#o un fiammifero
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Non so chi ha autorizzato la manifestazione dei patrioti di Casa Pound a Bologna. Dire che ciascuno ha diritto di manifestare in casi come questi è come dire che il fiammifero è libero di accendersi in un lago di benzina.
O abbiamo a che fare con emeriti imbecilli, oppure chi ha autorizzato tutto questo l’ha fatto perché sapeva come sarebbe andata a finire e voleva che finisse così, per poter dire quello che i fascisti in politica, che purtroppo hanno il potere in Italia, stanno dicendo su giornali e su televisione fascio-friendly.
Ecco la sinistra dicono, ecco i centri sociali, non rispettano la libertà altrui, sono violenti, ecco quello che succederebbe se andassero al governo, cercando di dimenticare e far dimenticare che tutto questo avviene però durante il loro governo.
Non riescono a frenare il loro odio, la battuta sarcastica (seppure stantia e sempre la stessa, come le barzellette di Berlusconi), per sfogare il loro senso di inferiorità, per distrarre le masse dai problemi che non riescono a risolvere oppure, semplicemente, perché vogliono apparire le vittime e non i carnefici, come già Hitler (leggete il Mein Kampf) e come Netanyhau.
Questi cialtroni al governo non hanno alcuna cultura istituzionale, nessun senso dello Stato, solo il senso del branco: sei dei nostri? Allora puoi fare e dire ciò che ti pare. Non stai con noi? Allora sei un nemico da combattere, da irridere, da svilire, da sminuire, da sfottere e da abbattere … con ogni mezzo.
Il fascismo crea nemici ovunque, ha bisogno di nemici per esistere, crea spaccature, crea guerre civili, non sa cosa sia la pace e sguazza nell’eterno conflitto.
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Avete mai acceso un fiammifero in una stanza buia!?
La luce riesce completamente ad annullare la paura dell’oscurità …così piccola,eppure così potente.
E provare quel senso d’ansia di rimanere soli quando la fiammella sta esalando il suo ultimo respiro!?
Rimarrete veramente soli con le vostre paure in quella stanza?
O ci sarà qualcuno che vi aiuterà ad affrontare l’oscurità perché per voi è semplicemente luce?
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mi sento spesso in colpa a dire che sto male. o mi vergogno. o entrambe le cose. per questo motivo tutti pensano sempre di me che io stia bene, e si sorprendono quando vomito fuori una qualche verità all'improvviso, quasi sorridendo, davanti a un caffè. mi sento comunque in colpa, anche se la mia verità, e me la sono detta oggi mentre camminavo, quantificandola in modo oggettivo, è che per almeno 15 giorni al mese sento come se una persona accendesse un fiammifero nella mia vagina, lo spegnesse, e tutto poi bruciasse lentamente come brace. mi ripeto questa verità visiva e semplice, come se la dovessi far comprendere a un bambino, dicendomi che potrei sopportare qualunque cosa, che saprei stare meglio in qualunque altra condizione psicologica. che potrei anche accettare il resto - giuro che lo accetto, accetteró ogni cosa - la paura del cibo, gli acufeni, le incertezze e le paure, questa inedita tristezza nello star sola. ma la mia verità è la mia verità. continuo a camminare, a correre anche se mi fa soffrire e non mi riesce più bene, a piegarmi su ginocchia che mi fanno sempre più male perché no, questo corpo non si muove come dovrebbe, a spiegare in inglese che mi spiace ma no, non farà meno male in un'altra posizione, è che proprio non va, è così da tanto tempo; e nel mentre vorrei piangere per il dolore, per la frustrazione, e perché vorrei dormire con un altro. cristo
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QUELLO CHE TI FANNO PROVARE GLI ALTRI
“Se si imparasse che le persone sono solo la condizione che permette a ciò che abbiamo già dentro di uscire...
Si smetterebbe di dare la colpa a chi "ci fa sentire male" e di attaccarci a chi "ci fa sentire bene".
Ciò che si scatena, che sia gioia o odio, era già in te.
Non si vedeva perché mancava la condizione per farlo uscire fuori.
Non è certo il foglio a dare l'inchiostro alla penna. Ma è grazie al foglio se adesso lo vediamo quando scriviamo”.
“Lui mi fa arrabbiare.”
“Lui mi rende felice.”
“Lei mi fa stare bene.”
Ragioniamo su queste frasi.
Cosa stiamo dicendo davvero?
Occhio perché stiamo per rovesciare completamente quello che si è sempre creduto da millenni.
Stiamo dando la responsabilità del nostro mondo interiore, del nostro sentire, a qualcun altro.
Ed è così?
No, non è così.
Tutto ciò che provi dipende da te, da cosa c’è dentro di te.
La felicità, l’infelicità, il dolore, la gioia, l’amore, la sofferenza e tutto ciò che attiri nella tua vita non dipendono affatto dagli altri, ma unicamente da te stesso, da ciò che sei al tuo interno.
Curioso vero?
Ma pensa a un fiammifero.
Se lo gettassi in una tanica d’acqua, cosa accadrebbe?
Nulla, il fiammifero si spegnerebbe.
Ma se lo gettassi in una tanica di benzina, invece?
Il fiammifero era lo stesso identico, eppure sono accadute due cose totalmente opposte.
Perché, alla fine, contava ciò che c’era dentro il contenitore…
Lui dà sempre ciò che contiene, momento per momento. Ciò che si trova in superficie come prima cosa e poi strato dopo strato quello che è più in profondità.
Che tu ci creda o no, lo stesso è con noi:
Quasi tutte le tue reazioni emotive e psicologiche dipendono innanzitutto da ciò che viene toccato in te stesso e non necessariamente da chi le tocca.
Gli altri hanno una parte molto marginale in tutto questo, perché la rabbia, ad esempio, è già presente al tuo interno e non aspetta altro che un'occasione per potersi manifestare all'esterno.
Aspetta magari che una certa persona si comporti con noi in una certa maniera per poi palesarsi.
Ma la persona esterna non ne è la causa. Lei non ce l’ha messa dentro di te questa rabbia, non ha questo potere.
E cosa ha fatto? Semplice, lei è stata solo la condizione, la scusa per proiettare fuori la rabbia e il risentimento che già covavi dentro.
Senza una condizione, come ad esempio una persona, una relazione o una provocazione, il karma o le ferite non possono manifestarsi, stanno lì rannicchiate nel nostro inconscio e non si vedono. Lo vedremo meglio.
Ti basti sapere che tutta la tua vita, atteggiamenti, interpretazioni e comportamento, si muovono dal materiale accumulato nel tuo inconscio a causa di questa vita, ma anche dalle vite precedenti, mentre le situazioni esterne agiscono per lo più, come delle potenti calamite che attirano in superficie del materiale psichico interno che, in una data situazione o contesto, trova facilmente l'occasione per uscire sotto forma di rabbia, avidità, violenza, attaccamento, amore, lussuria, odio, vendetta, simpatia, felicità, ecc.
E sì hai visto bene, perché lo stesso vale anche per l'amore e per tutti i sentimenti positivi.
Essi sono già presenti al tuo interno.
Nulla esce da te se prima non si trova al tuo interno.
