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PRIMA PAGINA Il Dubbio di Oggi martedì, 26 novembre 2024
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Da oggi, via l'abuso d'ufficio. Cosi' ha voluto il Governo Meloni.
Da domani i sindaci potranno firmare tranquillamente le assunzioni di figli, mogli, amanti e parenti o dare appalti ad amici e conoscenti senza che nessuno possa metter becco. Nuovi marchesi del grillo, nascono, tra gli applausi della maggioranza degli italiani.
@ilpianistasultetto
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Tre mesi
Oggi son già tre mesi esatti che papà è morto. Succede, in questi casi, di fermarsi un attimo e vedere quanto tempo sia passato. Non è molto, ma è tanto allo stesso tempo. A livello mentale, intendo, non temporale. Non dico che la sua assenza sia un fatto normale. Ma è un evento ormai accettato. La mamma passa giornate buone e altre meno buone. Però sta meglio. Io non piango più, se non di rado. Ma sono stato facilitato perché sebbene gli volessi bene avevo un rapporto decisamente conflittuale, con lui. Mi chiamava "grillo parlante", perché quando non mi stava bene qualcosa, non mi facevo problemi e glielo dicevo chiaro e tondo. Può darsi che le nostre discussioni animate mi mancheranno. Adesso, però, la vernice è troppo fresca. Più avanti, magari.
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Ch-ch-changes
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Mia madre a quarant'anni era vedova, io a meno di sette ero già orfano di padre. Io il quinto di sei fratelli e mia madre mi ha viziato. Mi ha trattato subito da grande e mi ha insegnato l'educazione più con i proverbi e con i detti in romanesco che con la teoria o le parole. Da piccolo lei, invece di raccontarmi le favole di cappuccetto rosso o dei sette nani che non mi piacevano, mi raccontava le storie e le imprese del Marchese del Grillo. Io infatti ne conosco qualcuna più del famoso film.
Senti questa!
Dunque c'era una volta er Marchese der Grillo...
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Ecco una delle tante storie che mi raccontava mia madre. Non la cercate nel film capolavoro del grande Alberto Sordi perchè no, là non c'è.
Una notte raccolse sulla sua carrozza, uno dei tanti ubriaconi, che all'epoca era facile trovare sparsi quà e là per tutta Roma fuori da bettole cantine e osterie varie. E come sempre aiutato dal suo fedele servitore Riccio' (che tra le altre cose era ed è di Fiumicino) lo condussero nella sua enorme sala giochi dove tra tutte le cose vi era posta un grande botte alla cui apertura ci si arrivava salendo la scaletta posta alla base. Lui fece salire prima ed entrarvi poi l'ubriacone che non si rese subito conto, che la botte era colma non di acqua, e neanche di vino, bensì di cacca. Quando realizzò dove si era immerso era troppo tardi, davanti a lui si trovò il Marchese, che, con una sciabola in mano iniziò a tirare dei fendenti in orizzontale che per la paura, costringevano il malcapitato ubriacone, ad immergersi del tutto. Beh, proprio malcapitato alla fine non era stato perchè come riconosciuto da tutti e per la fama di cui godeva il suo divertimento lo pagava caro e come a tutti quelli che lo avevano preceduto il Marchese faceva fare una doccia purificatrice e profumata, gli faceva preparare e servire poi un pasto da Re e infine liquidarlo non prima di aver elargito lui una grande ricompensa in danaro.
=marchesedelgrilloproverbiedettiromaneschi=
Lo scherzo al Papa per esempio ed il confronto con lui, insegna che sono tutti corruttibili e tutti peccatori clero e Papa compresi. Ci aggiungeva sempre la frase: fa quello che dicono non quello che fanno. E quanti proverbi! Chi va co' lo zoppo impara a zoppica'. Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quello che lascia ma nun sa quello che trova. Ma vabbè mi fermo qui, potrei scriverne a non finire. A dieci anni poi, per diplomarmi io ho dovuto lasciarla e ho vissuto con una sorella e la sua famiglia lontano da Fiumicino. Io, l'ho amata molto mia madre e ancora oggi la ringrazio.
#artrochelefavoledecappuccettorosso!🤍
lan ✍️
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Pinocchio: “Che cos'è la coscienza?”
Grillo Parlante: “Cos'è la coscienza? Ora ti spiego... è una piccola voce interiore che la gente ascolta raramente. Per questo oggi il mondo va così male!”.
