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Turismabile: Alessandria si Apre al Turismo Accessibile per Tutti
La città di Alessandria si impegna a promuovere un turismo senza barriere attraverso il progetto Turismabile, un'iniziativa che mira a rendere il territorio più accessibile a tutti, compresi i visitatori con disabilità.
La città di Alessandria si impegna a promuovere un turismo senza barriere attraverso il progetto Turismabile, un’iniziativa che mira a rendere il territorio più accessibile a tutti, compresi i visitatori con disabilità. Grazie a un nuovo catalogo di proposte, servizi ed esperienze, Alessandria punta a diventare un modello di turismo inclusivo in Piemonte e in Italia. Un Turismo Senza Confini: Il…
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Una terra ricca di luoghi storici, naturalistici, di antichi borghi, di stazioni termali e di gallerie sotterranee. Questo è l’astigiano, un territorio piemontese affascinante, che sconfina sui colli liguri, dove trascorrere una vacanza rilassante deliziandosi con un’ottima enogastronomia. Un territorio proclamato, nel 2014, Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, per i “paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero e Monferrato”. Il nostro viaggio ha inizio nel Villaggio Narrante di Fontanafredda, una riserva bionaturale di 120 ettari nel cuore del Barolo a Serralunga d’Alba. Fu Emanuele Alberto conte di Mirafiore e figlio del primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II, a volere un villaggio a Fontanafredda, luogo acquistato dal padre nel 1858 e donato, come pegno d’amore a Rosa Vercellana, la donna da lui amata. Qui, Emanuele Alberto fondò l’omonima azienda vitivinicola, che oggi si può visitare, all’interno di un borgo fatto di cascine, una scuola, una chiesa e di servizi essenziali, ma anche con un circolo ricreativo dove egli stesso leggeva libri ai suoi collaboratori che erano ancora analfabeti. Per sua volontà, nel villaggio si formò una vera e propria comunità che arrivò a ospitare fino a 250 persone e che si è preservata fino a oggi, dove vivono ancora 15 famiglie. Da sempre, nel villaggio, il vino occupa un ruolo centrale grazie alle storiche cantine di Fontanafredda e di Casa E. di Mirafiore, due eccellenze italiane: la prima vanta il premio come “Miglior cantina europea dell’anno” conferitole da Wine Enthusiast ed è divenuta icona del Barolo in tutto il mondo, mentre la seconda, è una cantina di origine aristocratica e anche un’azienda agricola biologica. La visita alle cantine offre la possibilità di ripercorrere i passi della famiglia reale tra storia e curiosi aneddoti, ammirando la maestosità delle grandi botti di rovere e degustando i vini. Il Villaggio Narrante di Fontanafredda Il viaggio prosegue verso il borgo di Mombaruzzo, il più orientale della provincia di Asti, che domina dall’alto le colline di infiniti vigneti. Poche case abitate a un migliaio di anime, è però la patria dell’amaretto e naturalmente è famoso per la produzione di vino. Da questo paesino tra due colline si gode di un panorama mozzafiato e di un’atmosfera d’altri tempi, dove il silenzio assoluto è interrotto solo dalle campane della chiesa (anche la mattina presto). Passeggiando per Mombaruzzo si percorrono strade strette e ripide su cui s’affacciano palazzi antichi con portoni rinascimentali, tra cui l’elegantissimo Relais Villa Prato, dove poter soggiornare, e s’incontrano luoghi ricchi di testimonianze artistiche, come la piazzetta del cimitero vecchio, antistante la chiesa di S. Maria Maddalena, un