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primepaginequotidiani · 2 months ago
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PRIMA PAGINA Milano Finanza di Oggi mercoledì, 12 febbraio 2025
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angelap3 · 28 days ago
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E' di oggi la notizia della morte di Jack Vettriano, è stato trovato morto nella sua villa nei pressi di Nizza, ma la morte risale a sabato 1 marzo.
Non era solo un artista straordinario ma anche un uomo molto riservato e umile, era infinitamente grato per il sostegno e l'ammirazione di chi amava il suo lavoro.
Di nome faceva Jack Hoggan.
Nasce in Scozia, nel 1951 nella città industriale di Methil.
La sua è una famiglia povera: "Dovevo dividere un unico letto con mio fratello maggiore" racconta; così, presto, comincia a lavorare e non può che diventare apprendista minerario in quelle stesse miniere di carbone dove lavorano un po' tutti,
e dove, prima di lui, aveva faticato il nonno, Vettriano di cognome, che era emigrato da Belmonte Castello nella valle di Comino, Frosinone.
Per festeggiare il ventunesimo compleanno gli regalano un set di acquerelli e Jack impara a dipingere e dipinge così bene che dopo pochi anni nel 1989 decide di presentare due lavori alla Royal Scottish Academy, e entrambi vengono accettati e venduti, l'anno successivo stesso favorevole esito, a quel punto decide che vuole fare il pittore a tempo pieno .
Negli anni l'interesse per Vettriano cresce a dismisura, ed è cresciuto anche il valore delle sue opere.
Ci sono state mostre personali da tutto esaurito, il successo è raggiunto, nel 2004 il quadro " Il maggiordomo cantante" fu venduto da Sotheby's per 750.000 euro.
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falcemartello · 18 days ago
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L'unione Europea (ex CE, ex CEE) nasce come progetto centralista, dirigista e burocratico.
L'unico organismo elettivo è il parlamento che, non a caso, non conta nulla.
Non c'è da stupirsi, dunque, se i grigi burocrati di Bruxelles vivono male il voto popolare.
Per quel poco che conta, beninteso.
La democrazia è una sceneggiata fatta per illudere il popolo bue di contare qualcosa.
L'UE serve a gestire tutto a livello centrale sommergendo i paesi membri di centinaia di migliaia di pagine di norme demenziali e controproducenti, distruggere quel poco che resta dell'industria europea, derubare sistematicamente i cittadini.
La buffonata bellicista ha un solo scopo, estorcere altri soldi.
La soluzione è uscire dall'UE. Non domani, non oggi, ma ieri.
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Il voto popolare è talmente temuto che il parlamento, per poter sfiduciare la Commissione, se vota al completo, può farlo solo con una maggioranza di 480 favorevoli alla sfiducia(2/3 di 720)unico in Europa, non può iniziare le leggi, solo la non eletta Commissione può iniziarle.
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anchesetuttinoino · 10 days ago
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SCANDALO RAI: UN MILIONE DI EURO A BENIGNI PER FARE PROPAGANDA EUROPEISTA
Due ore di monologo, un palco vuoto, uno sfondo arancione e la solita retorica da salotto radical chic. È questo lo spettacolo per cui la Rai ha deciso di staccare un assegno da un milione di euro a Roberto Benigni, retribuzione passata quasi interamente alla sua casa di produzione personale, la Melampo, gestita insieme alla moglie Nicoletta Braschi.
Il titolo dello show? "Il Sogno" – un’utopica lectio magistralis in cui il premio Oscar ha tessuto le lodi dell’Unione Europea e demonizzato i “nazionalismi”, marchiati come portatori d’odio, quasi come se amare la propria terra fosse diventato un crimine.
Ma qui il vero crimine è un altro: l’utilizzo di soldi pubblici per finanziare un evento che di culturale ha poco e di ideologico ha tutto. Un’iniezione massiccia di propaganda europeista, il tutto a carico del contribuente.
Benigni ha parlato senza gobbo, senza immagini, senza scenografia. Solo parole. Parole costate 500.000 euro all’ora.
