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PRIMA PAGINA Corriere Umbria di Oggi domenica, 01 dicembre 2024
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Stralciate le intercettazioni che sostenevano la condanna a 13 anni di reclusione. In questo modo Mimmo Lucano, europarlamentare di alleanza Verdi-Sinistra nonché eroe dei migranti, �� stato salvato dai giudici
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Lascialo andare
“C’è questa cosa che non avevo mai capito nella vita e l’ho scoperta molto tardi… E che tu ti giochi una buona quantità delle tue possibilità di stare sul pianeta terra, con felicità, te la giochi sulla capacità che tu hai di lasciare andare le cose: hai perso gli occhiali? Lasciali andare… Hai perso un amico? Lascialo andare… Hai vissuto un momento di felicità bellissimo con un amico? Ecco, il pensiero è sempre rivediamoci la prossima settimana… Lascialo andare”
(Alessandro Baricco)
Veniamo al secondo punto che ho messo online in questi giorni, tutto scaturito casualmente da due post micidiali che una mia cara amica ha intercettato (non volendo?) e mi ha rigirato. Sul primo (scegliere tra voler bene o amore) ci tornerò un'altra volta.
Lasciare andare… quando non si ha alternative, quando si è messi dinanzi a un prendere o lasciare è sempre un "lasciare andare". Semplicemente non hai scelta. Non puoi fare diversamente. Non esisti più nella sua vita, o almeno non esisti come ti eri prefigurato fino a qual momento. Soprattutto come nel mio caso, dove entrambi esistevamo, ma camminando su un filo invisibile, un funambulismo di esserci senza esserci, di essere un riferimento per l'altro anche senza esserlo ufficialmente, con uno dei due smaccatamente alla ricerca di una conferma dell'altro e con l'altro (io) che, stupidamente e soprattutto per un malcelato orgoglio, manteneva il punto per non voler (ri)cedere. Non é stato solo orgoglio ma soprattutto paura, maledetta paura di rivivere tutto ciò che c'era stato di pessimo tra noi due e che aveva lasciato alle nostre spalle solo macerie, con cui fare i conti ancora oggi (ad esempio mia figlia: come ho potuto avere piena conferma durante un breve confronto "a cuore aperto" in questi giorni). Lasciare andare non è mai facile. É bello a parole. Bello quando come il signor Alessandro Baricco, scrittore elegante, probabilmente scialacquatore nella vita di amori, occasioni furtive e non, passioni brucianti e bruciate, si permette alla fine della "sua" giostra, di poter dire che ha capito che la miglior teoria da adottare nella vita é il "lascialo andare". Lo puoi dire e fare, a mio parere, con nochalance quando hai preso tutto dalla vita o quando hai raggiunto la saggezza di un vecchio buddista tibetano e quindi sei in grado di sfoggiare il gusto del distacco per le cose terrene, per le cose belle o brutte che hai vissuto, perché intanto il tuo sguardo è ormai proiettato in avanti. Potrei arrivare a dirlo anche io (chi non ne é capace?) quando ciò di cui si sta discutendo non è la nostra vita ma quella degli altri. Da buon salottiere, semmai con un bel bicchiere di vino in mano, potremmo permetterci di pontificare sulla vita altrui, non su quella nostra, annotare le cose giuste e sbagliate, "consigliare" ciò che andrebbe fatto rispetto a quello che abbiamo fatto. Ma alla fine tutto si riduce ad una lotta impari col proprio sentire, col proprio vissuto, con quello che si è radicato intorno a quella idea di amore (purtroppo a volte è solo un'idea di amore e non l'amore) e della quale non riusciamo proprio a farne a meno. Entrano in ballo ricordi, sensazioni, non sempre positive, parole non dette (questo è un altro tema… "le parole che non ti ho detto") emozioni, tutto un fardello che grava sul cuore, sulla mente e che anche una scissione chirurgica e radicale, operata "all'improvviso" sulla tua vita, non riesce a dissipare, tanto più è stato traumatico l'evento.
Quanto sono state traumatiche le vicende che mi hanno interessato? In fondo lo sapevo che prima o poi sarebbe successo. In fondo era un qualcosa che andavamo ricercando entrambi, perchè questo cordone ombelicale invisibile, che ci teneva (che mi tiene) inscindibilmente uniti ormai era diventato ingombrante per entrambi. Non ci faceva vivere (non mi ha fatto vivere), ci teneva saldamente ancorati l'uno all'altro nonostante gli sforzi fatti per staccarsi (lei è stata indubbiamente molto più brava di me e non una sola volta). Ho finito per elevarla a simulacro, un punto irrangiungibile di confronto, che mei fatti solo una persona molto intelligente è riuscita a dimostrarmi, rispetto al quale tutte le persone che ho incontratto successivamente venivano meno. Semplicemente non erano lei. Per cui tutto annunciato, tutto previsto eppure…? eppure mi sono ritrovato per l'ennesima volta impreparato… per la seconda volta ho sentito un sonoro schiaffone arrivarmi in faccia, nonostante io andassi predicando altro. Pensavo davvero di aver raggiunto l'agognato distacco, di essere riuscito a superare il legame, a proclamare un dignitoso distacco ed equilibrio, perché riuscivo a vederla, frequentarla, fare cose con lei senza apparente tensione sessuale e affettiva. Ero orgoglioso di me. Dopo due anni di duro lavoro, anche psicoanalitico, ce l'avevo fatta. Non ero riuscito ad applicare in toto la teoria del "lascialo andare" ma ero convinto di aver instaurato un rapporto dignitoso di mero equilibrio affettivo (assolutamente non amicale come lei in maniera "stupita" è andata affermando dopo). E invece così non è stato: mi sono ritrovato in pochi secondi dall'augurarle tutte le fortune del mondo a morire dentro, ancor più della volta precedente, ma questa volta senza apparente dolore. Ed infatti a ripensarci non è stato dolore: più rabbia e delusione verso me stesso, incapace di nuovo di non saper razionalizzare se non dopo questo lungo excursus di ricordi e pensieri, di non saper accogliere la notizia per quella che era… un "lascialo andare" annunciato e farne un dramma esistenziale, una pseudo tragedia napoletana, tutta vissuta interiormente, in cui ho finito col consumare le residue energie che avevo fin qui accantonato.
