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Art of the Ottomans 1450-1600
Nature and Abstraction: A Glimpse Beyond the Sublime Porte
Genoa, Palazzo Nicolosio Lomellino 3 October 2014, 11 January 2015
mostra a cura di Alessandro Bruschettini
Sagep Editori, Genova 2022, 216 pagine, 34 x 30 cm, paperback, ISBN 9788863733099
euro 40,00
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Il catalogo propone un percorso visivo e culturale che racconta l'epoca d'oro dell'arte ottomana attraverso 5 materiali: tappeti, tessuti, ceramiche, metalli e arti del libro, per un totale di circa 70 oggetti, alcuni dei quali già noti al mondo accademico, altri poco conosciuti e in gran parte inediti. Il catalogo illustrato ospita saggi introduttivi e schede di tutte le opere. Le opere appartengono per la maggior parte a collezioni private italiane e straniere, integrate da una selezione di prestiti da istituzioni museali che ospitano alcune tra le più importanti raccolte di arte ottomana fuori dalla Turchia: il Museo Nazionale del Bargello e il Museo Stibbert a Firenze e in Europa il Museo di Arte Islamica di Berlino (Pergamonmusem / Museum für Islamische Kunst Staatliche Museen zu Berlin - Preußischer Kulturbesitz) e il Museo della Ceramica di Sèvres (Cité de la céramique - Sèvres & Limoges).
27/02/23
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#Ottoman Art#Islamic decorative art#art exhibition catalogue#Genova 2014#nature and abstraction#arte ottomana#tappeti#tessuti#ceramiche#arti del libro#metalli#art books#fashionbooksmilano
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Simbolismo delle Pietre Tombali Ottomane: Copricapi, Decorazioni e Significati Culturali
Le pietre tombali realizzate durante il periodo ottomano sono ricche di simbolismo e rappresentano non solo la memoria dei defunti, ma anche la complessità e la bellezza della cultura e della spiritualità ottomana. Queste tombe, con le loro decorazioni, iscrizioni e simboli, forniscono molte informazioni sul defunto, come la sua posizione sociale, il benessere economico e se si tratti di un uomo, una donna o un bambino. Ad esempio, le pietre tombali delle donne spesso mostrano ornamenti come collane, orecchini e fiori. Le tombe dei bambini sono più piccole e possono essere decorate con simboli che alludono ad una breve vita, come un hançer, un piccolo pugnale. Le tombe degli uomini sono riconoscibili principalmente dai copricapi.
Esistono copricapi per funzionari statali e religiosi, membri delle forze armate, artigiani e letterati, tutti differenti tra loro. I copricapi, che riflettono le varie classi sociali, erano usati in vita e poi rappresentati sulle pietre tombali come simboli culturali e di identificazione.
Alcuni copricapi che possono essere identificati sulle stele:
Kallavi Kavuğu: Un copricapo grande e conico, indossato durante le campagne militari e nei giorni festivi.
Katibî Kavuk: Un copricapo indossato dai soldati di alto rango.
Fes: Introdotto nel 1828, il tipo di fez indica l'era del sultano sotto cui il defunto ha vissuto.
Sono riconoscibili anche le pietre tombali dei membri delle confraternite sufi, che mostrano un simbolismo mistico chiaro e rappresentano l'appartenenza ad una specifica confraternita. La forma del copricapo può indicare la posizione del defunto all'interno della confraternita.
Altri simboli che sono raffigurati sulle stele ottomane includono:
L' Albero della Vita: Simbolo di abbondanza e prosperità, spesso rappresentato con uccelli sui rami.
Frutta e Fiori: Rappresentano l'eterna vita e la bellezza divina. Per esempio, il melograno ed i fichi sono considerati frutti del paradiso.
Candela: Simboleggia la luce e la guida divina.
Tulipani e Rose: Simbolizzano la bellezza divina.
