#oggi unico
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primepaginequotidiani · 17 days ago
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PRIMA PAGINA Milano Finanza di Oggi mercoledì, 12 febbraio 2025
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elperegrinodedios · 6 months ago
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E quando arriva la notte, la mente ripensa alle cose del giorno passato e pianifica le cose per il giorno seguente, mentre il cuore riposa. Lui non deve fare programmi, per lui non cambia mai nulla, ieri, oggi e domani, lui si ciba e vive d'amore e il suo unico e vero scopo è sempre quello di amare. Il dove, il come e il quando, a lui non interessano, lui conosce solo il perchè. Dove? Ovunque. Come? Tutti i modi possibili. Quando? Sempre. Perche? Perchè l'amore è tutto e senza l'amore questa vita non avrebbe più nè senso e nè valore. E, non sarebbe vita.
lan ✍️
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diceriadelluntore · 2 months ago
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Storia Di Musica #355 - King Crimson, Red, 1974
L'ultima storia dell'anno riguarda un disco che è uno dei capolavori di tutti i tempi. Riscoperto negli ultimi anni, per tutta una serie di avvenimenti che andrò a raccontarvi, chiude il cerchio del progressive di una delle band che lo fecero nascere: i King Crimson.
Di quella band che nel 1969 sconvolse il mondo della musica con In The Court Of The Crimson King è rimasto solo il genio di Robert Fripp, che in 5 anni cambia 7 formazioni diverse. E il disco di oggi nasce dopo l'ennesimo cambio di formazione. Concluso un tour americano di tre mesi nel 1974, Fripp, Bill Bruford (batteria) e John Kenneth Wetton (basso, voce e chitarra) decidono a maggioranza di allontanare il violinista David Cross. Rimangono un trio, e iniziano a pensare ad un nuovo disco. In Gran Bretagna Fripp ha un incontro che gli sconvolge la vita: legge gli scritti di John G. Bennett, allievo diretto di Gurdjieff. Bennett, che era un matematico, voleva nei suoi lavori integrare il proprio sapere scientifico con le conoscenze acquisite in materia di filosofie orientali e misticismo con la frequentazione del grande maestro greco-armeno. Fripp ne rimase folgorato, e nei decenni successivi organizzerà nei campi studio di Bennett corsi di chitarra divenuti leggendari: non prendere la chitarra per settimane intere, fare meditazione prima di ogni sessione, persino accordature tutte particolari per suonare lo strumento. Ma l'incontro con Bennett provocò anche altro: Fripp dichiara finita l'esperienza King Crimson, Bruford e Wetton hanno totale carta bianca per l'ultimo lavoro.
Quello che poteva essere l'inizio di una tragicomica esperienza, si rivela invece un trampolino creativo potentissimo: ne nasce fuori un disco dove il progressive e il jazz rock, cardini di quel suono così unico, sono la base di partenza per una musica più muscolare, scarna, drammatica. Bruford e Wetton chiamano musicisti sessionisti per le registrazioni, alcuni grandi amici dei nostri ed ex componenti: Ian McDonald, con il suo sax, uno dei fondatori della band, Mel Collins, anche lui ex Crimson, e Mark Charig che tra il 1970 ed il 1971 suona negli storici album Lizard e Islands, in quest'ultimo è suo un fenomenale assolo di cornetta nella title track. Le registrazioni di Red, colore della passione, della morte, della rinascita, iniziano nel luglio del 1974, e ne vengono fuori 40 minuti di musica straordinaria. Red è l'inizio già spiazzante: la band è in formazione power trio, il brano gira intorno ad un potente riff, tra i migliori di Fripp, fino a quando verso metà brano entra in scena un violoncello (strumento che apparirà anche in altri brani). Chi sia l'esecutore è ancora oggi un mistero, perchè non è segnato nei crediti sull'album e persino nei registri degli Olympic