Non è forse vero che la stessa situazione, vissuta da più persone, verrà percepita diversamente in base proprio alla qualità e ai contenuti della loro mente e delle loro proiezioni mentali?
Oggi il sole splende, una brezza leggera ti accarezza la pelle.
Sorseggi la tua granita alla fragola e ti godi il mare cristallino sul lettino comodo della spiaggia. Ti giri per sorridere beato al tuo amico che però fissa il cellulare con occhi lucidi.
“Laura mi ha appena lasciato. Non mi ama più e me l’ha scritto su Whatsapp capito? Dopo 2 anni mi lascia per messaggio” ti dice.
Ve la state spassando allo stesso modo quella bella giornata di sole?
Vedi, nonostante la giornata sia la stessa potremo sentirci in paradiso o addirittura sperimentare l’inferno al nostro interno.
E questo dipende tutto dalla nostra mente.
Anche la qualità stessa della tua vita dipende da quella della tua mente-coscienza e dalla circolazione delle tue sottili energie psichiche.
Più le tue energie sono libere di fluire e sono integrate, tanto più vivrai in uno stato di gioia, di libertà, di amore e consapevolezza, anche in situazioni di forte attrito e difficoltà.
Più le tue energie sono bloccate, distorte e frammentate, tanto più vivrai in uno stato di sofferenza, di paura e d'impotenza, anche quando non c'è alcun tipo problema.
Noi però crediamo l’opposto e per questo il primo istinto è quello di dare la colpa all’altro.
Incolpiamo gli altri di averci fatto arrabbiare, mentre siamo felici di chi ci ha fatto innamorare.
Ma è tutto un sogno, un'illusione, un'allucinazione.
Noi incolpiamo gli altri per ciò che esce da noi.
Oppure ci attacchiamo a qualcuno sempre per ciò che esce da noi.
È ovvio che poi desideriamo così tanto cambiare gli altri, per fare in modo che, inconsciamente, possano comportarsi in modo tale da farci uscire solamente i lati positivi e non quelli negativi.
Non ci accorgiamo di questi giochi inconsci ed è qui che cadiamo nella trappola del karma e viviamo totalmente proiettati sugli altri.
“Bhè se non coltivo relazioni, se me ne sto il più possibile per i fatti miei, non soffro, non ho problemi e nemmeno devo fare lo sforzo di lavorare su me stesso, no?” potresti dirmi questo.
Bene. Ottimo.
Ma come puoi realmente isolarti da tutto e da tutti?
E come puoi pensare che negare alla tua anima certe esperienze possa essere buono per te?
Tutto ciò che si trova al tuo interno verrà puntualmente toccato ed evocato da ciò che accade all’esterno portandoti a reagire.
E questo non si può evitare, a meno che tu davvero sia da solo in una grotta sull’Himalaya ma anche lì probabilmente qualche emozione la sperimenti, non esiste che una persona non viva interazioni o eventi che non muovano il suo mondo interiore.
Comprendi che ciò che ferisce uno non ferisce l’altro.
E questo è illuminante, perché in questo modo scopriamo che si può guarire e trasformare il proprio materiale irrisolto.
ROBERTO POTOCNIAK
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Trigun - Final Fantasy VII - Crossover
AU - Dimension Travel - Crack-ish
PART 2
Nel mentre tutto questo succede Zack è già da tempo diventato studente di Angel e Cloud è arrivato a Midgar da qualche mese.
Il gruppo ha a malapena il tempo di riprendersi da essere curati dalla degradazione da Vash che un altro essere creatura non di Gaia
Alla Torre Shinra arriva Wolfwood, ma non da umano ma con l’aspetto di un grande lupo nero.
Wolfwood, in questa nuova forma - che gli ci è voluto un po’ ad accettare così come il fatto che era vivo dopo aver accettato che non si sarebbe rialzato da quel divano vivo e dover lasciare Vash dietro, - prende la forma di un lupo più grande del normale dalla folta pelliccia nera e con una lunga folta coda. Indossa occhiali da sole sul muso, una sigaretta tra le fauci e un rosario intorno al collo in cui è incastrata una materia al centro della croce. Il suo corpo non è fatto solo di carne e sangue e pelliccia ma anche di carbone e braci che non si consumano mai quando si incendiano.
Il suo accendersi come un fiammifero è dovuto sia a forti emozioni che deliberatamente, tuttavia quando è dovuto alle emozioni, prima di essere costretti a chiamare i pompieri per spegnere i suoi bollenti spiriti, lui rilascia fumo, che aumenta in quantità e densità più sono forti le emozioni che prova. Quando lo fa deliberatamente può manipolare fiamme e fumo a volontà.
La materia incastrata nel suo Rosario gli permette di manifestare la sua fidata arma, The Punisher, e grazie alla forza del pensiero può controllarla telecineticamente e usarla per combattere come se avesse ancora le mani
L’ aspetto canino di Wolfwood ricorda quello di un cane infernale mitologico.
Quando Wolfwood arriva a Midgar, e compare all’ingresso della Torre, lui causa un gran trambusto, tanto da attirare i First SOLDIERs alla reception e mettendo tutti in una situazione di stallo.
Fortunatamente per tutti, Cloud Strife stava passando di lì, che fosse di ritorno di pattuglia o dirigendosi verso il suo prossimo shift all’interno della Torre non si sa, e meravigliato, e per la sorpresa di tutti, chiama il lupo con il suo nome chiedendogli cosa ci facesse qui.
Wolfwood lo guarda con uno sguardo che fa capire chiaramente cosa lui pensa della sua domanda idiota anche se i suoi occhi sono nascosti dietro le lenti scure dei suoi occhiali e prima che possa partire una discussione tra i due che sarebbe stata piuttosto unilaterale, arriva alla scena anche Vash.
Vash era sceso giù dai piani superiori dopo aver sentito la confusione e preoccupazione che aveva percepito grazie alle sue capacità da empatico, e quando vede il lupo e capisce che è Wolfwood che ha preso come lui una nuova forma su questo nuovo pianeta, non vede e capisce più niente, lui è solo pura felicità.
Non perde un secondo a lanciarglisi addosso e abbracciarlo con tutte le sue appendici, non solo zampe ma anche ali e radici.
Quando Wolfwood capisce che la cosa che lo ha assalito è Vash, non può non scoppiare a piangere dalla felicità e abbracciarlo al meglio che poteva nella sua nuova forma canina. E ovviamente leccargli tutto il viso e capo nel tentativo di calmarlo, come quando gli accarezzava i capelli in situazioni simili quando avevano entrambi aspetto umano. Vash non può fare a mano di fare le fusa dalla felicità.
Tutti i presenti a vedere le due uncanny creature comportarsi così affezionatamente l’uno con l’altro li lascia tutti basiti.
Le due uncanny creature, dopo aver finito di salutarsi, non perdono tempo a presentare a l’un l’altro i propri umani-amici che hanno fatto da quando sono su Gaia, e fanno tutto questo senza staccarsi l’uno dall’altro. In particolare Vash si assicura di avere sempre un ala o radice avvolta intorno a Wolfwood.
