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Italia tra Referendum e Nuove Leggi: Autonomia Differenziata e Concorrenza al Centro del Dibattito
La Corte di Cassazione legittima il referendum sull’Autonomia differenziata, mentre il Parlamento approva la legge sulla Concorrenza: due fronti che ridefiniscono il futuro legislativo italiano.
La Corte di Cassazione legittima il referendum sull’Autonomia differenziata, mentre il Parlamento approva la legge sulla Concorrenza: due fronti che ridefiniscono il futuro legislativo italiano. L’Italia è protagonista di importanti sviluppi legislativi su due fronti cruciali: l’Autonomia differenziata e la legge sulla Concorrenza. Da un lato, la Corte di Cassazione ha dichiarato legittimo il…
#Alessandria today#Autonomia differenziata#autonomie regionali#Buoni pasto#buoni pasto semplificazione#concessioni autostradali#Consulta#consumatori comunicazioni#Corte di Cassazione#dehors ristorazione#diritti dei consumatori#economia italiana#futuro autonomia#Google News#governance Italia#governance regionale#innovazione normativa#italianewsmedia.com#legge 2024 Italia#legge concorrenza 2024#legge sulla Concorrenza#normativa telecomunicazioni#novità autostrade#novità legislative#Pier Carlo Lava#politica economica#politica italiana#politica UE#proroga dehors#referendum 2024
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Toscana: Stati Generali Cultura, un osservatorio e un tavolo per tutelare i lavoratori dello spettacolo
Toscana: Stati Generali Cultura, un osservatorio e un tavolo per tutelare i lavoratori dello spettacolo. I lavoratori del mondo dello spettacolo sono stati al centro di una giornata di approfondimento e dibattito organizzata alla commissione Istruzione e cultura in collaborazione con i sindacati di categoria nell'ambito degli Stati Generali della Cultura. 'Lavorare nello spettacolo: quali tutele?' è il tema che animato la discussione e gli interventi dei relatori. Ai partecipanti è arrivato il saluto del presidente del Consiglio regionale che ha parlato di professionisti indispensabili ai quali le istituzioni devono dare risposte concrete. A sintetizzare la mattinata di lavoro, la presidente della commissione Istruzione e cultura che ha proposto un approfondimento da affidare ad Irpet, l'Istituto regionale di programmazione economica della Toscana, per una fotografia del settore dei lavoratori del mondo dello spettacolo. Due le proposte emerse da questo primo incontro con sindacati di categoria e Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. L'attivazione di un osservatorio regionale, che si occupi anche delle questioni di genere e del corretto comportamento in ambito lavorativo, e l'apertura di un tavolo permanente, anche con gli assessorati regionali coinvolti, per un confronto più politico che possa portare a interventi normativi e atti di indirizzo per migliorare la condizione dei lavoratori di questo settore. Con l'obiettivo di garantire maggiori tutele e più risorse. Anche perché, ha sottolineato la presidente della Quinta commissione, la cultura è un investimento e non un costo e serve un cambiamento di mentalità. Tanti gli spunti offerti dagli interventi dei sindacati di categoria Luisa Baldinetti rappresentante nazionale del Sindacato lavoratori della comunicazione della CIGL ha parlato di lavoro "discontinuo e facilmente ricattabile e di diverse qualifiche che hanno un difficile inquadramento" e ha proposto l'apertura di uno sportello unificato dello spettacolo gestito dall'Inps, sul modello francese, con tutti i servizi gestiti insieme. "Il nostro obiettivo – ha aggiunto Maria Cristina Arba dell'SLC CIGL area vasta Firenze, Prato e Pistoia – è quello di capire come poter aiutare lavoratrici e lavoratori molto particolari rispetto al resto della platea che rappresentiamo. L'idea che ci è venuta è di preparare con la Regione Toscana, un protocollo di osservatorio sul mondo dello spettacolo, per cercare di mappare e di capire bene il contesto e di conseguenza trovare politiche mirate che come sindacati possiamo fare". Per Angelo Betti della Federazione informazione spettacolo e telecomunicazioni della CISL è necessario trovare un'alternativa all'indennità di discontinuità "che non viene utilizzata dai lavoratori perché più penalizzante rispetto alla Naspi, l'indennità mensile di disoccupazione. Il problema è il calcolo del sistema a giornate, quando si sa che una produzione ha sempre una preparazione dai quindici ai trenta giorni. E quella dovrebbe essere la durata del contratto minimo. Andrebbe anche abbassato il numero minimo delle giornate annuali previsto dalla normativa". Massimiliano Bindocci dell'Unione italiana dei lavoratori della comunicazione della UIL ha sottolineato che "l'indennità di discontinuità non serve a molto, perché parte dal concetto sbagliato di creare un ulteriore ammortizzatore sociale. Serve un'indennità diversa che vada oltre il concetto di ore lavorate e servono risorse, la politica italiana deve decidere di investire nell'arte e nello spettacolo. La forma è sbagliata, ma anche le risorse che ci si mettono sono insufficienti. Quello francese