Studios di Londra dove iniziarono le registrazioni. Una recente teoria vuole che fosse nientemeno che Julian Lloyd Webber, fratello del famosissimo Andrew Re dei Musical, ma è una balla. Fatto sta che a 50 anni rimane ancora il mistero! Il disco continua con Fallen Angel, dove compare una rara chitarra acustica, è un brano sugli Hells Angels, dove un uomo chiede al fratello di unirsi alla terrificante banda per poi vederlo pugnalato tragicamente per le strade di New York. One More Red Nightmare è il lato horror del disco: l'incubo di uno schianto aereo, con il riff a salire vertiginosamente e gli interventi al sax di McDonald, un brano drammatico e potentissimo. Providence è una live session improvvisata al Palace Theatre di Providence, Rhode Island, il 30 giugno 1974, dove suona e comprare nei crediti anche David Cross. Ma sono gli ultimi, monumentali 12 minuti di Starless la pietra miliare di questo capolavoro: originariamente pensata per il precedente album, che si intitola Starless And Black Bible, è divisa in una parte cantata dove ritorna il caro Mellotron, un tema di chitarra elettrica e il sax di Mel Collins; nella seconda parte inizia il ritmo di un basso iconico (per gli appassionati puristi, in tempo 13/8 e dall'armonia diminuita) dove la chitarra di Fripp arriva nel cielo più oscuro, senza stelle appunto, un abisso celeste e non terreno.
All'epoca, quando uscì, il 5 Ottobre, si sapeva già da un'intervista al New Musical Express che il gruppo non esisteva più. Persino la copertina, così intima e minimalista rispetto alla magia delle loro precedenti, non attirò l'attenzione dovuta. Il disco ebbe pochissimo successo. Ma negli anni a seguire, visti anche i futuri e numerosi ritorni di Fripp a sigla King Crimson, il disco ha finito per ammaliare intere generazioni di musicisti: figura non solo come ultimo apice del prog, che verrà di lì a poco colpito a morte dal punk, ma è considerato il capostipite di tutte le varianti che da fine anni '80 riproposero i suoni articolati, la maestria strumentale, l'atmosfera tenebrosa e cinematografica. È un disco mondo, probabilmente anche più mistico e profondo di quello pensato dai musicisti, che ancora sfida a cercarci dentro a 5 decenni di distanza, nelle sue profondità recondite e terribili. Come si fa con ogni cosa che non ci lascia indifferenti. Tanto che un giovane produttore, Butch Vig, lo fece ascoltare ad un giovane musicista, che disse: "è il miglior album nella storia del rock". Quel musicista era Kurt Cobain.
Un grande abbraccio a quelli che leggono sempre, a quelli che spero si appassionino, ai curiosi ogni tanto. Buon anno e alle prossime storie musicali!
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kon-igi · 1 month ago
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IL FUNGO SOTTO IL CIUFFO
Premetto che il titolo di questo post non è clickbait... si tratta - letteralmente - di un fungo sotto un ciuffo (d'erba) e quando ho raccontato l'episodio alle mie figlie mentre stavamo facendo un viaggio in macchina, la piccola saettava sguardi preoccupati in direzione della sorella grande mentre questa scrollava furiosamente sul suo cellulare il pdf del DSM-5 per trovare la diagnosi.
Il fatto è che il lungo consumo di un certo tipo di media fin dall'infanzia - romanzi di fantascienza, fumetti, videogiochi, giochi di ruolo - ha creato in me una sorta di visione parallela della realtà che è ottima per scrivere racconti brevi e preparare avventure di giochi di ruolo ma che sovente destabilizza chi non mi conosce a fondo.
Il fungo sotto il ciuffo d'erba si riferisce a un vecchio ricordo (dovevo avere 7 o 8 anni) relativo a uno dei tanti pomeriggi del fine settimana in cui uscivo a fare escursioni con i miei genitori e i loro amici. A volte s'andava a raccogliere le castagne, a volte i mirtilli o le more oppure, come nel caso narrato, i funghi.
