#ostetriche
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Settimana Mondiale dell’Allattamento 2024: Evento a San Salvatore Monferrato per la Salute e la Multiculturalità
Un incontro aperto alla comunità per promuovere l'allattamento e il benessere materno con un focus sulla multiculturalità.
Un incontro aperto alla comunità per promuovere l’allattamento e il benessere materno con un focus sulla multiculturalità. Il 5 ottobre 2024, in occasione della Settimana Mondiale dell’Allattamento (SAM 2024), si terrà a San Salvatore Monferrato un evento dedicato al tema dell’allattamento, con particolare attenzione alla salute, al benessere e alla multiculturalità. L’iniziativa, in linea con…
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Quando ero piccola capitava spesso che mia madre dovesse tenermi con sé al lavoro e, siccome era anestesista in una clinica, mi è successo di vivere situazioni incredibili: prima dei sei anni avevo già visto nascere un bambino dal vivo e avevo visto (e non lo dimenticherò mai) un cuore battere nel petto di un uomo. Sì un bambino non potrebbe stare dentro una camera operatoria, ma io già allora ero mansueta di carattere e curiosa per natura, quindi mi lasciavo volentieri imbacuccare negli indumenti sterili e poi me ne stavo buona buona in un angolo e i colleghi di mia madre - che mi adoravano - chiudevano un occhio e anzi, a volte mi prendevano in braccio su richiesta di mamma per farmi vedere le cose più interessanti e belle. Ma capitava anche che qualche infermiera o portantina affettuosa mi tenessero con sé, così a volte andavo in lavanderia a piegare le pezzette chirurgiche, altre volte potevo stare in quello che per me era il paradiso: il nido. C'erano tutte quelle culle trasparenti, con dentro quei pupotti minuscoli, belli come un miracolo, e io li guardavo incantata per ore e osservavo le ostetriche che li pulivano, cambiavano, allattavano. Il mio sogno, negli anni, diventò quello di averne uno tutto mio, di piccolo miracolo. Non è mai successo, non ho avuto la mia scimmietta urlante e sbavante perennemente attaccata al collo, non ho seguito i suoi esperimenti per imparare a camminare o a parlare, non l' ho mai guardato dormire di notte seguendo ogni suo respiro. Non ho mai baciato musini o manine appiccicose di chissà cosa, non ho risposto ad infinite domande, non mi sono mai sentita chiamare mille volte in un minuto col nome più dolce del mondo: "mamma". Ho fatto tante scelte sbagliate che mi hanno portato a non avere una famiglia e poi a 37 anni mi hanno strappato la possibilità di averne una, anche se è servito a salvarmi la vita. Sono felice di essere viva, è la cosa più bella che possa esistere, ringrazio ogni giorno il Creatore per avermi dato la possibilità di esistere. Però mi porto dentro e nel più profondo, questa cicatrice, che è una ferita aperta che non smetterà mai di fare male. Perché è vero che "Madre è l' altro nome di Dio sulle labbra e nei cuori di tutti i nostri figli".
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L’angoscia e lo smarrimento dilaganti vengono subito interpretati come malattie, e tutti andiamo da psicologi, psicoterapeutici o psicoanalisti.
Ma non siamo affatto malati, siamo solo esseri in transizione, stiamo cambiando pelle mentale, stiamo dilatando a dismisura l’ampiezza della nostra soggettività umana.
Ti credo che siamo un po’ confusi: sta semplicemente crollando un mondo, e l’IO umano su cui si fonda.
Stiamo crescendo, amici, e perciò non abbiamo bisogno di medici, ma di maestri della trasformazione, abbiamo bisogno di guide che ci inizino alla novità, al nuovo modo di essere umani che sta premendo in ognuno di noi.
Abbiamo bisogno di ostetriche, non di clinici che ci trattino come pazienti/clienti/deficienti.
Questi, se avessero incontrato Teresa d’Avila, l’avrebbero rinchiusa in un manicomio e, se avessero visitato Padre Pio, lo avrebbero considerato un pazzo isterico, come fecero…
La nostra angoscia, la nostra depressione, sfiducia, mancanza di senso/vitalità/felicità è solo il segno di una fase iniziatica, e cioè trasformativa, molto profonda.