Carlo Collodi
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Della mia infanzia ricordo le audio e le videocassette, che ogni tanto si attorcigliavano e se eri fortunato te la cavavi con una penna biro e sistemavi tutto, altrimenti "il mangianastri s'è mangiato tutta la cassetta!!!". Ricordo un piccolo mangiadischi portatile, rosso - che oggi sarebbe un oggetto vintage e di design - dove si mettevano le fiabe sonore che vendevano in edicola, insieme a dei giornaletti dalle pagine grandi con sopra le illustrazioni o il disco della Carrà che mi aveva comprato la mamma. Ricordo il grillo parlante e il Simon che sembravano delle meraviglie tecnologiche, le diapositive con il proiettore e il caricatore dove si mettevano tutte in fila e si usava anche a scuola. Ricordo le cartoline e le lettere scritte a mano, con la grafia ordinata e dalle lettere allungate della nonna. Ricordo le vecchie, bellissime bambole di panno Lenci della zia, ricordo il telefono a disco che ogni tanto ti mangiava le dita. Ricordo che potevi telefonare per sapere l'ora esatta e che tutti avevamo una rubrica in testa e una in tasca, con tutti i numeri degli amici e dei parenti segnati su. Ricordo l'enciclopedia e le fotocopie delle immagini delle varie voci, che poi ritagliavamo e incollavamo sul quaderno di scuola quando per compito ci davano la famosa "ricerca", copiando le didascalie accanto. Ricordo la carta velina per copiare le immagini e la carta carbone da mettere nella macchina da scrivere. Ricordo la macchina da scrivere, dove ogni tanto s'inceppavano i tasti e che arrivava il momento di cambiare la margherita quando le lettere erano diventate ormai solo spettri pallidi ed esangui. Ricordo le macchine fotografiche e i rullini, che dovevi stare attento a non fargli prendere la luce altrimenti bruciavi tutto e i rullini in bianco e nero quando volevi sperimentare. Ricordo le polaroid, che da un certo libro in poi ("Quattro dopo mezzanotte") mi facevano sempre pensare ad un racconto inquietante di Stephen King. Ricordo che in tutti i bagni trovavi praticamente sempre una radio e delle riviste, perché il cellulare non esisteva. Ricordo la cinquecento di mamma, che dovevi fare la famosa "doppia" per cambiare marcia e che dovevi aprire l'aria in inverno. Ricordo tutto questo mondo di cose che si riparavano, si rammendavano, si incollavano, dove esisteva ancora "l'aggiustatutto", quell' omino che non si sapeva esattamente che lavoro facesse, ma sapeva riparare qualunque cosa. Il soprannome del nostro omino era "Ops" e quando la mamma diceva "Chiamo Ops perché sicuramente lui lo sistema subito" io ero contentissima, perché mi mettevo lì a guardare mentre lui lavorava e cercavo di capire cosa stesse facendo. E lui mi sorrideva e mi spiegava a modo suo. Ricordo un mondo che è sparito, che i ragazzi di oggi non saprebbero nemmeno immaginare e credo che, come a volte noi "anziani" sembriamo degli analfabeti nel loro mondo digitale, loro lo sarebbero nel nostro mondo analogico. Ricordo un mondo di scoperte incredibili e soluzioni improvvisate, un mondo più piccolo e lento, ma pieno di meraviglie. Lo so, forse sono io che sono soltanto un'inguaribile romantica, ma ho spesso l'impressione che, per divorare tutto con l'ansia di progredire ogni istante di più, forse abbiamo perso tanti piccoli tesori.
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Tira una brutta aria dalle Alpi al Canale di Sicilia. Si moltiplicano le aggressioni fasciste, alle tombe e ai monumenti commemorativi ma anche alle persone che riportano lesioni più o meno gravi, come nelle strade di Roma o, fatto gravissimo e inedito, perfino nelle sorde e grigie aule parlamentari. È evidente a mio avviso il legame tra queste intimidazioni e il fatto che i picchiatorelli in doppiopetto o in maglietta siano fortemente ringalluzziti dall’apparente successo di Giorgia & C. alle recenti elezioni europee Questa esibizione di fascismo muscolare e tendenzialmente terroristico non è tuttavia fine a se stessa. Essa infatti va inquadrata in un più ampio progetto politico ed istituzionale.
[...]
