#paura che qualcuno distrugga te
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Massimo Bisotti
#catastrofeanotherme#parole#citazioni#citazione#frasi vere#frasi#frasi italiane#libri#libro#massimo bisotti#occhi#paure#paura che qualcuno distrugga te
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Tu hai la mente incasinata che si lega ai problemi con il fil di ferro e la tenerezza di una bimba bellissima. E io ho giocato con i tuoi battiti ma non con il tuo cuore, provando a farli ragionare, a metterli d'accordo. Il nostro è stato un bel modo di impazzire insieme.
Hai un mondo tutto tuo, non so quanti lo abbiano compreso, abitato, amato, curato, desiderato davvero, al di là delle apparenze.
Ciò che ho visto io spero sia solo mio, spero possa restarlo, come un valore assoluto da cui trarre per sempre speranza e verità. Io conosco i tuoi occhi davanti al mare, come montagne da scalare, li raggiungi e ci nevica dentro, ti congeli ma li ami lo stesso. Io conosco la tua tendenza a distruggere tutto quello che tocchi per paura che qualcuno distrugga te.
La corazza e l'armatura le ho viste sciogliersi e diventare vento e le tue paure le ho viste liquefarsi all'interno di un mio abbraccio, come felicità allo stato puro addosso. Insieme abbiamo capito ciò che nessuno potrebbe capire, perché da fuori tutto è solo ciò che sembra, niente è davvero.
Finisco dove finisce il tuo sorriso, inizio dove tu inizi a sorridere.
Vorrei guardarti come ancora non ho fatto mai. Perché, lo so, posso far meglio.
Massimo Bisotti
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E pure se posso sembrare bipolare, sono il palese esempio di come in realtà un piccola decisione, la forza di correre un rischio soprattutto quando forza non ne hai, possa illuminarti la vita. A distanza di mesi dall ultimo post che parla di me e in cui se all esterno andava tutto bene, la mia testa era un macello.. posso dire che un solo secondo in cui dici SI a te stessa, può risollevarti la vita. Grazie a quel giorno di mesi fa, in cui decisi di mandare tutto a monte,( la strada perfetta studiata di testa e che non complicava il mio mondo interiore già in subbuglio, ma che mi insoddisfaceva a momenti) ora sono forse nel periodo più bello della mia vita. Vivo quotidianamente del lavoro che amo, senza cui avevo smesso di respirare; quello che la sera mi fa piangere dalla stanchezza ma sentire completa e la mattina mi fa svegliare con il sorriso e la voglia di fare, la determinazione che mi ha sempre caratterizzata, quello che mi fa sempre dubitare di me e poi dinuovo apprezzare, quello che mi fa crescere fino a volare. Concomitanze esterne mi avevano strappato l'anima, ridotto la mia personalità in poltiglia.. un po ne sono uscita disillusa, i miei complessi aumentati ma grazie al mio lavoro ho ritrovato la gioia delle piccole cosa: Un cliente (lavoro in albergo) che ti dice che ritornerà, uno che ti cerca per lasciarti un pacchetto di cioccolatini con la scritta grazie, ma soprattutto i SORRISI e i loro "siamo stati davvero bene", quelli detti con il cuore credetemi si capiscono. Grazie a me ho ritrovato la mia gioia, quella che ti inebria nonostante le imperfezioni. Grazie al non rinunciare mai, al non arrenderti quando puoi accontarti del galleggiare.. grazie a quello sono dinuovo felice. Certo non smetto di soffrire nel mio modo amplificato e penetrante quando riaffiorano certi temi, ma credetemi da ora se guarderete dalla mia parte vedrete due occhi carichi di vita e farò in modo sia così per sempre. Se guarderete verso di me troverete una mano tesa, che sia ad attendervi al banco di una reception o in segno di aiuto... perché io so che si può fare.
Ricordate sempre chi siete, sempre, perché ognuno di noi infondo lo sa. La decisione sta là, quella giusta, il moto la spinta, la follia giusta...quando lanci la monetina sai cosa vuoi che esca è quello chi siete.. perché siamo fatti per vivere di prove,fallimenti,vittorie, cambi rotta, capacità ri reinventarci e reagire. Vi prego non lasciate che la paura, l apatia vi prenda... reagite, vi prego non fate in modo che la depressione distrugga anche voi come sta facendo con la persona che amo e stava facendo anche con me.
Vi prego.
Non sono una psicologa certo, ma se volete qualcuno con cui parlare...potrò essere la vostra receptionist di fiducia...e credetemi i receptionist, quelli che lo fanno davvero con amore, per quel momento vi ameranno sempre come il più bel gioiello.
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un “noi”, che noi non è
ho passato tutto il tempo a cercare una persona che mi guardasse come lo fai tu,
che mi desiderasse come mi desideri tu,
che mi notasse nel mio niente, solo per la mia essenza
che mi notasse per quella che sono, senza dover dare dimostrazione del mio valore.
hai notato la mia purezza e la vera me in pochissimo tempo,
e mi fa impazzire, perché pensavo di essere una persona complicata è incomprensibile, non credevo di trovare qualcuno come te…
mi distrugge il sapere che non hai la voglia o le forze di lottare per la tua felicità perché hai paura che l’ennesima persona te la distrugga,
mi distrugge vederti lottare con te stesso
perché sei una persona con mille valori che merita tanto e io non posso cambiare i tuoi voleri ne il tuo modo di pensare
quindi grazie, grazie per avermi aperto gli occhi e avermi fatto guardare con i tuoi quanto effettivamente valgo e quanto la mia diversità dagli altri e i miei valori che non consideravo, in realtà siano i miei punti di forza.
ti auguro di ritrovare te stesso, di ritrovare il coraggio un giorno, di riprovare a dare te stesso nelle mani di qualcuno perché non tutti fanno schifo, ti auguro di volere e saper riconoscere la persona giusta per te
ti auguro il coraggio di ritrovare la bellezza nell’amore, che forse hai deciso di non vedere più per non sentirne il dolore
e ti auguro vivamente di avere il coraggio di lottare per qualcuno che se lo merita perché sai che tu lo meriti.
forse questo è un addio ad un “ noi”, che noi non è, o un arrivederci,
so solo che non possiamo continuare così e non sai quanto mi faccia male e vorrei dirti con le lacrime agli occhi che mi mancherai
ti voglio bene…
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lettera suicida.
