Tumgik
#oscar farinetti
Text
Il cibo non è più Fico
Anna Lombroso per il Simplicissimus Sotto la pressione di una crisi determinata dalla riduzione delle garanzie, dai licenziamenti, dalla forzata chiusura di attività, che riduce perfino l’accesso all’indispensabile, sotto la minaccia di nuovi fronti della guerra che ci muove il crimine organizzato europeo che ci vuole ridurre ad animali da batteria costretti a nutrirci di becchimi, grilli,…
Tumblr media
Visualizza su WordPress
1 note · View note
hotnew-pt · 10 hours
Text
"Meu arrependimento? Um amigo que tinha um sério problema com álcool. A morte dele, no sótão, me despedaçou": fala Oscar Farinetti #ÚltimasNotícias
Hot News Os 70 anos de Oscar Farinetti (próximo dia 24 de setembro) comemorado com entrevista no Corriere della Sera em que o empresário começa com seus arrependimentos: “Ter estudado pouco quando era jovem, depois ter descoberto a literatura, a arte e a fotografia aos 50 anos. Mas prefiro ter remorsos do que arrependimentos.” O remorso diz respeito a um querido amigo que, explica Farinetti,…
0 notes
romanocappellari · 1 month
Text
I pomodori da 70 centesimi
Oscar Farinetti dice una cosa giusta con le affermazioni rilanciate qualche tempo fa anche da Il Gambero Rosso (dove ho preso anche la foto): se noi consumatori vogliamo prezzi sempre più bassi, se non siamo disposti a pagare più di 70 centesimi per un barattolo di pomodori 🍅, stiamo spingendo le imprese a delle riduzioni dei costi insostenibili e, quindi, stiamo di fatto inconsapevolmente…
0 notes
quartopiano · 2 months
Text
0 notes
vorticimagazine · 6 months
Text
Circonomia 2024, festival dell'economia circolare
Tumblr media
Economia circolare significa produrre beni e servizi reintegrando negli ecosistemi o rivalorizzando economicamente i materiali che residuano dal processo produttivo, materiali che nell’economia lineare diventano rifiuti. Una svolta concettuale che sta alla base di Circonomia (+ info qui), un evento di cui Vortici.it, intende parlarvi.Il festival dell’economia circolare, Circonomia, è nato nel 2016 per parlare di circolarità quando ancora tale paradigma economico era tutto da scoprire.
ERICA e Greening Marketing Italia, ideatori dell’iniziativa, hanno avvertito la necessità di organizzare un appuntamento che contribuisse al dibattito sull’economia circolare, rivolgendosi a un pubblico largo e non solo di addetti ai lavori, per mettere in mostra idee, discussioni e buone pratiche che avessero in comune l’attenzione al paradigma ecologico, unito al tema del rapporto tra l’agire umano e la salute degli ecosistemi.
Per farlo hanno scelto di organizzarlo in Piemonte e nelle Langhe, dove sono nate e hanno avuto successo significative esperienze di economia circolare e dove si manifesta da anni una vocazione a coniugare sostenibilità ambientale e dinamismo socioeconomico. Circonomia ha ospitato numerosi eventi di varia natura: convegni, dibattiti, presentazioni di libri, corsi di formazione, concerti e personaggi del calibro di Jacques Attali, Jean-Paul Fitoussi, Kerry Kennedy, Tim Jackson, Walter Veltroni, Alessandro Gassmann, Gianni Mura, Gianrico Carofiglio, Oscar Farinetti, Marcello Masi, Giovanna Melandri, Filippo Solibello, Elly Schlein, Carlo Petrini e altri. Nelle prime otto edizioni tutti i protagonisti hanno contribuito a fare di Circonomia una casa comune in cui incontrarsi e confrontarsi, dove impegnarsi con proposte, progetti, creazione di network informativi per diffondere questa buona economia e farne il principale traino della transizione ecologica. L'edizione di Circonomia, il festival dell’economia circolare e della transizione ecologica, quest’anno si è svolto a Fano dal 7 al 10 marzo.