#patto di comunità
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pier-carlo-universe · 29 days ago
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Ecogiustizia Subito: la campagna per il popolo inquinato fa tappa a Torino e Casale Monferrato
Flash mob e assemblea pubblica per sensibilizzare sulla giustizia ambientale e promuovere la transizione ecologica.
Flash mob e assemblea pubblica per sensibilizzare sulla giustizia ambientale e promuovere la transizione ecologica. Il 27 novembre 2024, Torino e Casale Monferrato ospiteranno la prima tappa della campagna nazionale “Ecogiustizia Subito: in nome del popolo inquinato”, promossa da ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera. L’iniziativa intende portare all’attenzione…
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mezzopieno-news · 8 months ago
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LE TRIBÙ YUROK TORNANO A GESTIRE LE LORO TERRE ANCESTRALI
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Lo Stato americano della California ha siglato un accordo che permette alla tribù nativa degli Yurok di riappropriarsi della terra di cui è originaria e in cui ha vissuto dal 14° secolo.
La tribù degli Yurok incominciò ad essere perseguitata e allontanata dalle proprie terre alla metà del 1800 in seguito alla corsa all’oro, subì poi una pesante epidemia che decimò la tribù del 75%, massacri e la privazione dei territori in cui viveva per concederle alle industrie di legname e al National Park Service. La terra, che a lungo è stata gestita dalla Save the Redwoods League, riguarda un’area situata nella parte settentrionale dello Stato americano, nei pressi di Orick, da sempre di grande importanza per la comunità di nativi americani che ha un forte legame con la natura e con gli elementi. Il nuovo patto concordato con il National Park Service e il California State Parks permetterà alla tribù di tornare a vivere liberamente nelle proprie zone di origine e di tornarne gestori e protettori.
Dopo diversi anni di sforzi la terra chiamata ‘O Rew avrà strutture dove la comunità nativa potrà vivere in modo tradizionale e luoghi dove potranno essere ricevuti i visitatori, un polo e nuovi itinerari culturali. La tribù indigena Yurok sarà la prima nel Paese a co-gestire un parco nazionale e a contribuire alla conservazione e alla valorizzazione della storia e della cultura tribale americana nel tempo.
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Fonte: Oregon Public Broadcasting; foto di Olena Olesik
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scienza-magia · 6 months ago
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Le precondizioni delle cacce alle streghe
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Dobbiamo mettere in evidenza che perché potesse verificarsi una caccia alle streghe erano necessarie alcune condizioni. Tali condizioni riguardano le credenze nelle streghe da parte della popolazione locale le leggi e le istituzioni giudiziarie di una determinata area e lo stato d’animo prevalente in quella comunità. Per quanto riguarda la credenza nelle streghe era necessario che sia l’élite dominante che la gente comune avessero qualche conoscenza delle varie attività che si pensava praticate dalle streghe. Ciò significa che la gente credeva in generale nell’esistenza della magia nera e che magistrati e clero avevano per lo meno una vaga familiarità con la teoria demonologica che gli intellettuali avevano elaborato sin dal tardo medioevo per spiegare la magia. Se la gente comune non avesse creduto nella realtà dei malefici e nell’esistenza delle streghe non sarebbe stata disposta a testimoniare che la stregoneria era la causa delle proprie sventure. Una simile riluttanza avrebbe neutralizzato gli sforzi anche del più tenace inquisitore e avrebbe potuto condurre all’opposizione popolare ai processi. Pertanto prima di poter iniziare una caccia alle streghe era essenziale l’esistenza di una popolazione che credeva nelle streghe. Tale credenza veniva facilmente rinforzata dai predicatori quando questi si convincevano che le streghe di una certa comunità si stessero per scatenare. Assai più importanti delle credenze popolari erano quelle dell’élite dominante dal momento che la loro credenza nella stregoneria era essenziale per portare avanti una caccia alle streghe.
