#parlare a vanvera
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“Non ha senso abbaiare molto se non si ha davvero niente da dire.” – Charles M. Schulz (Peanuts, Snoopy)
#frase del giorno#citazioni famose#snoopy of the day#frasi snoopy#saper tacere#silenzio#frasi tumblr#pensiero del giorno blog#parlare poco#parlare a vanvera#parlare troppo
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#opinioni di un clown#puntare il dito#giudicare#conoscere#denigrare#parlare a vanvera#silenzio#meglio il silenzio#accusare#giudice#giudicato
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La roulette russa
La roulette russa é tratto da Project Management per tutti, il terzo libro della trilogia del management, che fa seguito a NOS Management e Project Management per esordienti e curiosi. Project management per tutti Project Management per tutti nasce per l’intuizione di alcuni amici che, a seguito della lettura di Project Management per esordienti e curiosi, mi pregarono di scrivere un libro sul…
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#brutta figura#centro dell’attenzione#comportamento avventato#dadi#grilletto#incompetenza#oracolò di Delfo#parlare a vanvera#pistola#pistola a tamburo#probabilità#proiettile#roulette#Roulette russa#sei colpi#sentenziare#sicumera#tamburo
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qualcuno aveva detto che sarebbe stato problematico lavorare insieme e invece vaffanculo siamo fortissimi insieme e se ci fosse stata altra gente saremmo arrivati a fare mance ancora più succose.
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Ma perché non funziona tutto come nei film? Perché gli estranei in metropolitana, invece che limitarsi a guardarti, non attaccano bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo? Perché dopo trent’anni, in un caffè del centro, non rincontri mai la persona per cui hai lottato? Perché le madri fanno fatica a capire i propri figli e i padri ad accettarli? Perché la frase giusta arriva sempre durante il momento sbagliato? Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia, di arrivare davanti al portone di qualcuno, farlo scendere, scusarti e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti labbra a labbra e sentirti dire: ‘non importa, l’importante è che sei qui’? Perché non vieni mai svegliato durante la notte da una voce al telefono che ti dice: ‘non ti ho mai dimenticato’? Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi, più estrosi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi, meno vergognosi, meno fragili, sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto del cinema per vedere persone che fanno e dicono ciò che non abbiamo il coraggio di esternare, per vedere persone che amano come noi non riusciamo, per vedere persone che ci rappresentano, per vedere persone che, fingendo, riescono ad essere più sincere di noi.
#david grossman#David Grossman#qualcuno con cui correre#Qualcuno con cui correre#citazioni#citazione#citazioni libri#citazione libro#frasi#pensieri
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“Ma perché non funziona tutto come nei film? Perché gli estranei in metropolitana, invece che limitarsi a guardarti, non attaccano bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo? Perché dopo trent’anni, in un caffè del centro, non rincontri mai la persona per cui hai lottato? Perché le madri fanno fatica a capire i propri figli e i padri ad accettarli?
Perché la frase giusta arriva sempre durante il momento sbagliato? Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia, di arrivare davanti al portone di qualcuno, farlo scendere, scusarti e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti labbra a labbra e sentirti dire: "non importa, l’importante è che sei qui"? Perché non vieni mai svegliato durante la notte da una voce al telefono che ti dice: "non ti ho mai dimenticato"?
Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi, più estrosi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi, meno vergognosi, meno fragili, sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto del cinema per vedere persone che fanno e dicono ciò che non abbiamo il coraggio di esternare, per vedere persone che amano come noi non riusciamo, per vedere persone che ci rappresentano, per vedere persone che, fingendo, riescono ad essere più sincere di noi.”
(David Grossman, Qualcuno con cui correre)
#david grossman#citazioni libri#amore#vita#citazioni vita#citazioni amore#citazioni tumblr#iviaggisulcomo
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Un esempio di pensiero debole suggestivo. La SUA risposta è ovviamente quella mainstream: SERVONO PIU' IMMIGRATI. E' noiosa francamente inudibile riformulazione dello stantìo: "le risorse ci pagheranno le pensioni".