È stata l’occasione per conoscere le ultime novità in materia di sostenibilità e per partecipare a un dibattito aperto sul futuro del pianeta. Il festival, con un ricco programma di eventi, ha visto coinvolti artisti, giornalisti, attivisti, imprenditori, rappresentanti delle istituzioni e studenti. Un appuntamento imperdibile rivolto come sempre a tutti coloro che intendono contribuire a costruire insieme un futuro migliore per il pianeta e per le persone. Occorre ricordare, che, il quarto rapporto di Circonomia “retrocede” l’Italia dal primo posto nel cammino “green” in Europa.  In proposito la Fondazione Symbola certifica che: Secondo il ranking, costruito su 17 diversi indicatori che misurano l’impatto ambientale diretto (impatto pro-capite delle attività economiche e civili su ambiente e clima), l’efficienza d’uso delle risorse e la capacità di risposta ai problemi ambientali, non siamo più primi in economia circolare com’eravamo fino all’anno scorso e fatichiamo molto più degli altri grandi Paesi europei nella transizione verso un’energia pulita libera dai combustibili fossili e amica del clima. Nonostante la grande perdita di velocità nella transizione ecologica, restiamo primi assoluti in uno dei 17 indicatori, il tasso di riciclo totale dei rifiuti: indicatore nel quale doppiamo la media dell’Unione europea – oltre l’80% contro meno del 40%. Questo primato italiano non si distribuisce in modo omogeneo tra le macroregioni: il Nord è sensibilmente più avanti rispetto al resto del Paese, e “assorbe” quanto meno nei numeri la condizione critica di grandi città – a cominciare da Roma – con interi territori soprattutto nel Sud dove la gestione dei rifiuti urbani è in uno stato di profonda e cronica inefficienza. Ma la crisi del nostro cammino “green” fotografata dal Rapporto di Circonomia è profonda e strutturale, soprattutto nel campo della transizione energetica dalle fonti fossili – carbone, petrolio, gas – alle nuove rinnovabili, che crescono meno della metà rispetto alla media UE. L’azzeramento in tempi rapidi dell’uso delle energie fossili come fonte di energia è come si sa decisivo per fronteggiare con efficacia la crisi climatica in atto, che vede proprio il nostro Paese come bersaglio privilegiato. L’Italia, in effetti, è uno degli epicentri della crisi climatica globale, con una temperatura media nel 2022 di 14 °C – cresciuta di quasi 3 °C rispetto al periodo pre-industriale: un aumento quasi triplo rispetto al dato globale. A Circonomìa festival è stato presentato anche un Rapporto Nazionale e Regionale sulla transizione ecologica curato da Duccio Bianchi, fondatore dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia, come gli annuali Rapporti Circonomìa, che mette in classifica le regioni italiane sulla base delle prestazioni di sostenibilità ambientale, evidenzia che Trentino-Alto Adige, Marche e, distanziate, Lombardia, Veneto e Toscana sono le migliori. “Circonomìa a Fano è il segno tangibile del successo della nostra rassegna giunta quest’anno alla sua nona edizione – ha dichiarato Francesco Ferrante, Vicepresidente di Kyoto Club tra i promotore del Festival – Abbiamo scelto Fano per raddoppiare Circonomìa perché qui abbiamo trovato grande interesse per l’obiettivo che da sempre è l’anima del nostro Festival: raccontare i contenuti e le ragioni della transizione ecologica a un pubblico, il più vasto possibile, con rigore e al tempo stesso con semplicità, e poi mettere in mostra le tante buone pratiche che vedono imprese, associazioni, istituzioni territoriali praticare già, nei fatti e con efficacia, il nuovo paradigma di uno sviluppo fondato sulla qualità ambientale”. In una fase cruciale di avvicinamento agli obiettivi che l’Europa si è posta al 2030, a cominciare dai target di riduzione delle emissioni di gas serra, crescita delle energie rinnovabili e miglioramento