è il modello da seguire, mentre in Italia si è fatta un'elemosina che riguarda il 20% di chi lavora nello spettacolo. Con una media di mille cinquecento euro all'anno". Dalla direzione regionale dell'Inps è arrivato un prezioso contributo di analisi sulla normativa che regola l'indennità di discontinuità. Molti sono lavoratori autonomi e le prestazioni parcellizzate e discontinue. Per loro non è prevista una forma di disoccupazione o cassa integrazione e questo è emerso in modo drammatico durante la pandemia. Per i primi dati certi sull'indennità di discontinuità bisognerà aspettare almeno il 30 settembre quando l'Inps finirà di valutare i requisiti delle domande presentate entro il 30 marzo. Una criticità che si potrebbe superare facendo un'autocertificazione sul reddito che non deve superare i 25mila euro. Da superare anche il limite del numero minimo di giornate lavorative richieste ogni anno che ora è di sessanta. Criticità che l'Inps si augura possano essere rimodulate. Dalla direzione regionale dell'Inps è arrivata anche la notizia che presto ripartiranno i corpi ispettivi e questo porterà a un maggior monitoraggio e controllo.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Rete Tim, via libera del governo alla vendita di NetCo al fondo statunitense Kkr
L’azienda italiana di telecomunicazioni Tim ha comunicato di aver ricevuto dal governo l’assenso alla vendita al fondo statunitense Kkr (Kohlberg Kravis Roberts & Co.) di NetCo, società che detiene sostanzialmente tutte le infrastrutture di rete fissa di Tim, in relazione alla normativa sul “Golden Power”. Il provvedimento autorizzativo, con il quale il consiglio dei Ministri ha esercitato i…
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Via libera alla fusione di Vodafone e Three in Regno Unito
La Commissione Europea ha approvato la fusione tra Vodafone e Three in Regno Unito. L’accordo di fusione tra le due aziende era stato stipulato a giugno scorso e riguarda la combinazione delle attività di telecomunicazioni del Regno Unito, rispettivamente Vodafone Uk e Three Uk. Vodafone possederà il 51% dell’attività combinata (“MergeCo”) e Ckh il 49%. La Commissione ha concluso che la transazione non suscita preoccupazioni relativamente alla concorrenza di mercato, dato che si concentra sul mercato mobile britannico e ha un impatto limitato sullo spazio economico europeo. L’operazione notificata all’Antitrust Ue è stata esaminata in base alla normativa comunitaria sui merger e la documentazione è pubblicamente accessibile nella sezione “Competition cases” della Commissione sotto il numero identificativo M.11308. In base agli accordi siglati tra le due partner, il deal non comporta corrispettivo in contanti da pagare: Vodafone Uk e Three Uk hanno contribuito con importi di debito per ottenere la proprietà MergeCo 51/49. Vodafone e Ckh hanno rispettivamente opzioni call and put,che, se esercitate, porterebbero Vodafone ad acquisire la partecipazione del 49% detenuta da Ckh. Un nuovo gigante delle Tlc mobili MergeCo avrà un Cda di sei persone, composto da tre direttori nominati da Vodafone e tre direttori nominati da CK Hutchison. Le efficienze stimate della fusione dovrebbero ammontare a più di 700 milioni di sterline di costi annuali e sinergie di capex entro il quinto anno intero dopo il completamento, con un Van (valore attuale netto) implicito di oltre 7 miliardi di sterline. L’attuale Ceo di Vodafone Uk Ahmed Essam diventerà Ceo di MergeCo e l’attuale Cfo di Three Uk Darren Purkis assumerà il ruolo di Cfo di MergeCo. La transazione dovrebbe chiudersi prima della fine del 2024, soggetta alle approvazioni normative e degli azionisti. Margherita Della Valle, ceo del gruppo Vodafone, ha commentato così la sigla degli accordi di giugno: “La fusione è ottima per i clienti, ottima per il paese e ottima per la concorrenza. È trasformativa in quanto creerà una rete 5G best-in-class – anzi la migliore in Europa-, offrendo ai clienti un’esperienza superiore. Come paese, il Regno Unito beneficerà della creazione di un terzo operatore in scala sostenibile e fortemente competitivo – con un chiaro piano di investimento di rete da 11 miliardi di sterline – capace di trainare la crescita, l’occupazione e l’innovazione. Per Vodafone, questa transazione è un punto di svolta nel nostro mercato interno. Questo è un voto di fiducia nel Regno Unito e nelle sue ambizioni di essere un centro per la tecnologia futura”. In Italia rimbalzano i rumors sull’asse Vodafone-Fastweb In Italia tiene banco il dibattito sul consolidamento e continuano a rimbalzare notizie non confermate sulle varie ipotesi sul piatto. Secondo indiscrezioni di stampa ci sarebbe un “avvicinamento” fra Vodafone e Fastweb, ma non è chiaro il tipo di operazione che andrebbe a prefigurarsi. Un predatore e una preda? Un merger? Una joint venture? Altre fonti continuano a puntare sull’ipotesi di un rilancio di offerta su Vodafone da parte di Iliad dopo il primo tentativo da 11 miliardi andato in fumo oltre un anno fa. Iliad potrebbe essere interessata anche a Tim e un’altra ipotesi vedrebbe WindTre in liaison con Fastweb. Insomma tutte le opzioni, nessuna opzione concreta per ora. Read the full article