Caro Gori, faccia i compiti a casa prima di parlare a vanvera, controlli i conti, non più solo dei Paesi "più avanti" del nostro ma anche i nostri. Scoprirà il sistema non solo del welfare ma anche dei consumi interni non può esser retto da gente a carico del welfare system, che prende i soldi pochi e in nero qui ma li spende dove costa meno, cioè a casa loro. Micascemi loro, gli scemi sono quelli che te che glie lo consentono.
la soluzione vera, caro Gori, é come sempre molto lontana e ben più ardua delle SCORCIATOIE, neoschiaviste woke in questo caso: le attuali e nuove generazioni (causa di un sistema pensionistico ottocentesco a schema Ponzi, ma questo è un altro discorso) han necessità di ggiovani che gli paghino le pensioni? CHE FACESSERO PIU' FIGLI, punto e a capo. Con tutte le conseguenze economico-sociali (ma naturali) del caso. Se no ciccia. Spiaze.
Comunque un'altra soluzione emergenziale c'è, è già stata sperimentata: da vecchi non potendo mantenervi vi toglieranno di mezzo anzitempo concentrandovi nelle Rsa, poi qualche finta epidemia e un po' di "vigile attesa", problema pensionati gestito.
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Biden annuncia un intervento militare a maggio in Russia che concluderà il conflitto.
Nel frattempo Putin fa accordi con la Cina e pone le basi per una superpotenza asiatica pronta a difendersi dall'occidente che continua ad armarsi contro di loro.
Gli stati europei si sono fatti passivamente coinvolgere in un conflitto non voluto da loro, che ha ulteriormente stremato le risorse economiche e rovinato i rapporti diplomatici e commerciali con la Russia.
Siamo sull'orlo della III Guerra mondiale.
L'Italia come sempre gioca il ruolo del fesso della compagnia: manda armi in Ucraina a vanvera, contro il volere della sua popolazione, mentre si diletta a parlare di temi essenziali solo per quel bel 3% di coppie LGBTQ+. Tutti gli altri esticazzi.
Per fortuna siamo un popolo di fede e sappiamo che lassù qualcuno ci ascolta.
Preghiamo tutti insieme e nulla di male potrà succedere.
#andràtuttobene
ArsenaleKappa
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Ma perché non funziona tutto come nei film? Perché gli estranei in metropolitana, invece che limitarsi a guardarti, non attaccano bottone dicendoti che hai un sorriso bellissimo?
Perché dopo trent’anni, in un caffé del centro, non rincontri mai la persona per cui hai lottato? Perché le madri fanno fatica a capire i propri figli e i padri ad accettarli?
Perché la frase giusta arriva sempre
durante il momento sbagliato?
Perché non ti capita mai di correre sotto la pioggia, di arrivare davanti al portone di qualcuno, farlo scendere, scusarti e iniziare a parlare a vanvera per poi trovarti labbra a labbra e sentirti dire:
"non importa, l’importante è che sei qui"? Perché non vieni mai svegliato durante la notte da una voce al telefono che ti dice: ‘non ti ho mai dimenticato’?
Se fossimo più coraggiosi, più irrazionali, più combattivi, più estrosi, più sicuri e se fossimo meno orgogliosi, meno vergognosi, meno fragili, sono sicura che non dovremmo pagare nessun biglietto del cinema per vedere persone che fanno e dicono ciò che non abbiamo il coraggio di esternare, per vedere persone che amano come noi non riusciamo, per vedere persone che ci rappresentano, per vedere persone che, fingendo, riescono ad essere più sincere di noi.
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La lingua più parlata nel mondo
è "a vanvera".
Miliardi di parole, ogni giorno, ci investono, ci trafiggono, ci soffocano.
Saper parlare è un gran dono. Perché l’uomo non dica troppi spropositi Dio gli ha donato dieci dita perché possa ricordare i suoi saggi consigli:
"Che la tua prima parola sia buona...
Che la tua seconda parola sia vera...
Che la tua terza parola sia giusta...
Che la tua quarta parola sia generosa...
Che la tua quinta parola sia coraggiosa...
Che la tua sesta parola sia tenera...
Che la tua settima parola sia consolante...
Che la tua ottava parola sia accogliente...
Che la tua nona parola sia rispettosa...
E la tua decima parola sia saggia.
Poi... taci!"
- Bruno Ferrero
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oggi alla laurea mi sono tanto sentito come quando nelle commedie (soprattutto in quelle americane) di serie b c'è l'amico che nelle reunion è sempre quello senza famiglia/relazione/con un lavoro che odia e magari sottopagato. ecco io con qualche anno in meno, tanta nicotina e prosecco in corpo e che inizio a parlare a vanvera con un malcapitato dopo un'altra canna. adesso sono in pullman, spero di non addormentarmi e svegliarmi a Reggio Calabria.
