#non è un invito
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La voglia di essere leccata è alle stelle in questi giorni. 😭🙈
#oops ✨#fantasie#pensieri#mi manca la lingua tra le ��labbra✨#non è un invito#solo un post disperazione#😩🥲😭#🙈✨😂
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I promessi sposi non è neanche così pesante, siete voi che non l'avete toccato da quando avete finito la scuola
#poi può piacere o non piacere. ma io lo leggevo mentre facevo colazione lol#questo post è un invito ad andare a ricercarvi i tomi che vi facevano studiare a scuola.#che magari quando non vi interrogano scoprite che sono meno pesanti di quanto sembrasse#personal#italian tag
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"COCCOLARE"
trattare con TENEREZZA.
È quasi più complicato che fare l’amore.
Perché prevede intimità d’animo e affetto e attenzione per l’altro.
Richiama le nostre parti fragili e bambine di cui spesso ci vergogniamo, ma che tutti - a qualsiasi età - conserviamo in qualche angolo di noi.
Una coccola è una bella parola, un abbraccio, un pensiero, un regalo inatteso, un messaggio di buonanotte, un cioccolatino sul tavolo, un fiore nel vaso, un invito a cena, un "sono qui" o "puoi contare su di me", un "arrivo subito" o...
Non vergogniamoci di desiderare coccole o di dispensare coccole: il vero patrimonio dell’umanità è dentro di Noi.
༺ ❤️ ༻
- Letizia Cherubino, Se non t’incontro nei sogni, ti vengo a cercare
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La mutandina impigliata nel tacco è un invito che non si può rifiutare 👑
- Vèga
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
Sul web, ora puoi allontanarti dal tuo feed corrente (Dashboard, ricerche, tag e altro) e tornare alla stessa posizione usando i pulsanti indietro e avanti del browser.
Le Community includono ora utili tooltip per evidenziare le caratteristiche nuove per ciascun utente.
Gli amministratori delle comunità possono ora generare link di invito, che consentiranno ai nuovi membri di partecipare (fino al raggiungimento del limite di utenti consentiti). Se per errore viene inviato a un utente sbagliato, può essere invalidato e aggiornato con uno nuovo. Puoi pubblicare il link sul blog, scriverlo su una cartolina, stamparlo sui biglietti da visita: le opzioni sono infinite!
Gli amministratori delle Community possono ora rimuovere i membri mediante un menu disponibile nell'elenco dei membri.
Gli amministratori delle Community ricevono ora una notifica push e una attività quando la comunità richiesta viene approvata.
I membri delle Community ricevono ora una notifica push e un’attività quando vengono promossi (o retrocessi) a moderatore.
L'editor di post dell'app Android ha ora un selezionatore di blog migliorato che include le Community, in modo da poter pubblicare direttamente sulle stesse in modo rapido.
🛠 Correzioni
Le esportazioni dei dati sulla privacy non venivano generate per alcuni utenti. Il problema è stato risolto e tutte le esportazioni non riuscite sono state rigenerate.
"Pubblica su un altro blog o Community" non appare più ogni volta che si inizia un nuovo post.
Per un breve periodo di tempo, gli utenti disconnessi non riuscivano a visualizzare le Community pubbliche. Questo problema è stato risolto.
Per un breve periodo di tempo, le notifiche delle Community non venivano eliminate. Il problema è stato risolto.
La casella di invito alla Community è stata migliorata.
Alcune notifiche push sono state migliorate per renderle più chiare.
Gli avatar degli oggetti delle attività sono stati riposizionati, migliorando così la chiarezza.
🚧 In corso
Niente da segnalare.
🌱 In arrivo
Gli amministratori delle Community presto potranno bannare completamente i membri.
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-Ti amo -disse il Piccolo Principe.
-Anch’io ti voglio bene -rispose la rosa.
-Non è la stessa cosa -replicò lui...- Amare significa avere la piena fiducia che ci sarai sempre, qualunque cosa accada. Non perché mi devi qualcosa, non per un possesso egoista, ma per esserci, in una compagnia silenziosa.
Amare è sapere che il tempo, le tempeste o i miei inverni non ti cambieranno. Dare amore non consuma l’amore, anzi, lo moltiplica. Il modo per restituire tanto amore è aprire il cuore e lasciarsi amare.