Lascialo andare… ah, a saperlo fare. Ma dovrò gioco forza apprendere anche questo: lascialo andare per non perdere ulteriori attimi di felicità.
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piano di studi
Oggi ho sentito uno strano rumore nel reparto dei libri fantasy, correndo ad accertarmi del misfatto mi è caduto un libro sulla fronte, Il Nuvolario di Cattabiani, e ho perso i sensi... Così eccomi "annuvolato". Ora mi ritrovo in una dimensione nuova, rilassato e sospeso... Ho intercettato persino un aereo di carta e leggendo tra le pieghe, una missiva, ho scoperto che mi aspetta una strana settimana: PIANO DI STUDI Per domani lezioni notturne di altalena: chi si avvicina di più alla luna sarà rapito dalle magie arcane di un cratere... Venerdì avrò "Aquiloni. La teoria" dovrò ripassare il moto dei venti di lago: la breva e il tivàn... Per sabato la lezione sarà di pura pratica: imparare ascoltando le conchiglie a riconoscere il nome delle onde... ma la materia più ostica è la carezzologia: dare e ricevere carezze. Speriamo non mi interroghino! da M. Fogliaresi, Il libraio annuvolato
#citazioni#fogliaresi#mauro fogliaresi#libraio annuvolato#piano di studi#altalena#aquiloni#breva#tivàn#conchiglie#carezzologia#carezze#problemi di squola#squola
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Influencer? Ma de che? De cosa?
Ma chi sono Fedez e Chiara Ferragni, se non dei personaggi finti? Persone senza alcuna verità, senza genuinità, che propagandano solo il loro vuoto cosmico. Ovvero ogni mezzo è lecito, pur di raggiundere un unico fine: fare soldi, soldi, soldi, soldi. Facendosi beffa della fiducia della gente. Utilizzando perfino lo specchietto per le allodole che sono le iniziative di beneficienza!!
Ovvero quando l'orrido utilizza i buoni sentimenti delle persone per "farci la cresta"
Un incontro di ego
Sulle parole di Meloni contro l’influencer, Selvaggia Lucarelli dice che la premier ha intercettato un umore diffuso. Perché nell’opinione pubblica «c’è insofferenza verso questa ostentazione continua – di case da ricchi e abbigliamento da migliaia di euro – sbandierata con un’arroganza che denota mancanza di empatia nei confronti del prossimo».
Mentre quello tra Fedez e Ferragni «è stato un incontro di anime e di ego e mi pare che non ci sia uno dei due che ogni tanto fa fare un passo indietro all’altro. Sono lanciati entrambi in una corsa sfrenata senza mai guardarsi indietro e chiedersi se hanno sbagliato qualcosa». Intanto, mentre la tuta Laneus che indossava l’influencer nel video di scuse finisce sold out, si scopre che nonostante le comunicazioni di Balocco all’Antitrust in realtà l’operazione ha fatto guadagnare all’azienda 650 mila euro. Che potrebbero diventare 230 mila in caso di pagamento della sanzione.
La perdita di followers
Intanto La Verità parla oggi dei follower di Ferragni su Instagram. Dal 14 al 20 dicembre l’influencer ne ha persi 76.512. Un’inezia rispetto ai quasi trenta milioni che la seguono. Ma c’è dell’altro. Intanto perché è la perdita maggiore mai registrata dall’account. E nell’ultimo anno i follower sono cresciuti del 4,4% mentre per quel tipo di account la crescita media ogni dodici mesi è dell’11,4%. In più, secondo Hype Auditor il 23,7% degli account sono «sospetti». Il 18,9% è composto da account con più di 1500 following. Il 4,8% sono invece bot o persone che utilizzano servizi specifici per l’acquisto di “mi piace”, commenti e followers. Secondo InsightIQ la quota di account sospetti è più alta. E secondo il quotidiano, facendo una media tra le rilevazioni si può affermare che otto milioni di follower di Ferragni sono «profili poco chiari».
Ma ci rendiamo conto che questo è un castello costruito sul nulla? Ma quale imprenditrice? Ma quale beneficienza?
Comportamenti cinici e volgari solo per far quattrini. Vendersi l'anima senza avere un minimo di dignità, di coscienza, di umiltà.
Troppo facile chiedere scusa dopo aver reiterato certe condotte inamissibili per anni e anni. Costruire una narrazione del tutto fuorviante di sè e della propria persona.
E cavarsela con un semplice:
C'è stato un errore di comunicazione!
E POI SCOPRIRE CHE PURE I MILLANTATI 30 MILIONI DI FOLLOWERS sono l'ennesima bugia, l'ennesimo inganno, un ulteriore abuso della credulità popolare.
Perchè è troppp facile nell'attuale mondo digitale millantare follower inesistenti a cui non corrispondono persone reali ma account del tutto fasulli che si ha avuto l'accortezza di comprare per tempo.
A che scopo? Per apparire ancora più influenti di quel che si è. Insomma la stessa intelligenza del pavone che mostra la ruota solo per impressionare chi se lo ritrova davanti!
Ma noi abbiamo bisogno di tutto questo mondo finto e balordo?
Ci serve davvero avere una realtà popolata e infestata da questo tipo di parassiti in cerca di una notorietà fasulla?
La verità è che essere dei miserabili, oggi confina davvero con il voler fare l'influencer
🤑🤑🤑🤑🤑🤑🤑🤑 ?
