#non dette al momento giusto
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«Le parole si riversano a migliaia
dai dizionari appena li apri
come formiche nere, rosse, bianche
quando calpesti un formicaio.
Come trovare, come scegliere
in quell’affollamento di parole
l’unica che serve,
come salvarsi dalla moltitudine
delle altre che ti si appiccicano addosso
cercando di sopravvivere.
Ma sotto la lingua le parole impronunciate,
le solitarie, che non escono dalla bocca,
quelle ti rodono dentro
lasciando carcasse rinsecchite
di uomini che tentarono di parlare
quand’era ormai troppo tardi.
Finché posso
combinare anche solo due parole
esisto» (Titos Patrikios)
#parole impronunciate#solitarie#evocate nel rimpianto#che non escono dalla bocca#che rodono dentro#non dette al momento giusto#quando è ormai tardi#titos patrikios
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Per una piccola parte di me <3 0.1
La parte più difficile in ogni cosa è iniziare, come adesso. Non è facile trovare le parole giuste per aprire la strada alle milioni di cose che vorrei dirti. Ogni inizio è spaventoso, difficile. E me lo ricordo che qualche mese fa di paura ne avevo tanta, temevo tutte le cose che avremmo dovuto vivere.
Tu sei la prima volta in cui ho perso il controllo, in cui mi sono buttata nel vuoto e mi son detta 'Ora o mai più'. Perché in fondo te lo senti che alcune cose puoi farle solo in un determinato momento e che non c'è altro tempo per viverle.
Sei il mio momento giusto, su questo non ho dubbi, mi sei piombato addosso per caso e senza alcuna pretesa, nessuna forzatura e nessuna speranza, sei rimasto.
A volte mi chiedo perché, dopo aver visto tutto il casino che sono, tu sia rimasto. Non hai neanche dovuto lottare per entrarci nella mia vita, perché ti avevo lasciato ogni porta aperta, era troppo tempo che non davo così tanta fiducia a qualcuno ma stranamente con te mi sentivo al sicuro. E ci sono tutti gli ingredienti le farfalle, le palpitazioni, l'impazienza di essere tua.
Ci sono tutti gli ingredienti perché tu possa distruggermi e forse, per la prima volta, voglio correrne il rischio.
Probabilmente, anzi, sicuramente mi sono innamorata prima io ma come dovevo fare? Quando mi guardavi e mi parlavi di filosofia, di storia, cose che non mi hanno mai preso, ma che dette da te diventavano la cosa più interessante del mondo.
Non mi sono innamorata di te perché necessitavo di avere qualcuno al mio fianco, sono sempre stata bene da sola.
Non mi sono affezionata a te perché avevo bisogno di qualcuno che mi rendesse felice, ne perché stessi cercando qualcuno con cui stare.
In realtà, non cercavo proprio nessuno.
Mi sono innamorata di te perché mi sono sentita apprezzata, perché sei l'unica persona che mi restituisce tutto l'amore che do. Mi sono innamorata di te perché mi fai stare tranquilla, potremmo anche stare seduti senza dire nulla e guardare tik tok ed io non avrei ansia.
Siamo così simili ma in certi sensi così diversi, eppure sei esattamente quella parte che mi manca per essere come vorrei.
E' bastato un istante, uno sguardo e ti ho riconosciuto, come se in fondo ti avessi sempre aspettato. Delle volte sono istanti piccolissimi a cambiarci la vita, momenti così insignificanti da non rendercene nemmeno conto, ogni tanto mi chiedo cosa starei facendo ora se non ti avessi mai scritto, se tu non mi avessi mai baciata, se fossimo rimasti solo amici.
La maggior parte delle persone si limita al “mi piaci”, Kierkegaard invece scrisse: “Ti muovi costantemente sulle onde dell’intuizione; eppure, ogni singola somiglianza con te basta a rendermi felice. Perché? É a causa della ricca unità del tuo essere o della povera molteplicità del mio? Non é l’amare te, amare un mondo?”
D’altronde hai avuto tutto, prima ancora che te ne rendessi conto. Ti ho parlato di qualsiasi cosa, quando per me parlare di sentimenti o emozioni risulta essere complicato, tendo sempre a sopprimere qualsiasi cosa, penso perché da piccola venivo etichettata come “la bimba matura “e qualsiasi persona contava su di me ed io non avevo tempo di pensare a cosa realmente provassi.
Forse ho perso la testa, tu mi hai fatto perdere la testa, perché adesso non sento neanche di essere io, ho meno paura di tutto e provo cose talmente diverse che mi destabilizzano. Ti ho parlato di cose che non voglio ammettere nemmeno a me stessa, che portavo, e porto, come un peso, con vergogna, ma tu sei stato così paziente e mi hai ascoltato quando probabilmente quello che dicevo non aveva senso nemmeno per me.
Ti ho amata fin da subito ed ho avuto paura della velocità con cui un sentimento del genere sia cresciuto, d’altronde sono un overthinker e mi son chiesta, che vuoto lascerà una persona del genere nella mia vita? Come mi faccio domande, mi do anche risposte e Tu lasceresti un vuoto enorme, incolmabile.
Oramai occupi tutto, tutto lo spazio che c'è, sei ovunque e neanche me ne rendo conto. Se conquisti la mia mente ci sarai sempre dentro.
Hai reso tutto pieno di significato, pieno d'amore e di timori. Per la prima volta ho davvero paura di perdere qualcuno, per la prima volta penso che non esista qualcosa che non farei per te, qualsiasi cosa pur di farti stare bene.
Non lo dico perché ti amo, ma lo dico perché sei una persona speciale. Meriti qualsiasi cosa di bello possa esserci, tutta la felicità che possa provare. Hai così tante cose dentro, che non dici e che non mi mostri. Ed io vorrei sapere tutto, conoscerti meglio di te stesso perché niente che ti riguarda mi è estraneo.
Ho capito che ero fottuta quando non mi sapevo dare una risposta al perché ti amassi, lo faccio e basta.
Ogni volta che dico di amarti significa che ti accetto per la persona che sei, e che non voglio trasformarti in qualcun altro. Significa che ti amerò e starò al tuo fianco anche nei momenti peggiori. Significa amarti anche quando sei giù di morale, non solo quando è divertente starti vicino. "Ti amo" significa che conosco la tua persona e non ti giudico. Significa che ci tengo abbastanza da lottare per quello che abbiamo e che ti amo abbastanza da lasciar perdere, se ciò significa vederti felice. Vuol dire pensarti, sognarti, volerti e aver bisogno costantemente di te, e sperare che tu provi lo stesso per me.
Mi stai donando qualcosa che non potrò che inscrivermi nel cuore, quelle cose che ti porti gelosamente dentro, che sai di poter vivere solo con una determinata persona.