-Ho capito -disse la rosa.
-Non capirlo, vivilo -aggiunse il Piccolo Principe.
Questa riflessione tratta da Il Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupéry ci invita a riflettere sul vero significato dell’amore. Il dialogo tra il Piccolo Principe e la rosa sottolinea l’importanza della fiducia, della presenza silenziosa e dell’amore incondizionato, immutabile nel tempo e nelle difficoltà.
Il Piccolo Principe spiega che amare non riguarda il possesso, ma essere presenti senza aspettarsi nulla in cambio. Significa accettare l’altro così com’è, senza volerlo cambiare, e restare nei momenti di calma e di tempesta. Inoltre, dare amore non lo esaurisce, ma lo fa crescere. La reciprocità nasce quando si apre il cuore e si permette all’altro di amarci.
La rosa, inizialmente, sembra capire le parole del Piccolo Principe, ma lui la invita a non limitarsi a comprenderle, bensì a viverle pienamente. Questo insegnamento ci spinge a sperimentare l’amore in modo autentico e profondo, al di là delle parole.
L’amore vero si fonda su una donazione disinteressata, sull’accettazione reciproca e sulla condivisione emotiva. È un invito a vivere l’amore nella sua pienezza, con il cuore aperto e la mente serena.
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ASCANIO CELESTINI
UNIVERSITÀ E POLIZIA
David Parenzo viene contestato alla Sapienza. Deve parlare su invito dell’estrema destra di Azione Universitaria, ma gli studenti interrompono l’iniziativa.
Una settimana dopo si ripete il blocco per Maurizio Molinari a Napoli.
Il motivo è lo stesso per entrambi.
Gli studenti sostengono che i due giornalisti sono tra i più rigidi sostenitori delle violenze che Israele sta compiendo in Palestina.
È vero?
Non è vero?
Questa è l’opinione degli studenti e cercano di farla valere.
In queste ultime ore si contano almeno 20 atenei italiani in lotta contro la cooperazione scientifica con Israele e con i produttori di armi.
E gli studenti?
Scrive Rai News:
«La polizia è in assetto antisommossa. I ragazzi sventolano la bandiera della Palestina e ribadiscono le motivazioni della loro azione al megafono. 'Vogliamo semplicemente parlare con la nostra rettrice', la loro richiesta».
La ministra Bernini
invece di chiamare la rettrice
e pregarla di confrontarsi,
chiama il capo della polizia
per ripristinare l’ordine.
…
Come si fa a parlare di “violenza” se gli studenti prendono la parola togliendola a due giornalisti che sono presenti quotidianamente su tutti i mezzi di comunicazione esistenti?
Sono stati realmente censurati?
Come si fa a parlare di “violenza” se gli studenti bloccano un ingresso con le braccia alzate o fanno un corteo chiedendo il confronto con l’università che frequentano e nella quale si stanno formando?
Non è violenza,
ma forza.
Usano la propria forza nel proprio contesto. Così come gli operai che bloccano la catena di montaggio o i contadini che smettono di trebbiare. Dov’è la violenza?
Quale altro strumento di lotta hanno se non quello della contestazione?
Dovrebbero twittare e riassumere il loro dissenso in 280 caratteri?
___________
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Non è una punizione è un invito...❣️
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Studi o lavori?
In cerca di uno Sugar Daddy o di una Sugar Mommy per vivere come una viziatella 😩
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Il filo rosso
C'è una leggenda antica che racconta di un filo rosso invisibile che ci lega, dalla nascita, a una persona destinata a incrociare la nostra strada. Questo filo rosso allungarsi, attorcigliarsi, ma non si spezza mai.. È un filo che ci guida, a volte senza che ne siamo consapevoli, verso qualcuno che ha un significato speciale per nostra vita.
Ma cosa significa, davvero, credere nel filo rosso? Forse è un modo per spiegare quelle connessioni che sentiamo immediatamente profonde, quei momenti in cui guardiamo qualcuno e ci sembra di conoscerlo da sempre, anche se lo incontriamo per la prima volta.. È la sensazione di trovarci di fronte a una persona che sembra appartenere alla nostra storia, come se il destino ci avesse portati lì, in quel preciso momento, per una ragione..