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Come appare chiaro dagli avvenimenti della fine del 600 quando lo scetticismo aveva cominciato a insinuarsi negli strati più alti della società le credenze popolari non erano in grado di scatenare una caccia alle streghe. Perché una caccia alle streghe potesse verificarsi era necessario che i magistrati credessero all’esistenza della stregoneria e ne avessero paura. Era anche necessario che essi avessero una certa conoscenza della teoria demonologica sulla stregoneria secondo la quale l’essenza del crimine consisteva nel patto col diavolo. Un secondo complesso di precondizioni della caccia alle streghe riguardava l’apparato legale e giudiziario esistente nella zona in cui la caccia avveniva. Perché essa potesse iniziare era necessario che i tribunali esistenti nella zona possedessero una precisa competenza in ordine al clima di stregoneria e al tempo stesso degli strumenti necessari per perseguire efficacemente le streghe. Oltre a una precisa giurisdizione in materia di stregoneria perché i tribunali potessero agire efficacemente nei confronti delle streghe era necessario che fossero introdotte nuove procedure. Quanto meno si dovette abbandonare il principio secondo il quale l’accusatore era passibile di incriminazione per aver promosso un’accusa infondata qualora l’imputato dimostrasse la propria innocenza. Perché si potesse sviluppare una vasta caccia alle streghe era anche necessario che le autorità giudiziarie avessero il potere di promuovere l’accusa di interrogare un individuo di loro iniziativa e di ricorrere alla tortura per ottenerne la confessione. L’ultima precondizione della caccia alle streghe era l’esistenza di un’atmosfera che aumentasse la paura della stregoneria e spingesse la gente a combatterla. Una notevole ansia forniva il contorno emotivo dell’intero fenomeno della caccia alle streghe. Nelle città e nei villaggi in cui si verificarono caccia alle streghe l’ansia divenne immediatamente evidente sia all’interno del piccolo gruppo degli abitanti di un villaggio sia tra i magistrati. L’ansia condivisa da queste persone poteva essere causata da discussioni sulla stregoneria ma anche da vicende economiche politiche o religiose. Probabilmente ciò che determinava più comunemente un’atmosfera favorevole alla caccia alle streghe era la discussione pubblica sulla stregoneria. In molti casi i sermoni di un predicatore cacciatore di streghe preparavano gli animi dei parrocchiani a cercare le streghe tra i loro comuni conoscenti. Il ruolo del clero riformato sia protestante che cattolico nel diffondere dal pulpito l’ossessione per le streghe è stato riconosciuto da tempo. I predicatori non erano i soli individui responsabili di creare l’ossessione nei riguardi delle streghe. Notizie di caccia alle streghe e di esecuzioni in altre parti del paese potevano facilmente scatenare paure nel popolo e nella classe dominante e creare uno stato d’animo che avrebbe contribuito alla caccia alle streghe in un altro villaggio o città. Fu così che molte cacce si diffusero da un villaggio all’altro anche quando le streghe confesse non avevano coinvolto alcun complice al di fuori delle loro comunità o quando i cacciatori di streghe avevano limitato le loro persecuzioni a un sol paese. A volte anche la circolazione di trattati che esaminavano casi di stregoneria aumentava la paura nei riguardi delle streghe. In modo meno diretto ed esplicito le crisi economiche religiose e politiche provocavano spesso uno stato d’animo dal quale poteva facilmente originare una caccia alle streghe. In un certo numero di casi la frequenza dei cattivi raccolti e delle conseguenti carestie sembra aver fornito le basi psicologiche per una caccia alle streghe. Le crisi religiose ebbero una influenza praticamente incalcolabile nel generare quel tipo di ansia sociale che causò accuse di stregoneria. Il ruolo svolto dalle crisi politiche nel preparare il terreno per la caccia alle streghe è più sottile di quello delle carestie delle malattie dei cambiamenti religiosi. Di solito le crisi politiche ebbero un maggior impatto sull’élite dominante che non sul resto della popolazione e perciò probabilmente causavano ansia solo all’interno degli strati superiori della società. Tuttavia l’esperienza del disordine politico poteva creare ansia tra i magistrati e così indurli a promuovere una caccia alle streghe specialmente come conseguenza immediata della crisi. L’ultimo fattore che svolse un ruolo significativo del preparare psicologicamente la popolazione alla caccia alle streghe fu la guerra che ebbe una capacità quasi illimitata di causare ansia nella società. Trattando delle basi psicologiche della caccia alle streghe è importante osservare che nella maggior parte dei casi non fu un solo fattore a produrre lo stato d’animo che rese il popolo ansioso di dare la caccia alle streghe . Di solito ciò era dovuto alla combinazione di fattori come la guerra, la peste e la carestia. Lo stato d’animo della comunità fu semplicemente una delle condizioni della stregoneria e quelle condizioni resero solo possibile ma non inevitabile la caccia alle streghe. Ad ogni modo la caccia alle streghe delle comunità che erano intellettualmente, giuridicamente e psicologicamente preparate ad affrontarle non iniziava spontaneamente ma occorrevano degli agenti scatenanti. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
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diceriadelluntore · 2 years ago
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Innamorati
Una festa è un periodo di tempo dedicato a celebrazioni particolari, a riti e a liturgie ben distinti dalla vita e dal lavoro quotidiani. Le feste scandiscono sia il ciclo dell'anno sia la vita individuale, nel cui ambito rappresentano a volte riti di passaggio da uno status a un altro. È anche l’occasione per rendere santo un giorno particolare, cioè secondo l’accezione etimologica (dal latino sanctus, participio passato di sancīre, sancire una patto), dargli una inviolabilità in quanto protetto da una sanzione: gli ambasciatori, i tribuni della plebe, le mura, le porte; quindi, in genere, tutto ciò che, consacrato da una legge morale o religiosa, è per ciò stesso inviolabile, o ciò che, per comune consenso degli uomini, è religiosamente venerato o è considerato degno di venerazione (Santo, Enciclopedia Treccani).