Alla fine, ogni cosa mi riconduce a te. Sei nei libri che sottolineo e nella musica che ascolto, in ogni film che mi segno, in tutte le parole che scrivo, persino in quelle che non scrivo ma che custodisco gelosamente dentro di me, tra l’anima e il cuore, in quello spazio che solo tu riesci a raggiungere e che vorrei non abbandonassi mai. É come se dopo un viaggio molto lungo tu mi avessi finalmente riportato a casa.
Mi hai dato talmente tanto che adesso sono piena di te e non potrei dimenticarti mai, seppur volessi.
Mi hai riempita di un amore che non credevo avrei mai provato, così forte che adesso fatico nello scrivere senza commuovermi, senza sentire quelle stupide farfalle, perché pensarti mi fa questo effetto.
Esattamente come quando ti guardo troppo a lungo, penso a quanto sei stupenda, a quanto sai farmi stare bene e mi escono dagli occhi tutte le parole che mi rimangono bloccate in gola. Non riesco a dirtelo mentre ti ho davanti, ma hai dato alla mia vita un valore aggiunto e che avrei milioni di parole da dedicarti se solo riuscissi a concentrarmi mentre mi guardi con quegli occhioni da cui non riesco a fuggire.
Quando mi guardi dimentico tutti i miei difetti ma allo stesso tempo ho paura che guardandomi troppo o standomi troppo vicina tu mi veda come mi vedo io.
Vorrei rivivere ogni ora passata insieme, per rendermi conto di quanti dettagli mi son persa, ma poterli assaporare tutti, coglierli e conservarli. Sei un regalo grandissimo, per il quale sarò per sempre in debito verso il destino. Non so cosa succederà un domani, non importa se un ti amerò esattamente come adesso, probabilmente di più, ma sarai sempre e comunque tu, niente ti renderà diverso di fronte ai miei occhi, adesso non vedo altro che la tua essenza. Non vedo l'ora di poterti baciare, mi manchi da morire e niente mi rende felice come averti accanto e poter sentire il calore di un tuo abbraccio che tanto ho desiderato. Sei ciò di cui ho più bisogno e che non voglio lasciar andare per nulla al mondo.
Ti amo, come non amo altro.
Tua, A.
#amore#angel#love#citazione libro#ti voglio tanto bene#heartbreak#relationship#relazione#fidanzata#fidanzato#fidanzati#lettera d'amore
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Mi scrisse un messaggio il 29 dicembre alle 02:27 del mattino,
uno di quei messaggi che ti portano a pensare "ma questa cosa vuole".
Le risposi con "ciao" alle 10:36,
e lei replicò subito con un "simpaticissimo".
Ragazza strana fin da subito.
Fu spudorata fin dall'inizio,
voleva far vedere che aveva del carattere e che non si lasciava fermare da niente e nessuno.
Non capivo, e non capisco tutt'oggi,
cosa avesse di diverso,
cosa mi portò a continuare a risponderle, ad avere voglia di parlarle.
Aveva quel non so che da rendere una ragazza non scontata e banale,
una ragazza che vale la pena conoscere.
Successe tutto come un fulmine,
mi fece perdere la testa e non la ritrovai più.
Molte persone mi rimproverarono, in passato, dicendomi che avevo la brutta abitudine di buttare via le persone come mozziconi di sigarette, di non affrontare i problemi e mandare tutto a puttane alla prima difficoltà.
Lei mi insegnò che le cose non vanno date per scontate ma che bisogna dimostrarle,
che nulla è mai perduto e che tutto è ancora da scoprire.
Mi insegnò che il colore dell'amore non è il rosso ma il nero,
che le persone che ti cambiano la vita non si sa mai quando si possono incontrare.
Mi insegnò che la bellezza non era un tramonto, ma la sua risata,
che un panorama mozzafiato era il suo sorriso,
che la dipendenza non la davano le sigarette, ma lei.
Mi insegnò a mettere la felicità di chi amo prima di tutto,
a considerarla la mia priorità assoluta, come poi era giusto che fosse, a darle tutte le attenzioni che meritava
e a fare del mio meglio per renderla felice.
Mi insegnò che le cose belle arrivano quando meno si aspettano,
arrivano come un uragano
e non si può fare altro che lasciarsi trasportare,
perché in realtà è ciò che si vuole.
Mi insegnò che l'amore non erano le belle frasi dette al momento giusto,
ma superare le difficoltà insieme
e finire con l'essere più uniti di prima.
Mi insegnò che gli opposti si attraggono, non è vero che si respingono,
in realtà si completano.
Mi insegnò che i terremoti non arrivano per distruggere ma per rinnovare.
Mi insegnò ad essere felice,
ad essere me stesso
e cosa significasse avere paura di perdere la persona che ami.
Mi insegnò che in amore l'orgoglio va messo da parte,
che ci si poteva innamorare di un paio di occhi marroni,
che il solo sapere di farla sorridere migliorava qualsiasi mia giornata,
anche la peggiore in assoluto.
Mi insegnò a non arrendermi,
a lottare per ciò che volevo,
per chi volevo.
Mi insegnò a lottare per lei,
a non darmi per vinto.
Mi insegnò che l'amore non era un "ti amo" alle quattro del pomeriggio
ma un "ti voglio qui con me" alle quattro del mattino,
che per "la tua persona" si può impazzire in due giorni.
Mi insegnò ad amarla
e non la ringrazierò mai abbastanza per questo.
cit.
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Quanto vale una carezza?
Una carezza al momento giusto
In silenzio,
Lì
per scandire quell'attimo
Con milioni di parole non dette
𝓛𝓓𝓝
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Testo che ho scritto qualche tempo fa:
Mi sento fuori tempo perché vorrei sempre dire tante cose, ma poi scopro che quelle stesse cose sono state già dette, meglio. Mi sento fuori tempo perché molte esperienze che ho fatto forse non erano adatte alla mia età; il mio modo di vivere sembra sempre essere un passo indietro. Mi sento fuori tempo perché provo a battere le mani a ritmo, ma non sempre ci riesco, sono indietro di qualche millisecondo. Quell’arco di tempo che non è abbastanza per affermare che è sbagliato, ma nemmeno per dire che è giusto. Mi sento fuori tempo perché non credo di riuscire nemmeno a stare al passo con i miei tempi, mi perdo a osservare le farfalle, gli insetti, le persone che interagiscono. Osservo pensando sempre di star rincorrendo i pensieri, per poi ritrovarmi con il vuoto nel momento in cui provo ad articolare qualsiasi frase. Mi sento fuori tempo perché non so nemmeno quanti battiti al minuto fa il mio cuore. Dovrebbe essere una cosa importante, no? So solo che va un po’ veloce. E di nuovo, io mi sento lenta, ma il cuore fa quello che gli pare. E sono ancora fuori tempo.
Sono fuori tempo per così tante ragioni che ormai credo che il mio modo di procedere sia fuori dal tempo. La cosa più buffa, però, è proprio la consapevolezza di voler credere di essere l’eccezione, quando il dolore del non riuscire ad arrivare dove si vuole è troppo forte.
