#non prendere tutto sul serio
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pensierodelgiornoblog · 4 months ago
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Calendario frase del giorno
"Impara cosa deve essere preso sul serio e ridi del resto." – Hermann Hesse, ‘Il lupo della steppa.’
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susieporta · 4 months ago
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"Sto invecchiando con dignità, umorismo e serenità. Non uso lifting o botox e so che, per gli standard di Hollywood, sto rischiando la mia carriera. Se non vogliono darmi un ruolo perché sembro vecchia, produrrò io stessa il progetto e sceglierò chi voglio. L'importante è non prendere questo mestiere troppo sul serio.
Conosco tante mamme che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese: quelli sono i problemi seri, queste sono le donne che ammiro, che sono belle e brave anche quando tutto è difficile.
Sinceramente, ho altre paure. Ho paura per i miei figli, di non riuscire a proteggerli da chiunque voglia approfittarsi di loro. Per me è più importante star bene e far vivere bene la mia famiglia. Sono fortunata e apprezzo tutto quello che ho. Ringrazio mio marito e i miei figli ogni giorno.
Per questo, i momenti più importanti della mia giornata non sono mai quelli che trascorro sul set, ma quelli in cui faccio colazione con loro, perché parliamo di tutto. È un momento magico."
#JuliaRoberts ❤️
La vera bellezza risiede nell'anima e nei momenti condivisi con chi amiamo. 🌟
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yomersapiens · 1 year ago
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Unica regola del buon vicinato: ignorarsi.
Certe cose è meglio non saperle, penso. Cioè, nel mio palazzo io vivo quasi come un'ombra. Non credo che la gente si ricordi di me e quando si ricordano è sempre qualcosa tipo "l'italiano che ci guarda disgustati quando sente l'odore del nostro caffè". È vero, non mi sono fatto tanti amici ma perché lo so quanto è brutto conoscere sul serio i propri vicini.
C'era la vicina piccina che mi guardava in casa (c'è ancora, non è morta), un'anziana signora che monitorava lo spostamento delle visite nel mio appartamento e mi chiedeva perché non avessi una fidanzata fissa. Ecco, lei. Per descriverla, sembra una piccola prugna secca con labbra e occhi che parla gracidando e ti chiede di aiutarla a portare su e giù la spesa. L'altro giorno mi ha persino bussato per chiedermi di accompagnarla alla fermata del bus. L'ho fatto, perché comunque a me i vecchietti piacciono, anche quando sono spioni. A me non serve installare delle videocamere di sicurezza io ho lei che mi guarda in casa e mi avvisa se entrano i ladri per rubarsi quel ciccione di Ernesto. Mentre la accompagnavo ho notato che il sacchetto era pieno di viveri, così le ho chiesto dove stesse andando con tutto quel cibo. Mi ha risposto che c'era un'offerta al discount locale e che aveva fatto scorta da portare al figlio e i nipoti. Perché il costo della vita a Vienna adesso è insostenibile e quindi è il suo ruolo di nonna provvedere al benessere della famiglia. L'ho ammirata molto, mentre si spiegava in un tedesco scalcinato. Poi però siamo stati in contatto per più di due minuti e dopo due minuti le persone rovinano sempre tutto. Infatti al 2:01 ha aggiunto "E poi in questa città non funziona nulla! Ci sono troppi immigrati! Si stava meglio una volta!" allora io mi sono incupito. Mi stava simpatica accidenti. Le ho detto "Questi immigrati sono insopportabili, i peggiori sono quelli che la aiutano a portare la spesa e la accompagnano alla fermata del bus! Vero?". Lei ha sorriso e ha detto che no, io ero diverso. Forse perché sono bianco. Poi le ho chiesto "Ma mi tolga una curiosità, lei da dove viene?" e vai a scoprire che è mezza serba, mezza sinti, mezza puffo date le ridotte dimensioni. Mai parlare per più di due minuti con nessuno. Io non voglio sapere.
C'era un ratto nel palazzo. Si aggira da qualche giorno senza essere stato fermato. Io mi sentivo al sicuro, Ernesto ha bisogno di un amico e tanto mica riesce a fargli del male, al massimo lo abbraccia e ci dorme assieme. Ernesto odia solo me. Un po' ho sperato che bussasse alla mia porta, chiedendo ospitalità. Invece era la vicina prugna secca di nuovo a chiedermi di aiutarla a prendere un barattolo messo troppo in alto nella sua cucina. Questi immigrati alti più di 1.80, quanto sono fastidiosi eh?
Un altro vicino sta traslocando. Un tipo strambo, ma divertente. Sicuramente ha più di sessantanni ma non ha voglia di dimostrarli. Sembra in forma, nonostante la pancia pronunciata e i capelli grigio argento. Quelli che abitano dall'altro lato del palazzo hanno il bagno fuori dall'appartamento e quindi per usare la tazza devono uscire di casa, camminare nel giroscale e giungere nella loro toilette. Inutile dire che si sente tutto e molto spesso, quando escono, sono mezzi nudi. Il vicino in questione era il re del catarro mattutino. Si svegliava presto e andava a raschiare i fondali della gola tenendo la porta del bagno esterno aperta, non sia mai che non mi rendeva partecipe dei suoi ritrovamenti. Quindi quando ho capito che si stava trasferendo, non mi sono preoccupato più di tanto. Ho pensato "Dai, magari il ratto che sta girando nel palazzo può andare a vivere a casa sua!". Lui era un tipo atletico, durante la pandemia aveva costruito una palestra nella stanza adiacente al deposito bici e lo aveva fatto per tutto il palazzo! Non solo per lui, cioè ok principalmente per lui, ma era passato porta a porta per invitare tutti a usarla. Io c'ero stato una volta e vedendo le condizioni igieniche dei manubri ho optato per tornare a fare il mio sport preferito: piangere sul divano. Però qualcosa di buono l'aveva fatta, per questo quando ieri l'ho incontrato casualmente sul bus ho pensato di andare a salutarlo e chiedergli i programmi per il futuro.