ho scritto miliardi di lettere suicide o lettere che non sarebbero mai state pubblicate o viste da qualcuno anche dopo la mia morte, erano solo lettere che esprimevano come io mi sentissi e la ragione per la quale io avessi preso questa decisione così drastica.
ma non avevano senso.
niente ha più un senso.
scrivere mi fa stare male, perché metto per iscritto tutto ciò che ho dentro e non mi permette di continuare a ignorarlo come faccio solitamente, forse però rendersi conto del proprio dolore è il primo passo per metabolizzarlo fino alla sua completa risolutezza.
cosa che non feci e non farò mai.
volevo solo dire che..
sono rimasta viva.
sono rimasta viva dopo che ho toccato il fondo, dopo che ho tentato il suicidio più volte.
sono rimasta viva, quando pensavo di morire perché il dolore che avevo nel petto prima o poi sarebbe uscito e mi avrebbe divorata e alla fine pure digerita, sarei stata sciolta dai succhi gastrici della violenza sessuale in modo tale da non lasciare altre tracce di me nemmeno negli angoli più bui.
sono rimasta viva anche se il mio cuore è marcito così tanto che non riesce più neanche a pompare il sangue nei mie vasi lasciandomi senza vita, esangue, non viva.
sono rimasta viva anche se ogni giorno per me era un nuovo viaggio su un veliero che stava per affondare e per quanto io arrancassi per salvarmi, fallivo e annegavo rassegnata con mille travi di legno accasciate a fondo con me.
sono rimasta viva nonostante smisi di respirare, di vivere, di sorridere.
spisi di provare sentimenti, facendoli decomporre dentro di me e trasformanfoli in rabbia e odio.
sono rimasta viva nonostante provai più volte a togliermi la vita, provai più volte a farmi investire, provai più volte di far cessare questo dolore straziante e sperai più di tutto che qualcuno capisse il mio dolore, che capisse quanto orribile sia lo stupro e quanto può veramente cambiare e distruggere una persona.
ma nessuno mi ha mai capita, lo stesso tu che eri il carnefice, l'assassino della mia felicità, della mia anima e l'artefice della mia sofferenza, del mio dolore.
nessuno ha mai capito cosa provavo forse perché non ne ho davvero mai parlato a nessuno e a chi l'ho detto non ha espresso nessun parere, nessun giudizio si è limitato a borbottare che fosse un'ingiustizia e poi ha continuato la sua vita.
mi chiedo perché speravo tanto che qualcuno finalmente mi avrebbe salvato prima o poi, che qualcuno mi avrebbe trovato accovacciata sul freddo asfalto nero e ruvido e portato a casa con se, per curarmi e tirarmi fuori tutto il male.
forse speravo che fossi proprio tu a farlo.
proprio tu che mi hai fatto così male.
ma non sono riuscita ad andare via da te e allontanarmi dal mio amore per te, dimenticarlo, chiuderlo in una cassaforte e scordarmi la combinazione.
ma in effetti sono incapace di dimenticare, sono incapace di togliere questo dolore, così mi sono rassegnata e lascio che distrugga fino alla fine tutto ciò che c'è dentro di me sperando che prima o poi farà meno male, che prima o poi io possa ritornare a respirare, che prima o poi non avrò più paura di qualsiasi persona mi sfiori anche solo il viso.
#suicidio#trauma#disturbo borderline#frasi tristi#sto male#dolore#voglio morire#depressione#narcisismo#ipersensibilità#senza motivo#disturbo narcisistico#anoressia#anorexia#bpd#npd#disturbo#depressa#sono sola#stupro#violenza sessuale#suicide#I want to die#wanna die
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Trafitta
Ti penso mille volte al giorno e non so come amarti in un modo che non mi distrugga. Sei un fuoco silenzioso che brucia solo a sfiorare, e io un pezzo di carta che si è subito accartocciato. Non voglio fingere di stare bene ma non posso farti vedere quando sto male. Non posso dirti che continuo a pensare che il nostro rapporto non assomigli nemmeno un po' a una semplice amicizia. Non posso dirti quanto avrei voluto stringerti quando dormivi vicino a me o quando ti parlavo delle poesie che ho scritto per te. Non posso dirti che ogni volta che vedo un cane, un quadro strano o un vecchio che balla ti penso. Non posso dirti quanto le piccole cose che amo ora mi trafiggano come aghi nel cuore perché mi ricordano te. Non posso dirti quanto di te c'è in me. Non posso. E non so come allontanarmi. Non so come dirti che sono arrabbiata, che ora hai incasinato tutto, che non potrò più esserti vicina come prima. Non so come dire a me stessa che il mio sentirmi vista e trasparente da qualcuno era solo l'ennesima illusione. Non so come rimanere senza di te, non so come rimanere con te. Non so come non pensarti di giorno, come non sognarti la notte. Non so come togliermi l’idea che nel tuo letto ci sarei dovuta essere io. Non so come dirti che sei una delle poche persone di cui sono gelosa e non so come smettere di morire di paura ogni volta che penso all'idea che tu possa avere connessioni emotive più intense di quella che hai con me. Ho paura di me, di te, di stare accanto a te, di stare senza di te. Ho paura che tutto avrà il sapore di te per molto, molto tempo. Vorrei solo fermarmi e respirare in pace, e invece la vita mi costringe a sentirti ovunque rivolga lo sguardo.
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Vorrei dirti tutte queste cose a voce ma si perde nel vento che soffia fuori ed io ho troppa paura che tutto questo potrebbe spezzarmi.
Mi sei balenato in mente dal nulla,mente i discorsi degli altri a tavola scivolavano via dalle mie orecchie.
Ho riaperto quella page dopo qualche secondo di attesa e ti ho cercato,tra le chat,fino a trovarti.
Il nulla,il vuoto,come quando stacchi una canzone a metà e resta solo il silenzio,resta solo il mio messaggio di auguri in quella chat ormai vuota.
La mia mente grida il tuo nome,ancora attaccata per un filo innocente al pensiero che tu esista,che tu non sia stato solo il gioco si qualcuno aiutato dalla mia fantasia a cui una ragazzina di seconda superiore si è aggrappata mentre i suoi tagli sanguinavano.
Il tuo nome mi ha pulsato per mesi nelle vene,sperando di ritrovarti da qualche parte,per caso.