Il filo rosso ci fa riflettere sull'idea che certi incontri non siano casuali. Ci sono persone che passano nella nostra vita e lasciano un segno indelebile, anche se restano solo per un breve istante. E poi ci sono quelle persone che restano, che ci accompagnano, anche a distanza, e che sentiamo vicine a noi in modo inspiegabile.. Questi legami sono un richiamo alla nostra essenza, un invito a cercare qualcosa di più profondo nelle relazioni, oltre le parole e i gesti..
Forse il filo rosso è il simbolo della nostra ricerca di connessioni autentiche in un mondo che sembra, a volte, fatto di legami fragili e superficiali. Ci invita a pensare che da qualche parte, qualcuno condivide con noi lo stesso filo, la stessa forza invisibile che ci tiene uniti. È una promessa che ci spinge a credere nei legami veri, quelli che resistono agli anni, alle difficoltà, alla distanza..
E se non vediamo ancora il filo, forse è perché il destino non ha ancora intrecciato le nostre strade. Ma credere nel filo rosso ci ricorda di mantenere viva la speranza, di non smettere mai di cercare, di essere aperti a ciò che la vita ci mette davanti. È come se ci dicesse che, anche nei momenti in cui ci sentiamo soli, esiste qualcuno, da qualche parte, che è legato noi..
Dove sei filo rosso..?
Aspetterò.. forse.
#pensieri#emozioni#riflessioni#scritturaitaliana#rubricadeipensieri#blog#filo rosso#legame#destino#connessioni
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Mio malgrado ho dovuto declinare un invito di laurea perché avendo trovato ieri due scarafaggi in casa grossi quanto limoni e resistenti a qualsiasi mazzata di scopa, eliminati a fatica e col terrore soverchiante che mi piombassero in faccia, non ho esattamente voglia di servirmi degli ambienti e degli oggetti circostanti alla scena del delitto. Nella jella trasversale e senza fine che mi perseguita da due anni a questa parte trova posto anche una fortuna, perché abitando in una palazzina io e mia madre abbiamo potuto ripiegare sul piano superiore, nel quale ci siamo rifugiate seppur con tutti gli ulteriori stenti del caso (igiene personale non attuabile al primo posto). Con la solita, dannata ingenuità che mi contraddistingue ho quindi riportato in questi stessi termini detta situazione alla laureanda che ovviamente mi è sembrata infastidita, e non mi sorprenderebbe se avesse pensato che fosse una scusa (avrei forse dovuto allegarne le prove fotografiche). Ma non la posso biasimare fino in fondo, sia perché probabilmente teneva davvero a che io presenziassi – nonostante le lauree altrui, considerato che aspetto la mia da 11 anni, mi mettano voglia di sdraiarmi sui binari in attesa di una vettura che nemmeno passerebbe – sia perché quando inizi ad affastellare una sfiga sull’altra in un eterno racconto dal sapore kafkiano* allora la propria credibilità in termini generali inizia a degradare, anche quando si rema ostinatamente in direzione contraria. Ho perso molte pseudoamicizie a causa di questo, e forse dopotutto è meglio così. Le autoscremature sono a volte le più indolori. Eppure, delle innumerevoli giustificazioni addotte negli anni per la mia assenza, tutto è sempre stato squallidamente vero.
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
Il limite di caratteri è stato aumentato da 500 a 1.975 caratteri per tutte le risposte sul web! Non dovrai più concatenare più risposte per dire quello che vuoi. Grazie a tutti coloro che hanno testato questa funzionalità per primi nelle Community!
Abbiamo iniziato ad abilitare alcune di quelle attese funzionalità di scoperta della Community per un sottoinsieme di utenti! Chiunque faccia attualmente parte di una Community, più una piccola percentuale casuale di tutti gli utenti, vedrà una nuova opzione a discesa nella ricerca che ti consente di esplorare le Community correlate al tuo termine di ricerca. Mostreremo anche una barra laterale di "Community correlate" sul web per alcune persone. Le Community a cui è possibile iscriversi gratuitamente saranno classificate più in alto, quindi se sei l'amministratore della tua Community e vuoi che questa diventi visibile a più persone, prendi in considerazione la possibilità di modificare le impostazioni di iscrizione da "solo su invito" a "iscrizione gratuita". Sfruttiamo anche i tag (oltre a titolo e descrizione) che hai impostato per la tua Community per classificare i risultati, quindi aggiornali se non l'hai ancora fatto!
