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Operazione antidroga nell’Acquese: due arresti e nuove strategie di contrasto al traffico di stupefacenti
I Carabinieri della Compagnia di Acqui Terme intensificano i controlli, portando a due arresti per spaccio e resistenza a Pubblico Ufficiale.
I Carabinieri della Compagnia di Acqui Terme intensificano i controlli, portando a due arresti per spaccio e resistenza a Pubblico Ufficiale. Nel quadro delle operazioni mirate al contrasto del traffico di droga, i Carabinieri di Acqui Terme hanno recentemente intensificato i servizi di monitoraggio e prevenzione sul territorio, ottenendo risultati significativi con l’arresto di due individui…
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Vicenza, operazione interforze "ad alto impatto". Denunce e segnalazioni per fenomeni criminali connessi alla presenza di soggetti molesti e pericolosi per la Sicurezza Pubblica
Vicenza, operazione interforze "ad alto impatto". Denunce e segnalazioni per fenomeni criminali connessi alla presenza di soggetti molesti e pericolosi per la Sicurezza Pubblica. Nella serata di ieri ha avuto luogo un Servizio di controllo del territorio straordinario “ad alto impatto” di prevenzione e repressione dei reati disposto con Ordinanza dal Questore della Provincia di Vicenza Dario Sallustio a seguito di una specifica riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduta dal Sig. Prefetto. Le attività operative appena concluse hanno interessato quelle “aree a rischio” di degrado urbano maggiormente presenti nel del Capoluogo, al fine di contrastare il fenomeno dei furti (specie in abitazione ed agli esercizi commerciali) e quei fenomeni criminali connessi alla presenza di soggetti molesti, e pericolosi per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (presenza di immigrati irregolari, reati predatori in genere, reati in materia di stupefacenti, eccetera). A seguito di un’attenta analisi dei fenomeni succedutisi in queste ultime settimane e anche a seguito di segnalazioni pervenute dai cittadini l’attività disposta nell’ambito di un più generale quadro di tutela dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica ha interessato, in particolar modo, l’area di Piazzale Bologna (con l’estensione alle attigue aree verdi di Campo Marzo, al Piazzale della Stazione FS ed all’intera area ricompresa tra le vie Milano, Genova, Torino, Corso SS Felice e Fortunato e via Roma), nonché il centro storico e l’area del quartiere Italia. Tutte le operazioni di Polizia si sono svolte con l’impiego straordinario di donne e uomini appartenenti alla Questura di Vicenza, al Comando Provinciale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, al Comando Polizia Locale di Vicenza, supportati da 3 equipaggi del Reparto Prevenzione del Crimine della Polizia di Stato. L’intera attività e stata integrata da specifici controlli antidroga con l’utilizzo di una Unità Cinofila e dall’impiego dell’elicottero della Guardia di Finanza richiesto appositamente e a bordo del quale, per una più ampia supervisione del servizio, è salito il Questore di Vicenza Dario Sallustio. Nel corso dei controlli veniva rintracciato H.L., 38enne cittadino Kosovaro, irregolarmente presente sul territorio con a carico numerosi precedenti penali per maltrattamenti in famiglia (per i quali Nel 2020 il Tribunale di Vicenza aveva emesso nei la misura del divieto di avvicinamento alla sua compagna e alle figlie) lesioni personali e minaccia, rissa, furto aggravato, guida senza patente. L’uomo aveva da poco finito di scontare una pena ad un anno e sei mesi di reclusione presso la Casa circondariale di Vicenza per lesioni personali, commesse per avere causato un grave incidente ad Arzignano, guidando in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti Il Questore di Vicenza, oltre ad avere emesso nei suoi confronti l’avviso orale, aveva disposto la revoca del permesso di soggiorno. Nella giornata di ieri il Questore ha immediatamente emesso un Ordine di Trattenimento presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Milano, ove gli Agenti dell’Ufficio Immigrazione della Questura hanno provveduto a scortarlo già nella scorsa nottata, e dove rimarrà in attesa di essere imbarcato quanto prima su un volo diretto in Kosovo. Nella stessa serata gli Agenti della Squadra “Volanti” hanno individuato e denunciato in stato di libertà tale O.O., 30enne cittadino nigeriano, senza fissa dimora e pluripregiudicato per numerosi reati contro il patrimonio, la persona e la Pubblica Amministrazione. Alle ore 19.00 circa di ieri sera, nell’ambito della quotidiana attività di controllo del territorio, mentre transitavano in Piazzale Bologna, gli operatori di Polizia hanno notato un soggetto che alla loro vista tentava di nascondersi. Insospettiti da tale atteggiamento, si avvicinavano e gli chiedevano un documento di identità al fine di poterlo identificare. Poiché ne era sprovvisto, l’uomo forniva a voce le proprie generalità e dalla consultazione della Banca Dati delle Forze di Polizia emergeva una nota di ricerca per la notifica del provvedimento del Foglio di Via Obbligatorio dal Comune di Vicenza emesso nei giorni scorsi dal Questore di Vicenza contestualmente alla misura dell’Avviso Orale. A quel punto l’uomo, spontaneamente svuotava lo zainetto in suo possesso estraendo dieci confezioni di formaggio a pasta dura, di varia pezzatura di peso, che sono risultate essere provento di furto ai danni del supermercato della catena “Eurospin” dove il responsabile lamentava l’ammanco di merce per un totale di 74,34 euro. Invitato presso gli Uffici della Questura, il direttore del punto vendita “Eurospin” riconosceva la merce indicata come quella mancante e sporgeva denuncia. Pertanto O.O., dopo essere stato fotosegnalato, e dopo la notifica dei provvedimenti a suo carico, veniva indagato in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione Per quanto riguarda, invece, gli esiti complessivi dell'operazione straordinaria di controllo del territorio, sono stati effettuati 8 posti di controllo lungo le arterie di accesso, controllando 90 autoveicoli e 229 persone, di cui 67 straniere e 46 con precedenti penali e/o di Polizia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Bologna tra le maggiori per il consumo di stupefacenti in Italia
Cannabis e cocaina, boom a Bologna. Lo svelano le fogne. I dati del Dipartimento per le politiche antidroga raccontano di un consumo di stupefacenti a livello nazionale sempre più alto. Tanto che il mercato sommerso vale come una rata del Pnrr. E Bologna è in cima alla classifica dei consumi per molte delle sostanze analizzate È un quadro sostanzialmente preoccupante quello immortalato dalla relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia redatto dal Dipartimento per le politiche antidroga. I dati sul consumo – relativi al 2022 – sono in aumento per molti tipi di sostanze stupefacenti e la fascia di età che per consumo è cresciuta di più è quella compresa tra i 15 e i 19 anni di età. La spesa stimata dall’Istat per l’acquisto di stupefacenti è, in totale, di 15,5 miliardi di euro. In pratica, una piccola legge di bilancio, o una rata del Pnrr. La ricerca La relazione del Dipartimento per le politiche antidroga è la fotografia sulle dipendenze prevista dal testo unico sugli stupefacenti (DPR 309/90). Presentata annualmente al Parlamento, ha lo scopo «di inquadrare il fenomeno nel modo più aderente alla realtà, anche al fine di orientare gli interventi pubblici nel settore», basandosi su una lettura integrata delle informazioni derivanti dalle molte fonti ufficiali che si occupano di stupefacenti. Come detto, i dati sono relativi all’anno 2022; dal prossimo anno, come scrive nell’introduzione alla relazione Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle politiche antidroga, il metodo di ricerca sarà innovato, e si avvarrà di «periodici incontri fra rappresentanti delle comunità, dei SerD, dei funzionari dedicati delle Regioni, di medici e professionisti – dai tossicologi agli psichiatri – a vario titolo impegnati nel settore», al fine di «rendere l’aggiornamento più puntuale». «Il metodo di lavoro prima descritto punta a introdurre una serie di miglioramenti – continua Mantovano –, prima fra tutti la formalizzazione dell’ampliamento delle competenze del Dipartimento, e l’istituzione di un Osservatorio per le dipendenze patologiche, da sostanze e comportamentali. Non esiste soltanto la dipendenza dalla droga, ma tutte le forme di dipendenza hanno una base comune: indeboliscono e