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PEC europea: oltre 2 milioni di utenti l’hanno già attivata
A diciotto anni dal suo lancio in Italia, l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata (PEC) continua a crescere a dimostrazione dell’utilità e della semplicità dello strumento. Sono quasi 2 milioni i clienti di Aruba, leader di mercato, che hanno già attivato la PEC europea in soli due passaggi, aggiornando direttamente la propria casella PEC. PEC Europea: un grande successo? Prossimamente, infatti, sarà possibile utilizzare la PEC in Europa per lo scambio sicuro di comunicazioni con valore legale. Grazie a questa importante evoluzione si attesterà l'identità del titolare della casella PEC. Questo attributo andrà ad aggiungersi a quelli già esistenti ossia l’integrità del contenuto, l’ora e la data di invio e ricezione di un messaggio. Dunque, lo strumento non cambia ma si evolve in chiave europea, mantenendo immutate le modalità di fruizione e funzionalità. Anche l’indirizzo delle caselle PEC rimane invariato. Come procedere? Coloro che non lo abbiano ancora fatto, dovranno compiere due semplici operazioni per adeguare la propria casella, eseguibili in pochi minuti e completamente gratuite per tutti gli utenti Aruba: - Effettuare il riconoscimento dell’identità scegliendo tra differenti modalità, attraverso lo SPID, la firma digitale, la CIE, la CNS o il video riconoscimento con operatore. - Attivare la verifica in due passaggi (2FA), ossia un’autenticazione di secondo livello che avviene tramite l’approvazione di una notifica push che l’utente riceve tramite l’app PEC sul proprio smartphone dopo aver inserito l’accoppiata username e password; un processo simile a quello che molti utenti sono già abituati ad usare con gli applicativi di home banking. I vantaggi Fatto ciò, rimanendo pienamente conforme alle regole tecniche della PEC, la propria casella avrà quindi in aggiunta tutti gli elementi previsti dagli standard dei servizi di recapito certificato qualificato definiti dall’ETSI (European Telecommunications Standards Institute), l’organismo europeo che si occupa di stabilire gli standard tecnici nel settore delle telecomunicazioni, quindi: - dati che certificano legalmente che i messaggi sono conformi agli standard europei; - intestazioni aggiuntive (header) in tutti i messaggi di posta; - estensione della validità dei messaggi a 30 anni (la normativa prevede una validazione temporale elettronica qualificata di almeno 20 anni). “La PEC è riuscita negli anni a dare vita ad un sistema di comunicazione che ha cambiato e migliorato le abitudini di milioni di italiani, aziende e pubbliche amministrazioni, incentivando il processo di dematerializzazione documentale. – ha commentato Stefano Sordi, Direttore Generale di Aruba – La PEC resterà la stessa di sempre, ma con più vantaggi quali l’identificazione certa del mittente e del destinatario ed il meccanismo di autenticazione forte, come previsto dal regolamento eIDAS. La PEC europea rappresenta il riconoscimento del successo di questo strumento digitale che in Italia sta avendo un ruolo primario in termini di efficientamento dei processi di comunicazione, risparmio energetico e, non ultimo, è la dimostrazione di competenza e credibilità del nostro paese nel settore della trasformazione digitale”. Foto di Muhammad Ribkhan da Pixabay Read the full article
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Guerra cibernetica
Guerra cibernetica
Questa volta, Vortici.it sceglie di proporvi un approfondimento curato da AIDR, a nostro avviso particolarmente interessante, per svariati motivi. Parliamo di guerra cibernetica, cosa significa? Quali sono le conseguenze?
Lo Spazio e le guerre stellari… la realtà supera la fantasia di Biagino Costanzo, Dirigente di Azienda e Resp. Osservatorio SEC di Aidr Non è più fantascienza parlarne o vedere armi ipersoniche utilizzate nelle guerre. Ad esempio, in Siria e oggi in Ucraina, l’utilizzo di droni killer e di armi laser sono apparse e oggi non solo le superpotenze possono gestirle vista la loro onerosità perché è nato un mercato nero, degli stessi, parallelo. Le guerre non dovrebbero mai esserci ma tant'è, è inutile far finta che non ci siano conflitti per il mondo. Da sempre l’umanità è stata caratterizzata dal male dei conflitti e delle guerre siano stati mondiali o locali o come si dice ultimamente “a pezzi”. Sono molteplici i programmi scientifici che dimostrano l’importanza dello sviluppo di questi programmi per poter combattere i conflitti sia in contesti difensivi che in fasi offensive sia se parliamo di guerre del presente ma soprattutto del futuro. Parliamo di rilevazione e tracciamento dei missili, geo localizzazione, navigazione, identificazione dei bersagli e rilevazione/controllo delle attività militari più in generale. Oggi il teatro di scontro diviene sempre più lo Spazio. Numerosi programmi scientifici ed applicazioni nel campo dell’industria militare hanno dimostrato che occorre dominare anche la dimensione dello Spazio e del Cyber Spazio.