Fratelli d’Italia vuole il premeriato per rinverdire i tragici fasti dell’uomo (o donna) solo al comando, la Lega vuole la cosiddetta autonomia differenziata per sfasciare il principio della solidarietà nazionale e soddisfare le bramosie delle Regioni più ricche, Forza Italia vuole carriere separate per magistrati inquirenti e giudicanti, come primo passo per trasformare i giudici in scodinzolanti e obbedienti cagnolini del Potere, politico of economico. Il tutto nel contesto di un’ideologia di fondo favorevole a guerre e genocidi, in ossequio a sudditanze atlantiche e profitti militari-industriali, e contraria al ruolo dello Stato come regolatore dell’economia e garante del principio costituzionalmente garantito dell’ eguaglianza sostanziale, inseguendo la demenziale dottrina oggi esemplarmente applicata da Milei in Argentina.
La potenza e fattibilità di questo disegno non deve essere sottovalutata, ma purtroppo l’opposizione che dovrebbe dovrebbe batterlo appare del tutto fragile, improvvisata e impreparata. Non basta qualche richiamo emozionale all’antifascismo e alla Costituzione che fa fremere i sopravvissuti iscritti di questo o quel partito. È certamente positivo che si parli di unità, ma occorre anche puntualizzare i motivi per i quali lo schieramento avverso alle destre si presentò disunito alle scorse elezioni politiche e fu pertanto facilmente infilzato dalle destre. Dobbiamo quindi parlare della perniciosa fascinazione per l’agenda Draghi da cui furono colpiti all’epoca due “leader” diversamente intelligenti come Beppe Grillo ed Enrico Letta.
Dobbiamo parlare del fatto che l’autonomia differenziata ha avuto ed ha tuttora uno dei suoi massimi propugnatori nel numero due del Pd nonché presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini. Dobbiamo parlare dell’esasperato atlantismo e del sionismo più o meno strisciante di buona parte dello stesso Pd, che continuano a tradursi nell’appoggio a guerre e genocidi. Dobbiamo parlare del razzismo istituzionale imperante che non è solo responsabilità della destra propriamente detta (Minniti docet) e che vede ogni giorno il compimento di nuovi crimini ai danni dei migranti, in mare o sul lavoro, nonostante sia su di essi che grava in misura crescente il peso della fatiscente economia italiana, più che mai basata sullo sfruttamento bestiale della forza-lavoro e l’appropriazione privata delle risorse e dei beni pubblici.Senza affrontare e risolvere questi nodi fondamentali non sarà possibile dare vita a un’alternativa strategica alle destre, destinate a prosperare come vermi o acari malefici nel disfacimento purulento della cosiddetta civiltà occidentale e di quella europea in particolare.
Non basta quindi sventolare il vessillo tricolore o quello dell’antifascismo se non si danno risposte precise e soddisfacenti ai concreti bisogni della cittadinanza su tutti i terreni concreti che la riguardano, dalla pace, all’ uguaglianza, al rispetto dei diritti fondamentali a partire da quelli del lavoro, su cui deve poggiare la Repubblica a norma dell’art. 1 della Costituzione. Quella materiale purtroppo vigente si basa invece sul profitto, la speculazione, il razzismo e la guerra e ciò costituisce al tempo stesso il fondamento del potere delle destre. È quindi necessario tornare alla Costituzione repubblicana per salvaguardarla e promuoverne l’attuazione richiamando a combattere nell’agone politico coloro che sempre più numerosi se ne allontanano scoraggiati per ingrossare le file dei depressi, degli alienati e degli astenuti.
[...]
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Il grillo disse un giorno alla formica
"Il pane per l'inverno tu ce l'hai
Perché protesti sempre per il vino?
Aspetta la vendemmia e ce l'avrai"
Mi sembra di sentire mio fratello
Che aveva un grattacielo nel Perù
Voleva arrivare fino in cielo
E il grattacielo adesso non l'ha più
*******
Era avanti Orietta Berti.
Tanta gente oggi ha il pane ma cerca il vino....
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Teatro e politica
È quanto meno singolare che non ci si interroghi sul fatto, non meno imprevisto che inquietante, che il ruolo di leader politico sia nel nostro tempo sempre più spesso assunto da attori: è il caso di Zelensky in Ucraina, ma lo stesso era avvenuto in Italia con Grillo (eminenza grigia del Movimento 5 stelle) e ancor prima negli Stati Uniti con Reagan. È certo possibile vedere in questo fenomeno una prova del tramonto della figura del politico di professione e dell’influsso crescente dei media e della propaganda su ogni aspetto della vita sociale; è però evidente in ogni caso che quanto sta avvenendo implica una trasformazione del rapporto fra politica e verità su cui occorre riflettere. Che la politica avesse a che fare con la menzogna è, infatti, scontato; ma questo significava semplicemente che il politico, per raggiungere degli scopi che riteneva dal suo punto di vista veri, poteva senza troppi scrupoli dire il falso.
