#nord del portogallo
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Una rotta dei castelli del Portogallo
Andiamo alla scoperta di 5 castelli del centro nord del Portogallo
Oggi voglio portarvi con me alla scoperta di 5 castelli della zona centro nord del Portogallo, più precisamente tra le regioni delle Beiras e Serra da Estrela. Un consiglio di viaggio per un fine settimana prolungato nei pressi di Guarda. I castelli che citerò erano luoghi strategici per la difesa del territorio, scene di leggende ed episodi di grande rilevanza storica, o spazi privilegiati per…
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Ha vinto la competizione di StreetArtCities come migliore murale del 2023, è Il murale di SFHIR, creato durante l'edizione inaugurale del Perla Mural Fest a Fene, A Coruña, Spagna.
Situato su un imponente edificio di 9 piani, è uno dei murales verticali più grandi, se non il più grande, nell'intera carriera di Sfhir, artista spagnolo nato a Madrid.
Nelle sue opere combina i graffiti con vari strumenti come aerografi, pistole, pennelli o rulli.
I suoi murales possono essere visti in Italia, Spagna, Portogallo, Cina, Nord America, Paesi Bassi, Finlandia, Germania, Inghilterra, Belgio…
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Piantagione di tè Cha Gorreana
Nelle isole Azzorre si trovano le pochissime piantagioni di tè rimase in Europa quindi, dopo aver visitato le coltivazioni di ananas, non potevamo certo perderci questa altra chicca. Noi abbiamo visitato quella più antica, la Fabbrica del Tè della Gorreana, stabilmente aperta dal 1883.
E' un'azienda a conduzione familiare che produce una varietà di tè verdi e neri 100% biologici ed infusi di tè. Le strutture si trovano su un crinale montuoso in pendenza sul lato nord dell'isola di São Miguel, con vista sull'Oceano Atlantico.
Attualmente le sue piantagioni occupano un'area di 32 acri e producono circa 33 tonnellate di tè all'anno, esportate principalmente in Portogallo continentale, Germania, Stati Uniti, Canada, Austria, Francia, Italia, Brasile, Angola e Giappone. Noi siamo entrati nel museo per capire le diverse fasi della produzione ma la parte più bella e rilassante è stata la passeggiata nella verdissima piantagione dove c'è anche un bellissimo angolino da cui ammirare il paesaggio esotico.
Finale perfetto della gita: ritorno alla fabbrica per degustare un ottimo tè accompagnato da deliziosi dolcetti (giusto per restare in tema io ho scelto biscotti al tè verde ed ananas).
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Erasmus+, Cittadini europei in residenza artistica
Erasmus+ è il programma di mobilità e gemellaggio dell'Unione Europea, pensato per coinvolgere giovani provenienti da paesi diversi.
Nel 2022 e nel 2024, Amnesiac Arts ha realizzato tre progetti, in un periodo storico complesso segnato dall'emergenza COVID-19. Abbiamo avuto il piacere di ospitare a Pignola e Potenza giovani creativi provenienti da Spagna, Portogallo, Macedonia del Nord, Serbia e Malta, con i quali abbiamo cercato di ricostruire, attraverso l'arte, la riqualificazione di una periferia (My City of Concrete - 2022), di abbattere gli stereotipi di genere (All About Lilith and Other Rebel Girls - 2022) e di promuovere la cittadinanza attiva su tematiche sociali (The Rise of Youth Artivism - 2024).
I partecipanti, in collaborazione con il nostro gruppo di italiani, hanno realizzato video arte, graffiti, performance relazionali, disegni e si sono esibiti come DJ. Ma soprattutto, hanno contribuito alla creazione di una cittadinanza europea che nasce dal confronto tra culture diverse e dalla sinergia delle diverse forme di creatività artistica.
I progetti sono stati possibili grazie al finanziamento e al supporto della EU (erasmusplus.it ) e alla partecipazione dei partner di progetto Asociación Cultural Boudicca, Centar Za Balkanska Sorabotka-Loja, Collippo Youth, Embaixada da Juventude, Kultur Nacija, Secuencia e World Net che ha seguito ogni processo delle tre residenze.