Quando interagisci con la tua prima Community, vedrai utili suggerimenti.
🛠 Correzioni
Quando acquisti un articolo su TumblrMart, gli articoli più importanti non saranno più oscurati o omessi.
🚧 In corso
Al momento, niente da segnalare.
🌱 In arrivo
Tra non molto, aumenteremo in maniera graduale la percentuale di utenti casuali, fino a quando tutti gli utenti saranno in grado di trovare le Community tramite lo strumento di ricerca.
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La storia della Musica!!!!
Tre giorni di pace e musica. Tre giorni che hanno fatto la storia. Si celebra oggi il 51esimo anniversario del più grande evento di libertà, umanità e lotta pacifica: il Festival di Woodstock. Più che un concerto un pellegrinaggio, una fiera di arte e musica, una comunità, un modo di vivere che ha cambiato per sempre il concetto di libertà. Sul palco, a Bethel (una piccola città rurale nello stato di New York) si sono alternati per tre giornate alcuni tra i più grandi musicisti della storia. Musicisti che provenivano da influenze, scuole musicali e storie differenti ma che avevano in comune ciò che più contava in quei favolosi anni ’60: la controcultura.
Si passava dal rock psichedelico di Jimi Hendrix (che, pur di essere l’ultimo a esibirsi, salì sul palco alle 9 di lunedì mattina per un concerto di due ore, culminato nella provocatoria versione distorta dell’inno nazionale statunitense) e dei Grateful Dead ai suoni latini dei Santana (che regalarono un memorabile set, impreziosito dallo storico assolo di batteria del più giovane musicista in scena: Michael Shrieve) passando per il rock britannico di Joe Cocker (che regalò in scaletta le splendide cover di Just Like a Woman di Dylan e With a Little Help from my Friends dei Beatles) e degli Who all’apice della loro carriera (celebre l’invasione di palco dell’attivista Habbie Hoffman, durante il loro concerto, quasi quanto il lungo assolo di Pete Townshend durante My Generation, con lancio di chitarra finale).
C’era poi il folk, con una splendida Joan Baez su tutti, che suonò nonostante fosse al sesto mese di gravidanza, genere tipicamente statunitense che si alternava a suoni più esotici e orientali, come il sitar di Ravi Shankar. Impossibile dimenticare infine l’intensa performance della regina del soul Janis Joplin, la doppia esibizione (acustica ed elettrica) di Crosby, Stills, Nash e del “fantasma” di Neil Young, che rifiutò di farsi riprendere dalle telecamere e il divertente show dei Creedence Clearwater Revival.
1969, il ‘Moon day’ in musica..
Concerti che rimarranno nella memoria di chiunque ami la musica come simbolo di cambiamento, pace e libertà. D’impatto i presenti come pesanti furono le assenze di John Lennon, che si rifiutò di esibirsi per il mancato invito di Yoko Ono, Bob Dylan, padrone di casa (lui che all’epoca viveva proprio a Woodstock) assente per la malattia del figlio, i Rolling Stones, ancora scossi per la morte di Brian Jones e i Doors, alle prese con una serie infinita di problemi legali.
Il vero protagonista dell’evento fu però il pubblico, la “vera star” secondo l’organizzatore Michael Lang, eterogeneo quasi quanto i generi musicali. Da tutta America arrivarono studenti liceali e universitari, hippie, veterani del Vietnam, filosofi, operai e impiegati. Nessuna differenziazione di razza, etnia o colore della pelle: tutti uniti dalla voglia di stare insieme in libertà con il fango a livellare ogni diversità e i capelli lunghi come simbolo di ribellione. Un sogno che oggi sembra lontano anni luce, nelle ideologie come nell'organizzazione.
Da quel 1969 si è provato a più riprese a riproporre Woodstock, con scarsi risultati culminati nell'annullamento del concerto in programma per questo cinquantesimo anniversario, organizzato proprio da Lang e non andato in porto tra una defezione e l’altra, forse perché indigesto ai grandi organizzatori di eventi musicali mondiali. Forse, a conti fatti, meglio così: quell'atmosfera irripetibile era frutto di una spontaneità organizzativa di altri tempi, una magia fuori da ogni schema il cui risultato sensazionale, iconico e significativo fu chiaro solo anni dopo anche agli stessi partecipanti.