Oggi è un giorno che la chiesa Santifica ad un santo, San Valentino da Terni. Comunemente, è considerato “patrono degli innamorati”. Secondo una leggenda, infatti, battezzò un giovane romano pagano, Sabino, per sposare la sua amata cristiana, Serapia, nei momenti appena precedenti la morte di lei, improvvisamente ammalatasi di tifo. Secondo la leggenda, la benedizione di Valentino, dette un sonno ristoratore e beato alla coppia, che così potette vivere insieme nell’eternità. 
Da un punto di vista più storico, la testimonianza più antica su San Valentino è contenuta nel Martirologio geronimiano scritto nel V secolo, che riporta la memoria del 14 febbraio presso la comunità cristiana di Terni; un secolo dopo la primissima citazione di Valentino del Martirologio, nella Passione di Maris, Marta, Audiface e Abacuc viene raccontata la storia di un prete di Roma che guarisce dalla cecità la figlia del principe Asterio e battezza lei, il padre e tutti i membri della famiglia, trovando la morte il 14 febbraio sulla via Flaminia, durante l’impero di Claudio II, e cioè tra il 268 e il 270. Il martire viene sepolto in quella che diventerà poi la Catacomba di San Valentino, al secondo miglio della Flaminia, sulla quale verranno edificati anche una chiesa e un monastero. La ossa del santo, tuttavia, verranno traslate nel IX secolo nella basilica di Santa Prassede. Il testo più importante riguardo alla vita di san Valentino arriva invece intorno al 725 ed è la Passio Sancti Valentini, che racconta la storia dell’oratore Cratone, il cui figlio soffre di una gravissima malattia alle ossa; un amico gli consiglia di rivolgersi a Valentino, cittadino e vescovo di Terni, che guarisce il ragazzo e converte al cristianesimo Cratone e tutti i suoi allievi, tra i quali figura anche il figlio del prefetto Furio Placido, che fa decapitare il vescovo il 14 febbraio al 68° miglio della via Flaminia. Il corpo viene recuperato da tre discepoli e sepolto in un cimitero fuori le mura di Terni, dove sorgerà poco dopo la basilica a lui intitolata. Dal racconto, tuttavia, è assente sia la data del martirio, sia qualunque riferimento che possa aiutare a collocarla. Per convenzione, si festeggia il giorno di San Valentino, il 14 Febbraio, data in cui si sa che fu martirizzato per decapitazione, anche la festa degli innamorati: tutte e due le cose sono non del tutto certe, ma la seconda lo è di più della prima.
Infatti il binomio San Valentino - Innamorati risale a tempi molto più recenti, cioè al XIV secolo, quando Geoffrey Chaucer, il grande scrittore e drammaturgo inglese, associò il giorno del santo a quello in cui gli uccelli formano le coppie. Ma c’è una distinzione: Chaucer individua il 2 Maggio, giorno di San Valentino patrono di Genova, il primo vescovo dell'arcidiocesi di Genova, carica che mantenne dal 312 alla morte nel 325, ma il culto è relegato solo all’area genovese. Nel 1391 John Clanwowe anticipa la festa degli innamorati al 14 febbraio. La fusione delle date nasce dal fatto che il San Valentino di Terni è molto più importante e venerato di quello di Genova proprio grazie alla sua celebrità.
In verità, tutto nasce da una sovrapposizione di date e di santi: nel 496, papa Gelasio I, 49° Vescovo di Roma, abolì i Lupercalia Romani, dei riti che si tenevano dal 13 al 15 Febbraio, in onore del dio Fauno nella sua accezione di Luperco (in latino Lupercus), protettore del bestiame ovino e caprino dall'attacco dei lupi. Tuttavia non sostituì nessun altra ricorrenza, se non quella storia del martirio di Valentino da Terni, che non aveva nessun legame con gli innamorati.