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Questioni di architettura
S.Maria della Consolazione (Bramante)
Mi è successo di incontrare un’architettura. Da molto tempo non mi capitava; ha risvegliato in me ricordi vivissimi, ma soprattutto ha suscitato un pensiero che ritengo utile esternare, perché frutto dei tempi mutati rispetto a quelli della prima esperienza del genere (avevo esattamente 18 anni e mi trovavo sotto la volta in moto del S. Carlino alle Quattro Fontane, a Roma). Si tratta del tempio costruito a Todi dal grande Bramante: la dimensione, la cura dei particolari, l’audacia del progetto, il rigore nell’esecuzione di un’idea precisa, il successo nell’averla realizzata esattamente nelle forme in cui l’aveva concepita erano evidenti: dentro si svolgeva una cerimonia antica e sentita: la gente che assisteva al matrimonio era vestita a festa, gli oratori (erano tre) la officiavano con convinzione. Mi sono illuso di star vivendo altri tempi, quelli in cui città non designava un’entità caotica fortemente disomogenea, ma era frutto di una civiltà cosciente della propria cultura visiva e della propria missione, in cui tutti erano chiamati a contribuire alla sua costruzione. I tempi in cui fra le varie comunità della penisola si svolgeva un po’ dovunque una gara a produrre le opere migliori: in Italia e non solo nella Toscana di Firenze, Pisa e Siena la rivalità è stata per secoli altamente feconda.
Todi, Piazza del popolo
Ma veniamo a noi. Subito dopo la guerra sono stato testimone della svendita ai geometri, ad opera del regime democristiano, del suo incomparabile patrimonio paesistico, quello che aveva retto addirittura sotto quello totalitario precedente. Vado veloce, non sto qui a discutere le circostanze storiche per cui questo è avvenuto, so solo che i sogni del Movimento Moderno si sono infranti in pochi anni e le “Città nuove” inglesi sono state l’ultima illusione a disposizione dei giovani architetti dell’epoca aspiranti urbanisti. Ma ho avuto anche l’avventura di assistere a un fenomeno ancora più grave innestatosi sul precedente: il turismo di massa. La sana curiosità verso altre culture, con buona pace degli ultimi pionieri attivi in un’arte di matrice soprattutto anglosassone (i vari Fulton, Tremlet e Long), ha mostrato chiaramente i suoi limiti. L’attrazione verso l’ignoto, di romantica memoria, rinfocolata dai vari Conrad e Verne alla ricerca di Passaggi a Nord Ovest, a mio avviso è stata ridicolizzata dalla foga all’evasione purchessia e ha riempito di masse becere col naso in aria dietro imbonitori culturali tutti i luoghi più famosi. La politica, cieca anche sul piano che più le compete, quello dell’economia, è stata costretta all’ultimo minuto a salvare almeno i centri storici, ma i buoi erano ormai scappati. Il turismo di massa la fa da padrone dovunque e comunque, il degrado conseguente è stato velocissimo, inarrestabile. Le prime città a cadere sotto i colpi della “pazza folla” naturalmente sono state le più famose (in Italia prima che altrove; basta pensare a cosa sono diventate Venezia, Firenze, Roma, Palermo ecc), ma a ruota sono seguite un po’ tutte. Per quanto riguarda il patrimonio culturale e paesistico, l’erosione è cominciata dalle coste per penetrare inesorabilmente all’interno, travolgendo un po’ tutto. Il disastro è sotto gli occhi di chiunque non abbia subìto una trasformazione antropologica, è incontestabile.
