#oltre 160 opere
Explore tagged Tumblr posts
Photo
Raoul Dufy Il pittore della gioia
a cura di Sophie Krebs con Nadia Chalbi
Skira, Milano 2022, 248 pagine, 24 x 28cm, Cartonato, Bilingue Italiano Inglese, ISBN 9788857248974
euro 37,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Roma, Palazzo Cipolla,dal 14 Ottobre 2022 al 26 Febbraio 2023
La vita e l'opera dell’artista francese, pittore e scenografo. Autore di opere monumentali come La Fata Elettricità (un murale di oltre 60 metri di lunghezza per 10 di altezza, composto da 250 pannelli dipinti a olio, commissionatogli per il Padiglione francese dell’Esposizione Universale del 1937 a Parigi), Dufy fu un grande pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio ’900 che, per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce e a trasferirli sulle sue tele, divenne – per antonomasia – il pittore della gioia e della luce.Lo stile dell’artista, colorista nato, è caratterizzato da una tavolozza vivace e sconfinata e da un disegno libero e morbido, dominato dagli arabeschi e dalle curve che lo rendono così incantevole. Il rapporto al contempo audace e delicato istituito tra colore e disegno costituisce il maggiore contributo di Dufy alla pittura moderna. Con oltre 160 opere tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti tratti dalla poliedrica produzione di Dufy e provenienti da rinomate collezioni pubbliche e private francesi (tra gli altri, il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, dal Centre Pompidou, Palais Galliera, il Musée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza, il Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles), il volume racconta la vita e l’opera di un artista con lo sguardo sempre rivolto alla modernità, pervaso da una vivacità che ha saputo adattare a tutte le arti decorative, contribuendo a cambiare il gusto del pubblico. Pubblicato a corredo della prima grande retrospettiva a lui dedicata in Italia, Raul Dufy. Il pittore della gioia è un viaggio emozionale attraverso i temi prediletti dall’artista, dove le sensazioni visive ridotte all’essenza della realtà, l’utilizzo della composizione, della luce e del colore sono gli elementi emblematici che caratterizzano le sue opere. Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica, nella magia di quel colore che diventa elemento indispensabile per la comunicazione di emozioni e stati d’animo.
orders to: [email protected]
twitter: @fashionbooksmi
flickr: fashionbooksmilano
instagram: fashionbooksmilano
tumblr: fashionbooksmilano
13/02/23
#Raoul Dufy#art exhibition catalogue#Roma Palazzo Cipolla 2022/2023#pittore scenografo disegnatore#magia colore#oltre 160 opere#art books#textiles books#fashionbooksmilano
27 notes
·
View notes
Text
Piacenza, nuovo polo ospedaliero di Piacenza: firmato il protocollo per la realizzazione delle infrastrutture viabilistiche
Piacenza, nuovo polo ospedaliero di Piacenza: firmato il protocollo per la realizzazione delle infrastrutture viabilistiche. Accedere in sicurezza, adeguare il sistema della mobilità e la sosta. Sono i punti del protocollo firmato lunedì a Piacenza dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione Emilia-Romagna per la realizzazione delle infrastrutture viabilistiche che garantiranno condizioni di accesso più sicure al nuovo Ospedale. La firma è un ulteriore passo avanti verso la realizzazione del polo ospedaliero di Piacenza, attualmente in fase di progettazione. La Regione si impegna a reperire le risorse, nel limite massimo di 17 milioni di euro, necessarie per la realizzazione delle opere viabilistiche, mentre alla Provincia spetta la progettazione e la realizzazione del risezionamento di strada Farnesiana nel tratto di scavalco alla tangenziale di Piacenza e l'attuazione di un percorso ciclopedonale su strada Farnesiana; il Comune progetterà e realizzerà una serie di interventi specifici, in particolare: il risezionamento delle vie Goitre e Bubba e del tratto urbano di strada Farnesiana; una nuova viabilità di collegamento tra via Bubba e strada Farnesiana; percorsi ciclopedonali a nord e sud, nel parco e sulla strada Farnesiana; dune antirumore e barriere acustiche; opere a verde e presidi idraulici per la laminazione delle acque; opere a verde con protezione antifonica e reti tecnologiche. Comune e Provincia, infine, si impegnano ad attivarsi per reperire le risorse finanziarie necessarie, oltre a quelle messe a disposizione dalle Regione. L'insieme di opere previste dal protocollo implementeranno la rete stradale e consentiranno la realizzazione di nuovi collegamenti che mettano in relazione il territorio e l'ospedale. Secondo il progetto, inoltre, l'intera struttura sarà percorribile, all'interno e all'esterno, da una hospital street che collega i blocchi, con servizi di accoglienza per operatori e utenti. Le risorse per il nuovo Ospedale Il nuovo Ospedale di Piacenza fa parte del piano per l'edilizia sanitaria approvato dalla Regione che con un finanziamento di 445 milioni di euro porterà in Emilia-Romagna nuovi ospedali, nuove strutture sanitarie territoriali - dalle Case della salute agli Ospedali di comunità - nuove sale operatorie e padiglioni ospedalieri e riqualificherà quelle esistenti. In particolare, il 'Programma pluriennale di investimenti in Sanità VII Fase - Primo e secondo stralcio", nel caso dell'Ospedale di Piacenza, prevede un finanziamento per 296 milioni di euro, oltre 160 milioni dei quali da partenariato pubblico-privato. Come sarà il nuovo Ospedale L'ospedale si svilupperà su 117mila metri quadrati di superficie, con 5 livelli fuori terra e uno interrato. I posti letto saranno 498 più altri 80 posti flessibili, ripartiti su 8 macro aree sanitarie. I posti auto a disposizione saranno 1.418 e l'area sarà raggiungibile da due piste ciclabili. È prevista la piantumazione di 1.500 alberi nello spazio verde intorno, di oltre 100mila metri quadrati.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Sarno, 25 anni dopo la frana
A 25 anni dalla frana che fece contare 160 vittime tra Sarno, Bracigliano, Siano, Quindici e San Felice a Cancello (137 nella sola Sarno) la Regione Campania ha partecipato alla giornata della memoria rendendo omaggio a chi perse la vita in quella tragedia ma anche con una fondamentale attività di prevenzione: una simulazione sul campo per testare il corretto funzionamento e la tenuta del moderno sistema di Protezione Civile - basato sulla previsione e prevenzione oltre che sugli interventi in emergenza - che è nato, in Italia, proprio dopo quelle colate di fango. Sarno, la frana che cambiò tutto L'evento di Sarno, infatti, dal punto di vista del monitoraggio e della sorveglianza degli eventi idrogeologici ha determinato un decisivo cambio di rotta nell'approccio alla difesa del territorio dai rischi naturali. Prima della frana, gli interventi erano essenzialmente strutturali di difesa da frane e alluvioni e di soccorso alla popolazione ad evento avvenuto. Si è passati, dunque, dal "Facciamo presto" riferito ai soccorsi in fase di emergenza al "Facciamo prima", inteso come predisposizione di interventi atti a prevedere i rischi idrogeologici derivanti da piogge e temporali e come attività di prevenzione. Sono nati in Italia, dopo Sarno: la Rete dei Centri Funzionali di Protezione civile, il sistema delle Allerte meteo con i livelli di criticità e la tipologia di rischio, le Sale Operative, i Piani comunali di Protezione civile e l'organizzazione di un volontariato debitamente formato. Evento per ricordare L'esercitazione, denominata "EXE Sarno 2023 – 25 anni dopo la frana", è partita proprio da una allerta meteo e mostra sul campo, come se si stesse realmente verificando una situazione di rischio, quale sarebbe oggi, a 25 anni di distanza, la risposta del sistema di Protezione Civile. Presente anche il Capo del Dipartimento di Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Simulati, tra l'altro, la ricerca dispersi a seguito di una colata di fango, il soccorso a feriti, il recupero di un animale bloccato in montagna, il soccorso di un ferito nel fiume, le operazioni di rimozione materiali detritici da una vasca. Impegnati, tra l'altro, i volontari con i mezzi della colonna mobile regionale, Soccorso Alpino, le unità cinofile, squadre ed elicotteri dei Vigili del Fuoco e della Regione Campania. Cos'è EXE Sarno EXE Sarno è organizzata dalla Protezione Civile della Regione Campania con il Comune di Sarno, la Prefettura di Salerno, il Comando Nazionale dei Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza Campania e Comando Provinciale di Avellino - Stazione Soccorso Alpino S.A.G.F. di Sant'Angelo dei Lombardi, Organizzazioni di volontariato, Soccorso alpino speleologico della Campania, l'Asl di Salerno, Cervene - Centro regionale di riferimento veterinario per emergenze non epidemiche. SMA Campania S.p.A., Save the Children Italia Onlus, con la partecipazione del Liceo Statale Tito Lucrezio Caro di Sarno, Istituto comprensivo statale Sarno Episcopio, Istituto Professionale Servizi per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale di Salerno (PROFAGRI) sede di Sarno. Read the full article
0 notes
Text
Klimt a Piacenza
Il 12 aprile 2022 apre al pubblico la mostra Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo, il racconto di uno dei periodi più entusiasmanti della storia dell’arte del primo ‘900 visto attraverso la vita, il percorso creativo e le collaborazioni del padre della Secessione Viennese:
Gustav Klimt
Grande attesa per il ritorno a Piacenza del Ritratto di signora, il dipinto klimtiano trafugato misteriosamente nel 1997 e riapparso a dicembre 2019, in un vano lungo il muro esterno della Galleria.