Naturalmente, sono presenti altri simboli e decorazioni sulle tombe del periodo ottomano. Alcune presentano elementi decorativi e simbolici talmente elaborati da poter essere considerate vere e proprie opere d'arte funeraria. Anche quelle che possono sembrare più anonime testimoniano, e in un certo senso continuano a raccontare, la vita di persone vissute molti anni fa.
Se vi trovate nei pressi di un cimitero del periodo ottomano, vi invito a fermarvi e a indovinare, o semplicemente immaginare, in base a queste informazioni, chi potrebbe essere sepolto sotto quelle pietre. Osservate i dettagli: i fiori, i frutti scolpiti, i copricapi e le iscrizioni. Ogni elemento ha un significato preciso e racconta una storia che va oltre la semplice sepoltura. Il cimitero diventa così un luogo di memoria collettiva, dove la storia e la cultura di un'intera epoca possono essere percepite e comprese attraverso la simbologia delle tombe. Fermarsi davanti a queste testimonianze permette di rivivere un passato fatto di tradizioni, credenze e vissuti personali che, oltre a far parte della cultura del paese in cui viviamo, rischierebbero altrimenti di essere dimenticati.
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Il Museo Copto: custode del patrimonio copto e della storia del cristianesimo in Egitto
Scopri la bellezza dell'Egitto attraverso pacchetti di viaggio in Egitto, vedrai il Museo Copto, che ospita la più grande collezione di antichità copte del mondo, aperto nel 1910. Il museo è stato istituito grazie agli sforzi di Markus Smika Pasha, una figura cristiana di spicco che era interessata a preservare il patrimonio copto. Smika Pasha raccolse manufatti copti e molti elementi architettonici da vecchie chiese in fase di ristrutturazione, che usò per costruire il museo e stabilire la sua collezione. Unisciti ai nostri tour in Egitto per vivere un'esperienza unica e indimenticabile.
La collezione di antichità del museo riflette la storia copta dai suoi primi inizi in Egitto attraverso la sua prosperità come centro leader per il cristianesimo nel mondo. Le origini del cristianesimo copto in Egitto risalgono alla visita di San Marco ad Alessandria nel I secolo d.C. I manufatti esposti al museo riflettono la fusione dell'arte copta con le culture tradizionali tra cui faraonica, greca, romana, bizantina e ottomana, e il suo sviluppo nella sua personalità e identità. Oppure esplora la ricca storia con Tour di Pasqua in Egitto . Per chi cerca un'esperienza unica in questa stagione. Cairo Top Tours è la scelta migliore per le escursioni a terra in Egitto e la migliore destinazione turistica del mondo.
La vasta collezione del museo comprende manoscritti squisitamente illuminati, icone, legno finemente intagliato ed elaborati affreschi decorati con scene religiose e resti di antichi monasteri e chiese. Cairo Top Tours offre Crociera sul Nilo e Crociera sul Lago Nasser in Egitto che soddisfano tutte le vostre esigenze, tra cui Tour Classici Egitto. Unisciti a noi per un viaggio indimenticabile!
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NASCE IL FESTIVAL PER SALVARE LE MINORANZE LINGUISTICHE IN ITALIA
In Italia esistono 12 minoranze linguistiche riconosciute e tutelate dalla legge, comunità storiche parlanti idiomi ascritti a varie famiglie linguistiche che vivono nel territorio del nostro Paese. Queste realtà hanno una forte identità e tradizioni spesso antiche che conservano e tramandano al di fuori di confini dei Paesi da cui sono provenute, a volte uniche superstiti di culture che si stanno perdendo. Per salvare questi scrigni di storia è nato in Basilicata ‘Il borgo dei suoni’ un progetto che a San Costantino Albanese, un piccolo Comune in provincia di Potenza, sta recuperando cultura e folklore di tante comunità linguistiche a rischio di scomparsa.
