#oggi fango
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primepaginequotidiani · 3 months ago
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PRIMA PAGINA La Stampa di Oggi mercoledì, 06 novembre 2024
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finestradifronte · 2 months ago
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Cari emiliano-romagnoli oggi vivremo l'ultima domenica di komunismo (come mi piacerebbe che ci fossero davvero tutti i comunisti che vedono i fascisti...). Chissà se rimpiangeremo questo governo regionale di sinistra-centro con occhiolini a destra quando da domani ci arriverà l'ondata nera di fogna che forse il fango arrivato finora ci sembrerà una crema idratante. Avanti popolo!
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lunamarish · 2 months ago
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Essere una persona per bene. Ricominciare da qui, dal rispetto, dalla gentilezza, dall’impegno. Almeno un po’ di tutto questo. E poi leggere, andare al cinema, ascoltare la musica, e ridere, sorridere, commuoversi, camminare parecchio. Prendersi cura di qualcuno, o di qualcosa. Prendersi cura della bellezza, lasciarsi stupire dalla bellezza.
Forse è l’unico modo per contrastare quest’onda torbida in arrivo. E’ un’acqua limacciosa, si porta appresso detriti, fango, alberi divelti, plastica omicida. E rutti, minacce, una lingua arrogante e risate sguaiate. E il labirinto delle coscienze annullate da pochi caratteri, messi in fila da una lingua arrogante.
Essere per bene, sì. Credo che questo serva.
Credo che serva proprio questo.
Da oggi in poi.
Francesco Carofiglio
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fridagentileschi · 11 months ago
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“Se c'è un Paese che, dalla caduta dell'Impero Romano ad oggi, è stato invaso, occupato, dominato, spartito, quello è il nostro
Con la differenza che da noi sono nati, i Comuni, le Signorie, le Repubbliche marinare. Si sono costruite Cattedrali, strade, ponti, borghi, i più belli del mondo, ferrovie. È nata l'arte, musica, pittura, letteratura, architettura. È nato il pensiero, scoperte, invenzioni. È nato l'artigianato, il commercio, le banche. L'Umanesimo, il Rinascimento, il Risorgimento.
Tutto questo sotto dominazione straniera e non sto qui ad elencare quanta e quale.
Quello che gli africani hanno lo hanno costruito gli europei: strade, ponti, dighe, ferrovie, città. Tutto. Loro più in là delle capanne di fango e sterco non sono stati in grado di andare.
Pensiero? Le dominazioni non ti bloccano il pensiero. Non mi risulta che ne sia venuto (Ida Magli docet).
Il problema dell'Africa, che fra l'altro è il Continente più ricco del pianeta, non è l'Africa o chi ne sfrutta le materie prime, ma gli africani stessi. Quando si saranno insediati in numero considerevole in Europa, la ridurranno peggio dell'Africa.
L'Ambiente lo fanno le persone. Se l'Italia è considerato un posto fortunato lo dobbiamo a uomini come i nostri avi, geniali, arguti, coraggiosi. Hanno versato sangue e sudore per consegnarci questo paradiso .
Peccato che alcuni non se ne rendano conto e preferiscano consegnare questo Paese a chi nulla ha fatto per il proprio e nulla farà per il nostro. Se non distruggerlo.”
Commento di Ivana Ingrosso
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angelap3 · 5 months ago
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La storia della Musica!!!!
Tre giorni di pace e musica. Tre giorni che hanno fatto la storia. Si celebra oggi il 51esimo anniversario del più grande evento di libertà, umanità e lotta pacifica: il Festival di Woodstock. Più che un concerto un pellegrinaggio, una fiera di arte e musica, una comunità, un modo di vivere che ha cambiato per sempre il concetto di libertà. Sul palco, a Bethel (una piccola città rurale nello stato di New York) si sono alternati per tre giornate alcuni tra i più grandi musicisti della storia. Musicisti che provenivano da influenze, scuole musicali e storie differenti ma che avevano in comune ciò che più contava in quei favolosi anni ’60: la controcultura.