Quel che sta avvenendo sotto i nostri occhi è qualcosa di diverso: non vi è più un uso della menzogna per i propri fini politici, ma, al contrario, la menzogna è diventata in se stessa il fine della politica. La politica è, cioè, puramente e semplicemente l’articolazione sociale del falso. Si capisce allora perché l’attore sia oggi necessariamente il paradigma del leader politico. Secondo un paradosso che da Diderot a Brecht ci è diventato familiare, II buon attore non è, infatti, quello che si identifica appassionatamente nella sua parte, ma colui che, conservando il suo sangue freddo, la tiene per così dire a distanza. Egli sembrerà tanto più vero, quanto meno nasconderà la sua menzogna. La scena teatrale è, cioè, il luogo di un’operazione sulla verità e sulla menzogna, in cui si produce il vero esibendo il falso. Il sipario si solleva e si chiude proprio per ricordare agli spettatori l’irrealtà di quanto stanno vedendo.
Quel che definisce oggi la politica – divenuta, com’è stato efficacemente detto, la forma estrema dello spettacolo – è un inedito capovolgimento del rapporto teatrale fra verità e menzogna, che mira a produrre la menzogna attraverso una particolare operazione sulla verità. La verità, come abbiamo potuto vedere in questi ultimi tre anni, non viene, infatti, occultata e resta anzi facilmente accessibile a chiunque abbia voglia di conoscerla; ma se prima – e non soltanto a teatro – si raggiungeva la verità mostrando e smascherando la falsità (veritas patefacit se ipsam et falsum), ora si produce invece la menzogna per così dire esibendo e smascherando la verità (di qui l’importanza decisiva del discorso sulle fake news). Se il falso era un tempo un momento nel movimento della verità, ora la verità vale soltanto come un momento nel movimento del falso.
In questa situazione l’attore è per così dire di casa, anche se, rispetto al paradosso di Diderot, deve in qualche modo raddoppiarsi. Nessun sipario separa più la scena dalla realtà, che – secondo un espediente che i registi moderni ci hanno reso familiare, obbligando gli spettatori a partecipare alla recita. – diventa essa stessa teatro. Se l’attore Zelensky risulta così convincente come leader politico è proprio perché egli riesce a proferire sempre e dovunque menzogne senza mai nascondere la verità, come se questa non fosse che una parte inaggirabile della sua recita. Egli –come del resto la maggioranza dei leader dei paesi della Nato – non nega il fatto che i russi abbiano conquistato e annesso il 20 % per cento del territorio ucraino (che del resto è stato abbandonato da più di dodici milioni dei suoi abitanti) né che la sua controffensiva sia completamente fallita; nemmeno che, in una situazione in cui la sopravvivenza del suo paese dipende in tutto e per tutto da finanziamenti stranieri che possono cessare da un momento all’altro, né lui né l’Ucraina hanno davanti a sé alcuna reale possibilità. Decisivo è per questo che, come attore, Zelensky provenga dalla commedia. A differenza dell’eroe tragico, che deve soccombere alla realtà di fatti che non conosceva o che credeva non reali , il personaggio comico fa ridere perché non cessa di esibire l’irrealtà e l’assurdità delle sue stesse azioni. L’Ucraina, un tempo chiamata la Piccola Russia, non è però una scena comica e la commedia di Zelensky non potrà in ultimo che convertirsi in un amara, realissima tragedia.