Tutto è iniziato intorno a una comunità arbëreshe (albanesi d’Italia) sorta a metà Cinquecento da un insediamento di popolazioni albanesi in fuga dall’invasione ottomana che conserva tratti ed elementi fondamentali della cultura di provenienza ma che, allo stesso tempo, si è rivelata ricettiva e sensibile alle influenze dell’area circostante da risultare anche un’espressione specifica della cultura della Val Sarmento. Qui è nato ad agosto 2024 il primo festival delle minoranze linguistiche, un incontro di gruppi da tutta Italia e un programma di iniziative che prevede, tra le altre, una scuola internazionale di etnografia audiovisuale realizzata con l’Università di Milano, la realizzazione di un archivio sonoro, incontri culturali, concorsi per le scuole e molta musica e canti tradizionali. Minoranze delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo condividono le proprie radici.
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Fonte: Regione Basilicata; Diffusioni musicali; foto di Wojciech Pedzich
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Conoscere il passato, saper leggere il presente, senza cedere agli slogan. Contro i mantra degli ebrei tutti ricchi, dell’apartheid, di Gaza palestinese da sempre. Contro i silenzi e le omissioni su Hamas e sulle prospettive di pace. Un'analisi
(...)
Uno di questi mantra fa riferimento, come s’è detto, a Israele come stato in cui si pratica l’apartheid. Questo senza neppure riflettere sul fatto che non vi sono, in Israele, mezzi di trasporto o scuole o quartieri vietati agli arabi. Basti pensare che negli ultimi sette anni il numero degli studenti arabi nelle università israeliane è cresciuto del 78,5 per cento. Nel 2018 il numero di dottorandi di ricerca arabi in Israele ha raggiunto le 759 unità. Possibile poi che nessuno si sia mai accorto che vi sono diversi partiti arabi rappresentati al parlamento israeliano e che, volendo, gli arabi possono anche presentarsi – e venire eletti – tra le fila dei partiti tradizionali? Il governo precedente a quello di Netanyahu, ad esempio, aveva al suo interno il partito arabo-islamico Raam con quattro seggi. Di fatto gli arabi in Israele godono di pieni diritti politici e civili e possono assurgere a qualsiasi carica, al pari dei cittadini ebrei. In queste ore, nell’esercito israeliano, stanno combattendo per Israele cittadini arabi, drusi, beduini, ebrei, islamici, cristiani, atei.
Il secondo mantra riguarda Gaza, percepita dai più come palestinese e islamica da sempre. Le immagini che ci vengono in mente, al solo pronunciarne il nome, sono quelle dei palazzi diroccati e devastati dalle bombe (israeliane), delle rampe di lancio missilistiche di Hamas (nascoste dietro alle scuole e negli ospedali), dei tunnel fatti scavare dai bimbi (nel solo 2014 ben 160 bimbi palestinesi, secondo il Simon Wiesenthal Center, sono morti durante gli scavi). Per quanto si vada indietro con la memoria, si tende al più a ricordare la conquista ottomana del 1517. Difficilmente si pensa a quella di Napoleone del 1799 o alla presa di Mohammed Alì (non il pugile!) che porta Gaza sotto l’ala protettiva dell’Egitto. Dal 1917, quando l’Impero ottomano viene sconfitto, la storia è nota: il Mandato britannico sulla Palestina (che comprendeva gli attuali Israele, Cisgiordania e Striscia di Gaza, oltre l’attuale Regno di Giordania) dura sino al 1948. In quell’occasione – avendo i leader ebrei accettato la spartizione dell’Onu – nasce lo Stato d’Israele, mentre la Cisgiordania, a seguito della guerra araba contro il neonato Stato d’Israele, viene annessa alla Giordania e la Striscia di Gaza finisce sotto occupazione egiziana. La Lega Araba aveva infatti rifiutato il piano per la seconda spartizione (la prima era stata operata dagli inglesi nel 1921 con la creazione dello stato arabo-palestinese della Giordania) e dato avvio alla prima guerra arabo-israeliana, i cui esiti finiscono con lo sconvolgere la possibilità della nascita di uno stato palestinese accanto a uno israeliano.