Stiamo ispezionando i nostri inferi, perciò ci sentiamo giù, perché gli inferi stanno proprio giù, nel più profondo, da dove però, se ben guidati, sbocchiamo altrove, nell’Aperto cielo della nostra nuova umanità. È paradossale che spesso siano anche i preti a spedire le loro povere pecorelle (senza pastore) da qualche psicologo, che spesso ignora perfino che cosa sia ciò che dovrebbe curare, cioè appunto l’anima. È come se la spiritualità cristiana, come d’altronde tutta la cultura occidentale, avesse rinunciato alle proprie potenzialità, che sono esattamente quelle di dare luce, e quindi di curare le anime, destandole alle più alte frequenze dello Spirito, dove finalmente gustiamo la vera e unica salute, quella dei rinati, che ritrovano la forza di dare fuoco al mondo.
Marco Guzzi
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I quesiti: per le ostetriche:
«Sa che alcuni uomini possono partorire?»
e «Ha mai chiesto a un assistito che pronomi usare?».
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Noooooo dai, ma non ci credo...
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Storie dell’Africa, Soumaila Diawara
"Negli Himba della Namibia la data di nascita di un bambino è fissata non dal momento del suo arrivo al mondo, né dal suo concepimento, ma dal momento in cui il bambino viene pensato dallo spirito di sua madre.
Quando una donna decide di rimanere incinta, si siede sotto un albero e ascolta la natura fino a quando non sente la canzone del bambino che darà alla luce.
Dopo averla sentita, torna dall’uomo che ha scelto per diventare il padre del bambino per insegnargliela.
Quando fanno l’amore, per concepire fisicamente il bambino, cantano quella canzone per poterlo invitare a raggiungere il grembo della madre.
Quando la madre rimane finalmente incinta, insegna il canto di questo bambino alle ostetriche e alle donne adulte del villaggio.
Durante il parto, tutte le donne presenti cantano per accogliere il pargolo.
Man mano che il bambino cresce tutto il villaggio impara la sua canzone. Cosicché appena il piccolo cade, o si fa male, ha sempre qualcuno nelle vicinanze per fargli sentire il calore di casa, cantando per lui.
Stessa cosa quando attraversa i riti di iniziazione con successo e quando si sposa.
Quando, una volta diventato vecchio, è sul letto di morte tutti si riuniscono intorno a lui e gli cantano la sua canzone per l’ultima volta."
#himba #soumailadiawara #namibia
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L’angoscia e lo smarrimento dilaganti
vengono subito interpretati come malattie,
e tutti andiamo da psicologi,
psicoterapeutici o psicoanalisti.
Ma non siamo affatto malati,
siamo solo esseri in transizione,
stiamo cambiando pelle mentale,
stiamo dilatando a dismisura
l’ampiezza della nostra soggettività umana.
Perciò siamo un po’ confusi:
sta semplicemente crollando
un mondo, e l’IO umano su cui si fonda.
Stiamo crescendo, e perciò
non abbiamo bisogno di medici,
ma di maestri della trasformazione,
abbiamo bisogno di guide
che ci inizino alla novità, al nuovo modo
di essere umani che sta premendo
in ognuno di noi.
Abbiamo bisogno di ostetriche,
non di clinici che ci trattino
come pazienti/clienti/deficienti.
Questi, se avessero incontrato Teresa d’Avila,
l’avrebbero rinchiusa in un manicomio
e, se avessero visitato Padre Pio,
lo avrebbero considerato un pazzo
isterico, come fecero...
La nostra angoscia, la nostra depressione,
sfiducia, mancanza di senso/vitalità/felicità
è solo il segno di una fase iniziatica,
e cioè trasformativa, molto profonda.
Stiamo ispezionando i nostri inferi,
perciò ci sentiamo giù, perché gli inferi
stanno proprio giù, nel più profondo,
da dove però, se ben guidati, sbocchiamo
altrove, nell’Aperto cielo della nostra
nuova umanità.
Più spesso abbiamo bisogno di ascoltare il nostro Io interiore
che ci conduca alle più alte frequenze dello Spirito,
abbassando i rumors esterni.