Cosa è cambiato? Che oggi Benigni è diventato l’intellettuale di corte del sistema. Non diverte, non spiazza, non commuove. Recita, da copione, la parte dell’“estremista europeista” (così si è definito), perfettamente in linea con il pensiero unico dominante che da Bruxelles a Viale Mazzini si vuole imporre a colpi di sermoni e milioni di euro.
Siamo di fronte all’ennesima vergogna di Stato: la televisione pubblica che finanzia l’ideologia invece che il pluralismo, che paga l’apologia dell’Unione Europea mentre censura chiunque osi criticarla.
E ricordiamoci sempre chi è Benigni: quello che per vincere l’Oscar con La vita è bella mostrò gli americani arrivare per primi a Berlino, cancellando i russi che, come ricordava sempre Giulietto Chiesa, erano arrivati un mese prima. Una bugia cinematografica al servizio della solita narrazione occidentale.
Per sostenere il lavoro di ripubblicazione di tutte le opere di Giulietto Chiesa:
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elperegrinodedios · 8 months ago
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E quando arriva la notte, la mente ripensa alle cose del giorno passato e pianifica le cose per il giorno seguente, mentre il cuore riposa. Lui non deve fare programmi, per lui non cambia mai nulla, ieri, oggi e domani, lui si ciba e vive d'amore e il suo unico e vero scopo è sempre quello di amare. Il dove, il come e il quando, a lui non interessano, lui conosce solo il perchè. Dove? Ovunque. Come? Tutti i modi possibili. Quando? Sempre. Perche? Perchè l'amore è tutto e senza l'amore questa vita non avrebbe più nè senso e nè valore. E, non sarebbe vita.
lan ✍️
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diceriadelluntore · 3 months ago
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Storia Di Musica #355 - King Crimson, Red, 1974
L'ultima storia dell'anno riguarda un disco che è uno dei capolavori di tutti i tempi. Riscoperto negli ultimi anni, per tutta una serie di avvenimenti che andrò a raccontarvi, chiude il cerchio del progressive di una delle band che lo fecero nascere: i King Crimson.
Di quella band che nel 1969 sconvolse il mondo della musica con In The Court Of The Crimson King è rimasto solo il genio di Robert Fripp, che in 5 anni cambia 7 formazioni diverse. E il disco di oggi nasce dopo l'ennesimo cambio di formazione. Concluso un tour americano di tre mesi nel 1974, Fripp, Bill Bruford (batteria) e John Kenneth Wetton (basso, voce e chitarra) decidono a maggioranza di allontanare il violinista David Cross. Rimangono un trio, e iniziano a pensare ad un nuovo disco. In Gran Bretagna Fripp ha un incontro che gli sconvolge la vita: legge gli scritti di John G. Bennett, allievo diretto di Gurdjieff. Bennett, che era un matematico, voleva nei suoi lavori integrare il proprio sapere scientifico con le conoscenze acquisite in materia di filosofie orientali e misticismo con la frequentazione del grande maestro greco-armeno. Fripp ne rimase folgorato, e nei decenni successivi organizzerà nei campi studio di Bennett corsi di chitarra divenuti leggendari: non prendere la chitarra per settimane intere, fare meditazione prima di ogni sessione, persino accordature tutte particolari per suonare lo strumento. Ma l'incontro con Bennett provocò anche altro: Fripp dichiara finita l'esperienza King Crimson, Bruford e Wetton hanno totale carta bianca per l'ultimo lavoro.