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Mi scrisse un messaggio il 29 dicembre alle 02:27 del mattino, uno di quei messaggi che ti portano a pensare ‘ma questa cosa vuole’. Le risposi con ‘ciao’ alle 10:36, e lei replicò subito con un ‘simpaticissimo’, ragazza strana fin da subito. Fu spudorata fin dall'inizio, voleva far vedere che aveva del carattere e che non si lasciava fermare da niente e nessuno. Non capivo e non capisco tutt'oggi cosa avesse di diverso, cosa mi portò a continuare a risponderle, ad avere voglia di parlarle. Aveva quel non so che da rendere una ragazza non scontata e banale, una ragazza che vale la pena conoscere. Successe tutto come un fulmine, mi fece perdere la testa e non la ritrovai più. Molte persone mi rimproverarono, in passato, dicendomi che avevo la brutta abitudine di buttare via le persone come mozziconi di sigarette, di non affrontare i problemi e mandare tutto a puttane alla prima difficoltà. Lei mi insegnò che le cose non vanno date per scontate ma che bisogna dimostrarle, che nulla è mai perduto e che tutto è ancora da scoprire. Mi insegnò che il colore dell'amore non è il rosso ma il nero, che le persone che ti cambiano la vita non si sa mai quando si possono incontrare. Mi insegnò che la bellezza non era un tramonto ma la sua risata, che un panorama mozzafiato era il suo sorriso, che la dipendenza non la davano le sigarette ma lei. Mi insegnò a mettere la felicità di chi amo prima di tutto, a considerarla la mia priorità assoluta, come poi era giusto che fosse, a darle tutte le attenzioni che meritava e a fare del mio meglio per renderla felice. Mi insegnò che le cose belle arrivano quando meno si aspettano, arrivano come un uragano e non si può fare altro che lasciarsi trasportare, perché in realtà è ciò che si vuole. Mi insegnò che l'amore non erano le belle frasi dette al momento giusto, ma superare le difficoltà insieme e finire con l'essere più uniti di prima. Mi insegnò che gli opposti si attraggono, non è vero che si respingono, in realtà si completano. Mi insegnò che i terremoti non arrivano per distruggere ma per rinnovare. Mi insegnò ad essere felice, ad essere me stesso e cosa significasse avere paura di perdere la persona che ami. Mi insegnò che in amore, l'orgoglio, va messo da parte, che ci si poteva innamorare di un paio di occhi marroni, che il solo sapere di farla sorridere migliorava qualsiasi mia giornata, anche la peggiore in assoluto. Mi insegnò a non arrendermi, a lottare per ciò che volevo, per chi volevo. Mi insegnò a lottare per lei, a non darmi per vinto. Mi insegnò che l'amore non era un ‘ti amo’ alle quattro del pomeriggio ma un ‘ti voglio qui con me’ alle quattro del mattino, che per 'la tua persona’ si può impazzire in due giorni. Mi insegnò ad amarla e non la ringrazierò mai abbastanza per questo.
Grazie della condivisione, la prendo come un attestato di stima.
Aggiungo che se ti ha insegnato tutte queste cose, il suo compito, nei tuoi riguardi, lo ha fatto ed onorato.
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IL BISOGNO DI NON APPARTENERE
In questa società che "corre troppo velocemente" (frase ripetitiva che fa sembrare tutto abbastanza scontato) alcuni di noi sentono il peso e la pressione dell'appartenenza e dell'obbligo. Di conseguenza le persone si stanno rifugiando nella riscoperta di sé stessi e di un nuovo modo di vivere, nuovo mindset e nuove prospettive.
Questa non è una verità assoluta.
Ma se vogliamo fare un discorso completo partendo dall'inizio, parecchi di noi sono stati educati da genitori a cui è stato bene stare dov'erano, che hanno lavorato, si sono sentiti creati e stabili e hanno avuto una famiglia e tutti vissero felici e contenti. Ma erano epoche diverse. Quest'ultima frase come anche quella di "la vita corre troppo velocemente" sono tipi di frasi dette così tante volte per tutto che perdono di significato. Ma è ciò non le smentisce affatto.
La globalizzazione e poi internet hanno fatto in modo che tutto scorra velocemente e ci siamo immersi in questo flusso dimenticandoci cosa siamo, cosa vogliamo e i valori che per noi contano. Si è creata una società che definisce un normale generico e non soggettivo, così il definire giusto e sbagliato e così le scelte di vita, cosa fare e come vestirsi e identificarsi. Perché questo?
L'avvento di questo comportamento negativo dei social, a parere mio, si è manifestato mettendo un potere del genere nella mano di tutti, senza prima dare un'educazione. Perché parliamoci chiaro: "chi è che approva una legge senza averne capito i pro e i contro?". Stessa cosa.
Da un lato tutti gli aspetti negativi servono quanto quelli positivi, sennò non ci sarebbero persone disturbate che si prenderebbero la briga di insultare e di giudicare la vita altrui.
Navigare nell'ignoranza per alcuni è mera abitudine di cui non si vorranno mai separare, neanche se tu stessi lì a spiegargli ogni minima cosa. Non si ascolta e non si capisce.
Molti giovani mostrano sintomi di ADHD (tra le più semplici) fino ad arrivare a malattie molto più gravi, proprio a causa di questo stile di vita frenetico, che ci chiede continuamente risultati svolgendo compiti che non sappiamo nemmeno di dover svolgere e quindi ci sentiamo già stressati e inappagati, che quando ci sediamo a cena con la nostra famiglia, ci sentiamo peggio, perché non possiamo essere capiti da persone che hanno già avuto una crescita in epoca diversa e che adesso si sentono solo di dover riposare, normale che un genitore oggi non comprende il figlio.
D'altronde non vi è un manuale che indichi qual è il miglior modo per fare il genitore perché come ogni figlio è diverso dall'altro anche ogni genitore lo è. Quindi convivere in amore, in famiglia e in ogni tipi di relazione diviene molto difficile. Perché essendo tutto enormemente commercializzato e vi è tanto di tutto si tende a vedere tuto sotto l'ottica di: "butto perchè posso avere di meglio".
Anche i discorsi motivazionali in questa società vengono fatti unilateralmente; non viene spiegato quanto possa essere difficile per un amico, genitore, parente ,nonno, figlio, fidanzato, stare affianco a quella determinata persona, perché diversa da te, ma che ami e accetti al di sopra di tutto.
Si sta sempre lì a puntare il dito.
TUTTI CONTRO TUTTI!
Nessuno cerca un buon modo per: dialogare; capirsi; accrescersi; identificarsi; stare meglio; aumentare la propria autostima.
Ma (ritornando al discorso iniziale) c'è chi lo fa! Fortunatamente!
Alcuni sentono il bisogno di non dover appartenere, di doversi reinventare, di doversi aprire ad altro.
In quel momento scatta una potenza emotiva che ti permetterebbe di fare qualsiasi cosa, fa parte di sé e della sopravvivenza umana, potenza emotiva che scatta nel momenti più bui.
Prendi in mano le redini della tua vita e dai una svolta.