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L’esperienza del linguaggio è un’esperienza politica
In che modo sarebbe possibile cambiare veramente la società e la cultura in cui viviamo? Le riforme e persino le rivoluzioni, pur trasformando le istituzioni e le leggi, i rapporti di produzione e gli oggetti, non mettono in questione quegli strati più profondi che danno forma alla nostra visione del mondo e che occorrerebbe raggiungere perché il mutamento fosse davvero radicale. Eppure noi abbiamo quotidianamente esperienza di qualcosa che esiste in modo diverso da tutte le cose e le istituzioni che ci circondano e che tutte le condiziona e determina: il linguaggio. Abbiamo innanzitutto a che fare con cose nominate, eppure continuiamo a parlare a vanvera e come capita, senza mai interrogarci su che cosa stiamo facendo quando parliamo. In questo modo è proprio la nostra originaria esperienza del linguaggio che ci rimane ostinatamente nascosta e, senza che ce ne rendiamo conto, è questa zona opaca dentro e fuori di noi che determina il nostro modo di pensare e di agire.
La filosofia e i saperi dell’Occidente, confrontati con questo problema, hanno creduto di risolverlo supponendo che ciò che facciamo quando parliamo è mettere in atto una lingua, che il modo in cui il linguaggio esiste è, cioè, una grammatica, un lessico e un insieme di regole per comporre i nomi e le parole in un discorso. Va da sé che ciascuno sa che, se dovessimo ogni volta scegliere consapevolmente le parole da un vocabolario e metterle altrettanto coscienziosamente insieme in una frase, noi non potremmo in alcun modo parlare. Eppure, nel corso di un processo secolare di elaborazione e di insegnamento, la lingua-grammatica è penetrata dentro di noi ed è diventata il potente dispositivo attraverso il quale l’Occidente ha imposto il suo sapere e la sua scienza su tutto il pianeta. Un grande linguista ha scritto una volta che ogni secolo ha la grammatica della sua filosofia: sarebbe altrettanto e forse più vero il contrario, e cioè che ogni secolo ha la filosofia della sua grammatica, che il modo in cui abbiamo articolato la nostra esperienza del linguaggio in una lingua e in una grammatica determina fatalmente anche la compagine del nostro pensiero. Non è un caso che l’insegnamento della grammatica si faccia nella scuola elementare: la prima cosa che un bambino deve apprendere è che quello che fa quando parla ha una certa struttura e che a quell’ordine deve conformare la sua ragione.
È dunque solo nella misura in cui riusciremo a mettere in questione questo assunto fondamentale, che una vera trasformazione della nostra cultura diventerà possibile. Dobbiamo provare a ripensare da capo che cosa facciamo quando parliamo, calarci in quella zona opaca e interrogarci non sulla grammatica e il lessico, ma sull’uso che facciamo del nostro corpo e della nostra voce mentre le parole sembrano uscire quasi da sole dalle nostre labbra. Vedremmo allora che in quest’esperienza ne va dell’apertura di un mondo e delle nostre relazioni con i nostri simili e che, pertanto, l’esperienza del linguaggio è, in questo senso, la più radicale esperienza politica.
16 febbraio 2024
Giorgio Agamben
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Il Colosseo? È tutto rotto. Gli serve un restauro e una riverniciata, sono queste le incredibili parole scritte da un turista in una recensione su google.
Il visitatore, insoddisfatto dell’aria vecchia e cadente del nostro monumento, prosegue imperterrito: «Ci avevano detto che nella visita era inclusa una battaglia tra gladiatori, ma nel giorno della nostra visita non c'era nulla in programma.» È questa la storia tragicomica riportata da Repubblica, che ha raccolto alcune delle più assurde recensioni scritte dai turisti stranieri in visita nel Bel Paese. Un altro turista insoddisfatto scrive: «L'ho visto per la prima volta nel film Il Gladiatore, ma quando siamo arrivati, siamo rimasti stupiti. È tutto rotto. Non possono ripararlo e farlo funzionare di nuovo?»
Qualcuno la prenderà sul ridere, ma io non riesco a riderne, forse perché questa è una battaglia che vivo ogni giorno in prima persona da quando ho pubblicato il mio romanzo Clodio. L’ignorante di turno, che è convinto di conoscere l’Antica Roma per aver visto il Gladiatore, si sente sempre in diritto dirmi: ma che sciocchezze hai scritto; una signora, risentita del fatto che nel mio libro i romani parlavano del bene e del male, della ricerca della verità e altra “robaccia”filosofica, ha voluto esprimere tutto il suo disappunto in una recensione.