dell’efficienza energetica, correlati all’impegno per fronteggiare la crisi climatica, la corsa verso la transizione ecologica diventa come una maratona tra le regioni e macroregioni italiane, il rapporto le mette in classifica sulla base di un set di 25 diversi indicatori green, suddivisi in 3 categorie: – impatto sull’uso delle risorse (6 indicatori che misurano l’impatto ambientale diretto, considerato come impatto pro – capite, delle attività economiche e civili su ambiente e clima); – efficienza d’uso delle risorse (6 indicatori che misurano l’efficienza e la produttività di uso delle risorse, generalmente considerata rispetto al Prodotto Interno Lordo a parità di potere d’acquisto); – azioni di risposta e mitigazione (13 indicatori che misurano la capacità di risposta, sia pubblica sia privata, alla crisi energetica e climatica attraverso azioni di riduzione o mitigazione degli impatti). Questi in sintesi i dati che emergono dal Rapporto: – Trentino-Alto Adige, Marche e, distanziate Lombardia, Veneto e Toscana sono nell’ordine le regioni italiane con le migliori prestazioni di sostenibilità ambientale. – Sono 7 le regioni – Trentino-Alto Adige, Marche, Lombardia, Veneto, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria – che presentano un indice di circolarità superiore alla media nazionale.– In fondo alla classifica vi sono tutte regioni meridionali: ultima la Puglia, preceduta da Sicilia, Sardegna, Basilicata, Campania e Calabria.– Le regioni meridionali presentano un indice di sostenibilità ambientale sensibilmente più basso rispetto alle regioni del nord e del centro. Ciò evidenzia che livelli più bassi di pressione sulle risorse naturali in termini di consumo di materia e di energia – come sono nel Sud per effetto di un’economia più debole e dunque di minori consumi di materie prime – non rappresentano un vantaggio in termini ambientali. L’indice di sostenibilità, infatti, dipende da fattori di pressione, ma anche da fattori di efficienza e di risposta, che al contrario dei primi tendenzialmente crescono al crescere delle performance di sviluppo economico: lo sviluppo economico di per sé non è “insostenibile”, tutt’altro. – La macro – regione del Centro è l’unica che fa meglio della media nazionale in tutte e tre le categorie degli indicatori (impatto, efficienza, risposta). – Il “caso Marche”: Le Marche, che pure sono una delle regioni più manifatturiere d’Italia e dunque con la presenza più rilevante di attività economiche che producendo beni fisici consumano più risorse e più energia rispetto alle attività economiche “terziarie”, svettano in testa alla classifica, superate solo dal Trentino – Alto Adige che vanta un’antica e consolidata “primazia” in fatto di attenzione all’ambiente. Il risultato delle Marche è migliore di quello medio dell’Italia in 20 indicatori su 25. – Alle spalle delle Marche, la classifica green vede Lombardia e Veneto, regioni anch’esse con un elevato tasso manifatturiero del PIL: ciò rafforza la conclusione che sistemi economici a forte impronta manifatturiera, se caratterizzati da standard elevati di efficienza non sono necessariamente “divoratori” di energia e di materia. “Dalla nostra ricerca esce un’immagine dell’Italia della transizione ecologica a chiaroscuri, con regioni all’avanguardia della conversione green e altre che arrancano – ha commentato il Direttore del Festival Roberto Della Seta, presentando il Rapporto – Serve uno scatto in avanti che coinvolga tutti i territori, solo così potremo essere al centro del green deal e che non solo è indispensabile per fronteggiare la crisi climatica ma è una grande occasione di innovazione tecnologica e competitività economica. Come mostrano tanti esempi concreti, convertire all’ecologia produzioni e consumi non è soltanto necessario per l’ambiente: è anche utilissimo a rendere più moderna e competitiva l’economia, a creare lavoro, a migliorare la vita quotidiana delle persone”.   Immagine di copertina: Regioni e Ambiente Read the full article