C'è chi prende un van e gira il mondo, chi abbandona tutto e prova esperienze mistiche e spirituali, chi opta per fare una scalata che dura giorni.
Qualsiasi cosa sia è quella che ti farà capire il contenuto del barattolo della vita, la tua, lavorare per ciò che ti preme di più. Lavorarci anche solo per renderlo un hobby.
La vita insegna e proprio per questo lo scopo è imparare ad imparare.
Imparare a sviluppare la propria personalità, le proprie emozioni, il proprio carattere, il proprio metodo di studio.
Imparare a vivere i tuoi anni, imparare a usare l'intelligenza (che vi prego di non confondere con la cultura) nelle emozioni e nei dialoghi.
Imparare ad amare e amarsi, imparare a non basare tutto su un giudizio a primo acchito.
Imparare che bisogna lavorare più sull'interno che sull'apparenza.
Ci sono infiniti modi per essere fieri di qualcosa, che ci fanno sentire realizzati, appagati, danno possibilità di evolverci e vedere tutto in modo diverso, con nuove prospettive.
Anche nella fisica classica erano arrivati ad ottenere risultati ma bisognava vedere le cose in modo diverso nella fisica moderna e si svilupparono la branca della fisica quantistica e relativistica.
In realtà è inutile che adesso ti sforzi di pensare ad una vita diversa, in un posto diverso, perché adesso puoi solo vedere un futuro basato su come sei cresciuta e su come sei oggi, che non potrà mai identificare un futuro che non c'è.
Il futuro può indentificarsi solo quando smetterai a pensare e comincerai ad essere quello che vuoi, stando lì a porti domande per: migliorarti; capirti nel profondo dell'inconscio; provare ad amarti oltre tutto e tutti, perchè stare da soli con sé stessi è la quiete dell'anima, piuttosto che stare soli in mezzo agli altri.
Questi modi sono quelli che ti fanno scegliere le persone giuste da portati dietro e in caso contrario di salutarle nei modi migliori.
Sono quelle che non ti fanno bruciare nelle discussioni ma ti fanno dissolvere tutta la rabbia a livelli inspiegabili se non li vivi a cui l'altro non potrà mai arrivare.
Non è presunzione. Bada bene!
Sono questi i modi che ti fanno conquistare i valori, i tuoi valori, quelli che ti definiscono e che in base a te, definiscono il giusto e sbagliato che reputi opportuno.
Non bisogna mai stare demordere. Tenta e provaci, ostinandoti a voler essere quello che hai imparato ad essere.
-annieee-
voi che ne pensate?
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IL BISOGNO DI NON APPARTENERE.
In questa società che "corre troppo velocemente" (frase ripetitiva che fa sembrare tutto abbastanza scontato) alcuni di noi sentono il peso e la pressione dell'appartenenza e dell'obbligo. Di conseguenza le persone si stanno rifugiando nella riscoperta di sé stessi e di un nuovo modo di vivere, nuovo mindset e nuove prospettive.
Questa non è una verità assoluta.
Ma se vogliamo fare un discorso completo partendo dall'inizio, parecchi di noi sono stati educati da genitori a cui è stato bene stare dov'erano, che hanno lavorato, si sono sentiti creati e stabili e hanno avuto una famiglia e tutti vissero felici e contenti. Ma erano epoche diverse. Quest'ultima frase come anche quella di "la vita corre troppo velocemente" sono tipi di frasi dette così tante volte per tutto che perdono di significato. Ma è ciò non le smentisce affatto.
La globalizzazione e poi internet hanno fatto in modo che tutto scorra velocemente e ci siamo immersi in questo flusso dimenticandoci cosa siamo, cosa vogliamo e i valori che per noi contano. Si è creata una società che definisce un normale generico e non soggettivo, così il definire giusto e sbagliato e così le scelte di vita, cosa fare e come vestirsi e identificarsi. Perché questo?
L'avvento di questo comportamento negativo dei social, a parere mio, si è manifestato mettendo un potere del genere nella mano di tutti, senza prima dare un'educazione. Perché parliamoci chiaro: "chi è che approva una legge senza averne capito i pro e i contro?". Stessa cosa.
Da un lato tutti gli aspetti negativi servono quanto quelli positivi, sennò non ci sarebbero persone disturbate che si prenderebbero la briga di insultare e di giudicare la vita altrui.
Navigare nell'ignoranza per alcuni è mera abitudine di cui non si vorranno mai separare, neanche se tu stessi lì a spiegargli ogni minima cosa. Non si ascolta e non si capisce.
Molti giovani mostrano sintomi di ADHD (tra le più semplici) fino ad arrivare a malattie molto più gravi, proprio a causa di questo stile di vita frenetico, che ci chiede continuamente risultati svolgendo compiti che non sappiamo nemmeno di dover svolgere e quindi ci sentiamo già stressati e inappagati, che quando ci sediamo a cena con la nostra famiglia, ci sentiamo peggio, perché non possiamo essere capiti da persone che hanno già avuto una crescita in epoca diversa e che adesso si sentono solo di dover riposare, normale che un genitore oggi non comprende il figlio.
D'altronde non vi è un manuale che indichi qual è il miglior modo per fare il genitore perché come ogni figlio è diverso dall'altro anche ogni genitore lo è. Quindi convivere in amore, in famiglia e in ogni tipi di relazione diviene molto difficile. Perché essendo tutto enormemente commercializzato e vi è tanto di tutto si tende a vedere tuto sotto l'ottica di: "butto perchè posso avere di meglio".
Anche i discorsi motivazionali in questa società vengono fatti unilateralmente; non viene spiegato quanto possa essere difficile per un amico, genitore, parente ,nonno, figlio, fidanzato, stare affianco a quella determinata persona, perché diversa da te, ma che ami e accetti al di sopra di tutto.
Si sta sempre lì a puntare il dito.
TUTTI CONTRO TUTTI!
Nessuno cerca un buon modo per: dialogare; capirsi; accrescersi; identificarsi; stare meglio; aumentare la propria autostima.
Ma (ritornando al discorso iniziale) c'è chi lo fa! Fortunatamente!
Alcuni sentono il bisogno di non dover appartenere, di doversi reinventare, di doversi aprire ad altro.
In quel momento scatta una potenza emotiva che ti permetterebbe di fare qualsiasi cosa, fa parte di sé e della sopravvivenza umana, potenza emotiva che scatta nel momenti più bui.
Prendi in mano le redini della tua vita e dai una svolta.
C'è chi prende un van e gira il mondo, chi abbandona tutto e prova esperienze mistiche e spirituali, chi opta per fare una scalata che dura giorni.
Qualsiasi cosa sia è quella che ti farà capire il contenuto del barattolo della vita, la tua, lavorare per ciò che ti preme di più. Lavorarci anche solo per renderlo un hobby.
La vita insegna e proprio per questo lo scopo è imparare ad imparare.
Imparare a sviluppare la propria personalità, le proprie emozioni, il proprio carattere, il proprio metodo di studio.