Si passava dal rock psichedelico di Jimi Hendrix (che, pur di essere l’ultimo a esibirsi, salì sul palco alle 9 di lunedì mattina per un concerto di due ore, culminato nella provocatoria versione distorta dell’inno nazionale statunitense) e dei Grateful Dead ai suoni latini dei Santana (che regalarono un memorabile set, impreziosito dallo storico assolo di batteria del più giovane musicista in scena: Michael Shrieve) passando per il rock britannico di Joe Cocker (che regalò in scaletta le splendide cover di Just Like a Woman di Dylan e With a Little Help from my Friends dei Beatles) e degli Who all’apice della loro carriera (celebre l’invasione di palco dell’attivista Habbie Hoffman, durante il loro concerto, quasi quanto il lungo assolo di Pete Townshend durante My Generation, con lancio di chitarra finale).
C’era poi il folk, con una splendida Joan Baez su tutti, che suonò nonostante fosse al sesto mese di gravidanza, genere tipicamente statunitense che si alternava a suoni più esotici e orientali, come il sitar di Ravi Shankar. Impossibile dimenticare infine l’intensa performance della regina del soul Janis Joplin, la doppia esibizione (acustica ed elettrica) di Crosby, Stills, Nash e del “fantasma” di Neil Young, che rifiutò di farsi riprendere dalle telecamere e il divertente show dei Creedence Clearwater Revival.
1969, il ‘Moon day’ in musica..
Concerti che rimarranno nella memoria di chiunque ami la musica come simbolo di cambiamento, pace e libertà. D’impatto i presenti come pesanti furono le assenze di John Lennon, che si rifiutò di esibirsi per il mancato invito di Yoko Ono, Bob Dylan, padrone di casa (lui che all’epoca viveva proprio a Woodstock) assente per la malattia del figlio, i Rolling Stones, ancora scossi per la morte di Brian Jones e i Doors, alle prese con una serie infinita di problemi legali.
Il vero protagonista dell’evento fu però il pubblico, la “vera star” secondo l’organizzatore Michael Lang, eterogeneo quasi quanto i generi musicali. Da tutta America arrivarono studenti liceali e universitari, hippie, veterani del Vietnam, filosofi, operai e impiegati. Nessuna differenziazione di razza, etnia o colore della pelle: tutti uniti dalla voglia di stare insieme in libertà con il fango a livellare ogni diversità e i capelli lunghi come simbolo di ribellione. Un sogno che oggi sembra lontano anni luce, nelle ideologie come nell'organizzazione.
Da quel 1969 si è provato a più riprese a riproporre Woodstock, con scarsi risultati culminati nell'annullamento del concerto in programma per questo cinquantesimo anniversario, organizzato proprio da Lang e non andato in porto tra una defezione e l’altra, forse perché indigesto ai grandi organizzatori di eventi musicali mondiali. Forse, a conti fatti, meglio così: quell'atmosfera irripetibile era frutto di una spontaneità organizzativa di altri tempi, una magia fuori da ogni schema il cui risultato sensazionale, iconico e significativo fu chiaro solo anni dopo anche agli stessi partecipanti.
Vanni Paleari
PhWoodstock, 1969
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francesca-70 · 9 months ago
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Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
ll poeta obbliga il lettore a ricordare, in quanto non si può e non si deve dimenticare ciò che è accaduto durante lo sterminio nazista. Levi vuole far riflettere sul fatto che noi oggi viviamo quotidianamente nella sicurezza e nell'affetto, racchiusi nelle nostre case e nelle nostre abitudini, ma è importante ricordare chi non ha avuto e continua a non avere questa possibilità: quelle migliaia di uomini e donne che diventavano dei numeri e venivano uccisi queste migliaia di uomini e migliaia di donne, oggi, ridotti a numeri e uccisi dallla fame.
. Il 1° maggio 1886 fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. La protesta durò 3 giorni e culminò, il 4 maggio, col massacro di Haymarket: una vera e propria battaglia in cui morirono 11 persone.
Niente cambia..nulla muta..Non impariamo mai
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_____________________________BUONA FESTA DEI LAVORATORI 🖤
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kon-igi · 1 year ago
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IL CANALE DEL DOLORE
È un argomento molto difficile da trattare per me, anzi, lo era fino a oggi pomeriggio, quando sono riuscito a trovare una metafora per definire il mio stato d'animo... stavo guidando, ho tirato fuori una penna dalla borsa e mi sono scribacchiato sul polso il titolo che avete letto là in alto, giusto per non dimenticare l'immagine che mi era apparsa.