Vanni Paleari
PhWoodstock, 1969
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Se una donna
ti sorride
magari non ti sta corteggiando
magari non è proprio un invito
alle danze del suo letto,
probabilmente è solo gentile
so che è una rarità di questi tempi,
la gentilezza,
ma capita spesso
tra le persone molto educate
Se una donna
ti dà confidenza
non per forza
ha qualcosa in mente con te,
non per forza
ti sta invitando ad andare oltre,
magari manco ti desidera,
magari è una persona
che tratta le persone come si deve,
con rispetto e amorevolezza
Se una donna
ha un rossetto di rosso incendio
e un viso curato e nitido
come le palestre di hockey
non vuol dire che ti stia invitando
a giocare una partita con lei
magari vuole essere bella per lei,
magari lo fa per lei,
vuole piacersi un po'
in un mondo di bruttezza,
non tutti puntano ad odiarsi
ad alcune persone
piace piacersi
Se una donna
ha una maglietta a v
scollata come le pitture di Klimt
magari è perché ha caldo,
è più probabile che abbia corso fino adesso
che voglia provocarti ogni desiderio.
Se una donna
ti guarda negli occhi
ti sorride, poi scansa lo sguardo,
poi ti riguarda
e ti sorride ancora
magari ha solo voglia
di fare la poesia con te.
Gio Evan
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Stimoli visivi, ultima spiaggia
Ormai mi guardi come se fossi un oggetto d'arredamento. Mi faccio bella e quindi gli altri mi corteggiano. Loro lo fanno in modo neppure troppo discreto. Qualcuno mi fa chiare proposte, perché sono oggettivamente un gran bel pezzo di figliola.
Lascio in giro per casa dei miei promemoria per te: un golfino oppure un paio di slip. Magari un reggiseno o un paio di calze. Tutto rigorosamente da lavare. Indumenti impregnati di me, del mio odore. Del richiamo femminile a cui non sei insensibile. Mi aggrappo al subliminale. Ma tu niente.
Io qui a struggermi di desiderio per te e tu chissà dove sei, dopo il lavoro e a che ora rientrerai stasera. Non penso che a te. Non desidero altro dalla vita che le tue carezze all'anima; quelle più oscene poi regalale tutte al mio corpo. Hai un'altra? Mi ami ancora? Mi tradisci? Mi vuoi sempre?
Provi per me qualcosa di più del solito, distratto: “ciao, cara; tutto ok?” Sento dai rumori in garage che forse stai rientrando. Mi farò trovare così: a gambe ben aperte. E tu allora onorami, rispettami, soddisfami, adorami come si conviene per la donna che uno sceglie per sé.
È un invito dedicato solo a te e molto intimo, tra noi. Sono completamente depilata. Indosso il profumo che adori e che ti fa arrapare: me l'hai confessato una delle ultime, rare volte che abbiamo fatto l'amore. Quando godendo mi hai detto all'orecchio che vuoi solo me, che sono l'unica.
Conservo come una cosa sacra l'eco delle tue frasi nella memoria. E le ripasso, di continuo. Chissà se mi vorrai, stasera? Sono tua, tua. Prendi possesso e gioisci appieno di ciò che ti appartiene per diritto d'amore. Il mio corpo prova dolore per la tua prolungata assenza, si sente mortificato.
Mi hai fatta sentire desiderata, bella. Mi hai dato prova evidente del mio magnetismo animale su di te: mi saltavi addosso di continuo solo fino a poche settimane fa. Che cosa è successo, ultimamente?
Mi piace quando mi comandi senza alcuna possibilità di replica e mi costringi a farti delle cose. O quando vuoi che mi esibisca solo per te: divento così un'attrice hard e devo dare il meglio di me stessa. Vuoi che ti stimoli, che tiri fuori la femmina più istintiva, la selvaggia affamata di sesso che si nasconde nel mio corpo.
Non devo avere pudori, con te: me lo chiedi e io diligentemente eseguo. Metto allora in scena una raffinatissima piece teatrale, recitata con impegno e lasciva concentrazione per un pubblico molto ristretto ed esigente, con ricevimento finale in camerino.