Non ci vuole molto perché venga deciso che le persone coinvolte hanno bisogno di ricollocarsi per venire a capo di ciò che stava succedendo. Finiscono tutti nell’appartamento di Sephiroth e mentre Vash e Wolfwood si accoccolano sul cuscino preferito del primo per raccontarsi via telepatia appena scoperta ciò che era successo nelle loro vite dopo l’ultima volta che si erano visti; i First SOLDIERs e Zack e Cloud discutono ciò che sanno dei loro soprannaturali amici e cosa fare da lì in poi.
Era piuttosto evidente che le due uncanny creature si conoscevano ed erano restii a essere separati e così degli arrangiamenti per la situazione che si trovati furono fatti.
Quando i Soldiers scoprirono che Cloud puntava a diventare anche lui un Soldier, Genesis batté sul tempo Sephiroth e fece di Cloud il suo studente, allo stesso modo che Zack era lo studente di Angeal.
Uno dei motivi per cui Genesis l’ha fatto è stato sicuramente dovuta alla rivalità che aveva con Sephiroth, oltre ad avere sia uno studente che un uncanny creatura sotto la sua cura.
Da allora in poi divenne la norma vedere Vash e Wolfwood insieme, in particolare durante le prime settimane, per tutta la Torre, vagando da un piano all’altro, come se la stessero esplorando. Anche se più di una volta i due scomparivano dalle telecamere per ore per poi ricomparire da un altra parte della Torre da dove erano scomparsi senza che nessuno sapesse il come ci fossero riusciti o cosa avessero fatto in quel tempo.
Continua ->
<- Trigun x FF7 - Part 1
-> Trigun x FF7 - Part 3
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Io non possiedo
una casa.
Non possiedo vestiti né cibo
non ho diritti o doveri
né un passato o un futuro.
Non posseggo nulla
sebbene tutto
sia qui a portata di mano.
Non li possiedo anche se li ho:
è una mia scelta:
mi hanno insegnato che chi possiede
a sua volta è posseduto.
(Me lo hanno insegnato nel modo in cui la vita
insegna:
con i fatti, non con le parole).
E se anche volessi possedere,
cosa
possiederei, davvero?
Che significato ha questa parola
così esplosiva
così sibilante?
Non è che un accidente momentaneo
una passeggera casualità
una flebile fiamma
di fiammifero
che passa e si lascia dietro uno scheletro
contorto e annerito.
Solo due cose possiedo davvero:
me stessa
e questo momento.
Ma se non so chi sono
o cosa sono
o cosa potrei essere o vorrei
e non so che posto è questo
né che momento è...
cosa possiedo, in realtà?
Che cos'è questa materia
che mangia e che muta
che ride e riposa
che sente e sta in silenzio?
Qual è la differenza fra questa materia
e il tempo
in cui fa tutto ciò?
Perché l'uno non può esistere senza l'altro
eppure non c'è comunicazione
fra l'uno
e l'altro?
Cammino con i piedi in un sogno e
la testa nella realtà.
Respiro il fluido
di questo vortice
che non sta
mai fermo
ed io
già
con
lui.
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Lorenzo aveva 14 anni quando è morto a causa del sarcoma di Ewing, dopo una lunga lotta contro la malattia.
La sua mamma, subito dopo la sua morte, aveva scritto sui social: “Lorenzo si è addormentato tra le mie braccia sereno. In questi giorni mi ha sussurrato sempre: Mamma ti amo”.
Lorenzo era un giovane poeta e aveva partecipato al premio internazionale di poesia “La bellezza rimane”.
La giuria è rimasta profondamente colpita dalla sua poesia intitolata "Rinascita", che dobbiamo condividere in tutta la sua potente e malinconica bellezza.
“Io sono stato
fiammifero decapitato
I ricordi
torturavano il cuore
Le mani
convulse tra loro
lottavano
MA
Io sono
una farfalla
a fatica rinata
Respiro
finalmente
l'azzurro
Posso
dormire sereno
nella mia culla"
La giuria ha deciso di proclamare Lorenzo Bastelli come autore della poesia più bella fra le 1.200 pervenute al premio con la motivazione:
"Con versi intensi, originali, emozionanti, Lorenzo ha descritto il percorso della sua lotta e della sua rinascita”.
Lorenzo, sono sicuro che in questo momento tu - piccola immensa anima poetica ingiustamente strappata alla vita - ovunque tu sia, ne sarai felice. E lasciatelo dire da uno che qualcosa ne capisce: hai scritto una poesia degna di un grande poeta, che dovrebbe essere letta in tutte le scuole del mondo.
..............................................
Il Sarcoma di Ewing si sviluppa nelle ossa, in particolare in quelle del bacino, della regione toracica e delle gambe. La malattia può insorgere anche nei tessuti molli o in altri organi (per esempio nei reni).
Il tumore di Ewing viene definito localizzato, se coinvolge soltanto il tessuto/organo di origine, o metastatico, qualora si sia diffuso ad altri tessuti/organi oltre a quello di origine.
Grazie ai protocolli di cura attuali, guarisce il 70% circa dei bambini con sarcoma di Ewing. Questa percentuale scende al 30% circa nei bambini con metastasi al momento della diagnosi.
Gianfranco Catullo
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Un treno, un gomitolo di lana e il buio.
Quel giorno Marcello, aveva un treno da prendere. Quando si metteva in testa una cosa, caparbio come era, non lo fermava nessuno. Doveva prendere quel treno! Programma tutto. Scappa via dall'istituto geografico militare, dove disegnava cartine, mappe da utilizzare in guerra e trova rifugio a Venezia, in una soffitta addobbata per ospitarlo. Qualche chilometro più in là, ci sarebbe stata la filanda, dove sarebbe andato per farsi confezionare un maglione con qualche gomitolo di lana recuperato da vecchi capi, che aveva provveduto a disfare prima di partire. Si era proprio messo in testa, "la sfida" di riuscire a farsi realizzare uno di quei maglioni con i cervi, quelli che sfoggeresti con poco orgoglio, solo al pranzo di Natale con i parenti. Aveva diciannove anni, tanta vita addosso, un gomitolo di lana, molti sogni, pochi soldi in tasca e una missione: avere quel maglione e non farsi beccare dai tedeschi come premio. Arriva alla stazione e sale sul treno, che viaggia al buio a causa dei prossimi bombardamenti. La guerra annichilisce, è capace di modificare anche la percezione delle cose più scontate, come il possedere un modesto maglione che sappia un po' di casa o la luce accesa di una lampadina in un vagone di un treno. Li, In quel vagone ci si stava stretti, era così affollato, quel tanto che serve a sfiorarsi le coscienze e non riuscire a vedersele. Marcello, nonostante questo, riesce ad accendersi una sigaretta, abbagliandosi il viso con la luce del fiammifero. Sbuffando un po' di fumo, in quel brevissimo chiaro scuro, riesce a "leggerci" voci a identificarne gli umori. Avverte anche vicina una presenza femminile, non ne vede il volto, non sa chi è ma, gli sfiora il viso e lo bacia. Un'istante dopo, lei scende dal treno. Un copione perfetto. Lui non ha mai saputo chi fosse quella donna, semmai fosse stata di bell'aspetto o meno, giovane o antica, quell' anima sconosciuta con quel bacio, con lui ha illuso quel buio, anche solo per un istante. Quel giorno, quel ragazzo doveva prendere un treno, che gli ha lasciato il sapore di un dolce di un ricordo e una storia, tanto incredibilmente bella da raccontare, come se fosse stata la sequenza di uno dei suoi film.