0 notes
Text
Al Bancarella cucina vince Catzola con Il cuoco dei presidenti
Con 42 voti sui 53 disponibili, Il Cuoco dei Presidenti di Pietro Catzola (Solferino) vince la diciottesima edizione del premio Bancarella della cucina. Al secondo posto con 27 preferenze Maria Teresa di Marco, autrice de La Boqueria e i mercati di Barcellona (Guido Tommasi editore). Ex aequo al terzo posto tra Oscar Farinetti con È nata prima la gallina…forse (Slow food editore) e…
View On WordPress
0 notes
giancarlonicoli · 1 year
Text
22 set 2023 12:01
FICO SECCO – OSCAR FARINETTI ANNUNCIA LA CHIUSURA PER QUATTRO MESI DI “FICO”, IL PARCO DI BOLOGNA DEDICATO AL CIBO MADE IN ITALY: “DICIAMO CHE NON MI È VENUTO BENE. CAMBIERÀ ANCHE IL NOME, SI CHIAMERÀ GRAND TOUR ITALIA” – LO SCORSO ANNO LA SOCIETÀ CHE GESTISCE LA STRUTTURA HA CHIUSO IL BILANCIO CON UNA PERDITA DI OLTRE 6 MILIONI E DEBITI PER 18 MILIONI - DOPO LA VENDITA DI EATALY, UN ALTRO FLOP DI FARINETTI CHE PERÒ CONTINUA A DARE LEZIONI DI BUONA IMPRESA E BUONA AMMINISTRAZIONE DA GIORNALI E TV... -
Estratto dell’articolo di Marco Madonia per https://corrieredibologna.corriere.it/
L'annuncio dell'imprenditore dopo la crisi del parco dedicato al cibo made in Italy: «Il 31 dicembre fermeremo Fico e lo riapriremo ad aprile. A me piace ma forse va rivisto, le critiche vanno raccolte e cambieremo nome e format»
Fico chiude a fine 2023. Poi quattro mesi di lavori di ristrutturazione, nuovo nome e cambio del format. Così il fondatore di Eataly e ideatore del parco del cibo, Oscar Farinetti, spera di rivitalizzare la cittadella del gusto in crisi nera. A dare l’annuncio della svolta è stato lo stesso Farinetti.
«Al 31 dicembre chiudo Fico per poi riaprirlo in aprile più bello e più grande che prima», ha detto il patron del parco agroalimentare alla trasmissione «Uno, Nessuno, 100Milan» di Alessandro Milan e Leonardo Manera sulle frequenze di Radio 24.
L’anno scorso la società di gestione del parco ha chiuso il bilancio con una perdita di oltre 6 milioni e debiti per 18. Solo l’aumento di capitale sostenuto dai soci (Farinetti e Coop alleanza) ha evitato il crac. Farinetti ha deciso di assumere la gestione diretta della società scegliendo il nuovo amministratore delegato, Piero Bagnasco.
[…] «Diciamo che fra le cose che non mi sono venute propriamente bene Fico è una di queste. Anche se, a me, piace da morire - ha detto Farinetti - Forse mi sono spiegato male, quindi va rivisto. Quindi cambierà anche il nome, si chiamerà Grand Tour Italia e rappresenterà il viaggio nell’Italia e nelle regioni: si entrerà in Val d’Aosta, si uscirà dalla Sicilia e dalla Sardegna passando in mezzo a tutte le regioni italiane».
La ristrutturazione, ha concluso l’imprenditore, durerà quattro mesi «perché giustamente sono arrivate delle critiche e le critiche dagli imprenditori vanno raccolte. L’imprenditore giusto se perde soldi li mette suoi, come ho sempre fatto io. Poi però deve cambiare, deve prendere atto e fare delle cose» […]
0 notes
Text
L'azienda fondata da Oscar Farinetti si sta trasformando in un vero e proprio flop
Tumblr media
