delle cose più semplici quali un fiore o il cielo stellato; Livius, diventato adulto troppo presto e troppo preso dal dominio del mondo, non vede nulla di speciale in cose tanto "normali". E' scontato, è ovvio, ma il significato e i simbolismi che nascono da questo semplice punto di partenza danno vita a scene molto belle e affermazioni apparentemente normali che potrebbero nascondere sottotesti più profondi - tipo Livius che, negli ultimi episodi, vorrebbe fuggire dalla vita di palazzo insieme a Nike, per andarsene lontano. Oppure, senza scostarsi troppo dalle basi, basti pensare alla principessa della pioggia (quindi acqua, che dà vita) che illumina la vita (paradossalmente) buia e arida del re sole, così come il re sole (quindi luce) che mostra il mondo alla principessa della pioggia, sempre vissuta nel suo chiuso principato.
✓ Il modo in cui la pioggia venga resa bella. Non so, sarà il contrasto con il panorama perennemente soleggiato, saranno le nuvole che danno come un senso di "copertura" e protezione, ma le scene in cui la pioggia inzuppa tutto e tutti sembrano quasi liberatorie, dei momenti in cui potersi esprimere liberamente e dire e fare ciò che non si era osato dire o fare alla luce del sole.
? Il cambiamento troppo rapido di Livius. Sì, lo spettatore sa benissimo che il piccolo sadico si ammorbidirà grazie alla protagonista: tuttavia, se lui viene presentato come freddo, spietato, spaventosamente adulto seppur animato da crudeltà infantile, talmente chiuso da aver fatto scappare amici e parenti, non può diventare puccidere con soltanto scatti tsun già dal terzo episodio. Mi aspettavo qualcosa di molto più graduale. °^°""
✓ Il modo in cui Nike e Livius imparano a lavorare insieme, facendo ciascuno la propria parte senza che nessuno dei due sembri mai un'inerme donzella in pericolo o un incapace manichino da tappezzeria.
✓ Nonostante la botta deredere, Livius non si rincoglionisce e riesce a capire all'istante che, nel Principato della Pioggia, non succederanno cose belle.
✓ (x 2) La scena in cui Livius pensa che Nike l'abbia tradito con Bard e fa condannare lui e segregare lei. Inquietantissima, brutale e ansiogena come deve essere, che mostra alla perfezione il fantomatico "re crudele": un bambino cresciuto tra intrighi e inganni che teme il tradimento dell'unica persona di cui ha provato a fidarsi e reagisce nell'unico modo che conosce.
? ... peccato che la scena venga gettata alle ortiche due secondi dopo. Il tradimento wannabe è a conclusione dell'episodio e il successivo si apre con... Nike e Livius che bisticciano in deformed e si tsundereggiano a vicenda. Non lo considero una cosa terribile, però mi ha molto disorientata. (!)
✓ L'evoluzione del modo in cui Nike si approccia fisicamente a Livius: all'inizio lo bacia sulla fronte e solo alla fine arriverà alle labbra. Per lei, in principio, è solo un marmocchietto che si atteggia ad adulto audace con scarsi risultati; con il passare dei mesi, dopo quello che hanno passato, comincia a vederlo - "comincia", non "lo vede", perché l'età di lui è quella che è - come un uomo. (In tutto ciò, si può sapere quanti anni di differenza hanno? o.O E' una differenza scema tipo quattro-cinque anni o lei ha vent'anni e lui dieci? *La cosa non le cambierebbe nulla, è solo curiosa.* BTW, io voto per tredici e diciassette/diciotto.)
✓ (x 2) E' sempre bello trovare una storia in cui i protagonisti sono effettivamente fidanzati e affrontano i problemi di coppia. Certo, Nike e Livius s'innamorano durante la vicenda, ma sono già ufficialmente fidanzati e promessi sposi - di certo non devono temere tutte le pare del "Oddio come mi dichiaro e se non mi ricambia".