Non credo proprio di soffrire di depressione (non rispetto i criteri maggiori), magari qualcosa di più simile a una pseudo-ciclotimia ma, vedete, potrei anche sbagliarmi però ho come l'impressione che le persone dividano le loro esperienze in positive e negative: da una parte le cose che le hanno fatte stare bene e che, se perseguite, continuano a far stare bene e dall'altra quelle negative, esperite nel passato e da evitare nel futuro.
Sbaglio nel pensare questo? Me lo confermate?
Ecco... per me funziona in modo completamente differente.
Io ho vissuto esperienze e basta, se percepite poi positive o negative dipende dalla mia vicinanza al Canale del Dolore.
Prendete la mia gattina Minou, che ci è stata accanto per tanti anni, fin dalla nascita di Figlia Grande.
Se percorro la mia vita nel verde paesaggio del mondo posso ricordarne con gioia i bei momenti condivisi assieme - quando la allattavo minuscola e miagolante, quando dal tavolo ha rubato un pollo arrosto intero più grande di lei e quando Figlia Grande divideva con lei i biscotti plasmon sul seggiolone. Poi però imbocco il viale di ghiaia che costeggia il canale del dolore e comincio a provare nostalgia - le zampate di fango che ancora resistono sotto al davanzale della finestra da cui entrava, il collarino viola che sbuca fuori da un cassetto - e poi comincio a camminare sugli argini del canale, dove mi prende la tristezza del vuoto che ha lasciato, di come forse avrei dovuto accarezzarla di più, di come a volte la sogno e sono pieno di gioia che sia tornata ma poi mi sveglio con le guance umide.
E infine cado nel canale del dolore, dove riconosco le mie colpe e ciò che avrei potuto fare e non ho fatto.
Intendiamoci, non succede sempre e soprattutto non succede per ogni cosa che ho vissuto ma il cammino è sempre potenzialmente quello.
Per dire, ho vissuto cose estremamente negative e mi basta riuscire a stare lontano da quel canale, nel verde della foresta del mondo, per riuscire comunque a evocare un ricordo di quello che di bello sono riuscito a tirare comunque fuori da esse.
Vi dirò, forse il trucco è camminare sul bordo di quel viale di ghiaia, attingendo alla malinconia per farmi più consapevole del tempo che scorre in una sola direzione e nel contempo non rimpiangere mai troppo ciò che non è più...
Per�� la vita è faticosa e in quel canale giacciono troppi nomi e troppi istanti perché il mio passo sia sempre fermo e dritto.
E fa male che il dolore nel caderci dentro offuschi i bei ricordi.
Vabbe'... stasera va così ma sono sicuro che domani qualcuno mi confermerà che c'è davvero del buono in questo mondo e che è giusto combattere per questo, quindi tranquilli <3
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gimsydelfuturo · 1 year ago
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Ieri sera nella zona in cui abito sono tracimati o esondati 4 torrenti
Uno di essi ha allagato casa di mia mamma che abita sotto di me
Il torrente ha raggiunto una forza che non avevo mai visto, ha invaso il giardino e ha iniziato ad avvicinarsi a casa
Dopo poco l'acqua passava da ogni fessura, è stato inutile ogni tentativo di bloccarla
I danni sono stati limitati sennonché poco dopo aver ripulito il soggiorno un'altra ondata molto più grande e forte ha fatto uscire l'acqua dai muri, dalle prese della corrente, dalla porta, dalla doccia, per non parlare della lavanderia completamente sommersa e addio lavatrice
L'acqua in giardino ha completamente divelto la recinzione, ha abbattuto un muro di confine ha portato fango, detriti e tronchi un disastro
Un disastro che in confronto a quello che stava succedendo nei paesi limitrofi era un simpatico gavettone d'agosto