Quello che poteva essere l'inizio di una tragicomica esperienza, si rivela invece un trampolino creativo potentissimo: ne nasce fuori un disco dove il progressive e il jazz rock, cardini di quel suono così unico, sono la base di partenza per una musica più muscolare, scarna, drammatica. Bruford e Wetton chiamano musicisti sessionisti per le registrazioni, alcuni grandi amici dei nostri ed ex componenti: Ian McDonald, con il suo sax, uno dei fondatori della band, Mel Collins, anche lui ex Crimson, e Mark Charig che tra il 1970 ed il 1971 suona negli storici album Lizard e Islands, in quest'ultimo è suo un fenomenale assolo di cornetta nella title track. Le registrazioni di Red, colore della passione, della morte, della rinascita, iniziano nel luglio del 1974, e ne vengono fuori 40 minuti di musica straordinaria. Red è l'inizio già spiazzante: la band è in formazione power trio, il brano gira intorno ad un potente riff, tra i migliori di Fripp, fino a quando verso metà brano entra in scena un violoncello (strumento che apparirà anche in altri brani). Chi sia l'esecutore è ancora oggi un mistero, perchè non è segnato nei crediti sull'album e persino nei registri degli Olympic Studios di Londra dove iniziarono le registrazioni. Una recente teoria vuole che fosse nientemeno che Julian Lloyd Webber, fratello del famosissimo Andrew Re dei Musical, ma è una balla. Fatto sta che a 50 anni rimane ancora il mistero! Il disco continua con Fallen Angel, dove compare una rara chitarra acustica, è un brano sugli Hells Angels, dove un uomo chiede al fratello di unirsi alla terrificante banda per poi vederlo pugnalato tragicamente per le strade di New York. One More Red Nightmare è il lato horror del disco: l'incubo di uno schianto aereo, con il riff a salire vertiginosamente e gli interventi al sax di McDonald, un brano drammatico e potentissimo. Providence è una live session improvvisata al Palace Theatre di Providence, Rhode Island, il 30 giugno 1974, dove suona e comprare nei crediti anche David Cross. Ma sono gli ultimi, monumentali 12 minuti di Starless la pietra miliare di questo capolavoro: originariamente pensata per il precedente album, che si intitola Starless And Black Bible, è divisa in una parte cantata dove ritorna il caro Mellotron, un tema di chitarra elettrica e il sax di Mel Collins; nella seconda parte inizia il ritmo di un basso iconico (per gli appassionati puristi, in tempo 13/8 e dall'armonia diminuita) dove la chitarra di Fripp arriva nel cielo più oscuro, senza stelle appunto, un abisso celeste e non terreno.
All'epoca, quando uscì, il 5 Ottobre, si sapeva già da un'intervista al New Musical Express che il gruppo non esisteva più. Persino la copertina, così intima e minimalista rispetto alla magia delle loro precedenti, non attirò l'attenzione dovuta. Il disco ebbe pochissimo successo. Ma negli anni a seguire, visti anche i futuri e numerosi ritorni di Fripp a sigla King Crimson, il disco ha finito per ammaliare intere generazioni di musicisti: figura non solo come ultimo apice del prog, che verrà di lì a poco colpito a morte dal punk, ma è considerato il capostipite di tutte le varianti che da fine anni '80 riproposero i suoni articolati, la maestria strumentale, l'atmosfera tenebrosa e cinematografica. È un disco mondo, probabilmente anche più mistico e profondo di quello pensato dai musicisti, che ancora sfida a cercarci dentro a 5 decenni di distanza, nelle sue profondità recondite e terribili. Come si fa con ogni cosa che non ci lascia indifferenti. Tanto che un giovane produttore, Butch Vig, lo fece ascoltare ad un giovane musicista, che disse: "è il miglior album nella storia del rock". Quel musicista era Kurt Cobain.
Un grande abbraccio a quelli che leggono sempre, a quelli che spero si appassionino, ai curiosi ogni tanto. Buon anno e alle prossime storie musicali!
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kon-igi · 2 months ago
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IL FUNGO SOTTO IL CIUFFO
Premetto che il titolo di questo post non è clickbait... si tratta - letteralmente - di un fungo sotto un ciuffo (d'erba) e quando ho raccontato l'episodio alle mie figlie mentre stavamo facendo un viaggio in macchina, la piccola saettava sguardi preoccupati in direzione della sorella grande mentre questa scrollava furiosamente sul suo cellulare il pdf del DSM-5 per trovare la diagnosi.