Ma quindi te ne vai?
Sì, mi trasferisco, non so ancora dove di preciso, o in Ungheria o negli USA.
Beh dai, non male!
Sì! Ho bisogno di libertà! Qua mi hanno tolto tutto.
In che senso?
Durante il Covid, quando hanno chiuso le palestre!
Senti sono passati appena dieci secondi, questi discorsi dovresti iniziare a farli dopo due minuti.
Cosa?
No non ti preoccupare, una roba mia.
Ah ok. Dicevo, hanno chiuso le palestre, a noi sani! Capito? Io ero sano e non potevo andare a fare sport! Assurdo! I malati non vanno in palestra, non hanno le forze, guarda me, io sono pieno di forza! Non sono malato! Però io dovevo stare in casa!
Ma avevi costruito la palestra per tutti, abbiamo apprezzato.
Io voglio la mia libertà!
Vabbè ma è passato tanto tempo dai...
Non abbastanza, torneranno a prendersi tutto, vedrai.
Ok, come dici tu, va bene, fai buon viaggio.
Guardo fuori dal bus, non era la mia fermata ma sapevo che sarei dovuto scendere e invece no, pioveva e ha vinto la pigrizia, errore terribile. Così sono rimasto su e l'attempato vicino negazionista ha deciso di proseguire.
Tu sei italiano, vero?
Sì, dalla nascita più o meno...
Bene bene, mi piace la tua nazione, e quella vostra presidente. Come si chiama?
Ma come, ti piace la Meloni?
Certo! È una grande!
Ma è una cazzo di fascista.
Dice le cose come stanno, non si nasconde dietro a nulla!
Ok questo glielo posso riconoscere. Era fascista da giovane e lo è ancora oggi, non lo ha mai nascosto. Almeno è coerente. Se l'hanno eletta sapevano a cosa andavano incontro. Mica come quel deficiente di Salvini, lui era un cazzo di idiota completo.
Lui anche mi piaceva!
Ovviamente ti piaceva.
Certo! Lui. Non sento più parlare di lui.
E meno male, prima odiava noi terroni, poi l'hanno eletto ed era tutto Italia Italia Italia e se la prendeva con chi immigrava. Sempre a parlare alla pancia delle gente, a cercare nuovi nemici, a bere cocktail in discoteca e mangiare alla sagra della porchetta.
Un grande!
Ma proprio no. Sai una cosa, ti dirò questo, paragonato a questi suoi scarsi derivati, ecco, mi manca quasi Berlusconi. Lui al confronto era un genio.
E poi lui si scopava le quattordicenni! Io pure mi vorrei scopare le quattordicenni!
Scendo dal bus senza nemmeno salutare. Non avevamo parlato per dieci anni di vicinato, perché ho rovinato tutto alla fine? Non potevo farmi gli affari miei? No. Dieci stupendi anni di reciproco ignorarsi gettati nella spazzatura dopo due minuti di conversazione.
Apro il portone del palazzo, visibilmente afflitto. Davanti a me, per terra, giace il cadavere del ratto che girovagava da qualche giorno. Lo guardo e gli dico: "Ti capisco amico mio, ti capisco davvero. Non sai quanto ti capisco". Salgo in casa, prendo la paletta che uso per travasare le piante e torno giù. Vado a seppellirlo nel retro del cortile. Canto "Amazing grace". Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno, perché purtroppo i peggiori traslocano solamente.
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tizianacerralovetrainer · 1 year ago
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“Sto invecchiando con dignità, umorismo e serenità. Non faccio ricorso al lifting o al botox e so per gli standard di Hollywood sto rischiando la mia carriera. Se non vogliono darmi un ruolo perché sembro vecchia, vorrà dire che il progetto me lo produco io e scelgo chi voglio. L’importante è non prendere questo mestiere troppo sul serio.
Conosco tante mamme che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese: quelli sono i problemi seri, queste sono le donne che ammiro, che sono belle e brave anche quando tutto è difficile.
Sinceramente ho altre paure. Paura per i miei figli, di non riuscire a proteggerli da chiunque voglia approfittarsi di loro. Per me è più importante star bene e far vivere bene la mia famiglia. Sono fortunata e apprezzo tutto quello che ho. Ringrazio mio marito e i miei figli ogni giorno.
Per questo, per me i momenti più importanti della giornata non sono mai quelli che trascorro sul set, ma quelli in cui faccio colazione con loro perché parliamo di tutto. È un momento magico.”