Un giorno credo tu sia inciampato di nuovo nella mia vita e mi maledico per averti risposto così fredda e non averti lasciato parlare,forse,avresti potuto darmi risposte alle domande che mi logorano dentro ma io stavo ormai con lui e mi importava solo schiacciarti,renderti piccolo dentro il mio cuore,dentro la mia mente che non sapevo lui avrebbe poi occupato,facendomi forse più male di te.
Sono state poche le persone importanti per me ma tu sei stata la prima a scavarmi dentro con il vuoto che hai lasciato.
Ricordo ancora lo scomparire di messaggi insieme alla terra sotto i piedi.
Ogni tanto torni in mente e guardo il cielo pensando a quanto avresti potuto proteggermi,a quando mi sono abbandonata alle tue braccia senza nemmeno averle mai sfiorate una mezza volta.
Ora c'è Lei,ogni tanto il suo accento mi ricorda il tuo ma lo schiaccio inconsciamente in fondo al cuore dove stanno le cose che non sai se sono esistite davvero.
A era credo l'unico a sapere di te dopo che te ne sei andato,dopo aver lasciato questa voragine dentro.
Ho rimosso le consoni che mi hai dedicato,le tue foto sono in uno spazio sperduto nel mio PC ma ogni tanto tu gridi ed esci da quella scatola nella mia testa.
Vorrei poterti riparlare per qualche minuto o anche solo stare zitta e fissarti negli occhi,vedendoli davvero per una cazzo di volta,per dimostrarmi che esisti e sei esistito davvero.
Non ricordo più il suono della tua voce,credo di averlo rimosso per permettermi di amare altre voci.
Non comprendo ancora come l'amore possa distruggere così tanto una persona ma so che tu te ne sei servito fino all'ultimo.
Credo si avere il cuore rotto in pezzi che appartengono a persone diverse e non posso farci nulla per rimetterlo insieme,solo sperare che qualcuno non lo distrugga ulteriormente.
Dopo aver letto di Gioia e Lo,mi chiedo se non sarebbe stato meglio essere come loro o se io sia solo una Gioia con la capacità di vedere castelli dove ci sono macerie
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Amore mio innanzitutto auguri di buon compleanno ❤.
Hai fatto 14 anni , età di svolta per quasi tutti , età di nuovi percorsi e di nuove conoscenze ma supratutto di scelte.
Ti ho conosciuta come una ragazza semplice e lo ammetto non ero convinto di te ma col tempo ho conquistato un affezionamento particolare bei tuoi confronti. Ti dico la verità ho scoperto in te una persona bella trasparente ma con qualche difetto però d’altronde amo gli ostacoli ma ancor di più amo affrontarli. Sei qualcosa di veramente speciale per me. Da quando sei entrata nella mia vita tutto è cambiato e spero anzi sarà così che la nostra relazione continui e non si distrugga mai .
Anche con litigi, si, perché non esistono coppie perfette ; però so che con te tutto si supera alla grande perché in due creaiamo la combinazione di un lucchetto che una volta aperto scatena amore, felicità, tristezza.Ti ho conosciuta la prima volta al bar e ti giuro che fu per me un colpo quando ti vidi . Dentro di me c’era qualcuno che mi diceva vai tranquillo lei è la persona giusta.
Di solito mi sbaglio ma con te ho fatto centro e ne sono pienamente felice. Maglia gialla , pantaloncino di jeans e Jordan , ragazza semplice ma con un cuore forte che faceva calamita al mio infatti spero che ti ricordi come batteva forte . Non era la macchina e la paura di quella del mio amico perché erano 2 anni che gliela davo con tranquillità. Era la mia timidezza anzi no paura di quello che stavo per fare eppure io sono molto forte però con te era diverso sentivo qualcosa dentro.
Credo molto nel destino e quella sera del 28 agosto all incirca verso le 22:00 baciai quella che il destino la chiamava la donna dei tuoi sogni. È da 20 giorni che siamo insieme ma credimi è come se ti conoscessi da tempo perché io e te anche se non abbiamo im comune molte cose siamo uniti dall amore che c’è tra noi, d’altronde si dice che gli opposti si attraggono è da parte mia c’è un’attrazione forte verso di te.
Abbiamo superato ogni litigio e lo ammetto sono a volte anche io esagerato è troppo geloso ma che ci posso fa ho troppa paura di perderti e se faccio ciò è per te quindi penso che lo hai capito.insomma c’è poco da dire ma molto da scoprire in te anzi no insieme uniti per sempre.
Auguri di buon compleanno alla mia fidanzata e niente spero che questi giorno ti dia tanta felicità .
Tu sei importante per me perciò io non voglio perderti per nessun motivo al mondo. TI AMO TANTO❤
-insopportabile
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Tu è come se vivessi dietro a un vetro. Il mondo lo si può guardare lo stesso, ma non lo si può toccare davvero fino in fondo. Allora tu cerchi il punto in cui il vetro si fa più fragile per spaccarlo. Il vetro fa una crepa e da lì entra davvero il sole. Tu percepisci che c’è una differenza totale, perchè quando il sole ti arriva addosso ti senti davvero felice. Allora vorresti togliere il vetro. Da lì però entra anche il resto. Perchè ci sono giorni in cui il sole non c’è. Ma tu non costruisci una finestrella sul vetro, tu lo butti via e ne prendi uno nuovo da cui tornare a guardare la vita. Così tutto ricomincia da capo. Tu riesci a stare con me solo dietro al vetro e appena bisogna toglierlo e imparare a costruire la piccola finestra, l’aria che entra fa filtrare anche le tue paure e allora niente, rinunci alla finestra. Hai un mondo tutto tuo, non so quanti lo abbiano compreso, abitato, amato, curato, desiderato davvero, al di là delle apparenze. Ciò che ho visto io spero sia solo mio, spero possa restarlo, come un valore assoluto. Io conosco i tuoi occhi davanti al mare, come montagne da scalare, li raggiungi e ci nevica dentro, ti congeli ma li ami lo stesso. Io conosco la tua tendenza a distruggere tutto quello che tocchi per paura che qualcuno distrugga te. La corazza e l’armatura le ho viste sciogliersi e diventare vento e le tue paure le ho viste liquefarsi all’interno di un mio abbraccio, come felicità allo stato puro addosso. Insieme abbiamo capito ciò che nessuno potrebbe capire, perchè da fuori tutto è solo ciò che sembra, niente è davvero. Finisco dove finisce il tuo sorriso, inizio dove tu inizi a sorridere. Vorrei guardarti come ancora non ho fatto mai. Perchè lo so, posso far meglio. E tu? L’amore è di chi si ama da vicino. Il resto è solo un sogno che non si sveglia mai.