imponente edificio di origine romanica, mentre la Torre Civica di origine medievale domina il cuore più antico del borgo. Il territorio piemontese è costellato da testimonianze che si ergono da colli, memori di un tempo che non esiste più. Per chi desidera passeggiare tra i boschi e i vigneti (prevalentemente di vino Moscato) e stare a contatto con la natura, merita un’escursione molto pittoresca quella verso la Torre dei Contini, che spicca su una collina e che un tempo segnava i confini della città di Canelli. Da quassù si possono ammirare da un lato le Alpi e dall’altro l’Appennino ligure. Qui, lo scrittore Beppe Fenoglio ha ambientato un brano del romanzo “Il partigiano Johnny” a cui è ispirato il Sentiero del Partigiano Johnny. Il sentiero passa attraverso i terreni dell’Azienda Ghione Anna, dove si può fare una sosta per una degustazione di Moscato e portare a casa qualche buona bottiglia. Ma Canelli è famosa soprattutto per ciò che nasconde nel sottosuolo ovvero le Cattedrali Sotterrane. Sotto le case del paese si nasconde, infatti, un’altra città, fatta di chilometri e chilometri di tunnel e di gallerie, dove sono state ricavate lunghissime cantine storiche, scavate direttamente nel tufo calcareo delle colline a partire dal XVI secolo. Le Cattedrali Sotterranee scendono fino a una profondità di 32 metri, attraversando l’intera città per più di 20 km. Il soprannome fu dato loro per via dell’ambiente estremamente silenzioso che ricorda quello delle grandi cattedrali religiose. Le Cattedrali Sotterranee di Canelli Le cattedrali si possono visitare. Quelle dell’Azienda Contratto vengono fatte su prenotazione. Si percorrono alcune delle gallerie sotterranee, si imparano i metodi di produzione dei vini e si termina con una degustazione degli spumanti metodo classico, tutti millesimati, prodotti qui fin dal 1867. Il viaggio prosegue verso uno dei luoghi storici di questo territorio piemontese, Acqui Terme. Secondo una leggenda, Acqui sarebbe stata fondata da coloni greci, attirati dalla presenza delle sue benefiche acque termali. Ancora oggi, questa località in provincia di Alessandria è famosa per le sue acque, ma un po’ meno per gli stabilimenti termali. Nel cuore della cittadina si trova lo Stabilimento “Nuove Terme”, che è tutt’uno con il Grand Hotel, mentre nella zona Bagni c’è lo Stabilimento “Regina”. In entrambi, il trattamento più praticato è la fango balneoterapia, ma sono molto frequentate anche per le cure inalatorie, le piscine vascolari e i reparti di riabilitazione motoria e respiratoria. Il nucleo più antico di Acqui è il Borgo Pisterna che, insieme al Borgo Nuovo e al Borgo San Pietro, formano l’attuale centro cittadino. Tra i borghi storici che spuntano sulla cima delle colline verdeggianti è nato, da qualche anno, anche un nuovo itinerario artistico e paesaggistico: è quello delle Panchine Giganti o Big Bench. Posizionate in punti panoramici e ricchi di fascino, le panchine giganti permettono di tornare bambini e di vivere emozioni dimenticate. In Piemonte, tra Langhe e Monferrato, ce ne sono tantissime, con sentieri segnati puntellati da coloratissime panchine di dimensioni enormi. L’idea è venuta a Chris Bangle, designer americano che, con l’aiuto di alcuni amici, ha creato la prima panchina gigante e che poi è diventato un vero e proprio progetto chiamato “Big Bench Community Project”. Ce n’è una gialla, color Moscato, nella proprietà dell’Azienda Casa Vinicola Marenco a Strevi (AL), sulla sponda sinistra del fiume Bormida, un piccolo Comune formato da due borghi, Superiore e Inferiore o, come