Uno Spazio che è quotidianamente conteso da potenze quali Regno Unito, India, Israele, ma soprattutto superpotenze quali Cina, Stati Uniti e Russia che sono tra i primi Paesi e livello globale ad aver sperimentato armamenti per distruggere propri satelliti militari ormai desueti, generando però un altro problema non secondario, quello della cd spazzatura spaziale, innumerevoli detriti spaziali che ormai hanno raggiunto quantità inaccettabili e pericolose per costellazioni di satelliti ad uso civile quali le telecomunicazioni e GPS, essenziali per la vita quotidiana sulla Terra. In orbita vagano, al momento, oltre trentamila detriti spaziali, i quali sono monitorati, identificati ma i vari modelli statistici indicano una stima che verosimilmente si avvicina a più di un milione con dimensioni superiori al centimetro, e il loro numero è in continuo aumento. Per questo dominio è necessaria una normativa regolatrice che eviti la nascita di un nuovo far west nell’era digitale e spaziale. Proprio in queste ultime settimane si è celebrata la 2° Giornata Nazionale dello Spazio, istituita dal Governo Draghi nel 2021, per far comprendere al grande pubblico che dalle attività spaziali provengono anche tanti benefici nella vita quotidiana in termini di crescita, benessere, immagine e ruolo sul piano globale dell’Italia. Molti sono gli eventi e le iniziative organizzate da enti, aziende, atenei, scuole ma anche dalla rete estera di ambasciate, consolati e istituti italiani di cultura. Ma perché lo Spazio è così appetibile? Innanzitutto, è alta la richiesta dei dati, la necessità di connettività e il monitoraggio del territorio. I satelliti inviati, per esempio, solo nel 2019, forniscono telecomunicazioni e servizi di osservazione della terra, e inoltre si intravede la generazione di piccoli satelliti, cambiamenti riguardo la tecnologia satellitare e i nano satelliti.
Negli USA esiste già una vera e propria forza, la Space National Guard, infatti lo Spazio è ormai identificato, da molti Stati, quale nuovo dominio militare facendoli lievitare dai tradizionali tre a cinque, con Spazio e Cyber - spazio per arrivare al dominio dei domini, quello cognitivo. Ricordiamo che la presenza militare nello spazio non è vietata, i satelliti nelle varie funzioni sono degli attivatori delle funzioni operative essenziali. La guerra nello spazio è già una realtà mediante l’uso costante e permanente del cyber space del cyber attack e cyber exploitation e vi sono satelliti operativi quali quelli governativi, commerciali e militari. Si stima una media di 990 satelliti all’anno sarà lanciata fino al 2028 e in quel tempo il 68% dei satelliti apparterranno a costellazioni, un dato questo che dimostra la variazione, per esempio, dal 2018 dove per il 70% eravamo in presenza di singoli satelliti. Le nuove costellazioni satellitari servono per informazione, controllo, sorveglianza, riconoscimento, comunicazione e intercetto dei missili e testate ipersoniche. Infatti, già la guerra in Ucraina è il primo conflitto che è osservato prevalentemente da satelliti, con una capacità di ricognizione di alta precisione o altissima qualora associata a questi sistemi satellitari. Dove ci sono armi offensive vi sono chiaramente armi difensive e quindi già ai tempi della Guerra fredda erano presenti, armi antisistemi spaziali e ora sono state solo potenziate con concreta possibilità di attacco mediante l’uso di laser, energia diretta, attacchi cibernetici. Il direttore di Roscomos (l’Agenzia spaziale russa) Dmitry Rogozin ha affermato che “un attacco cibernetico ai propri satelliti da qualsiasi parte provenisse sarebbe considerato dalla Russia come valido motivo per entrare in guerra.”, Un altro? Ma quasi identiche dichiarazioni sono state fatte dagli USA per gli attacchi cibernetici qualora avessero causati danni alla sicurezza nazionale.