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Fiammiferi
Come il fuoco sulla testa di un fiammifero è stato il nostro amore. Travolgente, impulsivo, vivo, ma veloce. Forse troppo o forse della durata giusta per conoscerci a fondo per poi scomparire prima che la parte peggiore di noi iniziasse ad ardere e noi diventassimo poco a poco cenere come un fiammifero esaurito.
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Non capisco perché avere qualcuno che mi ami mi faccia schifo. Non voglio aprire porte del passato che mi fanno precipitare negli abissi, quelli che sono i più neri della mia anima. Ma mi sento che fa schifo: non ho paura di amare, ma di amare la persona sbagliata. Ho paura di ferirmi, di dare tutto e di non essere amata o ricambiata abbastanza. Penso naturalmente che amare qualcuno faccia schifo, ma penso anche che non mi sento all'altezza di quello che provo. O forse non provo niente ed è per questo che ne ho così tanta paura. Avere qualcuno che ti ami fa davvero schifo, forse perché non amiamo abbastanza le nostre persone. Eppure vorrei qualcuno vicino a me, qualcuno che mi accetti così come sono, con pregi e difetti perché io ci metto l'anima a fare il meglio che posso fare. Ho paura di trasformarmi in qualcuno che non sono mai stata e mai sarò o forse le mie mani conoscono così tanto quei punti dolenti che solo a sentire la parola "amore" pungono forte. Amare non fa schifo, anzi è una forza che possono provare tutti ma che non tutti possono avere perché l'amore è un modo di fare e io vivo. Così tanto amaramente da aver bisogno di qualcuno che in modo pulito mi dica "non me ne andrò mai da nessuna parte." Ho bisogno di qualcuno che preghi per me quando provo dolore o perdo la fede. E io sono in bilico, tra la verginità e le passioni: mi stroncheranno così tanto da distruggermi, come pagine farinose che contengono lacrime e dolore, il mio. Avere qualcuno che ti ami non fa schifo, ma forse ne abbiamo così tanta paura perché non riusciamo a fidarci di noi stessi e allora cerchiamo di completarci con un altro individuo. Forse è stupido pensare che qualcuno mi ami, magari lo penso perché non ne sono all'altezza ma più ci penso più lo sento. Amare qualcuno fa male, perché amare qualcuno non è solo un piacere ma anche una grande responsabilità: l'amore dà l'amore deve prendere e se non sei disposto a sentire il calore che emana e scioglie il tuo ghiaccio freddo non metterti in gioco. Se prendi in giro non metterti in gioco. Se non sei pronto a crescere e ad arricchirti non provarci. Se non sei pronto a rispettarti allora non provarci. Molte volte mi chiedo: può sentire questo calore un'anima che ha deciso di dedicare la propria vita ad amare sé stesso? Io non saprei. Ma appena penso al potere di una carezza penso a quanto sia importante la tenerezza, penso anche a quanto sia importante il potere che ha una misera fiammella appartenente alle candele: anche un fiammifero batte le tenebre. Anche una stretta di mano riscalda il freddo che si porta essa quando è vuota: noi che amiamo con tutti noi stessi dentro di noi te lo diciamo con le piccolezze del nostro sguardo, sorriso e gratitudine. Questo perché se sei rimasto fin qui vuol dire che anche tu ti senti come me, che anche tu provi il mio stesso dolore, che anche tu vuoi essere amata* ma che hai paura con tutto te stesso di non essere abbastanza o di non avere abbastanza. Alcune volte abbiamo così tanto bisogno del benessere da ricercare la bellezza, solo che poi ci perdiamo dentro il concetto di perfezione e più cerchiamo di essere perfetti più moriamo dentro. Amare qualcuno è meraviglioso, ma è ancora più bello più di quanto tu possa credere se riconosci che e quanto valore e importanza ha dentro il tuo cuore, la tua testa o nella tua vita. Vostro* Taime 1/09/24 21:51
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Era una gioia appiccare il fuoco
Il capitano Beatty sedette nella poltrona più comoda con un'espressione serena sul volto acceso. Gli occorse un certo tempo per preparare ed accendere la pipa e infine alitare una gran nube di fumo. «Avevo pensato, appunto, di venire a vedere come stesse il malato.» «Come hai fatto a indovinare?» […] «M'ero già accorto del tuo stato d'animo. Stavi per chiedere una notte di permesso. Non è così?» Montag si rizzò a sedere del tutto sul letto. «Ebbene» riprese Beatty, «prenditi pure una notte di permesso!». Osservò la sua eterna scatola di fiammiferi, sul coperchio della quale era scritto a grossi caratteri: Garantito: un milione di accensioni in questa scatola, e cominciò a stropicciare distrattamente il fiammifero chimico, una strofinata, una boccata di fumo, una strofinata, due o tre parole, una boccata di fumo. Guardò la fiamma. Alitò il fumo, guardò la nube. «Quando credi di poter star bene di nuovo?» «Domani. O dopodomani. Lunedì, forse.» Beatty continuò a fumare la pipa a grandi boccate. «Non c'è milite del fuoco che, prima o poi, non passi questa crisi. Hanno soltanto bisogno di capire, di sapere come funzioni il meccanismo. Occorre loro conoscere la storia della nostra professione. Non la si insegna più alle nostre reclute, come si faceva un tempo. Una vera vergogna!» Un'altra boccata. […]
«Quando ha avuto origine questo nostro lavoro, tu vuoi sapere, non è vero? [...] sembra che abbia avuto inizio dopo un certo evento chiamato Guerra di Secessione. Ma il nostro Regolamento sostiene che la milizia del fuoco sia stata fondata anche prima. Il fatto è che la società non ha vissuto bene che quando la fotografia ha cominciato a vivere di vita propria. Poi… il cinematografo nella prima metà del Ventesimo Secolo. La radio, la televisione… Le cose cominciarono allora ad avere massa.» Montag, sempre seduto nel letto, non si mosse. «E poiché avevano massa, divennero più semplici» riprese il capitano. «Un tempo, i libri si rivolgevano a un numero limitato di persone, sparse su estensioni immense. Ed esse potevano permettersi di essere differenti. Nel mondo c'era molto spazio disponibile, allora. Ma in seguito il mondo si è fatto sempre più gremito di occhi, di gomiti, di bocche. La popolazione si è raddoppiata, triplicata, quadruplicata. Film, radio, riviste, libri si sono tutti livellati su un piano minimo, comune, una specie di norma dietetica universale, se mi intendi. Mi intendi?»
«Credo di sì.»
