#non sentirsi amati
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Sì
Richiedo un amore grande, totalizzante, assurdo, passionale, costante. Difficile.
Sì
Sono un po' gelosa, possessiva, suscettibile, bambina,
mi rigiro come un lupo ferito.
Sì
È difficile stare con me
ma come so amarti io, come io so darmi a te...
Nessuna mai.
-PersaDentro-
12/06/23
#ho voglia di amore#amare davvero#non sentirsi amati#non sentirsi abbastanza#sofferenza#bisogno d'amore
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Non accontentarti...
Trova qualcuno che ti faccia sentire speciale e amata...
Trova qualcuno che ti ami e ti completi...
Ti auguro di trovare qualcuno che non ti dia mai per scontata!
Non è facile ma, per favore, non accontentarti...
Se io l'avessi fatto, adesso non starei con l'amore della mia vita ❤️
#amore#amore mio#amore vero#accontentarsi#amare#sentirsi amati#non riesco a pensare ad una vita senza di lui#lui è la mia felicità#coppia#felice#amata#speciale#lavitaeunillusione98
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Fa troppo male quando non si riceve l’amore di cui si ha tanto bisogno. Sentirsi così lontani pur essendo così vicini, quando vorremmo solo sentirci amati, ricevere qualche piccola attenzione.. fa male perché in fondo lo sappiamo bene che non è questo che meritiamo..
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Non c'è nulla come sentirsi amati per essere felici.
Ma la felicità non capita a tutti.
cywo
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Amarsi ogni giorno significa guardarsi allo specchio e sorridere dei propri difetti.
Amarsi ogni giorno significa non rimproverarsi, non farsi assalire dai sensi di colpa, non lasciarsi abbattere dalle sconfitte.
Amarsi ogni giorno significa avere fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, avere un’alta autostima, sentirsi belli senza desiderare di essere migliori, non lasciarsi distruggere dalle critiche e dai giudizi altrui.
Amarsi significa essere anche un pò egoisti e narcisisti perché non si può pretendere di amare il prossimo senza prima amare pienamente se stessi.
Perciò amati ogni giorno di più e quando sentirai l’odio montare dentro di te, fermati, respira, sorridi. Non dimenticare che quel che l’odio vuole distruggere, l’amore lo crea.
Sempre.
-Sabrina Ferri
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La mia psicologa mi ha spiegato che: nelle persone che soffrono d'ansia, quando questa si manifesta come un dolore al petto o sensazione di soffocamento, solitamente è dovuta a dei traumi legati all'implorare di essere amati e al non sentirsi ascoltati. II tuo corpo registra il dolore emotivo come dolore fisico intrappolato dentro di te.
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Ti volevo dire che è normale rileggere alcuni vecchi messaggi. E va bene se pensi di provare ancora qualcosa per quella persona. Magari ci sono giorni in cui ci pensi di continuo alternati ad altri in cui, quella persona, non è altro che un capitolo chiuso. Fa sempre strano smettere di amare qualcuno. Perché sì, finisce, ma ciò che provi non si ferma lì, alla parola addio. Ti porti dietro il tempo passato insieme, il legame che si è creato. Poi, tutto è andato in frantumi, ma questo, per il cuore, non ha importanza. Fa sempre un certo effetto chiudere con un ricordo, perché per dirsi addio basta un attimo, un bel respiro e via. Ma arrivare al punto in cui si è consapevoli per la prima volta che è tutto finito, ciò che è stato è andato perduto, non si ripeterà più, non si riprenderà più.
Ecco, per arrivare a questo punto, ce ne vuole di tempo, di cuore e di amor proprio, soprattutto. Ti volevo dire che va bene se certi giorni ti basta un soffio per crollare. Ma ne arriveranno altri, altre persone, nuovi incontri, sorrisi diversi, sguardi complici, tramonti insieme, mani strette fortissimo, le gambe che tremano, un’emozione che divampa, e tanta, tantissima felicità. Alla fine, ti rendi conto che ti manca qualcosa, ma non proprio quella persona, perché poi ne arriva un’altra, non ci speri, non ci credi, ma arriva e ti sorprende perché ti tratta in un modo insolito, come nessuno ti ha mai trattata. E allora ti accorgi che l’amore può essere reciproco, le storie non devono per forza reggersi unicamente sulle tue gambe. Fa sempre strano sentirsi amati, capiti, valorizzati per la prima volta. Non sei una persona, sei la sua persona, non in senso di possesso, semplicemente sentite entrambi di appartenervi da sempre e e tutto scorre, nulla necessita di essere sforzato. E ciò che una volta sembrava un miraggio, tra le braccia giuste è semplice realtà.