Imparare a vivere i tuoi anni, imparare a usare l'intelligenza (che vi prego di non confondere con la cultura) nelle emozioni e nei dialoghi.
Imparare ad amare e amarsi, imparare a non basare tutto su un giudizio a primo acchito.
Imparare che bisogna lavorare più sull'interno che sull'apparenza.
Ci sono infiniti modi per essere fieri di qualcosa, che ci fanno sentire realizzati, appagati, danno possibilità di evolverci e vedere tutto in modo diverso, con nuove prospettive.
Anche nella fisica classica erano arrivati ad ottenere risultati ma bisognava vedere le cose in modo diverso nella fisica moderna e si svilupparono la branca della fisica quantistica e relativistica.
In realtà è inutile che adesso ti sforzi di pensare ad una vita diversa, in un posto diverso, perché adesso puoi solo vedere un futuro basato su come sei cresciuta e su come sei oggi, che non potrà mai identificare un futuro che non c'è.
Il futuro può indentificarsi solo quando smetterai a pensare e comincerai ad essere quello che vuoi, stando lì a porti domande per: migliorarti; capirti nel profondo dell'inconscio; provare ad amarti oltre tutto e tutti, perchè stare da soli con sé stessi è la quiete dell'anima, piuttosto che stare soli in mezzo agli altri.
Questi modi sono quelli che ti fanno scegliere le persone giuste da portati dietro e in caso contrario di salutarle nei modi migliori.
Sono quelle che non ti fanno bruciare nelle discussioni ma ti fanno dissolvere tutta la rabbia a livelli inspiegabili se non li vivi a cui l'altro non potrà mai arrivare.
Non è presunzione. Bada bene!
Sono questi i modi che ti fanno conquistare i valori, i tuoi valori, quelli che ti definiscono e che in base a te, definiscono il giusto e sbagliato che reputi opportuno.
Non bisogna mai stare demordere. Tenta e provaci, ostinandoti a voler essere quello che hai imparato ad essere.
-annieee-
voi che ne pensate?
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Mi scrisse un messaggio il 29 dicembre alle 02:27 del mattino, uno di quei messaggi che ti portano a pensare ‘ma questa cosa vuole’.
Le risposi con ‘ciao’ alle 10:36, e lei replicò subito con un ‘simpaticissimo’, ragazza strana fin da subito.
Fu spudorata fin dall'inizio, voleva far vedere che aveva del carattere e che non si lasciava fermare da niente e nessuno.
Non capivo e non capisco tutt'oggi cosa avesse di diverso, cosa mi portò a continuare a risponderle, ad avere voglia di parlarle.
Aveva quel non so che da rendere una ragazza non scontata e banale, una ragazza che vale la pena conoscere.
Successe tutto come un fulmine, mi fece perdere la testa e non la ritrovai più.
Molte persone mi rimproverarono, in passato, dicendomi che avevo la brutta abitudine di buttare via le persone come mozziconi di sigarette, di non affrontare i problemi e mandare tutto a puttane alla prima difficoltà.
Lei mi insegnò che le cose non vanno date per scontate ma che bisogna dimostrarle, che nulla è mai perduto e che tutto è ancora da scoprire.
Mi insegnò che il colore dell'amore non è il rosso ma il nero, che le persone che ti cambiano la vita non si sa mai quando si possono incontrare.
Mi insegnò che la bellezza non era un tramonto ma la sua risata, che un panorama mozzafiato era il suo sorriso, che la dipendenza non la davano le sigarette ma lei.
Mi insegnò a mettere la felicità di chi amo prima di tutto, a considerarla la mia priorità assoluta, come poi era giusto che fosse, a darle tutte le attenzioni che meritava e a fare del mio meglio per renderla felice.
Mi insegnò che le cose belle arrivano quando meno si aspettano, arrivano come un uragano e non si può fare altro che lasciarsi trasportare, perché in realtà è ciò che si vuole.
Mi insegnò che l'amore non erano le belle frasi dette al momento giusto, ma superare le difficoltà insieme e finire con l'essere più uniti di prima.
Mi insegnò che gli opposti si attraggono, non è vero che si respingono, in realtà si completano.
Mi insegnò che i terremoti non arrivano per distruggere ma per rinnovare.
Mi insegnò ad essere felice, ad essere me stesso e cosa significasse avere paura di perdere la persona che ami.
Mi insegnò che in amore, l'orgoglio, va messo da parte, che ci si poteva innamorare di un paio di occhi marroni, che il solo sapere di farla sorridere migliorava qualsiasi mia giornata, anche la peggiore in assoluto.
Mi insegnò a non arrendermi, a lottare per ciò che volevo, per chi volevo.
Mi insegnò a lottare per lei, a non darmi per vinto.
Mi insegnò che l'amore non era un ‘ti amo’ alle quattro del pomeriggio ma un ‘ti voglio qui con me’ alle quattro del mattino, che per 'la tua persona’ si può impazzire in due giorni.
Mi insegnò ad amarla e non la ringrazierò mai abbastanza per questo
...web...
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Nella vita le cose passano sempre, anche le più difficili che ti sembra impossibile superare, in un attimo te le trovi dietro alle spalle e devi andare avanti.
Nella vita ti aspettano sempre cose nuove, nuove emozioni e sensazioni, ma soprattutto nuove sfide da superare in modo positivo o negativo.
Ho sempre amato le frasi tra parentesi perché sono sempre state quelle che nessuno sottolinea mai.
Così potenti da potersi intrufolare ovunque, rompere ogni costrutto sintattico e deviare dal significato principale sviscerando un particolare, che nessuno non ci hai mai pensato?
Solo chi ha un vero interesse arriva a leggere tra parentesi. Se vuoi davvero conoscere una persona, devi entrare nelle sue parentesi…
Alcune parole vanno dette solo di persona., non possono essere comunicate in altro modo: nessun telefono e nessuno scritto possono divenire i degni messaggeri del linguaggio del cuore.
Meglio tacerle e custodirle queste frasi speciali, donarle al momento giusto, nel luogo opportuno, davanti solo a quegli occhi particolari. E invece abbiamo perso la capacità di aspettare, di proteggere, di comunicare solo con il cuore.
Preferiamo parlare con la mente che ha fretta, ha paura, vuole controllare l'incontrollabile ci siano benedetti tutti i silenzi consapevoli, veri protettori della verità, paladini del vero dialogo, che sono sempre stati portatori di messaggi del cuore.
Che continui a parlare il mondo intorno a me: io continuo a tacere, è l'unico modo per prepararmi al dialogo più importante, quello tra le anime!”
#ANIMAFRAGILE❣️
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Parliamo di come mi fai stare bene.
Ignoriamo per un momento tutte le cose che abbiamo in comune, come il cinema, l'arte, la musica, o come ci piace la stessa parte di YouTube, o di come ci piace mostrare affetto, fare l'amore e altre mille cose.
Sicuramente anche questo conta, ma parliamo della cosa migliore di te.