✓ E, a parte quando si lasciano andare allo zucchero sfrenato, insieme sono adorabili: basti dire che sono entrambi tsundere e cocciutissimi.
✓ Altra cosa difficilissima da trovare è una coppia in cui lei è più grande di lui. Non so perché sia così raro, ma è un trope che mi piace.
! Nell'episodio in cui si "sposano" al Principato della Pioggia, i loro abiti somigliano tantissimo a quelli de I Giorni della Sposa - dove, tra l'altro, c'è una coppia sposa grande / sposo piccolo. Credo che i vestiti siano semplicemente abiti tradizionali di qualche paese asiatico, ma che ci sia comunque un qualche omaggio al manga di Kaoru Mori?
✓ A parte Nike e Livius, gli altri personaggi non godono di una supercaratterizzazione, però sono piuttosto riconoscibili e non ci sono fogli bianchi; Bard, Tohara, un pochino Kara e Kitora e un pochino ino Luna hanno un po' più di approfondimento, con Neil onnipresente in scena che fa il suo onesto lavoro.
? La parte dell'etichetta - o meglio, del buonsenso sociale - a volte raggiunge livelli di wtf? talmente alti che sono indecisa se mettere questo punto come ? o addirittura ✗. Ad esempio, abbiamo l'ambasciatore del Regno del Mare che insulta esplicitamente la futura regina, nonché moglie del re del mondo, e lo fa davanti a lei, comportandosi da bulletto del quartierino o da ochetta snob da telefilm americano; pochi istanti dopo, viene ovviamente cazziato dal re, che li stava ascoltando. Costui sarebbe un ambasciatore. E' il rappresentante di un paese straniero e va ad offendere l'ospite per nessun motivo - se non quello di ricoprire il ruolo di bulletto/ochetta snob. Come diamine ha fatto quest'uomo a non far scoppiare una guerra con il Regno del Sole?  Se il livello intellettivo dei ministri è questo, ci credo che il mondo è stato conquistato da un bambino! OAO Oppure, abbiamo la regina che, ovviamente, non può tirare un ceffone al sommo sacerdote... Tuttavia, il sommo sacerdote può dire le peggio cose del re (cose leggere tipo che non sarebbe mai dovuto nascere) in faccia alla regina e non subire la benché minima ripercussione! E sì che Nike sarebbe benissimo potuta andare a riferire tutto a Livius, che avrebbe potuto far appendere Aristes per i pollici con accuse di lesa maestà, dato che la anche sola testimonianza della regina mi sembra abbastanza di valore... Ancora, quando Luna e Livius danzano, si riunisce un gruppo di persone che ammira le capacità di lei, affermando (senza alcuna ragione, dato che non ne hanno mai avuto prova) che Nike non sarebbe capace di tanto - ad alta voce, con la regina presente. A meno che nel Regno nel Sole "offendiamo la regina (per nessun motivo)" non sia uno sport nazionale legalmente riconosciuto come tale - cosa che non viene mai detta -, i cittadini devono ringraziare la magnanimità dei loro sovrani, perché in un qualsiasi altro posto dell'universo sarebbero già stati tutti spediti in prigione per posta prioritaria.