Eataly, oggi presente nel mondo con 45 negozi non sta dando i risultati sperati, registrando una perdita nel 2022 di quasi 26 milioni. E questo fa abbastanza impressione visto che ricordiamo tutti nel 2007 le file di torinesi e di turisti gourmet in arrivo da tutta Italia che aspettava pazienti di entrare nell’ex storica fabbrica di liquori della Carpano, sede del primo Eataly, per comprare le specialità delle regioni italiane o per visitare la caverna del piano interrato dove scoprivano i salumi delle meraviglie. Poi le aperture in pompa magna in tutto il mondo: dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Svezia alla Germania, dalla Turchia alla Francia, dalla Corea del Sud agli Emirati Arabi, dal Qatar all’Arabia Saudita… Senza contare i nuovi store italiani. Ma forse, per come stanno andando le cose, sembra proprio, che tolti i fasti iniziali, Eataly sia rimasto solo un semplice ristorante - mercato, ahimè, troppo costoso, soprattutto al giorno d’oggi. Eataly continua accumulare debiti Come dicevamo, infatti, qualcosa non ha funzionato: l’esercizio 2022 è stato chiuso nella parte civilistica con un rosso di 25,8 milioni di euro, peggiore di quello di 22,1 milioni del precedente bilancio. Il disavanzo è stato riportato a nuovo e così le perdite accumulate e finora non ripianate sono arrivate a 70 milioni, a fronte, però, di un patrimonio netto di 58,7 milioni. Non bene nemmeno per i numeri del consolidato in quanto il rosso anno su anno diminuisce da 31,2 a 28,6 milioni e ciò anche se i ricavi sono saliti da 462 a 601 milioni e l’ebitda è stato di 25,5 milioni. Il gruppo, da dicembre guidato dal nuovo amministratore delegato Andrea Cipolloni, a maggio del 2022 è stato finanziato dai soci per 15 milioni. Eataly, dall’idea geniale al flop? Insomma, numeri che già da qualche anno fanno pensare che qualcosa non stia andando come tutti si sarebbero aspettati. E che un’idea geniale, bisogna riconoscerlo, di Farinetti, lo era più sulla carta che non nella realtà. Certo, forse, di errori di valutazione non sono mancati: pensiamo ad esempio a Eataly Bari, aperto nel 2013, credendo nel progetto di rilancio dell’area della Fiera del Levante, che ha poi, infatti, chiuso i battenti nel 2021. Il colpo di grazia di Eataly Bari (come per quello di Forlì) è stato certamente la decisione della zona rossa e le restrizioni della pandemia ma le criticità c’erano già prima del Covid. Più che altro, pensiamoci, al sud Italia, in particolare, un format come Eataly, ovvero un mercato dall’atmosfera familiare di prodotti del territorio, piccoli e raffinati, con prezzi da ristorante di lusso, non è un controsenso e di certo economicamente non sostenibile? Il disastro di Fico Eataly World e i dubbi su Green Pea Stessa “sorte” per Fico Eataly World, la Disneyland del cibo firmata Coop e Oscar Farinetti, costruita in un’ex area industriale di Bologna con grandi obiettivi e aspettative per il territorio e il made in Italy, e mai decollato: ogni anno il bilancio di Fico si chiude con perdite che vanno dai 2 ai 3 milioni di euro. Ora Farinetti, che ne ha preso in mano la gestione al 100%, tenta il tutto per tutto pur rilanciare il luna park del cibo. Ma la domanda sorge spontanea: non è che anche Fico sia più un format più da città americana che in Italia? E che dire di Green Pea, ultimo progetto imprenditoriale di Oscar Farinetti e primo centro commerciale al mondo dedicato al rispetto per il Pianeta, nato a Torino nel 2020: non un disastro come Fico e nemmeno come Eataly, ma a tre anni di distanza non sembra convincere a pieno. Al 31 dicembre 2020, con meno di un mese di attività, il Green Pea realizzava un fatturato di quasi 979mila euro, per una perdita di 41.577 euro. Il primo vero bilancio annuale riguarda il 2021, e riporta un giro d’affari di oltre 6,66 milioni di euro. Con un risultato ancora in perdita (-11.473 euro), ma in miglioramento. Quindi che dire, al di là dei progetti imprenditoriali o meno, di privati o statti (leggi liceo del Made in Italy), forse è il caso che si rifletta meglio su come promuovere e valorizzare il Made in Italy in Italia e all’estero (turismo compreso). Read the full article
0 notes
toscanoirriverente · 5 years
Link
Anni ed anni a fracassarci i coglioni e poi...