Ma è altrettanto vero che la fama della prima leggenda si sviluppò moltissimo nel centro e nel Nord Europa, tanto che esistono decine di reliquie del Santo sparse in Italia, Francia, Austria, Germania, Polonia e persino Dublino. Tanto è vero che Ofelia nell’Amleto (1602) dice:
Dimani è il giorno di San Valentino, e fino dal primo lume dell’alba io mi posi alla finestra per divenire la sua fidanzata. Allora egli sorse e indossò i panni e apri la porta della sua stanza e fece entrare la vergine, che tale non si dipartì più dl là.
W. Shakespeare, Amleto, Atto IV, Scena V 
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deathshallbenomore · 2 years ago
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Potresti spiegare perché diritti civili e diritti delle persone lgbt non sono sinonimi? Non ho un'idea chiara della differenza...
eccoci buongiornissimo allora SEGUITEMI VENITE CON ME
partiamo dai diritti civili: in soldoni, essi sono i diritti di cui è titolare qualsiasi individuo in quanto tale, nonché quelli più "classici", riconosciuti per primi (nell'ottica dell'evoluzione storica dei diritti) - insieme ai diritti politici (= tutti quelli che riguardano il voto e la partecipazione politica) - dalla sensibilità giuridico-politica di società e legislatori del tempo. di base, si tratta dei diritti di libertà - molto spesso chiamati anche "libertà negative" -, poiché, per essere rispettati, richiedono fondamentalmente una astensione da parte dello stato, che si limita a non interferire con la vita dell'individuo (-> non solo libertà DI fare/essere xyz, ma anche libertà DA qualsiasi ingerenza da parte dello stato). seguendo questa ricostruzione, e avendo in mente anche l'evoluzione del pensiero filosofico, politico, giuridico, emerge che si tratta della libertà personale, religiosa, di pensiero, di riunione e associazione, di circolazione, così come l'inviolabilità del domicilio e via dicendo [v. cost. italiana, artt. 13-28, ma anche altre cost., il patto internazionale sui diritti civili e politici, la cedu, la carta dei diritti fondamentali UE etc. etc.]... [a fronte degli esempi, torna anche il discorso sulla natura "negativa" di queste libertà: affinché io ne goda, lo stato non deve fare niente*]
*ovviamente da un punto di vista molto basilare. è chiaro che i diritti non siano questioni a compartimenti stagni e quindi possiamo complicare il ragionamento quanto vogliamo, contestando l'assoluta "negatività" di tali diritti. ma rimaniamo sulle basi
inizierà ad apparire evidente, quindi, che alcuni diritti che la comunità lgbt chiede di vedersi riconosciuti - non solo formalmente, ma anche sostanzialmente - sono anche civili, ma non solo. certo, la mia libertà di far parte di un'associazione lgbt e andare al pride rientrano tra i diritti civili, così come il complesso delle "libertà individuali" (quali che siano, v. sopra), MA la questione non finisce qui. se una persona trans o non binaria va a votare, dovrà confrontarsi con il registro dell'elettorato diviso per genere, e questo incide sul pieno ed effettivo godimento dei diritti politici della persona in questione (che magari non va a votare, per esempio). tutte le questioni relative al riconoscimento delle coppie dello stesso sesso e delle famiglie omogenitoriali riguarda sì la pari dignità ed eguaglianza delle persone (e qui siamo nei princìpi fondamentali, addirittura), senz'altro la sfera della vita privata, con cui lo stato non dovrebbe interferire, ma anche il campo dei diritti sociali (welfare, sanità, istruzione...). essere lgbt può comportare discriminazioni sul lavoro, e chiedere allo stato di mettere a disposizione gli strumenti legislativi/le politiche/tutte cose necessarie affinché ciò non succeda implica un'azione a tutela dei diritti relativi al lavoro, ascrivibili all'area dei diritti sociali. i diritti relativi alla riproduzione e alle tecnologie che la rendono possibile sono tra quelli più recenti, che non hanno nemmeno un vero e proprio nome ("diritti di ultima generazione")...e così via.