Il fatto è che il lungo consumo di un certo tipo di media fin dall'infanzia - romanzi di fantascienza, fumetti, videogiochi, giochi di ruolo - ha creato in me una sorta di visione parallela della realtà che è ottima per scrivere racconti brevi e preparare avventure di giochi di ruolo ma che sovente destabilizza chi non mi conosce a fondo.
Il fungo sotto il ciuffo d'erba si riferisce a un vecchio ricordo (dovevo avere 7 o 8 anni) relativo a uno dei tanti pomeriggi del fine settimana in cui uscivo a fare escursioni con i miei genitori e i loro amici. A volte s'andava a raccogliere le castagne, a volte i mirtilli o le more oppure, come nel caso narrato, i funghi.
Per la raccolta dei funghi c'erano regole ben precise: ognuno per sé ma con contatto visivo, picchiare col bastone a terra per scacciare le vipere, non urlare ad ogni ritrovamento ma spostare delicatamente foglie ed erba, tagliare il gambo lasciando il micelio integro nel terreno e mettere il fungo nel cestino o nella retina per far cadere le spore.
E ora ecco l'immagine precisa che vado a raccontarvi, scolpita indelebilmente nella mia memoria e che per la sua pregnanza sensoriale rievoco tutte le volte che ho bisogno di chiarezza emotiva.
Pineta di Viareggio, Novembre, pomeriggio umido nelle narici ma soleggiato sulla pelle. Il profumo della resina si mescola a quello dell'humus sabbioso del terreno, dove gli aghi di pino formano un tappeto lucido interrotto da piccole macchie di erba bassa che ben sopravvive ai miti inverni di riviera. E' in uno di questi prati che, nella ricerca di funghi, mi dirigo verso un cespuglio di erba pampa, con i piumini quasi finti ma assolutamente selvatica. Man mano che mi avvicino, l'erba lascia il posto al muschio, verde e giallo con gocce di pioggia notturna ancora intrappolate tra gli sporangi. Mi abbasso, con una mano alzo dal cespuglio un ciuffo che si piegava fino a sfiorare il terreno e sotto, sul muschio, c'è un unico fungo, di quelli che noi chiamiamo pinacci, così piccolo che il cappello avviluppava il gambo ma lucido e... luminoso, quasi come se qualcuno avesse creato una composizione perfetta nella simmetria sublime dei cinque sensi. Abbasso il ciuffo, in silenzio, senza neanche farmi sfiorare dall'idea di raccoglierlo e torno dai miei genitori con una strana sensazione di completezza che dura ancora oggi.
A questo punto vi chiederete come mai le mie figlie fossero preoccupate ma il racconto non finisce qui.
Da quel giorno cominciò a insinuarsi in me l'impressione che il mondo fosse... costruito ma non che ci fosse un demiurgo, un architetto o un dio costruttore ma che noi avessimo il potere di cogliere il Frammento, l'attimo preciso in cui il nostro desiderio di disvelamento della realtà si allinea con il Caos simmetrico del Disordine.
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Io il Frammento lo cerco istintivamente a ogni sguardo sul mondo, perché ogni volta rimirando le piccole cose a terra, dove nessuno abbassa lo sguardo, ritrovo racconti non detti, fotografie non scattate e canzoni silenziose.
Avete provato a scuotere il ginepro che si trova sul lato sinistro del tabernacolo dove i Bravi aspettano Don Abbondio? Alcune bacche sono verdi ma quelle mature cadranno a terra con un fruscio sordo e con uno sventolie di gocce di rugiada della notte precedente. Ce ne sono di calpestate a terra, sul viottolo che scende a valle verso il torrente e se chinate leggermente la testa potrete sentirne l'odore pungente e legnoso.
Oppure, se vi infilate nel vicoletto tra le prime due cripte di famiglia nel cimitero di San Botulfo a Oakmont in Massachusetts, potrete trovare una cassa di legno con dentro un rotolo di corda e un piede di porco. Attenzione, però, quando vi volterete. E poi vorrei sapere chi ha messo una tanica di benzina sulla balconata interna al sottotetto dell'ingresso della villa del Senatore Woden, visto che non ci sono scale per raggiungerla.