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Hai un mondo tutto tuo, non so quanti lo abbiano compreso, abitato, amato, curato, desiderato davvero, al di là delle apparenze. Ciò che ho visto io spero sia solo mio, spero possa restarlo, come un valore assoluto da cui trarre per sempre speranza e verità. Io conosco i tuoi occhi davanti al mare, come montagne da scalare, li raggiungi e ci nevica dentro, ti congeli ma li ami lo stesso. Io conosco la tua tendenza a distruggere tutto quello che tocchi per paura che qualcuno distrugga te. La corazza e l'armatura le ho viste sciogliersi e diventare vento e le tue paure le ho viste liquefarsi all'interno di un mio abbraccio, come felicità allo stato puro addosso. Insieme abbiamo capito ciò che nessuno potrebbe capire, perché da fuori tutto è solo ciò che sembra, niente è davvero. Finisco dove finisce il tuo sorriso, inizio dove tu inizi a sorridere.
Vorrei guardarti come ancora non ho fatto mai. Perché, lo so, posso far meglio.
L’amore è di chi si ama da vicino. Il resto è solo un sogno che non si sveglia mai.
Tu è come se vivessi dietro a un vetro. Il mondo lo si può guardare lo stesso, ma non lo si può toccare davvero fino in fondo. Allora tu cerchi il punto in cui il vetro si fa più fragile per spaccarlo, finalmente. Il vetro fa una crepa e da lì entra davvero il sole. Tu percepisci che c'è una differenza totale fra ricevere i raggi addosso o filtrati da dietro il vetro. Perché quando il sole ti arriva addosso ti senti davvero felice. Allora vorresti togliere il vetro. Da lì però entra anche il resto. Perché ci sono giorni in cui il sole non c'è e non sempre possiamo tenere tutto spalancato, potremmo raffreddarci. Ma tu non costruisci una finestrella sul vetro, tu lo butti via e ne prendi uno nuovo da cui tornare a guardare la vita. Così tutto ricomincia da capo. Tu riesci a stare con me solo dietro al vetro. Come bisogna toglierlo e imparare a costruire la piccola finestra, l'aria che entra fa filtrare anche le tue paure e allora niente, rinunci alla finestra.
Tu non vuoi perdermi ma non mi sai tenere.
Karma City, Massimo Bisotti
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Benvenuti in: "Non riesco a scrivere, ma improvviso AU"
Per la serie - Ho le idee ma non riesco a buttarle giù. Non è esattamente un au esaltante, solo un human!au ispirato da "Le rose d'ogni mese" della Bottega Baltazar, ma spero vi piaccia lo stesso. A voi!
Ci troviamo più o meno, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, in un paese delle montagne venete. In una casa, isolata rispetto alle altre, abita Giulia, vent'anni e ancora nessuna voglia di sposarsi.
Assieme a lei, vivono il fratello gemello Marco, gli altri due fratelli, le due sorelle e il nonno. La madre è morta di febbre quando erano ancora piccoli, mentre il padre è emigrato in Brasile, sperando di far fortuna.
Vicino a loro abitano anche tre dei quattro cugini - uno di loro, Karl, ha infatti preferito tagliare i ponti con il resto della famiglia e andarsene a Vienna, città natale della madre, per lavorare.
Giulia, avendo ormai la bellezza di vent'anni, si ritrova a dover rispondere continuamente alla domanda: "Ma quando te te sposi, tosa?"
Tranne Marco, nessuno sa quanto la ragazza non voglia minimamente sposarsi ora. Giulia mal sopporta l'idea di dover abbandonare tutti i suoi sogni - per lo più studiare e magari riuscire a prendere il diploma di scuola media - e il matrimonio le precluderebbe la possibilità di portarli avanti, dovendo occuparsi della casa e del marito.
Cosa che, tra parentesi, fa già da quando è morta la madre, assieme alle sorelle. E non è certo questa la piega che vuole dare alla sua vita.
Tra l'altro, in paese non ha esattamente una bella reputazione, visto che a quindici anni è stata vista dar un bacio ad un giovanotto con cui non era fidanzata.
La paura di dover cambiare casa sul momento era stata grande - nonostante ritenesse ridicola l'indignazione dei compaesani, non sapeva come i suoi tre fratelli e il padre avrebbero reagito. Per sua fortuna, il gemello è riuscito a calmare gli animi in famiglia e il padre, alla notizia, non ha potuto fare a meno di fare una grande risata e dirle che era tutta sua madre.
Anche se lo volesse, quindi, le premesse per sposarsi non sono esattamente ottimali, visto che quasi nessuno in paese sembra voler prendere in considerazione la possibilità di corteggiarla - per sua grande gioia.
Le cose cambiano una mattina quando, scendendo come sempre in paese con la cugina Valentina per andare al mercato, nota un giovane uomo che non è decisamente delle sue parti e non è neppure della sua stessa classe sociale.
Lo sconosciuto si accorge di lei quando la vide intenta a scegliere un mazzetto di fiori da portare sulla tomba della madre.
Inizia quindi a darle qualche consiglio, convinto si tratti di tutt'altro, ma quando Giulia si dimostra infastidita dalla cosa, non riesce a fare a meno di risponderle a tono e tornare a fare un giro in paese.
Da lì, le scenette si ripetono per la gran parte delle settimane successive, tanto da diventare un siparietto fin troppo noto e aspettato da tutti.
Nel frattempo, la ragazza inizia a ricevere di tanto in tanto, una rosa da un ammiratore segreto, cosa che tiene ben segreta, andando regolarmente a regalare il fiore alla madre. Non può evitare di mostrarsi lusingata, cantando in continuazione. L'idea di sposarsi non le piace, ma sapere di avere qualcuno là fuori che le vuole bene la rende comunque felice. È pur sempre una romanticona, sotto sotto.
In tutto questo, un Marco geloso - che si è accorto di tutto - ma non per la nuova conoscenza della sorella, ma per il fatto che lei e il suo nuovo "amico" gli stiano rubando la fama da attore improvvisato da paese.