Julia Roberts
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arreton · 7 months ago
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Ma sul serio, quale sadomasochistico desiderio ci spinge ancora a voler essere membri attivi di questa società? E con membri attivi intendo cazzi tesi che si agitano a voler essere per forza qualcosa, a far parte di qualcosa, a rientrare in una qualche categoria. Essere un membro della società è faticoso. Prima lo ammettiamo, prima ce ne rendiamo conto e prima ci liberiamo dalla necessità di dover essere un cazzo teso perché no, non siamo all'altezza: il cazzo non si tende manco per sbaglio. Abbiamo voglia poi di prendere antidepressivi e affidarci a psicoterapie a volte anche abbastanza dubbie. Non siamo all'altezza degli standard che ci siamo prefissati: siamo dei cazzetti mosci tristi e piagnucoloni. Basta, amen. Ma tornando alla fatica e soprattutto tornando alla società: francamente viene l'ansia solo a guardarla. Se sei una donna devi essere fragile ma con le palle, emancipata a forza che mi chiedo dove inizia l'emancipazione e finisce la sottomissione perché a me pare solo che cambia il padrone ma sempre a novanta stiamo messe; se sei un maschio devi essere maschio, femmina, etero, bi, con i muscoli ma che ti piacciono i gattini, spolverare e cucinare, però devi essere pure stronzo, uno stronzo dal cuore d'oro che ti fai curare perché io sono la tua crocerossina però ehi non ti ci abituare! Sbracciati e curami pure tu, diventa dottore. E in tutto questo non ho parlato delle dinamiche che si attivano nei social: fai delle foto e devi essere un content creator; pubblichi cibo e devi essere un food influencer; pubblichi foto di tette e devi farti onlyfans; ti trucchi e devi essere una di quelle che sponsorizza ecc ecc ecc. E questo solo nei rapporti tra comune gente mortale, tra cazzetti mosci insomma! Nel mondo del lavoro le cose forse vanno pure peggio: lauree, master, dottorati, attestati, diplomi di vario tipo alternando cucina, scrittura di codici, filosofia. Ok, il mondo è bello perché vario ma sembra solo un accumulo di escrementi cacati dal capitalismo il cui obiettivo è solo rendersi sempre più impossibile. Ma come tutti i belli e dannati, più è impossibile più ci piace perché ci piace soffrire, e poi ci lamentiamo perché siamo dei depressi malati ansia. Qual è la soluzione a tutto questo? E che ne so. Lascio ai filosofi contemporanei l'arduo compito di trovarci una via d'uscita. Per quel che mi riguarda ho le energie talmente contate che non ho voglia né tempo di entrare in questo circolo vizioso. Se l'uomo è stato pensato fino ad ora come un essere sociale, che ha bisogno della società bene, ha talmente esasperato questo bisogno che adesso la società è diventata solo un sinonimo di sofferenza.
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falcemartello · 1 year ago
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•••
Come tutte le favole la storia inizia con un "C'era una volta..." una adolescente con impermeabile giallo che aveva bigiando scuola...
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Ma come mai nei media si raccontano balle colossali sul clima spacciandolo per certezze scientifiche?
La storia è interessante, e vale la pena di raccontarla.
Ogni 7 anni l’ONU convoca un migliaio di scienziati da tutto il mondo che si suppone esaminino la comprensione scientifica del cambiamento climatico indotto dall’uomo.
Si tratta dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change)
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E’ importante perché gli scienziati si focalizzano su ciò che po’ essere attribuito agli esseri umani rispetto al cambiamento climatico dovuto a fattori naturali.
Si dividono in vari gruppi di lavoro e scrivono rapporti molto dettagliati di 1000-1200 pagine.
Questi rapporti vengono poi impacchettati e riassunti per i responsabili politici. In questa fase gli scienziati non hanno un grande ruolo.
Sono i funzionari governativi che producono queste sintesi.
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Quando si comparano i riassunti, che è ciò che sarà reso pubblico, ci si accorge che c’è una sconnessione con le conclusioni originali degli scienziati.
Ma c’è un ulteriore passaggio che provoca altre modifiche.
E’ il trasferimento sui media.
I giornalisti, che non sanno molto di scienza e non hanno né tempo ne competenza per accedere alle fonti originali, si preoccupano solo di distillare dalle sintesi, e ingigantire, quelle affermazioni sul clima più preoccupanti che attirano l’attenzione del pubblico.
Una volta condizionato in un senso il pubblico, tornano in ballo i politici che devono dimostrare di prendere sul serio le preoccupazioni diffuse dalla stampa e che hanno condizionato l’opinione pubblica.
Alla fine di questo storia di passaggi successivi, se gli scienziati nel loro documento iniziale scrivono che è possibile che una parte del riscaldamento globale sia causata alle attività umana ma non è certo, sui media compare “Così nel 2050 la civiltà umana collasserà”.
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Fortunato Nardelli
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catsloverword · 8 months ago
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- Buon otto marzo, amore.
- Grazie.
- Indovina cosa ti ho portato?
- Il diritto costituzionale all’aborto.
- Quasi, le mimose.
- Ma io volevo il diritto costituzionale all’aborto.
- E invece ho le mimose. Ecco, le mettiamo in un bel vaso. Ti piacciono?
- Insomma.
- Ma son gialle, son belle. E da questa prospettiva guarda cosa sembrano?
- Cosa sembrano?
- Il diritto costituzionale all’aborto.
- Non è vero.
- Ma sì, vieni, mettiti qua dove sto io. Uguali proprio. Comunque mica ti ho portato solo le mimose.
- Ah, ecco.
- Ti ho portato anche quella cosa che mi chiedi da un po’ di tempo.
- Essere presa sul serio nei diversi contesti sociali?
- Esatto, il gelato per la festa della donna.
- No, era essere presa sul serio nei diversi contesti sociali.
- Semifreddo striato con purea di frutti di bosco e decorato con pan di spagna. I frutti di bosco son lì perché...
- Son rosa.
- Capito? Abbracciami.
- …
- Che c’è? Su, non fare quella faccia, credi davvero che oggi me la sarei cavata con un fiore e un gelato?
- Ah, meno male.
- In questo giorno speciale ti voglio fare il regalo più importante di tutti.
- Cioè?
- Il minimo indispensabile.
- Prego?
- La promessa che anche quest’anno farò il minimo indispensabile.
- Amore…
- La promessa che anche quest’anno non t’ammazzerò.
- …
- La promessa che anche quest’anno non abuserò di te. Fisicamente o psicologicamente.