Capela do Monte di Alvaro Siza (foto di João Morgado)
Ma finiamola con queste lamentele da vecchio nostalgico e occupiamoci, se possibile ancora una volta, di architettura partendo dal monumento citato. Ero reduce da un viaggio di lavoro nel nord del Portogallo (a Cerveira, ai confini con la Spagna) e sotto l’impressione positiva di trovarmi in un paese in cui si poteva ancora parlare di quel mestiere perché praticato un po’ dovunque, con correttezza oltre che in qualche punto con autentica passione. Accenno almeno all’impressione positiva che ho avuto da spostamenti in macchina, ma anche a piedi, nel tessuto urbano di alcuni piccoli centri e di una grande città: assenza o per lo meno misura nell’uso dei cartelli pubblicitari, quasi nessun abuso visivo vistoso, pochissimi gli stupri graffitari, cura dei particolari urbani, che so per esempio nei box di attesa degli autobus, nella cantieristica stradale mai caotica o ingombrante, nella distribuzione dei cassonetti della spazzatura, nella mancanza di sporcizia per le strade (non ho visto cicche di sigarette o quanto meno cartacce in giro, ecc).
La giostra di Cerveira, tutta di legno e azionata a pedali (Foto M. Teles)
La visita al grande Museo di Porto (il Serralves), con la sezione dedicata all’opera di Alvaro Siza, ha aperto le mie speranze: allora è ancora possibile, allora non tutto è perduto, l’architettura non è morta. Il flusso turistico cantabrico dal ponte che unisce Cerveira con la Spagna invade questo piccolo centro rimasto intatto, con la sua fiera affollatissima in cui puoi trovare ancora una giostra per bambini costruita tutta in legno e mossa dalle robuste gambe d’un volonteroso pedalatore, ma senza sconvolgerlo, senza stuprarlo, come invece è avvenuto da noi dovunque.
L’amarezza per il confronto sfavorevole col mio paese ha fatto posto a una constatazione evidente: l’esempio di due grandi architetti che vivono e operano un po’ in tutto il territorio nazionale (oltre a quello nominato anche Eduardo Souto de Moura) evidentemente ha dato i suoi frutti, almeno in quella parte in cui ho fatto la mia esperienza recente (circa vent’anni fa ero stato a Lisbona e avevo avuto la medesima impressione). Evidentemente la politica post rivoluzionaria in quel paese è stata lungimirante, perché ha investito positivamente risorse nel bene comune: il territorio. Ho tirato un sospiro di sollievo, ma torniamo a Todi.
Un salto nel passato reso significativo dalla precedente esperienza: la città, al contrario di quelle più famose della stessa regione, è ancora intatta dal turismo di massa, è ancora “paese”, e il tempio del Bramante non è isolato dal contesto territoriale. Ho pensato a Città di Castello, feudo del grande Burri, a Montepulciano, dove un altro esempio purissimo rende evidente che l’utopia del Rinascimento non era un fenomeno isolato. Il Cupolone brunelleschiano, l’audacia del quale supera tutti gli esempi, può essere pure invaso oggi dai giapponesi, ma tutto non è perduto: c’è un’altra Italia che resiste alle ultime invasioni barbariche. Naturalmente la mia esperienza, comunque di lavoro, non è completa, ma facendo tesoro di escursioni avvenute in tempi precedenti in altri luoghi del Centro toscano, umbro, marchigiano e laziale, ha rinfocolato le mie speranze.
La parola resistenza non è astratta e deriva, forse un po’ utopisticamente, anche da un’esperienza altamente positiva fatta a contatto con chi come me crede alla possibilità di salvare qualcosa. Si tratta dell’opera intelligente del figlio d’un famoso artista dell’arte povera che, scegliendo di vivere il territorio scelto dal padre in tempi più felici, continua l’opera del genitore sfruttando la ricchezza agricola e culturale del territorio. Si tratta solo di un esempio, ma non isolato: una certa tendenza al “ritorno” si constata un po’ dovunque, soprattutto nelle zone interne, ma quello di Matteo Boetti è particolarmente significativo (sposa l’attività di gallerista poeta con quella di agricoltore a tempo pieno). Per inciso, in contraddizione con la sua denuncia dell’abbandono dell’Appennino Centro Meridionale (evidente in opere come Nevica, ne ho le prove, ma soprattutto Terracarne) anche l'opera letteraria di Franco Arminio fa sperare che quel triste fenomeno non sia irreversibile. In conclusione: voglio essere ottimista.