Oltre al ritratto piacentino: 160 opere, tra dipinti, sculture, grafica, manufatti d’arte decorativa provenienti da 20 prestigiose raccolte, pubbliche e private, tra cui il Belvedere Museum di Vienna, la Klimt Foundation, Ca’ Pesaro-Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, il Lentos Museum di Linz, il Tiroler Landes Museum di Innsbruck, il Wien Museum e molte altre.
.
7 notes
·
View notes
Link
Oggi vengono venduti nel mondo milioni di auricolari e di cuffie bluetooth: sono belli, moderni, hanno anche la riduzione del rumore attiva e funzioni uniche. Hanno però un problema non da poco: il sistema di connessione è ovviamente il bluetooth, ma la musica viene trasmessa usando un codec chiamato SBC, “ low-complexity subband codec”, che ha almeno 20 anni di vita e non è il massimo in termini di qualità e efficienza.
Il consorzio bluetooth ha ora deciso di introdurre nelle specifiche un nuovo standard per l’audio tramite bluetooth, chiamato LE Audio, e questo standard include anche il nuovo codec LC3 che in futuro sostituirà quello usato oggi come sistema di base da tutti gli auricolari bluetooth in commercio.
La prima cosa che si potrebbe pensare è che alla fine anche gli auricolari di oggi si sentono bene, ma come vedremo a breve LE Audio non è solo una questione di qualità, apre davvero possibilità operative che oggi sui normali auricolari bluetooth non si possono avere.
Per capirlo bisogna fare un passo indietro, e distinguere quelle che oggi sono le connessioni bluetooth: ogni smartphone ha infatti un sistema Bluetooth Classic e un sistema Bluetooth LE che convivono.
L’audio degli auricolari e dei vivavoce utilizza il bluetooth classic, assicura una maggiore larghezza di banda ma consuma di più, oggetti connessi come gli smartband o gli smartwatch utilizzando invece il Bluetooth LE, Low Energy, che trasmette piccoli pacchetti di dati impattando in modo ridotto sulla batteria.
L’audio oggi passa sempre tramite il Bluetooth Classic perché questa connessione ha più banda disponibile: per trasmettere agli auricolari musica dal telefono tramite il codec SBC servono dai 240 kbps ai 345 kbps. Non è un bitrate variabile, solitamente è il dispositivo che decide un valore fisso.
Il codec SBC, come abbiamo visto prima, è quello che tutti i dispositivi devono avere: la sua presenta assicura la compatibilità tra ogni cuffia e ogni prodotto bluetooth. Nel corso degli anni sono nate soluzioni che usano però oltre all’SBC anche altri codec più efficienti e di maggiore qualità: c’è ad esempio l’AptX di Qualcomm, l’LDAC di Sony, c’è l’AAC, tutte soluzioni alternative che tuttavia sfruttano sempre il Bluetooth Classic e richiedono che sia le cuffie sia il dispositivo che trasmette l’audio siano in grado di gestire quel particolare codec. L’AptX, ad esempio, lo si trova solo nei dispositivi che hanno all’interno un processore prodotto da Qualcomm perché è un codec proprietario.
Dopo anni, come abbiamo scritto poco più in alto, il Bluetooth SIG, consorzio che regola lo standard, ha deciso di mandare in pensione l’SBC. Non può ovviamente eliminarlo del tutto per non rompere la compatibilità, ma ha realizzato un nuovo sistema che guarda al futuro e si chiama LE Audio. LE Audio nasce per portare l’audio non tramite il bluetooth Classic ma tramite il Bluetooth LE, quindi con un sistema che consuma molto di meno e decisamente più flessibile. Le specifiche LE Audio sono state inserite all’interno del Bluetooth LE 5.2, quindi un nuovo standard che richiede nuovi processori.
Il sistema LE Audio porta in dote anche un nuovo codec chiamato LC3, Low Complexity Communication Codec, che è di gran lunga più efficiente dell’SBCe offre a parità di banda occupata una qualità decisamente più alta. Sviluppato dal Fraunhofer IIS Institute questo codec può scalare dinamicamente da 160 kbps fino a 345 kbps e a 160 kbps ha una qualità percepita decisamente più alta di quella del codec usato oggi.
Sul sito del bluetooth è presente una applicazione, che proponiamo qui sotto, capace di far sentire la differenza tra SBC, LC3 e audio non compresso. Anche un orecchio non allenato ad ascoltare musica si renderà conto che LC3 è decisamente superiore.
Il vantaggio del codec LC3 è la scalabilità: mentre con il codec che viene usato oggi, l'SBC, l’audio si interrompe o va a scatti quando ci allontaniamo, l’LC3 è in grado di ridurre dinamicamente la banda occupata per mantenere il flusso costante, riducendo la qualità.
Il codec LC3 è stato creato per risolvere alcuni problemi che si hanno poi oggi con il bluetooth standard, come ad esempio la trasmissione di più flussi contemporaneamente.
Oggi il bluetooth standard prevede che l’audio venga trasmesso, nel caso di auricolari full wireless come le AirPods, prima ad un auricolare in stereo, e poi da quell’auricolare all’altro con una ulteriore trasmissione monofonica. Questa situazione è cambiata nell’ultimo periodo grazie a modifiche fatte dai produttori: Apple, Samsung, Qualcomm e Huawei hanno creato soluzioni che permettono la trasmissione contemporanea dei flussi ai due auricolari, ma per farlo hanno ovviamente creato un qualcosa che va sopra quello che è invece lo standard definito.
Il codec LC3 con il sistema LE Audio risolve questo problema, come risolve anche il problema del multistream: ad una sorgente possono essere abbinati più auricolari senza alcun limite e in contemporanea. Dieci persone potranno ascoltare la musica perfettamente sincronizzata usando un set di cuffie bluetooth moderne, tutte con la stessa qualità e con un consumo della batteria ridottissimo rispetto ad oggi.
Il nuovo sistema LE Audio prevede anche una funzione broadcast, utile ad esempio per le traduzioni nelle sale delle conferenze: tramite una applicazione si potrà inviare a migliaia di persone un segnale audio direttamente sui loro auricolari, tutto con una comunicazione diretta stile “trasmissione”.
Questo cambierà drammaticamente il mondo degli apparecchi acustici, perché oltre ad avere una migliore autonomia gli apparecchi acustici potranno funzionare sia come amplificatori di quello che succede attorno a chi li indossa sia come diffusori per una sorgente diretta ai quali sono collegati, e grazie a LE audio potranno essere collegati a decine di prodotti contemporaneamente.