privano della libertà». Il quadro nazionale I dati della relazione del 2023, relativi al 2022, riportano di un consumo di stupefacenti a livello nazionale sempre più alto, anche tra i più giovani. La fascia 15-19 anni rappresenta il 27,9% dei consumatori totali, con un aumento definito «preoccupante» di oltre il 9% rispetto al 2021. La sostanza più utilizzata è quella dei cannabinoidi con un +6% nella fascia 15-19. I ragazzi e le ragazze di questa età consumano, in media, più cocaina (+0,4% del consumo totale), più stimolanti (+1,1%) e più allucinogeni (+0,7%) della macro-fascia 18-64. I dati che più stupiscono riguardano gli psicofarmaci e le Nps, ovvero le nuove sostanze psicoattive. Per quanto riguarda gli psicofarmaci, la fascia 15-19 si attesta al 10,8% del consumo totale, quasi raddoppiando i consumi del 2021 (6,6%). In generale, nel 2022 le operazioni antidroga svolte dalle forze di polizia su territorio nazionale e in acque internazionali limitrofe sono state 19.198, facendo registrare un 10% in meno rispetto al 2021. Le operazioni antidroga sono state svolte in larga parte nel nord Italia (43%), poi nel sud e nelle isole (31%) e infine nel centro Italia (26%). La regione che ha visto più operazioni è il Lazio (17,2%) seguito dalla Lombardia (16,8%). In Emilia-Romagna sono state svolte poco più di 1.200 operazioni, equivalenti al 6,6% del totale. Le sostanze Tutti gli indicatori esaminati descrivono i prodotti della cannabis come le sostanze stupefacenti più utilizzate in Italia. La cannabis e i suoi derivati sono state oggetto di oltre 9mila operazioni di polizia, che rappresentano circa la metà delle operazioni totali. Nel 2022 sono state sequestrate 47 tonnellate di cannabis e derivati, la maggior parte rinvenute in abitazioni private, in auto e sulle persone. La concentrazione del principio attivo è in crescita, il prezzo al dettaglio rimane stabile per la marijuana e in diminuzione per l’hashish (8-11 euro al grammo per la marijuana, 10-13 euro per l’hashish). Il volume di affari stimato è superiore ai 6 miliardi all’anno. Tra le sostanze canoniche, la cocaina è una delle sostanze che maggiormente continua a diffondersi, con un arrivo costante via mare dai Paesi sudamericani. Il 77% dei sequestri di cocaina nel 2022, infatti, è avvenuto nelle aree doganali marittime. Ma se nel 2018 il totale di cocaina sequestrata era stato di 3,5 tonnellate, nel 2022 è stato di oltre 26 tonnellate. La concentrazione di principio attivo è stabile (circa il 70%), così come il costo medio (83 euro al grammo). La grande popolarità della cocaina la rende assoluta protagonista del mercato del narcotraffico: da sola, produce un volume di affari pari a 5 miliardi di euro l’anno, cioè poco meno di un terzo di tutto il mercato nazionale. La sua diffusione è testimoniata anche da altri dati, come l’analisi delle acque reflue, le segnalazioni per possesso, traffico e detenzione, oltre che agli ingressi nei SerD, negli ospedali e in altre strutture sociosanitarie riferiti all’utilizzo di cocaina. I dati su eroina e oppiacei sono di più difficile lettura. L’aggregazione dovuta alla loro origine comune (l’oppio, appunto) fornisce un quadro controverso: se i livelli del mercato sono stabili (così come i quantitativi di sostanza sequestrata, la quantità di principio attivo e il prezzo medio), il dato relativo al consumo indica invece una netta inversione di tendenza. L’utilizzo tra gli studenti è cresciuto, tornando ai livelli pre-pandemici (25mila persone hanno riferito l’utilizzo di oppiacei nel 2022), ma quello della fascia 18-84 anni è triplicato rispetto al 2017. Questo è probabilmente dovuto alla maggiore disponibilità di farmaci a base oppiacea: infatti, i maggiori incrementi si sono registrati tra la popolazione femminile fra i 55 e i 74 anni. Rimane però certo un aspetto, e cioè che l’eroina è sicuramente la droga con più impatto a livello sanitario: oltre ad essere la «principale sostanza di consumo tra gli utenti in trattamento ai servizi pubblici per le dipendenze», quella relativa agli oppiacei è anche «la categoria di sostanze responsabili del 50% dei decessi per overdose registrati in Italia». Preoccupa il prezzo, che continua a scendere: per un grammo di brown si spendono in media tra i 37 e i 45 euro, mentre per la bianca siamo tra i 48 e i 59 euro al grammo. Nuove sostanze psicoattive (Nps) L’ultima categoria individuata dal rapporto è quella, già citata, nelle nuove sostanze psicoattive (Nps), con la quale si indicano sostanze sintetiche come la ketamina, o alternative a quelle più canoniche come i cannabinoidi sintetici e gli oppioidi sintetici. Sebbene il fenomeno sia ancora contenuto, a preoccupare è la sua «dinamicità e volatilità, con sostanze che emergono e scompaiono rapidamente», e sono «potenzialmente molto dannose e difficili da individuare, con importanti conseguenze per la salute pubblica». Infatti, l’aumento del consumo del 2,8% rispetto all’anno precedente (5,8% nel 2022, 3% nel 2021) è dato soprattutto dalla facilità di acquisto nel mercato virtuale. Questo perché, a volte, le Nps risultano “non illegali”, e cioè appaiono sul mercato prima che lo Snap (Sistema nazionale di allerta precoce) le inserisca nella lista delle sostanze proibite. Nel 2022, lo Snap ha segnalato all’agenzia europea che si occupa di droghe (European monitoring center for drug and drug addiction) ben 76 nuove sostanze, di cui 29 apparse per la prima volta in Italia. Cannabis, cocaina e ketamina a Bologna tra le più alte concentrazioni in Italia
Numero medio giornaliero di dosi di amfetamina, metamfetamina ed ecstasy ogni 1.000 abitanti nelle città Bologna è tra le città italiane con la più alta concentrazione di THC – principio attivo della cannabis e dei suoi derivati – nelle acque reflue (dosi al giorno per ogni mille abitanti). Livelli alti sono stati registrati anche per la cocaina (20 dosi al giorno ogni mille abitanti), ben oltre la media che oscilla tra le nove e le dodici dosi. La città turrita si distingue anche nella classifica dei consumi di ketamina: dopo il piccolo comune di Merano (40mila abitanti), il capoluogo emiliano è primo per dosi giornaliere ogni mille abitanti (circa 20, in una media nazionale di circa cinque dosi).
Consumo di droghe giornaliero nelle maggiori città italiane - Fonte dati ministero dell'Interno I numeri nella nostra Regione L’Emilia-Romagna, confrontata con le altre grandi regioni italiane, è tra quelle con meno chili di droga sequestrati nel 2022: 247 chili di cocaina, 21 di eroina, 667 di hashish e 1.727 di marijuana, per un totale di oltre 2.600 chili. In Lombardia, ad esempio, sono stati sequestrati oltre gli 8.800 chili di droga; nel Lazio oltre 9mila, in Sardegna più 15mila, in Calabria oltre 19mila (questi ultimi due dati, però, risentono della posizione geografica: è facile immaginare come la maggior parte dei sequestri sia avvenuto per le sostanze che stavano entrando in Italia via mare). Il dato più positivo è quello relativo ai servizi sociosanitari per le dipendenze. L’Emilia-Romagna è prima in molte delle classifiche relative ai servizi offerti: per la fascia d’età 15-64, la proporzione è di 1,2 servizi per ogni 100mila abitanti, il tasso più alto se si esclude la provincia autonoma di Bolzano. Si spiegano anche così i numeri relativi agli accessi in pronto soccorso: anche qui il risultato dell’Emilia-Romagna è molto alto, con circa 25 accessi ogni 100mila abitanti per patologie direttamente correlate alla droga rispetto ai 14 della media nazionale.
DECESSI DROGA CORRELATI_DATI REGIONI_2022 Read the full article
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15 DIC 2019 16:12
UN MONDO STUPEFACENTE – LE NUOVE DROGHE POSSONO ESSERE MILLE VOLTE PIÙ FORTI DELL’EROINA E MANDANO IN OSPEDALE PAZIENTI ALLUCINATI, DELIRANTI, VIOLENTI E INCONTROLLABILI - LA PIÙ UTILIZZATA È LA CHETAMINA MENTRE NEI CHEMSEX VENGONO USATI I CATINONI, LA COSIDDETTA "DROGA DEL CANNIBALE" CHE OTTIMIZZA LE PRESTAZIONI SESSUALI – E SE QUESTE SOSTANZE PROVOCANO DISTURBI PSICOTICI INGUARIBILI ANCHE TRA GLI ADOLESCENTI, ANCORA SI SOTTOVALUTA LO SPINELLO: NE BASTA UNO PER...
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Sara Cariglia per “Libero quotidiano”
Sono fallaci tanto quanto l' estasi che generano in chi si avvicina alla loro iper-seduzione. Rispondono a un mirabolante desiderio di emozione, disincanto e rincanto.
Promettono di comprare l' oblio a bordo di una sfavillante carrozza da gala inflazionata da insostenibile leggerezza. Neppure il salutismo ha saputo metterle in discussione.