Oggi siamo riusciti a ripulire decentemente casa, il giardino vedremo in seguito
Nel pomeriggio siamo andati a portare da mangiare ai volontari che spalano il fango
Poi ci siamo uniti a loro
Siamo entrati nelle case di sconosciuti che non avevano più niente da un momento all'altro, case di una vita svuotate, tutti i loro oggetti scaraventati per strada marci di fango, persone senza una sedia per riposarsi, le case ormai involucri di cemento vuoti senza un senso
In tutto questo sconvolgimento mi sono accorto che alla natura i confini non piacciono qualunque essi siano
Che il senso di comunione di intenti delle persone che hanno una certa sensibilità mi esalta
Domani si ricomincia e le amicizie diventeranno più forti e altre ne nasceranno
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susieporta · 21 days ago
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Lei è Kuttiyamma. Vive nel Kerala, in India. Abita in una casa fatta di paglia e di fango, condivide due stanze con genitori e undici fratelli. Mamma e papà lavorano nei campi, Kuttiyamma cucina, lava e bada ai più piccoli. Nel pomeriggio i fratelli maggiori tornano da scuola e tracciano con il dito degli strani segni sulla terra. Lo chiamano alfabeto. Kuttiyamma è incantata. Insegnatelo anche a me! I genitori scuotono la testa. L’istruzione non è per le femmine. Kuttiyamma ingoia il rospo. Cresce, ha 16 anni. Conosce un ragazzo, si chiama Konthi e ha un piccolo negozio di medicinali. Kuttiyamma lo sposa, mette al mondo cinque figli, vive di cucina e lavori domestici. Gli anni passano. I suoi ragazzi lasciano il nido, la casa si riempie di nipoti. Kuttiyamma li osserva mentre fanno i compiti. Nonnina come si scrive questo? Mi leggi questa storia? Kuttiyamma si fa piccina, inventa scuse per allontanarsi. Si vergogna da morire. Quando nessuno la vede, prende i libri, e accarezza con le dita quei segni misteriosi. È il 2020, Kuttiyamma ha 103 anni. Una vicina bussa alla porta, la trova china sui quaderni, intenta ad annusare e toccare le pagine. Kuttiyamma arrossisce. Perdonatemi, non so scrivere neanche il mio nome, ma sono molto curiosa. La vicina sorride. Signora, non c’è da scusarsi, se vuole posso aiutarla, sono un’insegnante. Kuttiyamma si illumina. La sera si fa trovare con quaderni, matite temperate, e un sorriso infinito. Si esercita per ore con l’alfabeto. Alla luce dell’alba sul foglio brillano le lettere del suo nome. Kuttiyamma piange di gioia. Mese dopo mese, compone le prime frasi, scrive i numeri, studia, si diverte, a fine anno passa l’esame di alfabetizzazione con ottimi voti. Kuttiyamma chiama a raccolta i nipoti, si schiarisce la voce piena di orgoglio. Bambini, ora la nonna vi legge una bella storia. Oggi Kuttiyamma ha 104 anni, lava, cucina, studia inglese, punta al diploma. La vista è calata, l’udito fa le bizze, ma in quanto a volontà non la batte nessuno.
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vecchiorovere · 3 months ago
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Forse le VENTENNI di oggi non hanno mai pensato, che noi della mia generazione ormai nonne: - Indossavamo minigonne cortissime, pantaloni aderenti, stivali alti, e non portavamo il reggiseno - Ascoltava Led Zeppelin, Who, Beatles, Rolling Stones, Jimi Hendrix e Janis Joplin - “Cavalcavamo” su Mini Cooper e su moto fighissime - fumato tabacco, bevuto gintonics e whisky - Andavamo a festival musicali in mezzo al fango, magari ballando tra la folla - Vivevamo giornate lunghissime, perché non avevamo internet, smartphone, social, e della tv ce ne fregava assai poco "Sappiatelo: non sarete mai fighe come lo era vostra nonna. Qualcuno ve lo doveva pur dire”..