Per la raccolta dei funghi c'erano regole ben precise: ognuno per sé ma con contatto visivo, picchiare col bastone a terra per scacciare le vipere, non urlare ad ogni ritrovamento ma spostare delicatamente foglie ed erba, tagliare il gambo lasciando il micelio integro nel terreno e mettere il fungo nel cestino o nella retina per far cadere le spore.
E ora ecco l'immagine precisa che vado a raccontarvi, scolpita indelebilmente nella mia memoria e che per la sua pregnanza sensoriale rievoco tutte le volte che ho bisogno di chiarezza emotiva.
Pineta di Viareggio, Novembre, pomeriggio umido nelle narici ma soleggiato sulla pelle. Il profumo della resina si mescola a quello dell'humus sabbioso del terreno, dove gli aghi di pino formano un tappeto lucido interrotto da piccole macchie di erba bassa che ben sopravvive ai miti inverni di riviera. E' in uno di questi prati che, nella ricerca di funghi, mi dirigo verso un cespuglio di erba pampa, con i piumini quasi finti ma assolutamente selvatica. Man mano che mi avvicino, l'erba lascia il posto al muschio, verde e giallo con gocce di pioggia notturna ancora intrappolate tra gli sporangi. Mi abbasso, con una mano alzo dal cespuglio un ciuffo che si piegava fino a sfiorare il terreno e sotto, sul muschio, c'è un unico fungo, di quelli che noi chiamiamo pinacci, così piccolo che il cappello avviluppava il gambo ma lucido e... luminoso, quasi come se qualcuno avesse creato una composizione perfetta nella simmetria sublime dei cinque sensi. Abbasso il ciuffo, in silenzio, senza neanche farmi sfiorare dall'idea di raccoglierlo e torno dai miei genitori con una strana sensazione di completezza che dura ancora oggi.
A questo punto vi chiederete come mai le mie figlie fossero preoccupate ma il racconto non finisce qui.
Da quel giorno cominciò a insinuarsi in me l'impressione che il mondo fosse... costruito ma non che ci fosse un demiurgo, un architetto o un dio costruttore ma che noi avessimo il potere di cogliere il Frammento, l'attimo preciso in cui il nostro desiderio di disvelamento della realtà si allinea con il Caos simmetrico del Disordine.
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Io il Frammento lo cerco istintivamente a ogni sguardo sul mondo, perché ogni volta rimirando le piccole cose a terra, dove nessuno abbassa lo sguardo, ritrovo racconti non detti, fotografie non scattate e canzoni silenziose.
Avete provato a scuotere il ginepro che si trova sul lato sinistro del tabernacolo dove i Bravi aspettano Don Abbondio? Alcune bacche sono verdi ma quelle mature cadranno a terra con un fruscio sordo e con uno sventolie di gocce di rugiada della notte precedente. Ce ne sono di calpestate a terra, sul viottolo che scende a valle verso il torrente e se chinate leggermente la testa potrete sentirne l'odore pungente e legnoso.
Oppure, se vi infilate nel vicoletto tra le prime due cripte di famiglia nel cimitero di San Botulfo a Oakmont in Massachusetts, potrete trovare una cassa di legno con dentro un rotolo di corda e un piede di porco. Attenzione, però, quando vi volterete. E poi vorrei sapere chi ha messo una tanica di benzina sulla balconata interna al sottotetto dell'ingresso della villa del Senatore Woden, visto che non ci sono scale per raggiungerla.
Ah... se poi dite a Longino "Ego potum tuum bibere possum?" vi renderete conto che non si tratta di aceto ma di Posca, una bevanda militare di acqua, aceto e spezie che i soldati stanno per offrire a Gesù come atto di pietà finale, non per fargli uno spregio.
Lo vedete cosa c'è scritto su questa pietra?
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Avreste mai immaginato che questi fossero i pensieri nascosti della persona che desiderava solo un vostro bacio e voi invece avete proseguito nella vostra vita senza nemmeno notarla?