dicono qui, di Sopra e di Sotto. I pendii soleggiati di Strevi sono famosi per la loro produzione viticola. L’accesso alla Big Bench è libero ed il soggetto preferito di chi si avventura da queste parti a piedi o in bicicletta per un selfie o una foto ricordo. La Panchina Gigante di Strevi https://ift.tt/3uSTk9t Su e giù per l’astigiano, tra borghi, sotterranei e panchine giganti Una terra ricca di luoghi storici, naturalistici, di antichi borghi, di stazioni termali e di gallerie sotterranee. Questo è l’astigiano, un territorio piemontese affascinante, che sconfina sui colli liguri, dove trascorrere una vacanza rilassante deliziandosi con un’ottima enogastronomia. Un territorio proclamato, nel 2014, Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, per i “paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero e Monferrato”. Il nostro viaggio ha inizio nel Villaggio Narrante di Fontanafredda, una riserva bionaturale di 120 ettari nel cuore del Barolo a Serralunga d’Alba. Fu Emanuele Alberto conte di Mirafiore e figlio del primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele II, a volere un villaggio a Fontanafredda, luogo acquistato dal padre nel 1858 e donato, come pegno d’amore a Rosa Vercellana, la donna da lui amata. Qui, Emanuele Alberto fondò l’omonima azienda vitivinicola, che oggi si può visitare, all’interno di un borgo fatto di cascine, una scuola, una chiesa e di servizi essenziali, ma anche con un circolo ricreativo dove egli stesso leggeva libri ai suoi collaboratori che erano ancora analfabeti. Per sua volontà, nel villaggio si formò una vera e propria comunità che arrivò a ospitare fino a 250 persone e che si è preservata fino a oggi, dove vivono ancora 15 famiglie. Da sempre, nel villaggio, il vino occupa un ruolo centrale grazie alle storiche cantine di Fontanafredda e di Casa E. di Mirafiore, due eccellenze italiane: la prima vanta il premio come “Miglior cantina europea dell’anno” conferitole da Wine Enthusiast ed è divenuta icona del Barolo in tutto il mondo, mentre la seconda, è una cantina di origine aristocratica e anche un’azienda agricola biologica. La visita alle cantine offre la possibilità di ripercorrere i passi della famiglia reale tra storia e curiosi aneddoti, ammirando la maestosità delle grandi botti di rovere e degustando i vini. Il Villaggio Narrante di Fontanafredda Il viaggio prosegue verso il borgo di Mombaruzzo, il più orientale della provincia di Asti, che domina dall’alto le colline di infiniti vigneti. Poche case abitate a un migliaio di anime, è però la patria dell’amaretto e naturalmente è famoso per la produzione di vino. Da questo paesino tra due colline si gode di un panorama mozzafiato e di un’atmosfera d’altri tempi, dove il silenzio assoluto è interrotto solo dalle campane della chiesa (anche la mattina presto). Passeggiando per Mombaruzzo si percorrono strade strette e ripide su cui s’affacciano palazzi antichi con portoni rinascimentali, tra cui l’elegantissimo Relais Villa Prato, dove poter soggiornare, e s’incontrano luoghi ricchi di testimonianze artistiche, come la piazzetta del cimitero vecchio, antistante la chiesa di S. Maria Maddalena, un imponente edificio di origine romanica, mentre la Torre Civica di origine medievale domina il cuore più antico del borgo. Il territorio piemontese è costellato da testimonianze che si ergono da colli, memori di un tempo che non esiste più. Per chi desidera passeggiare tra i boschi e i vigneti (prevalentemente di vino Moscato) e stare a contatto con la natura, merita un’escursione molto pittoresca