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É triste non sentirsi amati.
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pensavo, perché ultimamente non faccio altro; mi perdo tra le onde dei miei pensieri dissociandomi completamente dalla realtà. Presa in ostaggio dalla mia mente.
Pensavo, ho questo blog dal 2013, ero una bambina, non avevo idea di come mi avrebbe cambiata la vita, quante volte avrei preso porte sbattute sul muso da chi amavo. Avevo tredici anni ed avevo ancora tutto, solo che non lo sapevo. Mio padre era ancora al mio fianco e nonostante il nostro rapporto complicato e travagliato, ero contenta fosse lì per tutte le volte in cui, non sapendo risolvere un problema, interveniva con il suo sostegno. Avevo una casa, da chiamare casa, da sentire casa, mura salde e stabili, sicure e calde, un posto in cui correre dopo ogni giornata storta. Avevo un sorriso, le persone più vicine a me avevano un sorriso. Avevo tredici anni e soffrivo perché provavo un amore platonico per una persona conosciuta qui, nel pieno della sua adolescenza, nel pieno della mia infanzia. È stata la prima volta che ho capito cosa significasse non essere amati. Avevo quattordici anni quando il mio mondo, la mia casa, le persone a me più vicine sono crollate. Avevo quattordici anni e cercavo me stessa sotto le macerie di ciò che era rimasto cercando di rimettere in piedi ciò che non avevo apprezzato abbastanza. Sono rimasta qui, a scrivere, anno dopo anno, passo dopo passo, mattone dopo mattone, ho ricostruito la mia vita, ho costruito il mio dolore, forte e potente come mai nessuno è riuscito ad amarmi per poterlo cancellare o, almeno, lenire.
Ora ho ventiquattro anni, metto le mie fragilità in piazza, perché essere fragili è diverso dall'essere deboli. Metto le mie fragilità in piazza cosicché, chi come me, possa non sentirsi solo. Ho ventiquattro anni, sto per laurearmi, lavoro, ho un nome, sono cresciuta. Ma c'è una cosa che non è cambiata dai tredici ai ventiquattro, ed è che so perfettamente come ci si sente a non essere amata. So come ci si sente a togliere da se stessi tutto il bene per donarlo all'altra persona, per poi vedere che l'altra persona non valorizza nemmeno una briciola di tutto ciò che gli hai dato. Dai tredici ai ventiquattro ho amato persone che non mi hanno amata, ho amato chi mi ha usata, chi mi ha tormentata, chi ha giocato a calcetto con il mio cuore, chi non ha mai desiderato avermi accanto ma stava lì solo per prendersi ciò che davo.
Ho ventiquattro anni e conosco il dolore in ogni forma, in ogni colore, in ogni modo ed in ogni sapore. Ma dell'amore reciproco, io non ne so proprio niente.
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Una volta che avrai conosciuto il Dolore sarà difficile.
Una volta che hai conosciuto il dolore e succede qualcosa che lo fa salire nuovamente in superficie si attivano una serie infinita di campanelli di allarme e lampeggiano e suonano sempre più forte sempre più luminosi e cercano di metterti in guardia.
Vogliono avvertirti che è lì dietro l'angolo la ferita sanguinante, mai richiusa completamente, e si sta aprendo sempre più.
E ti sale il panico perché non sai cosa fare per non sprofondare di nuovo nel Dolore. La ferita si sta aprendo, ti sembra di impazzire, pensi solo " fa male, fa troppo male" , chiudi tutto, la mente si rifiuta di pensare a ciò che provoca male e ti ammutolisci. Così lui si allontana. Apparentemente... Basta poco a risvegliarlo.
Il Dolore ti fa paura, ti fa così paura a questo punto della tua vita che vorresti solo tornare bambina e credere ancora a quel " andrà tutto bene ". Un abbraccio a spazzare via tutto ...