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Consultori della Asl di Sassari porto sicuro per la vita
Sassari. Oltre diecimila donne e mille uomini nel corso del 2023 si sono interfacciati con i consultori della Asl di Sassari, che hanno garantito nell’ultimo anno oltre 30.000 prestazioni, di cui il 66% di natura ginecologica e, a seguire, prestazioni di specialistica pediatrica (il 17%), psicologica (7,7%), sociale (7,2%). Un lavoro di equipe multidisciplinare, composta da ostetriche,…
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Apply or nominate: https://ecoamerica.org/american-climate-leadership-awards-2025/
Calling all organizations, individuals, and small businesses successfully engaging Americans on climate! Showcase your creativity and climate solutions by applying for @ecoamerica’s 2025 American Climate Leadership Awards. You can win $1K - $50K by submitting your efforts for consideration by a stellar line-up of judges and individuals leading on climate. It’s quick and easy to submit your application or nominate inspirational climate leaders. Apply or nominate today!
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“Come gestire le emergenze ostetriche”, in “Casa Opi” ne ha parlato un team di professionisti
“Come gestire le emergenze ostetriche”, in “Casa Opi” ne ha parlato un team di professionisti Dare alla luce un bambino è sicuramente naturale ma non sempre, però, tutto va come previsto: in... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
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MEDU: vent'anni di impegno umanitario Il 16 marzo, Spin Time sarà il palcosce... #LapiccolaorchestradiTorpignattara #MarcoZanchetta #PinoPecorelli #SpinTime https://agrpress.it/medu-ventanni-di-impegno-umanitario/?feed_id=3793&_unique_id=65f0648343ea4
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Daniel il primo nato al Policlinico dell'Aou di Cagliari
È Daniel il primo nato del 2024 al Policlinico Duilio Casula. Per la gioia di mamma Nicoletta Ligas e papa Jacopo Frau, il bimbo è venuto alla luce con parto spontaneo alle 8.02 del 1 gennaio, pesa 3 chili e 780 grammi ed è lungo 54 centimetri. Hanno assistito al parto le ostetriche Giulia Zara e Barbara Ecca e l’equipe formata dalla ginecologa Ilaria Arena, Alfonso Alfieri e Luciana Sassi…
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Concorso per assumere operatori sanitari nella Regione Lazio
Via libera all'assunzione di 600 operatori sanitari dal 1° dicembre 2023. Un provvedimento concreto per rafforzare le Aziende sanitarie e ospedaliere, i Policlinici e gli Istituti su tutto il territorio della Regione Lazio. Un investimento di oltre 25 milioni di euro l'anno. La Regione Lazio ha dato il via libera all’assunzione di circa 600 operatori sanitari, a partire dal primo dicembre, per una spesa complessiva di 25 milioni e 500mila euro l’anno. Nel dettaglio la Direzione regionale Salute e Integrazione sociosanitaria, diretta da Andrea Urbani, ha firmato le seguenti assunzioni relative alla dirigenza medica e al comparto dei presidi ospedalieri:
- 193 unità a conclusione delle prove concorsuali (160 medici, 3 ostetriche, 8 tecnici di laboratorio, 17 tecnici di radiologia, 2 psicologi, un fisico, un collaboratore amministrativo e un amministrativo); - 323 stabilizzazioni (63 medici, 49 infermieri, 172 operatori sociosanitari, 2 ostetriche, 14 tecnici di laboratorio, 16 tecnici di radiologia, uno psicologo, un farmacista, un fisico, un tecnico della prevenzione, un fisioterapista, un dirigente amministrativo e un collaboratore amministrativo); - 68 unità a tempo determinato (33 medici, 5 infermieri, 22 operatori sociosanitari, 3 tecnici di laboratorio, due perfusionisti, due dirigenti amministrativi e un collaboratore amministrativo); - un medico universitario. Nei prossimi giorni verranno valutati ulteriori rafforzamenti del personale tecnico-amministrativo dei presidi ospedalieri. Si stanno, inoltre, valutando le altre necessità di assunzione del personale dedicato all’assistenza territoriale: risposte in tal senso verranno date già nelle prossime settimane. Prende così forma il nuovo processo messo in atto dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, le cui politiche sulle risorse umane del comparto sanitario hanno prodotto finora sia l’aumento dei contratti a tempo indeterminato sia la pesante riduzione dei contratti a tempo determinato sia la stabilizzazione degli operatori sanitari. Un nuovo corso che ha visto l’aumento della spesa di personale sanitario per 100 milioni di euro nel 2023 rispetto all’anno precedente, consolidando la nuova fase di reclutamento di personale, compresa l’internalizzazione dei servizi sanitari nelle strutture pubbliche, e diminuendo drasticamente la precarietà nei primi 8 mesi del governo Rocca. Fonte: Regione Lazio Read the full article
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Felice Marra, Le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie. I nuovi incarichi di posizione, di funzione organizzativa e di funzione professionale, FrancoAngeli, 2023
Felice Marra, Le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie. I nuovi incarichi di posizione, di funzione organizzativa e di funzione professionale COLLANA: Am / La prima collana di management in Italia Tutte le problematiche giuridiche, contrattuali e manageriali delle professioni sanitarie (infermieristiche, tecniche e ostetriche, della …. Leggi di più
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Amigay a Grosseto lezione alla ASL Toscana sud est
Un medico, un Infermiere e uno psicologo...