- …
- La promessa che non ti oggettificherò, che non ti sminuirò, che non ti limiterò, che non proverò a controllarti o a manipolarti.
- …
- La promessa che anche quest’anno ti tratterò con un pochetto meno condiscendenza dell’anno scorso. Che non ti dirò come devi pensare, che ti ascolterò per bene non solamente quando devo venderti qualcosa o portarti a letto.
- …
- La promessa che proverò a mettermi nei tuoi panni ogni volta che sarà funzionale ai miei scopi. La promessa di continuare a chiudere consultori, escludere gli assorbenti fra i beni di prima necessità, e prendere tutte le decisioni sulla tua vita, ma ogni tanto di fare anche io i lavori di casa.
- …
- La promessa di trattarti con l’ottanta percento di dignità sul posto di lavoro, e di sforzarmi ogni volta per riconoscere il tuo ruolo professionale. La promessa di ritenere il tuo parere pari a quello di uomo. La promessa di pagarti quasi quanto lui.
- …
- La promessa che discuterò in televisione con altri uomini dei tuoi problemi e qualche volta ti inviterò per parlarne. La promessa di darti sempre il mio parere, anche quando non è richiesto.
- ...
- La promessa di non identificarti esclusivamente come un’incubatrice, ma di premiarti se mi sforni almeno tre figli.
- …
- La promessa di fare tutto questo. E niente più di questo.
- …
- Be’? Non sei contenta?
- Contentissima.
- E l’anno prossimo, un’altra mimosa.
Dal web
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canesenzafissadimora · 12 days ago
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Ho cinque cicatrici.
Una me la feci a tre anni ruzzolando per le scale. Sbattei forte col mento contro uno spigolo, il mento si aprì a metà. Ogni tanto Virginia mi dice: "Papà, mi fai vedere la cicatrice sotto la barba?”, e io alzo la testa e lei fruga fra i peli della barba e guarda la cicatrice, poi mi chiede se fa male.
La seconda è sul torace, frutto di un lungo intervento chirurgico di quando mi esplose un polmone in una sera d'estate. Ci dormii su per tutta la notte pensando ad un dolore intercostale, invece era un polmone che mi era collassato sul cuore. Sopravvissi per un misto d'intuizione e tempismo e perché il secondo medico mi prese sul serio, anziché rimandarmi a casa con due compresse di Voltaren come aveva fatto il primo.
La terza cicatrice è sul medio della mano destra, che mi affettarono con un coltello quand'ero giovane e troppo stupido per capire che certe volte vinci proprio quando perdi.
La quarta e la quinta invece non si vedono, ma sono le uniche che facciano ancora male.
Dalle prime tre non ho imparato niente, dalle altre invece sì.
Una delle cose che ho imparato è che quando le cose finiscono non è necessariamente colpa tua, ma che se tieni distanti gli altri nel tentativo di proteggerti allora non puoi pretendere di riprenderteli quando d'un tratto ti senti pronto tu. Che la vita è quel che accade, anche se è fatta di quel che scegli. E con quel che accade hai in genere solo due alternative: abbracciarlo con tutto te stesso oppure andare via.
Ho a lungo creduto che la libertà che serve fosse quella di un marinaio sempre pronto a prendere il mare. Invece oggi so che la libertà che scelgo e la forza che conta, quell'orizzonte che sentivo di dover cercare ogni volta più lontano, non si fondano sull'attitudine a partire.
Ma sull'abitudine di restare.
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princessofmistake · 1 month ago
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Cinque cicatrici (L’abitudine di restare). Ho cinque cicatrici. Una me la feci a tre anni ruzzolando per le scale. Sbattei forte col mento contro uno spigolo, il mento si aprì a metà. Ogni tanto Virginia mi dice: «Papà, mi fai vedere la cicatrice sotto la barba?», io alzo la testa e lei fruga fra i peli della barba e guarda la cicatrice, poi mi chiede se fa male. La seconda è sul torace, frutto di un lungo intervento chirurgico di quando mi esplose un polmone in una sera d’estate. Ci dormii su per tutta la notte pensando a un dolore intercostale, invece era un polmone che mi era collassato sul cuore. Sopravvissi per un misto d’intuizione e tempismo e perché il secondo medico mi prese sul serio, anziché rimandarmi a casa con due compresse di Voltaren come aveva fatto il primo. La terza cicatrice è sul medio della mano destra, che mi affettarono con un coltello quand’ero giovane e troppo stupido per capire che certe volte vinci proprio quando perdi. La quarta e la quinta non si vedono, ma sono le uniche cicatrici che fanno ancora male. Dalle prime tre non ho imparato niente, dalle altre invece sì. Ho imparato che quando le cose finiscono non è necessariamente colpa tua, ma che, se tieni distanti gli altri nel tentativo di proteggerti, allora non puoi pretendere di riprenderteli quando d’un tratto ti senti pronto tu. Che la vita è quel che accade, anche se è fatta di quel che scegli. E con quel che accade hai in genere solo due alternative: abbracciarlo con tutto te stesso oppure andare via. Ho a lungo creduto che la libertà che serve fosse quella di un marinaio sempre pronto a prendere il mare. Invece oggi so che la libertà che scelgo e la forza che conta, quell’orizzonte che sentivo di dover cercare ogni volta più lontano, non si fondano sull’attitudine a partire. Ma sull’abitudine di restare.