-PersaDentro-
31/01/2023
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#c'è troppo dolore qui#sofferenza#morire dentro#non sentirsi abbastanza#non sentirsi amati#sentirsi sbagliati#troppo dolore#mi sento uno schifo
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"Tu sei il mio posto felice"
Utilizziamo spesso questa frase quando amiamo, perché oggi come oggi non è facile sentirsi nel posto giusto al momento giusto.
L'amore non ci fa sentire sbagliati, ci fa essere noi stessi, ci fa fidare dell'altro, di chi a sua volta ci ama.
Impariamo che diventa il nostro posto la persona che pur non parlando sempre d'amore ce lo dimostra continuamente.
L'amore ci fa sentire compresi da una realtà che spesso marcia su di noi con la sua gravità.
Essere il posto felice di qualcuno significa essere la persona più importante di quel qualcuno, essere la sua persona, essere il messaggio che durante una giornata noiosa e grigia tanto aspettiamo e che ci fa sentire amati, felici.
Nonostante in amore non esista giusto o sbagliato, il posto giusto non è altro che la persona che amiamo.
-G. Langella
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Il giovedì prima di Pasqua, Gesù insieme ai suoi discepoli consuma la cena, dopodichè celebra il rito della lavanda dei piedi. (📖 Gv. 13:1-15)
Ugualmente faccio io la comunione: "Rompo il pane e lo mastico, cosi come ci dice il Signore, (mangiatene tutti e per mangiare è necessario masticare) e bevo vino rosso alla sua memoria.
Sentirsi lavare i piedi è una cosa che umanamente può fare uno strano effetto se non si è in sintonia con il Signore e la sua parola. Ma lavarli a fratelli e sorelle sapendo che si sta compiendo la sua volontà nel suo nome, è davvero edificante e appagante cosi come amare più che essere amati. Alleluyah! Amèn!
lan ✍️
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Ogni persona, è una 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮 𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮, e visivamente indipendente nella forma: nessuno di noi rappresenta un'estensione fisica o metafisica degli altri; nessuno di noi ha il dovere di vivere secondo le ragioni degli altri; ogni persona ha diritto ad auto-determinarsi, a decidere in modo svincolato dalle aspettative familiari la strada che vuole intraprendere.
Ogni persona ha diritto di vivere secondo le propensioni positive e le aspettative positive che la riguardano: gli altri, familiari o meno, cari o meno, amati o meno, non hanno alcun diritto di sentirsi delusi quando ci allontaniamo dalle loro aspettative per la nostra vita, perché ciò rappresenta una violenza psicologica.
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L’amore non giustifica tutto. Prima o poi ci si stanca di dare senza mai avere, di subire senza mai sentirsi chiedere scusa, di non essere amati come si deve. Magari non si smette d’amare, ma si va via. Per non impazzire, per vedere se potrebbe andare meglio. Si va via, prima o poi.
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IL NEMICO DELLA COPPIA
Sai qual è il nemico n.1 di una coppia felice? La critica costante nei confronti del proprio partner.
La Testardaggine. Il non volersi mettere nei panni dell'altro.
Il Giudicare senza parlare, infatti, rovina la coppia al punto da portare alla rottura. A dirlo sono gli esperti di relazioni, come John Gottman, che l’ha identificata come una delle principali cause della rottura di un rapporto. Eh già, perché incolpare spesso l’altro/a e giudicare quello che fa e che dice può diventa un’abitudine dannosa, che lentamente logora il legame e può portare anche alla separazione.
Questo non vuol dire che bisogna accettare passivamente i comportamenti del partner che non ci piacciono o far finta che non abbia difetti, perché ne abbiamo tutti.
È normale lamentarsi quando qualcosa non ci sta bene. La differenza è come lo si fa, il modo in cui lo diciamo all’altro. Perché un conto è mettere in discussione un atteggiamento, altro è offendere una persona e sottolineare le sue mancanze per denigrarla. Nel primo caso la critica è costruttiva, nel secondo serve solo a ferire.
Come ha spiegato all’HuffPost il terapista Kurt Smith: “una critica salutare riguarda il comportamento e non la persona. Possiamo dire al nostro partner cosa pensiamo o come ci sentiamo senza criticarlo come individuo". Ecco perché in coppia è importante avere accanto un compagno o una compagna che non ti giudichi, ma che sia capace di incoraggiarti e farti vedere quello che non va, aiutandoti a migliorare.