Ma è possibile una conclusione per un argomento così vasto, un tema che per essere affrontato adeguatamente avrebbe bisogno di uno spazio ben più vasto di quanto è consentito in un foglio di rivista on line come questo? Sarò sintetico al massimo, sperando che la malignità, merce corrente fra gli intellettuali, lasci da parte i suoi soliti trucchetti e che una certa benevolenza per l’insufficenza necessaria al foglio dia una mano a comprendere la sintesi.
Padiglione del Portogallo all'Expo del 1998 (Lisbona, Alvaro Siza)
L’architettura non è solo il prodotto di archistar più o meno valide (che so, Siza piuttosto che Ghery, Souto de Moura piuttosto che Pergolesi), ma lo è anche. Certi mastodontici studi professionali (quello di Piano ne è un esempio) sono composti da gente con le palle, perfettamente cosciente che, per esempio, l’immensa copertura del padiglione portoghese dell’expo ’98 di Lisbona, realizzato dal primo dei nominati in un paese fortemente a rischio terremoto, sono frutto, più che della fantasia del capo (pochi privilegiati si sono conquistati il diritto allo schizzo geniale), del lavoro di una troupe di ingegneri che ha fatto la sua parte per mesi, forse per anni: la parola sinergia non è astratta.
La funzione dell’archistar non è solo quella di produrre edifici o manufatti edili, ma nella società in cui opera di dare l’esempio di rigore costruttivo. Solo così produrrà i suoi frutti capillari, nel senso che facciano da guida per altri.
L’archistar non può niente senza un tessuto politico che accolga favorevolmente il suo pensiero, il pensiero del gruppo che dirige e quello che ho cercato di riassumere nella parola “città”: il tempio bramantesco non è nulla senza il palazzo del popolo, senza una piazza in cui inserirsi, senza il tessuto occupato dai vari Matteo, magari venuti d’oltralpe.
L’architettura è prima di tutto l’arte della disposizione degli spazi occupati dalle varie funzioni: il mestiere più difficile e più importante, perché cura la vita nei suoi aspetti essenziali, mangiare, dormire al coperto; in una parola proteggere la stanzialità. Oggi (lo dico con cognizione di causa e con l’amarezza di aver perduto per sempre una bottega) c’è molto più bisogno di architetti interessati alla vita quotidiana della gente comune che di archistar di grandi strutture.
Ma soprattutto poi l’architettura è cura del particolare. Una progettazione, nel senso più vasto del termine, che coinvolga chi la abita quotidianamente, che so, nella scelta (operata da Paola, Isetta o chi per lei) della pianta grassa sul tavolo da pranzo, nell’accettazione, anzi nella selezione cosciente della ruggine della seggiola da giardino che mi trovo sotto il culo, nel rispetto dell’enorme gelso che minaccia con le sue radici addirittura la casa, nel caos ordinato di un gusto che rispetta l’antico come il tappeto nuovo, magari venuto dall’Afganistan, nel gradino memoria.
Infatti l’architettura è sostanzialmente memoria e mi vengono in mente le parole di un mio maestro di sessant’anni fa (Ludovico Quaroni): la città non può vivere senza.
FDL
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Previsioni ottobre 2024 - di Jucelino Luz
Previsioni ottobre 2024 – di Jucelino Luz (Le previsioni non sono predestinazioni)(Águas de Lindóia, 28 settembre 2024) L’attacco nel nord del Pakistan potrebbe uccidere più di 25 persone; In Francia un temporale miete vittime, manifestazioni diffuse anche in tutto il Paese e possibili attentati alla vita di persone innocenti in quella località; Portogallo, Spagna e Italia si trovano ad…
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Il santuario del Bom Jesus do Monte si erge in cima ad una monumentale scalinata barocca a Braga in Portogallo. La scalinata, scolpita nell'austero granito grigio evidenziato dal biancore dei muri a calce, è l'illustrazione del barocco del nord del paese.
