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PRIMA PAGINA Corriere Umbria di Oggi martedì, 17 settembre 2024
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Indignatevi per i vivi.
Trent’anni senza vederli
di Fabrizio Tesseri
Facile indignarsi per i morti. Al massimo dura fino al funerale, poi tutto come prima.
Bisognerebbe indignarsi per i vivi.
Ma noi non li vediamo, i vivi. Letteralmente.
A volte non li vediamo al punto da travolgerli di notte sulle strade di campagna, scaraventandoli nelle scoline con le loro biciclette, quando va bene. Quando li vediamo è perché indossano quei gilet catarifrangenti che noi abbiamo in macchina in caso di incidente. Quando li vediamo è, appunto, un caso, un incidente.
Però non è che li abbiamo rimossi, propio non li abbiamo mai considerati.
Eppure sono decenni che sono qui, almeno tre decenni. Trent'anni fa, per esempio, alcuni singalesi e indiani, molto giovani, erano ospitati in un piccolo hotel fuori mano, trasformato da allora in una sorta di residenza per stranieri. È in campagna, ma era appiccicato ad un paio di grandi industrie, allora.
Da anni, al posto della più grande, la Goodyear, è rimasto un rudere e, con ogni probabilità, amianto e altri rifiuti sepolti sotto terra e sotto una memoria labile che ha cancellato i morti e i disoccupati.
È rimasta la fabbrica di alluminio, la sola piscina da 25 metri sul territorio e quel vecchio hotel malandato.
Beh, trent'anni fa, un misto di delinquenti e fascistelli (si lo so, è ridondante, sono sinonimi) andarono a picchiare i rifugiati in quel vecchio alberghetto. Per la verità, le presero per bene.
Ci fu tensione, venne organizzata una manifestazione di solidarietà, la polizia schierata in forze manco fosse un derby di quella che era la serie D del tempo, riuscì a picchiare chi manifestava solidarietà e il risultato fu che tutti ci distraemmo. Quasi tutti.
Alcuni da anni seguono e denunciano le condizioni dei migranti nella Pianura Pontina, su tutti Marco Omizzolo.
La maggior parte di noi però, semplicemente, non li ha mai visti.
Eppure sono tanti, lavorano nelle serre, nelle campagne, quasi tutti maschi, dormono in vecchie case o stalle, quando va bene. A decine, tutti insieme.
Qualcuno però ha fatto il salto sociale e ha aperto un negozietto oppure è stato fortunato e non solo è sopravvissuto, ma ha trovato anche un buon datore di lavoro, non un padrone, e ha messo su famiglia.
E allora vivono per lo più nei centri più o meno storici e ci sono i ragazzi nelle nostre scuole e per la quasi totalità dei nostri figli sono loro compagni, senza aggettivi o caratterizzazioni. Loro li vedono.
Noi queste famiglie, non gli altri, le vediamo solo perché vivono accanto a noi. Più colorati nei vestiti, odori diversi, magari più confusione, e in alcuni quartieri quelle donne e quegli uomini arrivati da lontano sono i soli a parlare con i "nostri" vecchi, soli dietro le persiane accostate al sole. Sono gli unici che si affacciano a vedere come mai la signora oggi non si è vista e magari sta male e ha bisogno.
Però, gli altri non li vediamo.
Ma vediamo il prodotto della loro esistenza.
Vediamo i prezzi della frutta e verdura in offerta sui banchi dei supermercati. Compriamo contenti il Sottocosto. Ammiriamo la villa e la fuoriserie dei loro Padroni.
Questi, spesso ma non sempre, hanno cognomi tronchi, che finiscono per enne, si tratta di famiglie che hanno avuto la terra nel ventennio, pezzi di famiglie del nord smembrate e portate a colonizzare la terra redenta. Coloni. Ma di cosa? Qui ci vivevano i Volsci, forse anche avanguardie di Etruschi e i Romani, di sicuro, che hanno lasciato il loro segno e la Regina Viarum. Coloni di cosa, dunque?
Gente che ha conosciuto la povertà, la fame, la guerra, la malaria, i lutti, la fatica indicibile.