Per ben 17 anni – dal 1949 fino al 1967 – Gaza rimane sotto il governo militare egiziano. Come conseguenza della guerra dei Sei giorni (1967), viene infatti occupata da Israele che ne amministra il territorio sino al 1993. A partire da quella data, grazie alla “dichiarazione di princìpi” nota come “accordi di Oslo”, la quasi totalità del territorio di Gaza e della Striscia passa sotto il controllo dell’Autorità palestinese, mentre gli insediamenti ebraici continuano a essere difesi dall’esercito d’Israele sino al 2005. Tuttavia da quel momento Israele procede allo smantellamento delle colonie ebraiche e delle basi militari israeliane, ponendo così definitivamente termine all’occupazione.
Le domande, a questo punto, sono due:
I) perché tra il 1949 e il 1967, quando Striscia di Gaza e Cisgiordania sono in mani arabe, non nasce lo Stato di Palestina?
II) perché, a partire dal 2005, dopo la fine dell’occupazione di Gaza non nasce il primo nucleo di Stato palestinese?
Viene il sospetto che la questione dell’occupazione non sia la motivazione più forte che sta alla base del protrarsi degli scontri. Ad ogni modo, in seguito alle elezioni amministrative del 2006 la Striscia di Gaza è governata da Hamas e, dal 2012, è riconosciuta dall’Onu come parte di un’entità statale semi-autonoma. Purtroppo i continui scontri lanciati contro Israele – cui Hamas continua a negare il diritto ad esistere – e le conseguenti risposte militari israeliane hanno portato la città e la regione a un evidente stato di prostrazione economica e sociale. (...)
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Through the institutional support of the Ottoman state, the Pax Ottomana lowered commercial protection and transaction costs, established relatively uniform trading practices and hastened the alacrity of trade. On land and sea, Ottoman rule was crucial to safeguarding traders from banditry or piracy, while building roads and canal routes that would facilitate inter-regional trade. The emergence of the Pax Ottomana also brought together highways of commerce linking Russia and Central Asia with Europe via the Black Sea, and the Levant and North Africa to the Indian Ocean where the bulk of Euro-Asian trade was conducted. Geographically and economically, ‘the Ottoman Empire was the hinge that connected the rapidly growing economies of Europe with those of the East’.
Alexander Anievas and Kerem Nişancıoğlu, How the West Came to Rule: The Geopolitical Origins of Capitalism
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Da schiava dell'harem a favorita del sultano, a una delle donne più potenti e influenti nella storia ottomana: così si riassume l'ascesa di 𝗥𝗼𝘅𝗲𝗹𝗮𝗻𝗮, figura straordinaria e controversa, che suggestionò molto l'immaginario europeo.
Hürrem Sultan, nota come Roxelana ("la Rossa"), si chiamava in origine Alexsandra Lisowska ed era nata tra il 1506 e il 1510 nell'attuale Ucraina. Fu fatta prigioniera e venne portata al mercato degli schiavi di Istanbul. Qui venne acquistata dal gran visir Ibrahim Pascià, che era molto amico del sultano Solimano il Magnifico, al quale la regalò. Secondo altre versioni, la donò prima invece al padre di Solimano, Selim, che, non essendo più in età per goderne, la cedette al figlio.
Solimano aveva quattro concubine ufficiali, le "ikbal", ovvero le madri degli eredi al trono. Pur confusa tra altre circa 300 schiave, Roxelana riuscì ad attirare l'attenzione del sultano, che la ribattezzò Hürrem, "la gioiosa", divenendo oggetto di gelosia da parte delle rivali.
Il suo fascino le derivava, oltre che dalla chioma biondo-rossa e dallo sguardo, anche dalla prontezza di spirito e dalla sua abilità di narratrice.
A poco a poco, Solimano le concesse sempre più spesso di accompagnarlo nelle sue apparizioni pubbliche, finché la donna fu in grado di ottenere ciò che nessuna concubina prima di lei aveva avuto. Finché, con grande sorpresa e disappunto della corte, nel 1534 il sultano la sposò.