Tu sai dire la cosa giusta al momento giusto.
Ci sono mille esempi di questo, ma il momento che ricordo meglio è la prima volta in cui mi mostrai questa tua qualità.
Non ricordo esattamente quando è successo, sono passati anni ormai, ma era ancora presto nella nostra relazione. Ricordo che stavamo andando da qualche parte in macchina, e ti dissi che avevo appena fatto un esame che era andato male. Era una bugia. Non ero neanche andato a quell'esame. Non so perché ho voluto mentire, ma probabilmente è legato al fatto che non mi sento abbastanza intelligente per te.
Dal primo momento in cui ti dissi questa piccola bugia, sentii una strana sensazione, una sorta di senso di colpa. Ma perché lo sentivo? Era una bugia bianca, non faceva male a nessuno, ne avrò dette mille nella mia vita. Eppure non ci potevo fare nulla. Con te sentivo che era sbagliato, sentivo di non poterlo fare.
Cinque minuti dopo, questo senso di colpa diventa così forte che mi fa uscire la verità. Ti dissi che ti avevo mentito, e che in realtà non avevo fatto l'esame. Mi aspettavo che avresti riso di me, o che ti saresti offesa in qualche modo, o che forse avresti ignorato completamente questa cosa.
Invece, avvici la tua mano al mio viso, mi accarezzi la guancia, e sorridendo mi dici che va tutto bene.
Ti saranno servite solo una manciata di parole, ma è tutto quello che è servito per farmi sentire meglio e al sicuro. Per farmi sentire che finalmente c'era qualcuno per me, che mi capiva e di cui mi potevo fidare.
Quindi, come puoi dire di non meritare di stare bene se riesci a fare tutto questo con un semplice sorriso e così poche parole?
Come puoi non meritare di stare bene se tutto quello che fai è farmi sentire così?
Ti meriti di stare bene tanto quanto fai stare bene me.
Ti meriti di sentirti al sicuro tanto quanto fai sentire al sicuro me.
E sopratutto ti meriti di essere amata tanto quanto fai sentire amato me.
Grazie per tutto il bene che mi fai, spero solo che potrò ricambiare in futuro.
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DIECI CONSIGLI ELEMENTARI SULLO SCRIVERE
1. È importante rileggersi. Curiosamente, mi pare che non sia un comportamento diffuso; al contrario, molte persone evitano accuratamente di rileggere quello che hanno scritto. Ricevo spesso dattiloscritti accompagnati da frasi del tipo: «Caro Mozzi, ho appena finito di scrivere il mio romanzo e mi permetto di inviarglielo», eccetera. Questo non va bene. Bisogna diventare buoni lettori di sé stessi. La prima regola è: leggere qualche frase, o un capoverso, poi fermarsi e farsi un po’ di domande: fin qui va bene? ho detto tutto o ho dimenticato qualcosa? è tutto chiaro? ci sono particolari mancanti?
2. È importante essere avvincenti. Il primo desiderio di chi scrive è di essere letto: di essere letto tutto, fino in fondo, appassionatamente. Quindi un racconto o un romanzo deve essere innanzitutto avvincente. Come facciamo a capire se quello che abbiamo scritto è avvincente? Prendiamo dalla nostra libreria i dieci libri che consideriamo più avvincenti. Rileggiamoli, o almeno sfogliamoli, rileggiamo le pagine più emozionanti. Domandiamoci: che cos’è che rende così avvincenti questi libri (o queste pagine)? Poi leggiamo i nostri scritti, e facciamoci la stessa domanda.
3. La narrazione è soprattutto cose e fatti. Spesso ciò che ci spinge a scrivere è un sentimento (o un’emozione). Noi vorremmo che chi legge rivivesse quel sentimento. Questo è giusto. È ingenuo, però, credere che basti parlare di quel sentimento – o addirittura: credere che basti nominarlo – perché il lettore ne diventi partecipe. Sentimenti ed emozioni nascono da situazioni, avvenimenti, fatti, cose, ambienti, paesaggi, viaggi, oggetti, parole dette o sentite, sogni, visioni. Se vogliamo che lo stesso sentimento si produca in chi legge, dobbiamo raccontare situazioni, avvenimenti, fatti, cose, ambienti eccetera. Se ogni volta che mangio una granita al caffè al Tazza d’Oro di Roma (due passi dal Pantheon) mi commuovo, non devo parlare della mia commozione: devo descrivere quella specifica cosa che in quella specifica granita al caffè mi commuove.
4. Raccontare è far vedere. Succede a tutti, nel leggere un libro appassionante, di vedere con gli occhi della mente ciò che viene raccontato: come se un film venisse proiettato davanti ai nostri occhi. Mentre scriviamo dobbiamo domandarci continuamente: che cosa sto facendo vedere al lettore, in questo momento? Se in un certo momento non stiamo facendo vedere niente al lettore, ecco: è come se gli presentassimo uno schermo tutto nero (che, per carità, si può fare ed è pure stato fatto; ma è un’impresa difficilissima).
5. La narrazione è fatta di scene e inquadrature. Esattamente come i film, una narrazione consiste di un certo numero di scene e di inquadrature (quanto dico vale anche per le narrazioni scritte ben prima che il cinema fosse inventato: intendo Omero, il Genesi, i Vangeli, Virgilio, eccetera, Balzac, Manzoni, eccetera). Mentre raccontiamo dobbiamo avere bene presente quando finisce una scena o un’inquadratura e ne comincia un’altra. Un trucco utile è questo: suddividiamo il nostro testo in scene, e diamo a ciascuna un titolo che sintetizzi l’azione che in vi si svolge. Se saremo in difficoltà a individuare l’azione, probabilmente quella è una scena male inventata, o non necessaria.
6. Chi racconta la storia? Non siamo noi a raccontare la storia. A raccontarla è un nostro fratello gemello, ma diverso: il Narratore. La cui visione del mondo, i cui gusti, le cui opinioni possono non coincidere con le nostre. Cerchiamo dunque di capire chi o cosa è, questo Narratore, desumendolo da ciò che abbiamo scritto; e poi ripercorriamo tutto il testo, controllando che a parlare (magari invisibilmente) sia sempre lui, e non noi.
7. Attenti alle anticipazioni. «Giorgio non sapeva ancora che, accettando l’invito di quella donna, si sarebbe messo nei guai…». È facile incontrare frasi così. Spesso si crede che con frasi così si aumenti la tensione e l’aspettativa. Non è vero: si ottiene l’effetto contrario. Ora io so che Giorgio, avendo accettato l’invito di quella donna, si metterà nei guai. Se non l’avessi saputo, se non avessi avuta questa anticipazione sulla storia, tutto per me – lettore – sarebbe stato più misterioso e avvincente. Certo: i romanzi dell’Ottocento sono pieni di anticipazioni. Ma l’Ottocento è finito da un pezzo.