Così, in caso di défaillance, la magic portion è ancora una volta la presenza più costante nella cambusa del landò di coloro che alimentano il mercato dello sballo. Ma con una differenza: se ieri la rimessa era provvista di hashish, eroina, cocaina ed ecstasy, oggi è equipaggiata da molecole stupefacenti all' ultimo grido: «Si chiamano Nuove Sostanze Psicoattive (NSP), stanno facendo stragi sul mercato, sono sintetiche, molto pericolose e fino a 1.000 volte più potenti dell' eroina» fa sapere il professor Carlo Locatelli, direttore e fondatore del Centro Antiveleni e Centro Nazionale di Informazione Tossicologica dell' Istituto Maugeri di Pavia, nonché consulente dello Stato per i casi di terrorismo chimico.
A distribuirle ci pensano prevalentemente le moderne e virtuali cattedrali del consumo, diventate vere e proprie mete di pellegrinaggio: «Il negozio dello spacciatore al momento è anzitutto la rete, angelo e diavolo insieme.
Lì tutto è veloce, a portata di clic e di mano, considerato che le nuove droghe arrivano principalmente per posta. Il giro d' affari italiano è di circa 40 miliardi annui, ma è forse questo il costo della salute?» dice Locatelli, altresì coordinatore per gli aspetti clinico-tossicologici del Sistema Nazionale di allerta rapida per le sostanze d' abuso del Dipartimento delle politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri.
Quali sono le principali sostanze d' abuso al mondo?
«Secondo l' Organizzazione mondiale della sanità (OMS), in prima linea c' è l' alcol etilico, che pur essendo giuridicamente legale è da considerarsi una droga a tutti gli effetti.
Seguono poi il tabagismo e la marijuana: la ricerca ci dice che il 98 per cento delle persone almeno una volta nella vita ha fumato "erba". Per quanto riguarda le Nuove Sostanze Psicoattive si posizionano, invece, al quarto posto. Vengono poi cocaina ed eroina».
Che differenza c' è tra le nuove e le vecchie droghe?
«Le nuove sono circa un migliaio. Rispetto alle tradizionali sono molto più numerose e di gran lunga più potenti. Il rapporto è da 4 o 5 a 1.000 volte. I quadri clinici ci parlano di pazienti allucinati, deliranti, violenti e incontrollabili. Non è un caso che buona parte dei ricoveri abbia luogo nei reparti di rianimazione e psichiatria».
Le più in voga?
«A far parlare di sé sono soprattutto i cannabinoidi e gli oppioidi sintetici, ma anche le ketamine e i catinoni. Se una persona desidera sperimentare gli effetti della cocaina probabilmente li ricercherà nei catinoni.
La cosiddetta droga del cannibale rientra certamente in questa categoria, così soprannominata poiché in grado di scatenare forme di pseudo-cannibalismo.
Se ne fa particolarmente uso nei chemsex al fine di ottimizzare la prestazione sessuale».
Nei party chemsex, per facilitare e prolungare il sesso, si ricorre anche alla droga da stupro?
«Generalmente sì. La droga da stupro, infatti, pur essendo principalmente utilizzata per favorire la violenza sessuale -facendo cadere facilmente e rapidamente i freni inibitori - è sicuramente fra le più in auge anche nei chemsex.
Le due molecole più comuni sono il GHB (Gamma-idrossibutirrato, nota come ecstasy liquida) e il GBL. Quando utilizzate per abusi sessuali, possono essere disciolte in acqua o in bibite e somministrate alla vittima senza il suo consenso.
Causano amnesia, quindi la malcapitata una volta rinsavita potrebbe aver prevedibilmente dimenticato che cosa è accaduto nelle ore precedenti. Nei chemsex, invece, l' assunzione è consapevole».
Qual è lo stupefacente che vince su tutti?
«È la ketamina, una molecola ampiamente utilizzata come farmaco. Conosciuta per i suoi effetti anestetici e analgesici, a dosi e in quantitativi diversi, viene però impiegata anche come sostanza d' abuso.
Generalmente determina stati psichedelici, allucinazioni ed euforia, questo spiega perché circoli a dosi massicce nei festini o nei ritrovi di gruppo, dove essendo inodore e insapore si presta a essere perfettamente miscelata con ogni genere di bevanda. Purtroppo se ne sottovaluta la pericolosità, ma può essere letale e mandare in coma».
Parliamo di tendenze.
«Mentre nel Nord Europa c' è sempre stata la piaga dell' alcol e delle anfetamine, nel Sud quella da cocaina.
Per intenderci: se Italia, Spagna e Inghilterra sono il trionfo della "coca", Svezia Norvegia e Finlandia sono il trionfo delle anfetamine e, in parte, anche dei nuovi oppioidi».
Quali i danni irreversibili?
«Disturbi psicotici al di sopra di tutto. Ma mentre le vecchie sostanze d' abuso portavano bene o male a psicosi almeno in parte reversibili, le nuove, sono la causa di esordi psicotici che sembrano inguaribili. Altri fattori di rischio sono overdose e dipendenza (anche se gli anni di osservazione sono ancora pochi per confermarlo).
A seconda dei casi si potrebbe incappare ulteriormente in danni permanenti sia a livello del sistema cardiovascolare sia di quello nervoso centrale (morte dei neuroni), così come del rene e del fegato.
Non per tutte sono ancora noti gli effetti dannosi. Quel che è certo, comunque, è che le droghe sintetiche seppur in quantità minime sono in grado di provocare avvelenamenti mortali».
Chi le acquista?
«La tipologia dei consumatori è diversificata. La nostra casistica, per esempio, parte dai sedici anni. È l' età più critica. Gli adolescenti, di solito, dopo aver fatto esperienza con alcol, sigarette e marijuana, shiftano su altro. I dati europei ci dicono che l' 8 per cento dei giovani adulti di età compresa tra i 16 e i 24 anni ha provato le nuove sostanze psicoattive.
Così, se in Italia metà della casistica si riferisce a questa fascia d' età (tre su quattro sono maschi), l' altra mezza parte è di norma personificata dagli over 30.
Purtroppo ad avvicinarsi a questa pericolosa realtà sono però anche ragazzini tra i 10 e i 15 anni (3 per cento)».
Perché questa caccia disperata alle emozioni?
«Non sono né uno psicoterapeuta né uno psichiatra, di conseguenza risposto da intesivista e tossicologo clinico quale sono. Dico che le droghe vengono assunte per avere una vita performante, per stare svegli più a lungo, o ancora per accrescere il divertimento ad una festa tra amici o in discoteca.
Insomma, inebriando il sistema nervoso ingannano dando l' impressione di poter fare cento "operazioni" in un minuto anziché in un' ora. Chi è sotto il loro effetto si sente avvolto da un' energia notevole e da forte desiderio di socializzare.
C' è un guaio però, il consumatore a molecole così potenti non è evidentemente preparato: dal 2011 a oggi i casi per i quali ci hanno chiesto consulenza sono stati circa 18mila».
Da dove arrivano le droghe moderne?
«Provengono prevalentemente da Cina e India. Sono realizzate sia da aziende chimiche e farmaceutiche sia da laboratori clandestini che hanno sede specialmente nel Nord Europa. In Italia non ne sono ancora stati trovati».
Sono a buon mercato?
«Certo, sono molto cheap, costano poco più di uno spinello».
A proposito di spinelli, tra le nuove sostanze illecite rientrano anche i cannabinoidi sintetici. Si dice vadano a rimpiazzare la classica "canna". Verità o menzogna?
«È opinione comune pensare che i cannabinoidi - Spice o K2 - per via del loro nome sostituiscano il classico spinello. Niente di più sbagliato. Il loro effetto, infatti, è centinaia di volte più potente della marijuana; ricorda quello della cocaina e il consumatore ne prende atto solo una volta "saggiati" gli effetti».
Fumare cannabinoidi mette a rischio di morte?
«Certamente! Si muore di avvelenamenti, di stroke ischemici, di problemi di coagulazione, di complicazioni renali o di psicosi acute, che spingono a compiere gesti insulsi».
Si può morire di marijuana?
«Anche per un solo spinello. Arresto cardiaco e aritmia i potenziali moventi del decesso. La marijuana è una droga e come tale non va sottovalutata. Iniziata a fumare precocemente, per esempio, abbassa il QI (quoziente intellettivo). A lungo andare provoca invece un inesorabile decadimento dei neuroni.
Ma non è tutto: l'"erba" modifica altresì la normale maturazione di un adolescente, influendo sia sulla personalità sia sulla capacità decisionale; riduce inoltre l' apprendimento scolastico, la capacità di controllo, di giudizio e la stima del pericolo. Anche gli attacchi di panico sono strettamente correlati all' uso di marijuana. È l' uso frequente o quotidiano a lasciare il segno».
Le leggi attuali sono sufficienti?
«Assolutamente no, tant' è che il mercato dello sballo è un fenomeno del tutto incontrollabile e incontrollato. Lo assicura la stessa agenzia dell' Unione Europea che ha sede a Lisbona e fornisce dati sul problema della droga in Europa.