#lezione #asl #amigay #Ostetriche #psicologhe #ambulatorio #grosseto #toscana #medico #Infermiere
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Definendo «irrisorio il numero delle iscritte che hanno manifestato contrarietà alla partecipazione dell’Ordine alla parata Milano Pride» e le loro motivazioni «dovute una interpretazione distorta da pregiudizi personali», il Consiglio direttivo dell’Ordine delle ostetriche interprovinciale di Bergamo, Cremona, Lodi, Milano, Monza e Brianza ha deciso di non pubblicare il logo sul manifesto portato in parata con la scritta «ostetric* inclusive a difesa dei diritti umani fondamentali».
Ma se l’è legata al dito. Tant’è che la risposta alla lettera condivisa da 64 ostetriche per prendere le distanze dall’adesione dell’Ordine al Pride di Milano è arrivata. Una risposta che non risponde affatto alle professioniste ma che anzi, apre altre domande.
La lettera delle ostetriche “no Pride”
Ricordate le ostetriche “no Pride”? Tempi aveva ricevuto e volentieri pubblicato una lettera (la trovate qui) condivisa da 64 di loro per manifestare dissenso e chiedere spiegazioni alla presidente su una posizione pubblica che non le vedeva rappresentate.
Il succo era chiaro: perché un Ordine autonomo, indipendente, che non ha un ruolo sociale e rappresentativo dal punto di vista etico, culturale, morale (se non strettamente su temi professionali e deontologici della figura dell’ostetrica), e che deve garantire una condotta apartitica e apolitica alle sue aderenti doveva accodarsi a una iniziativa per “certificare” la missione dell’ostetrica nel rispetto dei diritti umani fondamentali?
L’Ordine risponde: se non sei col Pride sei contro i diritti umani
La lunga non-risposta della presidente dell’Ordine Nadia Rovelli è eloquente: il Consiglio direttivo rispetta ma “non comprende” «il non sentirsi sostenitrici dei diritti umani fondamentali e di salute riferiti alle persone LGBTIQA+ sotteso nella comunicazione sottostante di non sostegno all’iniziativa».
Pertanto, sottendendo a sua volta che non aderire al Pride implichi evidentemente un alto tasso di transfobia, omofobia e discriminazione, invita le dissenzienti «all’aggiornamento professionale attraverso la frequentazione di corsi per professionisti socio sanitari come quelli svolti dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2023 “La popolazione transgender: dalla salute al diritto” e “Le persone intersex: tra salute e diritto” avente l’obiettivo formativo di “contribuire a combattere l’esclusione sociale e la discriminazione nei confronti delle persone transgender attraverso la formazione dei professionisti che operano in ambito socio-sanitario in termini di comunicazione, informazioni sanitarie e giuridiche al fine di raggiungere un miglioramento della qualità di vita della popolazione transgender”». Punto.
La “rieducazione Lgbt” per le ostetriche dissenzienti
Si tratta di corsi promossi dall’Iss e mirati a estirpare stigma e discriminazione nei confronti delle persone transgender, tra gli esperti che hanno preparato i contenuti del primo corso “suggerito” ci sono tanti medici del Careggi di Firenze e ma anche “addetti ai lavori” come Cathy La Torre.
L’idea di proporre quella che la Verità ha ben chiamato ieri “rieducazione Lgbt” a chi manifesta dissenso farebbe già a cazzotti con le prerogative di un Ordine, soprattutto quando è la stessa Rovelli nella sua lettera a puntualizzare che «ci si aspetta che le Ostetriche/ci siano prive di pregiudizi ed abbiano la piena comprensione del significato e delle parole dell’art.2.2 del Codice Deontologico dell’Ostetrica/o: “Il comportamento dell’Ostetrica/o si fonda sul rispetto dei diritti umani universali, dei principi di etica clinica e dei principi deontologici della professione”». Che necessità c’è – scrive ancora la Verità – di aderire al Pride se i valori fondamentali che si rivendicano sono già iscritti nel codice deontologico?