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i-am-a-polpetta · 3 months ago
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la mia testa in questo momento è un esplosione atomica di stati d'animo ed emozioni che contrastano tra loro e non so a quale di queste dare ascolto. in palestra metto la musica nelle cuffiette, non la ascolto. come ci siamo arrivati alle cinque del pomeriggio? che fine ha fatto la mia vita nelle ultime cinque ore? ho la tachicardia e non riesco a focalizzarmi su un unico pensiero. ho fatto merenda? cosa preparo per cena? non mi ricordo più se ho fatto pipì. non lo so. io non lo so. ruoto gli occhi alla ricerca di qualcosa di stabile nella stanza. non sono abbastanza intelligente per controllare la mia mente. vorrei evadere. la kla pazza sarebbe già evasa, nel suo universo parallelo, con una vita parallela che è diecimila volte peggio di quella originale ma preferisco perché così posso pensare solo al nero, al buio, alle negatività, al silenzio, alla solitudine, al male, alle emozioni che ti fanno stare una merda. regina di un mondo in cui il dolore regna sovrano. queste medicine non mi ci fanno nascondere più da molto tempo che quasi mi manca perché era il mio meccanismo di difesa contro un mondo che precipitava dalle mani, che si sgretolava come pezzi di fango secco. adesso come faccio? la mia testa va a duemila all'ora e non riesco a sentire bene quello che succede, sono stanca. ho messo la musica ma tanto non la ascolto. mi distraggo, se chiudo gli occhi e mi addormento mi sveglio sudata da un sogno lungimirante in cui muoio annegata. se tocco gli oggetti sono reali. sono incastrata in una realtà di mezzo che non è quella reale degli esseri umani ma non è nemmeno il mio mondo di conforto in cui tutto è buio. non riesco a percepire niente se non casino e sto cazzo di cuore che batte piano, veloce, pianissimo, veloce, velocissimo, si ferma. sono bloccata nell'etere cercando di non crollare perché delle persone hanno bisogno di me. mi da fastidio tutto. anche la minima cosa fuori dai miei schemi mentali. non ci sto capendo più niente. eppure va tutto bene perché oggi marika mi ha detto che sta andando tutto bene. io però non sto funzionando, mi sento incatenata, in bilico tra queste percezioni che mi fanno perdere la direzione. "che c'è che non va?" mi chiedono.
"non lo so, sono solo stanca"
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artide · 5 months ago
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Oggi tornando a casa con un riso da pranzo, ho pensato alle parole di Celibidache: Acustica è generatore di forma! Quindi è lo spazio in cui una sinfonia si suona che determina il tempo a cui andrà suonare. Le acustiche non sono mai uguali. Lo spazio è generatore pedagogico imprescindibile. Allora che tempi e modi ci suggerisce questo spazio? C'è un giardino, le stagioni si vedono scorrere, si sentono nel fango e nel secco, nelle foglie e nelle pozzanghere, c'è un treno che passa regolare, le voci coperte e la strada finisce non si può andare oltre. Ci sono ragni e ragnatele che si riformano costantemente, i corridoi stretti ed un dedalo di scale. Tutto ci suggerisce movimento e noi ne siamo accelerati. Allora ci vuole una contro pedagogia, quella della riflessione, della lentezza, della non reazione, andare piano, una cosa alla volta, abbastanza ordinati per non finire travolti dal treno in corsa, abbastanza costanti per non finire intrappolati in questa rete, alla fine strada, di palloni abbandonati calciati troppo in la.
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sayitaliano · 7 months ago
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Happy to know that the terrible weather at least caused no deaths in (my beloved<3) Valle d'Aosta and Piemonte, despite the immense damages to houses and roads. Hope it will be even better in other Regions. (So sad I cannot say the same about Switzerland and France)
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anchesetuttinoino · 8 months ago
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"Vota quella stronza della Meloni", il meme ironico che circola nelle chat. L'effetto Giorgia non si ferma - Secolo d'Italia (secoloditalia.it)
’effetto Meloni prosegue senza sosta. Il dopo-Caivano registra un ennesimo “colpo di scena” di questa campagna elettorale. Un’ ennesima conferma di quanto quella frase -“Presidente De Luca, sono quella stro*** della Meloni. Come sta?”- abbia bucato i social e fatto parlare e straparlare molti opinionisti. Tanto che oggi -il giorno dopo quell’incontro che tanto sta facendo rodere il fegato dei mestrini raical-chic col ditino alzato-  viene anche rilanciata. C’è un meme spiritoso e ironico che circola in rete e nelle chat dei parlamentari: “Vota quella stronza della Meloni” è la scritta che campeggia su un finto  manifesto elettorale per le Europee: con il simbolo FdI  barrato e il volto della premier. Sta facendo il giro del web.