Ah... se poi dite a Longino "Ego potum tuum bibere possum?" vi renderete conto che non si tratta di aceto ma di Posca, una bevanda militare di acqua, aceto e spezie che i soldati stanno per offrire a Gesù come atto di pietà finale, non per fargli uno spregio.
Lo vedete cosa c'è scritto su questa pietra?
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Avreste mai immaginato che questi fossero i pensieri nascosti della persona che desiderava solo un vostro bacio e voi invece avete proseguito nella vostra vita senza nemmeno notarla?
Per concludere, tutto può essere visto e tutto può essere sentito, anche l'invisibile e il sussurrato... guardarlo e ascoltarlo, però, significa accettare che da quel momento in poi dovremmo salire sopra la nebbia del mondo per continuare a essere.
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amamiofacciouncasinoo · 2 months ago
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Tra poco scoccherà la mezzanotte, e il mio cuore non può fare a meno di pensare a te, mamma.
Sono passati 28 mesi esatti da quando hai spiccato il volo verso il cielo… 28 mesi che pesano come un macigno e insieme scorrono come un soffio di vento.
I giorni, a volte, sembrano interminabili, pieni di vuoti incolmabili e silenzi che urlano la tua assenza. Altre volte, invece, mi sembra di sentirti vicina, come una carezza invisibile che mi rassicura, ricordandomi che, qualsiasi cosa accada, tu sei sempre con me, in ogni passo, in ogni respiro.
Quante cose sono cambiate da allora, mamma… e quante ne ho vissute senza poterti guardare negli occhi per condividerle con te. A volte mi sembra di vivere una vita parallela, quella che avremmo costruito insieme, fatta di sogni, risate e momenti che avrei voluto dedicarti. Ti immagino ancora accanto a me, a consigliarmi con la tua saggezza o a sorridere con quel sorriso che era casa.
Non ho ancora fatto a tempo a riprendermi dal Natale e da tutte le feste passate senza di te, che già mi ritrovo davanti a un altro vuoto, il mio compleanno. Questo sarà il terzo senza di te, e ogni volta risento quel senso di mancanza che mi stringe il cuore. Il pensiero che tu non ci sia per festeggiarmi o per rendere quella giornata speciale mi lascia un nodo in gola. Era sempre un giorno in cui riuscivi a farmi sentire amata in modo unico, e ora, senza di te, sembra incompleto.
Ma mamma, voglio che tu sappia una cosa: nonostante tutto, nonostante il dolore e i vuoti, mi sforzo di vivere come avresti voluto tu, di trovare forza nei tuoi insegnamenti e nella tua memoria. Perché tu non sei solo un ricordo, sei la mia guida, la mia stella polare in un cielo che a volte sembra troppo buio.
Ti prometto che continuerò a tenerti viva nei miei gesti, nei miei pensieri e nel mio cuore. Sei parte di me, oggi e per sempre. Ti amo, mamma, e mi manchi con tutta me stessa.
Per sempre
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primepaginequotidiani · 7 months ago
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PRIMA PAGINA Corriere Del Mezzogiorno di Oggi venerdì, 06 settembre 2024
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raccontidialiantis · 4 months ago
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Il più bel regalo per lui: pensieri di schiava
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Oggi glielo mostrerò. Non vedo l'ora di vedere la faccia che farà! L'ho acquistato e indossato subito, sotto un bellissimo foulard di seta. Che potrà usare per legarmi, se vorrà. Si: porterò il collare, d'ora in poi. E lo indosserò ogni volta che sarò in sua presenza. Sarà un mio concreto segno di totale appartenenza e sottomissione al mio unico, giovane Signore. Apprezzerà, alla fine; però non sarà facile. Perché il mio è un uomo forte, risoluto, maschio, ma fondamentalmente inesperto. Infatti, non è lui ad avermi detto di volermi sottomettere. Io sono una donna di quarantacinque anni, lui ne ha molti di meno. Sono peoprio io che voglio fargli capire che sono diventata la sua devota schiava, dapprima nel cuore e nella mente, da oggi e totalmente anche nel corpo e nell'anima.