Lo sanno tutti infatti quanto il giovane sia appassionato di recitazione, al punto da sognar di poter dare sfogo al proprio talento sui palchi più importanti del paese, ma sanno anche come abbia dovuto mettere da parte la sua ambizione per dedicarsi al mestiere di contadino e pastore per poter sfamare la famiglia.
Per sua fortuna, Giulia non ha la minima intenzione di rubargli il ruolo e per un po' decide di mandare la sorellina Diana a comprare i fiori per la tomba della madre.
Ciò non distoglie Marco dalla voglia di dirgliene quattro a quel demente che si permette il lusso di toglierli l'unica cosa che ha.
Scende quindi insieme a Diana e Valentina fin in paese, con la promessa di non fare nulla, ma una volta individuato il "colpevole" davanti alla bancarella dei fiori, non riesce a fare a meno di fare una scenata su quanto la debba piantare di infastidire la sorella.
Soprattutto ora che qualcuno stranamente ha deciso di farle la corte, se venisse a sapere la cosa lo spasimante della ragazza sarebbe tutto finito. Marco sa che un matrimonio, anche solo di convenienza, è qualcosa che metterebbe a tacere le malelingue del paese e spera che possa essere qualcuno che, se non assecondi, almeno non distrugga i sogni di sua sorella.
E il ragazzo delle rose segrete lascia biglietti molto gentili assieme al fiore - Giulia, non lasciarli in bella vista però, ringrazia il cielo che li trova lui e non il nonno!
Il "foresto" sentendo tutto quel discorso non può fare a meno di arrabbiarsi con il giovane.
Ma non per il motivo che crede lui.
No, è arrabbiato con lui perché è uno stupido ragazzotto arrogante, che davvero non sa fare uno più uno.
Insomma, ha pure una rosa in mano ora, ci vuole davvero tanto a capire che è lui l'ammiratore segreto?
Marco però è l'orgoglio fatto persona e non può fare a meno allora di dargli del codardo, visto che non riesce neanche a farsi avanti con la sorella. L'altro gli fa notare che non è esattamente la cosa più semplice da fare, soprattutto se la giovane in questione sembra detestarlo e le uniche volte in cui gli parla lo fa per stuzzicarlo e rivolgergli insulti velati.
Nulla, Marco capisce di essere un'idiota.
Le rose mandate davanti casa vanno avanti fino a quando Giulia non torna al mercato al posto di Diana. Da allora cessano di arrivare. Inutile dire che la ragazza un po' ci resta male, ma se ne fa una ragione: almeno la vicenda non è di dominio pubblico, no?
Sbagliato, perché suo fratello ha deciso di non dirle di aver fatto una scenata davanti a tutto il paese, quindi la giovane non riesce a spiegarsi perché, ogni volta che qualcuno la vede, sembra avere qualcosa da dire su di lei.
Non che non sia abituata, ma la cosa è aumentata. Molto. E anche se fa finta di nulla, come al solito, un po' la infastidisce.
Il tutto si sistema quando lo sconosciuto le regala una rosa proprio al mercato, recitando uno degli ultimi biglietti che erano allegati.
Giulia purtroppo non sa leggere - è per questo che i biglietti non li controllava mai e li dimenticava in giro - e quindi inizialmente non collega. Quando tutto inizia a quadrare, grazie ad un commento sarcastico dell'uomo, non riesce a crederci.
Come finisce? Non lo so, esattamente. Mi piace pensare che, una volta tornato al suo paese, il ragazzo abbia continuato a mandarle rose e, assieme a queste, un aiuto per farla studiare. Giulia potrebbe essersi sposata con lui, dopo esser riuscita a fare quello che le interessava maggiormente, oppure potrebbe non averlo mai fatto ed essersi trasferita lontano, nel tentativo di realizzare quanto le stava a cuore - o continuare. Oppure potrebbe essersi sposata e aver continuato a studiare, ma chi lo sa?
#trash con admin#le au brutte sono arrivate#/deve essere DECISAMENTE sviluppata meglio ma a voi#/lo spasimante segreto io ho in mente a chi darlo ma non ho nominato nessuno apposta#/così potete immaginarci chi preferite anche un semplice -umano#/ah il padre e il nonno sono rispettivamente Paleoveneto e gli Euganei#/Valentina è nyo!trentino il nome è dell'admin#nyo!veneto#veneto#friuli#nyo!friuli#nyo!alto adige#nyo!trentino#paleoveneto#antichi euganei#/e lo spasimante che è abbastanza palese chi sia#/scusate il lungo pippone e sclero senza senso#/ma volevo condividerlo lo stesso con voi anche se è un po' solo agli inizi
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Ti capita davanti agli occhi, d’improvviso, una luce diversa dalle altre. Una luce che vuole continuare a splendere e sa splendere di più, solo per te. Non ha intenti cattivi, non acceca né si fulmina per lasciarti al buio a tradimento, non sposta la sua visuale, persino nei momenti in cui tu non lo sai. Ma se tu abbassi gli occhi, la perdi. Così è l’amore, una luce che non si spegne mai, ma per darle la gioia di durare, devi darti il permesso di guardarla. Hai aspettato tanto una luce diversa e poi che fai? Te ne vai, proprio perché puoi finalmente permetterti di crederle, stavolta. Assurda la vita, non trovi? Tu hai la mente incasinata che si lega ai problemi con il fil di ferro e la tenerezza di una bimba bellissima che crede alla magia di un fiore delicato. E io ho giocato con i tuoi battiti ma mai con il tuo cuore, provando a farli ragionare, a metterli d’accordo. Il nostro è stato un bel modo di impazzire insieme. Hai un mondo tutto tuo, non so quanti lo abbiano compreso, abitato, amato, curato, desiderato davvero, al di là delle apparenze. Ciò che ho visto io spero sia solo mio, spero possa restarlo, come un valore assoluto da cui trarre per sempre speranza e verità. Io conosco i tuoi occhi davanti al mare, come montagne da scalare, li raggiungi e ci nevica dentro, ti congeli ma li ami lo stesso. Io conosco la tua tendenza a distruggere tutto quello che tocchi per paura che qualcuno distrugga te. La corazza e l’armatura le ho viste sciogliersi e diventare vento e le tue paure le ho viste liquefarsi all’interno di un mio abbraccio, come felicità allo stato puro addosso. Insieme abbiamo capito ciò che nessuno potrebbe capire, perché da fuori tutto è solo ciò che sembra, niente è davvero. Finisco dove finisce il tuo sorriso, inizio dove tu inizi a sorridere. Se la mancanza è un sentimento, questo ora provo per te. È il lato estremo del punto più alto dove per mano ci siamo disegnati insieme. Vorrei guardarti come ancora non ho fatto mai. Perché, lo so, posso far meglio. E tu?