Questo mondo ha sempre affascinato molti. Non dimentichiamo i tanti appassionati della saga di Star Wars, Come dimenticare personaggi quali Skywalker e di suo padre Anakin poi trasformatosi in Dart Fener. Oppure, Ian Solo, C-3PO e RU-D2. In quel caso, era appunto, fantascienza, mentre qui ora la guerra nello Spazio è già in atto con l’uso del dominio cibernetico che è molto pervasivo e poco percepito (è invisibile) e l’uso della guerra elettronica. È importante ricordare che non esiste ancora la regolamentazione internazionale per uso militare dei due domini Spazio e Cyber e questo produce la gemmazione di minacce continue, rappresentando il vero rischio nella nuova era che viviamo e vivremo, quella digitale e spaziale. Come diceva Yoda "La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all'ira, l'ira all'odio; l'odio conduce alla sofferenza. Ah… Io sento in te molta paura. Ciechi noi siamo se la creazione di questo esercito al nostro occhio sfuggita è!”. Immagine di copertina e altre immagini: PixabayFoto: AIDR Read the full article
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Cuba aggiorna normativa su telecomunicazioni - Agenzia Stampa Italia
Cuba aggiorna normativa su telecomunicazioni – Agenzia Stampa Italia
#Cloudcity | #ITNews | @SilvioTorre https://agenziastampaitalia.it/politica/politica-estera/58467-cuba-aggiorna-normativa-su-telecomunicazioni Cuba aggiorna normativa su telecomunicazioni Agenzia Stampa Italia
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Procura di Caltagirone chiede confisca del MUOS ma i media nazionali sembrano tacere La questione del MOUS sembra essere di non interesse ai grandi media nazionali televisivi e della carta stampata. Un silenzio che lascia perplessi. Eppure il MOUS, il sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense, composto da cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra, di cui una a Niscemi, dotate di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri, che secondo esperti indipendenti risulta pericolo per i suoi effetti biologici su persone, animali e territorio, è un caso internazionale che si dibatte da anni. Gli USA, hanno invaso l’Isola stravolgendo ogni regola e ogni normativa potendo fidare di un governo incapace di tutelare e proteggere il popolo e il proprio territorio. Ma soprattutto, incapace e colpevole nei confronti dei cittadini, per aver permesso, in palese violazione del trattato di Parigi, di militarizzare l’isola e di permettere lo stoccaggio di armi nucleari in Sicilia e di aver appoggiato, nel caso del Muos gli USA. Ora, un processo penale, sembra riportare il diritto. La Procura di Caltagirone ha chiesto la confisca dell’intera struttura e la condanna ad un anno di reclusione ed la sanzione di 20 mila euro ad Adriana Parisi, della «Lageco», dell’Associazione Temporanea di imprese ‘Team Muos Niscemì, Maria Rita Condorello, imprenditrice della “Cr Impianti” nonché il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi Per l’accusa, avrebbero realizzato l’impianto senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa. Fonte Osservatorio-Sicilia.it
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Recovery: Meloni, interrogazione alla Vestager su rischi di aiuti di Stato a favore di TIM incompatibili con normativa europea
Recovery: Meloni, interrogazione alla Vestager su rischi di aiuti di Stato a favore di TIM incompatibili con normativa europea
“Il Vice Presidente della Commissione europea Margrethe Vestager sa bene che solo una rete non verticalmente integrata può garantire indipendenza e terzietà. Altrimenti il rischio che corriamo in Italia è una ri-monopolizzazione del settore delle telecomunicazioni sotto il controllo dell’incumbent nazionale – ha dichiarato Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia e del Partito dei…
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Mi presento: sono una giovane ricercatrice nel campo delle telecomunicazioni, esperta in normativa europea e imprenditrice.
Per saperne di più visitate la mia pagina Facebook!
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Rieti, un cittadino segnala la presenza di una persona sospetta all’interno di un appartamento. Arrestato 39enne per furti in abitazione
Rieti, un cittadino segnala la presenza di una persona sospetta all’interno di un appartamento. Arrestato 39enne per furti in abitazione. Il presente comunicato si trasmette al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell’indagato che, in considerazione dell’attuale fase di indagini preliminari, è da presumersi innocente fino a sentenza irrevocabile che ne accerti la colpevolezza. Nei giorni scorsi gli Agenti della Squadra Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Rieti hanno arrestato, per due volte in pochi giorni, un cittadino del Ghana di 39 anni, in Italia senza fissa dimora, dapprima per il reato di furto aggravato e poi per rapina aggravata, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale nonché per la violazione della normativa sulle armi. Gli Agenti della Polizia di Stato erano intervenuti nella frazione reatina di Vazia dove un cittadino aveva segnalato al Centro Operativo Telecomunicazioni della