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Quindi egli potrà fare di me ciò che vuole. Sarò bravissima ad annullare la mia personalità e parlerò con lui solo quando me lo permetterà. Si abituerà presto alla sua schiava amorevole e spero che inizi presto a provare un puro piacere nel dominarmi, comandarmi e anche nel punirmi, se non mi comporto secondo il suo preciso volere. Perché sono pazza di lui e voglio essere dominata e guidata. Comandata e coccolata. Viziata e punita, sculacciata, mortificata e poi accarezzata e frugata ovunque. Indosserò anche un bellissimo plug. Voglio che mi maltratti, che mi faccia piangere e poi mi possieda come vuole. Tutte le volte che sarò con lui. Prima di tornare a casa, dai miei figli. E da quell'uomo buonissimo di mio marito: una pasta d'uomo che me le dà tutte vinte e mi vizia. Ma io sono perversa. E lui non mi basta, col sesso plain vanilla: voglio godere. Mi sento puttana.
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RDA
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itsbritneybitchandimback · 1 month ago
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Buongiorno, il mio unico pensiero oggi è che manca poco e vado a Napoli
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3nding · 3 months ago
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I motivi per cui io e credo molti altri non vogliono tornare a lavorare in Italia, soprattutto in ambito accademico, sono raccolti in un articolo pubblicato su Repubblica che raccoglie l'esperienza di un prof italiano rientrato dall'estero
1) "Non ho risorse né laboratori, il mio ateneo non mi fornisce neanche una sedia"
2) Pochi corsi in Inglese e pochi studenti stranieri
3) Spazi e posti assegnati con logiche baronali
4) "Gli italiani che tornano nei nostri atenei lo fanno solo per ragioni familiari, oggi non c’è università del Paese che riesca a darti le stesse condizioni di una all’estero”. A questi punti aggiungo un mio pensiero: la legge sul rientro dei cervelli rappresenta un gigantesco specchietto per le allodole. Se come unico parametro per rientrare in patria l'Italia offre un taglio delle tasse per un tot di anni, ma poi si rientra nello stesso ambiente lavorativo da cui si è scappati anni prima credo che questo rappresenti una grande presa in giro... Per riattrarre gli italiani dall'estero e più in generale gli stranieri in Italia servono ben altre condizioni che un mero taglio delle tasse a tempo determinato....
Tra queste:
1) Investimenti in ricerca e sviluppo al pari degli altri Paesi del G7 (Italia nel 2022 ha investito l'1.3% del PIL in ricerca e sviluppo, Francia il 2%, Germania il 3% per rimanere in Europa..)
2) Creare un ambiente internazionale favorendo lo scambio culturale con altri Paesi e assegnare posti e spazi in base al merito anche a stranieri e non secondo le logiche baronali
3) Favorire il rientro dei cervelli permettendogli di riportare in patria il know how acquisito all'estero. Questo si deve tradurre mettendo a disposizione spazi, strumenti e personale a chi rientra per permettergli di re-importare in Italia conoscenze acquisite all'estero.
Questi 3 punti permetterebbero a chi rientra di:
A) Formare i giovani italiani con tecnologie acquisite all'estero
B) Aumentare la qualità della ricerca e dell'innovazione in Italia
C) Favorire un ambiente internazionale (io mando un PhD o uno studente o un post-doc all'estero in un centro in cui ho lavorato e ne prendo uno dall'estero a fare un'esperienza in Italia)
D) Far uscire l'accademia e il mondo della ricerca italiana dal provincialismo e baronismo di cui sono impregnate.... Ad oggi queste condizioni non esistono.... Risultato: Sempre più giovani continueranno ad emigrare e chi vive all'estero ci resta.. Contenti voi, contenti tutti.....