«Immagina tu stesso: l'uomo del diciannovesimo secolo coi suoi cavalli, i suoi cani, carri, carrozze, dal moto generale lento. Poi, nel ventesimo secolo, il moto si accelera notevolmente. I libri si fanno più brevi e sbrigativi. Riassunti. Scelte. Digesti. Giornali tutti titoli e notizie, le notizie praticamente riassunte nei titoli. Tutto viene ridotto a pastone, a trovata sensazionale, a finale esplosivo.»
[…]
«Le opere dei classici ridotte così da potere essere contenute in quindici minuti di programma radiofonico, poi riassunte ancora in modo da stare in una colonna a stampa, con un tempo di lettura non superiore ai due minuti; per ridursi alla fine a un riassuntino di non più di dieci, dodici righe di dizionario. Ma eran molti coloro presso i quali la conoscenza di Amleto (tu conosci certo questo titolo, Montag) si riduceva al "condensato" d'una pagina in un volume che proclamava: Ora finalmente potrete leggere tutti i classici. Non siate inferiori al vostro collega d'ufficio. Capisci? Dalla nursery all'Università e da questa di nuovo alla nursery. Questo l'andamento intellettuale degli ultimi secoli. «Basta seguire l'evoluzione della stampa popolare: Clic! Pic! Occhio, Bang! Ora, Bing! Là! Qua! Su! Giù! Guarda! Fuori! Sali! Scendi! Uf! Clac! Cic! Eh. Pardon! Etcì! Uh! Grazie! Pim, Pum, Pam! Questo il tenore dei titoli. Sunti dei sunti. Selezioni dei sunti della somma delle somme. Fatti e problemi sociali? una colonna, due frasi, un titolo. Poi, a mezz'aria, tutto svanisce. Il cervello umano rotea in ogni senso così rapidamente, sotto la spinta di editori, sfruttatori, radiospeculatori, che la forza centrifuga scaglia lontano e disperde tutto l'inutile pensiero, buono solo a farti perdere tempo.»
[…] «La durata degli studi si fa sempre più breve, la disciplina si allenta, filosofia, storia, filologia abbandonate, lingua e ortografia sempre più neglette, fino ad essere quasi del tutto ignorate. La vita diviene una cosa immediata, diretta, il posto è quello che conta, in ufficio o in fabbrica, il piacere si annida ovunque, dopo le ore lavorative. Perché imparare altra cosa che non sia premere bottoni, girar manopole, abbassar leve, applicar dadi e viti?»
[…] «La chiusura lampo ha spodestato i bottoni e un uomo ha perduto quel po' di tempo che aveva per pensare, al mattino, vestendosi per andare al lavoro, ha perso un'ora meditativa, filosofica, perciò malinconica.» […] «La vita diviene così un'immensa cicalata senza costrutto, Montag, tutto diviene un'interiezione sonora e vuota…» […]
Ray Bradbury - Fahrenheit 451 (1953)
Traduzione di Giorgio Monicelli
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Movements - Feel Something, traduzione testi
È questa la cosa curiosa dell’amore Non è mai stato un amico per me, solo un nemico artificiale
(da: Colorblind)
1. Movements – Full Circle, traduzione
Chiudere il cerchio Sto cadendo a pezzi
Ancora qui a cercare di rammendare questi buchi nei jeans
Lascio che mi si macchi la pelle sanguinando
Mi arrendo, mi disintegro, mi scindo
Mi giro e mi rigiro su questo letto di cemento
E domattina ci proverò di nuovo
Prego che arrivi qualcosa ad alleviarmi la paura
Invece mi ritrovo con gli arti che tremano
E sembra una cosa infinita
Come se non ci fosse una consolazione al mondo che possa aggiustarla
Si ripete sempre tutto alla fine
Non è questione di “se”, ma di “quando”
È già successo e succederà ancora Arriva a ondate e io vengo trascinato sotto
Non è una cosa soggettiva ma clinica
Mi affogo nella risacca di tutte le mie reazioni chimiche sbilanciate
E si chiude il cerchio di questo ciclo
Si chiude di nuovo il cerchio di questo ciclo E allora mi rimetto al lavoro con ago e filo
Ne ho abbastanza di questo sangue che perdo
Voglio tornare a immettere vita nei miei polmoni
Diradare la nebbia che mi fotte il cervello
Senza uno sforzo non ci possono essere progressi
Anche se il peso mi sta schiacciando
Senza uno sforzo non ci possono essere progressi
Mira a uccidere, resisti alla sconfitta
(Finché poi non ritorna di nuovo) Arriva a ondate e io vengo trascinato sotto
Non è una cosa soggettiva ma clinica
Mi affogo nella risacca di tutte le mie reazioni chimiche sbilanciate
E si chiude il cerchio di questo ciclo
Si chiude di nuovo il cerchio di questo ciclo Ci sono stati giorni che avevo giurato sarebbero stati i miei ultimi
E ho passato mesi a camminare su questi vetri rotti
Per poi avvicinarmi in punta di piedi al pensiero che magari un giorno sarei tornato com’ero prima
La persona che vedevo allo specchio, e non questa sofferenza
E mi sarei sbarazzato di questa nuvola che mi fa piovere addosso e riscivolare nell’apatia
Ma so che prima o poi mi riprenderò
E magari non sarà facile, ma ne varrà la pena, e i risultati saranno profondi
Perché invece di sentirmi messo all’angolo, gli angoli della bocca cominceranno a guardare in sù
Invece di essere ancorati a terra 2. Movements – Third Degree, traduzione
Terzo grado Hai il tuo amo infilato ben dentro di me
Come la tua lingua che spinge sulla guancia
Attirami, cattura e poi rilascia
Una volta avuta la tua dose
Ributtami dentro a sanguinare Ma io voglio tenerti, tenerti vicino a me
Tenerti, tenerti vicino Tenerti, tenerti vicino a me
Per poterti sentire
Sii il mio terzo grado Ma mi sento scivolare e cadere dritto nel dimenticatoio fra le punte delle tue dita
Non si torna indietro
Non c’è una soluzione facile
Perché questo percorso lo conosco per esperienza
Conosco l’altra faccia, l’altra faccia della medaglia
Ci sono stato più volte di quante non mi piaccia ammettere Per cui intendo tenerti, tenerti vicino a me
Per poterti sentire
Sii il mio terzo grado
Marchiati a fuoco dentro di me e lasciarmi il corpo scottato
Così quando decidi di andartene posso scrivere delle mie cicatrici Versa il tuo spirito, raggiungi il limite
Poi bruciami il corpo
Il tuo fiammifero ero io
Sono sotto di te
Mi va bene essere usato
Un’emozione volgare
Potresti mettere fine alla mia vita e io ti vorrei tenerti lo stesso
Tenerti vicino a me
Tenerti, tenerti vicino Per cui intendo tenerti, tenerti vicino a me
Per poterti sentire
Sii il mio terzo grado
Marchiati a fuoco dentro di me e lasciarmi il corpo scottato
Così quando decidi di andartene posso scrivere delle mie cicatrici 3. Movements – Colorblind, traduzione
Daltonico Inspiro
Faccio scorrere le dita sulle cicatrici sulla pelle
Mi lascio fioccare il senso di colpa addosso
Cerco di giustificare la mia ipocrisia
Espiro
Guardo le parole che ti cadono dalla bocca
Suonano belle taglienti, e probabilmente mordono
Sul fatto che ultimamente sono distaccato
Adesso c’è silenzio e tu sei in attesa di me
Potresti ripetere? Non stavo ascoltando Salvati, non vale la pena di perdere tempo con me
Questo fallimento ha radici profonde in come sono fatto
Ho qualcosa che non va?