Trattandosi, infatti, di sostanze non tabellate e dunque di libero commercio, cioè ancora al di fuori dal mercato illecito, generano una falsa e diffusa percezione di innocuità. L' aggravante poi è che le Nuove Sostanze Psicoattive passano inosservate ai vari drug-test (test antidroga).
Insomma, la medicina ha sempre studiato tutte le molecole, cercando di trovarne usi terapeutici anche per quelle molecole che poi sono risultate essere solo sostanze illegali e d' abuso (per esempio cocaina, ecstasy), e molte delle NSP sono state inizialmente brevettate come potenziali farmaci senza poi però riuscire a essere fruite in campo medico per l' elevata tossicità: non tutto si può utilizzare come farmaco».
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Trento, 10/09/2018 GUARDIA DI FINANZA: OPERAZIONE “ALBA BIANCA”: STRONCATO TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA TRA NORD EUROPA E ITALIA Eseguiti 30 arresti in Italia e all’estero, sequestrati 120 chili di droga per un valore sul mercato illecito di oltre venti milioni di euro Fondamentale la cooperazione tra organismi di polizia italiani e germanici La Guardia di Finanza di Trento ha concluso l’operazione internazionale antidroga denominata “Alba bianca”, eseguendo oggi venti misure di custodia cautelare in carcere emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Trento, sedici delle quali sul territorio nazionale (Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto), quattro all’estero, con mandato di arresto europeo in Germania e Albania, che si sommano ai dieci arresti già eseguiti nel corso delle indagini nell’arco di due anni. Dalle prime ore della mattinata odierna un centinaio di militari con una decina di unità cinofile antidroga delle Fiamme Gialle, in coordinamento con la polizia giudiziaria e Doganale bavarese, stanno effettuando arresti e perquisizioni nei confronti dei componenti di due associazioni criminali radicate nel Nord Italia e in Baviera, dedite al traffico internazionale di droga, con ampie ramificazioni sul territorio nazionale e all’estero.
Le indagini, iniziate nel gennaio 2016 a seguito di un sequestro di 93,1 kg. di cocaina effettuato dalle Fiamme Gialle di Vipiteno (BZ), al confine con l’Austria, in ingresso in Italia, sono state sviluppate e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dal Gruppo Operativo Antidroga (GOA) della Guardia di Finanza di Trento. Le attività di indagine sono state condotte attraverso una complessa attività investigativa transnazionale, che si è avvalsa della collaborazione del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza – S.C.I.C.O. di Roma e ha visto un largo ricorso a procedure di cooperazione internazionale, attuate tramite il II Reparto “Coordinamento informativo e relazioni internazionali” del Comando Generale della Guardia di Finanza e la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno – D.C.S.A., con le Forze di Polizia e doganali tedesche e di diversi altri Stati, tra cui Belgio, Albania e Macedonia.
Sono stati, così, individuati due sodalizi criminali composti, prevalentemente, da soggetti di origine balcanica (albanese, macedone e serba, affiancati da cittadini iracheni, pakistani, afghani, tedeschi e italiani) che, stabilmente radicati in Trentino-Alto Adige (specie nel capoluogo altoatesino, ove rifornivano, anche, alcuni pregiudicati legati alla criminalità storica, di origine calabrese) e in Baviera (D), si ripartivano i locali mercati dello spaccio. I due gruppi criminali avevano anche importanti ramificazioni in Piemonte, Lombardia e Veneto, nonché in Belgio ed Olanda, Paesi questi dove acquistavano direttamente ingenti partite di droga che poi venivano trasportate in Italia mediante automezzi con ingegnosi doppifondi. Fondamentale, per le operazioni all’estero, si è rivelata la collaborazione investigativa con il BLKA (Bayerisches Landeskriminalamt) e lo ZFA (Zollfahndungsamt) di Monaco di Baviera (D), con i quali, sotto l’egida della D.C.S.A. e della Procura di Trento, è stata avviata una serie di scambi diretti di informazioni e sono state sviluppate investigazioni parallele per il contrasto del crimine transnazionale. L’attività di cooperazione con le Forze di Polizia e doganali germaniche ha consentito loro di sequestrare, su segnalazione delle Fiamme Gialle trentine, 2,18 kg di eroina e 21,3 kg di marijuana tra luglio e novembre 2016, arrestando sei corrieri di nazionalità tedesca e albanese: alle operazioni in Germania hanno partecipato anche i Finanzieri italiani per fornire il loro supporto, sfruttando le possibilità offerte dalle vigenti convenzioni europee. I Finanzieri del GOA di Trento, nei due anni di indagine, hanno operato sul territorio nazionale sequestrando a Bolzano e Bressanone (BZ) ulteriori 1,8 kg di cocaina e arrestando tre corrieri di nazionalità albanese, pakistana e macedone domiciliati in Italia. Di particolare rilievo, nel giugno 2018, l’arresto effettuato dalle Fiamme Gialle presso l’aeroporto di Milano Linate di uno dei due cittadini albanesi originariamente fermati a Vipiteno (BZ) che, approfittando di una temporanea scarcerazione, si era rifugiato all’estero, ma è poi stato individuato, dal GOA di Trento, in Belgio ed ivi catturato ed estradato sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Bolzano.
In esecuzione delle misure di custodia cautelare in carcere, in Italia, sono stati arrestati tredici cittadini albanesi, domiciliati a Bolzano, Merano (BZ), Bressanone (BZ), Laives (BZ), Chiusa (BZ), Treviso, Opera (MI) e Manerba (BS), un cittadino kossovaro domiciliato a Treviso, un cittadino pakistano domiciliato a Bressanone (BZ) e un cittadino italiano di origini albanesi domiciliato a Merano (BZ). Sulla base della procedura del Mandato d’Arresto Europeo (MAE) e grazie agli accordi internazionali in materia di estradizione, in Germania sono stati contemporaneamente arrestati tre cittadini albanesi residenti in Baviera e un altro è stato arrestato dalle stesse autorità albanesi nella capitale Tirana. Il bilancio complessivo dell’operazione ha portato all’individuazione e alla denuncia di 40 narcotrafficanti, trenta dei quali sono stati arrestati, sequestrando complessivamente circa 120 chili di droga (cocaina, eroina e marijuana) per un valore sul mercato illecito di oltre venti milioni di euro, otto automezzi utilizzati per il trasporto dello stupefacente e oltre centomila euro in contanti. L’operazione ha inflitto un duro colpo ai canali di rifornimento dello stupefacente dal Nord Europa all’Italia, confermando l’importanza dell’asse del Brennero quale crocevia dei traffici internazionali e il valore aggiunto della cooperazione europea tra inquirenti, forze di polizia e organismi di coordinamento interforze italiani.