Uno si aspetterebbe che se uno ha vissuto questo, mai farebbe vivere lo stesso o di peggio ad altri esseri umani e invece...ma allora, come è possibile? Perché?
Forse perché abbiamo dimenticato. Forse perché negli ultimi trent'anni abbiamo buttato nell'indifferenziato il concetto di comunità.
Abbiamo smesso di vedere l'altro ma solo quello che l'altro ha. E abbiamo voluto arricchirci o almeno illuderci di farlo. Abbiamo smesso di dare valore e iniziato a dare un prezzo, a tutto.
E quando dai un prezzo a qualsiasi cosa vuol dire che sei in competizione e la competizione porta a voler prevalere e finisce che bari pure con te stesso quando fai i solitari.
E tutti siamo contenti di comprare le zucchine a 0,99 euro al chilo e il Padrone compra un altro ettaro e abbassa la paga da 4,50 euro l'ora a 4 euro, preserva il margine di profitto, la grande distribuzione apre nuovi scintillanti ipermercati, noi oltre le zucchine compriamo i pomodori maturi, si fa per dire, a marzo.
È una magia!
Qualcosa di inspiegabile. Qualcosa di invisibile.
Tranne che ogni tanto.
Quando sotto una macchina non finisce una volpe ma un ventenne troppo stanco da scordare il gilet catarifrangente.
Tranne che ogni tanto, per un incidente sul lavoro o una rissa tra disperati.
Ma dura poco, meno della pubblicità tra il TG e i Talk Show della sera.
C'è il volantino delle offerte nella cassetta postale, sabato si fa spesa.
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Si sentivano culturalmente egemoni - le retroguardie e i provinciali ne sono ancora convinti - così che le avanguardie intellettuali guidassero le masse alle Magnifiche Sorti e Progressive.
Oggi tutto quello che gli rimane è la flebile speranza che enne minoranze eterogenee arrivino mai a costituire una maggioranza.
Modello Brics.
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POST SEMISERIO SULLE RELAZIONI.
La donna cerca e spera di trovare nell’uomo e nell’unione con lui due cose soprattutto:
Protezione e sicurezza.
Ella sa che percependosi protetta e sicura, potrà esprimere il suo Yin, cioè dolcezza, accoglienza, sensibilità, amorevolezza.
Quando entra nella coppia, ci entra con queste “aspettative”.
L’uomo entra nella coppia perché anela a qualcuno che si prenda cura di lui, si pone in relazione come un bambino, o un adolescente.
Uno psicologo ha affermato che le donne più felici, sono single, e gli uomini più felici, sono sposati.
Queste dinamiche all’inizio vengono mascherate dai fumi suadenti dell’energia ses*uale, la quale impedisce di vedere davvero cosa si sta realmente muovendo nella relazione che sta nascendo.
Ecco che quando la donna scopre che il cavaliere dall’armatura scintillante è in realtà un adolescente viziato e prepotente, anch’ella si trasforma da principessa a matrigna e ferma la sua ascesa al divenire Regina.
Bel guaio.
Nulla esiste al mondo di più letale di una donna che rinuncia alla relazione rimanendo nella relazione come matrigna o come “sguattera”.
Povero il disgraziato che dovrà fare i conti con la sua ira funesta a volte manifesta a volte passiva, ma attenti entrambi sono in uno stato di totale frustrazioni come due debuttanti che si ritrovano a servire il te al ballo.
Allora la donna si sente costretta a scegliere tra due possibilità: o chiude la relazione o continua e gliela fa pagare cara, invece l’uomo permane in quello stato di soddisfazione adolescenziale anche tutta la vita non provando mai o quasi mai ambizione altra.
Oggi, moltissime donne hanno rinunciato al proprio femminile a causa di questo guaio immenso che chiamerei guaione, tragedia, infima condanna.
Si sono travestite da uomo e hanno messo sulle spalle la croce di dover prendersi cura del marito 14 enne, dei figli di 2,3 anni, del gatto, della casa, del lavoro e spesso anche delle finanze del marito o comunque di gestire la sua vita come se egli fosse e di fatto è un pubero immaturo.