Tutto il nuovo sistema, per funzionare, richiederà dispositivi bluetooth 5.2, e i produttori hanno iniziato solo negli ultimi mesi a certificare i processori. Secondo il consorzio bluetooth quella che porterà LE Audio sarà la più grossa rivoluzione nel mondo dell’audio portatile degli ultimi anni, e la maggior parte dei dispositivi del 2021 avrà a bordo questa soluzione.
1 note
·
View note
Text
Grande mostra personale di Ray Johnson (1927-1995). “Ray Johnson, Relazioni marginali sostenibili / One”
Comunicato stampa
“Ray Johnson, Relazioni marginali sostenibili / One”
SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA
Sandro Bongiani Arte Contemporanea è lieta di inaugurare in contemporanea con la 59. Biennale Internazionale di Venezia 2022 la mostra personale dal titolo: “Ray Johnson, Relazioni marginali sostenibili / One” a cura di Sandro Bongiani con opere originali ancora inedite facenti parte della Collezione dell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA). Una collaborazione tra Ray Johnson e Coco Gordon durata oltre un ventennio di contatti e assidue frequenze, dagli anni 70 fino al 1995, anno della sua dipartita, collaborando attivamente assieme in interessanti scambi creativi che secondo noi era doveroso far conoscere.
A distanza di 60 anni dalla nascita della Mail Art (1962) e a 50 anni esatti (1972) dalla prima e forse unica mostra in Italia e in Europa di Ray Johnson presso la Galleria Schwarz a Milano di Arturo Schwarz, con una presentazione di Henry Martin, ritorna in Italia un importante evento dell’artista americano con 160 opere originali tra elaborazioni grafiche, progetti, foto dell’artista, performance e testi ancora inediti raccolti nel corso di oltre un ventennio di collaborazioni tra Ray Johnson e Coco Gordon, presenti ora nell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA) e con 24 opere “add to & return” in appendice di vari periodi di lavoro creati da artisti che avevano partecipato all’esperienza innovativa della New York Correspondence Art School.
Una indagine su Ray Johnson ad ampio raggio, considerato dalla critica negli anni 60’ per essere “il più famoso artista sconosciuto di New York e un pioniere della performance e dell'uso della lingua scritta nell'arte visuale. Una pratica basata sulla contaminazione tra collage, fotografia, disegno, performance e testo scritto avvalorato attraverso l’invio postale. Diceva “ho semplicemente dovuto accettare che per una necessità di vita ho scritto molte lettere e dato via molto materiale e informazioni, ed è stata una mia compulsione. E mentre l'ho fatto, è diventato storia. È il mio curriculum, è la mia biografia, è la mia storia, è la mia vita”. I suoi progetti includono prestazioni concettualmente elaborate che si occupavano di relazioni interpersonali e disordini formali. Secondo Coco Gordon, “i suoi lavori non sono mai singole operazione assestanti di mail art, ma nascono da piccole storie, da incontri con le altre persone, da relazioni e riflessioni spontanee capaci di innescare nuovi apporti e nuove azioni al pensero creativo”.
Ray, non amava tanto essere chiamato un mail artista, ma pensava di poter creare un nuovo gruppo di lavoro “Pre Pop Shop” tra Black Mountain e Pop Art. Secondo lui l’arte è vita, del resto, anche la parola “Moticos” utilizzata molto spesso deriva dalla parola osmotic, una specifica qualità caratterizzata da una reciproca influenza, uno scambio fra individui, una compenetrazione di idee, atteggiamenti e realtà culturali, insomma, un nuovo modo di pensare in un processo decisamente fluido e in evoluzione che si rivela in modo puntuale esaminando gli scritti e le azioni performative “Zen Nothings” svolte dall’artista americano. Oggi a distanza di 27 anni dalla morte il suo lavoro sperimentale dagli anni 60’ in poi è considerato dalla critica parte integrante del movimento Fluxus e persino originale anticipatore della Pop Art americana.
Dopo questo importante evento verrà fatta la catalogazione circa 500 opere presenti nella Collezione Gordon di Colorado (USA) che presto verranno ufficialmente rese visibili anche online, in modo stabile a scopo divulgativo e di consultazione presso la startup web “Sandro Bongiani Arte Contemporanea” di Salerno, https://www.sandrobongianivrspace.it/ per opportuni studi e approfondimenti sul lavoro innovativo svolto da questo importante artista pre-pop americano.
Biografia di Ray Johnson (1927-1995)
Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, i suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo insieme la pratica artistica con la vita. Il 13 gennaio 1995 Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny, ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art.
Si ringrazia l’Archivio Coco Gordon del Colorado (USA), per aver permesso la realizzazione di questo importante evento europeo su Ray Johnson.
SANDRO BONGIANI ARTE CONTEMPORANEA
Opening 30 aprile 2022 h. 18:00
Dal 30 aprile 2022 al 30 giugno 2022
SALERNO
TITOLO: “Ray Johnson, relazioni marginali sostenibili One”
LUOGO: Sandro Bongiani Vrspace
INDIRIZZO: Via S. Calenda 105/D
ORARI: tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
CURATORI: Coco Gordon e Sandro Bongiani
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 3937380225
E-MAIL INFO: [email protected]
SITO UFFICIALE: https://www.sandrobongianivrspace.it/
0 notes
Text
Piacenza: Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo - Le sezioni della mostra
Piacenza: Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo – Le sezioni della mostra
Dal 12 aprile 2022, gli spazi della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e dell’XNL – Piacenza Contemporanea ospitano “Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo” una grande mostra dedicata al maestro della secessione viennese e al suo mondo, con oltre 160 opere, tra dipinti, sculture, grafica, manufatti d’arte decorativa provenienti dal Belvedere e dalla Klimt Foundation di Vienna e da molte altre…
View On WordPress
0 notes
Text
Peter Blake With Love
a cura di Jonathan Watkins
SivanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2023, 181 pagine, 190 illustrazioni, 26x 29,8cm, Cartonato, Italiano, Inglese, ISBN 9788836655908
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
mostra Mucciaccia Gallery Roma 18/10/23-18/01/24
Il volume ripercorre la lunga carriera dell’artista britannico Peter Blake (Dartford, 1932), definito il padre della Pop Art inglese e molto noto per aver realizzato le copertine di diversi album musicali, quali ad esempio Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles (1967), ideata insieme a Jann Haworth. Sono qui presentati oltre 160 lavori realizzati tra il 1956 e il 2023: dalle prime opere astratte ai poetici e ricercati collage della serie Joseph Cornell’s Holiday, dalle sculture e installazioni create con materiali di recupero fino agli ultimi divertiti ritratti Studies for ‘Party’, con cui Blake esprime il proprio umorismo, tipicamente inglese e leggermente irriverente, caratteristico anche dei nonsense, che nasce nel solco della grande tradizione di Edward Lear e Lewis Carroll.