8. Attenti al punto di vista. Se Giorgio mi racconta com’è andata tra lui e Giorgia, è evidente che conoscerò solo una metà della storia. Se invece a raccontare sarà Giorgia, conoscerò l’altra metà: e non è detto che i due pezzi coincidano, perché ognuno deforma la realtà secondo la sua percezione e il suo comodo. Così, quando facciamo raccontare la storia a un personaggio, o comunque la raccontiamo dal suo punto di vista, dobbiamo evitare di assumere, anche per un solo istante, il punto di vista d’un altro personaggio. Similmente, la storia raccontata da un personaggio può contenere solo quelle informazioni di cui quel personaggio può ragionevolmente essere in possesso. Infine: ricordiamoci che un personaggio, mentre ci racconta la sua storia, può anche mentire. (Certamente: si può far ruotare tra diversi personaggi il punto di vista. Prima, però, bisogna studiare attentissimamente Henry James).
9. I dialoghi, che difficili! È proprio difficile far parlare i personaggi. Una conversazione scritta che appaia “naturale” è in realtà molto diversa da una conversazione reale. Si possono seguire alcune piccole regole: a) scrivere solo quelle battute di dialogo che contengono informazioni nuove per il lettore, b) scrivere solo le battute che non possono essere previste dal lettore, c) sostituire, quando si può, una battuta con un gesto espressivo, d) usare nel dialogo, quando si può, frasi nominali, cioè senza il verbo.
10. Per ultimo metto un consiglio sull’iniziare: entrate subito in argomento. Evitate di prendere le cose alla larga (Manzoni nei «Promessi sposi» l’ha fatto: ma noi non siamo Manzoni), entrate subito in argomento, e chiamate le cose col loro nome. «Era una splendida giornata d’aprile. Un uomo aprì la finestra e si affacciò». Meglio: «Giorgio aprì la finestra e si affacciò. Era una splendida giornata d’aprile». Sembra che non cambi quasi niente, invece cambia tutto: anziché cominciare con la meteorologia, cominciamo con un personaggio (reso evidente dal nome) e con un gesto: aprire la finestra e affacciarsi; e in più facciamo capire che la narrazione è focalizzata – almeno in quel capitolo iniziale – su quel personaggio. (Per Giorgia quella potrebbe essere una bruttissima giornata d’aprile).
Giulio Mozzi - Dieci consigli elementari sullo scrivere
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Quelle come lei si raccontano poco. Hanno quel loro silenzio per difendersi che poi si scioglie come neve al sole in gesti assurdi che raccontano tutto.
Quelle come lei fuggono tra le parole non dette. Hanno bisogno di una carezza che le racchiude tra i muri di una certezza.
Quelle come lei vivono tempeste emozionali che vedrai nella fiducia che ti daranno. Perché la loro fiducia sarà una conquista, dove insieme ti daranno l’anima.
Quelle come lei credono alle parole e alle favole. Credono alle promesse come fossero un dono, e se tradite non saranno mai un perdono.
Quelle come lei ti diranno che non credono più nell'amore, ma in realtà aspettano solo quel momento giusto dove poter fare un inchino alla vita e sentir vibrare l'anima.
#L'alchimista di parole
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Non condivido tutto tutto di quel che ha scritto una mia cara amica (per ovvi stili di vita ed estrazione familiare) ma il senso resta quello ed è giusto.
C’è sempre una trattoria dietro casa, basta cercarla.
Ho provato a caricare la lavastoviglie, a farla caricare, a preparare cene a lume di candela o vassoi davanti alla tv, a fare la spesa bio e ad apparecchiare la tavola della colazione … sono sciocchezze tali, forme , consuetudini vuote, se dietro non c’è la volontà reale di vivere e costruire qualcosa insieme. E al momento opportuno pesano poco sui sentimenti e sulle scelte reali. I piatti possono anche finire giù dalla finestra . ( ma questo lo sappiamo tutti, vero?)
Mia madre non cucinava affatto , ad esempio.
Mi ricordo poche cose di lei, ma ho ben chiara l’immagine di una giovane donna che , vestita in abito da sera per andare al San Carlo , preparava per me una pastina mentre mio padre chiamava una macchina per non fare tardi ( ero piccola e non avevo voluto sentir ragioni) , oppure ancora l’unica torta che ha voluto fare per un mio compleanno, talmente brutta, bassa e immangiabile ( anche lì: vedi, mamma ha preparato un panettone nanetto , piccolo come te… allora si poteva anche dire questo ai figli senza che finissero dallo psicologo) .
Infine mio padre non sapeva fare assolutamente nulla , mi ha nutrito a uova al tegamino quando eravamo alle strette e la colazione me la lasciava prendere al bar .
Non credo che ci siano state persone che si siano più amate di loro due, condividendo nell’intelligenza scelte importanti , decisioni difficili, sacrifici , che solo più tardi , da adulta, sono riuscita a leggere come un atto d’amore.
Non importa chi lava i piatti la sera, e a volte non mi interessa neanche parlare o fare sesso ( vi vedo stanchi , dopo una giornata pesante di lavoro, danzare sulle note del Bolero di Ravel, mostrando glutei e addominali scolpiti o affrontare estenuanti conversazioni ), ma quello che trovo erotico è la possibilità di sentirsi liberi sapendo che l’altro c’è e ci sarà sempre al tuo fianco, che non tradirà o ucciderà i tuoi sogni, senza promesse che non si vogliono mantenere , dette così, per comodità, per avere qualcuno che lavi i piatti.
Quando dico che cucino solo per amore è vero…perché in realtà me ne importa poco e potrei vivere di caramelle alla liquirizia.
Non ho la formula per essere felice, ma certamente per essere autentica.
Dora Iannuzzi
“Ho un piccolo ricordo confinato in un angolino:
C’è sole dappertutto
Tu ed io
un unico sorriso.”
George Simenon da "I fantasmi del cappellaio"
#apropositodipiatti
#ierinondicevosulserio
#magaribastasseunalavastoviglie
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È da tempi immemori che oramai osservo in modo analitico e attento lo strano fenomeno per cui ogni "bambino cresciuto", proietta nell'altro le proprie figure d'accudimento.
Il bambino divenuto adulto vede nell'altro le condotte della madre e/o del padre nei suoi primissimi anni di infanzia e quelli successivi. Padri e madri: negligenti, autoritari, violenti, et similia.
Il suddetto sente che tutti sono in credito con lui. Tutti sono in debito con lui. Gli devono l'amore che non ha mai ricevuto. O che ha ricevuto a intermittenza. O che ha ricevuto, ma non era a sufficienza per quello che sentiva di necessitare.
Qualcuno glielo dovrà pur dare questo amore perduto, no?
Pertanto, famelici, sgomitano per farsi posto nel mondo, così da trovare qualcuno che accudisca questo loro bambino interiore che oramai si è impossessato di loro e ha soffocato l'adulto prima che facesse capolino. Cercano qualcuno che gli asciughi le lacrime e gli baci le ferite sul ginocchio che si è fatto mentre intento ad attirare l'attenzione correva con la bici in mezzo al traffico e si schiantava contro un arbusto dal tronco duro e ispido.