TRENTO. TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA TRA NORD EUROPA E ITALIA. Trento, 10/09/2018 GUARDIA DI FINANZA: OPERAZIONE “ALBA BIANCA”: STRONCATO TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA TRA NORD EUROPA E ITALIA…
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Estradato dalla Spagna Rosario Grasso capo cosca della `ndrina "Cacciola Grasso"
Lo SCIP (Servizio per la cooperazione internazionale di polizia) della Criminalpol ha riportato in Italia il capocosca Rosario GRASSO, 37enne di Gioia Tauro (RC), arrestato il 6 marzo scorso a Pozuelo de Alarcon-Madrid in compagnia dell´altro latitante Giuseppe DI MARTE, già estradato. Inserito nell´elenco dei latitanti più pericolosi del Ministero dell´Interno, Grasso ricopriva il ruolo di assoluto vertice della `ndrina Cacciola-Grasso, attivissimo nell´importazione di sostanze stupefacenti in Europa, gestiva i contatti diretti con gli esponenti dei cartelli colombiani e venezuelani. La cattura dei due criminali è giunta all´esito di una pressante attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica reggina avviata all´indomani dell´operazione di polizia "ARES", che il 9 luglio 2018 ha permesso di disarticolare due tra le più temibili articolazioni della `ndrangheta attive nella Piana di Gioia Tauro. L´indagine "ARES", condotta dal Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro tra il 2017 ed il 2018 ha infatti permesso di individuare per la prima volta due aggregazioni della `ndrangheta, quella dei "CACCIOLA-GRASSO" e quella dei soli "CACCIOLA", contrapposte tra loro, radicate nella Piana di Gioia Tauro e riconducibili alla società di Rosarno del mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria. Grasso ora dovrà rispondere ad accuse pesantissime in quanto la Procura reggina lo ritiene responsabile di essere stato: «il promotore e l´organizzatore della cosca Grasso, dove aveva il compito di dirigere l´attività dei sodali, impartendo direttive e stabilendo le attività da compiere nell´interesse del sodalizio e di stabilire i rapporti con i referenti delle altre consorterie mafiose nonché di promuovere e finanziare le attività criminali della consorteria». Inoltre, nel settore del narcotraffico, internazionale è stato ritenuto: «Promotore, dirigente, organizzatore e finanziatore dell´associazione che si occupava di sovraintendere alle importazioni dall´estero di sostanza stupefacente e, in generale, a tutte le operazioni di approvvigionamento e successiva vendita della droga nella disponibilità della consorteria, stabilendo le strategie operative per il superamento dei problemi connessi alle negoziazioni illecite, deliberando l´acquisto dei mezzi strumentali necessari per lo svolgimento dell´attività, impartendo direttive ai sodali e cooperando con loro nel perseguimento degli interessi del sodalizio». Rosario GRASSO è peraltro destinatario anche di un altro provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal G.I.P. di Reggio Calabria su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. La sua figura, infatti, era emersa nelle indagini della Squadra Mobile di Reggio Calabria, afferenti all´operazione internazionale "European `ndrangheta connection", svolta nello scorso mese di dicembre da diverse forze di polizia italiane (Polizia di Stato e Guardia di Finanza) ed europee, con il coordinamento di Eurojust ed di Europol. Nell´ambito di tale inchiesta - coordinata dal Procuratore Giovanni BOMBARDIERI, dal Procuratore Aggiunto Giuseppe LOMBARDO e dal Sostituto Procuratore Francesco TEDESCO -, Rosario GRASSO è indagato per aver acquistato, detenuto, trasportato ed importato una quantità non determinata di cocaina proveniente dal Sudamerica e destinata in Italia, con l´aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare la cosca di `ndrangheta dei GRASSO di Rosarno. La partita di droga - che a dire degli stessi correi era stata sequestrata in Spagna - sarebbe dovuta giungere, a bordo di una nave, al porto di Gioia Tauro, dove Rosario GRASSO e suo fratello Giovanni erano in attesa di recuperare il carico. La conclusione della indagini e l´esecuzione del mandato d´arresto europeo attraverso la polizia spagnola è il risultato del lavoro d´indagine delle forze di polizia italiane e della cooperazione assicurata dalla polizia spagnola, grazie al lavoro dello SCIP e della Direzione Centrale per i servizi antidroga. All´arrivo di Rosario GRASSO a Fiumicino, negli Uffici di Polizia di Frontiera Aerea sono state espletate le formalità dell´arresto sul territorio nazionale e successivamente è stato condotto in carcere a disposizione dell´Autorità Giudiziaria reggina. Read the full article
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Droga dal Sud America e dalla Calabria per inondare le piazze della Sicilia orientale, 16 indagati
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Droga dal Sud America e dalla Calabria per inondare le piazze della Sicilia orientale, 16 indagati
Droga dal Sud America e dalla Calabria per inondare le piazze della Sicilia orientale, 16 indagati
Un business importante che avrebbe fruttato qualcosa come circa 5 milioni di euro. Un traffico di droga, in particolare di hashish, marijuana, cocaina ed eroina, che inondava il mercato della Sicilia orientale e gestito da due organizzazioni la cui base operativa era a Catania ma che potevano contare su ramificazioni in Italia e all’estero, per l’esattezza a Torino e Siena, ma anche Reggio Calabria, così come in Spagna e Sud America. È quanto emerge dalle indagini della guardia di finanza del capoluogo etneo che, coordinata dalla Procura distrettuale, ha portato ad indagare 16 persone accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti. Si tratta, in pratica, della seconda fase di un’altra indagine condotta sempre dalle fiamme gialle, l’operazione “Stop and Go”, che tra il gennaio del 2016 e il maggio del 2017 fece finire in manette 27 soggetti a cui si contestava sempre il traffico di droga e consentendo il sequestro, in totale, di circa 100 chili di hashish, 70 di marijuana, 10 di cocaina e 4 di eroina. L’HASHISH NASCOSTA TRA LE CASSE DI VINO Secondo gli investigatori un primo sodalizio sarebbe stato composto dai fratelli Alfio e Giuseppe Maggiore (di 31 e 54 anni) e Orazio Valentino (32), ritenuti i promotori, catanesi e attivi nel quartiere di Librino. Del gruppo avrebbe fatto parte poi Vincenzo Oneto (58enne di origini palermitane) e Daniele Stivala (32), a cui sarebbe spettato invece il compito di procurarsi rilevanti quantitativi di hashish ed eroina a Torino per poi trasportarla a Catania e qui rivenderla all’ingrosso ai fornitori delle piazze di spaccio nei quartieri di Librino, San Cristoforo e Villaggio Sant’Agata. Della stessa compagine avrebbe fatto parte, poi, Giuseppe Vasta (31), già noto alle cronache giudiziarie per essere stato arrestato nel quartiere Zia Lisa dopo essere stato “beccato” con 1,3 kg di cocaina nascosta tra i salumi e per detenzione illegale di un’arma clandestina e di munizioni. La tesi degli inquirenti è che proprio Vasta fosse il principale collettore dei traffici illeciti orchestrati dal gruppo capeggiato dai fratelli Maggiore. Altri acquirenti del gruppo capeggiato da quest’ultimi, e raggiunti dal provvedimento restrittivo, sono Gianluca Giarrusso (37enne arrestati nel marzo 2017) che avrebbe ricevuto un carico di ben 27 kg di hashish nascosti in una cassa di legno per vini. All’interno della “confezione” vi erano 53 pacchetti accuratamente protetti ognuno con un palloncino colorato e avvolti doppiamente con plastiche sottovuoto. Tra gli altri indagati, poi, Omar Sacco (35) e Marco Gallo Cassarino (34), considerati gli organizzatori di due compravendite, una di cocaina proveniente dalla Calabria e una di hashish in arrivo invece da Torino. Tra i promotori di una compravendita di hashish da Torino a Catania, Salvatore Stivala (39). LA COCA VIAGGIAVA NELLE BATTERIE Una seconda organizzazione, inoltre, con “proiezioni internazionali” e che alimentava le piazze di spaccio di Siracusa, sarebbe stata costituita da Angelo Messina (72), ritenuto come un committente e acquirente finale; Gino Guzzardi (52), a cui si contesta l’organizzazione dell’importazione di cocaina dal Sud America, per lo più da Santo Domingo e dalla Colombia; Emanuele Bussoletti (53) e Simonetta Mazzolai (63) ritenuti i corrieri della droga; infine due “fornitori” dominicani, Matos Herasme Leandro De Jesus “Leon” (46) e Gomeris Cappellan Bizchmar (46) Durante le indagini i finanzieri siciliani, specializzati nelle operazioni antidroga, seguendo i fornitori sudamericani che rifornivano il gruppo siracusano capeggiato da Messina e Guzzardi, avevano intercettato due consegne “di prova”. La prima nel marzo del 2016: in arrivo dalla Spagna la droga fu scoperta a Genova, si tratta in particolare di 1,6 chili di cocaina che era stata nascosta dentro la batteria dell’autovettura utilizzata al corriere. La seconda, che seguiva sempre la rotta dalla Liguria alla Sicilia, fu scoperta nel settembre dello stesso anno: 2,6 chili di coca confezionata con cellophane e nastro da imballaggio e nascosti all’interno di un “tower”, un diffusore acustico, trasportato come valigia da uno dei corrieri arrivato col treno nella stazione ferroviaria di Catania.