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evadingreallife · 2 years ago
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Recap prima seconda terza quarta (quinta) serata:
• morandi sta andando forte apre tutte le porte fa jogging in sala mentre amadeus millanta una maratona musicale velocissima (qualcuno ci ha creduto? Io no)
• ariete e sangiovanni quello vero abbastanza underwhelming sorry
• will canta con un tale
• elodie frega una borsetta dalla platea SAPEVO CHE AVEVO FATTO BENE A SCEGLIERTI AL FANTASANREMO SII. Se ne va pure rifacendo le scale tutto per il fanta dajee
• la borsetta l'ha più ridata? Chi lo sa.
• Peppino? Peppino.
• breaking news ama fa coming out come uno swiffer sul palco dell'ariston
• comica effettivamente comica, miracolo
• il direttore d'orchestra di olly con un piccolo benji nel taschino aaaaaaaaaaaa🥹🥹
• lazza e morandi are besties, we get it
• ultimo in versione babysitter di eros che si scorda il testo rip
• tananai in his lesbian softboi era, biagio approved, 15k, oneshot, slow burn, music au
• chiara francini signorina cencini amo lei la sua borsetta il suo modo di fare le sue ALI le sue virtù tutto
• shari canta in corsivo bocciatissima
• arisa sul palco tipo addetto dello zoo che cerca con le unghie e con i denti di arginare grignani e farlo andare a tempo inutilmente.
• minutino serio
• CON LE MANI CON LE MANI CON LE MANI CIAO CIAO throwback thursday friday
• SONO O NON SONO IL CAPITAN UNCINOO
• sketch dei poltronesofà e intanto tutti a cercare freneticamente su google se pure loro siano FRATELLI o se si possa prendere la route full homo visto che erano soli in un camerino chiuso su un sofà insieme
• j-ax l'altro 31 e fedez palesemente scappati dalla stessa gabbia dello zoo non so
• ovviamente giorgia e elisa cantano luce e la platea ascende improvvisamente al cielo come esseri superiori
• i coladimasplash infilano uno splashetto pure oggi nelle cover 🌊
• ah si il mio fandom-in-law si li conosco (pubblicità di mare fuori)
• i vestiti della signorina cencini sono i veri mvp della serata
• signorina cencini e gianni, 20k, fastburn, threesome, eventual marriage
• cugini di campagna falsettano in falsetto as is their due
• mengoni non era necessario infierire sugli altri dall'alto della tua classifica con il coro gospel e let it be a sta maniera suu
• the aria da diciottesimo in this crociera si sta davvero facendo sentire stasera (it's milano bangkok for me)
• gianmaria era pupo la prima sera e resta pupo pure oggi niente da fare
• niente mr rain insipido era e insipido rimane
• madame che canta de andré con l'autotune? In my sanremo? More likely than you think. No ma scherzi a parte a me è piaciuta stasera.
• rosa chemical & l'altra tizia living their best life with the matching extra lashes, the most on fleek eyeliner ever, one (1) tiny boot lick and sus objects in hand by rosa i see u 👀
• oh no oh god la rai ha fatto una pubblicità su benigni che parla di biblically accurate sex asdfghjkl
• i modà e le vibrazioni mi vibrano to sleep ma whisky è molto furbo risale la montagna la pioggia lo bagna ecc ecc morale ancora non andrò a dormire
• anna oxa resuscita l'unica canzone che potrebbe vagamente salvarla aka un'emozione da poco, ma il canto greco finale davvero non era necessario, giuro anna, come se avessi accettato guarda
• ore l'una meno dieci: sethu fa il gioco delle sedie con gente. I dont even know anymore a questo punto
• ah levante happened a una certa hmmm
• apro gli occhi e amadeus ha un grembiule. Sbatto le palpebre e qualcuno sta cantando di nuovo. Mhhh penso che io stia inziando ad accusare il sonno qui
• oddio sta cantando qualcuno ma non so chi è mamma non so chi è sono face blind i know l'ho capito non ne riconosco uno chi sei datemi un indizioo
• AH ERA LDA grazie ama non ci sarei mai arrivata da sola
• mara sattei la scambio troppo con sheri regà non è colpa mia non riconosco nessuno😭😭.
• intanto tutti smollano i fiori al primo che passa asap tipo patata bollente, pure dopo che abbiamo rotto a tutta la rai per farli dare a tutti, io boh
• Fiorello mood della vita stile hobo con la copertina di pile la cuffietta della spazzatura e il piumone indossabile tattico
• colla zio rivalutati. Perhaps, saliti.
• hhhhh monologo di mamma non pancina idk sonno sonno sonno
• uuuh classifica NO MA DAI GIORGIA SOLO QUARTA CON LUCE È UN FURTO REGA ok il mengonisweep ma giorgia almeno seconda doveva essere suuuu
• classifica parte 2 la vendetta: quella vera mengoni ultimo lazza mr rain giorgia
E niente buonanotte a tutti pure A CHI NON DOVREBBE STARE DOVE STA IN CLASSIFICA MA VBB notte
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Bonus: quota di mamme invocate in questa puntata: idk, uncountable
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nonhovogliadiniente · 10 months ago
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Ho parlato per ore con una psicologa e dopo una lunga chiacchierata ha dato un nome a quello che ho.
Dipendente affettivo ossessivo.
Non riesce a distaccarsi dalla propria relazione, anche se il partner non è emotivamente o sessualmente disponibile, incapace di comunicare, distante, svalutante, abusante, egocentrico, egoista, controllante, a sua volta dipendente da qualcos'altro (alcool, droghe, gioco d'azzardo, etc.)
“La dipendenza affettiva non è in realtà una diagnosi che troviamo nel manuale dei disturbi psicologici e mentali (DSM-V). Si tratta però di un pattern di comportamenti, pensieri, sensazioni ed emozioni molto preciso e spesso ripetitivo, una sindrome psicologica con delle caratteristiche ricorrenti che viene classificata come “dipendenza comportamentale“.