27/02/24
#Peter Black#art exhibition catalogue#Mucciaccia Gallery Roma 2023/24#artista britannico#Pop Art inglese#art books#fashionbooksmilano
3 notes
·
View notes
Text
Sassari, una nuova luce per la città: con ENGIE viene riqualificata l’illuminazione rendendola più efficiente, sostenibile e sicura
Sassari, una nuova luce per la città: con ENGIE viene riqualificata l’illuminazione rendendola più efficiente, sostenibile e sicura. Partiti i lavori per illuminare Sassari in maniera efficiente, sostenibile e sicura. Il Comune di Sassari ha affidato a ENGIE il progetto di riqualificazione dell’illuminazione pubblica, il quale prevede l’installazione di oltre 16.000 lampioni a LED, la riqualificazione di 65 semafori e l’installazione di 67 telecamere di video-sorveglianza. Tutti i particolari sono stati presentati oggi, 19 aprile, nella sala conferenze di Palazzo Ducale, dal sindaco Nanni Campus, dall'assessora ai Lavori pubblici e Manutenzioni Rosanna Arru con il dirigente Gianni Melis e i tecnici del Settore, da Claudio Galli, direttore Area Centro ENGIE Italia e da Danilo Migliorini, direttore Area Sardegna ENGIE Italia. Le opere strutturali saranno realizzate con l’obiettivo di efficientare, uniformare e mettere in sicurezza elettrica e statica l’intera infrastruttura impiantistica. Un progetto importante, che l’Amministrazione Comunale ha scelto in un momento storico in cui i temi della sostenibilità ambientale, del risparmio energetico, della sicurezza dei territori e della valorizzazione degli spazi urbani sono divenuti una priorità nell’agenda delle Pubbliche Amministrazioni. I lavori di efficientamento, iniziati a gennaio 2023 e coordinati dal settore Lavori pubblici del Comune, si inseriscono nel contratto della durata di 15 anni che prevede la gestione, la manutenzione e l’efficientamento degli impianti di illuminazione pubblica e semaforica, inclusa la fornitura dell’energia elettrica, e di ulteriori interventi per un uso razionale dell’energia negli edifici e nei siti comunali. Sono stati sostituiti a oggi circa 1200 lampioni con sorgenti led nelle zone San Pietro, Viale Italia, Carbonazzi e Luna e Sole. Le squadre di ENGIE stanno lavorando in parallelo per gestire i lavori, procedendo dalla periferia al centro, comprese le borgate, senza creare interruzioni alla circolazione e garantendo attenzione alle connotazioni urbanistiche della città. I lavori termineranno nel 2024. Tutte le sorgenti led installate saranno dotate di regolazione automatica del flusso luminoso nel rispetto delle esigenze di ciascuna sede stradale o luogo di riferimento in cui è posto il corpo illuminante. Saranno, inoltre, sostituiti più di 100 sostegni e riqualificati 160 quadri elettrici. ll nuovo sistema di illuminazione consente di migliorare l’efficienza e le prestazioni della rete garantendo al contempo il contenimento della luce artificiale e un maggiore comfort visivo, così da rendere le strade più sicure e permettere ai cittadini e ai turisti di vivere gli spazi urbani come luoghi di incontro e aggregazione. Grazie a un innovativo software, ogni lampione è geolocalizzato e collegato a un sistema di telecontrollo centralizzato. In questo modo il servizio di gestione, manutenzione e segnalazione guasti è stato digitalizzato rendendolo veloce, efficace e sicuro. E’ a disposizione, inoltre, della cittadinanza, delle forze dell’ordine e degli enti di verifica il numero verde 800127991 attivo 24h/24 per 365 giorni l’anno. Gli interventi sul sistema di video-sorveglianza prevedono l’installazione di 67 telecamere nei punti strategici dell’area urbana a maggior intensità di traffico, per aumentare la sicurezza nelle zone afferenti il centro storico e le periferie. Il sistema di videosorveglianza entrerà in funzione gradualmente all'installazione della singola telecamera. L’accordo tra l’Amministrazione di Sassari ed ENGIE prevede, oltre agli interventi sull’illuminazione pubblica, semaforica e la video-sorveglianza, anche la fornitura di energia termica per 115 edifici pubblici, tra scuole, uffici, impianti sportivi e case di cura. La progettazione di due edifici ad alta prestazione energetica alimentati principalmente da energia proveniente da fonti rinnovabili. Inoltre, nell’area ex IVECO sarà installato un sistema di distribuzione locale dell’energia elettrica (micro-grid), realizzato un impianto fotovoltaico da 130 kW e predisposte colonnine di ricarica per le auto elettriche. La partnership tra ENGIE e il Comune di Sassari trasformerà quindi il capoluogo di provincia in una città alimentata da impianti altamente tecnologici ed efficienti e porterà alla graduale dismissione di quelli a gasolio, fortemente impattanti dal punto di vista ambientale. Grazie al progetto saranno risparmiati il 14% di energia termica, il 32% di energia elettrica e il 54% di quella impiegata per l’illuminazione pubblica e dei semafori. Risultati che si traducono in oltre 2.500 tonnellate all’anno di CO2 non emesse nell’atmosfera, equivalenti alla circolazione di 1.550 auto in meno sul territorio. Quello che stiamo presentando oggi è un progetto frutto di un attento lavoro di elaborazione e studio tra il Comune ed ENGIE durato mesi. - dichiara Rosanna Arru, Assessora ai Lavori pubblici e Manutenzioni del Comune di Sassari - Ciò che abbiamo voluto ottenere, e abbiamo ottenuto, è un impianto di illuminazione efficiente per tutto il territorio comunale, destinato a rimanere sempre altamente performante. Oltre ai lavori di efficientamento, fiore all'occhiello di questo progetto è infatti il software che ci permette di individuare immediatamente lampioni non funzionanti per porre rimedio velocemente e in modo efficace. Tutto questo, insieme all'installazione delle videocamere, aumenterà anche il senso di sicurezza della cittadinanza. “Il risparmio, la tutela ambientale e il miglioramento del servizio sono i punti cardine di questa virtuosa iniziativa amministrativa. ENGIE è Sassari hanno avviato un percorso molto innovativo che si ispira a un modello di città che sosteniamo, ovvero capace di conciliare la creazione di valore economico, una migliore qualità della vita e un impatto ambientale sociale e positivo sulla comunità”, sottolinea Claudio Galli, Direttore Area Centro ENGIE Italia. “Sono oltre 350 i Comuni italiani che accompagniamo nella transizione energetica, sviluppando soluzioni intelligenti e prodotti digitali applicabili che danno risultati reali, concreti e facilmente integrabili nei processi di governo delle amministrazioni pubbliche”. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
Field Operations: un paesaggio tecnonaturale- Forestieri Pace Pezzani
Il polo scolastico di Sassa rappresenta un atteso, punto di incontro per la comunità e il territorio aquilani. Il progetto prevede una grande copertura unitaria (160 x 70 metri) inserita tra l’altopiano agricolo e le dolci colline sul fronte sud. È un’ increspatura del paesaggio esistente, una leggera alterazione dell’orografia capace di sprigionare nuove, impreviste potenzialità. È un ettaro di paesaggio agricolo sospeso, sotto al quale si libera una nuova quota zero che accoglie tutti i programmi scolastici, culturali e sportivi. Questa scuola innovativa non favorisce solo lo scambio e l’apprendimento tra ragazzi di età e cicli diversi (dall’asilo fino alla scuola secondaria) ma propone anche spazi per un intenso dialogo con le generazioni più adulte: auditorium, palestra, giardino sono aperti a tutta la comunità; le dotazioni e gli spazi della scuola primaria e secondaria possono essere facilmente riconfigurati; la copertura è un campo agricolo in cui coltivare lo zafferano - crocus, riconosciuta eccellenza del territorio aquilano - ed è quindi un grande laboratorio didattico aperto agli studenti oltre che un incredibile punto di osservazione e conoscenza del paesaggio circostante. Semplici, efficaci strategie e dispositivi riducono significativamente l’impatto del progetto sul territorio: rispetto dell’orografia esistente, gestione e riuso delle acque, produzione di energia eolica, isolamento naturale della copertura, ombreggiamento naturale danno forma architettonica a inattesi ibridi tecnonaturali.
Area La fascia di transizione tra l’altopiano agricolo microurbanizzato e le pendici delle colline progressivamente più selvagge.
x 2
Un ettaro coltivato a zafferano aquilano (crocus) ed erba medica (medicago sativa) levita a un’altezza compresa tra 6 e 15 metri: un laboratorio didattico per la scuola di Sassa. Il nuovo layer è un “tetto verde” che migliora i livelli di benessere termico dell’edificio e, grazie ai suoi aggetti, riduce l’irraggiamento diretto sulla facciata sud durante la stagione estiva. Sotto questo “tappeto magico” si svela una nuova quota zero da progettare in continuità con il paesaggio circostante: il perimetro interamente vetrato sfuma costantemente la percezione dei limiti tra interno ed esterno e riconfigura le aree destinate ai programmi scolastici attraverso la semplice apertura-chiusura dei suoi serramenti.