L'intesa fra i due doveva essere fortissima. Poiché Solimano trascorreva la maggior parte del suo tempo nelle campagne militari, e aveva bisogno di una persona di fiducia in grado di fornirgli le informazioni sulla situazione a palazzo, scelse Roxelana come corrispondente. Hürrem acquisì potere, influenzando la politica dell'impero.
La Roxelana a cui il sultano dedicò intense poesie d'amore, doveva essere, a quanto pare, anche una donna fredda e determinata: mal tollerando l'influenza crescente del potentissimo Ibrahim Pascià sul sovrano, nel 1536 riuscì a farlo uccidere. Poi - si racconta - indusse il sovrano a far assassinare il suo primogenito, Mustafa, favorendo così la successione dei propri figli Bayezid e Selim. Che però, dopo la morte della madre, si scagliarono l'uno contro l'altro.
Roxelana morì il 18 aprile 1558. Nel decorso della malattia, allo scopo di non disturbare la quiete della sposa, il sultano ordinò di bruciare tutti gli strumenti musicali del palazzo. Inoltre, non si allontanò mai dal letto dell'amata, fino al suo ultimo giorno.
✍ A lei aveva dedicato questi versi:
𝘛𝘳𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘮��𝘰 𝘳𝘪𝘧𝘶𝘨𝘪𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘪𝘵𝘢𝘳𝘪𝘰, 𝘮𝘪𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘤𝘩𝘦𝘻𝘻𝘢, 𝘮𝘪𝘰 𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦, 𝘮𝘪𝘢 𝘭𝘶𝘤𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘓𝘶𝘯𝘢.
𝘔𝘪𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘴𝘪𝘯𝘤𝘦𝘳𝘢 𝘢𝘮𝘪𝘤𝘢, 𝘮𝘪𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘧𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦, 𝘮𝘪𝘢 𝘴𝘵𝘦𝘴𝘴𝘢 𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢, 𝘮𝘪𝘢 𝘚𝘶𝘭𝘵𝘢𝘯𝘢, 𝘮𝘪𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘦 𝘶𝘯𝘪𝘤𝘰 𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦.
𝘓𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘳𝘢 𝘭𝘦 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘦…
𝘔𝘪𝘢 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢𝘷𝘦𝘳𝘢, 𝘮𝘪𝘰 𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘥𝘢𝘭 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘭𝘪𝘦𝘵𝘰, 𝘮𝘪𝘰 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰, 𝘮𝘪𝘢 𝘤𝘢𝘳𝘢, 𝘧𝘰𝘨𝘭𝘪𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘦𝘨𝘳𝘢…
𝘔𝘪𝘢 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘵𝘢, 𝘮𝘪𝘢 𝘥𝘰𝘭𝘤𝘦, 𝘮𝘪𝘢 𝘳𝘰𝘴𝘢, 𝘭𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘮𝘪 𝘳𝘦𝘤𝘢 𝘢𝘧𝘧𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘪𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰…
(Poesia di Solimano a Roxelana)
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Muhamed Pasha (30 maggio 1995) è un ufficiale intelligence presso US army Reserve di nazionalità statunitense di origini bosniache mentre in precedenza era un detective, attore, modello,agente intelligence BiH,agente speciale del FBI.
È attualmente single
Breve biografia
Muhamed Pasha nasce il 30 maggio 1995 a Sarajevo in Bosnia ed Erzegovina ed è un discedente del Grand vizier Ibrahim Pasha e del profeta islamico Muhammad tramite Hasan Ibn Ali, alcuni discendenti dei suoi antenati raggiungessero Bosnia ed Erzegovina quando ci fu la conquista Ottomana e la popolazione si convertì all'Islam nel 1580 rimanendo lì per secoli.
Muhamed studiò all'università di Sarajevo dal 2014 al 2015 su affari internazionali, storia dell'arte scienze politiche ed entro a far parte dell'intelligence bosniaca BiH nel 2016.