Ce ne sono migliaia di donne così o anche di donne che per schivare il suddetto mega proiettile, decidono di tenersi solo cane, gatto, casa e lavoro, rinunciando al compimento della relazione di della maternità (Parthenope in fondo parla di questo, piccola parentesi cinematografica).
Ora care mie possiamo trasformare questo flagello in una grande possibilità quella di diventare davvero Yin e Yang e ricomporre la nostra identità spezzata in due.
E lo stesso i cari fratelli, che privati della sostituta materna o evolveranno nutrendo il loro femminile o rimarranno sposati con la madre fino alla sua morte e oltre (come in psycho, altra parentesi cinema).
L’era della coppia zoppa è finita, questi antichi giochini della matrix si sono rotti.
È tempo di ricomporre i cocci personali e donarsi solo ad un altro o altra interi scivolando all’abbisogna da una polarità all’altra senza restare rigidamente ancórati al ruolo e rimanendo così perpetuamente delusi e frustrati.
Senza queste premesse non solo non parlerei di relazione ma sarebbe da preferisci persino un criceto o un pesce rosso o un bambolo o bambola gonfiabile, almeno da risparmiare i denari per gli avvocati, le ulcere, le coliti, i mutui e dei figli poli traumatizzati che a 16 anni vi insulteranno come degli Hooligans con la squadra avversaria.
ClaudiaCrispolti
Adesso non vi sperticate a puntare l’indice contro le donne o contro gli uomini e dire io non sono così. Non ce ne frega niente.
Qui si parla in generale e sei tu sei l’eccezione, bravo, brava, ok ma mi raccomando tientelo per te.
Polemiche, messaggi aggressivi che denotano solo il livello di frustrazione e altre noiosità verranno esposte al pubblico ludibrio con mio grande giubilo. 😋👍
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Avvocato!
Finalmente, dopo tanti studi, realizzo il mio obiettivo. Non in uno studio legale tutto mio. Non ancora per lo meno.
Nello studio di un amico di mio padre. Mi ha accolto volentieri, con molto affetto. Lo credo: mi conosce da sempre, da bambina praticamente, è un vecchio micio di famiglia.
Vecchio per la durata della amicizia. Lui è un 55 enne niente male. Bel fisico, ancora senza pancia per fortuna. Bel sedere. Ha una bella moglie, e pare che le sia fedele.
Non mi preoccupa. So come far girare la testa a un maschio.
Con lui non è difficile. All’inizio i suoi sguardi le mie gambe duravano un battito di ciglia e più rari. Poi forse si è sentito più sicuro, o gli è diventato più difficile resistere alle mie pose provocanti, e allora gli sguardi sono diventati più frequenti. Ma sempre timidi.
Chissà quanto lo imbarazzo venendo in studio con vestiti aderenti, gonne corte, calze velate, tacchi a spillo. Ha anche provato, un giorno, a dirmi d8 essere più castigata. Tutto un giro di parole, ho fatto finta con tutto il finto candore di cui sono capace di non capire. H cambiato discorso.
Il mio gioco si è fatto più audace ogni giorno di più. Entrare nella sua stanza, con una scusa qualsiasi. Sedermi accavallando le gambe. Sfiorarlo quando siamo vicini. Sono arrivata a sfiorargli la gamba con il piede durante una riunione, facendogli perdere il filo del discorso, con mio grande divertimento.
Ma non mi dice nulla.
Quando ho capito di averlo cotto a puntino ho messo in atto il mio piano.
Quel giorno, nella sala riunioni, eravamo rimasti soli io e lui. Mi seggo sul tavolo. Accavallo le gambe. Vedo il suo pomo d’Adamo agitarsi. Una goccia di sudore scivolargli sulla guancia. Un tonfo sulla moquette, prima una scarpa, poi l’altra.
Oh, fingo che tutto sia involontario. Con un sorriso gli chiedo se me le raccoglie e mi aiuta.
Trema, ma obbedisce. Ha un piedino tra le sue mani, e sembra ipnotizzato.
Quando gli metto la mano tra i capelli, poi dietro la nuca, e spingo, si fa docilmente guidare tra le mie cosce.
Non devo dirgli nulla. Chissà quanto aveva sognato quel momento. Le sue labbra premono sul nylon dei collant, indossati per questa occasione senza mutandine.