Lenti graduate
Condensare orizzonti vicini e lontani. Il piano terra è connesso visualmente con i dispositivi tecnonaturali del giardino (bacino fitodepurativo) e con il paesaggio collinare circostante. La copertura, elevata oltre la quota delle villette, è un plateau di osservazione a grande scala che spazia fino al Gran Sasso. Manipolazioni tecnonaturali Oltre il paradigma moderno: il progetto intensifica, trasforma, redistribuisce le energie latenti nel territorio; queste risorse, a loro volta, influenzano l’architettura e generano imprevisti effetti spaziali, visuali e climatici. La scuola stessa diventa un laboratorio in cui fare esperienza diretta e non convenzionale della complessa rete di relazioni che legano, alle diverse scale, attori e oggetti eterogenei.
Aguaespejo
Il bacino fitodepurativo è il fulcro di un sistema integrato di gestione delle acque. È alimentato dalle piogge (7.000 metri cubi per anno) convogliate dalla grande copertura concava (raggio costante 250 metri, pendenza min. 1%) e dalle acque reflue della scuola. Piante macrofite galleggianti filtrano e depurano l’acqua prima del suo riutilizzo: una quota è destinata all’irrigazione del campo di zafferano, un’altra alle piante del giardino e una parte al raffrescamento mediante nebulizzazione (in prossimità delle aule). Architettura, paesaggio e tecnologia si fondono in un continuum di influenze reciproche.
Nuvola artificiale
Due rotori eolici Magenn (2 x 20 KW) si librano al di sopra della scuola e intercettano le sostenute brezze aquilane: parte dell’energia prodotta è utilizzata per il sistema di ricircolo delle acque e la rimanente copre il fabbisogno energetico del complesso. I due elementi sospesi proiettano sulla copertura un’ombra mobile che modifica localmente le condizioni di temperatura e irraggiamento: una nuvola artificiale.
Qualità spaziali e costruzione
Apri / chiudi I programmi sono liberi di espandersi, riconfigurare gli spazi senza uno schema rigido, ibridarsi con le funzioni attigue, fluire con naturalezza tra interno ed esterno. La palestra raddoppia e si relaziona con cortile e giardino, le aule della 1ª e 2ª possono unirsi e aprirsi alla natura, l’asilo punta su spazi progressivamente più protetti dal punto di vista termico e luminoso.
Struttura e costruzione a secco
La struttura è in legno lamellare, la costruzione è a secco per garantire rapidità e precisione in cantiere. La copertura è realizzata a partire da un unico modulo triangolare che genera la concavità del tetto (membrana minima a tensione). Questo poggia su una maglia (8x8 m) di pilastri cruciformi composti da un fusto comune (h. 4 m) e un elemento di raccordo alla copertura di altezza variabile.
Piante, sezioni e atmosfere
Transizione Le falde concave del tetto verde digradano dolcemente verso un’ampia fascia in griglia metallica che divide nettamente il blocco apparentemente compatto della scuola. La luce filtrata definisce un “volume immateriale”, un viale pergolato che organizza chiaramente gli accessi principali (auditorium pubblico, scuola primaria e secondaria, asilo) e lascia intravedere in secondo piano le colline alberate.
Giardino tecnonaturale Il lago non è un mero elemento decorativo: questo bacino fitodepurativo è il fulcro di un sistema di gestione delle acque reflue e piovane che regola i parametri igrometrici locali e supporta diverse specie di flora e fauna: un ecosistema. All’ombra degli aggetti della copertura i nebulizzatori concorrono a mitigare la calura estiva, estendendo così il «perimetro di comfort» delle attività scolastiche. Due dei possibili esempi di come architettura, paesaggio e tecnologia si influenzano, sfumano l’uno nell’altro, si ibridano in modi imprevedibili e di come le loro interazioni riverberano alle diverse scale.
Stanze all’aperto La palestra è direttamente connessa al giardino e al cortile (soleggiato e riparato dai venti invernali). Gli spazi di gioco possono essere riconfigurati rapidamente secondo necessità e si enfatizza il loro carattere di “soglia profonda” più che barriera tra interno ed esterno.
Sereno variabile I bambini, sfiancati dal gioco e dal sole, si riposano all’ombra proiettata dai generatori eolici Magenn mentre il contadino spera ancora che il vento lo favorisca nel pomeriggio. Una nuvola artificiale che dispensa desiderati ma imprevedibili microclimi locali.
#Forestieri Pace Pezzani#L'Aquila#Sassa#lascuolachevorrei#concorrimi#filed operations#technonatural#hybrids
2 notes
·
View notes
Text
La Presentazione di Sandro Bongiani
Ray Johnson
“RELAZIONI MARGINALI SOSTENIBILI / One”
Presentazione di Sandro Bongiani con annotazioni di Coco Gordon
In occasione e in contemporanea con la 59. Biennale Internazionale di Venezia 2022 viene presentata a Salerno la grande mostra personale di Ray Johnson con opere originali ancora inedite facenti parte della Collezione dell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA). Una collaborazione tra Ray Johnson e Coco Gordon durata oltre un ventennio di contatti e assidua frequenza, dagli anni 70 fino al 1995, anno della sua dipartita, collaborando attivamente assieme in interessanti scambi creativi che secondo noi era doveroso far conoscere.
Proprio il 13 gennaio Ray Johnson decise di suicidarsi gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, per poi annegare. Coco Gordon, amica fidata di Ray, come lo sono stati Henry Martin, Bill Wilson, Bob Warner, Mark Bloch, ha più volte descritto l’esperienza duratura avuta con Ray, scaturita dai contatti diretti, colloqui, interviste e da momenti di vita comune assieme all’artista americano, tra il 14 e il 17 febbraio 1995 decise di descrivere ad un amico chi era veramente Ray, scrivendo: “Caro amico di Ray, sento il bisogno di descrivere chi è/era Ray, come lo conosciamo/lo conoscevamo noi suoi amici intimi. Così ho scritto in queste pagine cose che raramente vedo pubblicate nei tabloid o negli articoli di riviste su Ray Johnson. Nelle ore successive alla morte di Ray, ho avuto molte esperienze illuminanti tra Ray e i suoi amici che lo amavano/lo amavano raccontatemi al telefono. Dal momento che sento che tutti i diversi aspetti di Ray come li conosciamo/conoscevamo hanno lo stesso peso nel dare un suo ritratto come artista, ho deciso di scrivere gentilmente il suo vero ritratto, come lo sentivo e cosa ho veramente vissuto a contatto con Ray, raccontando incidenti e ricordi in modo semplice e diretto come se me lo stesse dicendo. Avrei voluto metterli in una sorta di ordine "passeggiata in prigione" o "vasca da bagno" oppure, in qualche altro ordine che tu hai sperimentato, Judy Hoffberg, aveva espresso l’interesse a pubblicarlo nel suo Umbrella Magazine, ma purtroppo è morta…”. A distanza di 60 anni dalla nascita della Mail Art (1962) e a 50 anni esatti (1972) dalla prima e forse unica mostra in Italia e in Europa di Ray Johnson presso la Galleria Schwarz a Milano di Arturo Schwarz, con una presentazione di Henry Martin, ritorna in Italia un importante evento dell’artista americano con 160 opere originali tra elaborazioni grafiche, progetti, foto dell’artista, performance e testi ancora inediti raccolti nel corso di oltre un ventennio di collaborazioni tra Ray Johnson e Coco Gordon, presenti ora nell’Archivio Coco Gordon di Colorado (USA) e con 24 opere “add to & return” in appendice di vari periodi di lavoro creati da artisti che avevano partecipato all’esperienza innovativa della New York Correspondence Art School.
Una indagine su Ray Johnson ad ampio raggio, considerato dalla critica negli anni 60’ per essere “il più famoso artista sconosciuto di New York” e un pioniere della performance nell'uso della lingua scritta nell'arte visuale. Una pratica basata sulla contaminazione tra collage, fotografia, disegno, performance, happening e testo scritto, con il gioco delle parole come per esempio, “SEND” riorganizzato come “ENDS”, oppure, “NO THINGS” diventato “NOTHINGS”, con una sorta di operazione, in cui “i giochi di parole non sono solo un fatto ludico”, fine a se stesso, ma un’altra diversa possibilità di liberarsi dalle costrizioni e dagli impedimenti e affidarsi all’invenzione e alla creatività della parola, avvalorata anche attraverso dall’invio postale.