quindi c'è senz'altro un nucleo duro che poggia sui diritti civili, poiché il punto è essere liberi di esistere e sviluppare la propria personalità in totale libertà "da". ma, così come i diritti di qualunque individuo, anche quelli delle persone lgbt si articolano su tutto il panorama dei diritti. pertanto, parlare di diritti civili e diritti delle persone lgbt come se fossero sinonimi è probabilmente efficace da un punto di vista comunicativo, perché ormai è entrato nell'uso intendere 9 volte su 10 diritti dei gheis quando si tirano in ballo i diritti civili (dio ti prego rivelami in sogno che questa sovrapposizione concettuale NON è nata con le unioni civili perché diritti🤝unioni -> civili TI PREGO), ma è molto riduttivo: pensala un po' come un diagramma di eulero-venn, con un'area di sovrapposizione e altre parti che vanno ciascuna per i fatti loro
spero di essere stata chiara e che la mia spiegazione sia utile! un kiss :)
NB prendetelo come un post su tumblr e non come una pubblicazione referata. ho sonno quindi i said what i said. grazie un altro kiss
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schizografia · 2 years ago
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L’Impero europeo
Milosz ha osservato una volta che la condizione degli scrittori dell’«altra Europa» (così chiama la Mitteleuropa) era «appena immaginabile» per i cittadini degli stati dell’Europa occidentale. Parte di questa eterogeneità veniva dalla mancanza di stati nazionali e dalla presenza in loro luogo, per secoli fino alla fine della Prima guerra, dell’Impero asburgico. Per noi che siamo nati in uno stato nazionale e non distinguiamo l’essere italiano dall’essere cittadino italiano, non è facile immaginare una situazione in cui essere italiano, ungherese, ceco o ruteno non significava un’identità statuale. Il rapporto col luogo e con la lingua dei cittadini per i cittadini dell’impero era certamente diverso e più intenso, libero com’era da ogni implicazione giuridica e da ogni connotazione nazionale. L’esistenza di una realtà come l’impero asburgico era possibile solo su questa base.
È bene non dimenticarlo quando vediamo oggi che l’Europa, che si è costituita come un patto fra stati nazionali, non solo non ha né ha mai avuto alcuna realtà al di fuori della moneta e dell’economia, ma è oggi ridotta a un fantasma, di fatto integralmente assoggettato agli interessi militari di una potenza ed essa estranea. Tempo fa, riprendendo un suggerimento di Alexandre Kojève, avevamo proposto la costituzione di un «impero latino», che avrebbe unito economicamente e politicamente le tre grandi nazioni latine (insieme alla Francia, la Spagna e l’Italia) in accordo con la Chiesa cattolica e aperta ai paesi del mediterraneo. Indipendentemente dal fatto che una tale proposta sia o meno tuttora attuale, vorremmo oggi portare all’attenzione degli interessati che se si vuole che qualcosa come l’Europa acquisisca una realtà politica autonoma, ciò sarà possibile solo attraverso la creazione di un’Impero europeo simile a quello austro-ungarico o all’Imperium che Dante nel De monarchia concepiva come il principio unitario che doveva ordinare come «un ultimo fine» i regni particolari verso la pace. È possibile, cioè, che, nella situazione estrema in cui ci troviamo, proprio modelli politici che sono considerati del tutto obsoleti possano ritrovare un’inaspettata attualità. Ma per questo occorrerebbe che i cittadini degli stati nazionali europei ritrovassero un legame con i propri luoghi e con le proprie tradizioni culturali abbastanza forte da poter deporre senza riserve le cittadinanze statuali e sostituirle con un’unica cittadinanza europea, che fosse incarnata non in un parlamento e in commissioni, ma in un potere simbolico in qualche modo simile al Sacro Romano Impero. Il problema se un tale Impero europeo sia o meno possibile non c’interessa né corrisponde ai nostri ideali: nondimeno esso acquisisce un significato particolare se si prende coscienza che l’attuale comunità europea non ha oggi alcuna reale consistenza politica e si è anzi trasformata, come tutti gli stati che ne fanno parte, in un organismo malato che corre più o meno consapevolmente verso la propria autodistruzione.