I modi in cui giudicare rovina la coppia: non lo sai, ma quando giudichi parli di te stesso/stessa e corri il serio rischio di perdere il treno giusto.
Abbassa l’autostima e la fiducia nell’altro. Le critiche ripetute possono essere deleterie per la considerazione che abbiamo di noi stesse. Perché visto che vengono dette da qualcuno che dovrebbe amarci, rischiamo di credere che siano vere e mettiamo in discussione il nostro valore. Inoltre sentirsi sempre sotto giudizio, ci fa dubitare del fatto di poterci affidare liberamente all’altro. E questa mancanza di fiducia può far male come un tradimento.
Diminuisce l’intimità. I giudizi negativi creano una distanza emotiva, perché non ci si sente accolti e amati. E questo innesca dei risentimenti, che ci fanno allontanare dal partner.
Si creano dei giochi di “potere”. Chi critica, spesso si mette in qualche modo in una posizione di superiorità, perché dall’alto dei suoi giudizi afferma quello che è corretto o sbagliato, facendo sentire l’altro inferiore e in difetto. Così si sbilancia il rapporto, creando una possibile crisi di coppia.
Quando è costante è una forma di abuso emotivo. Ormai le sue offese sono all’ordine del giorno? Chi usa la tattica delle critiche per avere un controllo sulla relazione e avere il sopravvento sul partner, sta mettendo in atto una violenza psicologica. E se è così, è sano mettere un punto alla storia.
Come riconoscere una critica distruttiva nella coppia
Che sia tu a giudicare il partner o ad essere giudicata, è importante capire se la critica è costruttiva o distruttiva. Perché se la prima può esserti d’aiuto per aggiustare il tiro sul comportamento e quindi è un aiuto per migliorarsi, la seconda è solo controproducente, perché mina a svalutare e a ferire senza cambiare le cose. In questo caso si tratta di vera e propria offesa che rovina il rapporto. La critica distruttiva di solito ha queste caratteristiche:
è una dichiarazione in cui si usano le parole “sempre” o “mai”,
ha il tono di un’affermazione perentoria che non apre al dialogo,si usano parole offensive e umilianti, appiccicando all’altro/a etichette e giudizi che non lasciano spazi al dubbio.
Allora come si fa a criticare in modo costruttivo?
Sei la criticone/a della coppia? Ci sono degli efficaci escamotage che puoi usare per far vedere al partner che sta sbagliando senza farlo sentire vulnerabile.
Purtroppo si rischia di vivere di rimpianti.
Sooprattutto non offendere. Secondo il coach Kyle Benson, di solito le persone ricorrono alle critiche come forma di autoprotezione, cioè attaccano e danno la colpa all’altro dei problemi, invece di abbassare le difese e dire ciò di cui hanno realmente bisogno. Quindi un primo passo può essere quello di dichiarare le tue esigenze e quello che desideri, che sia la sua attenzione, la sua empatia o altro ancora. Un’altra dritta è di usare parole più amorevoli, iniziando la frase con “vorrei che…”, invece che partire subito con un’offesa. In questo modo prendi atto che la critica è un desiderio mascherato e che ti assumi la responsabilità di quello che vuoi nella vostra relazione.
E se sei tu a ricevere le critiche nella coppia?
Nessuno ama essere giudicato e spesso la tendenza è quella di contrattaccare con altrettante critiche. Oppure di chiudersi e alzare un muro difensivo, perché ti senti ferita. Il risultato? Dialogo zero.
Per sbloccare la situazione, il terapista Zach Brittle suggerisce di fare uno sforzo e di chiedere al tuo partner cosa vorrebbe in realtà, qual è la richiesta che sta nascondendo dietro la critica. Così grazie alle domande, iniziate a parlare e potete trovare una risoluzione anziché giudicare.
Dal web su Essere Indaco
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per me sentirmi a casa significa pensare di non avere il diritto di esistere, chiedere il permesso per respirare e avere paura, terrore, è sentire il bisogno di scappare, non so cosa sia la sicurezza, il sentirsi protetti, voluti, amati.
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