L’Ordine sovrappone piano professionale e culturale
La presidente dell’Ordine sembra sinceramente sbigottita dalla posizione delle 64 ostetriche, un numero «irrisorio» a fronte di «sostegno, partecipazione ed encomi da parte di un numero più sostenuto di nostre iscritte» (anche se nelle foto delle donne che sfilavano dietro al cartello “Ostetriche/ci inclusive per la tutela dei diritti umani fondamentali” non ne abbiamo viste tante), lamenta l’assenza del loro logo «diversamente da quanto fatto dagli altri Ordini partecipanti». Soprattutto giustifica la partecipazione al Pride con motivazioni esclusivamente culturali e di ben poca attinenza con la professione dell’ostetrica che da sempre è già formata per affrontare pazienti con dismorfismo o correzioni chirurgiche e prendersi cura, come ben scrivono le ostetriche “dissenzienti” di qualsiasi paziente «senza discriminazione alcuna né di razza, sesso, religione, classe sociale, ceto e di qualunque altra natura, privilegiando la cura alle persone più deboli e indifese». A prescindere dall’identità di genere del momento.
Di cosa ha paura l’Ordine, che senza timbro del #PrideSalute le ostetriche non aiutino le donne lesbiche a partorire? Che si scompongano davanti a una donna con la barba che partorisce? Che non assistano i loro bambini? Che non si siano mai trovate, prima del Pride, a fare tutte queste cose? Perché di questo si parla quando si parla di ostetriche e della «variabilità umana» (cit. la presidente Rovello) che si rivolge a loro «per raggiungere il migliore obiettivo di salute sessuale e riproduttivo»: di madri, parti, bambini.
Ostetriche inclusive con cosa? Con l’utero in affitto?
Resta una domanda, anzi più di una: se l’identità di genere è una questione culturale, non professionale (la stessa Rovello richiama il compito dell’Ordine di «orientare la condotta delle proprie iscritte» e «valorizzarne la funzione sociale che la professione svolge»), se i piani si sovrappongono, fin dove si deve spingere l’inclusività richiesta alla professione?
All’adesione alle istanze del Pride, tra le quali la maternità surrogata? Ai bloccanti della pubertà per i minori? All’approccio affirming? Alle tecniche di fecondazione in vitro come quelle che hanno portato una donna di 63 anni a partorire il suo primo figlio dopo l’impianto di un embrione comprato in Ucraina?
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Premio “Giovanna Bollini” Per Infermieri (ASST GOM Niguarda)
Sei laureato in Infermieristica o al corso magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche?Partecipa ai nostri Premi “Giovanna Bollini”, con la tua tesi di laurea. ll premio per le migliori tesi di laurea nasce per ricordare ed onorare la memoria di Giovanna Bollini, scomparsa il 24 settembre 2014, storica componente di CNAI e Presidente dell’Associazione Regionale Lombardia Infermieri e…
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"Mantova ti culla”, il benvenuto della città ai nuovi nati
"Mantova ti culla”, il benvenuto della città ai nuovi nati. Dal 2009 il Comune di Mantova, con il progetto Baby Bag – “Mantova ti culla”, intende sostenere la natalità regalando ai nuovi nati e alle loro famiglie un vero e proprio kit di benvenuto contenuto in un sacchetto di tessuto progettato per poter essere utilizzato in seguito al Nido e alla Scuola dell'Infanzia come borsa porta indumenti; i genitori all'interno trovano: un opuscolo informativo relativo ai servizi della città (tradotto anche in inglese), un libro-giocattolo, un bavaglino, un biberon, lavette, un cucchiaio in silicone utile allo svezzamento, un porta ciuccio in cotone. La Baby Bag Inoltre, ogni famiglia, residente presso il Comune di Mantova, alla nascita del figlio e riceve: - all’atto in cui viene resa la dichiarazione di nascita presso i Servizi Demografici del Comune, un buono (riportante tutte le indicazioni per prenotare) per una visita ostetrica domiciliare gratuita, da attivare entro i primi 40 giorni dalla nascita, a cura delle ostetriche dell’Associazione La Tela di Mamata specializzate nella continuità