Non devo dirgli niente, comincia a leccare, come il cucciolotto docile che è. Le mie cosce si serrano intorno al suo viso.
- Da oggi metti il mio nome prima del tuo nella targa dello studio legale, vero?
Il suo viso fa su e giù. Forse è solo per leccarmi meglio, ma penso che abbia voluto dire di sì.
Bene. Farà comunque quello che gli dirò di fare.
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sono in pienissimo pre ciclo e oggi si è presentato il 40 enne pelato (tengo a precisarlo perché credo di avere una particolare attrazione per i pelati) vestito con pantaloni neri eleganti e camicia bianca con le maniche tirate su a ¾; spero abbia capito dal mio sguardo che scenari stavo creando nella mia mente mentre parlavamo
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A volte quando sono in strada mi soffermo apposta a offervare certe scene e quasi mai mi sbaglio. Così osservo la fauna umana e le loro abitudini selvagge e istintive, e sono tutti come un libro aperto, come certe donne che si mettono in mostra toccando lo squallido e la maggior parte degli uomini che animalescamente e viscidamente squadrano ogni riferimento sessuale dell'altro sesso. Come oggi l'autista 50 enne che guardava il culo alla ragazzina. C'è poco da dire, tante scrofe e maiali che poi magari a casa sono santarellini di fronte a genitori e mogliettine convinte di avere un matrimonio perfetto. Non per fare la morale, anche a me piace il sesso ma non senza sentimento. Ecco perché scegliendo solo in base al cuore ho tralasciato sempre vari fattori, anche il fatto che alcuni erano pessimi amanti e compagni. Ma soprattutto non squadro ogni esemplare di sesso maschile sessulizzandolo e oggettificandolo anche se di bell'aspetto. Forse è questo che ci distingue dalle bestie e distingue la ragione dall'istinto..
-laragazzadagliocchitristi
#frasi e pensieri#riflessioni#vita#uomini#donne#osservazione#consapevolezza#realtà#pensieri miei#tumblr
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Comunque oggi è il compleanno di zayn, e là me 12 enne gli avrebbe fatto gli auguri su Instagram
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PRIMA PAGINA Le Figaro di Oggi domenica, 04 agosto 2024
#PrimaPagina#lefigaro quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi enne#grande#chefs#difficile#harris#riposte#grand#favori#entre#iran#trade
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dom 03-nov-2024
Oggi ho pensato che dovrei "lasciare" un'impronta digitale (oltre quella fisica, scrivo un diario) di tutto ciò che mi passa per la testa. Ho anche un profilo Instagram (@ioecoseche) nel quale sto salvando le foto che raccontano un po' la mia vita. Tutto questo perchè la mia memoria ultimamente va allenata dato che spesso mi capita di non ricordare cosa mi piace a livello musicale ecc. E anche perchè ultimamente sono un po' triste dopo aver passato un periodo di forte ansia per tutto, dal quale per fortuna sto provando ad uscirne piano piano. Anzi, dal quale per fortuna sto uscendo piano piano.
Ieri ho comprato del vino pensando che effettivamente i nonni lo bevevano spesso a tavola (ci ho pensato dopo che non era del supermercato ma ok) ma dopo averne bevuto pochissimo a pranzo mi è venuto un "abbiocco" assurdo quindi niente, forse a cena ogni tanto. Ho comprato della Nutella vegana (sono intollerante al lattosio) e volevo invitare gente a casa per fare delle crêpes ma è finita con me che mangiavo da solo una piadina riscaldata con la Nutella. Tutto ok, per fortuna sento i miei e mio fratello che mi tirano su il morale in queste giornate col sole nelle quali dovrei solamente muovere il culo e farmi una passeggiata anche da solo, come l'attuale proprietaria di casa, 90 enne, che pochi giorni fa mi ha chiesto un aiuto per accedere all'INPS online dato che si era fatta lo SPID.
Cercherò giornalmente di aggiornare questa specie di diario , oltre quello fisico, ora torno a finire di ascoltare un album qui seduto qui alla scrivania. Devo approfondire i Nine Inch Nails e How To Destroy Angels.