Nella parola “Nothing” come nel collage di Jeff - scrive Coco Gordon - non c’è la lettera “I”, in cui sotto le dita del piede c’è scritto “Martin Friedman”, a volte non scrive per tre volte la lettera “I”, oppure aggiunge “No I” come quello spedito a Chuck Welch. Nella mia personale esperienza con Ray il "NO I “' l’aveva scritto in occasione della mia mostra alla CHA SOHO Gallery nel 1982 sull’invito all'opera trap per pianoforte, scrivendo su un piccolo foglietto di carta la parola “noihtng”, opponendola come regalo di compleanno per John Cage con 70 rossi pistacchi sanguinanti in carta sulla parete della Galleria. Forse provava a comunicare nascostamente la sua scomparsa con un “i” scrivendo “Noihtng” anche dietro la mia t shirt dicendo di non perderla perché era molto importante… In questo modo nascosto annunciava già sommessamente agli amici la sua prematura scomparsa che poi realmente ha realizzato nel 1995 gettandosi in mare da un ponte a Sag Harbor, New York, e che la critica ha valutato come ultima opera testimoniale e finale di questo importante artista americano.
Diceva Ray: “ho semplicemente dovuto accettare che per una necessità di vita ho scritto molte lettere e dato via molto materiale e informazioni, ed è stata una mia compulsione. E mentre l'ho fatto, è diventato storia. È il mio curriculum, è la mia biografia, è la mia storia, è la mia vita”. I suoi progetti includono prestazioni concettualmente elaborate che si occupavano di relazioni interpersonali e disordini formali, diceva: "sono interessato a cose e cose che si disintegrano o si disgregano, cose che crescono o hanno aggiunte, cose che nascono da cose e processi del modo in cui le cose mi accadono realmente. Secondo Coco Gordon, “i suoi lavori non sono mai singole operazione assestanti di mail art, ma nascono da piccole storie, da incontri con le altre persone, da relazioni e riflessioni spontanee capaci di innescare nuovi apporti e nuove azioni al pensiero creativo” dando così completa autonomia alla comunicazione e rendendo questo nuovo modo di espressione totalmente libero, al di fuori di qualsiasi schema imposto e prefissato dal potere culturale e di conseguenza dal mercato ufficiale dell’arte.
Spesso viene associato al gruppo Fluxus per il carattere solitamente minimal-concettuale dei suoi progetti; il gruppo Fluxus è stato un vivace movimento internazionale che in quel periodo si distinse per una serie di azioni e interventi a carattere neodadaista. Dobbiamo segnalare che Ray Johnson non ha mai fatto parte del “Fluxus”, ma ha comunque condiviso le stesse problematiche e ”l’underground” prettamente sperimentale con molti artisti di questo raggruppamento. Precursore e convinto individualista. presenza enigmatica e nel contempo trasgressiva dell’arte contemporanea americana, nel 48, si era trasferito a New York iniziando una produzione di opere geometriche aderendo così al “Gruppo degli Artisti Astratti Americani”, per poi a metà degli anni '50 dedicarsi al collage, producendo centinaia di piccoli lavori che chiamò "moticos", quasi una sorta di “Pop Art” anticipatrice delle ricerche che a distanza di qualche anno verranno messe in campo con successo da Leo Castelli con il gruppo storico americano. Non sappiamo se era cosciente fino in fondo della portata innovativa e rivoluzionaria che stava apportando all’interno dell’arte . Oggi, a distanza di diversi anni ci appare uno dei personaggi più originali e influenti, e nel contempo, un grande pioniere solitario dell’arte visuale, influenzando il futuro dell'arte e divenendo altresì il punto di riferimento per nuove generazioni di giovani artisti.
Johnson ha sempre preferito lavorare su piccoli formati, precludendosi così l’appoggio del grande mercato dell’arte ufficiale, rifiutando spesso di esporre o vendere il proprio lavoro. Del resto, il mercato dell’arte preferisce le grandi dimensioni e una produzione creata appositamente per essere “mercificata” in senso commerciale, e quindi, poco interessato a tale situazione. Si direbbe, una ricerca del tutto “trasversale” rispetto alle proposte svolte in quei periodi da altri autori, che accoglie diversi mezzi espressivi con interventi che di fatto hanno creato attrito come del resto ha fatto, quasi nello stesso periodo, anche Guglielmo Achille Cavellini in Italia utilizzando la scrittura, il comportamento, la concettualità e persino l'ironia ben sapendo che questa era l’unica strada possibile da percorrere. Ray, non amava tanto essere chiamato un mail artista, e neanche essere considerato il pioniere della Mail Art, ma pensava di poter creare un nuovo gruppo di lavoro “Pre Pop Shop” tra Black Mountain e Pop Art. Secondo lui l’arte è vita, del resto, anche la parola “Moticos” utilizzata molto spesso deriva dalla parola osmotic, una specifica qualità caratterizzata da una reciproca influenza, uno scambio fra individui, una compenetrazione di idee, atteggiamenti e realtà culturali, insomma, un nuovo modo di pensare in un processo decisamente fluido e in evoluzione che si rivela in modo puntuale esaminando gli scritti e le azioni performative “Zen Nothings” svolte dall’artista americano. Oggi a distanza di 27 anni dalla morte il suo lavoro sperimentale dagli anni 60’ in poi è considerato dalla critica parte integrante del movimento Fluxus e persino originale anticipatore della Pop Art americana.
Quella di Ray è una ricerca che accoglie persino frammenti di oggetti di vita. Come faceva Kurt Schwitters, Ray è stato “un assiduo raccoglitore di cose trovate e recuperate” per essere rimesse nel circuito della comunicazione e nell’arte restituendo a loro una nuova vita. Le associazioni delle cose e i processi in cui accadono realmente erano alla base della comunicazione visiva, una sorta d’indagine intesa come un “work in progress” assolutamente del tutto provvisorio, che non può avere mai una definitiva conclusione.
Esemplare e per certi versi illuminanti sono le numerose annotazioni che fa l’artista Coco Gordon a margine di questa mostra scrivendo di Ray, ciò ci permette di fare una sorta di analisi ben più precisa del suo lavoro, scrive Coco Gordon: “non avevo ancora realizzato una raccolta di idee raccogliendo le risposte che ho ricevuto dagli amici del Pre Pop Shop di Ray fino a poco tempo fa, che ora ho fatto per essere condiviso in questo importante evento di Ray Johnson in Italia presso la Galleria Sandro Bongiani Vrspace in occasione e in contemporanea con la 59. Biennale Internazionale di Venezia 2022, raccogliendo le caratteristiche e le sfumature personali di Ray Johnson per un ritratto il più possibile fedele, fatto di parole, appunti telefonate, oggetti e pensieri ora finalmente dichiarati:
La visione di Ray l'ha chiamata "Pre Pop Shop", le conferenze erano allestimenti, aperture di buste, letture, missive sul posto, ribaltamenti di sedie, i ritratti tradizionali erano ritagli, sagome, contorni dei suoi stessi metodi, l'ombra di una piccola lampadina o la tua mano sul pavimento, tra le scoperte di Ray ci sono la stoffa magica e la vegetazione pericolosa…
Ray ha posato la super-cross-connection-bahn a partire dagli anni '40 nello spirito di Einstein, dove l'azione e la reazione sono trapelate per lui, così ha mantenuto aperto il faro e il flusso per le generazioni future…
I club delle scuole di Ray, le riunioni delle università, sono stati illuminati dai suoi contatti personali che ha incontrato e dai nuovi amici, ha inviato messaggi in bottiglia a cui è stata data una risposta personalmente a livello locale, ha stimolato le sue osservazioni e ricercato gli attributi naturali degli esseri viventi micro e macro, informando tutti i suoi nuovi discepoli, ogni incontro senza scrupoli è stato offerto loro…
I "Nothings" di Ray erano una supplica zen per ascoltarlo. Gli appuntamenti di Ray con le persone sono diventati Nothings, coil, zen, strike, una passeggiata o un picnic, una festa o un meeting virginia Reel...