Massimo Bisotti.
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Tu hai la mente incasinata che si lega ai problemi con il fil di ferro e la tenerezza di una bimba bellissima che crede alla magia di un fiore delicato. E io, ho giocato con i tuoi battiti ma mai con il tuo cuore, provando a farli ragionare, a metterli d'accordo. Il nostro è stato un bel modo di impazzire insieme. Hai un mondo tutto tuo, non so quanti lo abbiano compreso, abitato, amato, curato, desiderato davvero, al di là delle apparenze. Ciò che ho visto io spero sia solo mio, spero possa restarlo, come un valore assoluto da cui trarre per sempre speranza e verità. Io conosco i tuoi occhi davanti al mare, come montagne da scalate, li raggiungi e ci nevica dentro, ti congeli ma li ami lo stesso. Io conosco la tua tendenza a distruggere tutto quello che tocchi per paura che qualcuno distrugga te. La corazza e l'armatura le ho viste liquefarsi all'interno di un mio abbraccio, come felicità allo stato puro addosso. Insieme abbiamo capito ciò che nessuno potrebbe capire, perchè da fuori tutto è solo ciò che sembra, niente è davvero. Finisco dove finisce il tuo sorriso, inizio dove tu inizi a sorridere. Se la mancanza è un sentimento, questo ora provo per te. È il lato estremo del punto più alto dove per mano ci siamo disegnati insieme. Vorrei guardarti ora come non ho fatto mai. Perchè, lo so, posso far meglio. E tu?
Massimo Bisotti
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Se la mancanza è un sentimento, questo ora provo per te…Ti capita davanti agli occhi, d’improvviso, una luce diversa dalle altre. Una luce che vuole continuare a splendere e sa splendere di più, solo per te. Non ha intenti cattivi, non acceca né si fulmina per lasciarti al buio a tradimento, non sposta la sua visuale, persino nei momenti in cui tu non lo sai. Ma se tu abbassi gli occhi, la perdi. Così è l’amore, una luce che non si spegne mai, ma per darle la gioia di durare, devi darti il permesso di guardarla. Hai aspettato tanto una luce diversa e poi che fai? Te ne vai, proprio perché puoi finalmente permetterti di crederle, stavolta. Assurda la vita, non trovi? Tu hai la mente incasinata che si lega ai problemi con il fil di ferro e la tenerezza di una bimba bellissima che crede alla magia di un fiore delicato. E io ho giocato con i tuoi battiti ma mai con il tuo cuore, provando a farli ragionare, a metterli d’accordo. Il nostro è stato un bel modo di impazzire insieme. Hai un mondo tutto tuo, non so quanti lo abbiano compreso, abitato, amato, curato, desiderato davvero, al di là delle apparenze. Ciò che ho visto io spero sia solo mio, spero possa restarlo, come un valore assoluto da cui trarre per sempre speranza e verità. Io conosco i tuoi occhi davanti al mare, come montagne da scalare, li raggiungi e ci nevica dentro, ti congeli ma li ami lo stesso. Io conosco la tua tendenza a distruggere tutto quello che tocchi per paura che qualcuno distrugga te. La corazza e l’armatura le ho viste sciogliersi e diventare vento e le tue paure le ho viste liquefarsi all’interno di un mio abbraccio, come felicità allo stato puro addosso. Insieme abbiamo capito ciò che nessuno potrebbe capire, perché da fuori tutto è solo ciò che sembra, niente è davvero. Finisco dove finisce il tuo sorriso, inizio dove tu inizi a sorridere. Se la mancanza è un sentimento, questo ora provo per te. È il lato estremo del punto più alto dove per mano ci siamo disegnati insieme. Vorrei guardarti come ancora non ho fatto mai. Perché, lo so, posso far meglio. E tu?
-Massimo Bisotti
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Ti capita davanti agli occhi, d’improvviso, una luce diversa dalle altre. Una luce che vuole continuare a splendere e sa splendere di più, solo per te. Non ha intenti cattivi, non acceca né si fulmina per lasciarti al buio a tradimento, non sposta la sua visuale, persino nei momenti in cui tu non lo sai. Ma se tu abbassi gli occhi, la perdi. Così è l’amore, una luce che non si spegne mai, ma per darle la gioia di durare, devi darti il permesso di guardarla. Hai aspettato tanto una luce diversa e poi che fai? Te ne vai, proprio perché puoi finalmente permetterti di crederle, stavolta. Assurda la vita, non trovi? Tu hai la mente incasinata che si lega ai problemi con il fil di ferro e la tenerezza di un bimbo bellissimo che crede alla magia di un fiore delicato. E io ho giocato con i tuoi battiti ma mai con il tuo cuore, provando a farli ragionare, a metterli d’accordo. Il nostro è stato un bel modo di impazzire insieme. Hai un mondo tutto tuo, non so quanti lo abbiano compreso, abitato, amato, curato, desiderato davvero, al di là delle apparenze. Ciò che ho visto io spero sia solo mio, spero possa restarlo, come un valore assoluto da cui trarre per sempre speranza e verità. Io conosco i tuoi occhi davanti al mare, come montagne da scalare, li raggiungi e ci nevica dentro, ti congeli ma li ami lo stesso. Io conosco la tua tendenza a distruggere tutto quello che tocchi per paura che qualcuno distrugga te. La corazza e l’armatura le ho viste sciogliersi e diventare vento e le tue paure le ho viste liquefarsi all’interno di un mio abbraccio, come felicità allo stato puro addosso. Insieme abbiamo capito ciò che nessuno potrebbe capire, perché da fuori tutto è solo ciò che sembra, niente è davvero. Finisco dove finisce il tuo sorriso, inizio dove tu inizi a sorridere. Se la mancanza è un sentimento, questo ho provato per te. È il lato estremo del punto più alto dove per mano ci siamo disegnati insieme. Vorrei guardarti come ancora non ho fatto mai. Perché, lo so, posso far meglio. E tu?