6 febbraio 2023
Giorgio Agamben
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lamilanomagazine · 26 days ago
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"Il Natale dei Vicini di Casa" a Ravenna: incontri, cucina e cultura per la Comunità. Si apre domenica 1 dicembre la rassegna "Il Natale dei vicini di casa", una serie di iniziative culturali, culinarie e di convivialità organizzata dai residenti di via dei Tomai e delle strade limitrofe, che hanno stretto il patto di collaborazione per la cura dei beni comuni con l'Amministrazione comunale.... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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agrpress-blog · 27 days ago
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Agricoltura, Risso (Terra Viva): “Serve un patto rurale europeo per unire agricoltura, ambiente e giustizia sociale” Il 28 novembre 2024 a Valencia durante ... #Agricolturasostenibile #claudiorisso #Effat2024 #pattoruraleeuropeo https://agrpress.it/agricoltura-risso-terra-viva-serve-un-patto-rurale-europeo-per-unire-agricoltura-ambiente-e-giustizia-sociale/?feed_id=8352&_unique_id=6748655b55b54
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enkeynetwork · 4 months ago
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croce-verde-adria · 9 months ago
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𝐂𝐨𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐮𝐨𝐯𝐚 𝐝𝐢 𝐏𝐚𝐬𝐪𝐮𝐚 𝐂𝐫𝐨𝐜𝐞 𝐕𝐞𝐫𝐝𝐞 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐬𝐩𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐒𝐀 𝐝𝐢 𝐀𝐝𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐢 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐯𝐨𝐥𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐢
Nella giornata odierna i nostri Volontari hanno distribuito le uova di cioccolato e portato gli auguri di una Pasqua serena alle persone che vivono all'interno della residenza per anziani adriese con un messaggio forte e chiaro: "Grazie per tutto quello che ci avete insegnato", firmato “I Volontari”.
Presente anche il sindaco di Adria, Massimo Barbujani.
Il primo uovo è stato consegnato dal piccolo Antonio come vero e proprio ringraziamento delle nuove generazioni verso i nostri "nonni" che molto ci hanno insegnato e tanto ancora hanno da testimoniare con la loro esperienza di vita.
Un modo, in primo luogo, per far comprendere la gratitudine che ognuno di noi deve ai nostri "nonni" per quello che hanno fatto per la nostra comunità; e poi un modo per essere vicini, anche in queste feste pasquali, agli ospiti della Casa di Riposo di Adria, che continuiamo ogni giorno a portare nel cuore.
Croce Verde Adria prosegue da diversi anni nel portare il proprio aiuto concreto a questa struttura e ai suoi ospiti, come accaduto in maniera particolare nei giorni più duri della pandemia quando i nostri volontari hanno vissuto fianco a fianco con ospiti e operatori per dare il proprio aiuto.
Per questo motivo, anche in questa occasione, non ci si poteva esimere nel dal dare un messaggio di serenità e vicinanza a tutti loro.
Così il presidente di Croce Verde Adria, Andrea Roccato: "Sono veramente felice per questa iniziativa voluta fortemente dalla nostra associazione. Segna idealmente il continuum del patto d'amicizia e del progetto "Narrar Cantando" siglato con il coro "Soldanella" di Adria, che ha allietato gli ospiti di varie case di riposo del territorio nel periodo natalizio.
I nostri "nonni" sono la nostra memoria storica e coloro che ci hanno permesso d'essere qui oggi,per cui era giusto ringraziarli al meglio".
Anche il vicepresidente Lamberto Cavallari ha commentato: "Siamo contenti di donare queste uova e fare i migliori auguri di Buona Pasqua a tutti gli ospiti della struttura, che portiamo sempre nel nostro cuore. Come Croce Verde abbiamo 112 anni di storia e, proprio per questo dobbiamo ringraziare coloro che hanno tramandato i valori di questa associazione fino ad oggi, a maggior ragione ringraziare voi perchè oggi siamo qua a testimoniare quei valori con i nostri volontari e le persone che rendono grande Croce Verde".
Le uova sono state distribuite a tutti i 170 ospiti della struttura dopo gli interventi del sindaco Massimo Barbujani e del presidente della Casa di Riposo Simone Mori.