✗ L'episodio con Luna è un disastro quasi totale - a livello di trama, di caratterizzazione, di buonsenso, di quasi qualsiasi cosa. Immediatamente dopo i due episodi con il sommo sacerdote, fa la sua apparizione la bimbetta tsundere amica d'infanzia del re autoproclamatasi sua fidanzata, ben decisa a mettersi in mezzo tra lui e moglie.  Uno già storce il naso per una terza incomoda wannabe che spunta subito dopo il climax degli episodi precedenti, ma Neil e Livius chiariscono subito che non ci crede nessuno se non lei e lo spettatore si calma: magari, in quell'episodio, sarà parodiato lo stereotipo? No. La cosa raggiunge livelli imbarazzanti quando si assiste ad una Luna bravissima in tutto che sfotte Nike, con Nike che le dà corda e si deprime. Quelle scene sembrano una parodia ma non solo non lo sono, sono addirittura serie e fonte di angst! (????) Uno dei picchi del ridicolo è la scena citata nel punto precedente: una folla appare dal nulla e ammira Luna e Livius che danzano, mettendo la ragazzina a paragone con la regina a svantaggio di quest'ultima - sì, ad alta voce, con entrambe presenti, no, nessuno subirà la minima ripercussione. Quei pochi minuti sono un concentrato di purissimo nonsense: come fanno a dire che Nike non è in grado di danzare come Luna, se nessuno di loro ha mai assistito alle sue prove? Come fanno a dire che Nike non è così aggraziata, se nessuno di loro l'ha mai vista nel privato e in pubblico appare sempre elegantissima, gnocca e strafiga? L'apice si raggiunge quando la quasi totalità dei presenti, compresa una delle cameriere personali di Nike, inizia a shippare LiviusxLuna. No, non è il copione mal scritto di una scialbissima puntata di un mediocre telefilm pieno di cliché: in un episodio di SSWU c'è seriamente un momento in cui gente apparsa dal nulla si mette a fare paragoni, ad offendere la regina sulla base di niente e a shippare TiziaACasoMaiVistaECheMaiSiRivedrà con il re. E questa cosa succede subito dopo gli episodi con il sommo sacerdote. Dopo che l'intero regno ha assistito allo scenografico anello sul sole e allo svelamento dei PianiMalvagi™ di Aristes da parte della coppia reale. Dopo tutto questo, insomma, questi si mettono a shippare il re sadico e spietato più adulto della sua età con una bimbetta scema che non si vedeva da tre anni e che forse alcuni di loro neppure avevano mai visto. Tutto ciò è molto credibile. Nike, turbata non dal wtf? della scena ma dalla possibilità che la LiviusxLuna diventi canon (?), fugge, ma viene inseguita da Luna che, con un'inquadratura che è stata rifiutata persino dal più becero degli shoujo stereotipati, la umilia con quattro parole in croce, senza farsi mancare un bell'insulto all'inutilità del suo potere. Uno si aspetta che la scena diventi comica, che Nike faccia notare che far piovere in un regno dove c'è sempre il sole è positivo, che lei può evocare il vento e tagliarci persino il metallo, insomma, potrebbe tranquillamente uccidere qualcuno a quindici metri di distanza senza neppure spostarsi, ma no. Nike è presa in pieno da una botta di OOC sconvolta. Luna è trionfante. Cosa cazzo sto guardando.
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[Sarò io, ma a me la prima sembra molto più fAiga ed elegante della seconda. (Non sono screen a caso: quella di Luna è poco prima che si metta a danzare con Livius, quella di Nike è come il regno l’ha vista pochi giorni prima.)]
! E sì che il turbamento di Nike e i commenti della gente random avrebbero avuto senso se il problema fosse stato il più ovvio: lei è molto più grande di lui e, forse, Livius preferirebbe una compagna più vicina alla sua età. Sarebbe stato un ottimo conflitto - nonché, c'è da dire, il primo che verrebbe in mente nel vederli insieme - ma l'episodio evita accuratamente di avvicinarcisi, facendoci giusto un cenno tanto per dire che ci ha pensato. 
✓ Disastro "quasi" totale perché ciò che vuole dire quell'episodio è molto bello: Luna sarà pure cresciuta con Livius ma, quando l'ha visto "incattivito", si è spaventata ed è fuggita, sparendo completamente dalla sua vita; Nike, invece, pur conoscendolo da poco, gli è rimasta vicino nei momenti belli e in quelli brutti, imparando ad amarlo in entrambi i casi. Il flashback di Luna e il suo shock alla vista di Livius ormai re sono fatti benissimo, tanto da sembrare una perla gettata nel fango che è il resto dell'episodio. Allo stesso modo, Livius dice a Nike che poco gli frega di una moglie che sa danzare o cucire, preferendo una moglie forte che gli stia vicino anche nei momenti più cupi. Messaggi bellissimi e ben resi che non si capisce perché abbiano un contorno tanto imbarazzante.