Questo dubbio è assordante
Perché tu eri oro ma io non distinguo i colori Trova un motivo
Sarà il cambio di stagione?
Magari è semplicemente un colore che non vedo
Magari non è fatto per me
O tutte queste cose insieme?
Ecco, è questa la cosa curiosa dell’amore
Non è mai stato un amico per me, solo un nemico artificiale
Conosco la sua faccia ma l’ho solo guardato andarsene Salvati, non vale la pena di perdere tempo con me
Questo fallimento ha radici profonde in come sono fatto
Ho qualcosa che non va?
Questo dubbio è assordante
Perché tu eri oro ma io non distinguo i colori E mi sembra che questa noncuranza abbia la meglio su di me
Tornando a dirigermi senza meta verso tutto quello che mi sono lasciato alle spalle
Un volto nuovo, una storia diversa, lo stesso mio disastro
E non imparo mai la lezione perché sono cieco Salvati, non vale la pena di perdere tempo con me
Questo fallimento ha radici profonde in come sono fatto
Ho qualcosa che non va?
Questo dubbio è assordante
Perché tu eri oro ma io non distinguo i colori 4. Movements – Daylily, traduzione
Giglio turco All’aperto per la prima volta da tanto tempo
Lasciati andare, fatti assorbire dalla luce del sole
È da un po’ che non ti senti a posto
Ma presto arriveranno le serate calde
E tu starai bene, starai bene, starai bene All’aperto per la prima volta da tanto tempo
Hai detto che non ti ricordi cosa si prova a sentire qualcosa che non sia il freddo dentro
Ma arriverà di nuovo l’alba
E tu starai bene, starai bene Io dico che è ora di passare un’estate con le nuvole rosa
Perché sei stata troppo tempo senza sorridere
Io dico che è ora di trovare un altro motivo di restare qui ancora un po’
Dovresti restare qui ancora un po’ Mi siedo a guardare, con occhi nuovi ora, l’erba più verde
Mi lascio andare, mi faccio assorbire dalla luce del tuo sole
Il respiro nella brezza come un dolce sospiro
Mi lasci senza parole
Se va avanti così per sempre io sto bene, ah, io sto bene Tu sei il fruscio delle foglie
E sei quell’aria che sa di caprifoglio
Sei la luce del sole
Splendi su di me, splendi su di me, splendi su di me Io dico che è ora di passare un’estate con le nuvole rosa
Perché sei stata troppo tempo senza sorridere
Io dico che è ora di trovare un altro motivo di restare qui ancora un po’
E dico che è ora di darti un tocco di colore
Non ne so granché, ma ho sentito che il rosso va di moda
Io dico che è ora di trovare un altro motivo di restare qui ancora un po’
Io dico che è ora di passare un’estate con le nuvole rosa
Perché sei stata troppo tempo senza sorridere
Io dico che è ora di trovare un altro motivo di restare qui ancora un po’ 5. Movements – Deadly Dull, traduzione
Monotonia mortale Questa è la storia di un uomo che conosco
Un uomo dal cuore d’oro
Ma il corpo che diventa debole
E la mente che l’ha abbandonato
Questa è la storia di un uomo e di sua moglie
E di come lei è morta della stessa malattia
Di come lui è rimasto con lei dopo che il suo spirito se n’è andato
Ma lui non si ricorda la sua morte È una monotonia mortale
Come una spada bloccata nel fodero
Una mente un tempo acuta e piena ora annebbiata e malata Come dev’essere venire cancellati ogni volta che ci si addormenta?
Svegliarsi come tabula rasa senza avere il senso della realtà
E io farò la stessa fine quando invecchierò e mi verranno i capelli grigi
Col tempo che mi lascia indietro a spegnermi, spegnermi? Questa è la storia di un uomo che conosco
Conosce la mia faccia ma non riconosce me
Fa finta di sì ogni volta che ci vediamo
Poi comincia a fare le stesse domande a ripetizione
Tipo “Non ti cacci nei guai, vero?”
“Che progetti hai?”
“Possiamo andare qui vicino a trovare la nonna?”
“L’ultima volta che l’ho vista non ha detto moltissimo”
“Ma se ci fossi io con lei pensa come starebbe meglio”
Gli danno la notizia varie volte a settimana
E ogni volta segue la stessa scena
Va a sedersi fuori e non parla per un po’, poi si dimentica e va a dormire
La vita con un’anima pesante
Morte per una monotonia mortale
Diventerò così anch’io alla fine?
Diventerò così anch’io alla fine? È una monotonia mortale
Come una spada bloccata nel fodero
Una mente un tempo acuta e piena ora annebbiata e malata Come dev’essere venire cancellati ogni volta che ci si addormenta?
Svegliarsi come tabula rasa senza avere il senso della realtà
E io farò la stessa fine quando invecchierò e mi verranno i capelli grigi
Col tempo che mi lascia indietro a spegnermi, spegnermi? 6. Movements – Fever Dream, traduzione
Sogno delirante Mi chiudo dentro al buio
Cerco di fingere una sicurezza
Dove ci sono le cose migliori e la mia ombra non mi può seguire
C’è qualcosa che mi tormenta
Farse e sogni deliranti E mi aggrappo disperatamente a quello che rimane di me prima di cadere a pezzi
In cerca di qualsiasi cosa mi serva per combattere questi nemici
Ma il mio unico nemico ce l’ho dentro al cuore
Perdo amici velocemente quanto perdo sonno
È nuvoloso e io sono sempre a due metri di profondità dentro la mente
Quindi questo è un addio, addio Faccio un giro in macchina
Cerco di trovare la mia realtà
Tiro un pugno al volante
E poi ancora e ancora fino a farmi sanguinare le nocche
Perché voglio provare qualcosa
Preda di un sogno delirante
Fatemi credere a qualcosa che non sia questo sogno delirante E mi aggrappo disperatamente a quello che rimane di me prima di cadere a pezzi
In cerca di qualsiasi cosa mi serva per combattere questi nemici
Ma il mio unico nemico ce l’ho dentro al cuore
Perdo amici velocemente quanto perdo sonno
È nuvoloso e io sono sempre a due metri di profondità dentro la mente
Quindi questo è un addio, addio, addio, addio, addio, addio, addio, addio, addio
Addio, addio, addio, addio, addio, addio 7. Movements – Suffer Through, traduzione
Sopportare Ho costruito una casa di solida pietra che pensavo non si sarebbe mai distrutta
Ma queste fondamenta cominciano a tremare
E io le guardo venir giù queste pareti che crollano
Con il mio trono che va in sfacelo e prendono il suo posto le rovine C’è ancora un fuoco che brucia dentro
Ma fa fatica a restare in vita Vuoi spostare le montagne? Fai pure
Io mi sa che invece sto qui a soffocare
Cambiare aria non farà calmare i terremoti infiniti che ho in testa
Li ho in testa
È tutto nella mia testa E le mie ginocchia sono le fondamenta