Per concludere, tutto può essere visto e tutto può essere sentito, anche l'invisibile e il sussurrato... guardarlo e ascoltarlo, però, significa accettare che da quel momento in poi dovremmo salire sopra la nebbia del mondo per continuare a essere.
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anchesetuttinoino · 3 months ago
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Ci sono due tipi di violenze contro la donna.
Una è strutturale ed è quella economica: senza l’indipendenza economica una donna sarà sempre subordinata.
L’altra è quella culturale e sociale.
Nella società italiana oggi il patriarcato è ormai -e per fortuna- praticamente scomparso.
Esistono certamente dei delinquenti che usano violenza contro le donne, spesso loro mogli e compagne, in quanto soggetto anche fisicamente più debole, ma questo è un altro conto, e riguarda la violenza diffusa della nostra società.
Esiste invece un reale rischio di un patriarcato d’importazione collegato alle migrazioni forzate, ma è un concetto che non si può esprimere perché il pensiero unico del ‘politicamente corretto’ non lo consente.
Provate a chiedere a queste transfemministe di entrare in qualche bar di quartieri periferici abitati da immigrati musulmani e poi vedrete quanto la dura realtà dei fatti farà cambiare loro parere…(Marco Rizzo).
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amamiofacciouncasinoo · 1 month ago
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Tra poco scoccherà la mezzanotte, e il mio cuore non può fare a meno di pensare a te, mamma.
Sono passati 28 mesi esatti da quando hai spiccato il volo verso il cielo… 28 mesi che pesano come un macigno e insieme scorrono come un soffio di vento.
I giorni, a volte, sembrano interminabili, pieni di vuoti incolmabili e silenzi che urlano la tua assenza. Altre volte, invece, mi sembra di sentirti vicina, come una carezza invisibile che mi rassicura, ricordandomi che, qualsiasi cosa accada, tu sei sempre con me, in ogni passo, in ogni respiro.
Quante cose sono cambiate da allora, mamma… e quante ne ho vissute senza poterti guardare negli occhi per condividerle con te. A volte mi sembra di vivere una vita parallela, quella che avremmo costruito insieme, fatta di sogni, risate e momenti che avrei voluto dedicarti. Ti immagino ancora accanto a me, a consigliarmi con la tua saggezza o a sorridere con quel sorriso che era casa.
Non ho ancora fatto a tempo a riprendermi dal Natale e da tutte le feste passate senza di te, che già mi ritrovo davanti a un altro vuoto, il mio compleanno. Questo sarà il terzo senza di te, e ogni volta risento quel senso di mancanza che mi stringe il cuore. Il pensiero che tu non ci sia per festeggiarmi o per rendere quella giornata speciale mi lascia un nodo in gola. Era sempre un giorno in cui riuscivi a farmi sentire amata in modo unico, e ora, senza di te, sembra incompleto.
Ma mamma, voglio che tu sappia una cosa: nonostante tutto, nonostante il dolore e i vuoti, mi sforzo di vivere come avresti voluto tu, di trovare forza nei tuoi insegnamenti e nella tua memoria. Perché tu non sei solo un ricordo, sei la mia guida, la mia stella polare in un cielo che a volte sembra troppo buio.
Ti prometto che continuerò a tenerti viva nei miei gesti, nei miei pensieri e nel mio cuore. Sei parte di me, oggi e per sempre. Ti amo, mamma, e mi manchi con tutta me stessa.
Per sempre
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raccontidialiantis · 3 months ago
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Il più bel regalo per lui: pensieri di schiava
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Oggi glielo mostrerò. Non vedo l'ora di vedere la faccia che farà! L'ho acquistato e indossato subito, sotto un bellissimo foulard di seta. Che potrà usare per legarmi, se vorrà. Si: porterò il collare, d'ora in poi. E lo indosserò ogni volta che sarò in sua presenza. Sarà un mio concreto segno di totale appartenenza e sottomissione al mio unico, giovane Signore. Apprezzerà, alla fine; però non sarà facile. Perché il mio è un uomo forte, risoluto, maschio, ma fondamentalmente inesperto. Infatti, non è lui ad avermi detto di volermi sottomettere. Io sono una donna di quarantacinque anni, lui ne ha molti di meno. Sono peoprio io che voglio fargli capire che sono diventata la sua devota schiava, dapprima nel cuore e nella mente, da oggi e totalmente anche nel corpo e nell'anima.