L’effetto Meloni non si ferma: dopo il video arriva il meme virale
Dopo il boom sui social dell’incontro fatidico tra Meloni e il governatore De Luca arriva, dunque, questo meme a rilanciare la “mossa” della premier che ha sconvolto i salotti buoni dei talk show. Dimostrando che il suo comportamento ha colto nel segno. E soprattutto, fatto impazzire una sinistra politica e intellettuale che in modo ridicolo censura l’ atteggiamento “poco istituzionale” della premier. Dovevate osservare i vari Severgnini, Fittipaldi, Lella Costa, Floris, Piccolotti dare lezioni di bon ton istituzionale. Nessuno che lo avesse fatto con tanto accanimento quando ad offendere la premier per primo era stato proprio De Luca. Tanto livore dei dem e dei salotti radical-chic non lo abbiamo proprio notato all’epoca.
Il dopo-Caivano: la doppia vittoria di Meloni
Dunque, vince ancora Giorgia. Non a caso l’ istant sentiment realizzato in esclusiva per Adnkronos da Vis Factor nell’immediatezza dell’incontro Meloni- DeLuca fu già una sentenza. Nella maggioranza dei commenti a favore di Meloni – ben il 56%- sottolineavano coraggio, franchezza, presenza di spirito del presidente del Consiglio. Spirito e franchezza che manca del tutto a sinistra, che chissà quando si riprenderà da questo doppio successo della premier: avere fatto rinascere il Parco Verde di Caivano, teatro fin’ora di stupri, spaccio e criminalità; ed essere entrata contemporaneamnte negli incubi più tetri di una sinistra triste. Sempre più ostaggio della propria incapacità di ancorarsi a un sentimento popolare. Anche ora che il meme ironico “Vota quella stronza della Meloni” sta furoreggiando, le dosi di Maalox dovranno essere raddoppiate.
Un’ altra mossa comunicatica che fa impazzire la sinistra salottiera
Qualche esempio. L’editorialista del Corriere, Beppe Severnini ad Otto e mezzo ha affermato che “Meloni dovrebbe imparare il decoro verbale”. Fittipaldi urla un “Mi vergogno” a Tagadà. Lella Costa, attrice e sceneggiatrice, femminista, dal salotti di “Di martedì” afferma che la frase di Meloni a De Luca “è una forma di bullismo”. Alla faccia della solidarietà femminile… Ed Elisabetta Picoclotti di Avs ha tuonato: “Il prossimo passo che farà il presidente del Consiglio qual è? La lotta nel fango?” Zittita da un imperturbabile Italo Bocchino, direttore editoriale del Secolo d’Italia: “Ciò che ha detto Meloni è un grande esempio di comunicazione. Finalmente De Luca impietrito”. Insomma, ancora una volta la sinistra non capisce che la sfida ha avuto un solo vincitore: il premier. Anche oggi assisteremo a varie lezioni di galateo istituzionale a puntate? Un ultimo appunto merita il ridicolo furore di Giuseppe Conte, ospite di Floris. Anche l’ex premier in pochette ha stigmatizzato le parole della premier. A tacitarlo Francesco Storace: “Ma come? Sei il leader del partito del vaffa e ti scandalizzi?”…
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l-altra-me-loulousnow · 11 months ago
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Torno a scrivere dopo tanto tempo, perché oggi rinasco.
Rinasco a primavera con la “mia” luna nuova in pesci.
È il momento di sognare alla grande, è il momento di creare, di progettare, di diventare quella che posso e voglio essere, è il momento di brillare nuovamente.
In questi giorni si è chiuso un capitolo surreale della mia vita, sono venute a galla verità che qualcuno cercava di nascondere da così tanto tempo, che non riesco nemmeno a ricordare da quanto andasse avanti tutto questo. Finalmente ho ricevuto soddisfazioni immense, stima e riconoscimenti per anni di lavoro e impegno. La serietà e l’onestà, alla fine ripagano sempre.