Avrà mai sentito parlare di Seneca e di Terenzio? E che dire di Cicerone che vedeva nella filosofia la “medicina dell’anima”? O di Orazio che si domandava quale fosse il senso della vita? Nell’immaginario collettivo la storia di Roma si riduce a battaglie epiche, piccanti scene di sesso e pugnalate alle spalle.
L’ignoranza ormai è una virtù, perché almeno prima ci si vergognava di “parlare a vanvera”, ma nell’era di Uomini e Donne e del Grande Fratello “sapere” è diventato sinonimo di noia e presunzione e riflettere prima di parlare è un anacronismo. Certo la storia di Roma mi tocca in prima persona, per via di Clodio, ma non crediate che altrove le cose vadano meglio. Su TripAdvisor il museo egizio non è stato risparmiato: “mummie...mummie... e ancora mummie, troppo deprimente, non portateci i bambini,” scrive un nostro connazionale, e il pantheon? “Un buco nel soffitto”, così è stato liquidato, mentre occorre un restauro alla basilica di San Marco perché, a detta di un turista, “ci sono alcuni arazzi sbiaditi". Dove andremo a finire?
Ripubblicato per i nuovi lettori
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X Se vi ho incuriosito potete leggere un estratto gratuito di Clodio a questo link: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848
#cultura #istruzione #storia #colosseo #filosofia
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La lingua più parlata nel mondo è
“ A VANVERA ”.
Miliardi di parole ogni giorno ci investono, ci trafiggono, ci soffocano.
Saper parlare è un gran dono.
Perché l’uomo non dica troppi spropositi Dio gli ha donato dieci dita perché possa ricordare i suoi saggi consigli:-Che la tua prima parola sia buona, la tua seconda parola sia vera, la tua terza parola sia giusta, la tua quarta parola sia generosa, la tua quinta parola sia coraggiosa, la tua sesta parola sia tenera, la tua settima parola sia consolante, la tua ottava parola sia accogliente, la tua nona parola sia rispettosa, la tua decima parola sia saggia.
Poi… taci!
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Ah, quindi secondo te, "privilegi" come quello del perdere casa e figli in caso di divorzio, di dover rispettare degli standard estetici come l'altezza, delle dimensioni del pene o se soffri di disfunzione erettile (se hai questo genere di problemi vieni sputtanato e deriso da congreghe di amichette) e via dicendo, sarebbe dovuto al maschilismo e al patriarcato? Ma vi rendete conto delle stronzate colossali che scrivete? Comunque, vedo che non hai molto da obiettare riguardo gli svantaggi da me elencati dell'essere uomo, e questa è già una dimostrazione del fatto che tendete a parlare a vanvera.
Certo, per esempio teoria patriarcale per eccellenza è quella freudiana secondo la quale preferire l'orgasmo clitorideo, che sarebbe raggiungibile anche se un uomo fosse poco dotato perché può essere stimolato anche diversamente, dimostra che la donna non ha ancora raggiunto la maturità sessuale, mentre una donna che preferisce e raggiunge l'orgasmo vaginale, per il quale sarebbe necessario raggiungere il fantomatico punto G, definisce una donna sessualmente matura. Per cui la fissazione della società e del mondo del porno è sostenuta dalla teoria di UN UOMO. Vai a chiedere a qualunque donna se non si farebbe volentieri bastare un buon orgasmo clitorideo, ma siccome infondo avete paura che le donne possano fare a meno del cazzo, in fondo la teoria del cazzo grande vi serve. Ho risposto solo alla più semplice ma son sicura che pure per le altre troverei la base in una teoria di un uomo, tanto fino all'altro ieri (in senso lato) le donne non potevamo manco pubblicare le loro teorie.
Btw ho avuto una relazione di due mesi con un uomo con la disfunzione erettile che ora è felicemente fidanzato con una ragazza stupenda da più di 1 anno.
E non ho mai detto che non puoi definirli svantaggi lol
Ho solo detto che anche se meno visibilmente hanno la stessa origini di quelli femminili, il patriarcato
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L'ARTE DI PENSARE E PARLARE A VANVERA
Dopo la terza volta che dici di voler fare una certa cosa e poi non la fai...
Sarà molto difficile che dopo la terza volta tu riesca a farla.
Perché starai entrando in modalità: "Senso del fallimento".
Rifletti su ciò.
Roberto Potocniak
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