Le "passeggiate carcerarie" di Ray si svolgevano religiosamente in luoghi abituali, a volte condivisi a volte segnalati sempre ricordati. il tocco di Ray sulla cultura popolare, TV, zines, fumetti, bar, ristoranti, club, riunioni era inesauribile, Betty Boop, Bunnyheads Buttons -- incontrava la sua non formattazione dei formati di scuole, università e giochi d'arte intuiti e virginia reels, compulsioni, anatomie sporgenti...
Ray era gentile, divertente, innocente, veggente, querulo, mai gratuito, piacevano le feste, i picnic e le letture di poesie, amava e faceva visita ai suoi amici e i suoi AKA sono incondizionatamente amati per sempre, entrambi amavamo i numeri, le virgole e... i punti, i punti, i punti, i punti, il ripetersi infinito degli eventi della natura, ricominciano, ricominciano, le "passeggiate a remi", le "passeggiate in prigione" di Ray e le bottiglie con appunti all'interno gettate nel porto, venivano svolte religiosamente in luoghi abituali, a volte condivisi e a volte segnalati, spiagge, cigni morti…
Ray ha creato nuovi linguaggi per le vecchie forme, le nuove forme e per le vecchie lingue, ha usato la sua macchina come palcoscenico, ha mangiato cibo, ha cucinato la "ricetta" di John Cage con fagioli borlotti e alghe, ha animato il mondo fabbricato, ha infilato tutte le nostre lune crescenti nelle sue buste per scuoterle e inviare, ha risposto al "semplificare, semplificare" di Thoreau con "Failure, Failure, Failure", i "gesti di scarto dell'usa e getta" di Ray (Thoreauaway) sono stati fondamentali in tutte le sue esibizioni e le corrispondenze….
Ray viveva localmente, era un bio-regionalista naturale, coltivava nella sua regione spiagge, vita, mare, insetti, alberi, vegetazione, campi, rocce, terra, flora, detriti, tavole, chiodi, vasche da bagno, lumache, baccelli, discariche, poeti, artisti locali, tipografi, operai, riparatori, catalpa, fagioli, spine, serpenti, cigni, ratti, granchi, stronzi…
Ray conosceva tutti i libri della biblioteca, le biblioteche erano sue complici, controllava ritualmente l'effetto dei movimenti delle maree, ha infilato tutte le nostre lune crescenti nelle sue buste per scuoterle e inviare, ha dato esempi di emancipazione e democratizzazione, l'ascolto, l'attivazione della recitazione, la detonazione dell'azione giusta, chi più chi fa cosa e tutte le permutazioni…
Ray ha usato solo macchine fotografiche usa e getta di carta, negli ultimi anni ha fotografato allestimenti con oggetti, disegni, teloni del sole, della luna, ha trovato distese srotolate nei cassonetti delle città, su spiagge, in luoghi specifici e rivisitati,
Ray ha modificato le grandi storie tradizionali di Audubon, arte popolare, Turner, Darwin, Thoreau, Buddha: le grandi tradizioni della natura, del mare, della pittura di ritratti e paesaggi, dell'indagine biologica, delle poesie dei cambiamenti degli ordini mondiali, della conversazione socio-spirituale…
Ray ha stimolato le sue osservazioni e ricercato gli attributi naturali degli esseri viventi micro e macro, informando tutti i suoi nuovi discepoli, le misurazioni di Ray delle operazioni del mondo naturale si intersecavano con le loro formulazioni in corso, era inventore, cartografo, calamita e talvolta un parassita, come Rose Selavy ha coltivato il suo io erotico, trasmettendo i semi di tutte le zucche nella nostra percezione, per favore aggiungi e invia.
Ray ha riflettuto, quanto tempo ci vuole per tirare fuori l'intero gomitolo di spago, anni dopo vedo Duchamp contare miglia di fili con cui ha riempito interi spazi aerei…
Con i cubetti di ghiaccio, il suo “SEND” riorganizzato come “ENDS” scritto con strisce bagnate scure sulla lavagna, "quando si scioglie... nessuno lo saprà mai" era il suo ritornello seducente di tutti i tempi, forse il primo necrologio di Ray Johnson che non può essere cambiato, e intanto…, Ray Johnson saltò sui sassi e scivolò (sì, era umano)...
(Ho compilato - scrive Coco - un ritratto più intimo di Ray prodotto da amici, da tutti voi che avete toccato e toccato da Ray esperienze/storie/finestre/ brillanti/ impressioni oltre a quelle popolari apparse sui media).
Biografia di Ray Johnson (1927-1995)
Nato il 16 ottobre 1927 a Detroit, nel Michigan, i suoi primi anni di vita comprendevano lezioni sporadiche al Detroit Art Institute e un'estate alla Ox-Bow School di Saugatuck, nel Michigan. Nel 1945, Johnson lasciò Detroit per frequentare il progressivo Black Mountain College in North Carolina. Durante i suoi tre anni nel programma, ha studiato con un certo numero di artisti, tra cui Josef Albers, Jacob Lawrence, John Cage e Willem de Kooning. Trasferitosi a New York nel 1949, Johnson stringe amicizia tra Robert Rauschenberg e Jasper Johns, sviluppando una forma idiosincratica di Pop Art. Nei decenni successivi, Johnson divenne sempre più impegnato in performance e filosofia Zen, fondendo assieme la pratica artistica con la vita. Il 13 gennaio 1995 Johnson si suicidò, gettandosi da un ponte a Sag Harbor, New York, poi nuotando in mare e annegando. Nel 2002, un documentario sulla vita dell'artista chiamato How to Draw a Bunny, ci fa capire il suo lavoro di ricerca. Oggi, le sue opere si trovano nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, D.C., del Museum of Modern Art di New York, del Walker Art Center di Minneapolis e del Los Angeles County Museum of Art
Si ringrazia l’Archivio Coco Gordon del Colorado (USA), per aver permesso la realizzazione di questo importante evento europeo su Ray Johnson e si comunica che dopo questo importante evento verrà fatta la catalogazione di circa 500 opere presenti nella Collezione Gordon di Colorado (USA) che presto verranno ufficialmente rese visibili anche online, in modo stabile a scopo divulgativo e di consultazione presso la startup web “Sandro Bongiani Arte Contemporanea” di Salerno, https://www.sandrobongianivrspace.it/ per opportuni studi e approfondimenti sul lavoro innovativo svolto da questo importante artista pre-pop americano.
Salerno, 21 aprile 2022
0 notes
Text
Piacenza: Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo - 160 opere dal Belvedere e dalla Klimt Foundation di Vienna
Piacenza: Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo – 160 opere dal Belvedere e dalla Klimt Foundation di Vienna
Dal 12 aprile 2022, gli spazi della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi e dell’XNL – Piacenza Contemporanea ospitano “Klimt. L’uomo, l’artista, il suo mondo” una grande mostra dedicata al maestro della secessione viennese e al suo mondo, con oltre 160 opere, tra dipinti, sculture, grafica, manufatti d’arte decorativa provenienti dal Belvedere e dalla Klimt Foundation di Vienna e da molte altre…
View On WordPress
0 notes
Text
Leonardo e Polish Armaments Group presentano la nuova variante dell’elicottero W-3 a MSPO 2019
Leonardo, Polish Armament Group e diverse altre realtà industriali e della ricerca in Polonia, presentano al salone MSPO 2019 una versione dell’elicottero militare multiruolo W-3 Sokół. Nelle sue diverse varianti il W-3 viene realizzato nel paese da PZL-Świdnik che rappresenta la base industriale di Leonardo in Polonia in campo elicotteristico.