Massimo Fantini
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anchesetuttinoino · 4 months ago
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Ci sono due tipi di violenze contro la donna.
Una è strutturale ed è quella economica: senza l’indipendenza economica una donna sarà sempre subordinata.
L’altra è quella culturale e sociale.
Nella società italiana oggi il patriarcato è ormai -e per fortuna- praticamente scomparso.
Esistono certamente dei delinquenti che usano violenza contro le donne, spesso loro mogli e compagne, in quanto soggetto anche fisicamente più debole, ma questo è un altro conto, e riguarda la violenza diffusa della nostra società.
Esiste invece un reale rischio di un patriarcato d’importazione collegato alle migrazioni forzate, ma è un concetto che non si può esprimere perché il pensiero unico del ‘politicamente corretto’ non lo consente.
Provate a chiedere a queste transfemministe di entrare in qualche bar di quartieri periferici abitati da immigrati musulmani e poi vedrete quanto la dura realtà dei fatti farà cambiare loro parere…(Marco Rizzo).
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falcemartello · 1 year ago
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Quella che era apparsa una rivoluzione culturale epocale..il 68.. si è rivelata essere la più grande truffa culturale ai danni degli studenti e dei giovani. Un tempo nelle Università e nei licei si contestava il potere.. oggi il potere sta dominando le menti di universitari, ormai talmente manipolati da credere che il pensiero unico sia il pensiero libero. Boni Castellane fotografa il fallimento educativo e culturale
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scritti-di-aliantis · 3 months ago
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(Foto: ghostmafia77)
Nella vita, a ogni donna capita di incontrare un poeta. Sta a lei capirlo e tirarne fuori il meglio. Ne beneficeranno entrambi. Vivendo un amore coinvolgente, unico.
Aliantis
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As (Stevie Wonder)
youtube
"Just as all is born is new, do know what I say is true, that I'll be loving you always."
"Così come tutto ciò che nasce è nuovo, sappi che ciò che dico è vero, che ti amerò per sempre."
(Stevie Wonder compose questo capolavoro a ventisei anni. Evidenti le radici compositive che affondano nell'humus della musica gospel da chiesa, in cui spesso il pastore "chiama" e il coro "risponde." Tutto con sonorità ancora oggi attuali. Pezzo bellissimo, melodico e penetrante. E soprattutto con un testo che con tutta evidenza affresca la sentita dedica a un grande amore.)
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diceriadelluntore · 9 days ago
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Storia Di Musica #368 - Lynyrd Skynyrd, Second Helping, 1974
Nel continuare i dischi che hanno un legame con il numero 3, oggi l'aggancio me lo dà questo disco, che nacque da un esigenza pratica: un bassista fondatore della band si deve assentare, viene sostituito da un altro, quando torna il bassista titolare il secondo, quasi per caso, viene spostato alla terza chitarra, e nasce così uno dei motivi più famosi del suono unico ed emozionante dei Lynyrd Skynyrd. La grande band del southern rock deve il suo fantasioso nome alla storpiatura di Leonard Skinner, il professore di ginnastica del loro liceo di Jacksonville, Florida, che non amava tanto i capelloni scalmanati. La band inizia a suonare insieme in un posto nelle campagne di Jacksonville, chiamato Hell House per il caldo infernale nelle giornate estive. Furono notati dal mitico Al Kooper, che li vide suonare in un locale di Atlante dal nome Funocchio's, e li presentò alla MCA, producendo il loro primo leggendario disco: (Pronounced 'Lĕh-'nérd 'Skin-'nérd) del 1973. È proprio durante le registrazioni di questo disco che Ed King, proveniente dagli Strawberry Alarm Clock, è chiamato a sostituire Leon Wilkenson. King è un bassista non eccelso, ma se la cava, però è un grande personaggio che è simpatico a tutti, quindi al ritorno di Wilkenson viene spostato alla terza chitarra con Gary Rossinton e Allen Collins, che formano il più famoso three guitars army. Nella storia della musica non è una novità, anche gli Allman Brothers Band, gli Eagles, i Moby Grape e anche Crosby, Stills, Nash & Young usavano le tre chitarre, ma nessuna di queste formazioni le ha esaltate così tanto, da creare un suono distintivo, caldo e vibrante come il loro carattere schietto, emotivo e perfino un po' folle (leggendarie le scazzottate sul palco tra loro, ogni tanto). Dopo il disco di debutto, fanno da spalla ai The Who in un tour negli Stati Uniti, con la fama crescente: la band inglese presentava il suo Quadrophenia, ma alla serata del Cow Palace di Daly City California (passata alla storia anche perchè Keith Moon stravolto dalla droga non finì il concerto, sostituito da un groupie della band, Scot Halpin, alla batteria) si rifiuta in un primo momento di suonare perchè il pubblico a gran voce reclama più minuti per i Lynyrd Skynyrd.