Forse sarete anche pieni di soldi ma restate dei miserabili come persone.
E questo fa tutta la differenza del mondo
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I rapporti tra Fedez e il capo ultras Luca Lucci arrestato insieme al bodyguard del rapper
Fino a pochi giorni fa giravano in auto assieme per Milano a bordo di un suv nero Luca Lucci e Fedez. Alla guida Luca Lucci, alias il Toro, arrestato oggi per associazione a delinquere, di fianco Federico Leonardo Lucia in arte Fedez. A dimostrazione casomai ce ne fosse ancora bisogno, degli stretti rapporti non solo di amicizia ma anche di affari, secondo la Procura, tra l’ex Ferragnez, che non risulta minimamente indagato nell’indagine della Direzione distrettuale antimafia, e membri del direttivo della Curva sud. Tra questi Cristian Rosiello e Islam Hagag, anche loro in carcere da oggi, con cui ha condiviso vacanze in Costa Smeralda e solo pochi giorni fa un bel viaggio a Parigi. Del resto però, secondo l’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Domenico Santoro, i rapporti tra Lucci e Fedez risalgono a ottobre del 2023, quando Fedez per spingere la sua bibita Boem, creata in condivisione con il cantante Lazza, anche al Meazza chiama Lucci. Lo vedremo. Perché tali rapporti di amicizia, scrive il gip, permetteranno di fare luce su un fatto che ha occupato per giorni le cronache dei giornali, ovvero l’aggressione al personal trainer Cristiano Iovino avvenuta in via Ulpio Traino a Milano. Aggressione cui hanno partecipato lo stesso Fedez e Cristian Rosiello. E che, scrive il gip, ha rilevanza “non certo per la presenza di Fedez quanto piuttosto perché l’episodio comprova come una frangia degli ultras del Milan si sia trasformata in una sorta di gruppo violento dedito a spedizioni punitive, anche su richiesta”. L’aggressione, per la quale Luca Lucci non è indagato, avviene il 23 aprile scorso. Ed emerge da una telefonata tra Andrea Beretta e Orial Kolaj, già vicino alla curva Nord della Lazio. Fin da subito si comprende che tra i coinvolti vi siano membri della curva Sud del Milan. E questo emerge da una chiacchiera all’interno del bar di Daniele Cataldo dette “sette pistole”, personaggio vicinissimo a Lucci. Nel locale sono presenti anche Luca Lucci e Matteo Norrito, il Chuck della curva interista. E qui “hanno fatto diretto riferimento in ordine al coinvolgimento nei fatti di Rosiello e Fedez, al quale il primo farebbe ormai da guardia spalle su direttiva di Lucci”. Il fatto di cronaca è ormai noto. Iovino sarà aggredito davanti a casa dopo una lite avvenuta poche ore prima alla discoteca The Club. Ad assistere al pestaggio alcuni testimoni, tra cui una signora che prova a filmare con il cellulare. Ascoltata dagli inquirenti spiegherà di aver sentito queste parole rivolte a Iovino ancora per terra: “Chiedi scusa, devi chiedere scusa, noi torniamo e ti ficchiamo una pallottola in testa”. Due giorni dopo Fedez si reca a casa di Lucci. Con loro c’è anche Alex Cologno al secolo Islam Hagag, oggi arrestato. Emergerà poi, secondo gli atti, il vero motivo dell’aggressione e cioè il fatto che Iovino è il personal trainer del rapper Tony Effecon cui recentemente Fedez si è scontrato con alcuni dissing musicali e che (Tony Effe) in quei giorni di aprile aveva avuto qualche screzio con il cantante Lazza. Dirà Fedez: “Tony e l’amico Jimmi palestra”. Fedez intercettato: “L’amico di Tony si fa male” – Il 30 aprile poi gli inquirenti che stanno indagando su Lucci e sullo stadio intercettano una conversazione tra Fedez e il capo della curva Sud. In particolare Fedez spiega: “Son proprio tutti stupidi, vabbè niente, quando, quando torna il Tony.. eh..eh…(ride) niente dobbiamo e basta…e il tipo…..allora, è semplice la cosa frate! Tony ha un amico, tutti sanno che quello è amico di Tony, l’amico di Tony si fa male (…) Tony siccome deve fare il ragazzetto ghetto (…) non può permettersi, che in pubblico si sappia che un suo amico si è fatto male senza che lui poi l’abbia difeso! Perché a casa mia, lo difendi quando c’ha bisogno non dopo (…) e quindi niente, adesso ha imbruttito Lazza mi ha detto…cioè ha imbruttito, Lazza gli ha scritto e gli ha detto (…) se ci sono problemi ne parliamo (…) ma zio, ma non può far brutto a Lazza, vuol dire far brutto a mio figlio, ma ti pare!?”. La richiesta di una guardia del corpo “più pirotecnica” – Insomma, secondo il gip, la chiacchiera tra Fedez e Lucci avvenuta una settimana dopo i fatti, illustra i moventi di quella serata. Poi Fedez spiega che Tony Effe ha “chiamato il Lazzino” e gli ha “detto che lui e i suoi amici della curva non devono rompere il cazzo! Una roba simile, adesso non è che mi posso ricordare le parole incise di Tony Eeffe però ti assicuro che la parola Milan c’era! Il tema è l’atteggiamento che loro hanno, e l’atteggiamento è: Onore! e va bene, bella li, e basta! Ma tanto li becchiamo prima che vengano al bar!”. Lucci chiede: “Ma chi?”