? A voler essere sinceri, mi sembra che SSWU rifugga qualsiasi tipo di conflitto più forte. °A° A tal proposito si potrebbero citare svariate situazioni che avrebbero potuto portare vagonate di vicende e approfondimenti... buttate lì come se nulla fosse o risolte dopo due secondi. La già citata scena in cui Livius pensa che Nike l'abbia tradito con Bard, che sfocia in commedia immediatamente all'inizio dell'episodio successivo; la stessa fuga di Bard grazie a Nike si trasforma in una passeggiata tranquilla e Livius le concede di far finta di non sapere chi ha aiutato il prigioniero a scappare - con Nike che, subito, dice a Bard che non ci saranno problemi, se lei intercederà con il re, giusto per smorzare qualsiasi possibile tensione; il conflitto che avrebbe potuto portare il peso della differenza d'età e il pensiero che forse un bambino e una ragazza più adulta potrebbero non essere compatibili, accennato in simpatia. Tra l'altro, questo avrebbe potuto avere un'ottima e pesante ripresa negli ultimi episodi, in cui Kitora smonta le parole di Nike dicendole che, semmai, potrebbe essere la "mamma" di Livius, per poi tirare in mezzo il fatto che, per ovvi motivi, di sicuro non sono mai andati oltre il bacio. Non dico di fare angst pesantissimo o drammoni da prendersi ad unghiate da soli: semplicemente, le storie si basano sui conflitti - di qualsiasi tipo - e mi sembra assurdo che una storia che fa del "far conoscere la bellezza del mondo anche al più duro e oscuro dei cuori" una delle sue colonne portanti si premuri di far sparire quasi subito qualsiasi cosa che possa portare conflitto e maggiore unione dei protagonisti. o___O
✓ Il colpo di scena circa il fatto che la voce narrante sarà "l'antagonista finale" della serie - negli ultimi episodi, infatti, non ci sarà alcuna narrazione. Considerato che la narratrice è la nonna, sempre mostrata in chiave positiva, l'ho trovato riuscitissimo.
! Praticamente sempre, il climax di una serie da 12 episodi è nell'11: qui è nell'episodio 10.
? Il finale effettivo è a metà episodio 12 - con tanto di sigla che scorre sulle vicende del Regno del Sole una volta tornati i sovrani. ... tuttavia, avanzano dieci minuti abbondanti, che vengono quindi riempiti alla bell'e meglio con Nike e Livius separati per cause di lavoro maggiore che desiderano tanto tanto tanto vedersi e che, alla fine, riescono a passarsi una tranquilla mattinata da soli. Capisco che quei dieci minuti andavano riempiti, ma così risulta tutto terribilmente anticlimatico. XD *Non che distrugga l’episodio, però è un po' strano-* Forse sarebbe stato meglio fare 11 episodi con l'ultimo della durata di 30 minuti piuttosto che 20...?
! Livi, per fare la scena del reale col cavallo bianco e sperare riesca, devi essere più alto di un metro e un galbanino.