Nel 2022, si trasferisce a Roma in Italia per una missione di mantenere legami con i turchi e i palestinesi di nazionalità italiana.
Successivamente,dopo aver ottenuto amicizie, conoscenze e contatti dei turchi e palestinesi di nazionalità italiana completando la sua missione, Muhamed lascia Roma e fa ritorno a Sarajevo per ottenere una nuova missione.
In seguito Muhamed si trasferisce a New York per la missione di mantenere i legami con turchi,palestinesi e uiguri di nazionalità statunitense.
Successivamente, Muhamed lascia il suo lavoro presso BiH (intelligence bosniaca) e New York trasferendosi a Los Angeles in California dove inizia a lavorare come attore e modello, iniziò a lavorare per la serie televisiva Criminal minds per un ruolo interpretando un serial killer.
Successivamente, Muhamed concluse il suo lavoro come attore e modello e iniziò a lavorare come agente speciale per il FBI e qui fece conoscenza con Carl Foster.
Il 20 luglio, Muhamed lasciò Los Angeles e si trasferisce a New York essendo stato chiamato dal FBI di non svolgere più operazioni a Los Angeles ma a New York.
Il 14 agosto, Muhamed lasciò il FBI e iniziò a lavorare presso Port Charles Police Department diventando il nuovo collega di Chase Harrison e Texas Storm.
Il 20 agosto, inizia a indagare insieme ai suoi colleghi Chase Harrison e Texas Storm sulla scomparsa di Amy Logan e scoprire il responsabile.
L'1 settembre, Muhamed viene a sapere dall'agente del FBI,Carl Foster che sua moglie è stata strangolata senza trovare indizi sul suo assassino e iniziò a indagare su questo caso.
Il 3 settembre, Muhamed lascia il suo lavoro come detective e ritorna a lavorare come agente speciale del FBI.
Il 6 settembre, Muhamed insieme al suo collega Pascal Milka tramite una squadra speciale del FBI fece arrestare un membro di al-Qaeda, Naseem Bashar portandolo alla prigione di massima sicurezza ADX Florence e fece salvare Amy Logan riportandola a New York.
Il 29 ottobre, Muhamed ottiene la cittadinanza statunitense e inizia a lavorare come ufficiale intelligence per US Army Reserve essendo stato in precedenza anche un agente speciale del FBI e agente intelligence per il BiH bosniaco, nello stesso giorno si trasferisce nel campo militare di Guantanamo-bay per essere sicuro che i difensori KSM,Ammar al-Baluchi, Mustafa al-Hawsawi e Ramzi al-Shibh ricevono tutti un processo con la legge piuttosto che una pena capitale e fare in modo che Walid Bin Attash venga riprocessato per i suoi crimini perché il presidente James Sawyer l'ha rilasciato da Guantanamo-bay con un processo incompleto e senza prove mostrate pubblicamente ma anche trovare un modo per trascinare l'ex presidente Bush nei tribunali militari avendo commesso crimini di guerra, mentito pubblicamente e maltrattato i prigionieri di guerra rompendo gli accordi di Geneva.
Successivamente, Muhamed accettò la decisione del governo statunitense di perseguire i detenuti di alto valore rimanenti a Guantanamo-bay escludendo Walid Bin Attash che è in una prigione in Oman per la riabilitazione e rinunciare alla violenza e crimine.
L'1 dicembre, Muhamed lascia il suo lavoro presso US Army Reserve e Guantanamo-bay facendo ritorno a New York dove ritorna a lavorare come agente speciale del FBI.
Il 5 febbraio 2023, Muhamed fece ritorno a Guantanamo a Cuba nella prigione Guantanamo bay per sorvegliare i 5 detenuti di alto valore in particolare Walid Bin Attash oltre a dare a loro il vaccino COVID-19 e le medicine.
L'1 marzo, si trasferisce a Miami in Florida dove inizia a lavorare nuovamente come ufficiale intelligence presso US army Reserve.