quella verso la Torre dei Contini, che spicca su una collina e che un tempo segnava i confini della città di Canelli. Da quassù si possono ammirare da un lato le Alpi e dall’altro l’Appennino ligure. Qui, lo scrittore Beppe Fenoglio ha ambientato un brano del romanzo “Il partigiano Johnny” a cui è ispirato il Sentiero del Partigiano Johnny. Il sentiero passa attraverso i terreni dell’Azienda Ghione Anna, dove si può fare una sosta per una degustazione di Moscato e portare a casa qualche buona bottiglia. Ma Canelli è famosa soprattutto per ciò che nasconde nel sottosuolo ovvero le Cattedrali Sotterrane. Sotto le case del paese si nasconde, infatti, un’altra città, fatta di chilometri e chilometri di tunnel e di gallerie, dove sono state ricavate lunghissime cantine storiche, scavate direttamente nel tufo calcareo delle colline a partire dal XVI secolo. Le Cattedrali Sotterranee scendono fino a una profondità di 32 metri, attraversando l’intera città per più di 20 km. Il soprannome fu dato loro per via dell’ambiente estremamente silenzioso che ricorda quello delle grandi cattedrali religiose. Le Cattedrali Sotterranee di Canelli Le cattedrali si possono visitare. Quelle dell’Azienda Contratto vengono fatte su prenotazione. Si percorrono alcune delle gallerie sotterranee, si imparano i metodi di produzione dei vini e si termina con una degustazione degli spumanti metodo classico, tutti millesimati, prodotti qui fin dal 1867. Il viaggio prosegue verso uno dei luoghi storici di questo territorio piemontese, Acqui Terme. Secondo una leggenda, Acqui sarebbe stata fondata da coloni greci, attirati dalla presenza delle sue benefiche acque termali. Ancora oggi, questa località in provincia di Alessandria è famosa per le sue acque, ma un po’ meno per gli stabilimenti termali. Nel cuore della cittadina si trova lo Stabilimento “Nuove Terme”, che è tutt’uno con il Grand Hotel, mentre nella zona Bagni c’è lo Stabilimento “Regina”. In entrambi, il trattamento più praticato è la fango balneoterapia, ma sono molto frequentate anche per le cure inalatorie, le piscine vascolari e i reparti di riabilitazione motoria e respiratoria. Il nucleo più antico di Acqui è il Borgo Pisterna che, insieme al Borgo Nuovo e al Borgo San Pietro, formano l’attuale centro cittadino. Tra i borghi storici che spuntano sulla cima delle colline verdeggianti è nato, da qualche anno, anche un nuovo itinerario artistico e paesaggistico: è quello delle Panchine Giganti o Big Bench. Posizionate in punti panoramici e ricchi di fascino, le panchine giganti permettono di tornare bambini e di vivere emozioni dimenticate. In Piemonte, tra Langhe e Monferrato, ce ne sono tantissime, con sentieri segnati puntellati da coloratissime panchine di dimensioni enormi. L’idea è venuta a Chris Bangle, designer americano che, con l’aiuto di alcuni amici, ha creato la prima panchina gigante e che poi è diventato un vero e proprio progetto chiamato “Big Bench Community Project”. Ce n’è una gialla, color Moscato, nella proprietà dell’Azienda Casa Vinicola Marenco a Strevi (AL), sulla sponda sinistra del fiume Bormida, un piccolo Comune formato da due borghi, Superiore e Inferiore o, come dicono qui, di Sopra e di Sotto. I pendii soleggiati di Strevi sono famosi per la loro produzione viticola. L’accesso alla Big Bench è libero ed il soggetto preferito di chi si avventura da queste parti a piedi o in bicicletta per un selfie o una foto ricordo. La Panchina Gigante di Strevi Alla scoperta di un territorio che è stato proclamato Patrimonio Unesco, ma che è ancora tutto da scoprire.