? In generale, credo che uno dei grandi difetti di SSWU sia la composizione della serie. Abbiamo l'inizio (ep.1-2), Nike che si deve presentare al Regno del Sole (3), la congiura di Aristes (4-5), l’(unica) apparizione di Luna (6), la vicenda con Bard (7-8), il casino al Principato della Pioggia (9-12). Indubbiamente la parte finale sta benissimo lì dov'è, così come vanno piuttosto bene anche i primi tre episodi - ammorbidimento istantaneo di Livius a parte. Per quanto riguarda la parte centrale, credo si sarebbe potuto fare qualcosa tipo (faccio i primi esempi che mi vengono in mente): il quarto episodio poteva essere una versione migliorata del sesto, con personaggi IC e trama sviluppata in modo più sensato; poi la vicenda con Aristes e poi quella con Bard, a mostrare una "ricaduta" di Livius dopo un'evoluzione psicologica più lenta. Oppure, si sarebbe potuto mischiare l'arrivo di Luna con la congiura di Aristes sullo sfondo - cosa che avrebbe potuto dare più spessore alla bambina e al rapporto tra Nike e Livius; magari si poteva far iniziare la congiura persino dal terzo episodio, a dare l'idea di un pericolo concreto per entrambi i protagonisti - anche perché Livius aveva scacciato dei militari che sembravano complottare contro di lui... che fine hanno fatto? O erano al servizio di Aristes? Nel caso, si poteva approfondire. Un andamento meno a vicende singole brevi e nette credo avrebbe giovato anche alla costruzione meno affrettata del legame dei sovrani, oltre a permettere più scene che mostrassero un'evoluzione psicologica più realistica. Non so se sia una scelta dell'anime o se sia così pure nel manga, ma c'erano svariati modi per rendere la serie più scorrevole.
?! Secondo BakaUpdates, l'anime arriva fino al quarto volume del manga. Quando l'anime andò in onda, stava per uscire il volume otto. ... perché non hanno animato più cose? o.O *La Legge del Volume 8 portata a nuovi livelli. (!)*
.
Un anime che fa della semplicità il suo punto di forza: una storia fantasy che, tra comicità e buona alternanza di fluff&angst, mostra di avere molti più livelli di lettura di quelli che potrebbero sembrare ad una prima occhiata. Purtroppo, per quanto sia una storia che ruota attorno a delle figure regali, l'etichetta non è pervenuta e i wtf? abbondano; molto discutibile la composizione della serie, in mini-archi forse troppo brevi e quasi autoconclusivi. La perplessità maggiore viene dal notare come SSWU sembri fare di tutto per evitare qualsiasi conflitto (nel suo significato in ambito narrativo) più forte e duraturo, preferendo smorzare in fretta le cose più pesanti o buttarle subito in commedia. Il finale, in realtà, è a metà episodio 12, con la restante metà fatta palesemente per arrivare alla durata canonica di una puntata - il che potrebbe far sembrare la conclusione anticlimatica. Per il resto, un anime molto grazioso, non troppo pesante ma neppure leggerissimo - che, forse, avrebbe potuto dare molto di più. *Chissà se faranno una seconda serie, visto che ci sono tonnellate di materiale...*
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idrotermica-blog · 8 years ago
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Un'opera in l'Arena di Verona, Mark Percival - articoli s di viaggio e consigli
E 'sicuramente una buona idea affittare un cuscino per un extra 3 euro come altrimenti sarete seduti per più di 3 ore su gradini di pietra. L'usanza ha origine dalle prime performance, quando non c'era illuminazione elettrica. E 'davvero non è giusto per scattare foto durante la performance in quanto disturba altre persone, e sembra come se si sta facendo una registrazione illegale, anche se non lo sei. Piazza Bra dalla parte superiore della Arena All'inizio, mi sono chiesto perché i sedili dietro il palco non sono stati utilizzati. Ho indossato Jeans- aveva scelta in ogni caso, come il mio bagaglio era stato rimandato ed era in quel momento seduto a Aeroporto di Bergamo in attesa di essere inviato a me!
Tieni a mente che servizi igienici per i sedili senza riserve nella galleria sono quelli temporanei set-up al di fuori l'Arena, quindi è meglio utilizzarli prima di andare in. So che può succedere, anche se non sarebbero scoraggiati da questo rischio la primavera e all'inizio dell'estate del 2013 ha visto particolarmente cattivo tempo. Tempo metereologico può essere un pericolo. È possibile raccogliere Questi appena dentro, su per le scale dopo che hai avuto il tuo biglietto controllato.