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Messina: il 29 settembre a Villa Dante giovani da tutta Europa per l'evento "Sport in Progress"
Messina: il 29 settembre a Villa Dante giovani da tutta Europa per l'evento "Sport in Progress" Nell'ambito della Settimana Europea dello Sport, in programma ogni anno dal 23 al 30 settembre, un gruppo di 40 giovani dello Youth Exchange "Sport in progress", un progetto nell'ambito del programma Erasmus+, provenienti da Croazia, Macedonia del Nord, Slovacchia, Spagna, Portogallo, e italiani, supportati dall'associazione messinese "The Cave", ha organizzato una manifestazione, patrocinata dal... Leggi articolo completo su La Milano Read the full article
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In Portogallo 7 persone sono morte nei vasti incendi nel nord e nel centro del paese
https://www.ilpost.it/2024/09/17/incendi-portogallo-morti-2/ Pompieri a Sever do Vouga, una città nel nord del Portogallo, il 16 settembre (AP Photo/Bruno Fonseca) In Portogallo almeno 7 persone sono morte negli incendi divampati lo scorso fine settimana e continuati lunedì e martedì nel nord e nel centro del paese. Secondo la Protezione civile portoghese al momento sono attivi 54 incendi…
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Napoli in testa: le città più amate per le vacanze
I viaggi rappresentano un'occasione per rilassarsi, esplorare nuovi luoghi e immergersi in culture e tradizioni diverse. Ma quali sono le destinazioni preferite dagli italiani? Un recente studio svela i luoghi più cercati per trascorrere le vacanze, rivelando tendenze interessanti e sorprendenti in Italia e all’estero. Sardegna al Nord, Puglia al Sud: le mete italiane più amate Tra le regioni italiane è da segnalare la popolarità crescente di Basilicata e Umbria, precedute da destinazioni classiche come Toscana e Trentino. In testa le due grandi isole e una regione marittima che ha guadagnato grande popolarità negli ultimi anni. Sorpende in questo caso l’assenza di Campania e Lazio. Interessante anche la distribuzione geografica che vede una netta divisione tra nord e sud del paese: al nord domina la Sardegna, mentre al sud si distingue l’interesse per la Puglia. Albania meglio degli Stati Uniti, avanza la Turchia Tra le mete estere per le vacanze, Tunisia e Marocco aprono la top 10 seguiti da Portogallo e Turchia, mentre fa notizia la posizione bassa della Spagna. In cima alle preferenze Croazia, Grecia e Albania, con quest’ultima che ha recentemente superato gli Stati Uniti grazie alla promozione delle sue bellezze naturali. Le preferenze variano significativamente a seconda delle regioni italiane, con un forte interesse per l'Albania al sud e per la Grecia al nord; in calo l’Egitto. Questi dati offrono uno sguardo interessante sulle scelte di viaggio degli italiani, lasciando spazio per ulteriori approfondimenti nella ricerca completa. Vacanze: Assente Roma, Napoli in testa Lo studio prosegue con l’analisi delle città italiane più cercate e con una sopresa: l’assenza di Roma. Siracusa, Mantova, Peschiera del Garda e Trieste occupano le ultime posizioni, mentre Bologna e Firenze si confermano mete intramontabili. Sul podio le soprendenti Matera e Ortigia, in testa Napoli con un ampio margine di vantaggio (con il capoluogo campano che ‘vendica’ così l’assenza della regione nella prima classifica). A livello regionale, Napoli prevale nella maggior parte delle regioni, su tutte Sardegna, Abruzzo e Liguria, mentre Firenze domina in Toscana e Valle d'Aosta. Quattro città spagnole in classifica, ma la vetta delle vacanze è portoghese La ricerca si conclude con il ranking delle città estere, aperto da Berlino, Barcellona e Madrid a pari numero di ricerche, con New York che rappresenta l’unica città non europea in settima posizione. Il primato spagnolo è confermato da Valencia e Siviglia (quinto e quarto posto), mentre le imperiali Vienna e Budapest occupano i gradini più bassi del podio. Lisbona emerge come la città più cercata con 900 ricerche. Le preferenze regionali variano notevolmente: Valencia in Emilia-Romagna, Vienna in diverse regioni del centro-sud (ma la percentuale più alta è nel vicino Friuli) e Budapest in Sardegna, Puglia, Veneto e Trentino. Lisbona riscuote il maggior successo nelle Marche. Foto di Lajos Móricz da Pixabay Read the full article