Personalità:
I Gemelli sono proprio così come dicono tutti: mostrano una personalità a volte parecchio contraddittoria e mutevole, con un alone di mistero. L'uomo Gemelli è un essere intelligente: ha una mente rapida e agile. Molto osservatore, tende ad analizzare tutto ciò che lo circonda. Inoltre, non è raro sorprenderlo mentre sogna ad occhi aperti.
Informazioni
Data di nascita: 30 maggio 1995
Nazionalità: Bosniaco
Occupazione: Ufficiale intelligence presso US army Reserve
Luogo di nascita: Sarajevo, Bosnia
Luogo di residenza: Miami,Florida
Religione: Islam sunnita
Prestavolti:
-Dan Jeannotte
-Chez Rust
-Ken Bek
-KJ Apa
-Brenton Thwaites
-Mustafa Acilan
-Ugur Gunes
-Kade Wise
-Eren Elmali
-Eleazar Gomez
-Zayn Malik
-Abraham Hamadeh (pv attuale)
-Abraham Aiyash
-Abdelhakim Belhaj
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“ Quando Maometto II s'impadronì di Costantinopoli, la città non era più da diversi decenni la grande metropoli del passato; già prima del 1453 numerosi abitanti l'avevano abbandonata, e ancorché non si possa stabilire esattamente l'ammontare della popolazione nel momento della conquista, essa era molto probabilmente inferiore ai 100.000 abitanti. Questi, beninteso, erano greci nella quasi totalità, anche se esisteva già un piccolo nucleo di musulmani, la cui presenza risaliva almeno alla seconda metà del XIV secolo. Subito dopo aver conquistato la città, Maometto II deportò la maggior parte della restante popolazione greca, e per sostituirla fece venire dei turchi dall'Asia minore, ma anche dei non musulmani già sottomessi all'autorità ottomana, che risiedevano in Anatolia nelle province balcaniche. Questo primo popolamento effettuato dai turchi ha lasciato tracce nella capitale, in quanto i nuovi arrivati si sono raggruppati secondo il luogo d'origine e hanno spesso dato questo nome ai quartieri che occupavano, come per esempio i quartieri di Aksaray, di Balat, di Karaman, di Çarşamba, popolati da genti provenienti dalle città omonime. Tra le minoranze che furono installate a Istanbul negli anni che seguirono la conquista, citiamo i greci delle isole e del Peloponneso, gli armeni d'Asia minore, gli ebrei di Salonicco. Praticamente questi trasferimenti di popolazione sono attuati in modo autoritario e si potrebbe quasi parlare di deportazione. In ogni caso i nuovi arrivati si videro attribuire le case abbandonate dai greci e alcune facilitazioni per esercitare nella capitale la loro attività artigianale o commerciale: Maometto II voleva restituire a Costantinopoli vita e animazione e fare della città il primo centro del mondo musulmano, soppiantando il Cairo, ancora nelle mani dei mamelucchi. Egli proseguì nel suo intento e le conquiste che fece nei Balcani facilitarono l'impresa. Non è tuttavia certo che la popolazione di Istanbul, alla fine del XV secolo, superasse le 200.000-250.000 unità. “
Robert Mantran, La vita quotidiana a Costantinopoli ai tempi di Solimano iI Magnifico e dei suoi successori (XVI-XVII secolo), traduzione di Maria Luisa Mazzini, BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), Milano, 1985¹; pp. 75-76.
[Edizione originale: La Vie quotidienne à Constantinople au temps de Soliman le Magnifique et de ses successeurs (XV ͤ et XVII ͤ siècles), Paris, Hachette, coll. « La vie quotidienne », 1965 ]
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sto pensando di visitare Belgrado, sai dirmi qualcosa su questa capitale e sulla Serbia?