Possiamo definire le dipendenze affettive come un modo patologico di entrare in relazione.
Si tratta di una forma di legame molto intenso che comporta la progressiva riduzione fino alla perdita completa della propria autonomia e della propria libertà.
Si tratta di una forma di “amore” simbiotico in cui si ricerca la fusione con l’altro, con conseguenti danni al benessere emotivo e psicologico della persona.
Si entra quindi in relazione in modo patologico, dannoso e disfunzionale.
Il “dare” e il “ricevere” nel rapporto sono fortemente squilibrati a favore dell’uno e a sfavore dell’altra.
Nella dipendenza affettiva si riscontrano le seguenti caratteristiche:
•forte bisogno della presenza dell’altra persona, dalla quale si dipende in tutto e per tutto: la propria felicità e soddisfazione dipendono esclusivamente dalla presenza dell’altro. Vi è un bisogno compulsivo dell’altra persona;
•investimento totale (di tempo e di pensieri) sulla relazione di coppia e sul partner, a discapito di altre relazioni affettive (amicali e familiari), spesso anche per evitare le critiche). Si trascurano quindi altre attività svolte in maniera individuale o con altre persone che non siano il partner. Talvolta si trascurano anche i propri impegni lavorativi e il rendimento cala, poiché la mente è piena dei pensieri (dolorosi) che riguardano l’altra persona;
•si tende a giustificare il partner con se stessi e agli occhi delle altre persone, anche quando è maltrattante o violento. Ci si isola o si mente per evitare le critiche;
•si perde la capacità critica sul rapporto oppure – più spesso – si negano evidenti aspetti patologici perché, se presi sul serio, la consapevolezza raggiunta dovrebbe comportare la rottura della relazione;
•l’autostima e il valore percepito di sé dipendono esclusivamente dalla valutazione e dall’approvazione del partner;
•proprio perché si teme di perdere il legame, si ricercano continue conferme e rassicurazioni, spesso vivendo dei forti sentimenti di dubbio, insicurezza e gelosia;
•annullamento di sé e perdita di importanza della propria autonomia, individualità e indipendenza: questo comporta che le attività svolte senza il partner perdono di importanza, non sono desiderabili e vengono vissute con un sentimento di tristezza, sono svuotate di senso;
•vi è una mancanza di energia disponibile per portare avanti i propri progetti, spesso a causa dei sentimenti depressivi che accompagnano la dipendenza emotiva;
•difficoltà a prendere posizione o ad esprimere le proprie emozioni di fronte al partner. Si perde di vista quello che si desidera veramente, per accondiscenderlo;
•i propri bisogni vengono percepiti esclusivamente in relazione all’altra persona. I bisogni del partner hanno la priorità, a discapito delle proprie esigenze;
•assenza di parità e di reciprocità nella relazione;
•la relazione è rigida e non evolve né matura; i cambiamenti all’intero del rapporto vengono percepiti come minacce. La relazione può diventare davvero distruttiva;
•si ricerca e si porta avanti la relazione nonostante crei molta sofferenza. Anzi, proprio per trovare sollievo da questa sofferenza, si ricerca il partner sempre di più → si crea sofferenza ancora maggiore → si ricerca il partner ancora di più.. etc. (circolo vizioso).
il circolo vizioso si autoalimenta, allo scopo di non perdere la persona “amata”, poiché si temono fortemente l’abbandono, il rifiuto o la separazione.
I sintomi fisici di cui generalmente soffre il dipendente affettivo sono: stanchezza, problemi posturali, cattiva nutrizione, problemi respiratori, problemi al sistema immunitario e problemi digestivi, ad esempio la gastrite. “
Non riesco a spiegare come sto ma ogni singola parte del mio corpo e della mia mentre sembra spegnersi,crollare,distruggersi. Il mio corpo soffre come se mancasse una parte interiore di me, la mia mente sta facendo crollare ogni pensiero sano e il mio cuore si sta chiudendo.
Ed e’ proprio vero che la salute mentale affetta quella fisica perche il mio corpo sta dando allarmi su ogni fronte. Sono stanca ma dormo poco o nulla , mangio senza avere fame e subito dopo mi sento male con lo stomaco e mi obbligo a cacciare tutto fuori.
Sto chiedendo aiuto con gli occhi, con il cuore, con le azioni e con il silenzio ma nessuno mi legge,nessuno mi ascolta . Sono in questo da sola e non so se voglio affrontare tutto questo dolore che provo, vorrei avere un po’ di pace e di tranquillità assoluta.
Vorrei spegnere tutto e mollare , qui non mi resta niente solo i pezzi di me lasciati lì soli a marcire.