Csa AdriaComune di AdriaCORO SOLDANELLA
#croceverdenelcuore#passionecroceverde#iosonocroceverde#anpas#anpasveneto
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olitaly · 11 months ago
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pier-carlo-universe · 27 days ago
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Ecogiustizia Subito: la prima tappa a Casale Monferrato contro l’inquinamento da amiantoUn flash mob e un Patto di Comunità per il rilancio ambientale e sociale
Un grido di giustizia per il popolo inquinato
Un grido di giustizia per il popolo inquinato Il 27 novembre 2024, Casale Monferrato è stata protagonista della prima tappa della campagna nazionale “Ecogiustizia Subito: in nome del popolo inquinato”, promossa da ACLI, AGESCI, ARCI, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera. L’evento ha preso il via con un flash mob davanti alla Corte d’Appello di Torino, dove è in corso il processo…
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personal-reporter · 1 year ago
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Natale 2023 a Comacchio
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Le festività natalizie sono il periodo perfetto per visitare luoghi davvero incantevoli, come la cittadina di Comacchio, chiamata anche la piccola Venezia, nata grazie all’unione di tredici isole situate alla foce del Po e ha una forma simile a quella della Serenissima con ponti e canali, grazie all’adattamento del suo impianto urbanistico all’elemento dell’acqua. Durante il periodo natalizio, sotto le arcate dei ponti, nelle chiese e lungo i canali tipici della città emiliana, sono collocati  meravigliosi presepi, che possono essere visitati seguendo un percorso delineato o scovati in una sorta di caccia al tesoro girovagando per la città, rigorosamente a piedi, alla ricerca di angoli nascosti. I presepi, creati sia da artisti che da bambini delle scuole, permettono di riflettere su varie tematiche, illustrate grazie ai cartelli posizionati accanto alle opere. Infatti alcuni sono costruiti su memelùch,  tipiche imbarcazioni di valle, o su mosconi, barche del luogo usate per il salvataggio marino, allo scopo di  unire i valori della comunità locale lagunare con quelli della cristianità. Altri  presepi sono creati con materiale di recupero, plastica, metallo, legno o gomma, trasportati a riva dal mare, per dare nuova vita ad oggetti abbandonati e la Natività più significativa, simbolo di pace, è stata realizzata da un artigiano della Terra Santa per rappresentare il Patto di Amicizia stretto tra Comacchio e Betlemme. Sono presenti anche presepi più tradizionali ma ugualmente stupendi nelle varie chiese del territorio, come quelli all’interno della Cattedrale, con uno tipico comacchiese, noto per un enorme sfondo dipinto che sfrutta sapientemente le statuine per dare un’idea di tridimensionalità, e uno storico napoletano, dove a fare da sfondo alle scene di vita quotidiana e alla Natività c’è il Vesuvio. La cittadina è incantevole di giorno ma di notte, grazie anche alla nebbia, vede le piazze principali e i ponti che si colorano di mille luci e di fiocchi di neve, mentre nei canali si accendono alberi di Natale variopinti che si riflettono nell’acqua e le nasse per il trasporto delle anguille vengono trasformate in enormi lampade che indicano il cammino e i presepi illuminati regalano ancora più emozioni che di giorno, riempiendo gli occhi e i cuori della magia del Natale. Read the full article
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confrontodemocratico · 1 year ago
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Smartphone vietati fino a 12 anni: il patto tra scuola e genitori nel Bellunese
La filosofia di base è legata all’educazione digitale, realmente efficace «solo se offerta in modo coordinato e coerente» Cellulari vietati fino a 12 anni. È il «Patto di comunità» concordato tra scuole primarie e medie e genitori del Bellunese. L’iniziativa, partita da Ponte nelle Alpi dalle «Scuole in rete» appoggiate da circa 50 famiglie, si sta diffondendo anche in altri territori del…
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jacopocioni · 1 year ago
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Caterina de' Medici, le redini del potere
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Segue da: Caterina de’ Medici, la duchessina Caterina de’ Medici, regina madre Caterina de’ Medici, vedovanza
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Nel dicembre del 1560 Caterina de' Medici perse il figlio e la Francia il suo re, morì Francesco II. Se pur ferita a morte Caterina non abdico al suo ruolo, anzi, la salita al trono di Carlo Massimiliano, di soli dieci anni, che assunse il nome di Carlo IX le permise di posizionarsi in prima linea nella gestione politica del regno. La sua negoziazione con Antonio di Borbone le permise di ottenere la reggenza. Caterina si ispirò a due pensieri, da una parte la linea di Erasmo da Rotterdam, perseguitando una politica di pace, e dall'altra il neoplatonismo che indicava come missione la divinità del sovrano per perseguire l'armonia all'interno del regno stesso. Caterina de' Medici e Michel de l'Hopital attraverso un progressivo lavoro mirante a ridurre i contrasti con i riformati giunsero il 17 gennaio 1562 a promulgare l'editto di Saint-Germain. Fortemente voluto da Caterina l'editto fu una pietra miliare nel riaffermare il legame tra l'unità religiosa del regno e l'organizzazione politica dello stesso in quanto permise la libertà di culto dei protestanti a patto che i luoghi di culto da loro assoggettati venissero restituiti. Questa politica voluta da Caterina de' Medici e Michel de l'Hopital ottenne una riduzione della violenza nonostante rancori che erano solamente sopiti, ma ancora troppo ardenti. Il fuoco era ancora presente tra protestanti e cattolici. Alla lunga il fallimento si preannunciava.