. Fedez: “Tony e l’amico Jimmi palestra”. I quali, risulterebbe, pochi giorni dopo probabilmente dovevano partecipare alla festa di un altro cantante. Fedez allora chiede a Lucci di fornirgli un alta guardia del corpo “più pirotecnica”. Lucci: “Ne vuoi uno brutto, un bestione”. Fedez: “Esatto, bravo senza gli Hitler”. Nulla poi avverrà. Quel che resta certo è che alle 3 della mattina del 23 aprile i cellulari di Fedez e Iovino agganciano la stessa cella di via Ulpio Traino. L’amicizia tra Lucci e Fedez – Ma torniamo all’amicizia e ai rapporti tra Fedez e Lucci che, per quel che risulta, iniziano nell’ottobre del 2023 quando si comincia a parlare di portare allo stadio la bibita Boem. Dice Fedez intercettato sul telefono di Lucci: “Ma se voi avete una società di consulenza o una società con la quale possiamo lavorare, ma se io vi appalto a voi la distribuzione di Boem? All’interno dello stadio e vi prendete una percentuale eh capito?”. A quel punto, scrive il gip, “Lucci si è detto non soltanto disponibile a intercedere per il suo interlocutore”, spiegando testualmente: “Potrei parlare con il responsabile che c’ha tutti i bar dentro allo stadio, che lo conosco bene! Con i bar, con i bar, mi posso muovere (…) se vuoi mi muovo anche con l’inter, perché lui fa anche quelli dell’Inter (…) se vuoi, te le faccio mettere in entrambe le partite per dentro lo stadio, non c’è problema!”. Poche settimane dopo di nuovo Fedez dice a Lucci: “Boem? Fammi sapere se ti devo tenere in considerazione dai che io sono uno rapido capito! Ti disegno lo scenario cioè io ti subappalto per così dire la gestione della distribuzione di Boem per quanto concerne tutto lo Stadio San Siro e anche baracchini limitrofi e poi troviamo un accordo su come gestirci le cose”. Lucci è chiarissimo: “Sta settimana ti garantisco che sento e mi informo va bene”. E così pochi giorni, a colloquio con la moglie, Lucci spiega di aver contattato l’amministratore delegato della società che distribuisce in appalto con Mi Stadio le bevande dentro a San Siro, mostrando “qualche criticità”. E però Fedez pare non mollare la presa. E a dicembre del 2023 è ancora al telefono con Lucci per illustragli il suo piano. Fedez: “Sì sì al 100%, guarda, noi facciamo un sacco di beneficenza” – Dice Fedez: “Per Boem so che uno dei nostri è in contatto con Pacio (Marco Pacini, componente del direttivo non indagato) allora, io volevo fare una roba! Dimmi se per te ha senso (…) siccome noi abbiamo la lattina in collaborazione con il Milan, che dobbiamo fare secondo me in primavera (…) ed io, non voglio guadagnare nulla da sta roba qua, voglio che sia una cosa di beneficienza, dobbiamo costruirla, dobbiamo costruirla, volete come curva, vi interessa partecipare a questa cosa? Di beneficenza?”. Luca Lucci si mostra entusiasta anche perché, scrive il gip, “orientato a ricostruirsi una propria immagine pulita che gli possa evitare, nel suo futuro prossimo, una nuova detenzione carceraria”. Per cui dice a Fedez: “Sì sì al 100%, guarda, noi facciamo un sacco di beneficenza (…) se troviamo un’idea carina, molto volentieri e se vuoi possiamo anche marchiarle una parte con la roba della Curva (…) ti do io l’ok sul marchio (…) pensa a quello che vuoi e si può fare (…) tanto i club sono messi in tutti Italia e lo portiamo ovunque, non c’è problema”. La bibita Boem – Ma sul taccuino del duo Lucci-Fedez “ormai più che amici” non c’è solo la bibita Boem, ma anche la gestione comune dello storico locale Old Fashionche si trova all’interno degli spazi della Triennale di Milano, il cui direttore è l’archistar Stefano Boeri. Per pianificare questo nuovo affare, secondo il giudice, Fedez addirittura quasi si auto invita nella villa di Lucci in provincia di Bergamo. Fedez: “ a posso venire con un mio caro amico? Che non mi va di guidare che non sono bravo a guidare la sera eh hai capito, faccio cagare”. Il 2 gennaio scorso così sarà ripreso dalle telecamere arrivare a bordo di una Ferrari a villa Lucci. Due giorni dopo Fedez è di nuovo al telefono con il Toro: “Io Boeri lo conosco benissimo (…) lui adesso mi fa (…) avevamo in mente di fare un po’ di musica dal vivo (…) io gli ho detto ascolta Stefano (…) cioè gli ho detto va bene che voi siete sofisticati e tutto ho detto però non potete fare le orchestre la dentro ma chi cazzo vi viene gli ho detto! Fate un club figo!”. E qui, secondo il giudice, interviene il dubbio di Fedez e probabilmente la consapevolezza dello status criminale di Lucci. Dice infatti: “Il tema che ti pongo è questo? Come introduco la tua figura?”. Chiara la risposta di Lucci: “Non la introduci, sono con te cosa devo fare? Ma tu sai già a chi farlo gestire? Perché io una persona l’avrei”. Lucci, gli artisti amici e gli imprenditori di origine calabrese – A conclusione il giudice osserva: “Sono emerse le ambizioni imprenditoriali di Lucci: il suo ruolo di capo della Curva Sud gli ha consentito di tessere, soprattutto con noti artisti italiani (Fedez, Emis Killa, Lazza, Tony Effe, Cancun, Gue Pequeno), relazioni di carattere lavorativo nel settore musicale: ciò gli ha consentito di aumentare, in maniera esponenziale, e con pochissimi controlli, i propri guadagni, avviando preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale (ed in particolare in Calabria), sia internazionale, facendo leva sull’intraprendenza del suo fedelissimo Hagag, già in contatto con alcuni imprenditori operativi nel settore, molti dei quali di origine calabrese”. Tra questi, gli inquirenti segnalano Giovanni Galluzzo, figlio incensurato di Laura Procopio arrestata nel 2022 per droga reato aggravato dall’aver favorito la locale di ‘ndrangheta di Rho (Milano). Scrive il gip: “Le attività tecniche hanno documentato come, nel recente periodo, a tessere i rapporti con Galluzzo