Polizia di Stato la presenza di una persona sospetta all’interno di un appartamento. Sul posto, i poliziotti avevano bloccato, prima che potesse darsi alla fuga, un cittadino extracomunitario sorpreso mentre si trovava ancora all’interno dell’appartamento segnalato, intento a consumare il furto. Il sopralluogo, effettuato anche con l’ausilio degli Agenti del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica, aveva consentito di accertare che dall’appartamento erano stati sottratti alcuni orologi da collezione ed una cornice in argento. Inoltre, lo straniero veniva trovato in possesso di alcuni telefoni cellulari che sono stati sequestrati in quanto probabile provento di altri furti commessi dallo straniero. L’uomo, di nazionalità ghanese, già gravato di pregiudizi di polizia per reati contro il patrimonio, era stato, pertanto, arrestato e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Pochi giorni dopo, gli stessi Agenti della Polizia di Stato hanno notato uno straniero intento a scavalcare il cancello di ingresso della stessa abitazione oggetto del precedente furto e lo hanno riconosciuto per lo stesso uomo arrestato pochi giorni prima. Immediatamente gli Agenti della Squadra Volante hanno inseguito lo straniero e lo hanno bloccato dopo che lo stesso, per assicurarsi la fuga e la refurtiva, aveva strattonato uno dei poliziotti scaraventandolo in terra e causandogli delle lesioni, fortunatamente non gravi. La perquisizione operata dagli Agenti della Polizia di Stato nei confronti dell’uomo ha consentito il sequestro di alcuni telefoni cellulari, di un grosso coltello a serramanico di tipo militare, di alcuni smart-watch e di vari capi di abbigliamento, che sono stati riconsegnati al derubato. Il cittadino ghanese è stato pertanto nuovamente arrestato e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha disposto la traduzione presso la locale Casa Circondariale. Lo straniero, inoltre, è stato denunciato in stato di libertà in quanto inottemperante all’Ordine di lasciare il territorio nazionale entro sette giorni, emesso dal Questore di Rieti nel mese di ottobre dello scorso anno, poiché non in regola con le norme sul soggiorno. Nell’ambito dei procedimenti penali instauratisi nei suoi confronti, l’eventuale responsabilità penale verrà accertata dal Giudice.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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GDPR: in Italia è ancora una questione di multe
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GDPR: in Italia è ancora una questione di multe
Si è parlato a sufficienza di GDPR in Italia? Forse no, a giudicare dalla recente classifica di Finbold che ha collocato l’Italia al primo posto per l’ammontare delle multe pagate dalle aziende finora, nel corso del 2020.
La somma è elevata a causa delle ammende inflitte ad alcuni nei nostri principali operatori di telecomunicazioni, nello specifico TIM e Wind, oltre che – in maniera molto inferiore – Iliad.
Ci sono un paio di aspetti però che meritano di essere evidenziati. A parte le tre aziende citate, le violazioni sanzionate in Italia riguardano soprattutto piccole realtà, spesso del mondo della pubblica amministrazione o dell’istruzione – comuni, università, aziende ospedaliere, scuole superiori, etc.
GDPR – le violazioni sanzionate in Italia riguardano soprattutto piccole realtà, spesso del mondo della pubblica amministrazione o dell’istruzione – comuni, università, aziende ospedaliere, scuole superiori, etc.
Si tratta di organizzazioni per cui un’ammenda, anche nell’ordine delle migliaia di Euro, può essere significativa. Un’ulteriore conferma di quanto Axitea dice da tempo: il GDPR è una normativa che non riguarda solo le aziende più grandi e strutturate, ma che tocca chiunque tratti a qualsiasi titolo dati di altri.
A maggior ragione, se si tratta di un’organizzazione di piccole dimensioni, un’eventuale multa può avere un impatto importante sulla capacità operative.
Non meno importante è quanto emerge dalle motivazioni che stanno dietro le sanzioni comminate: la violazione più ricorrente è quella relativa all’insufficienza di basi giuridiche per il trattamento dei dati.
Questo significa che, a due anni dall’entrata in vigore della normativa, troppe aziende non hanno ancora chiaro quali dati possano conservare e per quali finalità.
Su questo forse è mancata una riflessione sufficientemente profonda. Se per ragioni di business le aziende devono processare dati di terzi, il GDPR ha introdotto alcune limitazioni a tutela dei consumatori e per rispettarle, devono avere chiaro quali dati raccolgono, come li utilizzano e per quanto tempo, in modo da poter limitare tempi e modi al minimo indispensabile, come è nello spirito della normativa.
Andrea Lambiase, DPO di Axitea
Per questo, un supporto specialistico può essere importante, soprattutto per le realtà più piccole, che spesso non hanno un esperto di dati né un responsabile legale in house.
In questo modo, sarà possibile per loro procedere all’analisi e alla revisione dei processi di raccolta, all’utilizzo e alla conservazione delle informazioni che permettano di rispettare le normative senza impatto sul business aziendale.