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Fu la strage di Wassy, fomentata dai Guisa, che innescò la prima guerra di religione nel 1562. La risposta di Caterina fu però repentina e la condanna a morte e l'arresto dei principali capi della guerra riportarono la pace nel regno. Nel 1563 ci fu l'accordò con la pace di Amboise permettendo agli ugonotti una libertà di culto. Nell'agosto 1563, alla maggiore età, Carlo IX assunse il suo ruolo di regnate e Caterina abbandonò la reggenza. Di fatto sussisteva una comunità d'intenti, infatti il figlio era concorde agli atti voluti, sino a quel momento, della madre e gli riconfermò immediatamente tutti i poteri che da reggente aveva esercitato sino a quel momento.
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Caterina intuì la necessità che il regno conoscesse il suo re e si prodigò prima in opere di ristrutturazione delle regge, a cominciare da Tuileries, affidata al grande architetto Philibert Delorme, contemporaneamente mise a punto una serie di "regole" per il controllo della Corte e per il governo, regole che espose come consigli, attraverso una lettera, che inviò al figlio re. Ne seguirono grandi feste tipo quella di Fontainebleau, nel marzo del 1964, ma anche un grande viaggio della durata di oltre due anni attraverso tutta la Francia in cui lei e il figlio Carlo IX si mostravano al popolo. L'azione di promozione di Caterina per il figlio durò fino al 1567 momento in cui si riaccesero le ostilità soprattutto ad opera dei protestanti che attraverso la "sorpresa di Meaux" tentarono di rapire il re. Un'azione voluta da Condé, il capo di una delle fazioni protestanti francesi. Il tentativo di rapimento innescò atti di violenza in varie parti di Francia. La cospirazione fallì, il re e Caterina si rifugiarono a Parigi, ma già il giorno dopo circa 80 preti cattolici furono massacrati e numerose atrocità vennero commesse. Caterina appariva ogni giorno di più inerme, e la sua popolarità nell'opinione pubblica diminuiva drasticamente; il suo lavoro politico e di rappresentanza stava per essere minato da fuochi protestanti solo sopiti ma pronti a divampare.
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Jacopo Cioni Read the full article
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amigayaps · 1 year ago
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La Comunità Transgender delle persone Sex Workers ha un forte senso interno che le causa facilitazioni sociali ed economiche, soluzioni pragmatiche a problemi anche gravissimi, coping emotivo e relazionale, in assenza di qualunque altra rete di supporto.
Questo studio analizza il cosiddetto KAP gap ossia il rapporto tra Conoscenza (Knowledge) Attitudine e Pratica effettiva delle forme di Prevenzione HIV.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10524076/
D'altra parte la stessa comunità ha anche dei pregiudizi sui farmaci perché teme interferiscono con gli Ormoni.
Conoscenza che abbiamo dal 2016: non ci sono interferenze significative tra PREP e Ormoni Cross Sex:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4955879/
Andiamo ad approfondire il KAP gap:
Sul Test HIV: Attitudine Positiva Conoscenza Discreta Pratica Efficace (ma come vedrete non ha effetti e molte mentono dicendo che sia negativo...)
Sulla PREP: Attitudine Negativa (falso mito del contrasto con ormoni Cross Sex) Conoscenza Sufficiente Pratica Assente (un altro motivo è ovviamente la barriera di avere l'obbligo di andare solo di mattina in centri pubblici dove la persona transgender sarebbe discriminata)
Preservativo: Attitudine Negativa (a causa dei partner, generalmente contrari anche quando sono loro ad avere il ruolo ricettivo a maggior rischio ) Conoscenza Discreta Pratica Assente
Terapia HIV: (non analizzata in questo ma in altri studi) Attitudine Negativa (falso mito del contrasto con ormoni Cross-Sex) Conoscenza Sufficiente Pratica Assente fino alle fasi finali di AIDS (la terapia ART oggi porta ad U=U quindi alla eradicazione del rischio sanitario, a patto di fare la ART a vita, ed è FALSO che la ART interferisca con gli Ormoni Cross-Sex)
Occorre portare queste conoscenze per le strade nella comunità di Sex Workers, soprattutto straniere, che hanno evidentemente meno conoscenze anche di come accedere al SSN.
#prep #art #preservativo #TestHIV #transgender #kap #gap #amigay
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