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Caporetto; disfatta e orgoglio
l giorno 11 novembre 2017 alle ore 17,30, presso il Museo Gambarina di Piazza Gambarina, verrà presentato il libro “ Caporetto” di Arrigo Petacco e Marco Ferreri Saranno presenti gli autori e lo storico Aldo Mola. L’avvocato Marco Mensi sarà il moderatore della serata curata dal Centro Studi Urbano Rattazzi di Alessandria La battaglia di Caporetto è diventata simbolo di disfatta nel linguaggio comune: la principale sconfitta dell'esercito italiano nella storia causò migliaia di morti, decine di migliaia di feriti, oltre a una quantità incredibile di prigionieri e sfollati. In occasione del centenario della battaglia di Caporetto, Arrigo Petacco e Marco Ferrari raccontano in un saggio storico, che è anche un inedito reportage sui luoghi dello scontro, l'assurdità dell'atteggiamento italiano, gli errori degli alti comandi, la disumana vita di trincea, il massacro di migliaia di contadini analfabeti, le esecuzioni sommarie della nostra truppa e la disordinata e scomposta rotta. E ci spiegano che Caporetto non esiste, è solo un'invenzione italiana durata qualche decennio. La Caporetto finita nei libri di storia si chiama in realtà Kobarid e lì un esercito di collezionisti ancora oggi estrae dalle trincee e dalle caverne il materiale usato dai soldati sui due fronti. La cittadina slovena è infatti ricca di piccoli musei, collezioni private, le trincee sono state recuperate, i viaggi nella memoria di discendenti di soldati sono costanti. Riemergono così in tutta la loro drammaticità storie individuali e collettive di una guerra che ancora parla, e si presenta con le sue atrocità. Giovedì 9 novembre alle ore 21,00 presso il Museo Etnografico Gambarina si terrà la presentazione del libro “Alessandria. Chiese, palazzi storici e collezioni civiche” di Valentina Bonanno. Questo libro si propone come approfondimento dei luoghi da visitare nella città di Alessandria; una prima parte è dedicata alle principali chiese, tra cui il duomo medioevale abbattuto in epoca napoleonica; la seconda sezione vede la descrizione dei palazzi storici con un’appendice su Palazzo Ghilini; il terzo capitolo guida alla scoperta delle collezioni civiche con uno sguardo al ciclo cavalleresco delle Stanze di Artù, mentre l’ultima parte racconta l’iter progettuale della Cittadella settecentesca ancora visibile oggi. http://dlvr.it/PzgJ9w
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Sabato 12 e domenica 13 ottobre: torna FLOR a Torino in versione autunnale
Sabato 12 e domenica 13 il rigoglioso giardino di FLOR tornerà a inebriare il cuore pulsante di Torino con i suoi colori e profumi autunnali: da Via Carlo Alberto a Via Roma, da Piazza Carlo Alberto fino a Via Principe Amedeo. I fiori e la natura prenderanno dimora anche nei Palazzi storici come Palazzo Birago, … Leggi tutto L'articolo Sabato 12 e domenica 13 ottobre: torna FLOR a Torino... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
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Intesa Sanpaolo aderisce alla diciottesima edizione di Invito a Palazzo
Intesa Sanpaolo aderisce alla diciottesima edizione di Invito a Palazzo, l’iniziativa promossa da ABI per l’apertura al pubblico dei palazzi storici delle banche italiane. La manifestazione è posta sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e si avvale del patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. … Leggi... Per il contenuto completo visitate il sito https://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page https://ift.tt/2otJQ88 via Adriano Montanaro - Alessandria
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Sgarbi: “Durante le festività musei chiusi a Torino in ossequio al diktat di Luigi Di Maio”. Leon: “Invito Sgarbi ad informarsi”
“Invito Sgarbi ad informarsi. Torino è una città culturalmente viva, piena di iniziative da anni, il giorno della vigilia di Natale, quello di Santo Stefano e Capodanno, turisti e cittadini potranno visitareun gran numero di musei, pinacoteche, palazzi storici e spazi espositivi. Si tratta di una programmazione volta a favorire, durante le festività di fine […] Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page http://ift.tt/2BiM5jg via Adriano Montanaro - Alessandria
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#OpenHouseTorino Il 10-11 giugno, 111 spazi aperti gratuitamente, come fare per visitare spazi straordinari a Torino
Il 10 e 11 giugno debutta a Torino Open House, un format internazionale che per un weekend all’anno apre al pubblico spazi urbani generalmente inaccessibili. Saranno aperti ben 111 luoghi tra palazzi storici, appartamenti privati, laboratori, uffici, ex fabbriche riqualificate o in attesa di nuove vocazioni, parchi e giardini, fondazioni e edifici alti. Oltre 300 […] Per il contenuto completo visitate il sito http://ift.tt/1tIiUMZ
da Quotidiano Piemontese - Home Page http://ift.tt/2skQNZb via Adriano Montanaro - Alessandria
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