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⁖ ♡ Sophia & Valentyne @ Sala Grande / 23 Gennaio.
Tachicardia. Ha la tachicardia, si sente soffocare. Non c'è aria, chi-- chi ha portato via l'aria? Stanco, a pezzi, ha percorso il corridoio di brandine in Sala Grande fino a lei. Si è avvicinato, meno cautamente del suo solito, ed ha posato le mani sulle sue guance; 《 Angelo... 》 Ha sussurrato, pregando che aprisse gli occhi, ché lui è pure pronto a lottare, ma nessuna guerra ha senso senza di lei a combattere al suo fianco.
La pelle è più chiara del solito, i capelli umidicci sono attaccati alla fronte; non v’è segno di squame, né di pelle colorata, ma i crini sono argentei e la febbre così alta la porta quasi a delirare. Crede stia sognando, quando sente la sua voce, quando sente la pressione delle sue mani sulle guance... e piagnucola, come quand’era piccola, le braccia che si allungano verso di lui. Nonostante tutto. Pronuncia il suo nome un paio di volte, gli occhi lucidissimi quando li apre, ed è così... così... fa male, guardarlo.
La sua pelle è ancora di un colore indefinito, ora più vicina all'azzurro che al verde, e le squame sulle braccia gli fanno ancora male, e la testa pulsa come se vi fosse un incendio, ma-- ma niente. Ma lei è più importante. È più importante di tutto. 《 Sono qui... 》 Soffia, ma non sa nemmeno se sia meglio, no? O forse sì, forse lo sa. Perché sono sempre loro, nonostante tutto. 《 Sono qui. 》 Ripete, e prende posto accanto a lei, per poterla avvicinare.
Non saprebbe dire se la sua vicinanza la curi o la distrugga, ma gli si aggrappa lo stesso — inconsapevole che possa fargli del male. Le braccia intorno la vita, il capo all’indietro per poterlo guardare... Valentyne è tutto. E... ‹ Non mi lasciare! › stridulo, quasi, e tira su col naso. ‹ Non voglio vivere senza di te. › e questo è un sussurro più lieve, che fa male, che le graffia il cuore. Non c’è odio che tenga all’amore che prova per lui.
Soffia un sorriso, no? Assurdo. Perché se è quello il modo in cui deve morire, attaccato a lei, non fa così schifo. Ma lei-- lei deve stare bene. Perciò la stringe, forte, nonostante il dolore. 《 Non ti libererai mai di me, amore. 》 Lascia un bacio tra i suoi capelli, le dita che vi sfilano attraverso, in una carezza. 《 Come ti senti? 》
Ha chiuso di nuovo gli occhi, Sophia, perché non riesce a tenerli aperti; e lacrima, di nuovo, un paio di sussurri incomprensibili che le fuoriescono dalle labbra a quelle parole. Qualcosa di molto simile a “mai, mai? mai?, lo spero, non mi lasciare, ti amo tanto!” ma è quasi una fortuna che si capisca poco e niente, no? Però... sta così bene, tra le sue braccia... non le interessa di morire se a farlo sia proprio qui e adesso, e per prima. ‹ Come se stessi andando in fiamme... › un sussurro rauco, ed è vero: la fronte bolle, il resto del corpo viene scosso da tremiti, come se stesse realmente ardendo. ‹ Non mi lasciare—— › la sua paura più grande. Le interessa solo di questo, adesso, mentre posa il capo sul cuscino, vicino vicino al suo viso.
Se la stringe addosso tra le braccia forti, forse meno forti del solito, però, ma la tiene così stretta da farle mancare il fiato. Le dita scivolano lungo la schiena, che accarezza, mentre l'aiuta a stendersi e le si stende accanto. Accarezza il suo viso emaciato, dall'attaccatura dei crini argentei, così strani su di lei... 《 Sophia... 》 Sussurra, mentre il mal di testa lancinante gli dà l'ennesimo colpo di grazia, al punto da stordirlo. 《 Ricorda che ti amo. 》
La vicinanza di Valentyne sembra aiutarla, tant'è che anche se fa fatica a respirare non dà segni di volersi muovere od allontanare. Solo che... sta delirando? Sta morendo? È già morta? Le ha detto che la ama. E lei apre gli occhi stanchi, singhiozza perché non riesce a capire se sia lui, se sia lì, se sia vero. ‹ Anche tu, anche tu. › e nasconde il viso sul suo collo, le dita che si stringono sulla camicia che ancora indossa quasi involontariamente. ‹ Ti amo anche io. Tanto. Sei tutta la mia vita. ›
La stringe per scacciare via la paura, come sa piccoli, quando a casa succedeva qualcosa e il suo cuore buono non reggeva. Cercava rifugio nel suo letto, tra le sue braccia, e non c'era posto più sicuro; perché mai Valentyne avrebbe permesso a qualcuno di farle del male. Mai. A nessuno tranne che a sé stesso. 《 Lo so... 》 Sussurra, posando le labbra sulla sua tempia, per regalarle un bacio. 《 Hai paura? 》 Gli sembra di essere tornato bambino. A casa sua, no? Perché casa è il rumore ritmico del suo cuore accanto al suo, è l'odore dei suoi capelli, il calore del suo corpo. Lei, è casa.
Ma lei soffre, ha ancora il cuore sanguinante per quelle parole che probabilmente mai riuscirà a togliersi dalla testa; però è debole, così debole, e non ha la forza per allontanarlo. Perché per quanto sia scettica nel credere che stiano realmente morendo, da lucida, adesso ch'è in preda ai deliri da febbre non riesce a trovare altra via di scampo. E quel bacio è così dolce, e lui... s'incastrano perfettamente, no? Anche adesso. ‹ Solo di morire per ultima. › un sussurro, sottilissimo, perché è sottinteso non sopravviverebbe senza di lui.