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Quindi egli potrà fare di me ciò che vuole. Sarò bravissima ad annullare la mia personalità e parlerò con lui solo quando me lo permetterà. Si abituerà presto alla sua schiava amorevole e spero che inizi presto a provare un puro piacere nel dominarmi, comandarmi e anche nel punirmi, se non mi comporto secondo il suo preciso volere. Perché sono pazza di lui e voglio essere dominata e guidata. Comandata e coccolata. Viziata e punita, sculacciata, mortificata e poi accarezzata e frugata ovunque. Indosserò anche un bellissimo plug. Voglio che mi maltratti, che mi faccia piangere e poi mi possieda come vuole. Tutte le volte che sarò con lui. Prima di tornare a casa, dai miei figli. E da quell'uomo buonissimo di mio marito: una pasta d'uomo che me le dà tutte vinte e mi vizia. Ma io sono perversa. E lui non mi basta, col sesso plain vanilla: voglio godere. Mi sento puttana.
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RDA
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itsbritneybitchandimback · 8 days ago
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Buongiorno, il mio unico pensiero oggi è che manca poco e vado a Napoli
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primepaginequotidiani · 6 months ago
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PRIMA PAGINA Corriere Del Mezzogiorno di Oggi venerdì, 06 settembre 2024
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3nding · 2 months ago
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I motivi per cui io e credo molti altri non vogliono tornare a lavorare in Italia, soprattutto in ambito accademico, sono raccolti in un articolo pubblicato su Repubblica che raccoglie l'esperienza di un prof italiano rientrato dall'estero
1) "Non ho risorse né laboratori, il mio ateneo non mi fornisce neanche una sedia"
2) Pochi corsi in Inglese e pochi studenti stranieri
3) Spazi e posti assegnati con logiche baronali
4) "Gli italiani che tornano nei nostri atenei lo fanno solo per ragioni familiari, oggi non c’è università del Paese che riesca a darti le stesse condizioni di una all��estero”. A questi punti aggiungo un mio pensiero: la legge sul rientro dei cervelli rappresenta un gigantesco specchietto per le allodole. Se come unico parametro per rientrare in patria l'Italia offre un taglio delle tasse per un tot di anni, ma poi si rientra nello stesso ambiente lavorativo da cui si è scappati anni prima credo che questo rappresenti una grande presa in giro... Per riattrarre gli italiani dall'estero e più in generale gli stranieri in Italia servono ben altre condizioni che un mero taglio delle tasse a tempo determinato....
Tra queste:
1) Investimenti in ricerca e sviluppo al pari degli altri Paesi del G7 (Italia nel 2022 ha investito l'1.3% del PIL in ricerca e sviluppo, Francia il 2%, Germania il 3% per rimanere in Europa..)
2) Creare un ambiente internazionale favorendo lo scambio culturale con altri Paesi e assegnare posti e spazi in base al merito anche a stranieri e non secondo le logiche baronali
3) Favorire il rientro dei cervelli permettendogli di riportare in patria il know how acquisito all'estero. Questo si deve tradurre mettendo a disposizione spazi, strumenti e personale a chi rientra per permettergli di re-importare in Italia conoscenze acquisite all'estero.
Questi 3 punti permetterebbero a chi rientra di:
A) Formare i giovani italiani con tecnologie acquisite all'estero
B) Aumentare la qualità della ricerca e dell'innovazione in Italia
C) Favorire un ambiente internazionale (io mando un PhD o uno studente o un post-doc all'estero in un centro in cui ho lavorato e ne prendo uno dall'estero a fare un'esperienza in Italia)
D) Far uscire l'accademia e il mondo della ricerca italiana dal provincialismo e baronismo di cui sono impregnate.... Ad oggi queste condizioni non esistono.... Risultato: Sempre più giovani continueranno ad emigrare e chi vive all'estero ci resta.. Contenti voi, contenti tutti.....