Ognuno si sentiva solo un lieve goccia di pioggia e si fermò le prestazioni. Certo, tu sei molto lontano dal palco, ma l'acustica è bene, e è effettivamente ottenere una vista migliore di tutta la scena di quanto si farebbe in platea. Essere sensibile e discreto. In pratica, le persone sono state schioccando via corso, anche se, in teoria, gli organizzatori sono autorizzati a confiscare la macchina fotografica. Una delle grandi tradizioni del festival di opera Verona è che i membri delle accendere candele pubblico, che rende per una bella vista.
È possibile raccogliere le candele libere Quando si va in, nello stesso luogo in cui si affitta i cuscini. Questa è stata una buona scelta, in quanto questo opera, con i suoi grandi cori, è particolarmente indicato per il tipo di produzioni su larga scala che può essere fatto in l'Arena di Verona. Nel 2013, quando sono andato, il festival stava celebrando il suo centenario.
Due dei miei amici che sono andati l'anno prima e si sono seduti in platea anche preso una bottiglia di spumante e ottenuto via con esso. Ma prendendo un paio di colpi dell'Arena prima o dopo lo spettacolo, o durante gli intervalli non dovrebbe essere un problema. Ogni anno, Verona tiene un festival lirico in Arena romana. Ma tenete a mente che, in teoria, le bottiglie possono essere confiscati.
Nel complesso, si tratta di una superba esperienza per chi ama l'opera, e non deve necessariamente costare una fortuna. Nonostante gli sforzi coraggiosi per ottenere una luce da alcune persone a pochi passi verso il basso, e rispettare la tradizione, era impossibile tenere la candela accesa. Se si desidera condividere esperienze di questo e di tutti gli altri aspetti del Festival Lirico di Verona o hai domande che vorreste chiedere a me, si prega di utilizzare il modulo commento qui sotto. Sono arrivato solo dopo le 19:30 e ho trovato un buon posto.
Se i meteorologi là fuori hanno un modo di lavorare questo fuori, mi piacerebbe sentire da voi, come sarebbe molto bello sapere le probabilità. Ho cercato di scoprire la probabilità di pioggia, ma finora senza successo. Aida all'Arena.
Le regole dicono che i prezzi dei biglietti saranno solo rimborsati se la prestazione viene annullata altogether- cioè se è abbandonato a metà, non sarà possibile ottenere i soldi indietro. All'interno, fornitori come giro di bevande, tra cui Vino- io non sono sicuro di quello che i prezzi sono.
Un'opera in l'Arena di Verona
Nel Arena per Aida sono andato a Aida, diretta da Omer Meir Welber, con Hui He come Aida e Radames come Fabio Sartori. Come Questi posti a buon mercato sono senza riserve, è una buona idea di arrivare presto. C'era molta Battere le mani per incoraggiare il conduttore per iniziare di nuovo e un grido di insegnante di lasciare. Veronaaspetti pratici Opera Il codice di abbigliamento nei posti a buon mercato è sicuramente in modo informale formale credo che sarebbe in realtà essere piuttosto fuori luogo. La stagione lirica va da giugno a settembre, ed i biglietti possono essere acquistati on-line tramite www.arena.it. I biglietti più costosi sembra di dover essere raccolti prima dello spettacolo, o spedite tramite corriere per un costo aggiuntivo piuttosto pesante, ma quelli a buon mercato può essere stampato, come e biglietti, che mostrano solo al cancello. Inoltre può essere interrotto, e ho letto di spettacoli in corso per più ore rispetto al normale per questo motivo. L'Arena di notte, dopo che le torce di performance sono stati montati sui primi gradini della Arena, e in Act 3, che si svolge di notte, dalle rive del Nilo, una luna artificiale era raised- allora la vera luna è venuto fuori, so che ci sono stati due! Essa distrugge gli strumenti, quindi non c'è davvero una buona ragione per questo. Ma se non c'è vento, potrebbe funzionare. Aida in Arena Qualcuno