La nuova variante del W-3, basata su tecnologia allo stato dell’arte realizzata dall’industria aeronautica polacca, potrebbe in futuro soddisfare i requisiti delle forze armate polacche che necessitano di una nuova macchina in questa categoria. La collaborazione tra Leonardo e l’industria polacca prevede modifiche sostanziali all’elicottero W-3 che già rappresenta la spina dorsale della flotta elicotteristica delle forze armate polacche. Per la nuova variante sono previste le tecnologie più moderne e collaudate oggi disponibili sul mercato assicurando tempi di consegna ridotti, elevata affidabilità e risparmi in termini di acquisizione e costi operativi. L’elicottero sarà dotato di nuove pale e di un nuovo rotore principale unitamente ad avionica completamente digitale e comprendente un nuovo cockpit, sistema di gestione del volo, visione sintetica in grado di riprodurre in modo virtuale sul cockpit l’ambientazione esterna, mappe digitali e sistema anticollisione, un moderno autopilota, nuovi sistemi di comunicazione, interventi sui motori e sistema di diagnostica dello stato di efficienza dei componenti. A queste modifiche si aggiungono nuovi equipaggiamenti di missione e 200 kg in più di carico utile (con un aumento del peso massimo al decollo che sale così a 6,6 tonnellate) che assicureranno significativi miglioramenti in termini di prestazioni e capacità operative. A MSPO 2019 viene esposto in particolare un mock-up del cockpit del W-3 di nuova generazione. La nuova variante dell’elicottero dimostra le capacità dell’industria polacca in questo campo per soddisfare le esigenze delle forze armate nazionali. Il nuovo W-3 sarà in grado di rispondere ai più recenti requisiti in ambito NATO permettendo così ai Sokół di restare in servizio per i prossimi 30 anni, superando le obsolescenze delle precedenti versioni e avvicinandosi agli standard più moderni. La collaborazione intesa a sviluppare la nuova variante prevede anche un’importante trasferimento di tecnologia da Leonardo a PZL-Świdnik che permetterà conseguentemente di far crescere ancora l’intera industria aeronautica polacca. Gian Piero Cutillo, Capo della Divisione Elicotteri di Leonardo, ha dichiarato: “Un aspetto significativo nello sviluppo del W-3 di nuova generazione è rappresentato dal trasferimento di tecnologia al fine di assicurare ai clienti autonomia operativa e il maggior coinvolgimento possibile dell’industria polacca. In particolare, il nostro partner Polish Armaments Group avrà un ruolo importante in quanto sarà pienamente coinvolto in tutte le fasi del programma, dalla progettazione allo sviluppo, fino alla produzione e al supporto degli elicotteri in futuro”. Sebastian Chwałek, Vice President di Polish Armaments Group ha aggiunto: “Il nostro Gruppo contribuisce a questo programma di ammodernamento con soluzioni allo stato dell’arte e competenze specifiche, tra le quali l’armamento guidato e non guidato. L’integrazione di tali equipaggiamenti sull’elicottero W-3 consentirà al nuovo modello di supportare efficacemente il personale nello svolgimento dei propri compiti, assicurando al contempo l’accesso da parte delle Forze Armate polacche a munizionamento condiviso con altri operatori della NATO”. L’elicottero W-3 di nuova generazione assicurerà importanti capacità operative per le forze armate polacche con un’ampia gamma di equipaggiamenti di missione e comprendenti sistemi d’arma (missili aria-aria e anti-carro, lanciarazzi da 70 mm, pod per mitragliatrici e cannoni da 12,7/20mm, mitragliatrici installate in cabina), oltre a sistemi di autoprotezione, sistema elettrottico, capacità di visione notturna e Head Up Display. L’elicottero sarà in grado di svolgere molteplici missioni quali trasporto truppe, operazioni con forze speciali, ricerca e soccorso in combattimento, intelligence, sorveglianza e ricognizine armata, evacuazione medica. ********* La presenza industriale di Leonardo in Polonia è principalmente rappresentata da PZL-Świdnik, il costruttore elicotteristico con 65 anni di esperienza acquista attraverso la costruzione di più di 7400 elicotteri per clienti in oltre 40 paesi. La Polonia è in tal modo divenuta una delle poche nazioni con la capacità progettare, sviluppare, produrre e supportare i propri elicotteri. PZL-Świdnik è un partner fondamentale del Ministero della Difesa polacco: quasi 160 elicotteri di sua produzione sono in servizio con le forze armate polacche. Di questi, circa 70 sono W-3. Quasi l’80% degli elicotteri consegnati alle forze armate polacche negli ultimi anni sono stati progettati a Świdnik (SW-4 Puszczyk, W-3PL Głuszec e W-3WA Sokół, comprese le varianti da trasporto VIP governativo). PZL-Świdnik impiega attualmente circa 3000 dipendenti, di cui oltre 650 ingegneri, e collabora con più di 800 aziende polacche. Leonardo è inoltre presente in Polonia con altri importanti programmi militari. Questi comprendono il velivolo da addestramento M-346 Bielik per l’Aeronautica Militare e il programma Rosomak per l’Esercito implementato con PGZ. Leonardo ha anche fornito diversi sistemi di difesa e sicurezza, come la componente di terra dei satelliti da osservazione italiani COSMO-SkyMed, sistemi di sorveglianza radar e costiera, che incrementano sensibilmente il livello di sicurezza della Polonia.
Polish Armaments Group è una delle maggior realtà industriali nel campo della difesa in Europa. PGZ riunisce oltre 50 società di primaria importanza nel settore della difesa in Polonia rappresentate da stabilimenti produttivi, centri di manutenzione e centri di ricerca. PGZ impiega oltre 18.000 dipendenti e genera ricavi annui pari a 5,5 miliardi di zloty. PGZ realizza sistemi e soluzioni innovative utilizzate dalle forze armate polacche e alleate. Read the full article
0 notes
Photo
David LaChapelle I Believe in Miracles
A cura di Reiner Opoku e Denis Curti
24Ore Cultura, Milano 2022, 160 pagine, 180 illustrazioni, cartonato, 23 x 28 cm, ISBN 978-88-6648-535-3
Mostra Mudec - Museo delle Culture 22.04.2022 -11.09.2022
euro 30,00
email if you want to buy [email protected]
L’arte di LaChapelle nasce da un deciso strappo con il presente, motivato dal bisogno di definire un mondo possibile, costruito su un nuovo rapporto tra etica ed estetica, perché l’arte è un investimento sull’umanità.
Questa nuova narrazione ispira la mostra del Mudec I Believe in Miracles e il catalogo: le inimitabili, spettacolari immagini del fotografo e artista statunitense guidano i lettori in un percorso di consapevolezza, a partire dall’esperienza ineliminabile del sacro, attraverso una serie di tappe che obbligano a confrontarsi con alcuni dei nodi irrisolti del nostro tempo, per giungere infine, lasciatisi alle spalle le incertezze e oscurità del presente, a un nuovo Eden, nel quale uomo e natura celebrano un accordo basato sul rispetto reciproco.
È questo il miracolo in cui LaChapelle ci chiede di credere, reso possibile dall’amore libero da ogni vincolo e pregiudizio, e dalla bellezza, che alimentano la nuova consapevolezza cui tutti noi siamo chiamati, liberandoci dall’alienazione che sta mettendo a repentaglio la nostra stessa sopravvivenza.
Fotografie, installazioni, video, opere su vetro e lightbox sono i principali linguaggi che l’inesauribile immaginazione dell’artista utilizza, per catturare lo spettatore e il lettore, trascinandoli nel proprio mondo fantastico. Il miracolo dell’arte.
In mostra oltre 90 opere – tra grandi formati, scatti site-specific, nuove produzioni e una video installazione – che si dipanano in un racconto fluido e ricchissimo di suggestioni, attraverso la personalissima visione dell’artista di una fotografia ‘gestuale’, che è strappo sul presente e ‘alert’ per il futuro a venire.
17/06/22
orders to: [email protected]
ordini a: [email protected]
twitter: @fashionbooksmi
instagram: fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr: fashionbooksmilano, designbooksmilano
#David Lachapelle#photography exhibition catalogue#Mudec Milano 2022#photography books#libri di fotografia#Denis Curti#Reiner Opoku#fashionbooksmilano
36 notes
·
View notes