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Madeira
La missione Copernicus Sentinel-2 ha catturato una rara immagine priva di nuvole sopra l’arcipelago portoghese di Madeira, nell’Oceano Atlantico settentrionale. Situato al largo della costa nord-occidentale dell’Africa, l’arcipelago è una regione autonoma del Portogallo e comprende due isole abitate, Madeira, la più grande, e Porto Santo (in alto a destra), e due gruppi disabitati, le Desertas…
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4 dolci pasquali del Portogallo
Dopo avervi elencato 24 dolci natalizi passiamo ora a 4 dolci pasquali. Un vero viaggio goloso tra i sapori del Portogallo dal nord al sud del Paese. Cosa ne dite di stupire amici e parenti proponendo a tavola un dolce tipico portoghese? 1- Broinhas de abóbora da Páscoa Foto: teleculinaria.pt Le broinha sono un prodotto tipico e unico di Santa Comba Dão associato alla Pasqua, la cui origine si…
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Ecco i 20 Paesi Nato che Trump minaccia di non difendere: c’è anche l’Italia
Chi non li rispetta Fanalini di coda sono invece Lussemburgo (0,72%), Belgio (1,13%) e Spagna (1,26%). Sotto il target del 2% e dunque nella «lista nera» di Trump ci sono anche: Turchia, Slovenia, Canada, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Norvegia, Olanda, Albania, Croazia, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro e Francia (quest’ultima per poco, è all’1,9%). La…
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Junior Eurovision Song Contest 2023 a Nizza
Manca poco per la partecipazione della Rai al Junior Eurovision Song Contest, versione giovanile della popolare competizione canora, che si terrà nell’ultimo weekend di novembre. A rappresentare l’Italia per il saranno due artiste provenienti dalla prima edizione italiana di The Voice Kids: la vincitrice Melissa Agliottone, di Civitanova Marche, con l’altra finalista Ranya Moufidi, di Ciserano (Bergamo), in un inedito duetto ed entrambe le cantanti hanno meno di 14 anni, così come richiesto dal regolamento della gara europea. La manifestazione, ora giunta alla ventunesima edizione, si terrà domenica 26 novembre a Nizza, in Francia, che è stato il paese vincitore dell'edizione del 2022, mentre la canzone con cui Melissa e Ranya rappresenteranno l’Italia verrà presentata nei prossimi giorni. Direttore artistico del brano è il cantautore Franco Fasano, che ha un’ampia esperienza nella produzione di canzoni per bambini e ragazzi. Anche quest’anno Rai Kids seguirà il Junior Eurovision Song Contest con una diretta, da Nizza e dagli studi Rai di Torino, prevista nel pomeriggio di domenica 26 novembre su Rai 2 e RaiPlay, dove a commentare la manifestazione sarà il conduttore Mario Acampa insieme ad altri ospiti. Il Junior Eurovision è un mezzo per dare spazio a giovanissimi talenti di tutta Europa e di far conoscere, con canzoni e coreografie, la ricchezza delle tradizioni artistiche e musicali del nostro continente. Con Heroes, lo slogan di questa edizione, il Junior Eurovision Song Contest 2023 avrà quest’anno la partecipazione, oltre all’Italia, di Albania, Armenia, Estonia, Francia, Georgia, Germania, Irlanda, Macedonia del Nord, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Spagna e Ucraina. Rai Kids si è occupata della scelta delle giovani interpreti e del brano, in collaborazione con Universal Music Italia, per la produzione del brano delle due giovani artiste, con la collaborazione e la supervisione della Direzione Relazioni Internazionali e Affari Europei della Rai, a cui è affidato il coordinamento delle attività legate all’evento, con particolare riferimento ai rapporti con la produzione dell’Host Broadcaster France Télévisions e l’European Broadcasting Union. Read the full article
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Madeira è l'arcipelago delle meraviglie del Portogallo, a 500 km dalle coste africane, dove il clima è sempre mite e i paesaggi sono mozzafiato. Se state pensando ad un viaggio in Portogallo, vale la pena concedersi una lunga sosta nella bellissima isola dell'Atlantico che, a ragione, viene anche chiamata "giardino galleggiante". L'arcipelago di cui fa parte è composto da 8 isole, Madeira e Porto Santo sono le uniche due abitate.