dell’assistenza e accompagnamento del puerperio a domicilio; - direttamente a casa, a circa un mese dalla nascita del figlio, un coupon per il ritiro della Baby Bag presso le farmacie del Comune di Mantova; Due nuovi omaggi Con l’obiettivo di far crescere il progetto, dal 2023 il progetto Baby Bag – “Mantova ti culla” si è arricchito con altri due omaggi alle famiglie della città; - un buono pari a 50 euro per l’acquisto, in un’unica soluzione, di prodotti per la prima infanzia da utilizzare presso le Farmacie Mantovane: Farmacia Gramsci, in piazzale Gramsci 10, oppure Farmacia Due Pini, in viale Pompilio 30. - un’esperienza culturale dal titolo “Nati al Museo”: un ciclo di sei incontri a misura di famiglia presso Palazzo Te. Tra le opere d’arte della collezione “Arnoldo Mondadori” i genitori, insieme ai loro bambini, hanno l’opportunità di partecipare ad uno spazio di accoglienza parentale, di benessere e di condivisione di storie. Gli incontri sono tenuti da Elisa Goffredi, ostetrica dell'Associazione La Tela di Mamata, e Melania Longo, mediatrice del patrimonio culturale. Dall’avvio di questa iniziativa a sostegno della genitorialità al 30 giugno di quest’anno, sono state 1342 le famiglie mantovane che hanno potuto beneficiare di queste opportunità. In continua evoluzione Le attività promosse e gli omaggi dedicati ai nuovi nati hanno riscontrato un positivo successo tra le famiglie neocostituite in quanto rappresentano una forma di sostegno e supporto concreto in un momento così speciale e delicato come la nascita di un figlio. “Il progetto “Baby Bag Mantova ti culla” – ha detto l’assessore alle Politiche per la Famiglia e la Genitorialità Chiara Sortino - è in continua evoluzione e si pone come obiettivo generale la promozione di nuove forme di orientamento e di supporto a tutti i neogenitori, incentivando una nuova socialità attraverso l’utilizzo, da parte delle famiglie, delle risorse che la città offre”. Punto di forza dell’iniziativa è stato in questi anni il coinvolgimento di tanti stakeholder del territorio. “Fin dal principio – ha proseguito - abbiamo cercato di coinvolgere sempre più le realtà locali e auspichiamo la più ampia partecipazione a sostegno dell’iniziativa. il Comune di Mantova è al fianco dei genitori dal primo istante, perché crescere il futuro rappresenta un dono che le famiglie fanno a tutta la comunità e come amministratori abbiamo il dovere di accogliere i nuovi nati e custodire con cura e attenzione il valore che ciascun bimbo porta con sè”. La crisi della natalità Rispetto al tema della denatalità Sortino ha aggiunto che sicuramente in Italia c’è una scarsa attenzione al problema, per anni non è stato considerato una priorità né sono stati attuati interventi sistematici e interdisciplinari. “Siamo abbastanza in ritardo rispetto ad altri Paesi – spiega l'assessore - perché probabilmente non si è avvertita l’urgenza del problema, si è pensato che forse la situazione poteva sanarsi da sola o si è pensato di compensare il numero dei pochi nati in Italia con un arricchimento da parte dei bambini provenienti da altri Paesi. La realtà dei fatti, invece, è che i tassi di natalità sono sempre più bassi. Sicuramente c’è stata una riduzione delle nascite in tanti Paesi e non solo europei, però l’Italia è in una condizione di particolare sofferenza. Nel nostro piccolo, a Mantova, stiamo lavorando mettendo i bambini al centro delle nostre scelte progettuali e programmatiche, la loro cura deve essere sempre più al centro dell’organizzazione sociale. "Serve un sempre più significativo investimento sulle politiche per le famiglie e l’infanzia - conclude Sortino -, dalle misure come quella dei nidi gratis di cui Mantova è stata città pilota in Italia, alle azioni e interventi strutturali che favoriscono un’armonizzazione tra i tempi della famiglia e del lavoro. Ritengo inoltre che sia importante lavorare a livello culturale, promuovendo una nuova mentalità sul ruolo dell’uomo e della donna, sui compiti di cura ed educativi”. Read the full article
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