E la mia pelle sono le pareti che crollano
E il fuoco che c’è in mezzo è il mio sangue
Ed è freddo e debole e piccolo
E sono qui ad attendere il giorno in cui infine la struttura cederà
E la casa che conosco da sempre andrà in decadenza e io perderò il contatto Il fuoco che bruciava dentro non ha più fiato
Il fuoco che bruciava dentro è freddo come la morte Vuoi spostare le montagne? Fai pure
Io mi sa che invece sto qui a soffocare
Cambiare aria non farà calmare i terremoti infiniti che ho in testa
Li ho tutti in testa, per cui me li devo sopportare
Un secondo fine: è tutto quello che posso fare
Vuoi spostare le montagne? Beh, anche io All’apparenza, non se ne accorgerà nessuno
All’apparenza, non se ne accorgerà nessuno Vuoi spostare le montagne? Fai pure
Io mi sa che invece sto qui a soffocare
Cambiare aria non farà calmare i terremoti infiniti che ho in testa
Li ho tutti in testa, per cui me li devo sopportare
Un secondo fine: è tutto quello che posso fare
Vuoi spostare le montagne? Beh, anche io
Per cui me li devo sopportare
Un secondo fine: è tutto quello che posso fare
Vuoi spostare le montagne? Beh, anche io E ci morirò a forza di preoccuparmi
Le mie tendenze ossessive non mi fanno dormire
Ma non posso scappare, come faccio con tutte le cose
È devastante, ma il mio demone sono io stesso, il mio demone sono io stesso, il mio demone sono io stesso 8. Movements – Deep Red, traduzione
Profondo rosso Pelle morbida, sguardo duro
Sembra sbagliato ma è tutto a posto
Io ci provo, ma mi pare di non riuscire a guardare da un’altra parte, e a te non interessa
Anzi, incontri il mio sguardo fisso e partiamo da lì
Restiamo svegli tutta notte
Amore sul serio per la prima volta
E non riesco a capire se è tutto un sogno o se ci sono davvero
Ma finché sento il tuo contatto proprio non mi interessa, proprio non mi interessa Possiamo far finta di essere solamente io e te?
Voglio fare come se riuscissi a provare qualcosa
E tu non devi per forza fare lo stesso con me
Tanto io non sono in grado di promettere un granché
Vedo in sfumature di grigio e sto diventando di nuovo cieco
Ma quando si tratta di te, il mio mondo è rosso
E vedo sfumature di grigio, sto impazzendo di nuovo
Ma quando si tratta di te, il mio mondo è profondo rosso Pelle fredda continuamente
Mani indolenti, per cui tu stringi le mie
Dici che ti aiuta a non perdere la testa e stringi forte
Sto perdendo la sensibilità nelle dita, ma non m’importa
Restiamo svegli tutta notte
Amore sul serio per la prima volta
E non riesco a capire se è tutto un sogno o se ci sono davvero
Ma finché sento il tuo contatto proprio non mi interessa, proprio non mi interessa Possiamo far finta di essere solamente io e te?
Voglio fare come se riuscissi a provare qualcosa
E tu non devi per forza fare lo stesso con me
Tanto io non sono in grado di promettere un granché
Vedo in sfumature di grigio e sto diventando di nuovo cieco
Ma quando si tratta di te, il mio mondo è rosso
E vedo sfumature di grigio, sto impazzendo di nuovo
Ma quando si tratta di te, il mio mondo è profondo rosso Mi tuffo dentro di te
(E apro le imposte)
Prenditi tutto di me
(Tu diventi la mia guida)
Fammi nuovo
(Per vivere nei tuoi occhi)
Almeno posso finalmente dormire
(Profondo rosso all’alba) Vedo sfumature di grigio e sto diventando cieco
Sogno di giorno, sono impazzito
Sto dormendo di nuovo?
Non riesco a schiarirmi la mente
Perché quando si tratta di te, il mio mondo è rosso, il mio mondo è rosso, il mio mondo è rosso 9. Movements – Under the Gun, traduzione
Sotto pressione C’è stato un periodo in cui ogni cosa era veleno nella mia mente
Ho preso tutto quello che avevo finché non è rimasta indietro solo la paura
Ho cercato di portarlo a termine perché dicono che l’amore è cieco
Siamo finiti sugli scogli perché tenevamo gli occhi coperti
E sono stufo di aspettare che cambi la marea
Stanco di dare la colpa a una mente ansiosa
Sono annoiato e sto perdendo la vista
Non posso fingere, ho detto che ti amavo ma ho mentito Mi hai reso schiavo, incauta e astuta
Avevi il tuo trono, ma adesso non sei nulla
Mi hai reso schiavo, incauta e astuta
Avevi il tuo trono, ma adesso non sei nulla Sbiadisco come il trucco dalle mie lenzuola
E io me ne vado, date l’ordine della ritirata
Ho messo a tacere questa guerra che chiamavamo ���amore”
È meglio così e quel che è fatto è fatto
Io me ne vado
È meglio così e quel che è fatto è fatto Ma mentirei se dicessi che questa cosa non mi ha ucciso
Sapere di averti fatto del male è la cosa che fa più male
Resto sveglio a letto tutta notte respirando a malapena per questa vittima che ho creato da solo Fermo su una lama che non tagliava
Per cui ho mollato e adesso non c’è nulla
Fermo su una lama che non tagliava
Per cui ho mollato e adesso non c’è nulla, nulla di nulla
E adesso non c’è nulla, nulla di nulla
E adesso non c’è nulla Ho mollato quando l’amore è andato perso
Ho cercato di metterci una pezza, ma ho pagato il prezzo
Ho mollato quando l’amore è andato perso
Ho cercato di metterci una pezza, ma ho pagato il prezzo Sbiadisco come il trucco dalle mie lenzuola
E io me ne vado, date l’ordine della ritirata
Ho messo a tacere questa guerra che chiamavamo “amore”
È meglio così e quel che è fatto è fatto
Io me ne vado
È meglio così e quel che è fatto è fatto Sotto pressione, sotto pressione 10. Movements – Submerge, traduzione
Sommergere Mi tiro via le coperte a calci nel sonno
Lotto col mio senso di colpa mentre sono sommerso in un sogno
Non riesco a non sentirmi impotente
Potremmo cantare in armonia, e la mia anima si sentirebbe intatta
Restando in sincronia con il mondo alle nostre spalle
Per cui mi sa che ho fallito miseramente Forse sto perdendo tempo, ma va bene così
Perché su di me non si può fare luce
Dove sono finito?
Sprofondo nella mia pelle
Forse ho addosso una maledizione
Preso dalla confusione
Si fa strada il dolore
Precipito di faccia
Sommergere, sommergere Se ritirassi tutto e ci provassi di nuovo
Questi motivi mi si ripeterebbero in testa?
Mi accontento di una sconfitta alla fine
Ma queste parole mi danno ancora la sensazione di affogare
Non sarò mai nient’altro che un’elegia Forse ti ho fatto perdere tempo, e va bene così
L’ho fatto andare troppo lontano per trovarlo
Dove sono finito?