E a te, che hai cercato in tutti i modi di seppellirmi, a te che sei arrivata a farmi dubitare di me stessa e delle mie capacità, a te, che non hai esitato ad approfittare dei miei problemi di salute, per gettare fango e per cercare di togliermi la dignità, auguro solo una cosa… di avere per 5 minuti della tua vita, la lucidità mentale di capire il male che hai fatto (non solo a me), perché credimi che i faccia a faccia con la propria coscienza, sono la cosa più difficile da affrontare, non ti auguro altro, non serve, mi basta la soddisfazione di non essere mai scesa al tuo livello, di essere sempre stata sincera, anche qualche settimana fa, quando nonostante sapessi già che non hai mai smesso di scavarmi la fossa, ti ho consolata in un momento molto difficile. Spero che tu non debba mai incontrare nessuno come te, nessuno merita una cosa del genere, nemmeno tu. E ora basta, ti ho concesso anche troppo spazio (l’ultimo).
Sono grata a questa vita, la amo follemente, nonostante gli alti e i bassi, nonostante questo virus intestinale che mi ha devastata, sono grata pure a lui 🙄🤣
Daje Lu!!! Avanti tutta ❤️
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tiaspettoaltrove · 10 months ago
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È ora di smetterla con gli intoccabili.
Sono stanco di questo mondo fatto sempre di troppi pesi e troppe misure, di intoccabili, di eccezioni che non confermano la regola, ma cercano di demolirla. Sono stanco di questo mondo in cui si sfugge dall’onestà intellettuale, dalle riflessioni sofferte ma necessarie, dalla trasparenza. Un mondo in cui non ci si mette a nudo, ma si “scrolla” Tik Tok al posto d’indagare se stessi. E dire che una cosa non escluderebbe l’altra. Un problema enorme del nostro tempo, certamente uno dei più grandi in assoluto, è quello della personalizzazione del crimine. Ovvero: non è importante la cattiva azione in sé, quanto chi la compie. Ed è così che, a seconda di chi è il colpevole, tutto può essere affievolito o aggravato. Eppure, di fatto, la violenza è violenza. Giusto? Si è parlato, in questi giorni, di una giornalista che ha denunciato Rocco Siffredi, reo di averla molestata nell’ambito di un’intervista sulla serie tv Netflix a lui dedicata. Esistono i tribunali, i processi, i giudici, quindi in questa sede non parlerò del caso specifico. Mi limito però a dire che non è la prima volta che assistiamo a dinamiche simili. Sempre lo stesso personaggio, diversi anni fa (credo nel 2006, non sono riuscito a comprenderlo con certezza) si è reso protagonista di un episodio altamente discutibile (quantomeno) in una trasmissione televisiva francese. Vedere oggi il video di quello che è accaduto in quel frangente è agghiacciante, perché per la mia sensibilità descrive senza timore di smentita una violenza in piena regola (peraltro tra le risate generali dei conduttori e di parte del pubblico). Eppure, in seguito non è accaduto nulla. Nemmeno quella volta. Qualche articolo di giornale, qualche polemica, e tutti felici e contenti. Come si può accettare tutto questo? “Era un programma goliardico”, dice qualcuno, “e certi siparietti avvenivano in tutte le puntate”. È una giustificazione? Secondo me no. Ma siamo qui, nel 2024, e su uno dei maggiori servizi streaming del mondo (Netflix, appunto) ci ritroviamo una serie tv dedicata a quest’uomo. Per quanto mi riguarda, sapete, si è rotto qualcosa. C’è chi la chiama “dissonanza cognitiva”, e non penso che siamo molto lontani dalla verità. Ho usato il nome di quel personaggio solo per esemplificare un concetto, che però purtroppo troppo spesso vediamo concretizzarsi. Mi chiedo in questi casi dove sia il (vero) femminismo, ammesso che esista. Dove sia la lucidità mentale che ci consenta di guardare la realtà con obiettività, e senza cercare scuse o giustificazioni che non esistono. È possibile fare le persone serie, per una volta? A quanto pare no. L’ipocrisia, la falsità, la superficialità devono vincere sempre. È per questo che viviamo nel fango, che tutto è crollato, e che mancano le basi solide, per un futuro degno di questo nome. Siamo sempre, tutti, troppo distratti da quel che ci vuol essere imposto. Dalle frasi fatte, dagli slogan, dai tentativi di lavarsi la coscienza. E facciamo tante brutte figure, agli occhi di Dio.
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