Massimo Fantini
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falcemartello · 11 months ago
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Quella che era apparsa una rivoluzione culturale epocale..il 68.. si è rivelata essere la più grande truffa culturale ai danni degli studenti e dei giovani. Un tempo nelle Università e nei licei si contestava il potere.. oggi il potere sta dominando le menti di universitari, ormai talmente manipolati da credere che il pensiero unico sia il pensiero libero. Boni Castellane fotografa il fallimento educativo e culturale
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scritti-di-aliantis · 2 months ago
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(Foto: ghostmafia77)
Nella vita, a ogni donna capita di incontrare un poeta. Sta a lei capirlo e tirarne fuori il meglio. Ne beneficeranno entrambi. Vivendo un amore coinvolgente, unico.
Aliantis
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As (Stevie Wonder)
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"Just as all is born is new, do know what I say is true, that I'll be loving you always."
"Così come tutto ciò che nasce è nuovo, sappi che ciò che dico è vero, che ti amerò per sempre."
(Stevie Wonder compose questo capolavoro a ventisei anni. Evidenti le radici compositive che affondano nell'humus della musica gospel da chiesa, in cui spesso il pastore "chiama" e il coro "risponde." Tutto con sonorità ancora oggi attuali. Pezzo bellissimo, melodico e penetrante. E soprattutto con un testo che con tutta evidenza affresca la sentita dedica a un grande amore.)
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angelap3 · 13 days ago
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La Maledizione di un Amore Perduto
Sapevi che dietro il cupo mito di Dracula si cela una tragedia straziante? Si dice, infatti, che Dracula un tempo fosse un uomo dal cuore colmo d’amore, ma la crudeltà dell’umanità lo trasformò nella creatura assetata di vendetta e sangue che conosciamo oggi.
Dracula, noto anche come Vlad, era un nobile guerriero devoto al suo popolo e profondamente innamorato della sua bellissima moglie, che rappresentava la sua luce in mezzo alle tenebre della guerra. Tuttavia, la sua felicità andò in frantumi quando la chiesa e i leader della sua regione, timorosi della sua influenza, accusarono la sua amata di praticare atti di stregoneria. La donna fu condannata al fuoco purificatore, il cui unico crimine era stato quello di essere generosa e amare profondamente le nobili persone del popolo.
Nel suo dolore e nella sua furia, Vlad gridò al cielo, ma solo il vuoto oscuro rispose. La sua anima, spezzata e colma di amarezza, fu sedotta dalla promessa di un potere eterno. Accettando questo oscuro destino, si trasformò in Dracula, un essere immortale condannato a vagare tra le ombre. Da quel momento, giurò vendetta contro coloro che gli avevano strappato via tutto ciò che amava, sussurrando con furia e dolore nelle profondità del suo cuore:
“Voi mi avete portato via tutto l’amore che conoscevo, avete bruciato mia moglie! Un’anima pura e generosa. Ora io prenderò tutto da voi: le vostre anime, il vostro sangue… tutto, e lo ridurrò in cenere.”
5 Curiosità:
📝 Dracula, come personaggio, è ispirato a Vlad l’Impalatore, un principe valacco noto per la sua brutalità in battaglia.
📝 In alcune versioni del mito, Dracula è presentato come un eroe tragico che lotta contro l’ingiustizia prima di cadere nell’oscurità.
📝 L’idea che i vampiri temano i crocifissi nasce dal tradimento che Vlad sentì da parte della chiesa, che permise la morte di sua moglie.
📝 Il castello di Dracula, situato in Transilvania, è diventato un simbolo iconico del terrore gotico.
📝 Il romanzo di Bram Stoker ha reso popolare l’immagine del vampiro romantico, anche se Dracula non è sempre stato visto come un amante tragico.