È sempre Al Kooper che li guida in questo secondo, magistrale Second Helping, del 1974. Disco meno prorompente del primo, ma più poliedrico, con una canzone passata alla storia. Perché è il disco di Sweet Home Alabama, una delle canzoni del rock americano. Nata in risposta a ad Alabama e Southern Man, due canzoni di Neil Young nelle quali egli aveva criticato l'Alabama (e tutto il sud degli Stati Uniti d'America in generale) per il perdurante razzismo nei confronti dei neri, la canzone dice esplicitamente: «spero che Neil Young lo ricordi, un uomo del sud non ha bisogno di lui». Tuttavia tra la band e Young non c'è mai stato astio, anzi Ronnie Van Zandt la cantava spesso indossando una maglietta con la scritta Neil Young, e fu Young ad autoaccusarsi di essere stato troppo "accusatorio e sussiegoso, non pienamente ponderato e troppo facile da fraintendere". Sweet Home Alabama è l' equivalente di Smoke On The Water del southern, verrà usata in decine di pellicole cinematografiche, telefilm, perfino nei cartoni animati. Ma il disco è pieno di canzoni che diventeranno classici: la dura e rabbiosa Workin’ For MCA, cavallo di battaglia sempreverde nei torridi concerti, è un atto di accusa nemmeno tanto velato sull'avidità del music business; gli slow blues I Need You e la splendida The Ballad Of Curtis Loew, altro episodio antirazzista, mostrano il loro animo più intimo e melodioso, Swamp Music è un altro manifesto di fierezza (gli swamp sono le zone paludose della Florida dove sono cresciuti). The Needle And The Spoon e la cover di J.J.Cale Call Me The Breeze, che diventerà molto più famosa dell'originale, sono altri esempi del perfetto amalgama tra blues ed hard rock, con le chitarre che ruggiscono selvagge in un turbine di riff e assoli travolgenti.
Un disco capolavoro, che li porta in vetta alle classifiche (disco d'oro in poche settimane), li porta in un estenuante tour, famoso anche per i numerosi episodi di violenza sopra e sotto il palco. Tutta questa tensione verrà fuori: Bob Burns, il batterista, se ne va a fine tour, la band torna in studio con Artimus Pyle a sostituirlo, ma dopo le registrazioni di Nuthin' Fancy (1975) e le prime date del Torture Tour, Ed King se ne va sbattendo la porta, "stufo di fare a pugni con quel pazzo di Ronnie". È l'inizio della fase più delicata della loro storia, che termina con il tragico e spaventoso incidente aereo del 20 ottobre 1977, tre giorni dopo l'uscita di Street Survivors, quando muoiono il chitarrista e cantante Steve Gaines, la corista Cassie Gaines, sorella di Steve, l'assistente all'organizzazione del tour Dean Kilpatrick, il pilota Walter McCreary e il co-pilota William Gray, il cantante Ronnie Van Zant, e furono feriti gravemente Allen Collins, Leon Wilkeson, Gary Rossington. La loro storia proseguirà, sulla scia della loro musica forte, infuocata e unica, anche per il loro suono a tre chitarre inimitabile e riconoscibile.
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