Quelle parole lo colpiscono in un modo che non gli piace; così nel profondo, così intensamente. Lo colpiscono al cuore, allo stomaco, sono peggiori di un'epidemia, si espandono ancor più rapide, più aggressive. Nessun epidemia è in grado di ferirlo come può fare lei. Nessuno, e niente al mondo. 《 Per fortuna i cattivi vivono sempre a lungo. 》 Soffia piegando addirittura un angolo delle labbra in un sorriso forzato. Vuole solo che stia bene. Vuole solo questo. 《 E tu sei troppo forte per poter morire così. Qualcosa mi dice che abbiamo ancora tempo per odiarci come facciamo e poi amarci il doppio. 》
Ma Sophia non si sente forte. Non adesso, che a stento ha la forza di issare un braccio e carezzargli quel viso colorato ma che in fondo è sempre il suo. ‹ Non sei cattivo. › lo sussurra, adesso guardandolo in volto, perché lei lo pensa davvero –– ma non ha la forza d'aggiungere altro. Non è cattivo, neanche se la fa soffrire così tanto. Non è cattivo e basta, lei ne è convinta. E sarà la paura, la febbre, il momento, ma Sophia non sopporta l'idea di andarsene o impazzire senza mai avergli detto la verità. Anche se poi forse non ricorderà niente. ‹ Non ti odio, non potrei mai... ti amo anche quando mi fai male... › un colpo di tosse, una mano che inizia ad esser rossastra, ma non ci dà peso. ‹ Ti ho sognato tante volte, lo sai? Da piccola credevo che ti avrei sposato. ›
"Non sei cattivo" Gli dice, ed egoisticamente è un po' /felice/ che lei lo pensi, ma lui-- si è lacerato l'anima, sente addosso il peso del peccato più grave del mondo, e non penserà mai d'esser buono, nella vita, mai. Penserà per sempre di essere dannato, e il desiderio che prova per lei né è la prova tangibile. E lui lo sa che nonostante tutto il dolore che le ha inflitto nel tempo lei lo ama ancora, ed è questo uno dei motivi più solidi per cui lo fa anche lui, perché niente vale di più per lui, quanto l'essere amato. L'essere amato incondizionatamente, come fa lei. E le sue parole... le sue parole sono un pugno nello stomaco, perché quella è una confessione troppo grande da poter esser fatta così, mentre lo guarda negli occhi, mentre lo accarezza. Non può. Lo sta distruggendo. 《 Devi riposare, angelo... 》 Sussurra, con voce spezzata. Il cuore nel petto è veloce come un treno. Potrebbe scoppiare, no? È più facile che lo uccida lei con una parola, con un sorriso, che una malattia contagiosa terminale.
Lei non lo sa, cosa pensare; non sa se sia dannata, o forse no, se quel desiderio costante sia solo riconducibile all'amore o al fatto che sia deviata. Perversa. Come ha detto Selene, no? Glielo ha sputato in faccia e lei ci ha creduto. Anche se adesso... non lo sa. Non sa niente, sa solo che se deve morire tanto vale la pena farlo in onestà, facendo pace almeno con se stessa. Perdonandosi, anche se non riesce a perdonare lui –– non del tutto, non per quelle parole così cattive dopo quello che le ha fatto. Ma lo ama lo stesso. Immensamente. E lo si capisce dal modo in cui lo guarda. E non lo sa, che lo sta distruggendo, anche se il cuore che batte più forte contro il proprio ne è un vago suggerimento. ‹ Sì... › un sussurro, lascia la mano posata sulla sua guancia anche quando le palpebre aperte diventano pesanti. ‹ Non voglio morire senza averti detto che io... › gli occhi che si chiudono a coprire le iridi chiare, e forse sta delirando solamente, o forse no. ‹ ––– volevo solo essere amata da te come ti amo io, solo... › ma non ha la forza di dire altro.
Quant'è strana la vita, è una donna meschina, subdola, sadica. Ti illude che puoi controllarla, che puoi decidere di fare una cosa o un'altra, che puoi addirittura scegliere chi amare e quando farlo, ti fa perfino credere che tu possa fare dei progetti su di lei, e poi ti attacca, senza un motivo, arriva e va via senza che tu possa scegliere. Perché Valentyne adesso tutto quel dolore che s'è auto-inflitto vuole prenderlo a pugni, perché non ha più nessun senso. Non ha senso aver creduto di non poterla amare, di non poter toccare quelle labbra, di aver sofferto così tanto per questo solo per--- morire? Vaffanculo. Vaffanculo, fa così male che forse morire adesso sembra una mera consolazione, tanto che potrebbe crogiolarsi tra le braccia della morte, ché tanto non c'è vita che desideri vivere senza di lei al suo fianco. E lui non ci crede al paradiso, non crede all'inferno, ma è tutta la vita che crede negli angeli; non candidi, non celesti, ma quegli angeli con le nocche arrossate dalla violenza dei propri sentimenti, quelli con le spalle al muro, con il cuore spezzato dal dolore, con le gambe graffiate che non hanno mai ceduto. Un angelo. Dai crini corvini e gli occhi del colore del cielo. Il suo angelo... 《 Nessuno al mondo sarà mai amato quanto sei amata tu. In vita e anche dopo. 》 Lo sussurra, mentre ancora accarezza i suoi capelli per cullare il suo sonno tormenato. Per far sì che s'addormenti, solo per qualche ora, per liberarsi da quel dolore immenso. Non esiste. Non esiste amore più grande del suo.
È vero, la vita è strana, ma questo Sophia l’ha sempre saputo: ha iniziato a farci conti anni ed anni fa. Però non crede di meritare di morire, non a quest’età, nonostante gli sbagli — perché ha ancora tanti sogni da realizzare ed ha bisogno di una possibilità per essere migliore. Per essere l’angelo a cui Valentyne l’attribuisce, anche se lei non ci si sente. Vorrebbe credere in Dio, adesso. Vorrebbe avere una fede a guidarla e la speranza che almeno nella morte ci possa essere un po’ di pace. Meno sofferenza. Meno sofferenza di adesso, che vorrebbe avere avuto almeno un bacio; meno liti, meno desiderio di ferirsi a vicenda, più felicità. ‹ Magari morendo... › un sussurro confuso, dedicato più ai propri pensieri che a Valentyne. Anche se le parole pronunciate da lui la fanno fremere, ed anche se quelle carezze le rilassano le membra sino a farla quasi assopire, riesce a parlare per l’ultima volta. ‹ Magari lì c’è davvero un posto felice dove potremo stare insieme... › le dita che si contraggono in uno spasmo a carezzargli una gota, mentre s’addormenta — il respiro adesso è regolare. È strana, la vita, sì; ma non è difficile immaginarsi insieme a lui, vestita di bianco, in un luogo in cui il dolore non esiste. È questo che sogna.
❪ CONCLUSA ❫
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