L'isola di Madeira gode di un clima mite tutto l'anno. In questo arcipelago dove è sempre primavera, la stagione autunnale è forse il periodo migliore per visitarla: è notevolmente più mite delle isole Azzorre e le piogge sono meno frequenti; i mesi di ottobre e novembre sono anche molto più economici affollati rispetto all'alta stagione e in città e sulle spiagge non troverete folle di turisti della stagione estiva. Vale la pena visitarla per i suoi paesaggi incontaminati, le sue spiagge paradisiache, le montagne e i paesini.
Madeira è l'isola perfetta per chi ama il trekking, potrete scegliere tra numerose escursioni e percorsi di trekking. L'isola è ricca di sentieri di montagna, ma i percorsi più memorabili si trovano sulle levades, i particolari canali di irrigazione costruiti a Madeira a partire dal sedicesimo secolo che attraversano la massa basaltica dell'isola per trasportare l'acqua dal nord al sud dell'isola.
Salite fino al Pico de Ruivo per godere dello spettacolare panorama sull'isola o percorrete il trekking delle 25 fonti che vi porterà in mondo magico fatto di cascate, boschi e natura lussureggiante in tre ore di cammino.
Un altro bel sentiero è quello sulla costa di São Jorge, un percorso scavato nella roccia di circa 3 km. Il momento ideale per fare trekking a Madeira è ad ottobre e novembre quando le temperature sono decisamente più miti rispetto ai mesi precedenti.
Ma non è tutto, l'isola è il paradiso della gastronomia, specialmente per chi adora la frutta, il pesce fresco e il buon vino.
Vale la pena assaggiare le piccole banane dell'isola, le castagne o i frutti tropicali come la guava o la cherimoya. Se amate il pesce e i frutti di mare assaggiate i filetti di pesce coltello o le bistecche di tonno con contorno di croccante mais fritto, il polpo e i frutti di mare (patella e littorina).
Fatevi servire una Coral fredda (la birra lager prodotta sull'isola) e una porzione di patelle come aperitivo, non ve ne pentirete. Il mercato più famoso dove poter assaggiare queste prelibatezze è il Mercado dos Lavradores di Funchal.
Sull'isola troverete moltissimi vigneti, specie nelle zone di Funchal, Estreito Câmara de Lobos, Ribeira Brava, Porto da Cruz, São Vicente e Ribeira Janela. Potrete passeggiare per le vigne, visitare le cantine, fare percorsi degustativi e prendere parte alla vendemmia.
Madeira è l'isola perfetta per chi fa surf. L'inverno è il momento migliore per andare a fare surf in Portogallo, ma l'autunno offre comunque delle buone possibilità per trovare onde perfette specie sui litorali occidentali e sud occidentali; non è detto che non troviate buone onde anche sull'isola di Porto Santo.
Disseminati sull'isola ci sono anche tanti piccoli paesini di pescatori dove la vita scorre lenta e tranquilla.
Fermatevi a Santana, un vero e proprio villaggio da favola fatto da casette colorate dai tetti di paglia che hanno la forma tipica di una capanna, vi sembrerà di essere in una favola dei fratelli Grimm.
Non perdete le spiagge nere di Prainha e di Praia da Lagoa. Raggiungete le spettacolari piscine naturali di Porto Moniz create dalle rocce di origine vulcanica: qui la temperatura dell'acqua è più calda rispetto a quella dell'Oceano per via della zona di ristagno creatasi grazie alle rocce.
La miglior destinazione per gli amanti delle spiagge sabbiose nell’arcipelago di Madeira è senza ombra di dubbio l'isolotto di Porto Santo. Lungo i 100 chilometri di costa dell’isola troverete distese di sabbia nera vulcanica, spiagge di sabbia dorata e baie di ciottoli
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