Sì certo, vai in biblioteca e ti prendi un libro di storia, lì ci trovi tutto da prima della dominazione ottomana alla dissoluzione della Jugoslavia, poi cerchi una Lonely Planet e ti leggi pure quella per trovare i posti che ti piacciono. Se non sai cosa sia una biblioteca usa Google
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Lo standard rosso del primo califfo ottomano Yavuz Sultan Selim. Lo standard raffigura la spada Zulfikar del quarto Caliph Rashidun "Ali Ibn Abi Talib.
Durante il XVI e il XVI secolo, le bandiere della guerra ottomana spesso rappresentavano la spada Zulfiqar biforcata. Non era solo un'icona usata nelle bandiere di guerra, ma era anche scolpita come parte delle tombe ottomane. Zulfiqar è diventato anche uno dei principali simboli dei janissarie.
Anche lo standard di Hayreddin Barbarossa portava lo stesso simbolo. Il suo standard aveva anche i nomi dei primi 4 califfi Rashidun: Abu Bakr, Umar, Uthman e Ali. Lo standard può essere visto nel Museo Topkapi.
Nella tradizione islamica, Ali bin Abi Talib è salutato come un'icona di valore e coraggio. Ali era il porta standard dell'esercito del profeta in molte battaglie che ha combattuto. Pertanto, divenne il simbolo del valore per i futuri guerrieri musulmani.
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Sapete che cos'è quello che a voi sembra un semplice pezzo di carta che potete vedere in Fondazione?
Si tratta di uno straordinario documento della storia di Israele: il contratto di compravendita di grandissimi latifondi di Afula, (città situata in Galilea nel distretto Settentrionale d'Israele) redatto nel 1947 in doppia lingua (arabo ed ebraico) tra latifondisti arabi che vendono e il Fondo Nazionale Ebraico che acquista.
Su queste vaste estensioni di terre acquistate dagli ebrei (nel censimento del 1945, redatto dal Mandato britannico per la Palestina, le terre ebraiche sono marcate in colore rosso) e confluite nel Fondo Nazionale Ebraico, l’ONU redigerà il 29/11/1947 la mappa del piano di partizione che i palestinesi ebrei, diversamente dagli arabi, accetteranno facendo nascere lo stato di Israele.
Il Fondo Nazionale Ebraico (in ebraico: Keren Kayemet LeYisrael) viene fondato nel 1901 a Basilea per comprare e sviluppare le terre prima nella Palestina ottomana e poi mandataria per l'insediamento degli ebrei.
Le diverse estensioni territoriali che seguiranno dal 1948 sono il risultato delle guerre volute dagli Stati arabi circostanti.
Altro che terre rubate…
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Alla Scoperta della Cisterna di Ezio
La Cisterna di Ezio (Κινστέρνα του Αετίου) rappresenta un capolavoro dell'ingegneria idraulica bizantina del V secolo. Costruita durante il regno di Teodosio II, questa cisterna aveva un'importanza cruciale per fornire acqua ad una Costantinopoli in continua espansione.
La struttura si presentava con una pianta rettangolare di circa 244 x 85 metri e una profondità massima di 15 metri, poteva contenere oltre 300.000 metri cubi d'acqua. Possiamo immaginarla come una specie di lago artificiale. Ecco, cerchiata, la sua posizione nell'antica Costantinopoli.
Nel corso dei secoli, la cisterna ha subito molteplici trasformazioni fino a quando non smise di essere utlizzata. Durante l'epoca ottomana, il luogo viene chiamato “çukurbostan” (orto in un fossato, in una depressione), utilizzata per la coltivazione di ortaggi. Successivamente, il sito è stato trasformato in uno stadio per il Karagümrük Sports Club, fino alla metà del XX secolo. Questa foto risale agli anni '30 e si possono notare gli spettatori assiepati lungo le mura che delimitavano l'antica cisterna.
In questa foto come si presenta l'attuale campo sportivo. Le frecce indicano le mura della cisterna.
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DIVANO OTTOMANA CON CIMASA PERIODO METÀ DEL 1800
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Cena Ottomana en el Hidden Garden restaurant. Pan recién hecho en el horno, una súper costilla de cordero y para Laura… pasta 🍝🙂
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