sia stato l’indagato Islam Hagag, tant’è che il suo nome è comparso sul sito ticketone.it in qualità di organizzatore del concerto di Fedez previsto per il 6 agosto 2024 al Calura di Roccella Jonica (RC) e di tutti gli altri eventi previsti in quel locale nel mese di agosto, oltre che quello di altri artisti attivi nel settore che si esibiranno, grazie alla mediazione di Hagag e della Why Event di Lucci”. I locali in lista sono: Miraya di Catanzaro Lido, White Different Club di Corigliano Calabro e il Copacabana Beach Club sul lungomare di Gioia Tauro”. Le entrature calabresi – Inoltre l’ultras milanista Hagag “grazie alle sue entrature calabresi ha ottenuto l’autorizzazione allo svolgimento di una serie di eventi in Calabria, segnatamente nel Comune di Roccella Jonica, interfacciandosi direttamente con soggetti dell’amministrazione locale”. In una intercettazioni, infatti, “ha svelato di essere a Roccella Jonica al fine di organizzare un buon numero di eventi musicali relativi all’esibizione dei “suoi” rapper, previo accordo con la classe politica locale”. Volano di tutto è la società White Event controllata all’80% da Valeria Bonomelli, moglie di Lucci e al 20% da Marianna Tedesco, compagna di Matteo Norrito membro del direttivo della curva interista. Mentre tra le cosiddette “entrature calabresi”legate alla ‘ndrangheta risulta un tale “cugino Ciccio” che secondo il giudice risulta essere Francesco Barbaro, figlio del boss Rocco Barbaro alias U Sparitu già a capo del manadamento ‘ndranghetista della Lombardia. Insomma per Luca Lucci nuovi affari, tanti soldi e molti nuovi amici vip. Almeno fino a oggi. Read the full article
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Poste: l’Assistente Digitale da cinque anni al servizio dei Clienti
(Adnkronos) – Ha intercettato circa 80 milioni richieste. Con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, oggi supporta l’assistenza clienti su tutti servizi del Gruppo Poste Italian Read More (Adnkronos) – Ha intercettato circa 80 milioni richieste. Con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, oggi supporta l’assistenza clienti su tutti servizi del Gruppo Poste Italian Adnkronos –…
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Attacco iraniano a Israele, Tel Aviv convoca il gabinetto di guerra
Attacco iraniano a Israele, Tel Aviv convoca il gabinetto di guerra. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha pubblicato un breve messaggio su X, dicendo che il sistema di difesa di Tel Aviv riuscito a fermare l'attacco iraniano. “Abbiamo intercettato. Abbiamo bloccato. Insieme vinceremo”, ha scritto il premier. La dichiarazione è il suo primo commento pubblico dopo l'attacco dell'Iran. Il messaggio di Netanyahu arriva dopo una valutazione della situazione durata due ore con il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz e il ministro della Difesa Yoav Gallant. «Non cerchiamo un conflitto con l'Iran ma non esiteremo ad agire per proteggere le nostre forze e sostenere la difesa di Israele». Lo afferma il ministro della Difesa americano Lloyd Austin. L'Iran ha fatto appello ad Israele perché non reagisca al suo attacco diretto di droni e missili, definito giustificato e risposta obbligata al raid contro il consolato di Damasco. «La questione può considerarsi chiusa così», ha detto la rappresentanza iraniana all'Onu. «Ma se il regime israeliano commetterà un nuovo errore, la risposta sarà considerevolmente più dura», ha dichiarato l'ambasciatore Saed Iravani. I membri del Parlamento iraniano hanno celebrato, con applausi e scene di giubilo, l'attacco contro Israele. Il presidente del parlamento iraniano, Mohammad Bagher Ghalibaf, ha rilasciato una dichiarazione in assemblea, affermando: «Il popolo iraniano ha sferrato un attacco senza precedenti contro il nemico. È una risposta ai crimini sionisti ed è in linea con le convenzioni delle Nazioni Unite». Intanto la Presidenza italiana del G7 ha convocato per il primo pomeriggio di oggi una videoconferenza a livello leader, per discutere dell'attacco iraniano contro Israele. Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, «la ritorsione partita ieri notte potrebbe mettere in moto una spirale pericolosissima: le prossime ore saranno cruciali». E annuncia che «come prima cosa mobiliteremo i Paesi del G7 di cui abbiamo la presidenza di turno. Non possiamo rinunciare all'azione politica che deve viaggiare in parallelo con la valutazione della intensità dell'azione militare iraniana e dei danni prodotti. Il primo obiettivo è gettare acqua sul fuoco».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Oggi che Junior Crysto, rapper srilankese, ha rilasciato il suo singolo Nindak na con Azim Ousman in cui riutilizza la canzone Molotov di Lazza (quest’ultimo estremamente preso bene per la sorpresa inaspettata), non possiamo non ricordare di altri casi in cui dei rapper italiani si sono ritrovati ad avere cover straniere di alcune loro hit.
Solo qualche giorno fa, Madame si era sfogata sulle storie Instagram alludendo ad un presunto plagio da parte della cantante Duna Sanchez nella canzone Capricho (quest’ultima molto simile a Il bene nel male, brano sanremese di Madame del 2023). Oggi la canzone risulta oscurata su Spotify, forse proprio a causa del fatto che in tanti si siano accorti dell’estrema somiglianza tra le due canzoni.