Un business importante che avrebbe fruttato qualcosa come circa 5 milioni di euro. Un traffico di droga, in particolare di hashish, marijuana, cocaina ed eroina, che inondava il mercato della Sicilia orientale e gestito da due organizzazioni la cui base operativa era a Catania ma che potevano contare su ramificazioni in Italia e all’estero, per l’esattezza a Torino e Siena, ma anche Reggio Calabria, così come in Spagna e Sud America. È quanto emerge dalle indagini della guardia di finanza del capoluogo etneo che, coordinata dalla Procura distrettuale, ha portato ad indagare 16 persone accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti. Si tratta, in pratica, della seconda fase di un’altra indagine condotta sempre dalle fiamme gialle, l’operazione “Stop and Go”, che tra il gennaio del 2016 e il maggio del 2017 fece finire in manette 27 soggetti a cui si contestava sempre il traffico di droga e consentendo il sequestro, in totale, di circa 100 chili di hashish, 70 di marijuana, 10 di cocaina e 4 di eroina. L’HASHISH NASCOSTA TRA LE CASSE DI VINO Secondo gli investigatori un primo sodalizio sarebbe stato composto dai fratelli Alfio e Giuseppe Maggiore (di 31 e 54 anni) e Orazio Valentino (32), ritenuti i promotori, catanesi e attivi nel quartiere di Librino. Del gruppo avrebbe fatto parte poi Vincenzo Oneto (58enne di origini palermitane) e Daniele Stivala (32), a cui sarebbe spettato invece il compito di procurarsi rilevanti quantitativi di hashish ed eroina a Torino per poi trasportarla a Catania e qui rivenderla all’ingrosso ai fornitori delle piazze di spaccio nei quartieri di Librino, San Cristoforo e Villaggio Sant’Agata. Della stessa compagine avrebbe fatto parte, poi, Giuseppe Vasta (31), già noto alle cronache giudiziarie per essere stato arrestato nel quartiere Zia Lisa dopo essere stato “beccato” con 1,3 kg di cocaina nascosta tra i salumi e per detenzione illegale di un’arma clandestina e di munizioni. La tesi degli inquirenti è che proprio Vasta fosse il principale collettore dei traffici illeciti orchestrati dal gruppo capeggiato dai fratelli Maggiore. Altri acquirenti del gruppo capeggiato da quest’ultimi, e raggiunti dal provvedimento restrittivo, sono Gianluca Giarrusso (37enne arrestati nel marzo 2017) che avrebbe ricevuto un carico di ben 27 kg di hashish nascosti in una cassa di legno per vini. All’interno della “confezione” vi erano 53 pacchetti accuratamente protetti ognuno con un palloncino colorato e avvolti doppiamente con plastiche sottovuoto. Tra gli altri indagati, poi, Omar Sacco (35) e Marco Gallo Cassarino (34), considerati gli organizzatori di due compravendite, una di cocaina proveniente dalla Calabria e una di hashish in arrivo invece da Torino. Tra i promotori di una compravendita di hashish da Torino a Catania, Salvatore Stivala (39). LA COCA VIAGGIAVA NELLE BATTERIE Una seconda organizzazione, inoltre, con “proiezioni internazionali” e che alimentava le piazze di spaccio di Siracusa, sarebbe stata costituita da Angelo Messina (72), ritenuto come un committente e acquirente finale; Gino Guzzardi (52), a cui si contesta l’organizzazione dell’importazione di cocaina dal Sud America, per lo più da Santo Domingo e dalla Colombia; Emanuele Bussoletti (53) e Simonetta Mazzolai (63) ritenuti i corrieri della droga; infine due “fornitori” dominicani, Matos Herasme Leandro De Jesus “Leon” (46) e Gomeris Cappellan Bizchmar (46) Durante le indagini i finanzieri siciliani, specializzati nelle operazioni antidroga, seguendo i fornitori sudamericani che rifornivano il gruppo siracusano capeggiato da Messina e Guzzardi, avevano intercettato due consegne “di prova”. La prima nel marzo del 2016: in arrivo dalla Spagna la droga fu scoperta a Genova, si tratta in particolare di 1,6 chili di cocaina che era stata nascosta dentro la batteria dell’autovettura utilizzata al corriere. La seconda, che seguiva sempre la rotta dalla Liguria alla Sicilia, fu scoperta nel settembre dello stesso anno: 2,6 chili di coca confezionata con cellophane e nastro da imballaggio e nascosti all’interno di un “tower”, un diffusore acustico, trasportato come valigia da uno dei corrieri arrivato col treno nella stazione ferroviaria di Catania.
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OPERAZIONE 'OSSESSIONE': IMPORTAVANO COCAINA | CalabriaWebTv
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OPERAZIONE 'OSSESSIONE': IMPORTAVANO COCAINA | CalabriaWebTv
Questa mattina, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro e del Servizio Centrale d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) della Guardia di Finanza, con la collaborazione di diversi Reparti sul territorio nazionale, stanno eseguendo, tra Calabria, Campania, Lombardia, Liguria e Puglia, 23 ordinanze di custodia cautelare
emesse dal G.I.P. di Catanzaro nei confronti di altrettanti soggetti indagati, a vario titolo, per reati in materia di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, aggravata dalla modalità mafiosa e dalla detenzione di armi.
L’odierna attività completa le operazioni iniziate lo scorso 28 gennaio, quando le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri, e dal Sost. Procuratore dott.ssa Annamaria Frustaci, consentivano di disarticolare, tramite l’emissione di un corposo provvedimento di fermo, un’organizzazione estremamente complessa dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, capeggiata dai fratelli Salvatore Antonino, Giuseppe e Fabio COSTANTINO, esponenti di spicco della famiglia di ‘ndrangheta MANCUSO di Limbadi (VV).
Il G.I.P. di Catanzaro, dovendosi esprimere sulla richiesta di applicazione di misure cautelari avanzata dalla Procura della Repubblica D.D.A. di Catanzaro, concordando con le conclusioni cui era giunto il P.M. inquirente, ha ravvisato l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico di 30 degli indagati indicati nella richiesta cautelare del P.M., emettendo, tuttavia, ordinanza cautelare nei confronti di nr. 23 soggetti (21 soggetti colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere, uno da misura cautelare domiciliare ed uno da obbligo di presentazione alla p.g.).
Nei confronti di 7 indagati rimessi in libertà dal G.I.P. della convalida del fermo, il G.I.P. distrettuale si è espresso diversamente, ritenendo il pieno coinvolgimento degli stessi nei fatti di reato contestati e ravvisando in particolare – a carico di CAMPISI Giuseppe, SCAGLIONE Francesco, MENDOLICCHIO Luigi, FORGIONE Gina Alessandra, PAPAIANNI Gennaro, PAPANDREA Salvatore, nonché nei confronti dell’indagato AQUILANO Damiano – gli estremi della gravità indiziaria, sia per il reato associativo, sia per alcuni reati fine loro contestati.
Nondimeno, si legge nel provvedimento, che il G.I.P. distrettuale – allo stato – non ha inteso procedere ad applicazione della misura cautelare ostandovi, in materia, “limitatamente all’attuale integrazione delle esigenze cautelari”, la precedente statuizione del Giudice della convalida che, per quegli stessi fatti, ha rimesso gli indagati in libertà.
Secondo il G.I.P. distrettuale, le indagini della Guardia di Finanza hanno consentito di accertare l’esistenza di un’organizzazione delinquenziale che, agendo in un contesto mafioso, poneva in essere condotte di allarmante gravità in una logica deviata di predominio criminale.
È, infatti, emerso come sia la compravendita “all’ingrosso” di grosse partite di cocaina dal Sudamerica, sia gli affari intrattenuti con i principali cartelli maghrebini, per l’importazione di massicce quantità di hashish, siano stati agevolati dalla nota appartenenza dei principali attori a potenti famiglie di ‘ndrangheta.
A riprova, poi, dell’estrema professionalità raggiunta dal sodalizio, basti pensare che gli oltre 430 kg di hashish sequestrati in Lombardia, giunti in Italia dal Marocco, rappresentavano un mero “carico di prova” per una successiva importazione pari a 3000 kg che avrebbe garantito un introito pari a oltre 4 milioni di euro che i germani vibonesi intendevano reinvestire nell’ancor più lucroso traffico di cocaina.
La minuziosa attività di indagine ha consentito di disvelare compiutamente l’assetto organizzativo del sodalizio che trova nei fratelli COSTANTINO il perno attorno al quale ruotano una pletora di pericolosi criminali italiani e stranieri, tutti accomunati da un unico interesse: massimizzare i profitti tramite il traffico internazionale di narcotici, unica reale fonte di sostentamento per i sodali.
Rispetto al provvedimento di fermo eseguito lo scorso 28 gennaio, l’odierna Ordinanza, oltre ad aver colpito i vertici del sodalizio, individuati nei germani COSTANTINO, ha interessato anche MAZZAFERRO Tonino, esponente dell’omonimo clan di Gioiosa Ionica (RC), da anni trapiantato in Lombardia, ove era deputato allo smistamento di importanti quantità di narcotico (nel marzo del 2018, i finanzieri rinvenivano nella sua disponibilità diversi panetti di hashish e un chilogrammo di cocaina); CERAVOLO Francesco, originario della provincia di Reggio Calabria, tra i responsabili dell’importazione del carico di 3000 kg di hashish che doveva giungere in Italia e al quale il sodalizio aveva anche affidato il delicato compito di curare lo “scarico” del narcotico; TUCCI Santo, pluripregiudicato di origini siciliane che, oltre ad essere un assiduo acquirente di partite di cocaina direttamente da COSTANTINO Salvatore Antonino, curava gli aspetti tecnici delle comunicazioni telefoniche tra i sodali e, periodicamente, eseguiva bonifiche attraverso appositi rilevatori di microspie.
Come emerso nel corso dell’inchiesta, per raggiungere l’illecito scopo, i COSTANTINO si affidavano a navigati broker, tra i quali spicca, per abilità, VISCOTTI Michele. L’esperto trafficante di origine pugliese, non risentendo minimamente del peso dell’età, intraprendeva numerosi viaggi in Sudamerica, dove ad attenderlo trovava la nota trafficante venezuelana GARCIA REBOLLEDO Clara Ines. In tale fase investigativa, l’apporto della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga si rivelava estremamente prezioso, consentendo sia il monitoraggio del pugliese nei Paesi dell’America Latina, sia di disvelare i preziosi contatti tenuti dallo stesso con i narcos sudamericani.
Ma le risorse del VISCOTTI non si esaurivano nel già estremamente complesso contesto sud americano. Il foggiano era stato capace, infatti, di tessere collegamenti anche con le principali piazze di approvvigionamento olandesi, ove godeva di saldi rapporti con fornitori di droga di primissimo piano.