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yomersapiens · 2 years ago
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che male c'è se voglio una vita all'altezza della mia immaginazione? ero di fretta e dovevo prendere la metro ma io non amo correre appresso alle cose e alle persone figuriamoci dietro a una metro perché tanto dopo 4 minuti ne arriva un'altra, ma sento il bip bip bip insistente delle porte che si stanno per chiudere e decido di fare uno scatto ed evito le persone che escono e il mio sprint è insuperabile e come Indiana Jones mi ci infilo dentro al pelo e sento quasi le porte chiudersi sul mio zaino ma niente, sono illeso, mi giro verso il vagone in attesa del mio applauso, io voglio il mio applauso, perché nessuno applaude e celebra questo momento insieme a me? cosa diavolo avete di sbagliato? arrivo in ospedale cantando una canzone degli squallor dal testo così volgare che mi distrae dalle notizie del cazzo dei dottori e lo so che dovrei stare serio ma a me non interessa, canticchio in testa quelle parole orribili e quando finiscono di ripetere le solite cose e dirmi che dovrò aspettare ancora un altro mese se non di più io indosso di nuovo le cuffiette e mi metto a cantare per le corsie e non mi interessa se c'è gente che soffre, tutto sommato ho una bella voce e la linea melodica è allegra e molti sorridono, un'infermiera mi dice qualcosa ma non capisco, dove sono i malati che si alzano e miracolosamente guariscono grazie a me? io li pretendo, voglio le madri che mi porgono i figli appena nati e mi chiedono di benedirli con il mio buon umore nonostante tutto e invece devo uscire dall'ospedale e fare i conti con un'altra giornata grigia così mi nascondo dietro a un muretto e faccio psss pssss al sole per sfidarlo, lui risponde e fa un psss psss altrettanto molesto, "brutto stronzo, stai nascosto dietro alle nuvole anche oggi?" gli urlo arrabbiato, "cazzo vuoi tu, cazzo hai da canticchiare e sorridere, lasciami in pace oggi non ho voglia..." mi risponde con la sua voce solare, "no senti bello mio ora smettila di fare il coglione e esci da là dietro e porta un po' di calore che non ne posso più" lui sospira "ma cosa vuoi che sono tutti incazzati con me e mi dicono che ho rovinato l'inverno e non c'è neve e non sono potuti andare a sciare" lo sento davvero giù e cerco di fare il possibile "ma sciare fa cagare, è uno sport di merda per ricchi del cazzo, lo snowboard pure peggio, hai fatto bene, io non ce l'ho con te dai, esci una mezz'ora, fammi compagnia mentre torno verso casa e poi torna a nasconderti dietro le tue amate nuvole" forse l'ho convinto, "mezz'ora? va bene dai, ma poi se mi prendo maleparole mi difendi tu!" sorrido, "certo amico". ecco non credo di avere aspettative troppo assurde tutto sommato eh, solo un po' di sole e controllare le condizioni atmosferiche e magari anche guarire le persone e perché no, se ci scappa anche me stesso.
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uberflussigermann · 15 days ago
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Un uomo come tanti
Vecchio che soffre (sulla soglia dell'eternità)
⠀6:21
Il mattino scivolava placidamente sui tetti, illuminandoli a sfregio, intiepidendo le strade e destando le genti.
È qui, affacciandoci a una finestrella qualsiasi, che notiamo un signor nessuno, ma che può esser chiunque. Si sveglia di buon'ora, come solito suo, per farsi baciare dai primissimi raggi di sole. Sbuffa una nuvola di fumo macchiando l'aria e osserva la pipa che si rigira tra le tozze e fredde dita, da cui filtra la luce chiara dell'alba che, goffamente, gli finisce negli occhi, quei suoi occhietti incurvati e vitrei, intrisi d'una malsana umidità.
La finestrella da cui s'affaccia lo incornicia come un'opera d'arte, un uomo piccolo che gode della calma del mattino silenziosa e perfetta che lo fa sentire tranquillo. Sa di poter esistere industurbatamente, anche in quella sua miserabile autocommiserazione, dove spesso si crogiola. Non gli piace dover dare spiegazioni: è per questo che ha cominciato a disprezzare tutti, oltre che sé stesso. Salvo questo suo rancore appariva, dopotutto, un simpaticone, bello paffuto, con due baffoni ispidi che gli si posavano sul labbro; gli occhi piccoli che scomparivano nel suo viso davano un'immagine amichevole di lui, pareva un mansueto e rispettabile omuncolo, con niente di veramente particolare ma comunque indimenticabile.
Nell'insieme era, dunque, una buffa maniera della vita di rappresentare la malinconia, con quel baffo bianco e l'occhio piccino, con la pipa tenuta tra le grasse dita e l'aria sporca del suo sbuffare.
Posso ben vedere un riso comparire sul vostro volto, perché compatite quest'uomo ma lo trovate troppo adorabile per prendere sul serio il suo malumore. Così, di conseguenza, lui si atteggia da signorotto per bene, allegro, ma sempre si percepisce in lui una sorta di affanno per la vita frenetica di città (o, in generale, per la vita, ma il passo è breve).
Posa ancora per qualche minuto nel quadro della sua finestra e poi si prepara, quasi si affretta come fosse in ritardo: la vita lo aspetta!
Si mette il suo bel completo, parendo un'uomo di tutto rispetto, con la camicia un po' sgualcita di chi, sgraziatamente, s'è dimenticato di stirarla. Passa per poco nel bagno, il tempo di lavarsi i denti e sciacquarsi il viso; s'osservò con cura gli occhi stemperati, si disse di non valere nulla, poi volse lo sguardo altrove e finse di vivere ancora una vota.
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all-my-doubts · 25 days ago
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É una notte troppo complicata.. i ricordi, l'ansia, la tachicardia e quella solita sofferenza, quel solito pensiero. Ci sono stati tempi in cui ho sottovalutato tutto, in cui forse non ho neanche avuto la forza di prendere sul serio il mostro che invade le mie giornate; Ora che lo sto facendo, che sono mesi che cerco di fronteggiarlo.. sento il mio corpo che sanguina, forse ad un passo dal cedimento. Ma non posso arrendermi ora, non posso permettergli di prendersi tutto, non lo merito e non l'ho mai meritato.
Non mollare Ale, resisti.