Un caso passato riguarda invece Roma - Bangkok, la hit più grande di Baby K e Giusy Ferreri del 2014, che l’anno successivo vide la realizzazione di una cover da parte della cantante serba Marina Viskovic, dal titolo Prati me. La cover venne anche rilanciata da Marracash che fece notare il fatto che anche all’estero si stessero accorgendo della musica italiana in un periodo storico in cui, tolti alcuni nomi grossi del pop, nessuno riusciva ad esportare la propria musica.
Andando ancora più indietro nel tempo, Caparezza si trovò a raccontare di quando una volta, in vacanza in Giappone, si vide regalare un cd di una band giapponese contenente anche un brano molto molto simile alla Fuori dal tunnel di Caparezza. Il gruppo, i The Flowers, plagiarono il pezzo nella canzone Emperor’s favorite, ma la cosa curiosa è che non era nuovo a fare questo genere di cose: infatti, nel corso degli anni gli artisti in questione avevano accumulato una serie di denunce per plagio, che furono tra le cause del loro fallimento.
A differenza dei casi riguardanti Madame e Caparezza, l’ultimo episodio che riguarda Lazza non ha visto alcuno scandalo: anzi, quando Lazza ha intercettato l’uscita del pezzo di Junior Crysto ha prontamente condiviso la canzone sui suoi social, finendo poi per sentirsi via Instagram con l’artista srilankese, al quale ha espresso la sua gioia, e a cui ha espressamente detto di non voler alcuna percentuale dei diritti d’autore sulla canzone Nindak na.
E a voi, oltre i casi citati, vengono in mente altri casi simili?
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15 marzo 2024
Un nuovo passo storico nelle comunicazioni a Jangany
Le comunicazioni a Jangany sono state da sempre una chiave di volta per lo sviluppo.
Comunicazioni che - attraverso ponti e strade - hanno consentito al villaggio di uscire dall'isolamento, avviato un importante sviluppo (particolarmente con il mercato), reso possibile l'accesso all'ospedale più vicino (a Sakalalina); ma anche comunicazioni telefoniche e satellitari.
Circa 30 anni fa, al riguardo, l'unico modo erano le lettere cartacee (e naturalmente con il furto del francobollo estero, di appetitoso valore, quelle di padre Tonino verso l'Italia non sempre giungevano a destinazione).
Nel 2006 grazie al radioamatore Giuseppe Satin di Lucca il primo e più importante passo: Giuseppe ha intercettato involontariamente padre Tonino via onde radio ed è sceso a Jangany portando un modem che trasforma il segnale onde radio in segnale digitale. Questo ha finalmente consentito un contatto diretto con la Missione di Jangany... in qualche modo la stessa rete degli amici di Jangany è nata grazie a questa occasione.
Nel corso del tempo ci sono stati vari problemi (particolarmente per la difficoltà di comunicare nel corso della prima missine energetica nel 2016) e padre Tonino si è convinto di dover procedere nell'accogliere smartphone: nel 2018 sono stati dotati di cellulare (wiko) padre Tonino, la scuola Sainte Marie, il Dispensario medico e il gestore del sistema fotovoltaico.
Questi smartphone sono tutt'ora presenti (se ne sono aggiunti per il nuovo responsabile della missione padre Fahamaro) e sono utilizzati anche dai professori della scuola con grandi vantaggi nell'avere informazioni e per le attività interculturali con le scuole.
Il 2019 è stato l'anno della parabola satellitare che, oltre a sostituire del tutto il modem analogico, ha consentito il controllo in remoto del computer che governa il sistema fotovoltaico. Si è trattato di un satellite russo gestito da Milano Teleport: Satellite Yamal 402 Evo, attacco puntatore a C, connessione 1024/128 1:10". Ringraziamo per questa svolta Antonio Campanaro e il socio Ezio Perno.
Il segnale viene ricevuto presso la Missione e, mediante paraboline (microtick), viene inoltre trasmesso alla zona del fotovoltaico (estremo ovest di Jangany) e alla Citè des Etudes, la zona cioè della scuola e del dispensario medico (estremo est di Jangany).
Sostanzialmente - oltre a offrire il segnale internet ai computer della scuola, della missione e della gestione fotovoltaica - anche gli smartphone sono stati abilitati all'accesso alla connessione satellitare. Il limite è il loro utilizzo esclusivamente vicino al modem o nelle zone a overst e a est citate.
Una nuova missione ha avuto luogo nel 2022 (periodo COVID), migliorando il segnale (e i costi) utilizzando un satellite israeliano gestito in Belgio dall'azienda SATADSL: Satellite Rascom, attacco puntatore a L, connessione 4096 /1028. Ringraziamo per questo intervento il socio Antonio Paladini di Livorno e nuovamente Ezio Perno per l'ennesima missione.
E giungiamo al marzo 2024. Il contratto con il satellite israeliano scade appunto il 20 marzo e, valutate le possibilità offerte dalla compagnia delle telecomunicazioni malgascia TELMA, abbiamo oggi deciso e comunicato l'abbandono del satellite israeliano utilizzando gli strumenti locali. Grazie alle SIM TELMA sarà possibile abilitare PC e cellulari anche in zone lontane dalla ricezione attuale (modem della missione), i costi saranno decisamente minori e la qualità e capacità di trasmissione maggiore. Alcuni miglioramenti (filtro agli aggiornamenti internet) saranno necessari.
Questa decisione ha comportato un notevole impegno di test che, insieme a Timò e al prof. Aina di Jangany, hanno condotto alla decisione l'ing. Emanuele Ferrero e il nostro non sostituibile Ezio Perno (in contatto grazie a un gruppo whatsapp dedicato).
Dopo diverse prove di connessione con TELMA, svolte da inizio marzo, si sono chiarite le idee e serenamente decisa la sospensione dell'abbonamento. La parabola, fino ad ora, ha sempre continuato a funzionare ma, a causa delle ultime perturbazioni, il collegamento che permetteva la copertura della zona scuola aveva subito danni che sono stati ripristinati proprio mentre stiamo inviando questa comunicazione.