Tumblr media
4 notes · View notes
Text
Il cibo non è più Fico
Anna Lombroso per il Simplicissimus Sotto la pressione di una crisi determinata dalla riduzione delle garanzie, dai licenziamenti, dalla forzata chiusura di attività, che riduce perfino l’accesso all’indispensabile, sotto la minaccia di nuovi fronti della guerra che ci muove il crimine organizzato europeo che ci vuole ridurre ad animali da batteria costretti a nutrirci di becchimi, grilli,…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
giuliocavalli · 7 years
Text
Farinetti e la “signorina” Marta Fana: così si spegne lo storytelling del padrone
Farinetti e la “signorina” Marta Fana: così si spegne lo storytelling del padrone Da una parte c’è Oscar Farinetti, il mago dello storytelling di un capitalismo che traveste i poveri da “fortunati frequentatori” di supermercati ammantati di ottimismo e dall’altra c’è Marta Fana, una ricercatrice che come tanti se n’è andata dall’Italia per cercare un Paese all’altezza delle proprie aspirazioni. Farinetti, al solito, ci mette la sua melassa narrativa per raccontare di un’Italia che deve ripartire grazie alla “fiducia”, come se con la fiducia, l’ottimismo e un po’ di letteratura funzionale alla promozione della frutta e della verdura i giovani possano costruirsi una vita dignitosa. Farinetti è uno di quegli imprenditori che sognano di essere ringraziati ogni ora tutto il giorno dai concittadini e dai dipendenti per l’opportunità di averlo conosciuto. Farinetti è il mago del senso del lavoro talmente bistrattato che alla fine diventa un privilegio: è perfettamente funzionale a questa epoca di schiavismo edulcorato. In trasmissione però non trova i soliti vassalli pronti a bersi la sua narrazione. C’è una persona vera, di quelle che tutti i giorni frequentano una generazione tradita. E Marta Fana, tranquilla, sciorina tutte le contraddizioni di chi impoverisce i diritti e intanto raddoppia i prezzi dei legumi. E come reagisce lui? Promette querela. Al solito. Non risponde. Al solito. Ma soprattutto si rivolge a Marta Fana chiamandola “signorina”. Signorina. Come un padre di famiglia con una giovinastra che è troppo discola. Signorina come si usa per sminuire infilandola in una categoria non all’altezza, senza nemmeno meritarsi un nome e un cognome. E in quel “signorina” lì c’è tutto lo sprezzo dei padroni che sembrano tornati padronali come potevano permettersi solo cinquant’anni fa. Buon venerdì. (continua su Left)
Cinque minuti di televisione che sono il manifesto di un’era. Cosa è successo lo vedete qui: Da una parte c’è Oscar Farinetti, il mago dello storytelling di un capitalismo che traveste i poveri da “fortunati frequentatori” di supermercati ammantati di ottimismo e dall’altra c’è Marta Fana, una ricercatrice che come tanti se n’è andata dall’Italia per cercare un Paese all’altezza delle proprie…
View On WordPress
4 notes · View notes
thecatcherinthemind · 4 years
Text
🌿🌱
Stamattina ero da Green Pea e ho visto Oscar Farinetti.
È entrato, ha salutato la guardia e si è diretto verso delle piante decorative, passandoci in mezzo ed è sparito.
Fine.
Tumblr media Tumblr media
4 notes · View notes
3nding · 5 years
Quote
Nota a margine: oscar farinetti di Eataly che ha costruito la propria fortuna propagandando la difesa e la promozione(sic.) delle piccole realtà ed eccellenze alimentari/agricole/culinarie/gastronomiche italiane contro la massificazione del cibo, ha venduto l'acqua Lurisia a The Coca-Cola Company. L'ho detto e lo ripeto: i renziani sono berluscones che non ce l'hanno fatta.
3nding
26 notes · View notes
curiositasmundi · 5 years
Link
[...]
Slow Food conclude, con l’edizione 2019 di Cheese al via nel fine settimana, la collaborazione con Lurisia. Lo rende noto la stessa associazione fondata da Petrini. «Apprendiamo dagli organi di stampa del passaggio di proprietà di Lurisia Spa al gruppo Coca Cola. Lurisia ha sostenuto l’attività di Slow Food a partire dal 2007, principalmente in veste di partner dei grandi eventi: Cheese, Slow Fish e Salone del Gusto. Con l’edizione 2019 di Cheese si conclude la collaborazione, che non verrà rinnovata». 
[...]
11 notes · View notes
Oscar Farinetti: "Filiera agroalimentare colpita da inquinamento climatico, bisogna reagire"
A ‘Il libro possibile’ parla del suo testo “E’ nata prima la gallina…forse”source
View On WordPress
0 notes
syrahqueen · 6 years
Text
Celebrate Barolo Week With Fontanafredda Wines
Celebrate Barolo Week With Fontanafredda Wines
Nebbiolo is a noble grape that makes beautiful Barolo wines from northern Italy’s Piemonte region.  Barolos are some of the worlds most complex and age worthy wines.  For the third year in a row, Fontanafredda, the legendary Italian wine producers celebrate the annual Barolo Week, taking place October 17th to October 30th.
Barolo Week(#BaroloWeek) is a celebration of the iconic wine of Italy’s…
View On WordPress
0 notes