L’iperattività delinquenziale palesata dall’organizzazione è pari solo alle accurate ed “ossessive” attenzioni volte a scongiurare le attività captative delle forze dell’ordine.
Durante l’inchiesta è, di fatti, emerso come i COSTANTINO fossero impegnati anche contemporaneamente su più fronti: dai grossi carichi di cocaina dal Sudamerica e dall’Olanda, all’acquisto di ingenti partite di hashish in Marocco, al reperimento di droga direttamente in territorio italiano.
L’operazione è il frutto di un intenso lavoro investigativo, durato oltre due anni, che ha visto i finanzieri della Sezione G.O.A. del Nucleo PEF./G.I.C.O, specializzata nelle indagini in materia di contrasto al traffico internazionale, con la collaborazione dello S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza e l’indispensabile supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga di Roma (D.C.S.A.), immergersi nei luoghi e nelle abitudini degli associati, tanto da carpirne a pieno l’organigramma ed il modus operandi.
L’inchiesta, oltre ad infliggere all’organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni, ha, così, consentito di identificare tutti i soggetti coinvolti, ognuno con un ruolo ben preciso.
Lo spaccato che emerge in maniera lampante è l’estrema ramificazione delle moderne ‘ndrine che ha consentito alla ‘ndrangheta di disporre di numerosi e floridi canali di approvvigionamento, che ne hanno notevolmente accentuato la pericolosità e l’invasività.
La vocazione transnazionale ha rinsaldato affaristici rapporti tra la malavita calabrese e quelle sudamericane, olandesi, spagnole e nordafricane, consentendo un abnorme ampliamento delle zone d’influenza, in molti casi, con l’esportazione del modello organizzativo tipico dei territori d’origine, nelle zone nazionali maggiormente sviluppate, determinando il predominio sulle similari associazioni delinquenziali nazionali e/o estere.
Da delinquenza crudele e rurale, un tempo dedita essenzialmente alle estorsioni e ai rapimenti, la ‘ndrangheta ha saputo riciclarsi in una vera e propria holding del crimine, in grado di accumulare e gestire immensi patrimoni illeciti e di inquinare ogni settore del sociale.
Le odierne determinazioni del Giudice di Catanzaro, concordando con le conclusioni cui era giunta questa Direzione Distrettuale Antimafia, ha emesso 23 misure cautelari contestando, a vario titolo, reati in materia di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, aggravata dalla modalità mafiosa e dalla detenzione di armi.
Il G.I.P. ha, così, disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti di:
BOSCO Daniele, nato in Jugoslavia (EE) il 01.12.1978 e residente a Varese;
BOSCO Vito Jordan, nato in Libia il 08.05.1975 e residente a Varese;
CARUGO Gianfranco, nato a Cerro Maggiore (MI) il 29.05.1949 ed ivi residente;
CERAVOLO Francesco Carmelo, nato a Montebello Jonico (RC) il 10.12.1953 e residente a Busto Arsizio (VA);
COSTANTINO Fabio, nato a Vibo Valentia il 03.02.1977 e residente a Comerconi (VV);
COSTANTINO Giuseppe, nato a Nicotera (VV) l’11.06.1966 e residente a Comerconi (VV);
COSTANTINO Salvatore Antonino, nato a Nicotera il 17.06.1965 e residente a Milano;
CUCCIA Carlo, nato a Tradate (VA) il 12.07.1980 e residente in Venegono Superiore (VA);
GARCIA REBOLLEDO Clara Ines, nata in Venezuela (EE) il 27.10.1951;
KOTJA Elisabeta, nata in Albania (EE) il 19.09.1979 e residente a Sesto San Giovanni (MI);
MANCUSO Francesco, nato a Vibo Valentia il 07.01.1989 e residente a Nicotera (VV);
MARIANI Giorgio, nato a Genga (AN) il 31.03.1958 e residente a Milano;
MAZZAFERRO Tonino, nato a Siderno (RC) il 04.09.1978 e residente a Cermenate (CO);
MENOTTA Ivo, nato a Tradate (VA) il 12.02.1980 ed ivi residente;
MURILLO FIGUEROA Julio Andres, nato in Colombia il 29.03.1975;
MUSCIA Gaetano, nato a Tropea (VV) il 20.04.1964 ed ivi residente;
NARCISO Antonio, nato a Vibo Valentia il 19.08.1961 ed ivi residente;
SAFINE Abderrahim, nato in Marocco (EE) il 17.01.1982 e residente a Monza (MB);
STILO Giovanni, nato a Nicotera (VV) il 04.01.1949 e residente a Meda (MB);
TUCCI Santo, nato a Catania il 06.11.1956 e residente a Milano;
VISCOTTI Michele, nato a San Severo (FG) il 23.04.1946 ed ivi residente,
gli arresti domiciliari nei confronti di:
ACCURSIO Giuseppe, nato a Licata (AG) il 28.05.1953,
e l’obbligo presentazione alla p.g. nei confronti di:
PILATI Fabrizio, nato ad Arona (NO) il 14.01.1969.
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Roma, duplice operazione antidroga della Polizia di Stato. 4 le persone arrestate per reato di spaccio di sostanze stupefacenti e sequestrati oltre 26 Kg di droga
Roma, duplice operazione antidroga della Polizia di Stato. 4 le persone arrestate per reato di spaccio di sostanze stupefacenti e sequestrati oltre 26 Kg di droga. Importanti risultati quelli ottenuti dagli investigatori della Polizia di Stato del commissariato Appio a seguito della loro attività di contrasto allo spaccio degli stupefacenti. Considerevoli, in termini sia di quantità di stupefacente sequestrato, che di denaro recuperato, le due ultime operazioni effettuate dai poliziotti. Il primo servizio compiuto dagli uomini del commissariato ha avuto origine da un'attività info-investigativa svolta presso un'abitazione di via Maremmana a San Cesareo dove, l'insolito movimento di due ragazzi, non era sfuggito agli agenti. Individuata subito l'autovettura con la quale i due sospettati erano soliti spostarsi dal loro appartamento, i poliziotti hanno atteso il loro rientro per fermarli, identificarli e procedere ad un controllo. Diversi panetti di hashish per un peso di oltre 350 grammi sono stati rinvenuti, da parte degli operatori, all'interno dell'abitacolo e la somma di 95 euro in possesso dei giovani. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire circa 4 Kg di stupefacente, tra panetti di hashish e involucri contenenti marijuana, un bilancino di precisione, un coltello ed un bisturi intriso di droga, materiale per il confezionamento della sostanza, un quaderno ed un block notes riportanti contabilità varia ed una pistola a gas priva di tappo rosso. Inoltre, occultati in parte tra un cassetto incastonato in una presa elettrica della camera da letto ed in parte in una cassaforte, sono stati rinvenuti oltre 46 mila euro suddivisi in banconote di vario taglio. Dall'analisi di uno dei cellulari utilizzato dai due è emersa un'attività di spaccio posta in essere da entrambi, nella quale uno di loro però si rendeva disponibile per le consegne di stupefacenti in tutta Italia tramite un noto canale di messaggistica. I due fermati, entrambi romani di 25 anni, ultimati gli atti negli uffici del commissariato, sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Misure poi convalidate dall'Autorità Giudiziaria su richiesta della locale Procura della Repubblica. La seconda operazione, eseguita sempre dagli investigatori del commissariato Appio, nasce durante le attività di Polizia Giudiziaria e nel corso dei servizi di pedinamento che hanno portato poi all'arresto dei due 25enni summenzionati. Infatti, durante tali attività, i due sono stati notati mentre si recavano con frequenza in una zona isolata di via del Castagneto, in aperta campagna. Gli agenti hanno quindi individuato l'abitazione di un 46enne ove i due fermati dell'operazione precedente erano stati spesso visti. I poliziotti hanno quindi deciso di effettuare una perquisizione domiciliare all'interno della casa, dove, oltre a rinvenire lo stesso tipo di sostanza stupefacente di quella trovata precedentemente, è stato trovato ingente materiale per il taglio e il confezionamento. Inoltre, non è passata inosservata all'occhio degli investigatori una scala posizionata sul muro esterno, che consentiva, con estrema facilità, l'accesso ad una abitazione limitrofa, disabitata ma in uso a un 22enne. Una prima ispezione esterna ha permesso di rinvenire, all'interno di un ingegnoso nascondiglio del sottotetto, circa 16 kg di hashish di diverse tipologie e varietà, consistenti in panetti di circa 100 grammi con etichette adesive. Una volta rintracciato il 22enne, si è proceduto quindi alla perquisizione dell'abitazione ove, grazie al fiuto del cane "FARO" della Squadra Cinofili della Questura di Roma, sono stati rinvenuti, all'interno di un'intercapedine ricavata nel muro del camino, altri 6 kg di hashish suddivisi in panetti da 100 grammi l'uno. Infine all'interno della camera da letto sono stati rinvenuti borsoni contenenti 407 sigarette elettroniche al THC, una busta contenente filtri per sigarette impregnati di cocaina, e diverso materiale per il confezionamento dello stupefacente. I due sono stati arrestati. L'operato dei poliziotti è stato convalidato dall'A.G. e il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto per entrambi la misura coercitiva della custodia cautelare in carcere. Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Taranto, giro di vite sulla attività di spaccio. Tre arresti della Polizia di Stato