Sprofondo nella mia pelle
Forse ho addosso una maledizione
Preso dalla confusione
Si fa strada il dolore
Precipito di faccia
Sommergere, sommergere Annego nel buio
Annego nel buio
Annego nel buio 11. Movements – The Grey, traduzione
Il grigio Attendo un segnale
Perdo la fede
Fermo a metà strada
E sono in cerca di una via d’uscita
Ma due metri sottoterra mi sono scavato la fossa ormai
Non c’è una via d’uscita Sento il sale sotto la pelle, e aumenta di nuovo
Non riesco a mollare la presa e sono quasi al limite
Questi nodi in gola mi avvolgono e mi stringono E sono le giornate che si accorciano
Il buio che sembra stringere la presa
Tutto il ghiaccio che mi riempie le vene
E questo senso di colpa che si manifesta sempre Mi sento così grigio e fuori posto
Piegato fino a sformarmi, ma sempre alle solite
E sto cercando le risposte
Sarò sempre così?
E quando chiamerò aiuto tu risponderai?
Perché sto gridando ma non cambia niente, non cambia niente Sento il freddo in faccia
E basta questo a farmi star male
Per cui mi resta questo amaro in bocca che non potrà mai andar via con un cucchiaino di zucchero
E sono le giornate che si accorciano
E il buio che sembra stringere la presa
Io cerco di andare e quello mi attira
Sono stufo di mandar giù medicine per provare qualcosa Mi sento così grigio e fuori posto
Piegato fino a sformarmi, ma sempre alle solite
E sto cercando le risposte
Sarò sempre così?
E quando chiamerò aiuto tu risponderai?
Perché sto gridando ma non cambia niente Ed è sempre più difficile fingere di star bene con questa testimonianza costante che mi viene trapanata nel cervello
Credo ancora nella felicità e voglio trovare una soluzione
Ma ultimamente il mio intero mondo viene inghiottito dal grigio
Per ora trovo conforto nel silenzio, nella solitudine e nelle giornate di pioggia
Ho sviluppato un approccio scientifico alla mia tristezza
L’unica cosa che posso fare è sperare in un cambiamento
Trovo conforto nel silenzio, nella solitudine e nelle giornate di pioggia
Ho sviluppato un approccio scientifico alla mia tristezza
L’unica cosa che posso fare è sperare in un cambiamento
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« so che gli piaccio. Non potrebbe essere diversamente: non faccio che adularlo. Ho scoperto uno strano piacere nel dirgli cose che, lo so, mi pentirò d’aver detto. Di solito è gentile con me, e ce ne stiamo insieme nel mio studio a chiacchierare di mille argomenti. Certe volte, però, mi tratta senza riguardo e sembra quasi che si diverta enormemente a farmi soffrire. In quei momenti, Harry, ho la sensazione di aver gettato la mia anima nelle mani di uno che la tratta come un fiore da mettere all’occhiello, una specie di decorazione per lusingare la sua vanità, l’ornamento di un giorno d’estate. » « I giorni d’estate sono lenti a passare, Basil, » mormorò Lord Henry « ma tu ti stancherai molto prima di lui. È triste da ammettere, ma il Genio è senz’altro più duraturo della Bellezza. Il che spiega come mai ci si dia tanta pena per imparare più cose di quanto sia necessario. Nella lotta feroce per l’esistenza, nutriamo l’ambizione di avere qualcosa che resista nel tempo, e perciò ci riempiamo la testa di fatti e stupidaggini di ogni genere e specie, nella vana speranza di non perdere terreno. Un uomo onnisciente: ecco l’ideale moderno. Ma la mente di un uomo onnisciente è spaventosa: è come una bottega di cianfrusaglie, piena di polvere e di paccottiglia mostruosa, dove ogni oggetto è marcato con un prezzo superiore al valore reale. Sarai tu a stancarti per primo, credimi. Un giorno guarderai il tuo amico e ti sembrerà un po’ disegnato male, oppure non ti piacerà il suo tono di colore, o qualcosa del genere. Sarai molto risentito con lui e penserai sul serio che si sia comportato malissimo con te. Quando tornerà a trovarti, sarai freddo e scostante. Un vero peccato, perché non sarai più lo stesso. Quella che mi hai appena raccontato è una storia romantica, una storia romantica sull’arte, si potrebbe dire, e il guaio d’aver vissuto una storia romantica è che si finisce per detestare tutto ciò che sa di romantico! » « Non parlare in questo modo, Harry! Finché avrò vita, Dorian Gray mi soggiogherà. Tu non hai mai provato i sentimenti che provo io. Sei troppo incostante. » « Mio caro Basil, proprio per questa ragione posso capire ciò che senti. Gli uomini fedeli conoscono soltanto l’aspetto triviale dell’amore; sono gli infedeli a conoscere le tragedie dell’amore. » E, dopo aver sfregato un fiammifero su una preziosa scatola d’argento, cominciò a fumare una sigaretta con un’aria consapevole e appagata di sé, come se avesse appena riassunto il mondo in una frase.
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UNA VITA DA BIDONE
Non fa lo stesso effetto se getti un fiammifero in un bidone pieno di benzina piuttosto che in un bidone pieno d’acqua, vero?
Il fiammifero è lo stesso, ma l’effetto è diverso.
Un fiammifero quando tocca l’acqua...si spegne.
Ma quando tocca la benzina, questa esplode.
Ora, prova a vedere il fiammifero come una provocazione che ti arriva da qualcuno...
E poi osserva se assomigli di più ad un bidone pieno di benzina o ad un bidone pieno d’acqua, perché chi ti provoca non è affatto responsabile per ciò che porti al tuo interno, e nessuno è responsabile della condizione in cui versa il tuo mondo interiore, solo tu lo sei.
Roberto Potocniak
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Milano si riscatta / dico a V. che "questo disco è come accendere un fiammifero nell'oscurità e illuminare le cose da dentro" / Cara catastrofe e la mia adolescenza tirata per i capelli / un canto sciamanico e qualcosa di inspiegabile che nasce proprio dalla mia pancia
in un piccolo paese ricominci dall'inizio o in una città che si vede dallo spazio e si vede dallo spazio il tuo sforzo solitario spaventerai sempre tutti con la tua voglia di vivere non riesci a smettere di piangere non riesci a smettere di ridere spaventerai sempre tutti con la tua voglia di vivere non riesci a smettere di correre non riesci a smettere di ridere spaventerai sempre tutti con la tua voglia di vivere ma non me
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Ecco! Per questo Natale 2023 la parola che auguro è: Calma!
L'immagine che ad essa associo in questo momento è senza dubbіо quella di una candela. Elegante nella sua semplicità. Con una fiamma che rende soffuso il buio circostante donando un senso di pace e armonia; profumando quegl'istanti semplicemente essendoci. La candela però non si accende da sola. Senza una fiamma è bella ma fredda.
L'accendino o il fiammifero, a sua volta, si estinguerà presto se non da il suo prezioso supporto a qualcuno.
Solo insieme, collaborando uno con l'altro, portano luce e fragranza. In breve, sono una bella squadra!
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