a cura di Andrea Lambiase, DPO di Axitea
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Polizia di Stato e AGCOM: rinnovano l’accordo per la collaborazione nel settore delle comunicazioni
È stato siglato a Roma l’accordo tra Polizia di Stato e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per una più stretta collaborazione nell'accertamento, su tutto il territorio nazionale, delle violazioni alla legge n. 249/1997, nonché per l’accertamento di altre violazioni alla normativa nel settore delle comunicazioni. La convenzione - firmata dal Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli, e dal Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Angelo Marcello Cardani – è finalizzata alla vigilanza, la prevenzione e repressione dei reati e degli illeciti amministrativi sull’intero settore delle comunicazioni, attraverso l’attività del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni e le sue articolazioni periferiche AGCOM svolgendo funzioni di regolamentazione e vigilanza nei settori delle telecomunicazioni, dell'audiovisivo, dell'editoria e, più recentemente, delle poste ricopre un ruolo determinante nella tutela degli utenti. Ciò è reso possibile grazie anche all’attività di accertamento di sua competenza che attraverso questa convenzione può essere coadiuvata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni attraverso il reperimento e nell'elaborazione di dati, notizie ed informazioni utili. Questo protocollo d’intesa si pone il fine di perfezionare e definire le modalità ed i criteri da seguire per lo svolgimento delle attività di collaborazione anche alla luce della intervenuta evoluzione delle tecnologie di settore Alla firma della convenzione erano anche presenti, per il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato, Armando Forgione e il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Nunzia Ciardi; per l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni il Segretario Generale AGCOM, Riccardo Capecchi e il Responsabile della comunicazione AGCOM David Nebiolo. Read the full article
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Roma, Giubileo: sopralluogo del sindaco Gualtieri sul Ponte dell’Industria
Roma, Giubileo: sopralluogo del sindaco Gualtieri sul Ponte dell’Industria. A Roma, proseguono i lavori su Ponte dell'Industria dove, lo scorso 29 dicembre è stata inaugurata la nuova passerella dei sottoservizi che assicurerà la continuità di gas, luce, acqua e telecomunicazioni, per tutta la durata dei lavori, agli abitanti del quadrante Marconi e Ostiense. L'opera è finanziata con circa 18 milioni di fondi giubilari e sarà conclusa per l'Anno Santo. Nelle scorse il sindaco Gualtieri e l'assessore ai Lavori pubblici Ornella Segnalini hanno visitato il cantiere di Ponte dell'Industria per seguire gli ulteriori sviluppi delle lavorazioni. Erano presenti al sopralluogo i presidenti dei Municipi VIII e XI Amedeo Ciaccheri e Gianluca Lanzi, il Presidente della Commissione Lavori pubblici di Roma Capitale Antonio Stampete e i responsabili di Anas (Società del Polo Infrastrutture del gruppo Fs Italiane), soggetto attuatore del progetto. In questa fase dei lavori è in corso lo spostamento dei sottoservizi sulla passerella e il relativo allaccio. Le lavorazioni avranno una durata di circa 5 settimane successivamente alle quali avrà inizio la fase di cantierizzazione del ponte della nuova struttura. «I lavori per la riqualificazione e l'ampliamento del Ponte dell'Industria rappresentano uno dei principali cantieri della città in quest'anno così importante che ci porterà al Giubileo», sottolinea il sindaco Gualtieri. «Si tratta di un intervento fondamentale non solo per l'interconnessione di due quartieri particolarmente importanti come Marconi e Ostiense ma anche per sviluppare un nodo strategico della città che era ormai inadeguato e destinato alla chiusura. I lavori stanno procedendo senza sosta e dopo lo spostamento dei sottoservizi si passerà al rafforzamento del ponte che potrà così trasformarsi in una struttura molto più ampia e fruibile per tutti i mezzi di trasporto», ha aggiunto il Primo cittadino. «Grazie ai lavori di manutenzione straordinaria e restauro – spiega l'assessore Segnalini - Ponte dell'Industria sarà di nuovo pienamente in funzione per il traffico veicolare e dei bus, e avrà due passerelle per il passaggio protetto di pedoni e ciclisti. A seguito dell'incendio del 2021, dopo le indagini del Dipartimento Csimu, il ponte è stato riaperto in via provvisoria, consentendo il transito a esclusione dei veicoli con carico superiore a 3,5 tonnellate. Nel rispetto della normativa vigente, il ponte sarebbe rimasto transitabile solo per successivi 5 anni. Quindi – conclude Segnalini - senza l'intervento strutturale, come quello in atto, la chiusura definitiva sarebbe stata nel 2026».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Difesa: Cina e Usa insieme per la cybersecurity
Difesa: Cina e Usa insieme per la cybersecurity