La missione e il fotovoltaico non hanno invece avuto problemi di rete, ma le prove hanno confermato il collegamento poco performante della parabola che a volte, pur senza problemi di corrente, non risulta raggiungibile.
La rete TELMA sembra consentire una velocità decisamente superiore (20 mega in download e circa 16 in upload) che permette finalmente di scambiare video di una certa dimensione e sostenere chiamate e video chiamate.
Le prove sono state fatte con il modem sferico [nella foto in alto] che abbiamo portato a Jangany nell'ottobre 2023 posizionandolo in più punti per verificane la resa.
Aina e Timò, supervisionati da padre Fahamaro, hanno collaborato con molta disponibilità alle prove occupandosi di tutte le ricariche effettuate e posizionando l’antenna come indicato da Emanuele.
Il sistema di copertura wifi non è ancora sicuro e bisognerà lavorarci ancora perché, avendo banda disponibile, il consumi dati è stato un po’ elevato (infatti appena ne hanno avuto la possibilità sono partiti molti aggiornamenti su pc collegati e schede di rete di inverter del fotovoltaico; stiamo lavorando su questo punto per evitare il problema).
Gli attuali costi TELMA sono mensili e a traffico non illimitato, per esempio una SIM con 25Gb costa 125.000 Ariary, pari a circa 25€, di 100 Gb di 195.000€, pari a circa 40€. Nei prossimi giorni saranno valutate le soluzioni più adatta per garantire SIM per la connessione ai PC (mediante un contratto che trasmette poi il segnale nelle tre zone citate) e SIM per la connessione agli smartphone (che hanno possibilità di connettersi anche lontano dalle tre zone.
Un altro passo storico è stato oggi compiuto.
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PRIMA PAGINA Leggo di Oggi giovedì, 26 settembre 2024
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https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/03/fabio-maria-damato-il-manager-della.html Fabio Maria Damato, il manager della discordia, sta per tornare La crisi tra Chiara Ferragni e Fedez, più «grave di quelle vissute fino a ora» a detta della stessa influencer, sembra inarrestabile. La speranza confidata da Chiara a Fabio Fazio durante l'intervista a Che Tempo Che Fa, ovvero che la tempesta possa passare presto, sembra in effetti remota: la coppia fa vita separata ormai da settimane, con Fedez che ormai vive in un altro appartamento e gli avvocati divorzisti pronti a scendere in campo. Tra i due contendenti ci sarebbe però una terza persona a godere: Fabio Maria Damato, general manager di The Blonde Salad e di Chiara Ferragni Collection anche lui indagato per truffa aggravata in merito alla vicenda Balocco. Sparito dalla circolazione e dai social per mesi, oggi Damato, secondo diverse fonti, sarebbe pronto a tornare. Il "merito" di questo ritorno, se di questo possiamo parlare, sarebbe proprio della crisi tra Chiara e Fedez: già all'indomani dell'esplosione del pandoro gate il nome di Damato, che l'influencer ha spesso descritto come il «suo braccio destro e sinistro», si era fatto largo di prepotenza nel mare di gossip sulla questione. Motivo: il manager di Chiara sarebbe stato inviso a Fedez per anni e il loro rapporto, già non felice, sarebbe esploso durante Sanremo 2023, dopo il bacio tra il rapper e Rosa Chemical che aveva oscurato la presenza di Chiara sul palco dell'Ariston. A dicembre, nel pieno del pandoro-gate, molte news riportavano la presunta richiesta di Fedez di allontanare Damato, collaboratore della moglie dal 2017, dal suo team di fidatissimi. Una richiesta che non sarebbe piaciuta a Chiara, forte di un'amicizia con Fabio che va oltre il lavoro. Secondo Fabrizio Corona, che ha intercettato una storia del manager su Instagram mentre riprende il logo del brand nell'ufficio milanese dell'influencer, la crisi tra Chiara e Fedez avrebbe riportato l'imprenditrice tra le braccia rassicuranti del suo manager. Che, nel frattempo, sembra sparito dalla circolazione più per prudenza che per reale voglia di finire nell'oblio. Quel che è certo è che sentiremo parlare ancora di lui e che il suo posto non possa che essere accanto a Chiara Ferragni. Una vicinanza che Fedez non può più vantare.