(Post di Patrizia Uliano Alfano)
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donaruz · 4 months ago
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"Io ho una cosa grande, lotto per la libertà".
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Oggi il cantautore Pierangelo Bertoli
avrebbe compiuto 82 anni.
(Sassuolo, 5 novembre 1942 – Modena, 7 ottobre 2002),
PIERANGELO BERTOLI
cantautore e interprete unico della musica popolare italiana. Uomo straordinario dentro e fuori dal palco, ha sempre raccontato nelle sue canzoni gli ultimi, gli emarginati, i lavoratori e i ribelli di ogni sorta.
Sempre in prima linea nell'impegno civile, sociale e politico, resta un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono fare della musica uno strumento di lotta e di emancipazione collettiva.
Atlantide
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femmenoir-red · 6 months ago
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Mi sembra di averti amato in infinite forme, infinite volte…
Vita dopo vita, età dopo età, per sempre.
Il mio cuore incantato ha fatto e rifatto la collana di canzoni,
Che tu prendi in dono e porti al collo nelle tue molteplici forme,
Vita dopo vita, età dopo età, per sempre.
Ogni volta che sento le antiche cronache dell’amore, il suo dolore secolare,
La sua antica storia di essere separati o insieme.
Mentre fisso il passato, alla fine emergi tu,
Rivestita della luce di una stella polare che buca l’oscurità del tempo:
Diventi un’immagine di ciò che viene ricordato per sempre.
Io e te abbiamo galleggiato qui sul ruscello che sgorga dalla sorgente.
Nel cuore del tempo, l’amore di uno per l’altro.
Abbiamo giocato a fianco di milioni di amanti, condiviso la stessa
Timida dolcezza dell’incontro, le stesse lacrime angosciose dell’addio…
Un amore antico ma le cui forme si rinnovano e si rinnovano per sempre.
Oggi è raccolto ai tuoi piedi, ha trovato la sua fine in te.
L’amore di tutti i giorni dell’uomo, passati e futuri:
Gioia universale, dolore universale, vita universale.
I ricordi di tutti gli amori che si fondono con questo nostro unico amore –
E le canzoni di tutti i poeti del passato e dell’eternità...❤
Web©
@femmenoir-red
-emozioni
14*09*24
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francescosatanassi · 6 months ago
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NOME DI BATTAGLIA GALLO
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Quello nella foto è Adriano Barbieri e tra una settimana compirà 100 anni. Nel '44 il suo nome di battaglia era Gallo e militava tra i partigiani nella zona di Ca' Malanca, dove operava la 36° Brigata Garibaldi "Bianconcini" al comando di Luigi Tinti, nome di battaglia Bob. In ottobre, accerchiati dai tedeschi, 700 partigiani tentarono lo sfondamento delle linee nemiche scatenando la famosa battaglia di Purocielo. Per tre giorni sostennero una durissima controffensiva, tra i mortai tedeschi e le bombe degli Alleati, appostati appena oltre le linee. Furono 57 i caduti tra i ribelli. Nonostante ciò, la notte del 13 ottobre iniziò la difficile manovra di sganciamento. A fare da guida c'era Sesto Liverani, nome di battaglia Palì, del distaccamento "Celso Strocchi". Così ricordò l'evento il partigiano Galassi: "Per tre notti camminammo al buio, in silenzio, in mezzo ai tedeschi. Sembravamo ombre. Non si sentiva né una parola, né lo scalpiccio dei piedi. Gli ordini dal comando venivano passati lungo la fila, fino all’ultimo. Così, presso il Muraglione trovammo gli inglesi". Oggi Ca' Malanca è un luogo unico in Romagna, sede di un centro documentale sulla Resistenza e di una mostra permanente in ricordo dei tantissimi che armi in pugno si lanciarono contro i traditori fascisti. Gallo c'era quel giorno e c'era anche oggi, a ricordarci che il fascismo esiste a va distrutto. Oggi come ieri. Con ogni mezzo necessario.
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