Si è aperto a Washington il primo ciclo di dialoghi sino-statunitensi sulla cybersecurity. "Un passo in avanti tra i due paesi nell'applicazione di una legge sulla sicurezza virtuale ma anche un motivo di crescita della cooperazione bilaterale e della gestione adeguata delle differenze tra le due parti", ha detto un funzionario cinese. Un problema che potrebbe rivelarsi una vera e propria piaga quello delle minacce alla sicurezza informatica, sempre di più in crescita e che potrebbe trovare un punto di spiraglio nella cooperazione tra i due paesi. Un argomento che è stato affrontato in ogni visita ufficiale tra i leader della Cina e degli Stati Uniti e che verrà discusso anche in occasione dell'arrivo di Trump in Cina il prossimo mese. Approfondimenti I massicci investimenti, le strategie e le leggi emanate dalla Cina in campo cyber rappresentano una grande sfida per gli Stati Uniti che rischiano da un lato di perdere lo scettro di Paese leader nel settore della sicurezza informatica, dall’altro di esporsi alle minacce provenienti da Pechino. Tuttavia, nonostante l’attivismo del gigante asiatico, il Congresso statunitense e il governo federale hanno a disposizione cinque grandi strumenti per effettuare cambiamenti significativi all’interno del proprio sistema nazionale. Queste mosse – spiega l’ufficiale Jake Bebber dello Us Cyber Command in un’analisi per il Center for International Maritime Security – sono conosciute come ‘Rishikof of Big 5’, dal nome da Harvey Rishikof, presidente presidente dello Standing Committee on Law and National Security dell’American Bar Association. I cinque assi nella manica includono le leggi fiscali e di bilancio, il codice normativo, i premi assicurativi, i contenziosi e i trattati internazionali. Una risposta globale ed esauriente alla sfida che la Cina rappresenta per il sistema internazionale guidato dagli Stati Uniti, richiederà secondo gli esperti un mix di queste ‘carte vincenti’. Nessuno cambiamento o alterazione della politica nel Dipartimento della Difesa in materia di cyber operazioni, rileva l’analisi, avrà “lo stesso impatto di questi strumenti”. Entrando nel dettaglio, le leggi fiscali e di bilancio, unite alla normativa, possono essere strutturati per incentivare di default la resilienza e la sicurezza della rete (sicurezza informatica integrata in software e hardware come uno standard prioritario), non solo tra le industrie delle infrastrutture critiche, ma anche tra la popolazione nel suo complesso, al fine di includere i gateway di frontiera delle telecomunicazioni Internet, i fornitori di servizi Internet di piccole e medie dimensioni e fornitori di tecnologie informatiche. Poiché il governo federale, il Dipartimento della Difesa e quello della Sicurezza interna dipendono in gran parte dall’industria privata e dai fornitori terzi per le comunicazioni e l’IT, ciò avrebbe come conseguenza il miglioramento dei sistemi utilizzati da coloro che sostengono la sicurezza nazionale. Per Bebber la domanda fondamentale alla quale rispondere è allora: come può il Congresso incentivare la resilienza della rete e gli standard di sicurezza, includendo la protezione della supply chain, soprattutto per quegli attori dell’industria che forniscono beni e servizi al governo? Se le leggi fiscali, quelle di bilancio e la regolamentazione da un lato potrebbero offrire un certo incentivo, così possono avere anche dei ‘contro’. I contenziosi e i premi assicurativi possono anche avere effetti simili, sia nell’incentivare norme e pratiche sia nello scoraggiare la scarsa ‘igiene’ informatica e le pratiche di sicurezza della rete. Ancora una volta, secondo l’esperto, il Congresso deve essere in grado di alternare “bastone e carota” nel quadro di sicurezza nazionale. Capitol Hill potrebbe anche affrontare i temi della legge e delle policy “che consentono agli stati nemici di sfruttare il sistema americano a danno degli Usa”. Oggi le università e le istituzioni di ricerca americane stanno di fatto formando, secondo Bebber, i futuri leader della Cina nel settore IT, dell’intelligenza artificiale, dei sistemi autonomi, dell’informatica, della crittografia, dell’energia e della meccanica quantistica. La maggior parte di questi studenti tornerà probabilmente in Cina per mettere il proprio talento a disposizione del governo cinese e del settore militare nazionale, progettando sistemi in grado di mettere in difficoltà gli Usa. Le aziende americane già assumono e formano ingegneri informatici cinesi e hanno istituito centri di ricerca in Cina. Il contribuente americano, in pratica, sta – secondo il funzionario – aiutando a finanziare la crescita e lo sviluppo delle forze cyber militari e strategiche della Cina, nonché la crescita nell’industria della tecnologia dell’informazione cinese. Per quanto riguarda nello specifico il Dipartimento della Difesa, il Congresso dovrebbe collaborare con il Pentagono per individuare i modi con cui addestrare ed equipaggiare le truppe delle missioni cyber. Dovrà fornire nuovi strumenti da sfruttare per identificare e reclutare uomini e donne di talento e garantire che la nazione ne possa beneficiare a lungo termine, creando opportuni incentivi per mantenere alti gli standard. Dovrà, infine, realizzare un sistema di acquisizione strutturato. Le forze armate oggi lavorano usando sistemi altamente sviluppati insieme a sistemi tecnologicamente obsoleti e approssimativi. Questo, rileva l’analisi, non è ovviamente un quadro ottimale e crea delle vulnerabilità nei sistemi rischiando di far fallire le missioni e mettere in pericolo delle vite umane. Il Congresso, il Dipartimento della Difesa e la comunità di intelligence e sicurezza, conclude Bebber, potrebbero collaborare per creare un centro di eccellenza per l’informazione e il dominio informatico in grado di fornire un’analisi dettagliata su sistema-di-sistemi, strumenti analitici e sviluppo delle capacità necessarie per operare e difendersi in questo dominio. Centri simili, infatti, sono stati creati in altri settori, come la difesa terrestre (National Geospatial Intelligence Agency), marittima (Office of Naval Intelligence) e aerospaziale (National Air and Space Intelligence Center). Fonte Cyber Affairs Click to Post
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