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superfuji · 1 year ago
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Ma tornando a noi, in queste ore di acqua e fango, il messaggio che spero arrivi agli occhi del Governo è il seguente: come fate a non vergognarvi? Cioè, dico sul serio. I vostri sondaggisti, i vostri Social Media Manager, chiunque stiate pagando per decidere le vostre linee di comunicazione, che tipo di dati vi fornisce? Pensate davvero che perché siete stati eletti dagli italiani, gli italiani vi vedano di buon occhio quando fate delle uscite così? Vi rendete mai conto di quanto siete imbarazzanti, a Destra e a Sinistra, quando definite “massima disponibilità” gli aiuti di Stato OBBLIGATORI per dei contribuenti colpiti da calamità naturale? Nessun consulente della comunicazione vi ha spiegato che “massima disponibilità” unito a “aiutare vittime di un’alluvione” vi fa sembrare pateticamente in grado di poter decidere per cosa e per chi essere disponibili o meno? Nessuno ha spiegato a Matteo Salvini che i suoi tweet estemporanei dal salotto di casa mentre guarda la partita e si preoccupa di tenere libero il telefono per esserci vicino con “il suo cuore e il suo impegno” – perché noi sì che li meritiamo a differenza del Milan, e aggiungerei: che culo! – non sono neanche più definibili fuori luogo, stupidi o da analfabeta funzionale, ma semplicemente da persona da niente, completamente incapace di contestualizzare le proprie riflessioni e, in definitiva, di effettuare una delle azioni base della politica per eccellenza come ponderare le parole? Ecco, volevamo farvi sapere che noi è così che vi vediamo: persone da niente di cui non ce ne facciamo niente. Non stupitevi perché non ci disturbiamo neanche più a venirvi a votare: esercitare un diritto di scelta quando la scelta è tra una Destra fantozziana e una Sinistra che si scimmiotta da sola è un’offesa a chi sperava di garantirci questo diritto dando per scontato che avremmo avuto scelte degne di presentarsi in politica. A vedervi c’è quasi da rimpiangere la Monarchia. E non per fortuna, ma per buon senso e capacità, abbiamo una Regione che funziona. Perciò fateci un favore: a meno che non siate disponibili a prendere una pala in mano e venire a sporcarvi le mani di persona quando sarà tutto finito, o di mandarci persone e fondi a darci una mano a ricostruire quello che abbiamo perso dandoci il vostro “massimo rispetto”, fateci la cortesia di stare zitti. Smettete di fare i bocalòni, che non serve. E come diceva Cevoli, che vi piace tanto immaginare quando pensate a noi romagnoli: fatti, non pugnette.
ROMAGNA, ROMAGNA MIA
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seoul-italybts · 6 months ago
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[✎ TESTO ♫ ITA] RPWP - RM⠸ ❛Domodachi❜⠸ 24.05.2024
[✎ TESTO ♫ ITA]  by RM
  🔥👥 ❛ Domodachi ❜ 🫂🕺
(feat. Little Simz)
~ Amici ~ 
__ 24. 05. 24 | Twitter __
SCRITTA & PRODOTTA da: RM, Simbiatu Ajikawo (Little Simz), wnjn, JNKYRD, Mokyo, Nancy boy, San Yawn, 김아일
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Questə figli(e) di puttana vogliono maggiore impatto,
Questə stronzə sono fuori controllo, cazzo
Continuo a sfuggire ad ogni sorta di stronzate
Perfino le mie origini ho dimenticato
Tuttə questə sfigatə vogliono ciò che ho io
Prendetevene un sorso, riempite il bicchiere e tacete
Tuttə questə coglionə vogliono avere successo
Lasciate che vi conduca in paradiso, seguitemi, vai di flauto
Tutti i miei amici vogliono far parte dei circoli giusti
Tutti i miei amici vogliono cambiare il loro status
Già, io non ne posso più, quante stronzate
(Volate basso, cazzo!)
Stə coglionə vogliono rovinarsi
Basta perdere tempo, voglio fare sul serio
Cercherò di avere pazienza quando se ne usciranno con qualche nuova stronzata
Accendiamo il fuoco, corroboriamo le fiamme di questo falò
Amici miei, riunitevi uno ad uno qui accanto
Scaldiamoci, sballiamoci, come fossimo in Saudi [Arabia]
Lasciatemi sfogare, diamo inizio alle danze
Già, non ne posso più, quante stronzate
(Volate basso, cazzo!)
Ora all'attacco
[JPN 🇯🇵 ] Amici miei, balliamo (su, balliamo) Amici miei, balliamo Amici miei, balliamo (su, balliamo) Amici miei, balliamo [/]
Questə figli(e) di puttana vogliono maggiore impatto,
Questə stronzə vogliono prendere il controllo
Cari amici, lì in fila, che vi lagnate, non potete capire
[Se volete] Un'anima libera, fareste meglio a lavorarci su
Senti(te), quando arrivo io, la gente grida sorpresa
Ma state a vedere, son disposta a tutto per i miei amici/chi mi è leale
L'ho già detto, divento una bestia
Simz e RM, non potete chiedere di meglio
Mi potete beccare nel privé con la mia gang di pari/amici più cari
Portate loro rispetto, se lə vedete
Staccatemi un assegno, ne avrò bisogno
E date ai miei soci una mazzetta
Perché sono i miei amici, la mia cricca
Sappiamo entrambi che non sono falsa
Io detto il tono, ascoltate per bene
Sapete il mio nome, ma non mi conoscete
Lo so
Sono con i miei fratelli/sorelle fino alla fine
Non potete toccare i miei amici neppure con un dito
Ogni giorno non facciamo che divertirci
Non osate oltrepassare il limite
[JPN 🇯🇵]
Amici miei, balliamo (su, balliamo)
Amici miei, balliamo
Amici miei, balliamo (su, balliamo)
Amici miei, balliamo
Amici miei, balliamo (su, balliamo)
Amici miei, balliamo
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS | eng: © BTS_Trans⠸
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