Quindi tu esigi, giudicami, umiliami pure e poi sfruttami. Niente fiori, per me. Fammi anche sentire l'ultima delle puttane, se ti farà piacere, ma per favore chiedi, imponiti, fammi anche del male, però considerami.
Ecco: stai salendo le scale. Io ti sorriderò ancora, piena di femminilità ed evidente desiderio. Sarò ancora una volta irresistibile. Tu allora sii il mio eroe. Salva la mia anima dalla disperazione. Dammi un'ennesima notte di passione con te. Quella che fa male, quella che più peccato di così non si può. Fatti amare dalla tua schiava.
RDA
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THIS LAND IS MINE
@sirkaj ha detto:
Non so se posso riuscire a portare argomentazioni diverse ma ho visto molti video su YouTube e studiato diverse mappe. Non è un genocidio, secondo me, ma un conflitto fra popoli che si odiano. Le risposte ai post non possono essere lunghe. Invito ad aprire YouTube e dare un occhiata ai molti reportage che danno una immagine più precisa, anche se sempre asettica, insapore e inodore. Certo il governo attuale di Israele non è il mio ideale, ma è stato eletto e di elezioni ne hanno avuto diverse negli ultimi anni. È un paese con dinamiche di popolazione complesse ma resta un paese democratico. Come lo è il nostro, anche se il governo attuale non mi piace, o l'Ungheria, che sceglie Orban perché non c'è una opposizione. È vendetta? Invito a vedere le immagini. L'orrore è che parliamo di uomini, donne, bambini, che non hanno scampo. Israele ed Egitto non li vogliono, e il mare è bloccato. E lo era prima del sette ottobre. Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere», sentenziava Ludwig Wittgenstein. E questo mi hanno insegnato da ragazzo. Sono posti lontani...orrori lontani. Dal nostro paese abbiamo mandato una nave ospedale che non ha modo di operare. Tutto inutile. Cerchiamo di fare bene a chi è il nostro prossimo e chissà... Magari è un onda, altrimenti solo ipocrisia.
Perdonami ma qua non dobbiamo valutare se Israele sia uno stato democratico o meno (se vogliamo toglierci subito di torno la reductio ad Hitlerum, anche la Germania nazista tecnicamente lo era, con un parlamento e un cancelliere eletto dal popolo)...
La democrazia è un qualcosa che riguarda i cittadini, mentre noi stiamo discutendo di scelte politiche nei confronti di una minoranza.
Perché Pisani e Livornesi si odiano, da centinaia d'anni, ma possono farlo in modo libero e paritario... Ebrei e Arabi si odiano da migliaia di anni ma ora assistiamo a una contrapposizione sproporzionata tra uno stato armato dalla più grande potenza bellica mondiale e due milioni di poveracci senza cibo, acqua e medicine intrappolati in una striscia di terra larga come Milano e provincia.
Poi, sinceramente, non ho capito se tu concordi o meno oppure il tuo sia solo un flusso di coscienza pieno di dubbi.
Il fatto che siano posti e orrori lontani vale anche per le decine di conflitti MOLTO più sanguinosi, di cui infatti si parla poco o nulla ma la questione è proprio quella: qua tutti non solo ne parlano ma partecipano attivamente al conflitto, anche solo impedendo - letteralmente - che sia promossa una qualsivoglia voce discordante con la narrazione comune.
O urli Bene! Bravo! Bis, Israele! oppure stupri e bruci vive le ebree nei kibbutz.
Una polarizzazione così enorme e univoca negli ultimi anni l'ho vista solo nel conflitto Russo-Ucraino, con la differenza che in quel caso ce la prendevamo con gli oppressori e non con gli oppressi.
Per concludere, vi prego di non continuare a massacrare Wittgenstein citando e ricitando quella sua affermazione senza mai aver letto il suo Tractatus logico-philosophicus... se tu lo avessi fatto avresti capito che il suo tacere si riferisce alle leggi della natura che sfuggono alla comprensione umana e che quindi non possono essere spiegate tramite il verbo logico filosofico, meramente descrittivo pur in modo attivo.
Io, per non far rigirare personaggi illustri nella tomba uso questo:
P.S.
La nave ospedale che abbiamo mandato è un'onda... anzi, uno tsunami. Di ipocrisia.
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