sa di un sito web dove i numeri di porta sono Indicato per l'Arena di Verona programmi per i singoli spettacoli non sembra essere disponibile, che è un peccato, in quanto avrebbero fatto un bel regalo, ed è bene avere anche la lista del cast. Alla fine dello spettacolo Il sito sostiene che essi possono essere effettuati solo in contanti per importi inferiori a 1000 euro, so tutto quello che si fa se si lascia Verona il giorno dopo la rappresentazione, non lo so. Io non sono sicuro di come il rimborsi lavoro. I soldati tutto è apparso con le torce in atto 1, scena 1- non è possibile farlo in un teatro coperto! Scena 2 è iniziato con un ingresso brillantemente coreografia dai sacerdoti del tempio il tutto da diversi ingressi al Arena e tutto è venuto a portare le lampade. In teoria non si dovrebbe portare bottiglie di vetro all'interno, e il giovane che ha estratto il mio biglietto mi ha chiesto se stavo trasportando qualsiasi nella mia borsa. È possibile accedere durante gli intervalli, ma non dimenticate di prendere il vostro biglietto con voi, come non sarà permesso di tornare in senza di essa! Per quelli in platea, i servizi igienici sono all'interno. Il mio biglietto e ha dichiarato che "abbigliamento formale è richiesto in platea." In pratica non ho visto tutti che molti uomini in smoking e donne in serata Vestiario- smart casual va bene, ma bello di fare uno sforzo se potete. Il direttore di certo ha preso pieno vantaggio della posizione. Piazza Bra di notte, dopo l'opera L'Arena di notte, dopo lo spettacolo. Ho avuto uno dei biglietti economici. e questo era assolutamente soddisfacente. Dubito molto che danno rimborsi a tutti in contanti la notte. Facile! I biglietti saranno indicati il ​​numero del gate, e come l'arena è enorme, con più ingressi, è una buona idea per identificare il cancello prima parte della giornata. In pratica questa regola sembra essere ampiamente ignorato, e le due signore tedesche seduto accanto a me aveva brought in una bottiglia di vino. Il cast deve aver coinvolto circa 200, comprising Principalmente soldati e sacerdoti del tempio. L'effetto dei sacerdoti del tempio di entrare con le lampade lavorato molto bene da dove ero seduto, come in alto, ho avuto la vista su tutta l'Arena. Ma sono piuttosto gracile e la sera sono andato c'era un vento piuttosto forte. Prima l'opera Le opere per iniziare verso le 21:00 o 21:15, in modo che avvengono dopo il tramonto, creando un meraviglioso, romantica atmosfera. Lo spettacolo iniziato alle ore 21:15 e le porte si aprirono alle 19:30. Piazza Bra dall'Arena, presa dopo la performance. Alcuni sono venuti in dall'ingresso proprio accanto a me, prima di lavorare loro strada verso il palco. I prezzi nel 2013 variavano da 21 euro senza riserve ai livelli superiori a 183 euro in platea. Dopo circa 5 minuti ha smesso di piovere e il lavoro è stato completato. La sera sono andato, il tempo era praticamente bene a parte il vento, ma c'era un momento di ansia a cinque minuti prima della fine, quando Aida e Radames sono stati sigillati sotto il tempio in attesa di loro morte. Una volta che la performance ha iniziato, ho capito. Se piove, la prestazione è sospeso o annullato. Piazza Bra di notte dopo l'opera In teoria, non si è supposto per scattare foto in qualsiasi momento. Una decisione di annullare non sarà presa fino al giorno stesso e le prestazioni possono cominciare fino a due ore e mezza di ritardo. Dopo il mio ritorno, ho scoperto che la prossima rappresentazione di Aida, il 27 giugno, è stato annullato due a pioggia torrenziale. È possibile trovare questo in linea, ovviamente, e se volete un souvenir, è possibile acquistare il libretto dell'opera particolare che state vedendo per 5 euro, o il programma per tutta la stagione per 10 euro.
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