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3/7
mi guardo allo specchio
fisso quegli occhi di un rosso che mi acceca
passo senza alcuna delicatezza le dita
nella rima cigliare
con la speranza
che la matita della sera prima venga via
mi sciacquo la faccia
mi lavo i denti
mi spazzolo i capelli
che restano impigliati in quei mille nodi
a cui ormai neanche faccio più caso
mi vesto
passo una mano sui vestiti sporchi
di lacrime, di nostalgia
sporchi di ricordi che mi fanno sanguinare le ginocchia
metto le scarpe velocemente
oggi non ho proprio voglia di far nulla
dimentico persino i calzini
poi esco
corro in macchina e accellero
ho mille cose da fare
ma mi fermo vicino ad un negozio di fiori
non so, mi attraevano quei tulipani lilla
sposto lo sguardo di qua e di là
senza sapere in realtà cosa sto guardando
e dietro l'angolo
all'improvviso
mi sembra di vederti
i tuoi occhi verdi
risaltano la maglietta color acquamarina
porti dei jeans blu e tra le mani
tieni una sigaretta,
stretta come se avessi paura di perderla
credo sia una Winston blu
se sei rimasto fedele alle vecchie abitudini
cerco di voltarmi
di guardare altrove
ma è come se sentissi anch'io il fumo
raggiungermi i polmoni
e il tuo respiro
raggiungermi il cuore
torno in macchina e guido verso casa velocemente
i fiori sembrano di punto in bianco tutti appassiti
accelero, di nuovo
dimentico di pranzare
di lavorare
di respirare
perché tutto ciò che vedo sono
i tuoi maledetti occhi verdi
-enne
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Punta Braccetto: ripreso dalla videosorveglianza durante il furto, denunciato 33enne
Punta Braccetto (Ragusa): ripreso dalla videosorveglianza durante il furto, denunciato 33enne I Carabinieri della Stazione di Santa Croce Camerina hanno denunciato a piede libero un cittadino tunisino di 33 anni residente a Ragusa, responsabile di un furto all'interno di un'abitazione della località marittima di Punta Braccetto, di proprietà di un 60 enne di Comiso. Il 33enne, la scorsa settimana, nottetempo si era introdotto furtivamente all'interno della casa vacanze dell'uomo, probabilmente ignaro della presenza di un sistema di videosorveglianza installato appositamente dal proprietario a tutela del proprio immobile, già in un'altra passata circostanza bersaglio di un analogo furto. Dalle immagini visionate dai Carabinieri, i militari sono giunti all'identificazione del responsabile che, durante una perquisizione appositamente disposta, è stato trovato ancora in possesso degli arnesi da scasso utilizzati per compiere l'effrazione degli infissi esterni dell'abitazione, nonché della stessa refurtiva sottratta, ovvero qualche monile ed una somma in contanti di circa mille euro, il tutto immediatamente restituito al legittimo proprietario. Per il giovane straniero, fino ad oggi incensurato, è scattata quindi la denuncia alla Procura della Repubblica di Ragusa per furto aggravato. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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A quanto pare oggi c'è un evento per celebrare il proprio linguaggio qua XD
Non che ne avessi bisogno, ma colgo l'occasione per cantare una delle mie osterie preferite che oggi sono d'umore blasfemo e di cristiani repressi che vengono dominati XD
Osteria numero enne
*paraponziponzi pò il mio cazzo ha le antenne
*paraponziponzi pò quando inculo il sacrestano sento radio Vaticano
daghela mè biondinaaa daghela mè moraaaa
#le osterie sempre nel cuore#anche se la mia preferita su tutte è quella del salame#XD#spyld#Speak Your Language Day#italiano#moss text#oggi sono sopravvissuta solo grazie alle storie di Javert pmmm XD#perchè di The Wicker Man non c'è abbastanza succosità
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PRIMA PAGINA Gazzetta Di Modena di Oggi venerdì, 29 novembre 2024
#PrimaPagina#gazzettadimodena quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi lato#enne#testa#boxe#salvato#automobilismo#arabia#saudita#sognando#altro#gazzetta#modena#venerdi#ragazza#caserma#tutti#amici#montefiorino#daniela#casa#accadde