19 gennaio 2024
Giorgio Agamben
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Oggi il mio desiderio di andare in chiesa è stato esaudito. La chiesa sconsacrata di Don Bastiano, dal film "Il Marchese del Grillo"
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PRIMA PAGINA Il Dubbio di Oggi mercoledì, 21 agosto 2024
#PrimaPagina#ildubbio quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi grillo#torna#avvisa#conte#regola#secondo#mandato#tocca#dubbio#risposta#meloni#alla#magistratura#separate#dopo#denuncia#complotto#contro#sorella#premier#sembra
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Una corale disapprovazione ha accolto il monologo di Beppe Grillo, domenica sera da Fabio Fazio, specialmente nella parte in cui se l’è presa con Giulia Bongiorno, avvocato della ragazza per lo stupro della quale il figlio di Grillo è accusato e sotto processo. Non devo sforzarmi più di un po’ per unirmi alle moltitudini sdegnate: Grillo è uno persuaso di avere in tasca la soluzione per tutto, e se tutto va a monte non è mai colpa sua. Anche quando ha ammesso il fallimento politico, non l’ha attribuito alle sue allucinazioni da incantatore di serpenti, ma agli intrighi del mondo farabutto. Cos��, non riuscendo a cambiare i destini dell’umanità, cerca di cambiare quelli del figlio, e coi soliti sistemi: strilli e sputazzi. L’aveva già fatto un paio d’anni fa con un video, l’ha rifatto ora, e l’indulgenza verso un padre smarrito e addolorato non è un’attenuante sostanziosa. E però non saprei quale attenuante invocare per Giulia Bongiorno che, effettivamente, s’è messa fuori da un tribunale a svelare quanto era successo durante un’udienza a porte chiuse. E se è a porte chiuse è proprio per evitare alla ragazza la giostra mediatica a cui invece la sottopone proprio l’avvocato. Del resto è così che si amministra la giustizia oggi in Italia. Ed è oltremodo curiosa l’assenza di stupore per Bongiorno, presidente della Commissione giustizia e senatrice della Lega, cioè di un partito di maggioranza, che difende in giudizio l’accusatrice del figlio del garante dei Cinque stelle, cioè di un partito di opposizione. Sarebbe come minimo una questione di opportunità, ma mentre lo scrivo sento il ridicolo travolgermi. (Mattia Feltri)
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Pinocchio: "Cos'è la coscienza? "
Grillo Parlante: "Ora ti spiego.!!! La coscienza è quella vocina interna che la gente ascolta così di rado. Per questo il mondo va così male oggi!" 🤍 💜 🤍
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Un semplicissimo esempio di come la tv, questo sistema di intossicazione cerebrale che avete nelle case, crei la realtà: quando c'erano quelli del PD con Grillo e poi con Draghi, sembrava fosse in atto un oscuro piano di sostituzione etnica a danno degli italiani. Ogni giorno era "Allarme migranti" anche grazie alle 3 reti televisive del principale leader dell'opposizione che aprivano tutti i telegionarli con questa notizia.
Oggi, col governo di destra, abbiamo il record assoluto di migranti nella storia d'Italia ma, surprise surprise, non c'è una sola notizia di tutto questo in tv e quindi non c'è alcuna invasione anche se è in corso un vero assalto alle coste italiane.
Eric Packer.
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E il tuo sorriso sembrava quasi la felicità, perché io sapevo già che te lo saresti riportato via.
Oggi, ogni volta che mi vieni in mente, sento sempre lo stesso brivido.
Mi assale come fosse un guerriero a turbare
i miei anticorpi, e mi ammalo di te, con la febbre nel pensiero.
Mi commuovo più facilmente se scruto un’emozione in giro per le strade, ti sento
lì con me, te la regalo nel silenzio.
Ti stringo accanto, come fossi piccolissima
e mi stessi nella tasca della giacca vicino al cuore, a stretto contatto con il mio sentire.
E certo che no, non saremmo stati perfetti, anzi, avremmo litigato un casino, forse proprio perché siamo molto simili.
Al mio “grillo parlante”, quando torna
a bussare, non apro quasi mai, ma a volte
mi spiace lasciarlo fuori al freddo, così lo faccio entrare e mentre inizia a obiettare
gli chiedo una tregua, una tregua
fra la mia vita e il mondo, così si arrende
e si addormenta.
Beata incoscienza, dicono dei giovani.
Beata fortuna, dico io, è un’incoscienza preziosa.
Osservo i ragazzi per strada, quando si baciano, quando nei loro occhi c’è l’eternità, quando nei loro occhi c’è l’immortalità degli dei, la luminosità del :” Resto anche domani, ci sarò”, con una convinzione, una sicurezza che a stento ritroverai se non nei folli come me, perché io, alla mia età, la possiedo ancora.
A volte devo distogliere lo sguardo, perché
è troppo forte l’emozione, perché rivedo te, respiro il mare, mi entra nelle narici di prepotenza con un capogiro incontrollabile
e mi fa sentire insieme male e bene non averti mai dimenticata.
Allora quei ragazzi li fotografo di nascosto
e vale per tutte le fotografie che non abbiamo.
Ho dei rapporti meravigliosi con le donne con cui ho avuto una storia.
Ho visto nascere il bimbo della mia prima fidanzata, ho visto il matrimonio della donna che credevo avrei sposato io, molti anni fa.
Con te non ho voluto veder appassire un fiore mai sbocciato.
Non ti avrei mai regalato dei fiori strappati alla tua terra, perché tu meriti la vita.
Eppure, anche se non credo a un’altra vita dopo questa, l’energia di questo sentimento resterà, si mescolerà agli elementi naturali
e continuerà a vivere sì, anche dopo di noi.
Massimo Bisotti
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