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Suonano le sirene a Eilat, poi il sistema difensivo "Arrow" colpisce il missile
Suonano le sirene a Eilat, poi il sistema difensivo “Arrow” colpisce il missile Fuoco dal Mar Rosso Un missile lanciato dal Mar Rosso verso Eilat, nel sud di Israele, è stato intercettato oggi dalle difese aeree israeliane dopo che in città erano risuonate sirene di allarme. Lo riferisce l’Idf su Telegram source
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I.C. "Falcone - Borsellino" di Favara. Inaugurati campetto sportivo polivalente e l'area "Agorà"
Presso la sede centrale dell'istituto comprensivo "Falcone Borsellino" sono stati inaugurati il campetto sportivo polivalente e l'area "Agorà" adiacente alla "Pinetina della Legalità". Opere realizzate grazie ad un finanziamento Fesr 2014-2020 che l'istituto ha intercettato tra i bandi, realizzato un progetto con l'Ing. Erica Matina, con il pieno coinvolgimento del Collegio dei Docenti e del Consiglio d'istituto e con i pareri autorizzativi del Comune di Favara. L'evento ha coinvolto gli alunni dei due plessi ed ha esaltato l'importanza della pratica sportiva per la crescita sana di mente e corpo. La cerimonia, coordinata dal vicepreside Giuseppe Piscopo, ha avuto la partecipazione di diversi ospiti. La Dirigente Scolastica Maria Vella nel corso del suo intervento di apertura ha evidenziato l'importanza dello sport a scuola e soprattutto l'esigenza di spazi attrezzati ed adeguati. E dopo la palestra coperta, il plesso di via Rag. D'Oro da oggi può offrire ai propri alunni, compresi quelli della sede distaccata di via Roma, un gioiello polivalente, dove poter praticare calcetto, tennis, basket e volley. "Ci siamo prefissati degli obiettivi- ha detto la D.S. Maria Vella- e con un lavoro di squadra ci siamo riusciti. Riqualificare uno spazio utilizzato per lo sport ma inadeguato è per noi motivo di felicità. Il nostro Istituto adesso è anche ad indirizzo sportivo e nuove strutture possono invogliare più giovani a praticare varie discipline". Alla manifestazione hanno dato i propri contributi l'assessore comunale ai Lavori pubblici Emanuele Schembri, il presidente onorario della LND Santino Lo Presti, il presidente provinciale Coni Antonella Attanasio, il presidente del Consiglio d'istituto Laura Pitruzzella, don Calogero Lo Bello ed alcuni alunni Testimonial della manifestazione i giocatori della SSD Pro Favara 1984 il portiere Lamin Ceesay, Pietro Marino ed il capitano Fabio Bossa. Toccante la testimonianza del portiere gialloblù e della sua storia di migrante. "Ho perso un fratello durante la traversata- ha detto Lamin- e ogni volta che pensavo a lui piangevo. Lui amava il calcio e io, grazie al calcio, sono rinato. E adesso quando penso a lui sorrido perché so che è felice. Ai ragazzi dico di praticare qualsiasi disciplina. Perché si cresce sani e soprattutto si seguono regole per la vita". Read the full article
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Enrico Toti, eroe della prima guerra mondiale
Uno dei personaggi più noti della storia italiana della Grande Guerra… Enrico Toti nacque il 20 agosto 1882 a Roma, nel quartiere San Giovanni, terzogenito di Nicola, ferroviere di Cassino, e Semira Calabresi. Nel 1897 Enrico si imbarcò come mozzo sulla nave scuola Ettore Fieramosca e rimase in Marina fino al 1905, prima sulla corazzata Emanuele Filiberto, poi sulla nave Barbarigo e infine sull’incrociatore Coatic. In seguito Tori venne assunto nelle Ferrovie dello Stato come fuochista, ma il 27 marzo 1908 fu investito da un locomotore in manovra presso la stazione di Colleferro e gli si dovette amputare la gamba sinistra poco sotto il bacino. Rimasto invalido e disoccupato a 26 anni, Enrico, con forza d’animo e un notevole spirito d’intraprendenza, avviò una serie di piccole attività artigianali e si allenò con nuotate nel Tevere e giri in bicicletta, inoltre viaggiò in Europa e in Africa sulle due ruote, lavorando come artista e attrazione nelle fiere e nei circhi. Allo scoppio della guerra mondiale, vedendo molti amici partire volontari, Toti chiese per ben tre volte alle autorità militari di poter essere arruolato, ricevendo però un netto rifiuto, così decise di volontariamente al fronte e con la sua bicicletta nel luglio 1915 raggiunse Cervignano, cittadina del Friuli austriaco occupata dall’Esercito italiano, sede del comando della 3a armata e di ospedali, uffici e magazzini militari. In breve il giovane fraternizzò con militari e graduati, compiendo piccoli servizi e ricevendo in cambio vitto e alloggio, oltre a svolgere alcune mansioni per conto degli uffici del comando di tappa, tra cui il ritiro della posta nei punti di raccolta dei reparti e il trasporto all’ufficio ferroviario di Cervignano, dove la corrispondenza era vagliata, censurata e poi smistata. Enrico frequentava uffici e officine militari e passava le serate con i soldati nelle osterie del paese inoltre, eludendo la sorveglianza dei militari, valicò il limite territoriale dove erano relegati i borghesi, per dirigersi verso le zone degli scontri ma un giorno, intercettato da una pattuglia di carabinieri, fu fatto ritornare a Cervignano e successivamente rispedito a Roma. Dopo e un’appassionata lettera al comandante della 3a armata, che era Emanuele Filiberto di Savoia, duca d’Aosta Enrico riuscì a ritornare nuovamente a Cervignano nei primi mesi del 1916 e il 6 aprile ebbe il permesso di rimanere nella cittadina per lavorare all’ufficio postale militare presso il comando d’armata. Grazie al legame con soldati e ufficiali il giovane riuscì a farsi portare con il reparto in prossimità delle trincee, tra cui cave di Selz presso Monfalcone. In seguito, Toti passò dai ricoveri del 14° reggimento fanteria a quelli del III battaglione Bersaglieri ciclisti, con il compito di raccogliere la posta e consegnare giornali, sigarette, generi di conforto portati dalle retrovie, inoltre sbrigava piccole commissioni per i soldati che non potevano allontanarsi dal reparto. Il 6 agosto 1916, durante la sesta offensiva dell’Isonzo che portò alla presa di Gorizia e al crollo del primo fronte carsico, il III Bersaglieri fu incaricato di attaccare le trincee austro-ungariche di Quota 85, a est di Monfalcone, così Toti chiese e ottenne dai superiori, seppur in maniera informale e, il permesso di partecipare all’assalto. Durante l’azione Enrico fu visto sparare con il moschetto contro le mitragliatrici avversarie, poi, quando fu colpito, morì fra le braccia dei compagni. La storia di Enrico Toti resta viva ancora oggi, infatti nel 1958 la città di Gorizia gli dedicò una statua in bronzo in piazza Cesare Battisti e la Marina militare italiana intitolò al giovane eroe il primo sommergibile del dopoguerra, costruito nei cantieri di Monfalcone, in servizio dal 1968 al 1999, che è esposto dal 2005 presso il Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Read the full article
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