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A zonzo per la Francia: Santa Genoveffa
La protettrice, fin dall’alto Medioevo, di Parigi e della Francia… Santa Genoveffa nacque a Nanterre, nei pressi di Parigi, intorno al 413, da famiglia cristiana, e la giovane, fin da piccola, manifestò il desiderio di dedicare la sua vita al Signore. Nel 429 la giovane incontrò San Germano d’Auxerre, che insieme a San Lupo di Troyes andava a evangelizzare i popoli della Britannia, dove dilagava l’eresia pelagiana, in un incontro che fu determinante per la sua vocazione. Dopo aver posato una mano sulla nuca di Genoveffa, San Germano enne la rivelazione della sua santità, poi le regalò una medaglia su cui è impressa la croce, che la ragazza portò al collo fino alla morte, come pegno della sua fedeltà a Cristo. Morti i suoi genitori, Genoveffa si trasferì a Parigi ed entrò a far parte di un gruppo di vergini, come lei votate al Signore, per dedicarsi a opere di carità e penitenza, continuando a vivere nella sua casa ed ebbe il diritto di assumere le responsabilità pubbliche che appartenevano alla sua famiglia, ricevette le chiavi del battistero della cattedrale parigina e fece erigere la prima chiesa sul sepolcro di San Dionigi, vescovo protomartire della città. La santa si cibava solo di legumi, esclusivamente il giovedì e la domenica e dalla sera dell’Epifania, fino al giovedì santo, rimaneva in preghiera nella sua cameretta. Nel 451, Attila, re degli Unni, che aveva saccheggiato le città di Treviri, Metz, Reims, avanzava verso Parigi dove i cittadini si apprestavano alla fuga, ma Genoveffa gli esortò a non lasciare la città e riunì alcune donne per pregare con lei nel battistero. Parigi fu difesa dai suoi abitanti, incoraggiati dalle preghiere di Geneviève, e Attila, scoraggiato dalla loro resistenza, si diresse verso Orléans, dove fu sconfitto nella battaglia dei Campi Catalaunici dal generale romano Ezio. Qualche anno più tardi, Parigi venne assediata da Meroveo, terzo re dei Franchi, e fu difesa da una forte guarnigione di romani e nel 457, morto il sovrano, l’assedio venne portato avanti dal figlio Childerico I, che conquistò la città. Le distruzioni che ne conseguono provocarono nella capitale francese una grande carestia, così Genoveffa guidò sulla Senna un gruppo di undici battelli fino a Troyes e, passando di città in città, ricevette in dono dai mercanti un gran carico di grano, che porta a Parigi, salvando così gli abitanti. Durante il viaggio, la donna guarì una paralitica, ridonò la vista ad alcuni ciechi, liberò degli indemoniati e salvò la Senna da due demoni che, nascosti sotto un grande albero, facevano naufragare i battelli. In Francia si diffusa la fama di Genoveffa, rispettata anche dal re franco Clodoveo I che, su suggerimento della santa, non solo liberò i prigionieri, ma si convertì al Cristianesimo. Genoveffa morì il 3 gennaio 502 e fu sepolta prima in un’umile tomba, poi nella basilica dei Santi Apostoli, a lei dedicata dai sovrani franchi Clotilde e Clodoveo. Durante la rivoluzione francese, la basilica fu sconsacrata e trasformata dai giacobini nel mausoleo dei francesi illustri, con il nome di Panthéon, mentre la cassa che conteneva le reliquie della santa fu bruciata pubblicamente nella Place de Gréve. Oggi, nel Panthéon si svolgono funzioni religiose e commemorazioni civili e lì vicino, nel 1492, fu costruita la chiesa di Saint-Étienne-du-Mont, dove furono ricollocate le reliquie superstiti di Genoveffa. Nel suo ruolo di patrona di Parigi, una statua di Genoveffa, realizzata dallo scultore francese Paul Landowski, si trova sul Pont de la Tournelle, costruito nel 1928 alle spalle della Cattedrale di Notre-Dame e la raffigura nell’atto di proteggere una bambina, che simboleggia Parigi, la città a lei tanto cara. Read the full article
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