Taranto, giro di vite sulla attività di spaccio. Tre arresti della Polizia di Stato. Operazione antidroga ad ampio raggio della Polizia di Stato che ha portato all’arresto di tre persone tutte ritenute presunte responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sequestrate, inoltre, numerose dosi di cocaina, eroina, hashish e marijuana ed quasi 2mila euro in contanti ritenuti presunto provento delle illecite attività di spaccio. Tre distinte operazioni dei Falchi della Squadra Mobile hanno permesso di smantellare altrettante illecite attività disseminate sull’intero territorio cittadino. In via Lago di Bracciano, i poliziotti, nella loro quotidiana attività di controllo, hanno notato un inusuale movimento di giovani tossicodipendenti, verificando che nello stabile era residente un giovanissimo tarantino di 23 anni, con specifici precedenti di polizia in materia di spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo aver annotato l’ennesimo arrivo di giovani presumibilmente per l’acquisto della giornaliera dose di droga, i Falchi della Squadra Mobile sono entrati nello stabile, aspettando che la porta dell’appartamento messo sotto attenzione si aprisse. Il 23enne è stato colto di sorpresa e la successiva perquisizione ha permesso di recuperare su uno scaffale del soggiorno una ventina di involucri termosaldati contenti cocaina ed una decina di dosi di eroina preconfezionata oltra a circa 1.500,00 euro divisi in banconote di vario taglio. Dopo qualche ora nel Quartiere Italia, in via Brindisi, un altro intervento dei Falchi ha permesso di scoprire un 24enne che nel suo appartamento aveva stabilito la base per la sua presunta attività di spaccio. Anche in questo caso ad insospettire i poliziotti un continuo andirivieni di giovani conosciuti come abituali consumatori di droga che dopo essere entranti nello stabile messo sotto osservazione ne uscivano in gran fretta. I polizotti, presumendo di trovarsi in presenza dell’ennesima illecita attività, hanno accertato che al secondo piano di quel condominio era residente un giovane con recenti reati in materia di droga. Immediato è stato l’intervento, il giovane è stato bloccato mentre scendeva le scale del palazzo e fatto rientrare in casa. Il successivo controllo del suo appartamento ha permesso di recuperare nella sua camera da letto quattro involucri di hashish per circa 50 grammi complessivi, due bustine con all’interno circa 20 grammi di marijuana, 280 euro in banconote oltre a tutto il necessario per il confezionamento delle droghe in dosi. Da ultimo, a conclusione di mirati servizi di appostamento durati alcuni giorni i Falchi hanno scoperto e bloccato un quarantenne tarantino che, davanti ad un circolo ricreativo, aveva intrapreso una presunta attività di spaccio di hashish. Numerosi i contatti con i suoi presunti clienti, annotati dagli agenti durante i loro servizi di appostamento. Il sospettato è stato bloccato dopo l’ennesima presunta cessione di una dose di sostanza stupefacente. Vano è stato il tentativo di disfarsi di una “pallina” di circa 4 grammi di hashish che è stata subito recuperata dai Falchi a pochi metri di distanza. La successiva perquisizione ha permesso di ritrovare nel bagno del circolo privato all’interno di un mobiletto 50 stecchette di hashish custodite in una busta di plastica del tutto simili a quella recuperata qualche istante prima per strada. Accertata la completa estraneità del gestore del circolo, i poliziotti hanno deciso di approfondire l’operazione antidroga controllando anche il domicilio del 40enne fermato poco prima. Il controllo ha permesso di recuperare tutti gi strumenti necessari per confezionare la droga in dosi, oltre che un telefono cellulare dal quale è emersa una chat utilizzata nelle comunicazioni con i suoi presunti clienti. Trasmessi gli atti all’Autorità Giudiziaria competente, tre sono stati arrestati e posti in regime degli arresti domiciliari. Si ribadisce per gli indagati vige il principio della presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Controllo antidroga nel quartiere Navile: denunciato lo spacciatore e segnalato l'acquirente
Controllo antidroga nel quartiere Navile: denunciato lo spacciatore e segnalato l'acquirente. Bologna, i Carabinieri della Stazione di Navile, nel tardo pomeriggio dello scorso sabato 30 dicembre, hanno denunciato e segnalato rispettivamente alla Procura della Repubblica e alla Prefettura di Bologna, un 27enne di origine nigeriana, in Italia senza fissa dimora, pregiudicato e un 53enne italiano, originario del sud Italia, incensurato. Il primo, lo spacciatore, è accusato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio mentre il secondo, l'acquirente, è stato segnalato come assuntore di sostanze stupefacenti. È successo verso le ore 17:45 circa, quando una pattuglia della stazione Bologna Navile, nel corso di un servizio finalizzato alla prevenzione e repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Navile, ha notato il 27enne, il quale, nei pressi di un furgone in sosta in via Tibaldi, ha tentato di cedere un involucro al conducente del veicolo; accortosi della presenza dei militari, lo ha immediatamente gettato per terra ed è fuggito. Prontamente inseguito da un carabiniere, è stato raggiunto e bloccato. L'uomo, al fine di non farsi perquisire, ha cercato più volte di ostacolare le operazioni dei militari, volte alla sua identificazione. Nella circostanza, l'uomo ha lanciato in due direzioni diverse il telefono cellulare e il portafoglio, al fine di disperdere eventuali elementi utili ad aggravare la sua posizione. Dopo le formalità di rito, lo spacciatore è stato denunciato all'Autorità giudiziaria, mentre l'acquirente è stato segnalato alla locale Prefettura come assuntore di sostanze stupefacenti. La droga (7.4 grammi di Marijuana) e il denaro (315 euro suddivisi in banconote di vario taglio) sono stati sequestrati.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Torino: traffico internazionale di droga
La Polizia di Stato di Torino e i poliziotti del Servizio Centrale Operativo hanno dato esecuzione al provvedimento di fermo di indiziato di delitto per violazione della normativa sugli stupefacenti, nei confronti di due soggetti di nazionalità straniera. L’attività investigativa nasceva da altre operazioni antidroga condotte dall’Autorità Giudiziaria romena nell’ambito di un procedimento per traffico internazionale di stupefacenti. In tale attività veniva indagato un cittadino romeno che fin dal 2010 aveva collaborato con un gruppo criminale organizzato e che aveva base operativa a Torino. Tale soggetto romeno aveva il ruolo di individuare altri connazionali disposti a trasportare cocaina dal Brasile in Europa, preventivamente celata in ovuli da ingerire oppure occultata in valige con doppiofondo, in cambio di denaro. Nel periodo compreso tra il 2010 ed il 2012, sono stati reclutati diversi cittadini romeni utilizzati come “corrieri” per trasportare dello stupefacente per mezzo di ovuli dal Brasile in Italia ed Europa a beneficio di due stranieri dimoranti in Torino di nome “People” e“Ruth”. Dalle successive investigazioni condotte in Italia e che hanno visto per la prima volta l’attivazione di un operatore sotto copertura appartenente alla polizia romena, si accertava che i referenti del traffico di stupefacente era una coppia di nigeriani residenti a Torino, che avevano introdotto in Italia ed in altre città Europee ingenti quantitativi di cocaina ed eroina provenienti da alcuni Paesi del Sud America, in particolare dal Brasile. Molti di questi stranieri erano stati portati a Torino dove venivano accolti da “RUTH” che si occupava della parte logistica e del pagamento delle spese di viaggio dei corrieri, che ricevevano le somme attraverso la Western Union. Le indagini consentivano di riscontrare che uno di questi corrieri, di nazionalità romena, reclutato da “PEOPLE”, era stato già arrestato presso l’aeroporto di San Paolo (Brasile) per possesso di un chilogrammo di cocaina nel maggio del 2011. Più recentemente, un ulteriore corriere, nato in Sudan e cittadino spagnolo, veniva tratto in arresto dalla Polizia tedesca a Francoforte sul Meno (Germania) poichè celava all’interno dell’intestino 1 kg circa di eroina divisa in ovuli. Sulla scorta degli elementi raccolti, la locale Autorità Giudiziaria decideva di emettere dei provvedimenti di fermo di indiziato di delitto per traffico di sostanza stupefacente. Il Giudice per le indagini preliminari, nei termini di legge, convalidava il provvedimento restrittivo della Procura della Repubblica di Torino ed emetteva la misura cautelare della custodia in carcere. Read the full article
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