Le loro bocche stracolme di parole mai dette cercano orecchi sempre attenti e iperattivi e bocche mute, così da riempire loro i vuoti con le narrazioni delle loro interminabili sofferenze.
Eppure, seppur io comprenda la dietrologia di queste condotte umane (che talvolta trovo tenere e con le quali, talvolta, empatizzo) non riesco a capacitarmi del perché io, invece, non sia mai riuscita a raccontare decentemente la mia sofferenza, tanto da far empatizzare qualcuno con me.
Mentre scrivo, forse, mi rendo conto che io sento che nessuno sia in debito con me. Mi sono sempre responsabilizzata tanto della mia sofferenza che mai l'ho esplicitata. Forse è così.
E qualora lo abbia fatto, nessuno mi ha mai creduta perché non sputavo fuori i miei drammi con il giusto vittimismo, con il sufficiente pathos.
Nessuno mi ha creduta perché io ero responsabile, perché forse mi dimostravo tale.
Nessuno era in debito con me, perché io così avevo deciso. Non importava quello che avevo sofferto.
"Beata te che non piangi mai"
Mi è stato detto mentre stavo piangendo a rivoli, da dietro uno schermo.
Troppo lucida.
Qualcosa di simile mi dissero quando le mie intenzioni erano quelle di andarmene al creatore.
Le mie ideazioni suicidarie erano poca cosa, dal momento che risposero:
"Lei scrive in modo lucido. Sembra una persona sensibile e intelligente. Può farcela da sola".
Può farcela da sola.
Da sola.
Sola.
Ps: Detesto il vittimismo. Pertanto, detesto questo mio testo che si spaccia per un suo opposto, ma ne è la esatta copia.
#solamente vos#solitudine#blog italiani#psicologia#matar#frases#art#italiana#scrittura#torino#vita#being alone#forever love#vergogna#such a shame#sono io#chiedere aiuto#send asks
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Non lo capisci proprio vero? 🤷🏻♀
Noi due in qualche strano e bizzarro modo siamo legate, è una follia ma devi crederci perché la cartomanzia sarà pure una cazzata ma ciò che sento dentro no.! Non è qualcosa che puoi spiegare, c'eravamo dette "addio" eri stata tu a dirmelo...e siamo riuscite a non sentirci più sul serio? Nah...perché giustamente come una cogliona dovevo farti gli auguri per il tuo compleanno quando so già che per il mio non te ne fregherà nulla e il pensiero di scrivermi almeno due righe nemmeno ti sfiorerà, mi ero promessa di non cercarti mai più, stavolta sarei dovuta essere io quella più forte, avrei dovuto comportarmi da stronza e farti sentire la mia assenza, farti domandare che fine avessi fatto e il perché non ti stavo più scrivendo...ma eccomi qua ancora e ancora a scrivere di lei...
IO NON CE LA FACCIO PIÙ. È UN INFERNO TUTTA QUESTA STORIA,NESSUNO LO CAPISCE, NESSUNO MI AIUTA, NESSUNO HA MAI AFFRONTATO UNA ROBA SIMILE, E FANCULO NON NE POSSO USCIRE. 😭
Mi sono promessa tante di quelle cose che puntualmente mando a puttane ogni volta che le scrivo. È più forte di me. Ci sarà mai una soluzione? Una via d'uscita da tutto questo? 😔
Non saprò mai rispondere a queste domande e l'unica persona che potrebbe aiutarmi al posto di affrontare tutto insieme preferisce scappare come una codarda pensando che la sua fuga possa in qualche modo farmi stare meglio ma non si rende conto che l'allontanamento forzato non fa altro che peggiorare la situazione.
Noi siamo collegate e so che lo percepisci anche tu, lo so cazzo e non mi posso sbagliare, so che dentro di te questa piccola differenza la noti, è evidente che sia così però tra le due tu sei quella che sta cosa non la riesce ancora a capire magari perché prima di riuscire nella sua trasformazione l'anima deve risolvere dei debiti karmici che ti porti o che "ci portiamo" dietro dal passato perché posso essere anch'io non solo tu con delle questioni irrisolte. Ed è per questo che non arriviamo mai ad un punto d'incontro. Ma non puoi fare finta che tutta questa situazione sia apposto e normale.
Ti ricordi quando mi sono comportata da persona stupida e immatura e ti ho fatto delle domande su tellonym? Giustamente pensavi potesse trattarsi di un ragazzo...non volevo in nessun modo illuderti o prendermi gioco di te anzi...il mio intento era ben altro, ho pensato: "magari dietro un anonimo sarebbe stato più facile affrontare sta situazione con lei, magari riesco a farla stare meglio perché le cose che ti dicevo non erano per prenderti in giro. Ma ti saresti sentita meglio se quelle cose te le avessi dette direttamente? Boh io non credo.😔 Dietro un fottuto anonimo o senza cosa cambia?
E in quel momento hai pensato subito a me...hai avuto la sensazione che potessi essere io giusto? Con tutte le persone che potevano essere tu sei arrivata subito a me perché ormai mi conosci, e io conosco te, me lo dicesti era una "sensazione" che avevi. Adesso ti faccio una domanda a cui non riceverò risposta ed è meglio così...
ma te la faccio lo stesso perché almeno qui posso dirti ciò che mi passa per questa fottuta testa...
Perché hai sentito questa sensazione? Da dove ti è venuta? Cosa ti ha portato a pensare che dietro quelle domande potessi esserci io?🤷🏻♀
Vedi che è come ti dico io...lo senti anche tu...lo percepisci così come lo percepisco io.
Una "sensazione" forse come la chiami tu ma qualcosa deve pur essere. E io ne sono già consapevole da un bel po' chissà forse dall'inizio, tu ed io siamo collegate e qualsiasi cosa noi dovessimo fare per separarci prima o poi ci ritroveremo sempre l'una accanto all'altra...
Già...il maledetto filo rosso del destino...😅❤
Tu ci credi al destino? Dovresti...perché tra me e te e qualcosa che non puoi spiegare e forse un giorno lo capirai, forse un giorno sarà tutto più facile, per entrambe, magari in un'altra vita chi lo sa, magari in un'altra forma con la reincarnazione in un'altro corpo diverso ma tu ed io ci incontreremo sempre.
Dovresti fidarti un po' di più di quella "sensazione" 🤷🏻♀❤
Devi essere tu a capirlo non posso essere io a farlo al tuo posto. Io non posso dirti più niente vita mia.
Ho già fatto fin troppo...ma posso aspettarti questo lo farò per sempre te lo prometto. Anche a costo di morirne. Ma tanto poi in qualche modo saprò come ritornare a te.🥺
-Ci sarà sempre un po' di me in te
-Ci sarà sempre un po' di te in me.💞
Ma noi non siamo soltanto parole di un'altra canzone d'amore.🤞🏼🔐
@occhicastanitristi-blog @cuoregelidoo-blog @delusa-da-tutti
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